Risoluzione del Parlamento europeo del 14 dicembre 2011 sul prossimo vertice UE-Russia del 15 dicembre 2011 e sui risultati delle elezioni alla Duma del 4 dicembre 2011
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia, in particolare la risoluzione del 9 giugno 2011(1) sul vertice UE-Russia del 9 e 10 giugno 2011 e quella del 17 giugno 2010 sulle conclusioni del vertice UE-Russia(2),
– viste le sue precedenti risoluzioni sulle relazioni UE-Russia, tra cui la risoluzione del 7 luglio 2011 sui preparativi per le elezioni alla Duma di Stato russa del dicembre 2001(3), e quella del 16 dicembre 2010 sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo e la politica dell'Unione europea in materia(4),
– visti l'accordo di partenariato e di cooperazione (APC) tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Federazione russa(5), dall'altra, e i negoziati avviati nel 2008 in merito a un nuovo accordo UE-Russia, nonché il nuovo partenariato per la modernizzazione iniziato nel 2010,
– visto l'obiettivo condiviso dall'Unione europea e dalla Russia, espresso nella dichiarazione comune al termine dell'undicesimo vertice UE-Russia svoltosi a San Pietroburgo il 31 maggio 2003, riguardo alla creazione di uno spazio economico comune, uno spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia, uno spazio comune di cooperazione nel settore della sicurezza esterna e uno spazio comune di ricerca e istruzione che comprenda gli aspetti culturali (i «quattro spazi comuni»),
– viste la dichiarazione finale comune e la raccomandazione in esito alla riunione della commissione di cooperazione parlamentare UE-Russia tenutasi il 19 e 20 settembre 2011 a Varsavia,
– vista la dichiarazione comune del Consiglio di partenariato permanente UE-Russia nel settore della libertà, della sicurezza e della giustizia adottata l'11 ottobre 2011 a Varsavia,
– viste le osservazioni formulate dal VP/AR, Catherine Ashton, all'ottavo vertice del Consiglio di partenariato permanente UE-Russia svoltosi il 17 novembre 2011 a Mosca,
– viste le ultime consultazioni nell'ambito del dialogo UE-Russia sui diritti umani, svoltesi il 29 novembre 2011,
– vista la dichiarazione rilasciata il 6 dicembre 2011 dal VP/AR, Catherine Ashton, sulle elezioni alla Duma nella Federazione russa,
– viste le conclusioni preliminari del 5 dicembre presentate dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell'uomo dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE/ODIHR), dall'Assemblea parlamentare dell'OSCE (OSCE PA) e dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (PACE) a seguito della missione internazionale di osservazione elettorale per le elezioni alla Duma di Stato il 4 dicembre 2011,
– visto il programma del vertice UE-Russia che si terrà a Bruxelles il 15 dicembre 2011,
– visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando l'interdipendenza economica e politica tra l'Unione europea e la Russia e la fondamentale importanza che rivestono di conseguenza una cooperazione rafforzata e relazioni di buon vicinato fra l'Unione e la Russia per la stabilità, la sicurezza e la prosperità in Europa e altrove; considerando che l'Unione continua ad adoperarsi per consolidare e sviluppare ulteriormente le sue relazioni con la Russia, sulla base di un profondo impegno a favore dei principi democratici; che la conclusione di un accordo di partenariato strategico tra l'Unione europea e la Federazione Russa si conferma della massima importanza ai fini della costruzione di un vero e proprio partenariato strategico;
B. considerando che la sicurezza dell'approvvigionamento energetico è una delle maggiori sfide per l'Unione europea e uno dei principali ambiti di cooperazione con la Russia; che è della massima importanza che l'Unione europea si esprima con una sola voce e dia prova di solidarietà interna;
C. considerando che la Russia, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, condivide con gli altri membri la responsabilità di mantenere la stabilità mondiale; che numerose sfide a livello internazionale – in particolare quelle nella zona di vicinato comune (Caucaso meridionale e Repubblica moldova), nel Nord Africa, in Siria, nel Medio Oriente e in Iran, nonché quelle rappresentate dal terrorismo, dalla sicurezza energetica, dal cambiamento climatico e dalle crisi finanziarie – possono essere affrontate soltanto mediante un approccio coordinato che coinvolga la Russia;
D. considerando che la Federazione russa, in quanto membro a pieno titolo del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, si è impegnata a favore dei principi della democrazia e del rispetto dei diritti fondamentali; che permangono motivi di preoccupazione per quanto riguarda la situazione dei diritti umani, lo Stato di diritto, l'indipendenza della magistratura e le misure repressive adottate contro i giornalisti e l'opposizione;
E. considerando nel 2011 ricorre il ventesimo anniversario della dissoluzione dell'URSS, un fatto che ha rappresentato un'importante pietra miliare della storia europea; che va riconosciuto il contributo apportato a tale evento da coloro che si sono opposti strenuamente al totalitarismo e hanno lottato per la liberazione;
F. considerando che il 12 aprile 2011 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha espresso critiche per la farraginosità delle procedure di registrazione dei partiti politici in Russia, che non sono conformi alle norme elettorali definite dal Consiglio d'Europa e dall'OSCE; che permangono gravi preoccupazioni per le difficoltà incontrate dai partiti politici nel partecipare alle elezioni, il che limita di fatto la competizione politica e il pluralismo politico in Russia, pregiudicando la legittimità delle consultazioni elettorali;
G. considerando le numerose irregolarità segnalate nel corso della giornata elettorale, tra cui casi di votazioni multiple (effettuate trasferendo gli elettori tra i vari seggi con «bus navetta»), ostruzionismo nei confronti degli osservatori dei partiti e inserimento di schede fasulle nelle urne elettorali; considerando che la polizia ha arrestato centinaia di attivisti dell'opposizione che avevano tentato di tenere comizi il 4 dicembre 2011 e nei giorni successivi a Mosca, San Pietroburgo e in altre città russe, per protestare contro lo svolgimento delle elezioni;
H. considerando che il 10 dicembre 2011 almeno 50 000 persone si sono radunate in piazza Bolotnaya a Mosca, chiedendo l'annullamento delle elezioni del 4 dicembre 2011, lo svolgimento di nuove elezioni, le dimissioni del capo della commissione elettorale, un'inchiesta sui presunti brogli e l'immediato rilascio dei manifestanti arrestati; che si sono svolte manifestazioni simili in altre città russe;
I. considerando che è trascorso un anno da quando il Parlamento europeo ha invitato il Consiglio, «in assenza di passi concreti compiuti dalle autorità russe per cooperare e indagare sul caso di Sergej Magnitskij, ad insistere affinché dette autorità consegnino i responsabili alla giustizia e ad esaminare l'opportunità di imporre un divieto d'ingresso nell'UE», incoraggiando altresì «le agenzie dell'UE responsabili dell'applicazione della legge a cooperare per congelare i conti bancari e gli altri beni di questi funzionari russi in tutti gli Stati membri dell'UE»(6);
1. ribadisce il proprio convincimento che la Russia resti uno dei partner più importanti dell'Unione europea per lo sviluppo di una cooperazione strategica, con cui condividere non soltanto interessi economici e commerciali ma anche l'obiettivo di un'azione strettamente concertata sulla scena mondiale;
2. invita l'Unione europea e la Russia a cogliere l'occasione offerta dal prossimo vertice per accelerare i negoziati volti alla conclusione di un nuovo accordo di partenariato e di cooperazione; rinnova il proprio sostegno a favore di un accordo globale e giuridicamente vincolante, che abbracci questioni di natura politica, economica e sociale e includa tutti gli ambiti inerenti alla democrazia, allo Stato di diritto e al rispetto dei diritti umani; ribadisce la propria opinione che la democrazia e i diritti umani devono essere parte integrante di tale accordo, specialmente per quanto riguarda la definizione e l'inserimento di una clausola efficace e operativa in materia di diritti umani;
3. invita a intensificare gli sforzi per far avanzare il partenariato di modernizzazione UE-Russia; sottolinea di confidare nel fatto che il partenariato per la modernizzazione promuoverà le riforme e darà un rinnovato impulso alle relazioni UE-Russia e svilupperà la cooperazione reciprocamente vantaggiosa negli ambiti del commercio, dell'economia e della sicurezza energetica, contribuendo al tempo stesso al rilancio dell'economia mondiale; è del parere che il partenariato per la modernizzazione debba andare di pari passo con un ambizioso processo di riforme interne, tra cui il consolidamento delle istituzioni democratiche e un sistema giuridico affidabile; invita a questo proposito l'Unione europea e il governo russo a definire le misure necessarie da adottare per raggiungere tali obiettivi;
4. si compiace del fatto che siano stati ultimati i negoziati sull'adesione della Russia all'OMC, il che contribuirà a creare condizioni di maggiore parità per i settori imprenditoriali di entrambe le parti, agevolando e liberalizzando nel contempo gli scambi commerciali nell'economia mondiale; sottolinea che tale adesione comporta per la Russia l'obbligo giuridico di rispettare tutte le norme dell'OMC, compresa la rinuncia alle misure protezionistiche; esprime, in tale contesto, la propria preoccupazione in merito all'unione doganale tra Russia, Kazakhstan e Bielorussia, che ha determinato un aumento dei dazi consolidati; esprime la convinzione che l'adesione della Russia all'OMC si rivelerà altresì un importante punto di partenza per l'approfondimento dell'integrazione economica bilaterale, anche attraverso la conclusione dei negoziati in corso sul nuovo accordo;
5. sottolinea l'importanza di intensificare il partenariato con la Russia nel settore dell'energia; ribadisce che l'approvvigionamento di risorse naturali non deve essere utilizzato come strumento politico; sottolinea l'importanza che riveste la cooperazione in campo energetico tanto per la Russia quanto per l'Unione europea, giacché rappresenta un'occasione per sviluppare ulteriormente la cooperazione economica e commerciale in un mercato aperto e trasparente, nella piena consapevolezza della necessità che l'Unione europea diversifichi i canali di trasporto e i fornitori di energia; mette in evidenza che alla base di una tale cooperazione dovrebbero esservi i principi di interdipendenza e trasparenza, unitamente alla parità di accesso ai mercati, alle infrastrutture e agli investimenti, oltre a un quadro energetico giuridicamente vincolante, che garantisca un approvvigionamento energetico affidabile e sicuro sulla base di norme uniformi per tutti gli Stati membri dell'Unione;
6. invita il Consiglio e la Commissione a garantire che i principi enunciati nel trattato sulla Carta dell'energia e nel protocollo sul transito ad esso allegato siano inseriti in un nuovo accordo di partenariato tra l'Unione europea e la Russia; si compiace della firma, nel febbraio 2011, di un meccanismo aggiornato di allerta precoce volto a migliorare ulteriormente il coordinamento in caso di emergenze sul fronte dell'offerta o della domanda;
7. sottolinea che l'UE dovrebbe estendere la sua cooperazione con la Russia in ambito energetico ad altri settori quali, ad esempio, l'efficienza energetica e la ricerca in materia di tecnologie delle energie rinnovabili; ribadisce che gli accordi intergovernativi e commerciali in materia di energia tra la Russia ed entità dell'UE devono ottemperare agli obblighi giuridici di ambo le parti;
8. esorta la Federazione russa a rafforzare il suo contributo per affrontare il cambiamento climatico attraverso la riduzione delle emissioni interne di gas a effetto serra e la partecipazione ai negoziati internazionali su un quadro globale per la politica climatica post-2012 nell'ambito dell'UNFCCC e del protocollo di Kyoto; sottolinea a tale proposito che, per raggiungere entro il 2020 le necessarie riduzioni rispetto alle emissioni del 1990 per i paesi dell'allegato I, tutti i paesi industrializzati devono impegnarsi a realizzare obiettivi che rappresentino una riduzione significativa delle emissioni rispetto ai livelli attuali e un aumento della cattura del carbonio nelle foreste;
9. esorta la Russia a ratificare la convenzione dell'UNECE di Espoo e ad attuarla senza indugio e le ricorda l'impegno sottoscritto a elaborare norme unificate per le valutazioni d'impatto ambientale dei progetti transfrontalieri;
10. prende atto delle conclusioni congiunte dell'11 ottobre 2011, in cui si comunica che è stato perfezionato l'elenco delle misure comuni in vista dell'abolizione dell'obbligo di visto, ed è favorevole alla sua approvazione ufficiale e alla sua successiva attuazione; ricorda l'importanza di garantire la coerenza regionale nell'approccio alla liberalizzazione dei visti con la Russia e con i paesi del partenariato orientale; si compiace della conclusione dei negoziati concernenti le modifiche al vigente accordo UE-Russia del 2006 in materia di facilitazione dei visti, come pure dell'instaurazione del dialogo UE-Russia sulla migrazione; sottolinea l'importanza di attuare efficacemente l'accordo di riammissione tra la Russia e l'UE; chiede una maggiore cooperazione in materia di immigrazione clandestina, il rafforzamento dei controlli ai posti di frontiera e lo scambio di informazioni sul terrorismo e la criminalità organizzata;
11. accoglie con favore la proposta di semplificare il traffico frontaliero locale nella regione di Kaliningrad e precisa che tale proposta contribuirà a promuovere ulteriormente il partenariato strategico tra l'Unione europea e la Russia, in linea con le priorità stabilite nella tabella di marcia per lo spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia;
12. prende atto del risultato delle elezioni alla Duma del 4 dicembre 2011; sottolinea che le modalità di svolgimento di tali elezioni hanno dimostrato che la Russia non soddisfa le norme elettorali stabilite dall'OCSE; esprime una profonda preoccupazione per le segnalazioni di frodi e per le conclusioni preliminari della relazione OSCE/ODIHR in materia di violazioni procedurali, mancanza di imparzialità dei mezzi di informazione, vessazioni nei confronti degli organi di controllo indipendenti e mancanza di separazione fra partito e Stato;
13. ribadisce che l'eccessiva complessità delle procedure di registrazione ha portato all'esclusione di diversi partiti dell'opposizione, oltre a compromettere gravemente sin dall'inizio la libertà di associazione, la competizione politica e il pluralismo;
14. condanna le azioni intraprese dalle autorità russe contro il gruppo russo di osservatori indipendenti Golos in seguito alla creazione, da parte di quest'ultimo, di uno specifico sito web per la registrazione delle frodi e delle irregolarità elettorali;
15. accoglie con favore le manifestazioni in Russia, quale espressione della volontà del popolo russo che rivendica una maggiore democrazia; condanna la repressione della polizia in occasione di manifestazioni pacifiche di protesta contro le irregolarità e le frodi elettorali di cui hanno riferito osservatori internazionali; esorta le autorità russe a rispettare la libertà di riunione e di espressione, a non nuocere ai manifestanti pacifici e a rilasciare immediatamente e incondizionatamente quanti, tra loro, sono stati arrestati contestualmente alle elezioni; chiede di procedere a un'indagine immediata ed esaustiva su tutte le segnalazioni di frodi e intimidazioni e di sanzionare i responsabili, auspicando altresì che la decisione del Presidente Medvedev di avviare un'indagine in merito si dimostri un gesto sincero e trasparente;
16. prende atto dei recenti appelli a favore dell'annullamento delle elezioni alla Duma di Stato del 4 dicembre 2011; invita le autorità russe a esaminare approfonditamente tutti i casi di illeciti elettorali, al fine di sanzionare i funzionari coinvolti e di procedere nuovamente al voto nel caso in cui siano state commesse irregolarità;
17. chiede lo svolgimento di nuove elezioni libere ed eque previa registrazione di tutti i partiti di opposizione;
18. invita il Presidente del Consiglio europeo, il Presidente della Commissione e il VP/AR a sollevare con fermezza la questione delle elezioni del 4 dicembre 2011 durante il vertice, sollecitando la Russia a rispettare i propri obblighi internazionali derivanti, in particolare, dalla sua appartenenza al Consiglio d'Europa e all'OSCE; invita il Consiglio d'Europa e l'OSCE a valutare se la Russia osservi gli obblighi che derivano dalla sua adesione a tali organizzazioni;
19. esorta le autorità russe ad affrontare le conclusioni della relazione di osservazione dell'OSCE/ODIHR, a introdurre una riforma delle leggi elettorali in linea con le norme del Consiglio d'Europa e dell'OSCE, di concerto con la commissione di Venezia, e a rispettare nella pratica tali norme, al fine di garantire nel 2012 lo svolgimento di elezioni presidenziali libere e democratiche, con pari opportunità per i candidati dell'opposizione; invita la Russia a permettere un adeguato ed efficace monitoraggio delle elezioni secondo le norme stabilite dall'OSCE/ODIHR e dal Consiglio d'Europa;
20. ribadisce la propria inquietudine per la situazione dei diritti umani in Russia e per l'assenza di uno Stato di diritto e di una magistratura indipendente; manifesta seria preoccupazione soprattutto in relazione al caso di Sergej Magnitskij, anche per il fatto che non sia stata inflitta alcuna pena a quanti sono stati riconosciuti colpevoli della sua morte; prende atto della relazione pubblicata nel luglio 2011 dal Consiglio per i diritti umani del Presidente Medvedev, la quale forniva le prove dell'illegittimità dell'arresto di Sergej Magnitskij e del fatto che, durante la sua detenzione, egli era stato sottoposto a percosse e torture mirate a estorcergli una confessione di colpevolezza; osserva che il Dipartimento di Stato americano, il ministero degli Esteri britannico e il parlamento olandese hanno deciso nel 2011 di imporre un divieto di visto a circa 60 funzionari russi che si ritiene siano coinvolti nella morte di Sergej Magnitskij, come conseguenza del mancato intervento delle autorità russe;
21. invita la commissione d'inchiesta a condurre un'indagine esaustiva e approfondita senza remore, a presentare tempestivamente conclusioni concrete e a prendere tutti i provvedimenti necessari per assicurare i responsabili alla giustizia; chiede, qualora continui l'inazione delle autorità russe, che il Consiglio prenda in considerazione provvedimenti quali un divieto di viaggio in tutta l'Unione europea e il congelamento dei beni finanziari per coloro che sono stati riconosciuti colpevoli delle torture inflitte a Sergej Magnitskij e della sua morte nonché dell'insabbiamento del caso;
22. sottolinea l'importanza di un dialogo costante con la Russia in materia di diritti umani nel quadro delle consultazioni UE-Russia sui diritti dell'uomo, come strumento per consolidare l'interoperabilità delle parti in tutti i settori della cooperazione, e chiede un miglioramento della formula di tali riunioni per aumentarne l'efficacia, prestando una particolare attenzione alle azioni congiunte contro il razzismo e la xenofobia e allargando tale processo in modo da consentire un contributo effettivo del Parlamento europeo, della Duma di Stato e delle ONG impegnate a favore dei diritti umani, a prescindere dal fatto che il dialogo si svolga in Russia o in uno degli Stati membri dell'UE;
23. condanna le recenti proposte di criminalizzare l'informazione pubblica sull'orientamento sessuale e l'identità di genere in varie regioni russe e a livello federale;
24. invita il vicepresidente/alto rappresentante e la Commissione a portare avanti iniziative congiunte con il governo russo volte a rafforzare la sicurezza e la stabilità nella zona di vicinato comune; invita la Russia a contribuire attivamente alla risoluzione dei «conflitti congelati» nel suo vicinato e a rispettare la sovranità e l'integrità territoriale di tutti gli Stati coinvolti in tali conflitti;
25. ribadisce che la Russia ha l'obbligo di dare piena attuazione all'accordo di cessate il fuoco in sei punti, anche in relazione al rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale della Georgia; si compiace della disponibilità russa a progredire verso un accordo quadro in materia di operazioni di gestione delle crisi; esorta a tale proposito le autorità russe a essere coerenti e ad autorizzare pertanto l'accesso della missione di monitoraggio dell'UE in Georgia ai territori occupati dell'Abkhazia e dell'Ossezia meridionale, in conformità dell'accordo per il cessate il fuoco del 2008;
26. sostiene il gruppo OSCE di Minsk e il suo copresidente nell'impegno profuso a favore della risoluzione del conflitto in Nagorno-Karabakh;
27. accoglie con favore la ripresa dei negoziati nella formula «5+2» per quanto concerne il conflitto in Transnistria e prende atto della prima riunione ufficiale, tenutasi il 1° dicembre 2011, che si auspica darà il via al processo di soluzione del conflitto;
28. ritiene che la Russia, che ha il diritto di veto in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, debba adottare un comportamento all'altezza delle sue responsabilità nelle crisi internazionali; sottolinea che le sfide a livello internazionale, con particolare riferimento alla Siria e all'Iran, non possono essere affrontate con successo senza un approccio coordinato che coinvolga la Russia; invita quest'ultima ad adottare un atteggiamento più costruttivo, soprattutto per quanto riguarda le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; la esorta a partecipare all'azione internazionale volta a bloccare i tentativi di arricchimento dell'uranio da parte dell'Iran e le altre attività finalizzate alla costruzione di armi nucleari; invita le autorità russe ad aderire alle sanzioni internazionali contro entità iraniane in risposta all'assalto all'ambasciata britannica;
29. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento della Federazione russa, al Consiglio d'Europa e all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.