Risoluzione del Parlamento europeo del 13 dicembre 2012 sulla discriminazione di casta in India (2012/2909(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni, in particolare quella del 1° febbraio 2007 sulla situazione dei diritti umani dei Dalit in India(1) e quelle sulle relazioni annuali sui diritti umani nel mondo, segnatamente quella del 18 aprile 2012(2),
– visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici,
– viste la convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale e le relative raccomandazioni generali XXIV, quali ratificate dall'India,
– vista la proposta di legge presentata al parlamento indiano il 3 settembre 2012 da Mukul Wasnik, ministro degli Affari sociali, che vieta di fare ricorso agli addetti alla pulizia manuale delle latrine e ne assicura la riabilitazione,
– visti la dichiarazione rilasciata il 19 ottobre 2009 dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, e il suo appello agli Stati delle Nazioni Unite ad approvare il progetto di principi e orientamenti delle Nazioni Unite per l'efficace eliminazione della discriminazione basata sul lavoro e la nascita,
– viste le raccomandazioni derivanti dalle procedure speciali delle Nazioni Unite e dagli organi previsti dai trattati delle Nazioni Unite, nonché quelle contenute nelle due revisioni periodiche universali riguardanti l'India del 10 aprile 2008 e del 24 maggio 2012,
– viste le raccomandazioni del 9 luglio 2012 del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla revisione periodica universale riguardante l'India,
– vista la profonda preoccupazione espressa il 6 febbraio 2012 dal relatore speciale delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani in merito alla situazione degli attivisti Dalit in India,
– vista la marcia (Maila Mukti Yatra) a livello nazionale attualmente in corso per l'abolizione della pratica della pulizia manuale delle latrine, che ha coinvolto migliaia di persone e che dal 30 novembre 2011 al 31 gennaio 2012 attraversa 18 Stati dell'India,
– visto il dialogo tematico UE-India sui diritti umani,
– visti l'articolo 2 e l'articolo 3, paragrafo 5, del trattato sull'Unione europea,
– visti l'articolo 122, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che l'India ha compiuto enormi progressi economici e svolge oggi un ruolo importante nella politica mondiale quale membro dei paesi BRICS; che tuttavia la discriminazione di casta continua ad essere diffusa e persistente;
B. considerando che la costituzione indiana sancisce l'uguaglianza dei cittadini e che la discriminazione fondata sull'appartenenza a una casta e sull'intoccabilità è vietata a norma degli articoli 15 e 17; che i Dalit ricoprono le cariche politiche più elevate; che l'India è dotata di leggi e norme destinate a tutelare le caste e le tribù registrate, quali la legge del 1976 sulla protezione dei diritti civili e la legge del 1989 sulle caste e tribù registrate (prevenzione delle atrocità); che il primo ministro indiano Manmohan Singh ha rilasciato diverse ferme dichiarazioni sulla necessità di dare priorità alla lotta contro la violenza nei confronti dei Dalit;
C. considerando che, malgrado tali sforzi, circa 170 milioni di Dalit e di indigeni Adivasi in India continuano ad essere vittime di gravi forme di esclusione sociale; che, secondo le stime dell'OIL, la stragrande maggioranza delle vittime del lavoro forzato nel paese appartiene a caste e tribù registrate;
D. considerando che la pratica della pulizia manuale delle latrine, sebbene vietata dalla legge, continua ad essere diffusa, che tale forma di schiavitù riguarda centinaia di migliaia di persone, quasi esclusivamente donne Dalit, e che le ferrovie indiane impiegano il numero più elevato di tali persone;
E. considerando che le donne Dalit e Adivasi sono di gran lunga le più povere tra gli indigenti in India, sono vittime di discriminazioni multiple fondate sulla casta e sul genere, sono frequentemente soggette a gravi violazioni dell'integrità fisica, compreso l'impune abuso sessuale da parte delle caste dominanti, sono escluse socialmente e sfruttate economicamente e il loro tasso di alfabetizzazione raggiunge soltanto il 24%;
F. considerando che, secondo le stime, la vasta maggioranza dei reati contro le donne Dalit non è dichiarata a causa della paura di essere socialmente escluse e delle minacce alla sicurezza personale; che in un caso particolare, avvenuto il 9 settembre 2012 nello Stato di Haryana, una ragazza Dalit di 16 anni ha subito uno stupro collettivo nel villaggio di Dabra (distretto di Hisar); che il padre della ragazza ha commesso il suicidio dopo aver appreso la notizia e che la polizia ha deciso di prendere misure tardive solo quando si è trovata a dover far fronte a manifestazioni di massa;
G. considerando che il 20 novembre 2012 a Dharmapuri (Stato di Tamil Nadu) una banda composta da circa 1 000 persone appartenenti a caste superiori ha saccheggiato e incendiato almeno 268 abitazioni delle comunità Dalit, senza alcun intervento da parte delle forze di polizia presenti;
H. considerando che la legge del 2005 sulla protezione delle donne contro la violenza domestica non è attuata in modo efficace e che i pregiudizi diffusi nei confronti delle donne all'interno della polizia, del sistema giuridico, del settore medico e della classe politica impediscono l'amministrazione della giustizia;
I. considerando che il tasso delle condanne pronunciate in virtù della legge sulle caste e tribù registrate (prevenzione delle atrocità) rimane estremamente basso, risultando per nulla dissuasivo nei confronti dei reati;
J. considerando che, secondo diverse fonti locali e internazionali, tra le 100 000 e le 200 000 ragazze – di cui la maggior parte Dalit – sarebbero costrette al lavoro forzato nelle filande del Tamil Nadu, le quali forniscono filati a fabbriche che producono abbigliamento per marche occidentali;
1. riconosce gli sforzi profusi a livello federale, statale, regionale e locale in India per eliminare la discriminazione di casta; plaude altresì al fatto che in India molti politici, mezzi di informazione, ONG e altri opinion maker a tutti i livelli della società abbiano preso una chiara posizione contro la discriminazione di casta;
2. continua tuttavia a essere preoccupato per il numero costantemente elevato di atrocità, denunciate e non denunciate, come pure per l'ampia diffusione delle pratiche di intoccabilità, in particolare la pulizia manuale delle latrine;
3. esorta le autorità indiane a livello federale, statale, regionale e locale a onorare i propri impegni e ad attuare o, se necessario, modificare la legislazione in vigore, segnatamente la legge sulle caste e tribù registrate (prevenzione delle atrocità), al fine di tutelare in modo efficace i Dalit e altri gruppi vulnerabili all'interno della società;
4. sottolinea in particolare che le vittime devono poter sporgere denuncia presso la polizia e le autorità giudiziarie in tutta sicurezza, e che le atrocità e gli altri casi di discriminazione denunciati devono essere oggetto di indagini serie da parte della polizia e della magistratura;
5. invita il parlamento indiano a realizzare i progetti volti a varare la proposta di legge che vieta di fare ricorso agli addetti alla pulizia manuale delle latrine e ne assicura la riabilitazione, e chiede al governo indiano di adottare le misure necessarie ai fini dell'immediata applicazione di tale legge;
6. invita le autorità indiane ad abrogare le disposizioni della legge per la regolamentazione dei contributi esteri che non sono conformi alle norme internazionali e rischiano di pregiudicare le attività delle ONG, tra cui le organizzazioni di Dalit e altre organizzazioni che rappresentano gruppi svantaggiati all'interno della società indiana, impedendo alle stesse di ricevere finanziamenti da donatori internazionali;
7. invita il Consiglio, la Commissione, il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), il rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani e gli Stati membri dell'Unione a elaborare una politica unionale sulla discriminazione di casta e ad appoggiare, in seno al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, il progetto di principi e orientamenti delle Nazioni Unite per l'efficace eliminazione della discriminazione basata sul lavoro e sulla nascita;
8. accoglie con favore l'approvazione, da parte del Consiglio dei ministri nel settembre 2012, della legge sul (divieto del) lavoro infantile e minorile che impone il divieto del lavoro minorile al di sotto di 14 anni di età in tutti i settori e al di sotto dei 18 anni di età nei settori pericolosi; esorta il governo indiano ad adottare efficaci misure di attuazione al fine di ridurre rapidamente il numero di minori che lavorano - che è ancora uno dei più alti in tutto il mondo - e ad introdurre una legislazione per il divieto totale del lavoro minorile secondo le linee guida dell'Organizzazione internazionale del lavoro;
9. invita le rappresentanze dell'UE e degli Stati membri in India a includere la questione della discriminazione di casta nei dialoghi con le autorità indiane e a dare priorità ai programmi intesi a contrastare questo fenomeno, anche nel settore dell'istruzione, nonché ai programmi destinati in particolare alle donne e alle ragazze; si attende che in futuro la cooperazione dell'UE con l'India sia valutata in base alla sua incidenza sulla discriminazione di casta;
10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al primo ministro indiano, al ministro indiano della Giustizia, al ministro indiano dell'Interno, al ministro indiano degli Affari sociali, al Consiglio, al VP/AR, alla Commissione, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'UE, al Segretario generale del Commonwealth, al Segretario generale delle Nazioni Unite e al Presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.