Risoluzione del Parlamento europeo del 21 maggio 2013 sulle strategie regionali per aree industriali nell'Unione europea (2012/2100(INI))
Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo 162 del TFUE, che riguarda gli obiettivi del Fondo sociale europeo e fa riferimento, tra le altre cose, all'obiettivo di facilitare l'adeguamento alle trasformazioni industriali e ai cambiamenti dei sistemi di produzione,
– visti gli articoli 174 e seguenti del TFUE, che sanciscono l'obiettivo della coesione economica, sociale e territoriale e definiscono gli strumenti finanziari per raggiungerlo,
– visto l'articolo 176 del TFUE, che riguarda il Fondo europeo di sviluppo regionale e fa riferimento, tra l'altro, allo sviluppo e all'adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo e alla conversione delle regioni industriali in declino,
– visto l'articolo 173 (titolo XVII) del TFUE, che riguarda la politica industriale dell'UE e fa riferimento, tra le altre cose, alla competitività dell'industria dell'Unione,
– vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 settembre 2012, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca compresi nel quadro strategico comune e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, e che abroga il regolamento del Consiglio (CE) n. 1083/2006 (COM(2012)0496),
– vista la sua risoluzione del 20 maggio 2010 sull'attuazione delle sinergie dei fondi destinati alla ricerca e all'innovazione nell'ambito del regolamento (CE) n. 1080/2006 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e del Settimo programma quadro di attività comunitaria di ricerca e sviluppo nelle città, nelle regioni, negli Stati membri e nell'Unione(1),
– vista la sua risoluzione del 20 maggio 2010 sul contributo della politica di coesione al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona e di UE 2020(2),
– vista la sua risoluzione del 15 giugno 2010 sulla politica comunitaria a favore dell'innovazione in un mondo che cambia(3),
– vista la sua risoluzione del 16 giugno 2010 sulla strategia Europa 2020(4),
– vista la sua risoluzione del 7 ottobre 2010 sulla politica di coesione e la politica regionale dell'UE dopo il 2013(5),
– vista la sua risoluzione del 9 marzo 2011 su una politica industriale per l'era della globalizzazione(6),
– viste le conclusioni della riunione del Consiglio (3057a sessione del Consiglio Competitività – Mercato interno, industria, ricerca e spazio) tenutosi a Bruxelles il 10 dicembre 2010 su «Una politica industriale per l'era della globalizzazione»,
– vista la sesta relazione intermedia della Commissione del 25 giugno 2009 sulla coesione economica e sociale – Regioni creative e innovative (COM(2009)0295),
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 30 luglio 2009 su «L'industria europea in un mondo in evoluzione – Panoramica settoriale aggiornata 2009» (SEC(2009)1111),
– vista la comunicazione della Commissione del 23 settembre 2009, «Preparare il nostro futuro: elaborare una strategia comune per le tecnologie abilitanti fondamentali nell'UE» (COM(2009)0512),
– vista la comunicazione della Commissione del 3 marzo 2010 dal titolo «Europa 2020, Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» (COM(2010)2020),
– vista la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2010 dal titolo «Iniziativa faro Europa 2020 – L'Unione dell'innovazione» (COM(2010)0546),
– vista la comunicazione della Commissione del 28 ottobre 2010 intitolata «Una politica industriale integrata per l'era della globalizzazione – Riconoscere il ruolo centrale di concorrenzialità e sostenibilità» (COM (2010)0614),
– vista la comunicazione della Commissione, del 9 novembre 2010, dal titolo «Conclusioni della Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale: il futuro della politica di coesione» (COM(2010)0642),
– vista la comunicazione della Commissione del 14 ottobre 2011 intitolata «Politica industriale: rafforzare la competitività – Risultati e politiche degli Stati membri in tema di competitività 2011» (COM(2011)0642),
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 14 marzo 2012 su «Elementi per un quadro strategico comune dal 2014 al 2020: Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo, Fondo di coesione, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca» (SWD(2012)0061),
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 24 aprile 2012 su «Il principio del partenariato nell'utilizzo del fondi del quadro strategico comune – Elementi per un Codice europeo di condotta per il partenariato» (SWD(2012)0106),
– vista la comunicazione della Commissione del 10 ottobre 2012 dal titolo «Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica. Aggiornamento della comunicazione sulla politica industriale» (COM (2012)0582),
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 10 ottobre 2012 sulla relazione sulla concorrenzialità europea (SWD(2012)0299),
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione dal titolo «Quadro di valutazione della performance industriale e risultati e politiche degli Stati membri in tema di competitività», (SWD(2012)0298),
– visto il parere del Comitato economico e sociale europeo (CESE) del 26 maggio 2010 sul tema «Necessità di applicare un approccio integrato alla riabilitazione urbana»(7),
– visto il parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione intitolata «Una politica industriale integrata per l'era della globalizzazione - Riconoscere il ruolo centrale di concorrenzialità e sostenibilità» (CCMI/083 - CESE 808/2011),
– visto l'articolo 48 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per lo sviluppo regionale e il parere della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (A7-0145/2013),
A. considerando che il termine «industria» non è chiaramente definito e può includere tutta una serie di settori diversi;
B. considerando che uno dei principali punti di forza della nostra competitività a livello internazionale è innegabilmente rappresentato dall'industria, senza la quale l'UE non svolgerebbe un ruolo altrettanto importante nell'equilibrio mondiale delle forze economiche;
C. considerando che il settore industriale potrebbe svolgere un ruolo di punta nell'economia dell'UE, dato che la Commissione stima che per ogni 100 posti di lavoro creati nell'industria, nel resto dell'economia è possibile creare tra 60 e 200 nuovi posti di lavoro; che tuttavia la produzione industriale tra il 2008 e il 2011 è calata dal 20% al 16% del PIL dell'UE e che i posti di lavoro nel settore sono diminuiti dell'11%;
D. considerando che la Commissione intende invertire il declino dell'industria nell'UE e portare il livello del suo contributo al PIL dall'attuale 16% circa al 20% entro il 2020; considerando che l'industria rappresenta la principale destinazione degli investimenti privati e pubblici nella ricerca, nello sviluppo e nell'innovazione;
E. considerando che la politica di coesione può contribuire a rispondere alle sfide strutturali a cui fa fronte il settore industriale europeo, nonché a raggiungere gli ambiziosi obiettivi della strategia «Europa 2020» quali il passaggio verso un'economia sostenibile, a basse emissioni di carbonio, efficiente in termini di energia e inclusiva, che promuova l'occupazione e la conoscenza;
F. considerando che molte vecchie regioni industrializzate in Europa fanno fronte a problemi simili, dal momento che hanno avuto protratti periodi di crescita in passato, seguiti da un grave declino economico negli ultimi anni;
G. considerando che le regioni transfrontaliere sono spesso esposte a sfide industriali della stessa natura, analogamente ai bacini minerari, siderurgici o di produzione tessile, per via delle loro caratteristiche territoriali comuni e della loro interdipendenza economica;
H. considerando che la politica industriale tende a concentrarsi sui problemi quotidiani specifici dell'industria e che spesso il suo forte impatto sulle regioni è, di conseguenza, trascurato;
I. considerando che la ricerca ha dimostrato che la ristrutturazione delle vecchie regioni industrializzate richiede un approccio di ampio respiro, e che gli ostacoli amministrativi possono impedirne la realizzazione;
J. considerando che gli Stati membri, le regioni e le città nell'UE sono soggetti a vincoli finanziari; che, nello specifico, le aree con una vecchia base industriale spesso non sono in grado di attrarre fondi a sufficienza per la conversione; e che il finanziamento dell'UE alla riconversione degli aiuti e agli sforzi di ristrutturazione è indispensabile per sostenere gli approcci politici regionali e transfrontalieri;
K. considerando che le città sono vettori di innovazione e di crescita sostenibile e assolvono all'importante funzione di rispondere alle sfide poste dalle vecchie aree industrializzate;
L. considerando che sono necessari approcci integrati nuovi e innovativi, anche agevolati da quadri politici legislativi adeguati e strategie di specializzazione intelligente, al fine di aiutare le regioni e le città a realizzare il loro potenziale di innovazione e riorientare le loro risorse industriali nella direzione delle industrie e dei servizi emergenti, nonché dei mercati globalizzati;
M. considerando che le diverse politiche di reindustrializzazione non tengono sufficientemente in considerazione il potenziale delle industrie culturali e creative, che presentano grandi potenzialità di crescita, di innovazione e di occupazione e che costituiscono un fattore di coesione sociale e un mezzo efficace di lotta contro l'attuale recessione;
1. richiama l'attenzione sulle risorse esistenti messe a disposizione attraverso la politica di coesione e i Fondi strutturali, la valorizzazione dei meccanismi d'ingegneria finanziaria attuati dalla Banca europea per gli investimenti, e le politiche di sviluppo economico nazionali, regionali e municipali a sostegno della riconversione delle vecchie aree industriali e della reindustrializzazione delle aree industriali in crisi, nell'intento di conseguire una reindustrializzazione moderna e sostenibile; deplora, ciononostante, che tali opzioni non sempre affrontino i problemi reali specifici delle regioni e che si registri una sottoutilizzazione, da parte degli Stati membri e delle regioni, degli stanziamenti d'impegno dei Fondi strutturali e di investimento in un momento in cui il settore industriale subisce fortemente la crisi;
2. sottolinea la necessità di istituire ulteriori misure di aiuto per assistere le vecchie regioni industrializzate, in particolare le aree monoindustriali, affinché possano trovare nuovi percorsi di sviluppo concentrandosi sulle industrie culturali e creative, nonché promuovere l'utilizzo dei siti non utilizzati che possono svolgere un ruolo fondamentale nella riconversione dei siti industriali in abbandono;
3. chiede approcci più integrati e sistematici al rinnovamento industriale e allo sviluppo regionale, e un incremento della coerenza tra le diverse politiche a livello dell'UE, nazionale, regionale, interregionale e transfrontaliero al fine di garantire lo sfruttamento delle potenzialità esistenti nel settore industriale europeo; sottolinea che è necessario creare aree economiche di importanza regionale e parchi di attività ad alta tecnologia, basati su partenariati pubblico-privati, e contribuire al miglioramento dell'utilizzo delle risorse umane ed economiche locali e regionali ricorrendo a tecnologie avanzate;
4. sottolinea che il successo di un tale rinnovamento industriale, associato allo sviluppo regionale, dipenderà dall'esistenza di politiche efficaci in settori come la politica di coesione, la governance economica, la competitività, la ricerca e l'innovazione, l'energia, l'agenda digitale, lo sviluppo sostenibile, i settori culturali e creativi, nuove qualifiche e posti di lavoro ecc.;
5. ritiene che le principali sfide per le vecchie regioni industrializzate siano:
–
la riqualificazione materiale del terreno;
–
la riqualificazione degli alloggi e delle infrastrutture sociali;
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il rinnovamento delle infrastrutture, sulla base delle esigenze delle nuove industrie;
–
lo sviluppo di un'infrastruttura a banda larga, che costituisce un'attrattiva aggiuntiva per una regione;
–
la necessità di riqualificazione professionale dei lavoratori disoccupati e di iniziative di formazione permanente intese a creare occupazione, con particolare attenzione all'istruzione tecnologica di alta qualità per la forza lavoro, soprattutto i giovani;
–
la stimolazione di occupazione transfrontaliera, innovazione, formazione, riabilitazione ambientale e strategie di attrattività regionale;
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la necessità di promuovere l'imprenditorialità con strategie ad hoc dell'UE per l'occupazione nonché di adattare le competenze sociali, le qualifiche e l'imprenditorialità alle nuove esigenze derivanti dalle sfide economiche, tecnologiche, professionali e ambientali;
–
la riqualificazione sostenibile delle aree interessate garantendo, per quanto possibile, l'integrazione delle aree verdi;
–
il ripensamento della base economica e delle condizioni di investimento;
–
il trattamento dei problemi legati all'ecologia;
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gli ostacoli finanziari e la mancanza di possibilità di finanziamento diretto;
–
la creazione di soluzioni di specializzazione intelligente per il rinnovamento industriale e la diversificazione economica;
6. sottolinea che le strategie regionali per le aree industriali debbono includere, come punto focale, misure volte a proteggere i terreni, le acque e la qualità dell’aria, a salvaguardare la biodiversità regionale e locale e le risorse naturali e a depurare i terreni e le acque, in modo tale che non continuino a essere disperse nella natura sostanze nocive per l'ambiente;
7. è convinto che sia importante che le strategie per le aree industriali comprendano una messa a fuoco integrata su possibili forme di trasporto sostenibile da e per queste aree, comprese le materie prime, i beni prodotti e il personale, nonché le infrastrutture necessarie, siano queste esistenti o previste per il futuro, e che detta messa a fuoco può contribuire a ridurre l'impatto ambientale delle aree industriali e assicurare che le esigenze della comunità siano soddisfatte tutelando al contempo le risorse naturali, risparmiando capitale e contribuendo in modo positivo alla salute umana;
8. ritiene che, in seguito al processo di allargamento dell'UE, le disparità regionali siano aumentate, e di conseguenza l'attenzione e la sensibilizzazione del pubblico si sono allontanate dalle vecchie regioni industrializzate a cui mancano opportunità sufficienti di investimento in strategie concrete di sviluppo regionale;
9. invita la Commissione a valutare la situazione attuale nelle vecchie regioni industrializzate, a identificare le loro sfide principali, e a fornire informazioni e orientamento a tali regioni al fine di elaborare, mediante procedure democratiche, strategie regionali basate su ampi partenariati, che possano contribuire a migliorare le prospettive di sviluppo sostenibile di tali regioni a partire dal loro potenziale endogeno;
10. sottolinea che il rafforzamento della base industriale dell'economia è necessario per favorire la crescita economica e la creazione di occupazione e per conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020, e che il patrimonio industriale, in termini di patrimonio culturale, storico e architettonico e le competenze disponibili nelle vecchie regioni industriali possono costituire una base insostituibile in quest'ambito e andrebbero conservati e adattati alle nuove esigenze;
11. osserva che molte aree industriali dismesse offrono un notevole potenziale per migliorare l’efficienza energetica ricorrendo a tecnologie e norme edili moderne, a beneficio sia delle economie regionali interessate sia dell'ambiente;
12. ribadisce che laddove le vecchie regioni industrializzate hanno cercato di esplorare nuove opportunità di sviluppo regionale, hanno registrato il maggiore successo quando hanno basato tali strategie sulle loro caratteristiche passate, sui loro punti di forza territoriali, sul loro patrimonio industriale e sulle loro esperienze e capacità;
13. sottolinea che le aree urbane svolgono un ruolo importante in termini di innovazione e di crescita sostenibile e che i tentativi di riconversione sono inutili se mancano investimenti sufficienti in tale ambito, in quanto in assenza di interventi sugli edifici e sul trasporto urbano non saranno conseguiti gli obiettivi UE;
14. ritiene che il declino nella maggior parte delle regioni industrializzate sia parzialmente dovuto all'affidamento a strutture monosettoriali; ritiene che basare l'economia esclusivamente su strutture monosettoriali sia controproducente e che un'economia diversificata sia di fondamentale importanza come base per la crescita sostenibile e la creazione di occupazione;
15. invita la Commissione a elaborare programmi politici e strumenti che combinino il Fondo strutturale e il Fondo di coesione con gli approcci della politica industriale, al fine di sostenere la trasformazione industriale da vecchie regioni industrializzate a moderne regioni industriali;
16. ritiene che le strategie industriali regionali debbano basarsi su un approccio integrato che includa una componente dedicata all'occupazione, alla formazione e all'istruzione, al fine di promuovere i settori d'avanguardia in grado di creare posti di lavoro sostenibili a livello locale e regionale, in particolare per i giovani, ad esempio nelle PMI innovative, nel quadro del programma per la competitività delle imprese e le PMI (Cosme); sottolinea il ruolo speciale svolto dalle città nello sviluppo di strategie regionali a favore delle aree industriali; ritiene, a tale proposito, che le città siano fondamentali per conseguire una crescita intelligente; sottolinea, pertanto, che le città caratterizzate da vecchie aree industrializzate racchiudono un enorme potenziale, che l'UE dovrebbe esplorare appieno; invita la Commissione ad avviare un dialogo intensificato con le città interessate al fine di conferire loro maggiore credibilità quali partner diretti dell'UE;
17. evidenzia che, in particolare, il sostegno alla riqualificazione energetica degli edifici aiuterà le regioni a ridurre le emissioni di anidride carbonica, a creare posti di lavoro a livello locale e a risparmiare il denaro dei consumatori speso per il riscaldamento;
18. invita la Commissione a fare tesoro delle sinergie tra le politiche di coesione e industriali al fine di sostenere la competitività e la crescita e assistere gli Stati membri, le regioni e le città a trovare una base per le strategie di sviluppo industriale orientate a livello regionale;
19. ritiene che non esista uno specifico programma per le strategie regionali per le aree industriali per l'UE nel suo insieme, e che un approccio locale e regionale sia più idoneo per l'elaborazione di strategie regionali; invita la Commissione a sostenere le attività di ricerca economica regionale nel contesto dell'iniziativa Orizzonte 2020, che consente l'elaborazione di strategie adattate al contesto regionale per altre vecchie regioni industrializzate;
20. sottolinea il fatto che le caratteristiche delle regioni devono essere prese in considerazione quando si pianificano strategie di sviluppo regionale; in questo contesto, e in considerazione del modello delle strategie di sviluppo rurale dal basso verso l'alto (LEADER) per le aree rurali, ritiene che sarebbe opportuno promuovere le iniziative di sviluppo locale dal basso verso l'alto per le aree urbane;
21. invita la Commissione a ricorrere alle esperienze passate di aree urbane come Manchester nel Regno Unito, Lilla in Francia, Essen e la regione della Ruhr in Germania e Bilbao in Spagna, dove il finanziamento dell'UE ha contribuito alla riconversione e ristrutturazione di vecchie regioni industrializzate, al fine di elaborare strategie future per altre regioni dell'UE;
22. plaude ai risultati positivi generati dall'attribuzione del titolo di capitale europea della cultura alle città e agli agglomerati un tempo in declino industriale come Glasgow o Lilla e ribadisce l'importanza della cultura e delle attività creative quali catalizzatori della riqualificazione delle aree urbane e dell'attrattiva regionale;
23. sottolinea che la riqualificazione sostenibile di vecchie regioni industrializzate necessita di decenni ed è molto costosa, e spesso oltrepassa le capacità amministrative e finanziarie degli enti locali coinvolti; ribadisce, al riguardo, la necessità di promuovere l'assistenza tecnica presso gli enti e gli organismi pubblici regionali e locali;
24. sottolinea che il nuovo strumento per gli «investimenti territoriali integrati», proposto nell'articolo 99 del progetto di regolamento recante disposizioni comuni per il nuovo periodo di programmazione 2014-2020, potrebbe offrire un'opportunità per l'elaborazione di strategie regionali al di là dei confini amministrativi;
25. invita gli Stati membri a evitare regole eccessivamente complesse per i beneficiari; ribadisce che laddove esistono normative UE è possibile eliminare le regole interne, al fine di evitare le duplicazioni o i conflitti tra norme;
26. invita la Commissione a creare una base dati dei parchi industriali e delle aree di attività regionali esistenti, allo scopo di individuare i modelli migliori da applicare anche alle altre regioni e di collegarli con le strategie locali e regionali di sviluppo di lungo termine nonché a fornire orientamenti sul modo in cui utilizzare i fondi per accompagnare il processo di riconversione;
27. ritiene che sarebbe opportuno sostenere ulteriormente lo sviluppo dello spirito imprenditoriale giovanile attraverso l'accesso ai fondi europei e la consulenza alle imprese;
28. invita gli Stati membri a garantire che le vecchie regioni industrializzate possano trarre pienamente beneficio dai fondi nazionali ed europei, affinché l'UE possa avviare una «nuova rivoluzione industriale»;
29. sottolinea la necessità di concentrare ulteriormente il sostegno della politica di coesione sulla riconversione industriale nelle regioni, nei seguenti settori: innovazione commerciale e investimenti, inclusione sociale, approcci integrati allo sviluppo urbano e riqualificazione urbana;
30. invita gli Stati membri a sostenere le loro regioni nella partecipazione all'approccio di «specializzazione intelligente»; ribadisce che, per avere successo, le regioni necessitano di strategie ad hoc di sviluppo sostenibile; nota che in molti casi gli enti pubblici locali non riescono ad acquisire le necessarie competenze ed esperienze senza il sostegno della Commissione e degli Stati membri;
31. è del parere che vadano create aree industriali che promuoveranno lo sviluppo delle città; raccomanda di attribuire maggiore priorità alle attività di ricerca, innovazione e formazione, rammentando il ruolo creativo svolto dalle università a tal fine; sostiene la creazione di reti di innovazione, competitività e imprenditorialità a livello regionale, per incoraggiare il miglioramento dell'articolazione fra università, imprese e centri di conoscenza, promuovendo in tal modo nuove attività industriali al fine di incoraggiare lo sviluppo di strategie di specializzazione settoriale e promuovere la creazione di raggruppamenti industriali; invita la Commissione e gli Stati membri interessati a pretendere maggiore trasparenza nell'assegnazione di mezzi alle parti interessate;
32. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri.