Risoluzione del Parlamento europeo del 3 luglio 2012 sull'attuazione della normativa UE sulle acque in attesa di un necessario approccio globale alle sfide europee in materia di acque (2011/2297(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque(1) (la «DQA»),
– vista la direttiva 2006/118/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, sulla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento(2) (la «direttiva acque sotterranee»),
– vista la direttiva 2008/105/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive del Consiglio 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE e 86/280/CEE, nonché modifica della direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio(3) («la direttiva sugli standard di qualità ambientale»),
– vista la direttiva 91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane(4),
– vista la direttiva 91/676/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole(5) («la direttiva nitrati»),
– vista la direttiva 2007/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2007, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni(6) («la direttiva alluvioni»),
– visto il regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari(7),
– visto il regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'Agenzia europea per le sostanze chimiche, che modifica la direttiva 1999/45/CE e che abroga il regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1488/94 della Commissione, nonché la direttiva 76/769/CEE del Consiglio e le direttive della Commissione 91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE e 2000/21/CE(8) («il regolamento REACH»),
– vista la direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi(9),
– viste la direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche(10) e la direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici(11),
– visto il regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2012, relativo alla messa a disposizione sul mercato e all'uso dei biocidi(12),
– visto il futuro «Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee» della Commissione,
– vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo «La nostra assicurazione sulla vita, il nostro capitale naturale: strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020»(COM(2011)0244),
– vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo «Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse» (COM(2011)0571),
– visto il futuro partenariato europeo per l'innovazione in materia di risorse idriche,
– vista la comunicazione della Commissione, del 18 luglio 2007, dal titolo «Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell'Unione europea» (COM(2007)0414),
– viste la sua risoluzione del 15 marzo 2012(13) sul sesto Forum mondiale dell'acqua che si svolgerà a Marsiglia dal 12 al 17 marzo 2012 e la piattaforma di soluzioni e impegni adottata in tale occasione,
– vista la sua risoluzione del 9 ottobre 2008 su come affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell'Unione europea(14),
– vista la sua risoluzione del 6 maggio 2010 sul Libro bianco della Commissione dal titolo «L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo»(15),
– visto l'articolo 48 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e i pareri della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e della commissione per le petizioni (A7-0192/2012),
A. considerando che la DQA istituisce un quadro atto a tutelare le acque pulite e ripristinarne la qualità nell'UE e a garantirne l'utilizzo sostenibile a lungo termine, e che essa mira al raggiungimento di «un buono stato ecologico e chimico» entro il 2015, ma che il riesame dei piani di gestione dei bacini idrografici approntati dagli Stati membri come previsto dalla direttiva indica che un numero elevato di corpi idrici dell'UE non raggiungerà lo «stato buono» entro il 2015, a causa di problematiche sia di vecchia data sia emergenti;
B. considerando che la biodiversità delle acque dolci in Europa è in crisi e che, secondo i criteri della lista rossa dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), il 37% delle specie di pesci d'acqua dolce e il 40% dei molluschi d'acqua dolce europei sono considerati specie a rischio;
C. considerando che l'acqua è un elemento particolarmente vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico, che potrebbe portare a una riduzione della quantità e della qualità dell'acqua disponibile, in particolare dell'acqua potabile, nonché a un aumento della frequenza e dell'intensità delle inondazioni e degli episodi di siccità;
D. considerando che l'acqua è un bene pubblico inalienabile essenziale per la vita e che una corretta gestione delle acque svolge un ruolo fondamentale nella conservazione del capitale naturale e dei servizi ecosistemici del pianeta, nonché in tutti gli aspetti dell'uso delle risorse e della produzione economica, e che il futuro dell'industria europea dipende dalla capacità di trovare una risposta efficace alle attuali sfide in materia di acque e di gestire in modo responsabile ed efficiente le risorse idriche esistenti, che hanno un impatto diretto sulla salute umana, la produzione di energia, l'agricoltura e la sicurezza alimentare;
E. considerando che l'Europa estrae circa il 13% della quantità complessiva di acque di cui dispone, il che è indice di stress idrico, e che, in molti posti in Europa, l'estrazione di acqua supera i livelli di sostenibilità minacciando la fauna selvatica, l'approvvigionamento sicuro della società e i diversi usi economici; che in alcune regioni dell'Europa meridionale l'indice di sfruttamento idrico supera il 40%, con un conseguente grado di stress idrico elevato;
F. considerando che i climi semi-aridi di vaste aree dell'Europa meridionale si caratterizzano anche per una distribuzione delle risorse idriche molto disomogenea, nei diversi mesi e di anno in anno, e che tale distribuzione irregolare tende ad accentuarsi a causa delle alterazioni climatiche;
G. considerando che la strategia Europa 2020 prevede un miglioramento dell'utilizzo delle risorse e che attualmente l'utilizzo dell'acqua è caratterizzato da tendenze spesso insostenibili, conseguenza di pratiche inefficienti che provocano sprechi di acqua, e considerando che i sistemi delle infrastrutture idriche sono spesso antiquati, sia nelle regioni più sviluppate sia in quelle meno sviluppate, e che le informazioni circa i rendimenti effettivi e le perdite sono carenti;
H. considerando che la transizione verso un'economia verde può essere realizzata soltanto tenendo conto delle sfide legate all'acqua;
I. considerando che le acque reflue depurate in modo inadeguato continuano a inquinare i mari che bagnano le coste dell'UE e che è quindi assolutamente necessario accelerare l'introduzione di infrastrutture per la depurazione delle acque reflue negli Stati membri;
Attuazione della normativa dell'UE in materia di acque: successi e lacune
1. riconosce che la DQA costituisce una base legislativa solida e ambiziosa per la gestione integrata a lungo termine delle acque nell'UE; si compiace del miglioramento verificatosi negli ultimi anni nella qualità delle acque europee e nel trattamento delle acque reflue; sottolinea tuttavia che i tempi di attuazione sono stati lenti e disuguali nei diversi Stati membri e nelle diverse regioni e che l'attuazione della DQA dovrà essere significativamente migliorata per raggiungere lo «stato buono'di tutte le acque europee entro il 2015;
2. riconosce che l'acqua è una risorsa comune dell'umanità e un bene pubblico e che l'accesso all'acqua dovrebbe costituire un diritto fondamentale e universale; sottolinea che un uso sostenibile dell'acqua rappresenta una necessità per l'ambiente e per la salute che riveste un ruolo essenziale nel ciclo di regolazione del clima; ribadisce la necessità di adattare le norme del mercato interno alle caratteristiche distintive del settore idrico e invita gli Stati membri, nel rispetto del principio di sussidiarietà, a gestire l'acqua e le risorse idriche conformemente all'articolo 9 della DQA;
3. constata che, nonostante i progressi compiuti nell'attuazione della direttiva concernente il trattamento delle acque reflue urbane, permangono ancora lacune sul grado di conformità delle reti fognarie e/o del trattamento delle acque;
4. sottolinea che, mentre è opportuno concentrarsi prevalentemente sull'attuazione della normativa attuale nel settore idrico, esistono lacune specifiche da colmare sia adattando la legislazione in vigore alle priorità delle risorse idriche sia mediante nuovi provvedimenti legislativi per far fronte all'impatto di specifici settori o attività, e che occorre tenere conto dell'importanza della collaborazione tra i diversi operatori economici e altre parti interessate per una gestione sostenibile delle acque;
5. ribadisce la propria posizione secondo cui la Commissione deve presentare una proposta legislativa, simile alla direttiva sulle alluvioni, che favorisca l'adozione di una politica europea in materia di carenza idrica, siccità e adattamento ai cambiamenti climatici;
6. prende atto del futuro «Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee» della Commissione come risposta politica dell'UE alle sfide attuali e future in materia di acque, con l'obiettivo di garantire una quantità sufficiente di acqua di buona qualità per un uso sostenibile ed equo di qui al 2050 senza ledere i diritti sovrani degli Stati membri sulle risorse idriche;
7. ricorda che gli Stati membri, conformemente a quanto stabilito dalla DQA, devono raggiungere un buono stato delle acque entro il 2015; esorta la Commissione ad agire con fermezza per porre fine alle violazioni della legislazione dell'UE in materia di acque da parte degli Stati membri; chiede contestualmente ulteriore assistenza, ad esempio attraverso l'elaborazione e la messa a disposizione di linee guida esaurienti e strumenti efficaci per favorire lo sviluppo delle capacità, in particolare per le autorità regionali e le agenzie dei bacini idrici, per garantire pari condizioni e assistere gli Stati membri a conformarsi meglio alla politica dell'UE in materia di acque nelle future fasi della sua attuazione, in modo da onorare gli impegni assunti in materia; segnala che, in varie occasioni, le petizioni hanno svelato problemi connessi al recepimento e alla corretta attuazione della normativa UE sulle acque; invita la Commissione europea a svolgere con maggiore incisività le proprie inchieste, in particolare quando esamina le petizioni;
Efficienza idrica e gestione delle risorse
8. sottolinea l'importanza dell'efficienza idrica; esorta a un uso più efficiente delle risorse idriche specialmente in settori come quello energetico e quello agricolo, che sono i maggiori utenti idrici;
9. evidenzia il nesso tra produzione di energia, efficienza energetica e sicurezza delle risorse idriche; sottolinea che sono necessari strategie e piani aggiuntivi a livello europeo, intesi per esempio a sfruttare le acque come serbatoio di energia, per garantire che la crescente richiesta di energia non metta in pericolo la sicurezza idrica e che venga sfruttata la possibilità di ridurre l'uso di energia attraverso l'efficienza idrica; sottolinea che si deve tenere conto dell'uso delle risorse idriche in sede di valutazione della sostenibilità delle fonti energetiche sia tradizionali sia a basse emissioni di carbonio, in special modo le bioenergie e l'energia idroelettrica, e ricorda in particolare, a tale proposito, i rischi presentati dalle tecniche non convenzionali per l'estrazione del gas naturale;
10. sottolinea che è possibile migliorare l'efficienza e la sostenibilità dell'uso dell'acqua nel settore agricolo grazie all'introduzione di tecnologie e pratiche innovative e al miglioramento dell'informazione e della sensibilizzazione di agricoltori e utenti finali; sottolinea, a tale proposito, che la cooperazione tra i gestori dei terreni e altre parti interessate è particolarmente idonea al conseguimento di risultati positivi nell'ambito della protezione delle acque; sottolinea inoltre che, in considerazione delle sfide poste dal cambiamento climatico e dalla sicurezza alimentare, è opportuno mobilitare risorse idriche sufficienti per l'agricoltura, ad esempio sviluppando lo stoccaggio dell'acqua; rileva che il settore agricolo assorbe la quota maggiore delle risorse idriche e sottolinea l'importanza della conservazione e dell'uso sostenibile delle risorse idriche nell'ambito dell'attuale riforma della PAC;
11. ritiene che il crescente fabbisogno idrico richieda investimenti urgenti nel settore dell'irrigazione e invita la Commissione a favorire l'adozione di soluzioni che consentano di far fronte alla scarsità idrica, quali la ricarica artificiale delle falde acquifere, il recupero delle acque e lo sviluppo di tecniche irrigue alternative; sottolinea altresì l'importanza del trasferimento di conoscenze e tecnologie relative a queste tecniche nonché alla conservazione delle risorse idriche, alla raccolta dell'acqua, alla gestione delle acque sotterranee e al trattamento di quelle reflue;
12. sottolinea che il ravvenamento delle acque sotterranee situate sotto i terreni agricoli e silvicoli è molto elevato e che, già ora, all'agricoltura e alla silvicoltura spetta una responsabilità particolare nel mantenere pulite acque sotterranee di alta qualità; riconosce gli sforzi finora profusi dagli agricoltori per migliorare la qualità delle acque sotterranee;
13. sottolinea che una politica di igienizzazione dell'acqua e di gestione delle acque reflue rispettosa dell'ambiente e vantaggiosa dal punto di vista economico deve affrontare l'inquinamento alla fonte, intervenendo prima che gli agenti inquinanti vengano trattati nell'ambito di dispendiosi trattamenti di fine ciclo, soprattutto per quanto riguarda l'acqua che scorre attraverso terreni contaminati; incoraggia l'utilizzo delle acque reflue e dei sottoprodotti dei trattamenti di fine ciclo, sulla base di requisiti di qualità rigorosi, quale nuova risorsa; rileva che le acque reflue costituiscono una fonte di energia tramite il recupero del calore o la valorizzazione energetica delle sostanze organiche ivi trasportate, e che occorre sfruttare questa opportunità;
14. chiede che, ove opportuno, la normativa dell'UE in materia di acque venga aggiornata al fine di tenere debitamente conto dei progressi tecnologici in materia di riutilizzo e riciclaggio dell'acqua, per consentire un riutilizzo non dispendioso ed efficiente dal punto di vista energetico delle acque reflue trattate per l'irrigazione e l'industria, così come il riutilizzo delle acque grigie nelle abitazioni private; chiede che vengano adottate misure per il corretto monitoraggio della qualità chimica e biologica dell'acqua recuperata; invita la Commissione a valutare formule per creare incentivi per un uso più generalizzato delle acque reflue trattate, delle «acque grigie» e delle acque pluviali, al fine di contribuire alla mitigazione dello stress idrico;
15. rileva che la riduzione del consumo idrico deve costituire una priorità; sottolinea l'importanza della progettazione ecologica e dei dispositivi per il risparmio idrico e chiede che la misurazione dell'acqua sia resa obbligatoria per tutti i settori e gli utenti in tutti gli Stati membri dell'UE; invita inoltre la Commissione a regolamentare l'efficienza idrica dei dispositivi nell'uso agricolo;
16. ricorda che nell'UE si perde all'incirca il 20% di acqua a causa dell'inefficienza e che, pertanto, il miglioramento dell'efficienza nell'uso delle risorse idriche è fondamentale per una gestione sostenibile dell'acqua e, in particolare, per affrontare i problemi di carenza idrica e siccità; insiste sull'urgente bisogno di realizzare un controllo dello stato della rete idrica europea in termini di qualità, obsolescenza e interconnettività, in quanto fino al 70% dell'acqua fornita alle città europee può andare persa a causa delle fughe della rete, e di incoraggiare gli investimenti nelle infrastrutture;
Acqua ed ecosistemi
17. rileva che l'acqua è alla base della maggior parte dei servizi ecosistemici e sottolinea l'importanza della corretta gestione idrica per il raggiungimento degli obiettivi di biodiversità; sottolinea la necessità di misure di riforestazione e di recupero delle zone umide nella gestione delle risorse idriche; chiede un migliore allineamento degli obiettivi della DQA con Natura 2000; sottolinea che la base di conoscenze dovrebbe integrare il concetto di «flussi ambientali» e tenere conto dei servizi ecosistemici sostenuti dall'acqua; sottolinea la necessità di tenere conto del fatto che i cambiamenti nel ciclo dell'acqua dipendono dall'habitat e che ciò influisce sulla percentuale di acqua riciclata; sottolinea altresì che il ciclo dell'acqua non è lo stesso ovunque e che vi sono differenze tra il ciclo dei tropici, del Mediterraneo e delle medie o alte latitudini;
18. sottolinea che le risorse idriche e i relativi ecosistemi sono particolarmente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico, che potrebbe portare a una riduzione della quantità e della qualità dell'acqua disponibile, in particolare dell'acqua potabile, nonché a un aumento della frequenza e dell'intensità delle inondazioni e degli episodi di siccità; chiede che le politiche relative all'adattamento al cambiamento climatico e alla mitigazione dei suoi effetti tengano debitamente conto dell'impatto sulle risorse idriche; sottolinea l'importanza delle strategie di prevenzione e mitigazione dei rischi e di risposta a essi nel prevenire i fenomeni estremi legati all'acqua;
19. sottolinea l'impatto che il cambiamento climatico potrà avere sugli ecosistemi idrici, rendendo necessarie misure rigorose e sistematiche che siano finalizzate alla tutela della natura e della biodiversità e che impongano l'introduzione di norme specifiche per la gestione della massa d'acqua trasformata, in particolare per quanto attiene alla gestione dei bacini di riserva e dei regimi idrici trasformati, rispettando nel contempo la competenza degli Stati membri in materia;
20. osserva che alcuni paesi non accusano carenze di acqua ma stentano a gestire l'eccesso di risorse idriche provocato da precipitazioni regolari o intense, da inondazioni, dall'erosione fluviale e dall'inquinamento nei bacini idrografici e nelle zone costiere, nonché gli effetti di tali fenomeni sulla popolazione locale, come attestano le numerose petizioni ricevute; invita la Commissione, alla luce del significativo aumento del rischio di alluvioni osservato negli Stati membri in questi ultimi anni, a effettuare un'analisi appropriata delle possibilità di prevenire le conseguenze di tali fenomeni;
21. sottolinea la necessità che la Commissione inviti gli Stati membri a promuovere il reinsediamento di attività agricole ecocompatibili nelle località di montagna al fine di combattere il dissesto idrogeologico e favorire la regimazione delle acque reintroducendo le buone pratiche di realizzare fossi, canali di scolo e argini, le quali permettono, in caso di piogge eccessive, di diminuire l'impatto negativo a valle e, in caso di siccità, di garantire risorse idriche immagazzinate che possano essere utilizzate anche nella lotta agli incendi boschivi;
22. riconosce il ruolo essenziale svolto dalle falde acquifere nel ciclo dell'acqua e in alcuni ambiti fondamentali come l'inquinamento idrico, i sistemi di mitigazione delle inondazioni, l'intrusione salina e i cedimenti del terreno dovuti alla continua diminuzione delle acque sotterranee; invita la Commissione a sottolineare adeguatamente l'importanza di una gestione sostenibile delle falde acquifere;
23. invita la Commissione, dati i rischi notevoli che l'esplorazione e l'estrazione del gas di scisto comportano sia per le acque di superficie sia per le acque sotterranee, a garantire che tali attività siano disciplinate dalla direttiva sulla valutazione d'impatto ambientale; esorta inoltre la Commissione a pubblicare senza indugio orientamenti sulla raccolta di dati di riferimento sul monitoraggio delle risorse idriche, che dovranno essere ottenuti prima di qualunque operazione di fratturazione (finalizzata sia all'esplorazione sia allo sfruttamento) e sui criteri da utilizzare per valutare le ripercussioni della fratturazione nelle varie formazioni geologiche (incluse eventuali perdite) sulle riserve idriche sotterranee;
24. ricorda che la protezione del suolo è un elemento chiave per la tutela della qualità dell'acqua; riconosce che le cause e gli effetti del degrado del suolo vanno individuati principalmente a livello locale e regionale, e che occorre pertanto rispettare il principio di sussidiarietà; invita gli Stati membri ad adempiere all'obbligo di garantire la qualità del suolo e mantenere il suolo in buone condizioni ed esorta gli Stati membri che non dispongono di una legislazione in materia di protezione del suolo ad assumersi le proprie responsabilità;
25. sottolinea che la gestione integrata delle risorse idriche e la pianificazione territoriale a livello di bacino idrico dovrebbero tenere conto delle attività economiche dipendenti dall'acqua e dei fabbisogni idrici di tutti gli utenti, così come della necessità di un approccio olistico alla carenza di acqua, e dovrebbero garantire la sostenibilità delle attività umane legate all'acqua;
26. ritiene che le acque reflue urbane rappresentino una delle maggiori fonti di inquinamento dell'ambiente acquatico, in particolare dei fiumi e delle acque costiere, e che un'attuazione efficace della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane eserciterà un impatto significativo sulla qualità delle acque in tutti gli Stati membri e, di conseguenza, sull'efficace attuazione della DQA;
27. ricorda le gravi ripercussioni di tale forma di inquinamento sulla salute umana, come attestano le petizioni provenienti da Irlanda (Galway), Francia (Bretagna) e da altri Stati membri; rammenta la sua risoluzione del 2 febbraio 2012 sulle questioni sollevate dai firmatari delle petizioni in relazione all'applicazione della direttiva sulla gestione dei rifiuti e delle direttive correlate negli Stati membri dell'Unione europea, che ha richiamato l'attenzione sui pericolosi livelli di contaminazione delle acque derivanti da una gestione poco oculata o da discariche e cave illegali, che hanno causato l'infiltrazione nelle acque sotterranee e nelle falde acquifere (falde freatiche) e il relativo inquinamento;
28. richiama l'attenzione su una serie di fattori negativi denunciati dai firmatari delle petizioni – fra cui le discariche, l'assenza di controllo della qualità delle acque da parte delle autorità competenti, le pratiche agricole e industriali irregolari o illecite, lo sviluppo urbano e quello legato all'energia, l'agricoltura e l'industria – che si ripercuotono sull'ambiente e la salute umana e sono responsabili della cattiva qualità delle acque; chiede pertanto che siano introdotti incentivi più mirati per gestire in maniera efficiente le acque e permettere a tutti, in particolare alle popolazioni povere e rurali, di avere accesso all'acqua a prezzi sostenibili e di assicurare la sua distribuzione nelle aree in cui scarseggia, in particolare nelle zone distanti dai grandi agglomerati urbani che dispongono di infrastrutture idriche;
29. ritiene che l'arricchimento di nutrienti rappresenti uno dei numerosi fattori responsabili dell'inquinamento dei corpi idrici superficiali e che ciò influenzi la biodiversità e riduca preziosi servizi ecosistemici; constata che le condizioni dei nutrienti presi in esame possono impedire, in più della metà dei casi, il raggiungimento del «buono stato» dei corpi idrici superficiali entro il 2015;
30. esorta la Commissione a inasprire la lotta contro l'aumento delle emissioni di inquinanti nell'acqua, come nel caso dei residui di antibiotici, di farmaci e di ormoni contenuti nelle pillole anticoncezionali, in quanto tali residui esercitano un effetto negativo sulla salute umana e sull'ambiente;
Conoscenza e innovazione
31. riconosce che il quadro per l'azione dell'UE ha consentito la raccolta di dati meno frammentati sulle risorse idriche nonché un migliore monitoraggio; constata tuttavia la mancanza di dati attendibili sulla quantità d'acqua, ad esempio sull'estrazione e sulle perdite; rileva il potenziale di miglioramento della gestione dei dati sulla base di informazioni statistiche più affidabili e dell'utilizzo di stazioni di raccolta dei dati, del sistema d'informazione sulle acque per l'Europa (WISE) e del programma europeo di monitoraggio della terra (GMES) per il controllo dello stato delle risorse idriche e delle pressioni che l'attività economica esercita su di esse; invita la Commissione, in cooperazione con l'Agenzia europea per l'ambiente, a sviluppare un nuovo insieme di indicatori affidabili per i conti delle risorse idriche; sottolinea che la base di conoscenze dovrebbe integrare il concetto di «flussi ambientali» e tenere conto dei servizi ecosistemici che si basano sull'acqua, nonché dei nessi tra il clima, il territorio e le risorse idriche sotterranee fornite dal ciclo dell'acqua;
32. sottolinea la necessità di concentrarsi sugli obiettivi specifici e sulle attività del programma Orizzonte 2020 concernenti una migliore gestione sostenibile delle risorse idriche e degli ambienti acquatici nell'UE e nei paesi limitrofi; ritiene che la politica di ricerca dell'UE dovrebbe rispondere alle crescenti sfide relative alla gestione idrica per l'agricoltura, l'edilizia, l'industria e l'uso domestico, nonché alle ambizioni in termini di efficienza idrica; fa riferimento, a tale proposito, al programma BONUS per il Mar Baltico quale esempio per altre regioni;
33. ritiene che sia importante favorire la ricerca e l'innovazione sul tema dell'acqua e che occorra promuovere lo sviluppo di cluster europei in questo ambito; invita la Commissione, gli Stati membri e gli altri attori interessati a sostenere il partenariato europeo per l'innovazione in materia di risorse idriche quale strumento efficace per concentrare gli sforzi sui settori della ricerca e dell'innovazione che sono all'avanguardia a livello mondiale, e a rimuovere gli ostacoli che impediscono il veloce trasferimento e l'integrazione sul mercato delle conoscenze, delle migliori tecniche disponibili e delle innovazioni tecnologiche pionieristiche, nonché a promuovere lo sviluppo di un mercato interno della tecnologia idrica; sottolinea l'importanza delle ecoinnovazioni per il mantenimento delle fonti idriche, nonché della biodiversità e di ecosistemi equilibrati; segnala il potenziale di creazione di lavori «verdi», dell'attuazione di una politica idrica basata sull'innovazione e la conoscenza, di una migliore gestione delle risorse idriche e dell'efficienza nell'uso di tali risorse; invita la Commissione a valutare e quantificare l'impatto sull'occupazione dei suoi interventi intesi a promuovere lo sviluppo del settore R&D nell'ambito delle risorse idriche;
Integrazione del tema dell'acqua
34. sottolinea la necessità di una maggiore coerenza e integrazione degli obiettivi in materia di acque e dell'agenda riguardante l'efficienza delle risorse, che comprende obiettivi chiave in tema di efficienza idrica, nella legislazione a livello dell'UE, nazionale, regionale e locale; invita, nell'ambito dell'elaborazione delle politiche di governance economica generale quali Europa 2020 e delle politiche UE comuni quali la politica agricola comune e i quadri della politica di coesione, a tenere conto di una valutazione completa degli effetti sulle risorse idriche, al fine di ottenere una concentrazione tematica dei finanziamenti disponibili per le problematiche idriche e di integrare il tema dell'acqua in tutte le politiche nell'ottica di migliorare la qualità dell'acqua in tutte le regioni europee;
35. sottolinea che la nuova strategia finanziaria dell'UE relativa ai Fondi di coesione dovrà prendere in maggiore considerazione rispetto al passato gli investimenti nelle infrastrutture idrotecniche;
36. osserva che le norme applicate agli agricoltori sono già numerose e controllate; chiede il rafforzamento dell'ecocondizionalità nella PAC sulla base degli obblighi esistenti;
L'acqua e l'economia
37. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire l'applicazione dei principi «chi inquina paga» e «chi usa paga» mediante sistemi di tariffazione trasparenti ed efficienti attuati in tutti i settori che utilizzano l'acqua e finalizzati al recupero dei costi dei servizi idrici, inclusi i costi ambientali e delle risorse, come stabilito nella direttiva quadro sulle acque; sottolinea tuttavia che occorre tenere conto delle problematiche sociali nel determinare le tariffe per l'acqua e che l'acqua pulita deve essere disponibile a prezzi ragionevoli per le necessità umane; invita altresì la Commissione e gli Stati membri a valutare e rivedere i sussidi dannosi per l'acqua e a mettere a punto e introdurre ulteriori strumenti economici per ridurre le attività dannose per l'ambiente e incentivare un uso più sostenibile delle risorse idriche; sottolinea che la determinazione dei prezzi dell'acqua dovrebbe riflettere l'impatto ambientale del trattamento delle acque reflue; pone l'accento sul fatto che, nonostante l'esistenza della volontà politica, la crisi economica e la riduzione della spesa pubblica rendono difficile il finanziamento, da parte delle autorità locali e regionali, di progetti di trattamento delle acque grigie, pertanto invita la Commissione a garantire finanziamenti appropriati per gli impianti di trattamento delle acque reflue; esorta la Commissione a elaborare una strategia per internalizzare i costi esterni che derivano dal consumo di acqua, dall'inquinamento delle acque e dal trattamento delle acque reflue;
38. ritiene che le seconde case beneficino della stessa disponibilità di risorse idriche delle abitazioni principali e che, pertanto, il loro contributo al finanziamento della rete debba essere quantomeno pari rispetto a queste ultime.
39. incoraggia gli Stati membri a sfruttare le opportunità offerte dai fondi strutturali, dal Fondo di coesione e dal Fondo per lo sviluppo rurale e a investire nel miglioramento o nel rinnovo delle infrastrutture e delle tecnologie esistenti, al fine di ottenere una maggiore efficienza nell'utilizzo delle risorse idriche;
40. ritiene che la gestione della domanda sia fondamentale per far fronte alla carenza idrica, e chiede che i piani di gestione della richiesta d'acqua, unitamente alle misure orientate all'offerta, siano considerati come criteri importanti per l'erogazione dei fondi strutturali e di coesione dell'UE al settore idrico o per le attività a elevato consumo di acqua; invita inoltre gli Stati membri a richiede le valutazioni di sostenibilità idrica quale condizione per l'autorizzazione di attività economiche a elevato consumo d'acqua come il turismo di massa o particolari tipologie di agricoltura;
41. chiede alla Commissione d'incentivare le imprese a utilizzare impianti che richiedano un minore utilizzo di acqua, attraverso aiuti alle attività di R&S e un intervento dei Fondi strutturali nelle aree con minore disponibilità di risorse idriche;
42. esorta la Commissione e gli Stati membri a predisporre le misure amministrative e cercare le risorse finanziarie necessarie per agevolare l'accesso della popolazione rurale alle reti delle acque reflue;
43. esorta la Commissione e gli Stati membri ad adottare senza indugio piani concreti per l'eliminazione graduale di tutti i sussidi dannosi dal punto di vista ambientale entro il 2020 e a riferire in merito ai progressi compiuti attraverso i programmi di riforma nazionali;
L'acqua e la società
44. esorta la Commissione, gli Stati membri e gli enti regionali a stimolare il dialogo intersettoriale e il dialogo tra i diversi attori economici e i cittadini sulle questioni legate all'acqua e fra queste autorità e la commissione per le petizioni, quando quest'ultima affronta le preoccupazioni dei cittadini europei in riferimento a questioni inerenti all'acqua, nonché a promuovere la partecipazione piena e trasparente delle comunità locali e dei soggetti interessati, a tutti i livelli, allo sviluppo delle politiche in materia di acque; evidenzia l'importanza di un'efficace governance multilivello in materia di acque, che tenga conto della necessità di una gestione idrica integrata nell'ambiente naturale dei bacini idrografici e favorisca lo scambio delle migliori pratiche;
45. ribadisce che, per essere efficace, la politica di gestione delle acque deve essere attuata il più vicino possibile alla risorsa; invita la Commissione a tenere conto delle zone caratterizzate da svantaggi naturali, come i territori montani, le isole e le regioni ultraperiferiche;
46. invita a sensibilizzare ed educare maggiormente il pubblico sulle problematiche idriche, al fine di migliorare la comprensione dei legami esistenti tra acqua, ecosistemi, igienizzazione, igiene, salute, sicurezza dei prodotti alimentari, sicurezza dell'approvvigionamento alimentare e prevenzione dei disastri, da parte dei consumatori, degli operatori sanitari, dei decisori politici e degli altri protagonisti del processo decisionale; sottolinea il ruolo fondamentale delle autorità regionali e locali e delle organizzazioni della società civile nelle campagne di sensibilizzazione e nelle attività educative; insiste affinché tali programmi di sensibilizzazione siano rivolti ai cittadini di tutte le età, al fine di consentire un utilizzo più concreto ed efficiente di questo bene pubblico essenziale;
47. sottolinea che l'acqua e gli ecosistemi idrici non conoscono confini amministrativi e che, pertanto, tutte le misure volte alla loro protezione e valorizzazione devono essere adottate in modo coerente e coordinato, preferibilmente da autorità con competenza e giurisdizione sull'intero bacino idrografico;
48. ribadisce che la DQA prescrive un coordinamento tra gli Stati membri che condividono un bacino idrografico comune nel caso in cui l'utilizzo dell'acqua possa avere ripercussioni a livello transfrontaliero; sollecita a tale proposito gli Stati membri interessati ad adoperarsi per una regolare comunicazione e cooperazione transfrontaliera, al fine di sostenere l'attuazione della DQA in riferimento alle sostanze prioritarie, alle sostanze pericolose prioritarie e all'inquinamento da nutrienti;
49. osserva che la buona qualità dell'acqua di balneazione ha effetti sul turismo; chiede che il sistema della bandiera blu sia generalizzato a tutte le zone di balneazione in Europa, compresi fiumi, laghi e stagni;
50. sottolinea che il concetto di turismo sostenibile include la conservazione delle risorse idriche; chiede che sia agevolata la formazione sul risparmio e sull'impiego sostenibile dell'acqua presso i professionisti del turismo, in particolare nelle zone costiere e in quelle termali;
51. sottolinea l'importanza di introdurre sistemi idrici di qualità negli edifici e nelle aree pubbliche per contribuire a ridurre la necessità di acqua imbottigliata;
52. rileva che, dal 1988, 601 delle petizioni sui reclami ambientali inviate alla commissione per le petizioni (Spagna 166, Regno Unito 129, Germania 97, Italia 60, Francia 55, Grecia 34, Paesi Bassi 16, Portogallo 16, Irlanda 12, Polonia 4, Romania 4, Finlandia 3, Bulgaria 2, Ungheria 2 e Slovenia 1), talvolta sottoscritte da più firmatari (cfr. petizione 0784/2007, recante 2036 firme), riguardano la qualità e la quantità delle risorse idriche negli Stati membri; riconosce che tali petizioni dimostrano che i cittadini dell'Unione europea considerano la questione dell'acqua come un problema grave;
53. prende atto del fatto che, in base a un'indagine dell'Eurobarometro (marzo 2012), il 68% degli europei considera gravi i problemi legati alla quantità e alla qualità dell'acqua, l'80% pensa che l'inquinamento chimico rappresenti una minaccia per l'ambiente acquatico, il 62% ritiene di non essere sufficientemente informato sui problemi che interessano le acque sotterranee, i laghi, i fiumi e le acque costiere nel loro paese, il 67% ritiene che la maniera più efficace di affrontare i problemi relativi alle risorse idriche sia la sensibilizzazione in merito a tali problemi, e il 73% pensa che l'UE debba proporre ulteriori provvedimenti per affrontare i problemi relativi alle risorse idriche in Europa;
L'acqua e il mondo
54. plaude al raggiungimento anticipato dell'Obiettivo di sviluppo del Millennio (OSM) delle Nazioni Unite relativo all'accesso sostenibile all'acqua potabile sicura; invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità competenti a tutti i livelli a rafforzare il proprio impegno, a svolgere un ruolo attivo per raggiungere l'OSM relativo alle pratiche di igienizzazione di base e a tenere conto dei risultati a questo riguardo della Conferenza sullo sviluppo sostenibile Rio+20, garantendo che l'accesso all'acqua e ai servizi igienici sia garantito come un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita, nei termini approvati nel 2010 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite;
55. plaude alla partecipazione attiva dell'Unione europea al sesto Forum mondiale dell'acqua, che si è tenuto dal 12 al 17 marzo 2012 a Marsiglia; invita l'Unione europea a continuare ad adoperarsi al fine di migliorare l'accesso all'acqua nel mondo, segnatamente in vista del settimo Forum mondiale dell'acqua, che avrà luogo in Corea del Sud nel 2015;
56. sottolinea che l'Unione europea dispone di un elevato livello di esperienza nel settore idrico, che dovrebbe essere utilizzata nella pratica per raggiungere l'OSM relativo alle pratiche di igienizzazione di base e a altri obiettivi di sviluppo sostenibile connessi all'acqua; esorta la Commissione a tenere conto delle buone pratiche seguite dai paesi terzi nell'utilizzo delle acque pluviali raccolte e nel ripetuto riutilizzo delle acque reflue, lottando quindi contro la carenza idrica, soprattutto nei periodi di siccità; invita, inoltre, ad approfondire la collaborazione in questo ambito con i paesi terzi tecnologicamente avanzati nell'utilizzo delle risorse idriche;
57. ritiene che occorra innalzare le ambizioni internazionali per pervenire a un uso idrico sostenibile attraverso una gestione integrata delle acque e una maggiore efficienza delle risorse;
58. incoraggia le autorità locali e le altre autorità competenti a destinare a misure di cooperazione decentrata una parte delle tariffe prelevate dagli utenti per la fornitura di acqua e servizi di igienizzazione; richiama inoltre l'attenzione sul meccanismo dell'«1% per la solidarietà per l'acqua» adottato da alcuni Stati membri, quale esempio da promuovere e da attuare;
59. invita la Commissione, a nome dell'Unione europea, e gli Stati membri ad aderire alla Convenzione delle Nazioni Unite del 1997 sui corsi d'acqua internazionali e a promuovere altresì l'entrata in vigore degli emendamenti alla Convenzione di Helsinki del 1992 sulla protezione e l'uso dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali, che consentiranno di estendere la portata di questo strumento al di là dei soli paesi della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite, nonché a sostenere una più ampia ratifica del protocollo sull'acqua e la salute della convenzione di Helsinki del 1992 al fine di promuovere una gestione coordinata ed equa delle acque all'interno dei bacini idrografici nazionali e transnazionali;
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60. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.