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Procedura : 2012/2257(INI)
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Ciclo del documento : A7-0024/2013

Testi presentati :

A7-0024/2013

Discussioni :

PV 05/02/2013 - 11
CRE 05/02/2013 - 11

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PV 07/02/2013 - 5.3
CRE 07/02/2013 - 5.3
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P7_TA(2013)0053

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Giovedì 7 febbraio 2013 - Strasburgo
Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: occupazione e aspetti sociali nell'analisi annuale della crescita 2013
P7_TA(2013)0053A7-0024/2013
Risoluzione
 Allegato

Risoluzione del Parlamento europeo del 7 febbraio 2013 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: occupazione e aspetti sociali nell'analisi annuale della crescita per il 2013 (2012/2257(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto l'articolo 3 del trattato sull'Unione europea (TUE),

–  visti gli articoli 9, 151 e 153 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  visti gli articoli 145, 148, 152 e 153, paragrafo 5, del trattato TFUE,

–  visto l'articolo 28 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  visti la comunicazione della Commissione, del 28 novembre 2012, sull'analisi annuale della crescita per il 2013 (COM(2012)0750) e il progetto di relazione comune sull'occupazione allegato alla stessa,

–  visti la comunicazione della Commissione, del 23 novembre 2011, sull'analisi annuale della crescita per il 2012 (COM(2011)0815) e il progetto di relazione comune sull'occupazione allegato alla stessa,

–  vista la sua risoluzione del 26 ottobre 2012 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: attuazione delle priorità per il 2012(1),

–  vista la sua risoluzione del 1° dicembre 2011 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche(2),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 3 marzo 2010, intitolata «Europa 2020 - Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» (COM(2010)2020),

–  vista la sua posizione dell'8 settembre 2010 sulla proposta di decisione del Consiglio sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione: Parte II degli orientamenti integrati di Europa 2020(3),

–  vista la decisione 2010/707/UE del Consiglio, del 21 ottobre 2010, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione(4),

–  vista la comunicazione della Commissione del 18 aprile 2012 intitolata «Verso una ripresa fonte di occupazione» (COM(2012)0173),

–  vista l'interrogazione orale O-000120/2012 alla Commissione e la sua risoluzione del 14 giugno 2012 intitolata «Verso una ripresa fonte di occupazione»(5),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 23 novembre 2010, intitolata «Un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione: un contributo europeo verso la piena occupazione» (COM(2010)0682)(6),

–  vista la sua risoluzione del 26 ottobre 2011 su un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione(7),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 16 dicembre 2010, intitolata «La piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale: un quadro europeo per la coesione sociale e territoriale» (COM(2010)0758),

–  vista la sua risoluzione del 15 novembre 2011 sulla piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale(8),

–  vista la raccomandazione della Commissione 2008/867/CE del 3 ottobre 2008 sul coinvolgimento attivo delle persone escluse dal mercato del lavoro(9),

–  vista la comunicazione della Commissione dal titolo «Iniziativa Opportunità per i giovani» (COM(2011)0933),

–  vista l'interrogazione orale B7-0113/2012 alla Commissione e la sua risoluzione del 24 maggio 2012 sull'iniziativa «Opportunità per i giovani»(10),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 15 settembre 2010, intitolata «Youth on the Move: Un'iniziativa per valorizzare il potenziale dei giovani ai fini di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nell'Unione europea» (COM(2010)0477),

–  vista la sua risoluzione del 12 maggio 2011 dal titolo «Youth on the Move: un quadro per migliorare i sistemi europei di istruzione e di formazione»(11),

–  vista la sua risoluzione del 6 luglio 2010 sulla promozione dell'accesso dei giovani al mercato del lavoro e il rafforzamento dello statuto dei tirocinanti e degli apprendisti(12),

–  vista la sua risoluzione del 7 settembre 2010 sullo sviluppo del potenziale occupazionale di una nuova economia sostenibile(13),

–  vista la direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che istituisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro(14),

–  vista la sua risoluzione del 20 novembre 2012 sul patto per gli investimenti sociali come risposta alla crisi(15);

–  visto il patto europeo per la parità di genere (2011-2020) adottato dal Consiglio il 7 marzo 2011,

–  vista la direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all'accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato(16),

–  vista la direttiva 97/81/CE del Consiglio, del 15 dicembre 1997, relativa all'accordo quadro sul lavoro a tempo parziale concluso dall'UNICE, dal CEEP e dalla CES(17),

–  visto l'articolo 48 del regolamento,

–  visti la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e il parere della commissione per lo sviluppo regionale (A7-0024/2013),

A.  considerando che le conseguenze della crisi sulla società e sull'occupazione sono di vasta portata e sono ora esacerbate dall'impatto dei provvedimenti di risanamento di bilancio introdotti in alcuni paesi in risposta alla crisi del debito sovrano e da una politica monetaria restrittiva adottata nella zona euro, che si pone in contrasto con la politica attuata da altre importanti regioni economiche e si rivela incapace di dare una risposta efficace alla crisi del debito sovrano e di promuovere la crescita; che la crisi ha effetti negativi sulla qualità e la quantità degli investimenti sociali in Europa; che la zona euro si trova in una condizione di recessione e che l'Unione europea è attualmente l'unica importante regione al mondo in cui la disoccupazione è ancora in aumento;

B.  considerando che nel 2012 la situazione occupazionale è peggiorata e che le prospettive per il 2013 sono negative; che la segmentazione del mercato del lavoro è ulteriormente cresciuta, che la disoccupazione a lungo termine ha raggiunto livelli allarmanti, che la povertà dei lavoratori è ancora un grave problema, che il reddito medio familiare sta diminuendo in molti Stati membri e che gli indicatori segnalano una tendenza verso forme di maggior livello e più gravidi povertà e di esclusione sociale, con un aumento dei lavoratori poveri e della polarizzazione sociale in molti Stati membri;

C.  considerando che la disoccupazione è aumentata significativamente dal 2008 ad oggi, raggiungendo nell'Unione europea il livello di 25 milioni di unità, pari al 10,5% della popolazione in età lavorativa; che, solo negli ultimi dodici mesi, il numero di disoccupati è aumentato di 2 milioni e che la riduzione dell'occupazione è stata più marcata in quei paesi che stanno attuando un più importante risanamento di bilancio;

D.  considerando che la situazione del mercato del lavoro è particolarmente difficile per i giovani, a prescindere dal loro livello d'istruzione, che spesso finiscono per avere contratti di lavoro precari o tirocini non retribuiti; che la difficile situazione dei giovani è in parte dovuta al mancato allineamento tra le competenze acquisite e la domanda del mercato del lavoro, alla limitata mobilità geografica, all'abbandono scolastico precoce senza aver conseguito una qualifica, alla mancanza di competenze significative e di esperienza professionale, alle condizioni di lavoro precarie, alle poche opportunità di formazione e all'inefficienza delle politiche attive per il mercato del lavoro;

E.  considerando che nell'intera Unione europea oltre un giovane su cinque è disoccupato (22,8%), con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 50% in alcuni Stati membri; che oltre 7 milioni di cittadini europei di età inferiore ai 25 anni non lavorano, non studiano né seguono una formazione (NEET, dall'inglese not in employment, education or training); che tali cifre continuano a crescere e si corre il rischio di una «generazione perduta»; che il costo dell'inazione riguardo ai NEET è stimato al 153 miliardi di EUR nell'intera Unione europea;

F.  considerando che dopo la riunione del Consiglio europeo del 30 gennaio 2012, nell'ambito della sua iniziativa «Opportunità per i giovani», la Commissione ha invitato gli Stati membri a elaborare e attuare iniziative globali per l'occupazione, l'istruzione e le qualifiche dei giovani, nonché a definire piani per l'occupazione giovanile nell'ambito dei loro programmi nazionali di riforma; considerando, tuttavia, che nella maggioranza degli Stati membri siffatte iniziative non sono state avviate;

G.  considerando che tra le categorie maggiormente colpite dalla crisi vi sono coloro che sono prossimi alla pensione, i disoccupati di lungo periodo, i cittadini di paesi terzi e i lavoratori scarsamente qualificati;

H.  considerando la necessità di intraprendere le riforme necessarie per garantire la sostenibilità dei sistemi pensionistici; considerando che al riguardo vi è ancora la possibilità di innalzare l'età pensionabile effettiva senza innalzare l'età di pensionamento obbligatorio, riducendo l'uscita precoce dal mercato del lavoro; che, per riuscire ad aumentare l'età pensionabile effettiva, le riforme dei sistemi pensionistici devono essere accompagnate da politiche che sviluppino le possibilità di lavoro mediante l'accesso all'apprendimento permanente per i lavoratori più anziani e devono introdurre politiche fiscali e previdenziali che incentivino la permanenza nel mondo del lavoro e sostengano un invecchiamento sano e attivo;

I.  considerando che la disoccupazione a lungo termine ha raggiunto livelli allarmanti nel secondo trimestre del 2012, periodo in cui i dati indicavano che 11,1 milioni di disoccupati europei, pari al 4,6% della popolazione attiva, erano senza lavoro da oltre 12 mesi; che la probabilità che un disoccupato trovi lavoro si è ridotta nella maggior parte degli Stati membri, in particolare in quelli soggetti a importanti provvedimenti di risanamento di bilancio;

J.  considerando che approssimativamente 120 milioni di persone nell'UE-27 sono a rischio di esclusione sociale, in quanto esposte a un maggior rischio di povertà, vivono in condizioni di grave deprivazione materiale o in nuclei familiari con scarsa partecipazione al lavoro;

K.  considerando che la spesa per la protezione sociale è diminuita in quasi tutti gli Stati membri e che il comitato per la protezione sociale (CPS) ammonisce di fronte al crescente numero di persone a rischio di povertà reddituale, povertà infantile, grave deprivazione materiale ed esclusione sociale a causa dell'impatto delle misure di risanamento di bilancio;

L.  considerando che il raggiungimento dell'obiettivo della crescita e di un elevato livello di occupazione è necessario al fine del recupero dell'economia, del risanamento del bilancio e della sostenibilità dello Stato sociale e delle finanze pubbliche sul lungo termine;

M.  considerando che gli investimenti sociali mirati dovrebbero costituire una parte importante della risposta degli Stati membri alla crisi, dal momento che sono essenziali per il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 in materia sociale, occupazionale e d'istruzione;

N.  considerando che il Consiglio europeo, il 30 gennaio 2012, ha dichiarato che «crescita e occupazione riprenderanno solo se seguiamo un approccio coerente e ampio, combinando un risanamento di bilancio intelligente che preservi l'investimento nella crescita futura, politiche macroeconomiche sane e una strategia attiva per l'occupazione che preservi la coesione sociale»;

O.  considerando la necessità di proseguire l'opera di risanamento del bilancio in considerazione dell'elevato livello di indebitamento e delle difficoltà a lungo termine per le finanze pubbliche, tenendo debitamente conto del fatto che deve trattarsi di un obiettivo a medio e lungo termine; considerando che il risanamento del bilancio può avere effetti negativi sulla crescita e sull'occupazione nel breve termine, in particolare nei paesi in recessione o con tassi di crescita molto ridotti, compromettendo così la crescita futura e il potenziale di creazione di posti di lavoro; considerando la necessità di gestire pertanto il risanamento in maniera propizia alla crescita, onde evitare di danneggiare il potenziale di crescita e di creazione di posti di lavoro dell'economia o il suo tessuto sociale;

P.  considerando che le tensioni sui mercati finanziari permangono elevate e che prevalgono squilibri nell'accesso al finanziamento tra gli Stati membri; che i premi elevati per i rischi incrementano indebitamente l'onere dei debiti sovrani, il che richiede misure ancora più pesanti di risanamento di bilancio, aggravando in tal modo la crisi e, di conseguenza, ostacolando la crescita e la creazione di posti di lavoro;

Q.  considerando che, nonostante la situazione di emergenza, l'Unione europea sta mancando quasi tutti gli obiettivi della strategia Europa 2020 e che i progressi compiuti negli Stati membri nel conseguimento degli obiettivi di Europa 2020 risultano deludenti; che gli impegni stabiliti dai programmi nazionali di riforma per il 2012 sono insufficienti per il raggiungimento della maggior parte degli obiettivi a livello di Unione europea;

R.  considerando che nell'Unione europea gli investimenti nell'istruzione e nella formazione, nella ricerca e nell'innovazione, che sono determinanti per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, si attestano ancora a un livello inferiore rispetto ai suoi partner economici e ai suoi concorrenti globali; che gli investimenti produttivi in tali ambiti sono indispensabili per uscire in modo sostenibile dalla crisi ma anche per consolidare l'economia dell'Unione su un percorso di competitività e produttività;

S.  considerando che la dimensione di genere è essenziale per il raggiungimento degli obiettivi primari della strategia Europa 2020 in quanto le donne costituiscono la principale riserva di forza lavoro non ancora utilizzata; che le donne rappresentano la maggioranza dei cittadini che vivono in povertà nell'Unione europea; che i tagli ai servizi pubblici, ad esempio alla custodia dei bambini e all'assistenza ad altre persone a carico, incideranno negativamente sulle donne e di conseguenza sulla loro capacità di partecipare al mercato del lavoro; che nel corso dell'intero processo del semestre europeo occorre quindi prestare particolare attenzione tanto all'integrazione della dimensione di genere, quanto alla definizione di politiche specifiche a favore delle donne; considerando la necessità di allineare l'età pensionabile legale delle donne a quella degli uomini;

T.  considerando l'esigenza di assicurare una maggiore interazione tra la politica del lavoro e le politiche sociali ed economiche nel contesto del semestre europeo, come previsto dagli articoli 121 e 148 del TFUE;

U.  considerando che è indispensabile favorire la responsabilità, la titolarità e la legittimità democratica di tutte le parti coinvolte nel semestre europeo e che un'adeguata partecipazione del Parlamento europeo è un elemento fondamentale di tale processo;

V.  considerando che i parlamenti nazionali sono i rappresentanti e i garanti dei diritti acquisiti e delegati dai cittadini; che l'introduzione del semestre europeo deve avvenire nel pieno rispetto delle prerogative dei parlamenti nazionali;

Messaggi chiave in vista del Consiglio europeo di primavera

1.  invita il Consiglio europeo a integrare i seguenti messaggi negli orientamenti politici per il semestre europeo 2013 e incarica il suo Presidente di difendere tale posizione durante il Consiglio europeo di primavera del 14 e 15 marzo 2013; si richiama, in particolare, alle raccomandazioni specifiche che deve adottare il Consiglio europeo nei suoi orientamenti, allegati alla presente risoluzione;

2.  deplora il fatto che le priorità individuate durante il ciclo del semestre europeo dell'anno scorso, in particolare quelle relative alla creazione di posti di lavoro, alla qualità del lavoro e alla lotta alla povertà e all'esclusione sociale non abbiano sortito i risultati attesi;

3.  osserva che la situazione economica e le conseguenze sociali della crisi sono ulteriormente peggiorate nel corso dell'anno passato e sottolinea, pertanto, l'importanza che gli Stati membri si impegnino maggiormente nel seguire gli orientamenti politici per il 2013, in particolare nel settore della politica del lavoro e della politica sociale;

I.  Obiettivi della strategia Europa 2020

4.  invita il Consiglio europeo ad assicurare che gli orientamenti politici annuali definiti sulla base dell'analisi annuale della crescita siano pienamente volti a soddisfare tutti gli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; si rammarica del fatto che l'analisi annuale della crescita 2013 non contenga alcuna relazione sullo stato di avanzamento della strategia Europa 2020 e invita la Commissione a presentare tale relazione prima della riunione del Consiglio europeo di primavera;

5.  deplora il fatto che gli orientamenti politici per il 2012 e la loro attuazione non siano stati sufficientemente efficaci per quanto riguarda il conseguimento degli obiettivi politici sanciti dalla strategia Europa 2020; deplora che alcuni Stati membri si stiano ulteriormente allontanando dagli obiettivi di tale strategia;

6.  deplora il fatto che gli impegni assunti nei programmi nazionali di riforma per il 2012 siano insufficienti al conseguimento della maggior parte degli obiettivi a livello dell'Unione europea; sottolinea la propria preoccupazione in merito al fatto che gli attuali obiettivi nazionali non siano adeguati al raggiungimento dei principali obiettivi della strategia Europa 2020 in materia di occupazione, istruzione e riduzione della povertà;

7.  invita gli Stati membri ad adottare, nei programmi nazionali di riforma per il 2013, gli impegni necessari al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020;

8.  invita il Consiglio europeo ad assicurare, nei suoi orientamenti politici, che un livello adeguato di fondi dell'UE sia destinato al raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020; esorta gli Stati membri a stanziare fondi in modo più efficace per il conseguimento degli obiettivi di tale strategia;

II.  Creazione di posti di lavoro grazie a riforme strutturali e investimenti mirati alla crescita

9.  considera deplorevole il fatto che, l'anno scorso, la maggior parte degli Stati membri non abbia tenuto fede al proprio impegno di presentare un piano nazionale per l'occupazione nell'ambito dei programmi nazionali di riforma per il 2012; invita gli Stati membri a rispettare tale impegno nel 2013; sottolinea il fatto che tali piani devono comprendere misure esaustive per la creazione di posti di lavoro e di occupazione verde, un collegamento fra politiche occupazionali e strumenti finanziari, riforme del mercato del lavoro, un preciso calendario per l'introduzione dei programmi di riforme pluriennali nei prossimi 12 mesi e un'indicazione dei settori e delle regioni ove si riscontrano carenze ed eccessi di specializzazione;

10.  deplora il fatto che la Commissione non abbia reso obbligatori i piani nazionali per l'occupazione e la invita a verificarne l'elaborazione nel corso del ciclo del semestre europeo di ogni anno;

11.  invita gli Stati membri ad adottare provvedimenti propizi alla creazione di posti di lavoro, come per esempio riforme della fiscalità sul lavoro, che incentivino l'occupazione, promuovano e sostengano le attività autonome e la creazione di nuove imprese autentiche e su base volontaria, migliorino il quadro di riferimento per le attività commerciali, agevolino l'accesso al credito per le PMI, trasformino il lavoro informale e non dichiarato in occupazione regolare, riformino i mercati del lavoro, all'occorrenza, per renderli più adattativi, dinamici, competitivi e inclusivi, garantendo nel contempo una sicurezza adeguata per i lavoratori, forniscano ai datori di lavoro e ai lavoratori le competenze e gli strumenti che consentano loro di adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro, modernizzino i sistemi di fissazione dei salari – nel contesto del dialogo sociale con la partecipazione attiva delle parti sociali e nel rispetto della diversità dei modelli nazionali di le relazioni industriali – al fine di allineare i salari all'andamento della produttività entro i limiti di salari dignitosi, e sfruttino l'elevato potenziale occupazionale di settori quali l'economia verde, l'assistenza sociale e sanitaria e il settore delle TIC al fine di creare posti di lavoro sostenibili e di qualità;

III.  Occupazione giovanile

12.  invita il Consiglio europeo a inserire la disoccupazione giovanile tra le priorità degli orientamenti politici per il 2013;

13.  invita gli Stati membri ad adottare provvedimenti decisivi per la lotta contro la disoccupazione giovanile, compresi provvedimenti mirati nell'ambito delle politiche attive del mercato del lavoro, misure volte ad affrontare il disallineamento delle competenze nel mercato del lavoro, in particolare per evitare l'abbandono precoce della scuola o dei sistemi di apprendistato e per garantire che i sistemi di istruzione e formazione forniscano ai giovani in modo efficiente competenze pertinenti e promuovano l'imprenditorialità e un efficace sostegno allo sviluppo commerciale per i giovani, nonché quadri di riferimento che assicurino la transizione dall'istruzione al mondo del lavoro;

14.  sostiene fermamente la proposta della Commissione sui regimi di garanzia per i giovani; chiede che tale proposta sia attuata senza indugio e che sia dotata di risorse finanziarie sufficienti; ritiene che l'FSE debba svolgere un ruolo chiave nel finanziare i regimi di garanzia per i giovani e che vada ricercato un equilibrio adeguato tra i finanziamenti dell'Unione e quelli degli Stati membri;

15.  esorta gli Stati membri a elaborare strategie globali per i giovani che non lavorano, non studiano né seguono una formazione (NEET); li esorta altresì, in sede di definizione di siffatte strategie, a dar prova di solidarietà finanziaria nei confronti degli Stati membri con un margine di bilancio limitato;

IV.  Mercati del lavoro più adattativi, dinamici e inclusivi e occupazione di migliore qualità

16.  deplora il fatto che l'analisi annuale della crescita per il 2013 non si occupi di qualità del lavoro e che presti scarsa attenzione alla creazione delle premesse necessarie per migliorare la partecipazione al mercato del lavoro, in particolare delle donne, dei lavoratori ultraquarantacinquenni, delle persone con disabilità e degli indigenti;

17.  ricorda che stanno crescendo gli squilibri interni tra gli Stati membri, soprattutto nell'ambito dell'occupazione e degli indicatori sociali; rileva che gli Stati membri con mercati del lavoro relativamente poco segmentati e sistemi previdenziali solidi, capaci di modificare temporaneamente l'orario di lavoro, il tempo di lavoro e altre modalità di lavoro flessibile (flessibilità interna), nonché modelli efficienti di contrattazione collettiva, si sono dimostrati più resistenti di fronte alle conseguenze sociali e occupazionali della crisi;

18.  invita a creare mercati del lavoro più adattivi e dinamici, in grado di adeguarsi alle perturbazioni della situazione economica senza ricorrere a licenziamenti, e più inclusivi, favorendo una maggiore partecipazione al mondo del lavoro, in particolare per le persone vulnerabili e svantaggiate;

19.  avverte che le misure di austerità non devono compromettere la qualità dell'occupazione, né la protezione sociale e le norme in materia di salute e sicurezza; incoraggia gli Stati membri a promuovere l'individuazione di imprese e PMI che si impegnano a essere più virtuose da un punto di vista sociale rispetto alla mera osservanza degli obblighi minimi di legge;

V.  Investire nell'istruzione e nella formazione

20.  sottolinea il ruolo chiave dell'istruzione e della formazione nel conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020;

21.  sottolinea l'importanza di ridurre il tasso di abbandono precoce degli studi onde diminuire il numero di NEET;

22.  invita gli Stati membri, nel portare avanti misure di risanamento di bilancio sostenibili, favorevoli alla crescita e differenziate, a garantire investimenti efficienti e adeguati nell'istruzione, nella formazione e nell'apprendimento permanente al fine di conseguire tutti gli impegni convenuti nell'ambito della strategia Europa 2020;

23.  chiede agli Stati membri di integrare gli strumenti dei programmi di scambio europei nei settori dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport nelle misure adottate nel quadro del semestre europeo;

VI.  Assicurare la qualità dei servizi pubblici e combattere la povertà e l'esclusione sociale

24.  esprime forte preoccupazione in merito all'aumento della povertà e della disoccupazione in tutte le fasce d'età dall'ultimo ciclo del semestre europeo per il 2012;

25.  plaude al fatto che l'analisi annuale della crescita per il 2013 verta sui temi della povertà e dell'esclusione sociale oltre che sulle conseguenze sociali della crisi; invita la Commissione a sottolineare tali provvedimenti nelle raccomandazioni specifiche per paese e, in particolare, ad affrontare la povertà dei lavoratori, la povertà tra le persone con legami scarsi o nulli con il mercato del lavoro e la povertà tra gli anziani; invita il Consiglio europeo a sostenere tale orientamento come priorità;

26.  chiede che l'attuazione di strategie integrate di inclusione attiva costituisca un elemento centrale dei programmi nazionali e dell'Unione europea in tema di politiche sociali;

VII.  Perseguire un risanamento di bilancio proporzionato, differenziato e favorevole alla crescita, garantendo parallelamente la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro

27.  riconosce la necessità di attuare un risanamento del bilancio proporzionato, differenziato e favorevole alla crescita per evitare ricadute negative a breve, medio e lungo termine sulla crescita e l'occupazione, garantendo al contempo la sostenibilità delle finanze pubbliche; sottolinea che l'impatto dei programmi di risanamento del bilancio deve essere valutato sulla base della loro incidenza a breve termine sulla crescita, sull'occupazione e sull'inclusione sociale, in particolare nei paesi in recessione e con tassi di crescita marginali; invita la Commissione e il Consiglio europeo a sfruttare, in tempi di recessione economica, la flessibilità prevista dal regolamento (UE) n. 1175/2011 e dal regolamento (UE) n. 1177/2011;

28.  sottolinea che la Commissione dovrebbe tenere maggiormente conto delle specifiche tendenze locali, regionali e nazionali, nonché degli eventuali errori nelle sue previsioni, sulle quali si basa l'analisi annuale della crescita;

29.  ritiene che il risanamento del bilancio debba essere perseguito in modo proporzionato e favorevole alla crescita e che il ritmo del risanamento debba essere differenziato nei vari paesi in base al rispettivo margine di bilancio e a quello dell'economia europea in generale, onde evitare ricadute negative sulla crescita e sull'occupazione, garantendo nel contempo la sostenibilità del debito;

30.  invita la Commissione europea a ricalibrare i suoi modelli relativi all'incidenza dell'effetto moltiplicatore su crescita e creazione di posti di lavoro dei tagli di bilancio sui bilanci degli Stati membri, in linea con la recente revisione dell'FMI;

31.  invita il Consiglio europeo ad assicurare la coerenza tra le varie priorità nei suoi orientamenti politici, onde evitare di compromettere il potenziale di crescita sostenibile e creazione di posti di lavoro, accrescere la povertà e l'esclusione sociale o impedire la fruizione universale della fornitura di servizi pubblici di qualità; ritiene che la priorità principale debba essere il varo di provvedimenti di riforma e investimenti integrati che promuovano la crescita e la creazione di posti di lavoro, assicurando al contempo la sostenibilità delle finanze pubbliche;

32.  invita il Consiglio europeo, qualora approvi la prima priorità dell'analisi annuale della crescita «risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita», a spiegare specificamente il modo in cui ciò può essere attuato nel pieno rispetto dell'obiettivo di rafforzare la coesione sociale e combattere la povertà, come descritto nella sua quarta priorità relativa alla lotta contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi;

33.  sottolinea la necessità di conseguire la piena coerenza tra il risanamento del bilancio e i provvedimenti economici, da un lato, e i provvedimenti per la politica sociale, la crescita e l'occupazione, dall'altro;

34.  osserva che, in tempi di forti ristrettezze di bilancio e di ridotta capacità di prestito del settore privato, i Fondi strutturali e il Fondo di coesione, grazie alla loro entità e agli obiettivi conseguiti, rappresentano una leva fondamentale a disposizione degli Stati membri per stimolare l'economia e contribuire al conseguimento degli obiettivi in materia di crescita e occupazione iscritti nella strategia Europa 2020; sottolinea in tale contesto, alla luce del ruolo chiave svolto dalla politica di coesione per quanto concerne lo sviluppo di programmi nazionali nel quadro del semestre europeo, che tale politica dovrebbe costituire una questione essenziale nel quadro dell'analisi annuale della crescita nonché contribuire al dibattito annuale sulla crescita e sull'occupazione nell'Unione europea;

VIII.  Legittimità democratica e partecipazione della società civile

35.  esprime preoccupazione per il ruolo limitato che continuino a svolgere il Parlamento europeo, i parlamenti nazionali, le parti sociali e la società civile nell'ambito del semestre europeo; sottolinea come sia insufficiente la partecipazione parlamentare e civile e, pertanto, la legittimità democratica degli orientamenti politici contenuti nell'analisi annuale della crescita avviata dalla Commissione e che il Consiglio europeo dovrà approvare;

36.  ritiene che il ruolo del Parlamento europeo sia indispensabile per garantire la necessaria legittimità democratica; ritiene che, in mancanza di una base giuridica per la procedura legislativa ordinaria applicabile all'analisi annuale della crescita, il Consiglio europeo debba tenere conto delle osservazioni del Parlamento in sede di approvazione degli orientamenti politici al fine di conferire loro legittimità democratica;

37.  chiede alla Commissione di esigere dagli Stati membri la garanzia della massima trasparenza nell'elaborazione dei programmi nazionali di riforma nonché un ampio coinvolgimento dei parlamenti nazionali e delle parti sociali in tale processo;

Ulteriori sforzi da compiere nei settori occupazionale e sociale
Creazione di posti di lavoro grazie a riforme strutturali e investimenti mirati alla crescita

38.  ricorda che rafforzare la crescita caratterizzata da un elevato tasso di occupazione richiede politiche del lavoro che generino le condizioni favorevoli per la creazione di posti di lavoro, favoriscano la transizione positiva da un lavoro a un altro e dalla disoccupazione all'occupazione, aumentino la disponibilità di manodopera e ne migliorino l'allineamento in termini di competenze e di ubicazione geografica con le esigenze del mercato del lavoro;

39.  sottolinea la necessità di riformare il mercato del lavoro per aumentare la produttività e l'efficienza del lavoro, al fine di migliorare la competitività dell'economia dell'Unione e di garantire la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro, pur osservando scrupolosamente, nella lettera e nello spirito, l'acquis sociale europeo e i suoi principi; ritiene che le riforme dei mercati del lavoro debbano essere attuate in modo da promuovere la qualità del lavoro;

40.  propone che gli Stati membri riducano la pressione fiscale sul lavoro, ove la situazione di bilancio lo consenta, in particolare per i lavoratori a basso reddito e scarsamente qualificati e i gruppi vulnerabili; ritiene che le riduzioni accuratamente mirate dei contributi versati agli enti di previdenza sociale o i regimi di sovvenzione all'occupazione per i neoassunti, in particolare per i lavoratori scarsamente qualificati e per i disoccupati di lungo periodo, costituiscano incentivi molto efficaci per promuovere la creazione di posti di lavoro;

41.  osserva che il cambiamento demografico incide chiaramente sulla disponibilità di infrastrutture sociali e rappresenta pertanto una sfida importante per tutte le generazioni nell'intera Unione europea; rileva, a tale riguardo, che nell'analisi della Commissione si dovrebbe tenere maggiormente conto del ruolo delle politiche di coesione nel far fronte alle sfide demografiche;

42.  sottolinea la necessità di intraprendere le riforme necessarie per garantire la sostenibilità dei regimi pensionistici; esprime la convinzione che l'età di pensionamento possa essere valutata rispetto all'evoluzione dell'aspettativa di una vita sana ma ricorda che è ancora possibile aumentare l'età pensionabile effettiva senza aumentare l'età di pensionamento obbligatorio, riducendo il numero di persone che optano per un'uscita precoce dal mercato del lavoro; è altresì convinto che, per riuscire a innalzare l'età pensionabile effettiva, le riforme dei regimi pensionistici debbano essere accompagnate da politiche che limitano le possibilità di prepensionamento e altri sistemi di uscita precoce dal mondo del lavoro, sviluppano le possibilità di occupazione per i lavoratori più anziani, garantiscono l'accesso all'apprendimento permanente, introducono politiche di incentivi fiscali che incoraggiano a restare più a lungo sul lavoro e promuovono un invecchiamento sano e attivo;

43.  invita la Commissione a collaborare con gli Stati membri al fine di assicurare che i programmi di austerità non ostacolino i provvedimenti per la creazione di posti di lavoro e le politiche a favore della crescita e che non pregiudichino la protezione sociale; esorta gli Stati membri a privilegiare le spese favorevoli alla crescita, quali l'istruzione, l'apprendimento permanente, la ricerca, l'innovazione e l'efficienza energetica e a garantire, nel contempo, l'efficienza di tale spesa;

44.  conviene con la Commissione sul fatto che gli strumenti finanziari innovativi dell'Unione possano fungere da catalizzatori per investimenti mirati, avere un effetto moltiplicatore sul bilancio dell'Unione e incrementare il suo potenziale di crescita; esorta pertanto la Commissione a fornire informazioni dettagliate, ulteriore assistenza e orientamento agli Stati membri e alle regioni in merito a un maggiore ricorso agli strumenti finanziari nell'ambito della politica di coesione nel 2013 e nel futuro periodo di programmazione (2014-2020); invita gli Stati membri a seguire la Commissione e a indicare altresì chiaramente nei rispettivi programmi nazionali di riforma come intendono utilizzare le dotazioni dei Fondi strutturali per promuovere le priorità propizie alla crescita e all'occupazione in relazione all'utilizzo degli strumenti finanziari;

45.  plaude all'attenzione data allo sfruttamento del potenziale occupazionale di settori chiave quali l'economia verde, l'assistenza sociale e sanitaria (il cosiddetto «settore bianco») e il settore delle TIC nell'ambito delle priorità dell'analisi annuale della crescita per il 2013; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere le iniziative volte a favorire lo sviluppo di tali settori caratterizzati da un elevato potenziale occupazionale;

46.  ricorda che il pieno sfruttamento del potenziale occupazionale dei nuovi settori in oggetto richiederà capacità di adattamento, in particolare tra i lavoratori scarsamente qualificati e più anziani, e nuove competenze; invita la Commissione e gli Stati membri ad anticipare il fabbisogno di qualifiche per tali settori a garantire a tal fine i necessari investimenti nell'istruzione e nella formazione;

47.  deplora che tra le priorità dell'analisi annuale della crescita 2013 non si faccia alcun riferimento alle misure per dare attuazione all'integrazione della dimensione di genere; ritiene che aumentare significativamente la partecipazione delle donne al mercato del lavoro sia essenziale per raggiungere l'obiettivo primario del tasso di occupazione definito dalla strategia Europa 2020; invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare i provvedimenti necessari per favorire maggiori tassi di occupazione tra le donne, come servizi di custodia dei bambini e di assistenza a prezzi accessibili, adeguati regimi di congedo di maternità, di paternità e parentale, nonché la flessibilità dell'orario e del luogo di lavoro;

48.  invita gli Stati membri a migliorare il contesto operativo per le imprese, in particolare per le PMI, e invita la Commissione e il Consiglio europeo a intensificare gli sforzi per perfezionare il mercato interno, a potenziare l'economia digitale e a concentrarsi su una regolamentazione intelligente per ridurre la burocrazia inutile; accoglie con favore l'atto per il mercato unico II e ne chiede una piena e celere attuazione;

49.  invita la Commissione a privilegiare la governance del mercato unico, poiché esso apporta un contributo essenziale al conseguimento degli obiettivi del semestre europeo, in particolare per quanto riguarda la crescita economica e l'occupazione; ritiene che le raccomandazioni specifiche per paese della Commissione debbano nel contempo offrire soluzioni più concrete agli Stati membri per migliorare il funzionamento del mercato interno, al fine di creare un sostegno pubblico ed un impegno politico più forti per incoraggiare il completamento di tale mercato;

50.  si compiace che sia stata riconosciuta l'importanza dell'accesso al credito per le PMI, che sono il fondamento dell'occupazione e della creazione di posti di lavoro nell'Unione europea e hanno un notevole potenziale per contrastare la disoccupazione giovanile e la disparità fra i sessi; invita gli Stati membri ad attribuire all'accesso al credito per le PMI una priorità assoluta nei rispettivi piani nazionali per la crescita e a consentire un facile accesso ai fondi europei consacrati a tal fine;

51.  riconosce l'importanza di rafforzare la capacità di prestito della BEI e raccomanda che sia allineata alle priorità dell'Unione europea incentrate sull'eliminazione delle disparità regionali; invita la Commissione a chiedere agli Stati membri di utilizzare parte della loro dotazione per i Fondi strutturali in modo tale da condividere il rischio di prestito della BEI e offrire garanzie sui prestiti alle PMI e alle microimprese, conseguendo pertanto un rilancio dell'attività economica in tutti i settori e in tutte le regioni, garantendo nuove opportunità occupazionali e ovviando alle difficoltà di accesso al credito che costituiscono attualmente un ostacolo per le PMI;

52.  invita gli Stati membri a promuovere e sostenere l'imprenditoria, compresa l'imprenditoria sociale, e la creazione di imprese, in particolare mediante programmi di sviluppo imprenditoriale e l'accesso ai finanziamenti;

53.  chiede alla Commissione di provvedere affinché l'imprenditoria sociale sia fortemente sostenuta nell'ambito del quadro pluriennale 2014-2020, in quanto essa possiede un evidente potenziale elevato in termini di nuovi posti di lavoro e crescita innovativa;

54.  invita la Commissione a mobilitare pienamente gli strumenti e il sostegno finanziario dell'UE per raggiungere gli obiettivi della strategia Europa 2020; invita gli Stati membri a utilizzare appieno i fondi strutturali per migliorare l'occupabilità e combattere la disoccupazione strutturale, di lungo termine e giovanile in modo efficace;

55.  rileva che la politica di coesione, quale strumento di investimento chiave dell'UE che svolge un ruolo importante in seno alla strategia Europa 2020 e che risponde con precisione alle necessità di investimento locali, regionali e nazionali, contribuisce non soltanto a ridurre le disparità tra le regioni, bensì anche alla ripresa economica degli Stati membri e all'effettiva attuazione della crescita sostenibile e della creazione di posti di lavoro negli Stati membri e in tutta l'Unione; osserva che ciò rende la politica di coesione uno dei migliori strumenti disponibili per una ripresa fonte di occupazione analogamente alle previsioni della Commissione nell'analisi annuale della crescita 2013; ritiene, a tale riguardo, che qualsiasi taglio al bilancio della politica di coesione avrebbe gravi conseguenze negative per gli obiettivi della strategia Europa 2020 e insiste, pertanto, affinché nel nuovo periodo di programmazione sia assegnato un livello adeguato di risorse alla politica di coesione, che raggiunga almeno il livello concordato per l'attuale periodo di programmazione 2007-2013 e che continui a coprire tutte le regioni dell'UE;

56.  accoglie con favore il fatto che la Commissione riconosca nell'analisi annuale della crescita 2013 che occorre rafforzare le capacità amministrative al fine di garantire una distribuzione più rapida delle risorse dei Fondi strutturali non ancora utilizzate; sottolinea che tali sforzi devono essere incentrati sulle autorità a livello nazionale, regionale e locale; sottolinea che una più rapida erogazione delle risorse dei fondi strutturali non ancora utilizzate può contribuire a rafforzare la liquidità del mercato;

57.  invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che la politica regionale continui a svolgere un ruolo importante nello sviluppo di programmi nazionali nel semestre europeo e rappresenti uno strumento fondamentale per il conseguimento degli obiettivi con riferimento alle politiche sociali e all'occupazione, a medio e lungo termine;

58.  ritiene fondamentale che la politica di coesione contribuisca a ridurre le disparità competitive interne e gli squilibri strutturali tramite la sua capacità di adattamento alle condizioni e necessità specifiche identificate a livello locale, regionale e nazionale; accoglie con favore, a tale riguardo, l'iniziativa della Commissione di riprogrammare, ove possibile, le risorse non ancora utilizzate dei fondi strutturali a favore dell'efficienza energetica, dell'occupazione giovanile e delle PMI, dato che svolgeranno un ruolo importante nella realizzazione degli obiettivi UE 2020; chiede di essere tenuto debitamente informato sull'attuazione di tale iniziativa a livello nazionale;

Occupazione giovanile

59.  invita gli Stati membri ad adottare provvedimenti per favorire la transizione dei giovani dall'istruzione e dalla formazione al mercato del lavoro; segnala, a tal proposito, il successo registrato dalla «formazione professionale in alternanza» in alcuni Stati membri, dove ha generato il più elevato tasso di occupazione giovanile dell'Unione europea;

60.  ritiene essenziale aiutare i giovani ad acquisire in modo più efficace le competenze, il che richiede una maggiore cooperazione e comunicazione tra le imprese, i governi e le autorità scolastiche;

61.  accoglie con favore l'annuncio della Commissione della presentazione di un pacchetto per l'occupazione giovanile; invita gli Stati membri a promuovere ed elaborare, in stretta collaborazione con le parti sociali, una garanzia per i giovani volta ad offrire a ogni giovane nell'UE un lavoro, un apprendistato, ulteriore formazione o una soluzione mista di lavoro e formazione dopo un periodo massimo di disoccupazione di quattro mesi; ritiene che il finanziamento da parte dell'Unione dell'FSE debba svolgere un ruolo centrale nel cofinanziamento dei regimi di garanzia per i giovani; invita la Commissione a fornire agli Stati membri e alle regioni assistenza tecnica per attuale detti regimi e utilizzare al meglio l'FSE per sviluppare i regimi di garanzia per i giovani; sottolinea che le parti settoriali nazionali in stretta cooperazione con le autorità locali e regionali devono svolgere un ruolo chiave nell'attuazione dei regimi di garanzia per i giovani;

62.  rileva che i sistemi di garanzia per i giovani devono essere accompagnati da un quadro di riferimento per la qualità al fine di assicurare la qualità di detti regimi e provvedere a che l'istruzione, la formazione e i posti di lavoro offerti siano caratterizzati da adeguati livelli retributivi, condizioni di lavoro e norme di sicurezza e sanità; ritiene che in tale quadro tutti i giovani dovrebbero inizialmente ricevere una valutazione personalizzata delle loro esigenze e ottenere servizi personalizzati e su misura;

63.  accoglie con favore il suggerimento della Commissione per l'istituzione, tramite la «commissione per l'occupazione», di una sorveglianza multilaterale dell'attuazione dei regimi di garanzia per i giovani e chiede che il Parlamento europeo vi sia associato;

64.  plaude all'iniziativa della Commissione volta a proporre una raccomandazione del Consiglio sui regimi di garanzia per i giovani; invita gli Stati membri e le regioni a promuovere l'imprenditoria e le attività autonome tra i giovani e ad attuare programmi specifici mirati a sostenere lo sviluppo imprenditoriale per i giovani;

65.  sottolinea che il Consiglio europeo nel gennaio 2012 ha proposto un'azione pilota per aiutare gli otto Stati membri con i più elevati livelli di disoccupazione giovanile a riassegnare parte dei loro stanziamenti dei fondi strutturali dell'UE per il contrasto della disoccupazione giovanile; si rammarica del fatto che, nel maggio 2012, la Commissione abbia significativamente abbassato le stime sui fondi disponibili per la riassegnazione da 82 miliardi di euro a 29,8 miliardi di euro, riducendo la portata delle azioni pilota; si rammarica del fatto che solo una parte di tali fondi siano finora stati reindirizzati ad aiutare i giovani a trovare un lavoro;

66.  accoglie con favore la proposta per un maggiore impiego del Fondo sociale europeo per i provvedimenti per l'occupazione giovanile nel periodo di programmazione 2014-2020; invita a concentrare l'uso dei fondi dell'FSE destinati a provvedimenti per i giovani in particolare su apprendistati/tirocini e imprenditoria; accoglie con favore la riassegnazione degli importi dei fondi strutturali non spesi del periodo finanziario 2007-2013 per contrastare l'elevato tasso di disoccupazione giovanile e promuovere le piccole e medie imprese;

Investire nell'istruzione e nella formazione

67.  sottolinea l'importanza di migliorare il monitoraggio delle competenze in particolari settori e/o regioni e di porre rimedio al disallineamento delle competenze nel modo più rapido possibile; invita la Commissione e gli Stati membri a cooperare all'elaborazione della panoramica europea delle competenze al fine di ottenere una panoramica completa delle esigenze in termini di competenze nell'UE;

68.  invita l'UE e gli Stati membri a favorire la cooperazione e le sinergie tra il settore dell'istruzione e della formazione e le imprese per prevedere le esigenze in termini di competenze e per adeguare i sistemi di istruzione e formazione alle esigenze del mercato del lavoro, al fine di dotare la forza lavoro delle competenze necessarie, in linea con i cambiamenti dei contesti lavorativi e con le esigenze individuali dei lavoratori più anziani, e per facilitare la transizione dall'istruzione e dalla formazione al mondo del lavoro;

69.  invita gli Stati membri a garantire, come priorità, investimenti nell'ambito dell'istruzione e della formazione, la promozione delle competenze imprenditoriali e la formazione lungo l'intero l'arco della vita per tutti i gruppi d'età, non solo mediante l'apprendimento formale, ma anche mediante lo sviluppo di strumenti di apprendimento non formali e informali; segnala i costi a lungo termine, sociali ed economici, dei tagli ai bilanci dell'istruzione e della formazione in quanto ostacolano l'uscita dalla crisi e riducono la competitività delle economie degli Stati membri;

70.  sottolinea il fatto che l'utilizzo delle nuove opportunità di apprendimento e il più efficiente impiego delle conoscenze, delle abilità e delle competenze acquisite al di fuori dell'istruzione formale possono svolgere un ruolo importante per migliorare l'occupabilità; sottolinea l'importanza della convalida non formale e informale; accoglie con favore la proposta della Commissione per una raccomandazione del Consiglio che inviti gli Stati membri a istituire sistemi di convalida entro il 2015 vincolati al quadro europeo delle qualifiche, che comprendano la possibilità di ottenere una qualifica completa o parziale sulla base dell'apprendimento non formale o informale;

71.  incoraggia l'efficace attuazione del quadro nazionale delle qualifiche come strumento atto a promuovere lo sviluppo dell'apprendimento lungo l'intero arco della vita; ribadisce la sua richiesta alla Commissione di realizzare il passaporto europeo delle competenze al fine di assicurare la trasparenza e promuovere la mobilità transfrontaliera dei lavoratori;

72.  sottolinea la necessità di migliorare la qualità, le competenze e lo status degli insegnanti come condizione imprescindibile per un sistema europeo dell'istruzione e della formazione altamente performante; invita la Commissione e gli Stati membri a dedicare gli sforzi e le risorse necessari a tal fine;

Mercati del lavoro più adattivi, dinamici e inclusivi e occupazione di migliore qualità

73.  ritiene che le riforme del mercato del lavoro debbano essere volte ad aumentare la produttività e la competitività e, allo stesso tempo, a salvaguardare la qualità dei posti di lavoro; invita il Consiglio europeo a prestare attenzione alla qualità dei posti di lavoro nei suoi orientamenti politici per il 2013, in particolare per quanto riguarda l'accesso dei lavoratori a una serie fondamentale di diritti del lavoro, come sancito dai trattati, e fatta salva la legislazione degli Stati membri;

74.  ritiene che le riforme strutturali del mercato del lavoro debbano introdurre la flessibilità interna per preservare l'occupazione in tempi di perturbazioni economiche e assicurare la qualità del lavoro, la sicurezza nella transizione tra posti di lavoro, regimi di prestazioni di disoccupazione basati su requisiti di attivazione e collegati alle politiche sul reinserimento che conservino gli incentivi per il lavoro garantendo al contempo un reddito sufficiente, accordi contrattuali per contrastare la segmentazione del mercato del lavoro, prevengano la ristrutturazione economica e assicurino l'accesso all'apprendimento lungo l'intero arco della vita;

75.  invita gli Stati membri a contrastare l'esistenza e la proliferazione di condizioni di lavoro precarie e di finti lavori autonomi e ad assicurare che le persone con contratti temporanei o a tempo parziale o che svolgono un lavoro autonomo godano di un'adeguata protezione sociale e di accesso alla formazione;

76.  invita gli Stati membri a migliorare, laddove necessario, la normativa sull'occupazione nonché, nell'ottica di promuovere relazioni di lavoro stabili, sostenere e sviluppare condizioni per offrire accordi per la flessibilità del lavoro congiuntamente a un adeguato livello di sicurezza sociale, in particolare per i lavoratori giovani e anziani, e a promuovere la mobilità volontaria dei lavoratori mediante programmi di sostegno alla mobilità;

77.  invita la Commissione e gli Stati membri ad affrontare lo scarso livello di partecipazione al mercato del lavoro da parte dei gruppi svantaggiati, comprese le persone appartenenti a minoranze (per esempio, i rom) e le persone con disabilità e a garantire sempre retribuzioni dignitose;

78.  invita gli Stati membri ad aumentare la copertura e l'efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro – in stretta cooperazione con le parti sociali – sostenute reciprocamente da incentivi di attivazione, quali programmi di incentivazione al lavoro, e adeguati sistemi previdenziali al fine di mantenere l'occupabilità, assistere le persone a reinserirsi nel mondo del lavoro e salvaguardare condizioni di vita dignitose;

79.  invita gli Stati membri a prevenire i processi di ristrutturazione al fine di salvaguardare i posti di lavoro, favorire la mobilità interna ed esterna e ridurre al minimo i possibili effetti negativi dei processi di ristrutturazione; invita gli Stati membri ad attuare in modo efficace la normativa nazionale e le direttive dell'UE esistenti, come la direttiva sui licenziamenti collettivi, la direttiva sul trasferimento di imprese e la direttiva quadro sull'informazione e la consultazione, con il dovuto rispetto del principio di sussidiarietà; ritiene che i fondi dell'UE debbano svolgere un ruolo importante al fine di evitare, minimizzare o attenuare i possibili effetti negativi dei processi di ristrutturazione;

80.  invita la Commissione e gli Stati membri ad assicurare l'effettiva attuazione della direttiva 2000/78/CE che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro;

81.  invita la Commissione e gli Stati membri, al fine di migliorare l'integrazione del mercato del lavoro europeo, a intervenire per migliorare la mobilità all'interno dei mercati del lavoro e tra essi, eliminando le barriere giuridiche e amministrative alla libera circolazione dei lavoratori nell'UE come le restrizioni temporanee del mercato del lavoro per i lavoratori della Romania e della Bulgaria e migliorando i diritti di sicurezza sociale e le condizioni di lavoro dei lavoratori che esercitano il diritto alla libera circolazione; invita gli Stati membri a incrementare l'uso di EURES al fine di migliorare l'abbinamento fra offerta e domanda di lavoro al di là delle frontiere;

82.  richiama l'attenzione sull'aumento della povertà e della disoccupazione in tutti i gruppi d'età; invita la Commissione e gli Stati membri ad assumere, di conseguenza, nuovi impegni per far fronte a tale situazione, in particolare la povertà dei lavoratori, la povertà tra le persone con legami scarsi o nulli con il mercato del lavoro, compresi i lavoratori anziani da lungo tempo disoccupati, e la povertà tra gli anziani;

83.  invita gli Stati membri ad assicurare che gli effetti negativi del risanamento di bilancio sulla parità di genere, sull'occupazione e sulla povertà femminile siano invertiti adottando un approccio volto all'integrazione della dimensione di genere nei bilanci nazionali, rivolgendo raccomandazioni più decise sulla dimensione di genere agli Stati membri e disaggregando i principali obiettivi di Europa 2020 dai corrispondenti obiettivi nazionali per genere;

Assicurare la qualità dei servizi pubblici, combattere la povertà e promuovere l'inclusione sociale

84.  invita gli Stati membri a migliorare l'adeguatezza e l'efficacia dei sistemi di protezione sociale e a garantire che questi continuino ad agire come cuscinetto contro la povertà e l'esclusione sociale; rileva nel contempo che il modello sociale europeo deve essere modernizzato al fine di attivare lo Stato sociale, che investa nelle persone e fornisca strumenti e incentivi con l'obiettivo di creare posti di lavoro e crescita sostenibili nonché di impedire distorsioni di carattere sociale;

85.  invita gli Stati membri ad attuare strategie di inclusione attiva, servizi di alta qualità adeguati e convenienti, e un approccio per percorsi per un'occupazione di qualità volta a evitare la marginalizzazione dei gruppi a basso reddito e vulnerabili;

86.  invita gli Stati membri a indicare nei rispettivi programmi nazionali di riforma come verranno impiegati i fondi dell'UE a sostegno del raggiungimento degli obiettivi nazionali in materia di lotta alla povertà e altri obiettivi in ambito sociale e in materia di occupazione e istruzione, che assicurino il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020;

87.  invita l'UE e gli Stati membri ad assicurare che qualsiasi riforma dei sistemi sanitari sia incentrata sul miglioramento della qualità e sulla garanzia dell'adeguatezza, della convenienza, dell'accesso universale e sulla garanzia di sostenibilità;

88.  ritiene che sussidi mirati per l'assunzione di nuovi lavoratori tra i gruppi svantaggiati costituiscano un modo efficace per incrementare i loro livelli di partecipazione al mondo del lavoro;

89.  invita gli Stati membri e la Commissione ad assicurare che il risanamento del bilancio sia compatibile con l'occupazione e la dimensione sociale di Europa 2020;

90.  esprime la propria preoccupazione per l'impatto sociale della crisi sulla povertà tra le donne; invita la Commissione a valutare gli effetti del risanamento del bilancio sull'uguaglianza di genere e l'occupazione femminile;

91.  invita gli Stati membri a elaborare provvedimenti per la riduzione della povertà dei lavoratori, come la promozione di livelli di partecipazione al mercato del lavoro adeguati nei nuclei familiari e lo stimolo alla transizione verso l'alto dei lavoratori con salari bassi o lavori precari; invita gli Stati membri a combattere la povertà dei lavoratori perseguendo politiche del mercato del lavoro volte a garantire un salario di sussistenza a chi lavora;

92.  chiede alla Commissione di presentarsi dinanzi alle competenti commissioni del Parlamento per esporre ogni anno l'analisi annuale della crescita all'inizio di novembre, a partire dal 4-5 novembre 2013, onde concedere al Parlamento un lasso di tempo sufficiente per elaborare le sue posizioni nel successivo semestre europeo;

Ulteriori sforzi richiesti per migliorare la governance, l'impegno e la legittimità democratica

93.  invita il Consiglio europeo e gli Stati membri a garantire la piena partecipazione dei parlamenti nazionali e regionali, delle parti sociali, delle autorità pubbliche e della società civile nell'attuazione e nel monitoraggio degli orientamenti politici nel quadro della strategia Europa 2020 e del processo di governance economica, al fine di assicurarne la titolarità;

94.  invita il Consiglio europeo e la Commissione a rafforzare l'integrazione del monitoraggio e della valutazione degli obiettivi in materia di occupazione, società e istruzioni della strategia Europa 2020 nel semestre europeo 2013;

95.  ribadisce il suo invito ad accrescere la legittimità democratica del semestre europeo; invita il Consiglio europeo ad affrontare le preoccupazioni e le proposte espresse dal Parlamento europeo al momento dell'adozione dei suoi orientamenti politici per il 2013;

96.  auspica che il Parlamento svolga adeguatamente il ruolo di attore del semestre europeo al fine di rappresentare gli interessi dei cittadini e di creare maggiore legittimità delle politiche sociali che gli Stati membri dovranno attuare;

97.  auspica che il ruolo dei parlamenti nazionali sia rafforzato per quanto riguarda la loro partecipazione al processo di elaborazione delle politiche economiche e sociali nel quadro del semestre europeo, al fine di migliorare la legittimità delle decisioni adottate;

98.  chiede la partecipazione obbligatoria delle parti sociali e della società civile onde migliorare l'adeguatezza e l'efficacia delle politiche sociali;

o
o   o

99.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) Testi approvati, P7_TA(2012)0408.
(2) Testi approvati, P7_TA(2011)0542.
(3) GU C 308 E del 20.10.2011, pag. 116.
(4) GU L 308 del 24.11.2010, pag. 46.
(5) Testi approvati, P7_TA(2012)0260.
(6) Cfr. la versione corretta del 26 novembre 2010.
(7) Testi approvati, P7_TA(2011)0466.
(8) Testi approvati, P7_TA(2011)0495.
(9) GU L 307 del 18.11.2008, pag. 11.
(10) Testi approvati, P7_TA(2012)0224.
(11) Testi approvati, P7_TA(2011)0230.
(12) GU C 351 E del 2.12.2011, pag. 29.
(13) GU C 308 E del 20.10.2011, pag. 6.
(14) GU L 303 del 2.12.2000, pag. 16.
(15) Testi approvati, P7_TA(2012)0419.
(16) GU L 175 del 10.7.1999, pag. 43.
(17) GU L 14 del 20.1.1998, pag. 9.


ALLEGATO

RACCOMANDAZIONI SPECIFICHE CHE IL CONSIGLIO EUROPEO DEVE ADOTTARE NEI SUOI ORIENTAMENTI POLITICI

Obiettivi di Europa 2020

Raccomandazione 1: raggiungere gli obiettivi di Europa 2020

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Occorre raggiungere tutti gli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

Gli impegni definiti nei programmi nazionali di riforma per il 2013 devono essere adeguati ai fini del raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020.

Gli Stati membri devono destinare in modo più efficace gli stanziamenti dei bilanci nazionali per il raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020.

Occorre garantire che un livello adeguato di fondi dell'UE sia destinato al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020.

Creare posti di lavoro mediante riforme strutturali e investimenti mirati alla crescita

Raccomandazione 2.1: piani nazionali per l'occupazione

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Gli Stati membri devono presentare un piano nazionale per l'occupazione nell'ambito dei loro programmi nazionali di riforma per il 2013.

Tali piani devono comprendere:

   misure esaustive per la creazione di posti di lavoro e di occupazione verde, segnatamente nei settore con elevato potenziale di creazione di posti di lavoro,
   un collegamento fra politiche occupazionali e strumenti finanziari,
   riforme dei mercati del lavoro, ove necessarie,
   politiche attive del mercato del lavoro mirate ai giovani disoccupati, ai disoccupati di lungo termine, ai disoccupati più anziani e ad altri gruppi vulnerabili,
   un preciso calendario per l'introduzione dei programmi di riforme pluriennali nei prossimi 12 mesi e un'indicazione dei settori e delle regioni ove si riscontrano carenze ed eccessi di specializzazione.

Raccomandazione 2.2: riforme in materia di imposte sui redditi da lavoro

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Gli Stati membri devono adottare riforme in materia di imposte sui redditi da lavoro che incentivino l'occupazione.

Gli Stati membri devono prendere in considerazione la possibilità di ridurre l'imposizione fiscale sul lavoro, in particolare per riduzioni temporanee accuratamente mirate nell'ambito dei contributi versati agli enti di previdenza sociale o i regimi di sovvenzione all'occupazione per i neoassunti, in particolare per i lavoratori con salari bassi e scarsamente qualificati, per i disoccupati di lungo termine e per altri gruppi vulnerabili, garantendo al contempo la sostenibilità sul lungo termine dei regimi pensionistici pubblici.

Raccomandazione 2.3: lotta contro il lavoro sommerso

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Trasformare il lavoro informale e non dichiarato in occupazione regolare tra l'altro aumentando le capacità degli ispettorati del lavoro.

Raccomandazione 2.4: sistemi di definizione delle retribuzioni

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Modernizzare i sistemi di definizione delle retribuzioni – nel contesto del dialogo sociale con la partecipazione attiva delle parti sociali, nel rispetto della diversità di modelli nazionali di relazioni industriali – al fine di allineare le retribuzioni con l'andamento della produttività entro i limiti di retribuzioni dignitose.

Raccomandazione 2.5: riforme volte a garantire la sostenibilità dei regimi pensionistici

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Intraprendere le riforme necessarie per assicurare la sostenibilità dei sistemi pensionistici sulla base dei seguenti fattori:

-  L'età pensionistica potrebbe essere vincolata all'andamento dell'aspettativa di vita.

-  Innalzamento dell'età effettiva di pensionamento migliorando le condizioni di lavoro, riducendo i casi di uscita precoce dal mercato del lavoro (per esempio, introducendo di politiche fiscali e previdenziali che incentivino una permanenza più lunga nel mondo del lavoro) e consentendo ai lavoratori di passare dal lavoro al pensionamento in modo flessibile.

-  Le politiche per incrementare le opportunità occupazionali per i lavoratori più anziani, l'accesso all'apprendimento lungo l'intero arco della vita e un invecchiamento sano e attivo devono essere al centro della riforma di sistemi pensionistici per impedire periodi di disoccupazione più lunghi per i lavoratori più anziani.

Raccomandazione 2.6: investimenti mirati alla crescita

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

I programmi di austerità non devono ostacolare i provvedimenti per la creazione di posti di lavoro e le politiche che promuovono la crescita, né devono compromettere la protezione sociale.

Gli Stati membri devono dare la priorità agli investimenti favorevoli alla crescita nell'ambito dell'istruzione, dell'apprendimento lungo l'intero arco della vita, della ricerca e dell'innovazione nonché dell'efficienza energetica.

Raccomandazione 2.7: sfruttamento del potenziale per la creazione di posti di lavoro di settori chiave quali l'economia verde, l'assistenza sociale e sanitaria, e le TIC

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

La Commissione e gli Stati membri devono sostenere iniziative e investimenti che favoriscono lo sviluppo di settori con un elevato potenziale per la creazione di posti di lavoro, come i settori innovativi, l'economia verde, i servizi, l'assistenza sociale e sanitaria e le TIC.

Invita la Commissione e gli Stati membri a prevedere le esigenze in termini di competenze per tali settori e gli investimenti nell'istruzione e nella formazione volti a fornire tali competenze e a favorire l'adattamento dei lavoratori, in particolare dei lavoratori meno qualificati e più anziani.

Raccomandazione 2.8: riforme strutturali per promuovere la creazione di posti di lavoro tra le donne

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Applicare l'integrazione della dimensione di genere negli orientamenti politici adottati dal Consiglio europeo.

Adottare i provvedimenti necessari per favorire maggiori tassi di occupazione tra le donne, come servizi di custodia dei bambini e di assistenza a prezzi accessibili, adeguati regimi di congedo di maternità, di paternità e parentale, nonché la flessibilità dell'orario e del luogo di lavoro.

Raccomandazione 2.9: piena realizzazione del mercato unico

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

La Commissione e il Consiglio europeo devono rafforzare gli sforzi per perfezionare il mercato unico, potenziare l'economia digitale e concentrarsi su una regolamentazione intelligente per ridurre la burocrazia inutile. L'atto per il mercato unico II deve essere attuato senza indugi.

Le raccomandazioni specifiche per paese della Commissione devono nel contempo offrire soluzioni più concrete agli Stati membri per migliorare il funzionamento del mercato unico, al fine di creare un sostegno pubblico e un impegno politico più forti onde incoraggiare il completamento del mercato unico;

Raccomandazione 2.10: migliorare il contesto operativo per le imprese, in particolare per le PMI

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Gli Stati membri devono intraprendere le azioni giuridiche e amministrative necessarie per migliorare il quadro di riferimento per le attività imprenditoriali, in particolare per le PMI.

La Commissione e gli Stati membri devono adottare l'accesso ai finanziamenti per le PMI come una priorità assoluta della loro agenda politica.

Gli Stati membri devono promuovere e sostenere l'imprenditoria, compresa l'imprenditoria sociale, e la creazione di imprese, in particolare mediante programmi di sviluppo imprenditoriale e l'accesso ai finanziamenti.

Raccomandazione 2.11: piena mobilitazione dei fondi dell'UE

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Gli Stati membri devono utilizzare appieno i fondi strutturali per migliorare l'occupabilità e combattere la disoccupazione giovanile, strutturale e di lungo termine in modo efficace e raggiungere gli obiettivi di Europa 2020.

Invita la Commissione a esplorare modi per aumentare il tasso di cofinanziamento dei Fondi strutturali per gli Stati membri con tassi di disoccupazione più alti, onde aiutarli a controbilanciare i limiti dei margini di manovra delle loro politiche nazionali e a finanziare le politiche attive nell'ambito del mercato del lavoro. Chiede alla Commissione di prendere in considerazione la ricerca di fondi supplementari finalizzati a tale scopo attingendo da altre fonti di finanziamento.

Chiede che almeno il 25% del fondo di coesione sia destinato all'FSE per il periodo di programmazione 2014-2020.

Occupazione giovanile

Raccomandazione 3.1: occupazione giovanile come priorità

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Il Consiglio europeo dovrebbe rendere l'occupazione giovanile una priorità nei suoi orientamenti politici per il 2013. I piani per l'occupazione giovanile devono essere presentati senza indugio dagli Stati membri nell'ambito dei programmi nazionali per l'occupazione e la Commissione europea deve controllare gli obiettivi politici in essi contenuti.

I provvedimenti per la lotta alla disoccupazione giovanile devono comprendere:

   provvedimenti mirati nell'ambito delle politiche attive del mercato del lavoro;

–  gli Stati membri e le regioni devono attuare, in stretta collaborazione con le parti sociali, regimi di garanzia per i giovani volti ad assicurare che ogni persona di età inferiore ai 25 anni nell'UE riceva una buona offerta di lavoro, di formazione continua, di apprendistato o di tirocinio entro quattro mesi dalla perdita del lavoro o dalla conclusione dell'istruzione formale; il contributo finanziario dell'Unione assume un ruolo essenziale, specialmente l'FSE, nel finanziamento di detti regimi;

   misure volte ad affrontare il disallineamento delle competenze nel mercato del lavoro, in particolare per evitare l'abbandono precoce della scuola o dei sistemi di apprendistato e per garantire che i sistemi di istruzione e formazione forniscano ai giovani in modo efficiente le competenze pertinenti;
   quadri di riferimento che assicurino la transizione dall'istruzione e dalla formazione al mondo del lavoro;
   promozione dell'imprenditoria e delle attività autonome e attuazione di programmi specifici mirati a sostenere lo sviluppo imprenditoriale tra i giovani.

Raccomandazione 3.2: giovani che non lavorano, non proseguono gli studi né seguono una formazione (NEET)

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Gli Stati membri, con il sostegno delle istituzioni dell'UE, devono elaborare strategie globali per i giovani che non lavorano, non proseguono gli studi né seguono una formazione (NEET).

Gli Stati membri e le regioni devono promuovere ed elaborare, in stretta collaborazione con le parti sociali, una garanzia per i giovani volta a offrire a ogni persona di età inferiore ai 25 anni nell'UE un lavoro, un apprendistato, un'ulteriore formazione o una soluzione mista di lavoro e formazione dopo un periodo massimo di disoccupazione di quattro mesi.

La Commissione deve fornire agli Stati membri e alle regioni assistenza tecnica per utilizzare al meglio il FSE per sviluppare i regimi di garanzia per i giovani.

Raccomandazione 3.3: maggiore utilizzo dei fondi dell'UE per la lotta contro la disoccupazione giovanile

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Utilizzare maggiormente l'FSE per i provvedimenti a favore dell'occupazione giovanile nel periodo di programmazione 2014-2020.

Concentrare l'uso dei fondi dell'FSE destinati a provvedimenti per i giovani in particolare su apprendistati/tirocini e imprenditoria.

Investire nell'istruzione e nella formazione

Raccomandazione 4.1: affrontare il disallineamento delle competenze

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Migliorare il monitoraggio delle esigenze in termini di competenze in specifici settori e/o regioni e porre rapidamente rimedio a tale disallineamento delle competenze.

La Commissione e gli Stati membri devono cooperare all'elaborazione della panoramica europea delle competenze al fine di ottenere una panoramica completa delle esigenze in termini di competenze nell'UE.

Favorire la cooperazione e le sinergie tra il settore dell'istruzione e della formazione e le imprese per anticipare le esigenze in termini di competenze e per adeguare i sistemi di istruzione e formazione alle esigenze del mercato del lavoro, al fine di dotare la forza lavoro delle competenze necessarie e facilitare la transizione dall'istruzione e dalla formazione al mondo del lavoro.

Promuovere l'accesso alla formazione lungo l'intero arco della vita per tutti i gruppi d'età, non solo mediante l'apprendimento formale ma anche mediante lo sviluppo di strumenti di apprendimento non formali e informali.

Istituire un sistema di convalida dell'apprendimento non formale e informale entro il 2015 vincolato al quadro europeo delle qualifiche.

Attuare efficacemente il quadro europeo delle qualifiche e realizzare il passaporto europeo delle competenze.

Raccomandazione 4.2: investire nell'istruzione e nella formazione

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Assicurare investimenti efficienti nell'istruzione e nella formazione, perseguendo al contempo il risanamento delle finanze pubbliche.

Adottare provvedimenti e risorse per migliorare la qualità, la competenza e lo status degli insegnanti.

Mercati più adattivi, dinamici e inclusivi e occupazione di migliore qualità

Raccomandazione 5.1: riforme del mercato del lavoro

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Promuovere riforme strutturali del mercato del lavoro per aumentare la produttività e l'efficienza del lavoro al fine di migliorare la competitività dell'economia dell'UE e di garantire la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro.

Le riforme del mercato del lavoro devono puntare a:

   introdurre una flessibilità interna accompagnata da un livello adeguato di sicurezza sociale con l'obiettivo di preservare l'occupazione in tempi di difficoltà economiche;
   realizzare le condizioni per combinare il lavoro e le responsabilità di assistenza;
   favorire transizioni sicure e positive da un posto di lavoro a un altro e dalla disoccupazione all'occupazione;
   predisporre regimi di prestazioni di disoccupazione basati su requisiti di attivazione e legati a efficaci politiche attive per il lavoro che conservino gli incentivi per il lavoro garantendo al contempo un reddito sufficiente;
   rispettare scrupolosamente i diritti dei lavoratori in materia di lavoro e previdenza sociale;
   contrastare la frammentazione del mercato del lavoro e la precarietà del lavoro;
   rafforzare il coordinamento del dialogo sociale a livello dell'UE;
   prevenire la ristrutturazione economica;
   garantire l'accesso all'apprendimento lungo l'intero arco della vita;
   affrontare la scarsa partecipazione al mercato del lavoro da parte dei gruppi svantaggiati, comprese le persone appartenenti a minoranze (per esempio, i rom) e le persone con disabilità;
   aumentare la disponibilità di manodopera e migliorare l'allineamento in termini di competenze e di ubicazione geografica con le esigenze del mercato del lavoro;
   aumentare la copertura e l'efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro – in stretta cooperazione con le parti sociali – sostenute reciprocamente da politiche attive del mercato del lavoro, quali programmi di incentivazione al lavoro, e adeguati sistemi previdenziali al fine di mantenere l'occupabilità, assistere le persone a reinserirsi nel mondo del lavoro e salvaguardare condizioni di vita dignitose;
   migliorare la normativa sull'occupazione nonché sostenere e sviluppare condizioni per accordi sulla flessibilità del lavoro, in particolare per i lavoratori più giovani e anziani.

Raccomandazione 5.2: promuovere la mobilità dei lavoratori

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Adottare politiche e provvedimenti volti a promuovere la mobilità all'interno dei mercati del lavoro e tra essi, per esempio mediante regimi di sostegno alla mobilità.

Eliminare ostacoli giuridici e amministrativi nonché migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza sociale per sostenere la libera circolazione dei lavoratori nell'UE al fine di migliorare l'integrazione del mercato del lavoro europeo.

Gli Stati membri devono incrementare l'uso di EURES al fine di migliorare l'abbinamento fra offerta e domanda di lavoro al di là delle frontiere.

Raccomandazione 5.3: qualità dell'occupazione

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Il Consiglio europeo deve prestare attenzione alla qualità del lavoro nei suoi orientamenti politici per il 2013, in particolare per quanto riguarda l'accesso dei lavoratori a una serie fondamentale di diritti del lavoro, come sancito dai trattati, e fatta salva la legislazione degli Stati membri.

Garantire che le riforme nei mercati del lavoro siano attuate in modo da promuovere la qualità del lavoro.

Contrastare l'esistenza e la proliferazione di condizioni di lavoro precarie e di occupazione parasubordinata e assicurare che le persone con contratti temporanei o a tempo parziale o che svolgono un lavoro autonomo godano di un'adeguata protezione sociale e di accesso alla formazione.

Assicurare l'effettiva attuazione della direttiva 2000/78/CE che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.

Assicurare la qualità dei servizi pubblici, combattere la povertà e promuovere l'inclusione sociale

Raccomandazione 6.1: assicurare la qualità dei servizi pubblici

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Assicurare che il risanamento del bilancio sia compatibile con l'occupazione e la dimensione sociale di Europa 2020 e non ostacoli la fornitura di servizi pubblici di elevata qualità.

Le riforme dei sistemi sanitari devono essere incentrate sul miglioramento della qualità e sulla garanzia dell'adeguatezza, della convenienza e dell'accesso universale, nonché sulla garanzia di sostenibilità.

Raccomandazione 6.2: lottare contro la povertà e promuovere l'inclusione sociale

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Il Consiglio europeo deve inserire come priorità nei suoi orientamenti politici il contrasto della povertà e della disoccupazione tra tutti i gruppi d'età, in particolare per quanto concerne la povertà dei lavoratori attivi, la povertà tra le persone con legami scarsi o nulli con il mercato del lavoro e la povertà tra gli anziani.

Migliorare l'adeguatezza e l'efficacia dei sistemi di protezione sociale e garantire che questi continuino ad agire come cuscinetto contro la povertà e l'esclusione sociale.

Attuare strategie di inclusione attiva, servizi di alta qualità adeguati e convenienti, e un approccio per percorsi per un'occupazione di qualità per evitare la marginalizzazione dei gruppi a basso reddito e vulnerabili.

La Commissione deve valutare gli effetti del risanamento del bilancio sull'uguaglianza di genere e l'occupazione e la povertà femminile.

Assicurare che gli effetti negativi del risanamento di bilancio sulla parità di genere, sull'occupazione e sulla povertà femminile siano invertiti inviando raccomandazioni più decise sulla dimensione di genere agli Stati membri e disaggregando i principali obiettivi di Europa 2020 e i corrispondenti obiettivi nazionali per genere.

Elaborare politiche e provvedimenti per la riduzione della povertà dei lavoratori, come la promozione della partecipazione adeguata al mercato del lavoro nei nuclei familiari e lo stimolo alla transizione verso l'alto dei lavoratori con salari bassi o lavori precari.

Gli Stati membri devono combattere la povertà dei lavoratori perseguendo politiche del mercato del lavoro volte a garantire una retribuzione dignitosa a chi lavora.

Gli Stati membri devono prendere in considerazione la possibilità di introdurre sussidi mirati per l'assunzione di nuovi lavoratori provenienti da gruppi svantaggiati.

Gli Stati membri devono indicare nei rispettivi programmi nazionali di riforma come verranno impiegati i fondi dell'UE a sostegno degli obiettivi nazionali in materia di lotta alla povertà e altri obiettivi in ambito sociale e in materia di occupazione e istruzione, nonché assicurare il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020.

Portare avanti un risanamento di bilancio proporzionato, differenziato e favorevole alla crescita garantendo parallelamente la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro

Raccomandazione 7: portare avanti un risanamento di bilancio proporzionato, differenziato e favorevole alla crescita garantendo parallelamente la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Attuare programmi di risanamento del bilancio al fine di assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche, in modo proporzionato e articolato, favorevole alla crescita, consentendo investimenti per il raggiungimento della strategia UE 2020 e sfruttando appieno la flessibilità garantita dal patto di stabilità e crescita.

Riesaminare i suoi moltiplicatori fiscali al fine di evitare la sistematica sottostima degli effetti del risanamento di bilancio sulla crescita e sulla creazione di posti di lavoro in un contesto di recessione.

Riesaminare la velocità del risanamento al fine di differenziarla nei vari paesi in base al rispettivo margine di bilancio, onde evitare possibili effetti negativi sulla crescita e sull'occupazione e garantire la sostenibilità del debito.

Assicurare la coerenza tra le varie priorità nei suoi orientamenti politici, di modo che il risanamento del bilancio non comprometta il potenziale di crescita sostenibile e creazione di posti di lavoro, non aumenti la povertà e l'esclusione sociale, o non impedisca la fornitura di servizi pubblici di qualità.

Conseguire la piena coerenza tra il risanamento del bilancio e i provvedimenti economici proposti, da un lato, e la riduzione della povertà e l'aumento dei tassi di occupazione, dall'altro.

Ulteriori sforzi richiesti per migliorare la governance, l'impegno e la legittimità democratica

Raccomandazione 8: accrescere la legittimità democratica del semestre europeo

Il Parlamento europeo ritiene che gli orientamenti politici annuali che il Consiglio europeo adotterà in base all'analisi annuale della crescita debbano avere i seguenti obiettivi.

Garantire la piena partecipazione dei parlamenti nazionali e regionali, delle parti sociali, delle autorità pubbliche e della società civile nell'attuazione e nel monitoraggio degli orientamenti politici nel quadro della strategia Europa 2020 e del processo di governance economica, al fine di assicurarne la titolarità.

Il Parlamento europeo deve essere adeguatamente coinvolto nel semestre europeo.

Il Consiglio europeo deve affrontare le preoccupazioni e le proposte espresse dal Parlamento europeo al momento dell'adozione dei suoi orientamenti politici per il 2013.

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