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Procedura : 2012/2604(RSP)
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Venerdì 20 aprile 2012 - Strasburgo
Situazione in Birmania
P7_TA(2012)0142RC-B7-0202/2012

Risoluzione del Parlamento europeo del 20 aprile 2012 sulla situazione in Birmania/Myanmar (2012/2604(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visti gli articoli da 18 a 21 della Dichiarazione universale dei diritti umani (UDHR) del 1948,

–  visto l'articolo 25 della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) del 1966,

–  vista la dichiarazione della Presidenza dell'Unione europea, del 23 febbraio 2009, in cui si chiede un dialogo globale tra le autorità e le forze democratiche in Birmania/Myanmar,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Birmania/Myanmar, in particolare quelle del 25 novembre 2010(1) e del 20 maggio 2010(2),

–  viste le misure restrittive previste dall'Unione europea e indicate nella decisione 2010/232/PESC del Consiglio, del 26 aprile 2010, modificate da ultimo dal regolamento (UE) n. 1083/2011 del Consiglio, del 27 ottobre 2011,

–  viste le conclusioni del Consiglio, del 12 aprile 2011, relative alla revoca della sospensione degli incontri ad alto livello e del divieto di visto applicato a membri civili del governo (decisione 2011/239/PESC del Consiglio),

–  vista la dichiarazione dell'alto rappresentante del 28 aprile 2011,

–  vista la relazione del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Birmania/Myanmar, del 12 marzo 2012,

–  vista la dichiarazione del Segretario generale delle Nazioni Unite, del 2 aprile 2012, in relazione alle elezioni in Birmania/Myanmar,

–  vista la decisione adottata nel quadro del vertice ASEAN del novembre 2011 di attribuire la presidenza dell'ASEAN alla Birmania/Myanmar nel 2014,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 30 gennaio 2012 dal Presidente del Consiglio europeo in relazione al processo di riforma in Birmania/Myanmar,

–  viste le dichiarazioni dell'alto rappresentante, del 28 aprile 2011 e del 14 ottobre 2011, relative all'allineamento di taluni paesi terzi alle decisioni 2011/239/PESC e 2011/504/PESC del Consiglio sulle misure restrittive nei confronti della Birmania/Myanmar,

–  viste le conclusioni del Consiglio «Affari esteri» dell'UE, del 23 gennaio 2012, sulla Birmania/Myanmar,

–  vista la visita in Birmania/Myanmar del commissario responsabile per lo sviluppo, Andris Piebalgs, dal 12 al 14 febbraio 2012,

–  visto l'esito della prima riunione interparlamentare UE-Birmania/Myanmar, tenutasi dal 26 febbraio al 2 marzo 2012,

–  viste le dichiarazioni dell'alto rappresentante, in particolare quelle del 13 novembre 2010 sulla liberazione di Aung San Suu Kyi, del 13 gennaio 2011 e del 12 ottobre 2011 sul rilascio di prigionieri politici, nonché del 2 aprile 2012 sullo svolgimento delle elezioni suppletive,

–  vista la dichiarazione rilasciata dal vertice ASEAN il 3 aprile 2012 in relazione all'esito delle elezioni suppletive del 1° aprile 2012, recante l'invito a revocare le sanzioni,

–  visti i vari incontri intercorsi tra il presidente della Birmania/Myanmar U Thein Sein e Daw Aung San Suu Kyi dall'agosto 2011,

–  visto il discorso sullo stato dell'Unione tenuto dal presidente Thein Sein in occasione del primo anniversario del suo governo, il 1° marzo 2012, in cui ha riconosciuto che, nonostante gli sforzi compiuti, rimane ancora «molto da fare»,

–  visto l'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.  considerando che il 1° aprile 2012 si sono svolte in Birmania/Myanmar le elezioni suppletive per oltre 40 seggi della camera bassa del parlamento (Pyithu Hluttaw), alle quali ha potuto partecipare a pieno titolo il partito della Lega nazionale per la democrazia (National League for Democracy Party - NLD) di Aung San Suu Kyi; che tali elezioni suppletive, in generale ritenute libere e regolari dalla comunità internazionale, sono indicative del processo di cambiamento democratico intrapreso dalla Birmania/Myanmar;

B.  considerando che, durante il suo primo anno in carica, il governo del presidente Thein Sein ha compiuto maggiori progressi verso la democrazia e la pace di quanto non sia stato fatto nei decenni precedenti;

C.  considerando che l'opposizione detiene attualmente solo il 6,6% dei seggi in parlamento (ossia 42 su 659), mentre il partito della Solidarietà e dello sviluppo dell'Unione (Union Solidarity and Development Party - USDP), attualmente al potere, controlla una larga maggioranza dei seggi, inclusa la percentuale del 25% riservata agli ufficiali militari;

D.  considerando che il vero banco di prova della volontà di democratizzazione del paese espressa dalle autorità della Birmania/Myanmar sarà costituito dalle prossime elezioni generali, in programma per il 2015, nell'ambito delle quali verrà attribuito il 75% dei seggi;

E.  considerando che la volontà del governo della Birmania/Myanmar di dare seguito al processo di riforma, che dovrebbe essere sostenibile e irrevocabile, è dimostrata dallo svolgimento delle elezioni suppletive del 1° aprile 2012, a cui sono stati invitati e hanno partecipato diversi osservatori e giornalisti stranieri, tra cui un rappresentante del Parlamento europeo;

F.  considerando che i cambiamenti in corso creano importanti opportunità di sviluppare relazioni sostanzialmente migliori tra l'Unione europea e la Birmania/Myanmar;

G.  considerando che occorre mostrarsi prudenti alla luce del fatto che, secondo quanto riferito dal relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo in Birmania/Myanmar, persistono gravi preoccupazioni in materia di diritti umani, centinaia di prigionieri politici rimangono in carcere e molte delle persone rilasciate hanno beneficiato solo di una liberazione condizionale;

H.  considerando che il governo si trova ad affrontare le conseguenze di decenni di guerra civile e rivolte armate, che hanno portato a una serie di accordi per il cessate il fuoco con la maggior parte dei gruppi etnici armati, fatta eccezione per la situazione del Kachin, mentre gli aiuti umanitari a decine di migliaia di civili sfollati sono bloccati e la politica di discriminazione contro la minoranza Rohingya continua inesorabile;

I.  considerando che il governo ha dichiarato di perseguire un processo di consolidamento della pace in tre fasi, che prevede in primo luogo l'istituzione di un cessate il fuoco, in secondo luogo l'avvio di processi socioeconomici, culturali e politici e infine la conclusione di un accordo globale, comprensivo di modifiche alla Costituzione, su questioni etniche tra cui la smobilitazione e l'integrazione degli ex combattenti, la condivisione delle risorse e una maggiore autonomia;

J.  considerando che esiste un divario tra le decisioni politiche di più alto livello e le limitate capacità istituzionali e tecniche sul terreno, e che occorre molto tempo perché i cambiamenti apportati incidano sulla vita della maggior parte dei cittadini del paese, che continuano a misurarsi con una profonda povertà, elevati livelli di indebitamento, mancanza di opportunità lavorative e assenza di servizi sociali;

K.  considerando che in passato numerosi settori economici della Birmania/Myanmar, tra cui quello minerario, del legname, del petrolio, del gas e della costruzione di dighe, sono stati direttamente connessi a gravi casi di violazioni dei diritti umani e degrado ambientale, rappresentando nel contempo la principale fonte di entrate pubbliche per i militari;

L.  considerando che il governo ha adottato varie misure volte a estendere le libertà civili nel paese, mediante una maggiore libertà di informazione e di espressione, la revoca della messa al bando di numerosi siti Internet e pubblicazioni, la libertà di riunione, l'istituzione di una commissione nazionale per i diritti umani e la previsione di eliminare il Consiglio per la censura entro la fine del 2012;

M.  considerando che Catherine Ashton, alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, visiterà la Birmania/Myanmar a breve distanza dalla riunione del Consiglio del 23 aprile 2012;

N.  considerando che la presenza di una magistratura imparziale e indipendente è fondamentale per assicurare il rispetto dello Stato di diritto e della giustizia in Birmania/Myanmar; che il governo della Birmania/Myanmar è altresì chiamato ad avviare riforme giuridiche intese a garantire l'indipendenza e l'imparzialità reali della magistratura;

O.  considerando che il governo sta finalmente prendendo atto delle preoccupazioni della popolazione in merito a progetti che potrebbero avere conseguenze disastrose per l'ambiente e la società;

P.  considerando che le misure restrittive dell'UE imposte alla Birmania/Myanmar saranno soggette a revisione nell'ambito della prossima riunione del Consiglio, che si terrà il 23 aprile 2012;

1.  valuta positivamente la trasparenza e la credibilità delle elezioni suppletive del 1° aprile 2012, ritenute regolari dagli osservatori internazionali, ma prende altresì atto delle irregolarità segnalate nella loro fase preparatoria; confida che i parlamentari neoeletti possano assumere le loro funzioni quanto prima; sostiene l'impegno delle autorità inteso a garantire che tale processo di riforma sia sostenibile e irrevocabile;

2.  esprime il proprio profondo rispetto per la lotta condotta per decenni dal leader dell'opposizione e vincitrice del premio Sacharov Aung San Suu Kyi, si congratula per la vittoria del suo partito alle elezioni suppletive di aprile e plaude al coraggio e alla tenacia dimostrati, quale esempio di forza d'animo disinteressata e di lotta per la libertà e la democrazia di fronte alla tirannia;

3.  riconosce i passi compiuti dal presidente Thein Sein e altri riformatori del regime della Birmania/Myanmar al fine di attuare le riforme democratiche nell'anno trascorso e li incoraggia a proseguire con urgenza tale processo, allo scopo di renderlo irrevocabile;

4.  valuta molto positivamente gli sforzi compiuti dal governo, dal parlamento e dai leader delle forze armate per porre fine a decenni di conflitti armati interni ed esorta a concludere rapidamente i negoziati di pace con il popolo Kachin;

5.  sollecita il governo della Birmania/Myanmar a modificare la Costituzione del 2008, prima delle elezioni del 2015, allo scopo di escludere i militari dalla politica civile, in particolare eliminando i seggi loro riservati in entrambe le camere del parlamento;

6.  plaude all'apertura reciproca tra il presidente U Thein Sein e Daw Aung San Suu Kyi nonché al dialogo tra il governo e l'opposizione;

7.  valuta positivamente gli sforzi internazionali ad alto livello che incoraggiano il cambiamento democratico in Birmania/Myanmar, prende atto della visita del primo ministro britannico David Cameron in seguito alle elezioni suppletive di aprile e plaude alle fruttuose discussioni che egli ha intrattenuto con il presidente Thein Sein e con Aung San Suu Kyi;

8.  plaude al rilascio di un cospicuo numero di prigionieri politici e alla maggiore libertà dei mezzi di comunicazione e di Internet, pur esprimendo preoccupazione per la censura e le restrizioni continue; plaude alla nuova legislazione sulla libertà di riunione e ai progressi legislativi e di fatto in merito all'eliminazione del ricorso al lavoro forzato;

9.  chiede al governo della Birmania/Myanmar di rilasciare senza indugio e senza porre condizioni tutti i prigionieri politici ancora detenuti, consentendo il libero accesso del Comitato internazionale della Croce rossa e delle organizzazioni internazionali per i diritti umani alle carceri del paese; invita la commissione nazionale per i diritti umani a intensificare la propria opera di promozione e tutela dei diritti fondamentali dei cittadini;

10.  chiede di modificare la legge del 1982 sulla cittadinanza per garantire l'adeguato riconoscimento del diritto alla cittadinanza della minoranza etnica Rohingya;

11.  chiede alle autorità della Birmania/Myanmar di garantire la libertà e l'indipendenza dei mezzi di comunicazione e di assicurare che la nuova legge sui mezzi d'informazione consenta un accesso senza limitazioni alle tecnologie della comunicazione e dell'informazione;

12.  chiede al governo della Birmania/Myanmar di avviare riforme giuridiche intese a garantire l'indipendenza e l'imparzialità reali della magistratura nonché a stabilire procedure volte a garantire la giustizia e la responsabilità per le violazioni dei diritti umani avvenute in passato;

13.  valuta positivamente l'esito della 19ª sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo che ha prorogato di un altro anno il mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Birmania/Myanmar;

14.  chiede al presidente Thein Sein di indagare sulle accuse di violenze sessuali commesse dall'esercito della Birmania/Myanmar nonché di perseguire i militari che hanno compiuto tali gesti; sollecita il governo della Birmania/Myanmar a cessare immediatamente l'arruolamento e l'impiego di soldati bambini, a intensificare le misure per assicurare la protezione dei minori dai conflitti armati e a proseguire la sua collaborazione con il rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per i bambini nei conflitti armati;

15.  chiede al presidente Thein Sein di consultare le comunità locali interessate in merito ai progetti per la costruzione di una diga e di effettuare valutazioni d'impatto ambientale indipendenti;

16.  plaude ai positivi gesti dell'UE a sostegno dell'avvio della transizione politica nel paese, tra cui lo stanziamento di 150 milioni di EUR per l'assistenza umanitaria, destinati in particolare a sviluppare le strutture sanitarie ed educative del paese nonché ad assistere i profughi;

17.  plaude alle misure adottate dalle autorità della Birmania/Myanmar in merito al tasso di cambio della valuta nazionale;

18.  chiede al Consiglio di sospendere le misure restrittive attualmente in vigore, ad eccezione dell'embargo sulle armi, per un periodo iniziale di un anno, e a seguire da vicino la situazione del paese;

19.  chiede alla Commissione e al Consiglio di definire scadenze e parametri chiari in merito alla valutazione del processo di riforma economica e politica in corso in Birmania/Myanmar;

20.  riconosce che scambi e investimenti responsabili e sostenibili, anche da e con l'Unione europea, sosterranno gli sforzi compiuti dalla Birmania/Myanmar per combattere la povertà e garantire che le misure adottate migliorino la condizione di fasce più ampie della popolazione, e chiede al Consiglio e alla Commissione di prendere in considerazione l'ipotesi di concedere alla Birmania/Myanmar un accesso privilegiato al mercato dell'Unione europea;

21.  plaude all'impegno dell'Unione europea di aumentare gli aiuti destinati alle popolazioni coinvolte nel conflitto e invita il governo della Birmania/Myanmar a consentire alle agenzie umanitarie e alle Nazioni Unite l'accesso alle regioni etniche o l'erogazione degli aiuti transfrontalieri o gestiti dalla comunità locale a queste popolazioni vulnerabili;

22.  plaude all'imminente visita ufficiale di Catherine Ashton, alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nonché alla sua decisione di istituire una rappresentanza diplomatica nel paese e di inaugurare l'ufficio dell'UE a Yangon in tale occasione;

23.  ribadisce l'invito rivolto a Daw Aung San Suu Kyi, vincitrice del premio Sacharov, a visitare il Parlamento europeo per ricevere ufficialmente il premio Sacharov vinto nel 1991 per il suo impegno a promuovere la democrazia e la libertà in Birmania/Myanmar;

24.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché all'alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai parlamenti e ai governi degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale dell'ASEAN e al parlamento e al governo della Birmania/Myanmar.

(1) GU C 99 E del 3.4.2012, pag. 120.
(2) GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 154.

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