Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2013 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: attuazione delle priorità per il 2013 (2013/2134(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la sua risoluzione del 26 ottobre 2012 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: attuazione delle priorità per il 2012(1),
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 14-15 marzo 2013,
– visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 136, in combinato disposto con l'articolo 121, paragrafo 2,
– visto il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance (TSCG),
– visto il regolamento (UE) n. 1175/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, che modifica il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche(2),
– vista la direttiva 2011/85/UE del Consiglio, dell'8 novembre 2011, relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri(3),
– visto il regolamento (UE) n. 1174/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulle misure esecutive per la correzione degli squilibri macroeconomici eccessivi nella zona euro(4),
– visto il regolamento (UE) n. 1177/2011 del Consiglio, dell'8 novembre 2011, che modifica il regolamento (CE) n. 1467/97 per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi(5),
– visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici(6),
– visto il regolamento (UE) n. 1173/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, relativo all'effettiva esecuzione della sorveglianza di bilancio nella zona euro(7),
– visto il regolamento (UE) n. 472/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sul rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri nella zona euro che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria(8),
– visto il regolamento (UE) n. 473/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sulle disposizioni comuni per il monitoraggio e la valutazione dei documenti programmatici di bilancio e per la correzione dei disavanzi eccessivi negli Stati membri della zona euro(9),
– vista la comunicazione della Commissione del 28 novembre 2012 dal titolo "Analisi annuale della crescita 2013" (COM(2012)0750),
– vista la sua risoluzione del 7 febbraio 2013 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: contributo all'analisi annuale della crescita per il 2013(10),
– vista la comunicazione della Commissione, del 27 marzo 2013, da titolo "Quadro di valutazione UE della giustizia - Uno strumento per promuovere una giustizia effettiva e la crescita" (COM(2013)0160),
– vista la comunicazione della Commissione del 29 maggio 2013 che accompagna il progetto di raccomandazioni specifiche per paese del 2013 e intitolata "Semestre europeo 2013: Raccomandazioni specifiche per paese – Far uscire l'Europa dalla crisi" (COM(2013)0350),
– viste la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio del 29 maggio 2013, presentata dalla Commissione, sull'attuazione degli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri la cui moneta è l'euro (COM(2013)0379), nonché tutte le proposte di raccomandazioni del Consiglio del 29 maggio 2013 per singoli Stati membri dell'Unione europea, presentate della Commissione,
– visto lo studio del 2012 da titolo "Dati per la valutazione del processo del semestre europeo da una prospettiva di parità di genere"(11),
– visto l'articolo 48 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e i pareri della commissione per i bilanci, della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A7-0322/2013),
A. considerando che la crisi economica, sociale, finanziaria e del debito sovrano non si è ancora attenuata e che un'Unione economica e monetaria (UEM) più equilibrata, solida, stabile e integrata è un obiettivo ancora in fase di realizzazione;
B. considerando che la crisi del debito sovrano nella zona euro sta avendo un impatto significativo sul mercato monetario in euro nonché sulle misure straordinarie dell'Eurosistema;
C. considerando che le raccomandazioni specifiche per paese della Commissione contengono indicazioni utili e dettagliate, ma nel complesso devono essere definite con maggiore precisione e migliorate per taluni Stati membri, segnatamente in termini di equilibrio delle strategie politiche nelle aree di intervento; che esiste un margine di miglioramento anche per quanto riguarda la metodologia di valutazione dei programmi nazionali di riforma e di follow-up delle raccomandazioni specifiche per paese;
D. considerando che le PMI restano la spina dorsale dell'economia della zona euro, in quanto rappresentano circa il 98% della totalità delle imprese e occupano circa tre quarti dei dipendenti della zona euro e producono circa il 60% del valore aggiunto;
E. considerando che, nell'attuazione del semestre europeo, è importante salvaguardare il ruolo delle parti sociali e rispettare le diverse prassi e istituzioni nazionali nell'ambito della determinazione delle retribuzioni;
F. considerando che occorrono azioni immediate in molti settori, tra gli altri nel ripristino dell'erogazione di prestiti all'economia reale e alle PMI, il che comporta lo sviluppo di fonti alternative di finanziamento, nel miglioramento della competitività del contesto imprenditoriale, nella lotta alla frode, all'evasione fiscale e a una pianificazione fiscale aggressiva, nel ripristino della sostenibilità delle finanze pubbliche e nella ricerca di soluzioni europee efficaci per combattere la disoccupazione, creando così un mercato del lavoro pienamente integrato e rafforzando notevolmente la dimensione sociale dell'UEM;
G. considerando che la legittimità democratica della governance economica nel semestre europeo si fonda sul rispetto autentico e impegnato delle prerogative parlamentari a livello europeo e nazionale e della Commissione, quali stabilite nei trattati e nella legislazione dell'UE, in controtendenza rispetto a una cultura di elaborazione delle politiche economiche sempre più lontana dal Parlamento e fondata su relazioni intergovernative a livello di UE e di zona euro;
H. considerando che il coinvolgimento delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile è fondamentale per effettuare valutazioni dell'impatto sociale della crisi a livello locale e conseguentemente per adottare misure adeguate;
I. considerando che, data l'avvenuta entrata in vigore delle nuove disposizioni introdotte dal cosiddetto "two-pack", le raccomandazioni specifiche per paese hanno un'importanza maggiore ora che i programmi nazionali di riforma e i programmi di stabilità devono essere coerenti con esse;
J. considerando che, sebbene gli Stati membri con un programma di assistenza finanziaria abbiano applicato rigorosamente le raccomandazioni specifiche per paese, la conformità degli altri Stati membri alle precedenti raccomandazioni si attesta a un livello basso;
K. considerando che il two-pack stabilisce norme nell'ambito del metodo comunitario relative agli Stati membri della zona euro che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria;
L. considerando che è necessario garantire il mercato unico e la coesione dell'Unione;
M. considerando che le nuove tecnologie offrono sia ai datori di lavoro che ai dipendenti nuove possibilità di organizzazione del lavoro che favoriscono una migliore conciliazione della vita professionale e di quella familiare e, pertanto, una maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro;
N. considerando che il 17 settembre 2013 la commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento ha tenuto una riunione con i parlamenti nazionali in cui è stata discussa l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio per tenere maggiormente conto della loro efficacia e dei potenziali effetti di ricaduta nell'UE;
1. accoglie con favore le raccomandazioni specifiche per paese della Commissione, adottate dal Consiglio; sottolinea tuttavia che esiste un margine di miglioramento; si compiace che tali raccomandazioni siano più dettagliate delle precedenti e forniscano maggiori indicazioni sull'assiduità degli Stati membri nell'adempiere agli obblighi assunti in passato; accoglie favorevolmente la dichiarazione della Commissione secondo cui "per risultare efficaci le politiche devono non solo essere ben strutturate, ma anche godere di un sostegno politico e sociale" e secondo cui, oltre a un risanamento di bilancio, l'Europa e gli Stati membri hanno bisogno di riforme strutturali che conducano a una crescita reale, sostenibile ed equilibrata dal punto di vista sociale, un'occupazione sostenibile e una competitività rafforzata, mentre dovrebbero essere adottate misure più specifiche e urgenti per affrontare i livelli di disoccupazione inaccettabilmente elevati, in particolare la disoccupazione giovanile; invita a tal proposito la Commissione a monitorare la conformità di tutte le relazioni degli Stati membri agli obiettivi di Europa 2020, segnatamente quelli relativi alla riduzione della povertà e all'occupazione, nonché a prestare particolare attenzione alle interconnessioni e alla interdipendenza tra le politiche;
2. plaude ai risultati conseguiti in diversi Stati membri, che hanno consentito di chiudere le rispettive procedure per il disavanzo;
3. accoglie favorevolmente la dichiarazione della Commissione che i paesi con un disavanzo devono riacquistare competitività, mentre i paesi con un avanzo devono, ove possibile, incrementare la domanda interna in modo proporzionato e sostenibile, al fine di contribuire alla stabilità e alla crescita della zona euro;
4. ritiene che l'economia dell'UE nel suo complesso debba rafforzare la sua competitività nell'economia globale, in particolare aumentando la concorrenza nei mercati dei prodotti e dei servizi al fine per migliorare la produttività e ridurre i prezzi e mantenendo il costo del lavoro in linea con la produttività; sottolinea che l'UE non può competere solo sul piano dei costi, ma deve piuttosto investire maggiormente nella ricerca e nello sviluppo, nell'istruzione e nelle competenze nonché nell'efficienza delle risorse;
5. si compiace che la Commissione e il Consiglio si prefiggano di evitare un approccio unico valido per tutti nelle raccomandazioni specifiche per paese e quindi di garantire che esse siano commisurate alle specificità e alle necessità nazionali dello Stato membro interessato, rimanendo nel contempo incentrate su politiche in grado di stimolare la crescita e la stabilità fiscale; invita gli Stati membri a valutare l'impatto sociale dei piani di riforma economica e strutturale e a garantire che sia effettuata un'autentica valutazione della loro attuazione ai fini di un coordinamento più efficace delle politiche e del loro perfezionamento;
6. sottolinea che gli emittenti sovrani e le istituzioni finanziarie mostrano persistenti vulnerabilità in un contesto di scarsa crescita;
7. sottolinea che la Commissione ha individuato progressi significativi rispetto agli anni precedenti soltanto nel 15% delle quasi 400 raccomandazioni specifiche per paese;
8. plaude al fatto che le raccomandazioni della Commissione non sono dirette solamente agli Stati membri ma anche alla zona euro nel complesso; ritiene che le raccomandazioni dirette agli Stati membri debbano tenere maggiormente in considerazione la forte interdipendenza tra le economie dell'UE, specialmente nella zona euro, e tutte le informazioni pertinenti contenute nella relazione sul meccanismo di allerta;
9. sottolinea l'importanza di monitorare e attuare le raccomandazioni specifiche per paese, la sorveglianza multilaterale, lo scambio di esperienze e di migliori prassi e le revisioni paritetiche;
10. chiede che sia svolta un'indagine più approfondita sulle ragioni dell'enorme e visibile aumento delle divergenze interne tra Stati membri riguardo a competitività, risanamento di bilancio e prestazione economica, che derivano dal funzionamento della moneta unica e, in particolare, dall'impatto asimmetrico delle politiche comuni;
11. chiede un'interpretazione prudente degli indicatori di crescita "a lenta ripresa" e raccomanda un esame più attento della sostenibilità dei miglioramenti individuati, in particolare per quanto riguarda la bilancia commerciale, la bilancia delle partite correnti e i disavanzi pubblici, nonché dei progressi compiuti nell'ambito delle riforme strutturali; chiede un esame più attento della qualità delle previsioni economiche visto che le precedenti previsioni della Commissione sono state molto spesso riviste al ribasso; sottolinea la necessità di concepire i programmi di assistenza partendo da ipotesi e scenari conservatori anziché ottimisti, per evitare effetti controproducenti e prociclici;
12. esorta la Commissione a inserire gli obiettivi nazionali di Europa 2020 nelle raccomandazioni indirizzate agli Stati membri nel quadro dei programmi di adeguamento economico e a tenere debitamente conto delle limitazioni poste da tali programmi al conseguimento dei citati obiettivi; chiede altresì che la legittimità democratica di tali programmi sia promossa e consolidata;
13. si compiace del fatto che alcuni Stati membri abbiano presentato delle relazioni sui progressi compiuti nell'ambito della strategia Europa 2020, illustrando in alcuni casi progetti specifici per il conseguimento degli obiettivi stabiliti; esorta tutti gli Stati membri a includere tali relazioni nei loro contributi al semestre europeo 2014; deplora che la Commissione non abbia presentato una relazione di avanzamento nel quadro della strategia Europa 2020; invita la Commissione a presentare annualmente una relazione di questo tipo;
14. deplora il fatto che nessuna raccomandazione specifica per paese affronti la sfida posta dall'impatto della tassazione del lavoro sugli investimenti a lungo termine e sui risultati in termini di creazione di posti di lavoro;
15. plaude alla dichiarazione della Commissione che la competitività dell'Europa non può e non sarà incentrata "solo in termini di costi"; sottolinea inoltre che tale aspetto è fondamentale per rafforzare la produttività, compresa la produttività del capitale, delle risorse e dell'energia, l'inclusione sociale, gli investimenti nell'istruzione e nell'apprendimento continuo, la ricerca e l'innovazione nonché l'efficienza delle risorse, in linea con gli obiettivi di Europa 2020; incoraggia a compiere ulteriori progressi relativamente agli obiettivi di Europa 2020, soprattutto in materia di occupazione; chiede che le precedenti considerazioni trovino un adeguato riscontro nelle raccomandazioni specifiche per paese dei paesi con un disavanzo, poiché sono gli Stati membri che hanno estremo bisogno di stimolare la competitività;
16. accoglie con favore le raccomandazioni specifiche per paese della Commissione nel campo della tassazione ambientale e il relativo potenziale per la creazione di posti di lavoro e invita la Commissione a tenerne conto nella prossima analisi annuale della crescita; sottolinea gli effetti positivi dal punto di vista del bilancio, occupazionale, sociale e ambientale prodotti con il trasferimento dell'imposizione fiscale dal lavoro all'ambiente;
17. deplora i ritardi nell'attuazione del "patto per la crescita e l'occupazione" da 120 miliardi di EUR concordato nel giugno 2012, dell'iniziativa sui prestiti obbligazionari (project bond) varata nel novembre 2012 e dell'investimento supplementare della BEI del valore di 180 miliardi di EUR; invita il Consiglio e la Commissione a individuare ed eliminare celermente gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione di tali iniziative;
18. invita la Commissione a presentare urgentemente proposte legislative intese a dar vita a un vero processo di convergenza nel quadro del semestre europeo che si basino sugli obiettivi di Europa 2020 e includano misure di sostegno a favore degli Stati membri per l'attuazione delle riforme strutturali, quali ad esempio uno strumento di convergenza e di competitività nonché disposizioni in materia di coordinamento delle politiche economiche ex ante sulla base del metodo comunitario;
19. invita la Commissione a includere nell'ambito di applicazione di uno strumento di convergenza e di competitività il sostegno finanziario alle riforme strutturali in settori che bloccano il dinamismo e l'efficienza dell'economia;
20. plaude al fatto che la Commissione abbia fatto ricorso alla flessibilità offerta dal patto di stabilità e di crescita rivisto per prorogare i termini per la correzione dei disavanzi eccessivi in sette procedure; constata che questa proroga dovrebbe facilitare l'attuazione delle riforme strutturali necessarie da parte di tali paesi; invita la Commissione e il Consiglio a garantire che il contenuto e il calendario del percorso di aggiustamento di bilancio siano adattati alle specificità di ciascun paese e comprendano, in particolare per i paesi in disavanzo, la summenzionata flessibilità, il pieno utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei, riforme strutturali solide e sostenibili e l'individuazione degli investimenti essenziali per aumentare la competitività, in particolare nella raccomandazione specifica per paese; accoglie con favore la dichiarazione della Commissione secondo cui, già nella valutazione dell'esecuzione del bilancio di quest'anno e nell'analisi dei bilanci nazionali per il 2014, cercherà di inserire, in particolare nella parte preventiva del Patto di stabilità e di crescita, a determinate condizioni, programmi di investimenti pubblici straordinari con un impatto certo sulla stabilità delle finanze pubbliche, nel pieno rispetto del quadro di sorveglianza di bilancio dell'UE; attende con interesse che l'imminente comunicazione della Commissione sul quadro operativo concreto sia presentata al Parlamento, secondo la dichiarazione allegata al two-pack;
21. prende atto della comunicazione sul quadro armonizzato per i documenti programmatici di bilancio e le relazioni sull'emissione del debito nella zona euro adottata dalla Commissione come orientamenti nel quadro del regolamento (UE) n. 473/2013; attende con interesse il dialogo economico previsto con la Commissione sul contenuto di tali orientamenti;
22. plaude all'inserimento di linee guida in materia di comunicazione recanti indicazioni su come le misure contenute nei documenti programmatici di bilancio affrontano le RSP, degli obiettivi stabiliti nella strategia Europa 2020, di linee guida in materia di comunicazione dell'impatto distribuzionale atteso delle principali misure in materia di entrate e di spesa, nonché di informazioni dettagliate in merito alle spese delle amministrazioni pubbliche per funzione; sottolinea che queste linee guida agevoleranno il monitoraggio delle misure di bilancio adottate al fine di conseguire gli obiettivi nazionali della strategia Europa 2020;
23. attende con interesse l'imminente divulgazione, concordata nell'ambito della conclusione del “2-pack”, dei parametri e dei riferimenti metodologici della Commissione e degli Stati membri, incluse le stime dei moltiplicatori di bilancio alla base delle loro prospettive macroeconomiche;
24. osserva che la recente evoluzione delle retribuzioni nei paesi con un avanzo contribuisce a sostenere la domanda e ha effetti positivi anche nel resto dell'UE; plaude all'affermazione della Commissione secondo cui i paesi con un avanzo dotati di un sufficiente margine di manovra fiscale devono contribuire a superare la crisi attuale non solo riducendo le imposte e i contributi previdenziali ma anche aumentando le retribuzioni per stimolare una domanda interna sostenibile, tenendo conto della competitività internazionale; i paesi con un avanzo potrebbero inoltre promuovere nuove opportunità di investimento favorevoli alla crescita grazie al loro potere di acquisto, investendo segnatamente nell'istruzione, nella ricerca e sviluppo, nell’energia e nelle infrastrutture, ammodernando i propri sistemi sanitari e pensionistici e aprendo alla concorrenza i propri settori dei servizi; sottolinea l'importanza dei positivi effetti di ricaduta che queste azioni avranno su tutta l'UE, in particolare se attuate dalle maggiori economie dell'Unione;
25. esorta la Commissione a elaborare una vera politica industriale europea, basata su una maggiore competitività e innovazione, finalizzata a ripristinare la competitività industriale europea e a ridurre gradualmente le politiche che inducono le aziende a delocalizzare al di fuori dell'UE; esorta altresì la Commissione a elaborare una politica commerciale esterna europea coerente, fondata su norme minime condivise, in particolare riguardo a questioni sociali e ambientali; ritiene che, solo gestendo in modo intelligente l'interfaccia con la "globalizzazione", l'Europa potrà garantire crescita, occupazione, tutela dei consumatori, rispetto delle norme internazionali ed europee, ivi comprese quelle sui diritti umani, e, per alcuni Stati membri, l'auspicato progressivo trasferimento delle risorse dai settori dei beni non scambiabili ai settori dei beni scambiabili;
26. prende atto dell’affermazione della Commissione secondo cui le misure di sostegno finanziario adottate dagli Stati membri devono prestare maggiore attenzione all'impatto distribuzionale delle riforme, e invita la Commissione a eseguire un'accurata valutazione ex-ante dell’impatto a breve e a lungo termine di tutte le nuove riforme raccomandate e di trarre tutte le conclusioni necessarie dalle raccomandazioni precedenti, comprese quelle rivolte agli Stati membri nel quadro dei programmi di assistenza finanziaria;
27. invita la Commissione a presentare proposte legislative per completare l'UEM, come raccomandato dal Parlamento nella sua risoluzione del 20 novembre 2012 intitolata: “Verso un'autentica Unione economica e monetaria”; a tal fine, sollecita la Commissione ad adottare un quadro di valutazione indipendente legato alla dimensione sociale dell'UEM; propone che gli esami approfonditi previsti nell'ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici consentano di rivedere periodicamente le politiche sociali e dell'occupazione allo scopo di individuare le politiche che alleviano i problemi sociali e migliorano l'occupazione; ritiene che questo sistema di monitoraggio rafforzato contribuirà a coordinare in modo più efficace le politiche al fine di individuare e raccogliere le sfide principali in tempo utile, nonché a integrare meglio le preoccupazioni occupazionali e sociali nello scenario politico globale;
28. concorda sul fatto che l'intervento della BCE, che si è aggiunto alle riforme strutturali e al consolidamento delle finanze pubbliche, ha contribuito in misura determinante alla stabilità della zona euro; riconosce che questo intervento ha avuto come conseguenza la riduzione dei costi di finanziamento insostenibilmente elevati per alcuni Stati membri mediante il programma per il mercato dei titoli finanziari, garantendo liquidità ai mercati del debito sovrano attraverso operazioni monetarie definitive, evitando il tracollo del settore bancario, contribuendo a spezzare il legame fra le banche e il debito sovrano, nonché riducendo temporaneamente i differenziali; ritiene tuttavia che l'assenza di una crescita sostenibile e livelli elevati (e tuttora in aumento) di debito pubblico e privato in molti Stati membri implichino che è necessario un processo di riduzione della leva finanziaria gestito oculatamente; concorda con la Commissione sul fatto che il miglioramento della situazione del settore bancario deve rimanere una priorità; accoglie con favore l’istituzione, da parte della Commissione in base all’impegno assunto nei confronti del Parlamento nella dichiarazione allegata al “2-pack”, di un gruppo di esperti ad alto livello presieduto da Gertrude Tumpel-Gugerell per approfondire l'analisi della sostituzione parziale dell'emissione di debito nazionale mediante emissioni congiunte in forma di un fondo di rimborso e di euro-BOT, valutando i pro e i contro delle varie opzioni; attende con interesse la relazione del gruppo ad alto livello;
29. sottolinea che nelle zone ai margini dell'UE non è stato ripristinato il finanziamento dell'economia reale e delle PMI in particolare; rileva che differenze significative nell'accesso al finanziamento tendono ad accentuare le divergenze interne nell'UE e nella zona euro in particolare, e creano distorsioni del mercato interno con condizioni di concorrenza sleale; ricorda che il risanamento dei portafogli delle banche è una condizione essenziale, e sottolinea che prospettive economiche negative giustificano solo in parte queste limitazioni restrittive del credito; chiede un monitoraggio più accurato dell'applicazione delle nuove norme prudenziali e delle pratiche del settore bancario nel finanziamento dell'economia reale, in particolare per quanto riguarda le PMI economicamente efficienti; riconosce, al riguardo, il ruolo importante che i nuovi strumenti finanziari innovativi possono svolgere nell’ambito di vari programmi europei e della politica di coesione in termini di promozione dell'investimento pubblico e privato ed esorta la Commissione a garantire chiarezza giuridica e trasparenza nell'attuazione dei nuovi strumenti finanziari in modo tempestivo e prima dell'inizio del periodo di programmazione 2014-2020; chiede un'analisi più approfondita e un maggiore controllo del sistema bancario ombra e dei suoi effetti sull'economia reale; invita la Commissione a dare priorità all'attività sulle fonti alternative e diversificate di finanziamento delle PMI, in particolare attraverso i mercati dei capitali, i fondi strutturali e di investimento europei, la Banca europea per gli investimenti, il Fondo europeo per gli investimenti e le banche pubbliche per lo sviluppo;
30. sottolinea che il ripiegamento dei diversi attori finanziari sul mercato nazionale implica una frammentazione del mercato interno che li rende più fragili per via di una concentrazione eccessiva, blocca il mercato interbancario e annulla i vantaggi del mercato interno, ossia la diversificazione dei rischi e la moltiplicazione delle opportunità;
31. sottolinea la necessità di portare avanti i programmi di sostegno per lo sviluppo dello spirito imprenditoriale giovanile creando incubatrici di affari speciali per i giovani, nonché rendendo maggiormente accessibili i fondi europei e la consulenza alle imprese;
32. plaude alla proposta legislativa della Commissione di creare un meccanismo di risoluzione unico (che comprenda un'unica autorità europea e un fondo europeo unico finanziato dal settore), che è fondamentale per completare l'Unione bancaria; auspica che gli Stati membri, la Commissione e il Parlamento raggiungano presto un accordo sulla creazione di detto meccanismo; sollecita il Consiglio a concludere rapidamente i negoziati con il Parlamento sulla direttiva relativa ai regimi di garanzia dei depositi e sulla direttiva in materia di risanamento e risoluzione delle crisi (da negoziare in parallelo);
33. chiede che la ricapitalizzazione bancaria diretta mediante il meccanismo europeo di stabilità (MES) sia disponibile non appena sarà pronto il meccanismo di vigilanza unico (SSM), come annunciato nella dichiarazione dei capi di Stato e di governo della zona euro nella loro dichiarazione di giugno 2012; alla luce della necessità che un fondo di risoluzione unico accompagni il meccanismo di vigilanza unico, è favorevole alla creazione immediata di un meccanismo di sostegno, con un periodo di restituzione da parte del settore; invita la Commissione a presentare una proposta per far rientrare il MES nell’acquis comunitario, garantendo al tempo stesso la responsabilità democratica globale del Parlamento europeo;
34. accoglie con favore il "Piano d'azione per rafforzare la lotta alla frode fiscale e all'evasione fiscale" della Commissione e le sue raccomandazioni sulle "misure destinate a incoraggiare tutti gli Stati membri dell’UE e i paesi terzi ad applicare norme minime di buona governance in materia fiscale" e sulla "pianificazione fiscale aggressiva", adottati il 6 dicembre 2012; ricorda la risoluzione del Parlamento, del 21 maggio 2013, sulla lotta contro la frode fiscale, l'evasione fiscale e i paradisi fiscali, che ha individuato le ulteriori misure da intraprendere nell'ambito della frode fiscale, dell’evasione fiscale, della pianificazione fiscale aggressiva e dei paradisi fiscali; sottolinea che una condivisione degli oneri equa e giusta richiede il potenziamento dell’approccio alla frode e all'evasione fiscali; chiede un intervento urgente e una strategia globale, basata su misure legislative concrete da parte della Commissione per contrastare la frode e l’evasione fiscali, e un sostegno esplicito da parte del Consiglio su tutti i dossier bloccati o in sospeso in materia fiscale;
35. invita il Consiglio a concludere i negoziati per la tassazione delle transazioni finanziarie, a insistere affinché questa sia introdotta in tutta Europa e a inserire tra le sue priorità, come questione urgente, le misure finalizzate a chiudere il "buco fiscale" e contrastare i paradisi fiscali, nonché ad adoperarsi per la convergenza dei sistemi fiscali all'interno dell'UE;
36. ritiene che l'introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie, da perseguirsi per mezzo della cooperazione rafforzata, sia da considerare come il primo passo verso una sua introduzione a livello globale;
37. sollecita l'applicazione piena e urgente del 6-pack e del 2-pack con l’obiettivo di rimodellare il sistema ad hoc di "troike" facendone una struttura giuridicamente solida nel quadro del diritto europeo, che rispetti la responsabilità democratica; sollecita la troika a rivedere la sua strategia di comunicazione, che si è ripetutamente dimostrata fallimentare; mette in rilievo che, sul medio periodo, sarebbe preferibile un sistema esclusivamente europeo e che la Commissione dovrebbe elaborare proposte per un opportuno rimodellamento della "troika";
38. rammenta che, nelle osservazioni formulate dinnanzi al Parlamento europeo il 1° febbraio 2012, il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha confermato che il funzionamento del MES sarà sottoposto al controllo del Parlamento europeo; attende, a tal fine, la negoziazione di un accordo con l'eurogruppo che preveda, inter alia, la possibilità di organizzare audizioni e di presentare interrogazioni scritte all'amministratore delegato e al consiglio dei governatori del MES;
39. sottolinea che il semestre europeo non deve in alcun modo compromettere le prerogative del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali; esorta la Commissione a garantire l'opportuno coinvolgimento formale del Parlamento europeo in tutte le fasi del semestre europeo per rafforzare la legittimità delle decisioni che interessano i cittadini; invita la Commissione a trovare soluzioni per incrementare la visibilità del processo;
40. ribadisce l'esigenza di rafforzare la responsabilità democratica nei confronti del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali sugli elementi essenziali del funzionamento della zona euro, come il MES, le decisioni dell'eurogruppo e il monitoraggio e la valutazione dei programmi di assistenza finanziaria; a tale proposito, chiede alla Commissione europea di effettuare e pubblicare valutazioni interne ex-post delle sue raccomandazioni e della sua partecipazione alla troika;
41. sollecita gli Stati membri a coinvolgere attivamente i rispettivi parlamenti nazionali, le parti sociali e la società civile nel processo del semestre europeo nel suo insieme, e in modo particolare nell'elaborazione, nella discussione, nel monitoraggio e nella valutazione dei loro programmi nazionali di riforma; esorta la Commissione a garantire tale coinvolgimento; sottolinea che la partecipazione di tutti i soggetti interessati alla messa a punto delle riforme necessarie è essenziale per garantirne l'attuazione e il buon esito;
42. sottolinea l'importanza del dialogo tra il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali al fine di realizzare un processo del semestre europeo pienamente operativo e raggiungere il livello necessario di responsabilità democratica nei confronti di tutti i soggetti coinvolti; sottolinea l'utilità della settimana parlamentare europea al semestre europeo per il coordinamento della politica economica (EPW 2013);
43. si rammarica del fatto che la posizione del Consiglio sulle raccomandazioni per paese presentate dalla Commissione non sia stata pubblicata in tempo reale; si rammarica del fatto che la delibera del Consiglio europeo sulla posizione del Consiglio sulle raccomandazioni per paese non sia stata pubblicata in tempo reale;
44. sottolinea che dovrebbe sussistere una chiara divisione tra competenze a livello europeo e nazionale e che il Parlamento europeo è sede della responsabilità a livello dell'Unione; chiede che, in caso di trasferimento o di creazione di nuove competenze a livello dell'Unione o in caso di creazione di nuove istituzioni UE, siano garantiti un corrispondente controllo democratico del Parlamento europeo e la responsabilità dinanzi al medesimo;
Contributi settoriali al semestre europeo 2013
Occupazione e politiche sociali
45. ritiene che il riconoscimento, da parte della Commissione, della necessità di ridurre l'imposizione sul lavoro a favore di altre fonti di entrate rappresenti uno sviluppo positivo che consentirà di accelerare il processo di consolidamento fiscale su base più equa;
46. riconosce la particolare importanza che rivestono le raccomandazioni specifiche per paese di quest'anno, in quanto gli Stati membri definiscono attualmente le rispettive priorità di investimento per la politica di coesione nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP); chiede, a tale proposito, che i fondi dell'UE siano destinati in maniera più mirata a tutte le priorità della strategia Europa 2020, in particolare attraverso politiche per la crescita e l'occupazione, inclusa la lotta alla disoccupazione giovanile e alla disoccupazione di lungo periodo, e la creazione di posti di lavoro duraturi, non precari, che prevedano l'obbligo di versare contributi previdenziali e siano retribuiti adeguatamente; manifesta preoccupazione per le crescenti divergenze sociali ed economiche tra gli Stati membri;
47. osserva che diversi Stati membri hanno adottato importanti riforme del mercato del lavoro volte a migliorare la resilienza di quest'ultimo, introducendo una maggiore flessibilità interna ed esterna, riducendo la segmentazione e agevolando la transizione fra vari posti di lavoro; sottolinea che le riforme del lavoro andrebbero realizzate con un adeguato consenso tra le parti sociali;
48. chiede agli Stati membri e alla Commissione – nei suoi orientamenti strategici e nelle RSP – di assicurare che la necessaria flessibilità sul mercato del lavoro sia bilanciata da livelli adeguati di protezione sociale, caratteristici della nostra economia sociale di mercato, e che le riforme del mercato del lavoro mirino a: promuovere livelli elevati di occupazione e la qualità negli impieghi, migliorare la gestione del rischio sociale, compiere progressi nell'inclusione dei gruppi vulnerabili nel mercato del lavoro, ridurre la povertà tra la popolazione attiva, conciliare vita professionale e familiare, promuovere l'uguaglianza di genere, favorire la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, rafforzare i diritti dei lavoratori con contratti atipici e migliorare la protezione sociale per i lavoratori autonomi;
49. osserva che a tutti gli Stati membri sono state rivolte raccomandazioni relative ai livelli di partecipazione al mercato del lavoro; invita gli Stati membri che registrano scarsi tassi di partecipazione in questo ambito a intensificare, d'intesa con le parti sociali, misure attive, ampie e inclusive a favore del mercato del lavoro, come la formazione e i servizi per l'impiego, nonché a introdurre ulteriori riforme volte a facilitare l'accesso all'occupazione di qualità, agevolare la conciliazione tra vita professionale e privata, evitare l'uscita precoce dal mercato del lavoro, migliorare la competitività, combattere la segmentazione del mercato del lavoro e garantire la corrispondenza tra competenze dei lavoratori ed esigenze del mercato del lavoro;
50. fa presente che la situazione dei giovani disoccupati è particolarmente preoccupante e che occorre intervenire con urgenza in questo ambito; chiede un Patto europeo per l'occupazione giovanile che dia attuazione alle misure concordate da tempo e l'impegno di nuove risorse e misure a favore della lotta contro la disoccupazione giovanile, in modo da ridurre il numero di giovani che non lavorano e che non seguono un'istruzione o una formazione (NEET), così come la povertà tra i giovani, tenendo conto dell'aspetto qualitativo di un lavoro dignitoso che rispetti pienamente le norme fondamentali in materia di lavoro;
51. attende con interesse l'anticipo dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, come richiesto dalla commissione per l'occupazione e gli affari sociali negli emendamenti al regolamento recante disposizioni comuni (RDC);
52. accoglie con favore l'adozione della Garanzia per i giovani da parte del Consiglio, così come l'assegnazione di 6 miliardi di euro all'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile nell'ambito del prossimo QFP; esorta gli Stati membri ad attuare con urgenza programmi di garanzia per i giovani e a utilizzare le risorse disponibili in modo efficiente, concentrando le attività su coloro che si trovano nelle situazioni più difficili;
53. si compiace del fatto che i fondi in questione possano essere utilizzati nei primi due anni del prossimo QFP; ricorda che l'importo previsto è tuttavia insufficiente per combattere la disoccupazione giovanile in maniera duratura e che esso dovrebbe costituire soltanto una prima quota per la lotta a questo fenomeno;
54. incoraggia la Commissione a portare avanti l'esperienza dei gruppi di intervento per l'occupazione giovanile al fine di aiutare gli Stati membri con i livelli più elevati di disoccupazione a riprogrammare i fondi strutturali dell'UE nel quadro finanziario pluriennale 2007-2013 a favore dei giovani; si compiace dell'intenzione della Commissione di potenziare il portale europeo della mobilità professionale (EURES) intensificando e ampliando le sue attività e, in particolare, promuovendo la mobilità dei giovani; osserva tuttavia che la mobilità deve continuare a essere volontaria e che essa non deve limitare gli sforzi tesi a creare posti di lavoro e di formazione in loco;
55. esorta la Commissione a proporre un quadro di qualità per i tirocini che comprenda, tra l'altro, criteri per una retribuzione adeguata, obiettivi di apprendimento, una descrizione delle condizioni di lavoro e norme in materia di salute e sicurezza; invita la Commissione, gli Stati membri e le parti sociali europee ad attuare con ambizione l'Alleanza per l'apprendistato;
56. ritiene che, dato il numero di lavoratori, in particolare di giovani, che lasciano il proprio paese d'origine alla volta di altri paesi dell'Unione in cerca di opportunità occupazionali, sia assolutamente necessario mettere a punto misure adeguate per la revisione della normativa europea, in modo da garantire la trasferibilità dei diritti pensionistici e il proseguimento, per un periodo di almeno tre mesi, dell'erogazione delle prestazioni di disoccupazione durante la ricerca di un lavoro in un altro Stato membro; si compiace dei miglioramenti realizzati sul Portale della mobilità europea e chiede l'elaborazione di una strategia specifica ad esso dedicata, in cooperazione con gli Stati membri;
57. si compiace che, per la prima volta, alcune RSP rivolgano l'attenzione alla particolare situazione degli Stati membri in fatto di povertà; condanna con vigore il fatto che nessuna RSP si occupi di quei mercati del lavoro che escludono le donne e che non prevedono alcuna misura per la loro inclusione;
58. sottolinea la necessità di misure specifiche per aumentare la partecipazione delle donne, dei lavoratori più anziani e dei lavoratori disabili al mercato del lavoro, garantendo la disponibilità di incentivi efficaci che consentano di ritornare sul mercato del lavoro e di rimanervi; rammenta che la qualità, l'economicità e l'accessibilità dei servizi di educazione e cura della prima infanzia, nonché di cura degli anziani rivestono un ruolo essenziale;
59. sottolinea che i disoccupati di lungo periodo andrebbero sostenuti creando posti di lavoro e adottando approcci integrati di inclusione attiva, compresi gli incentivi positivi all'attivazione come l'orientamento personalizzato e i programmi di reinserimento nel mondo del lavoro, sistemi previdenziali adeguati e l'accesso a servizi di qualità che aiutino questa categoria a ricreare un legame con il mercato del lavoro e ad accedere a impieghi di qualità;
60. rammenta la scarsa corrispondenza tra offerta e domanda di lavoro e le strozzature esistenti in un gran numero di regioni e settori, nonché l'incapacità di certi sistemi di istruzione e formazione di far fronte alle richieste del mercato e alle esigenze dei lavoratori in questo contesto; si compiace delle riforme dei sistemi di istruzione e formazione professionale intraprese in diversi Stati membri al fine di adeguare le qualifiche e le competenze, in particolare quelle dei giovani, alle esigenze del mercato del lavoro e dei futuri lavoratori; sottolinea in questo contesto i vantaggi dei sistemi di formazione duale; rammenta che la quasi totalità degli Stati membri dovrebbe adottare ulteriori misure e attivare investimenti aggiuntivi nel settore dell'istruzione, della formazione, della ricerca, dell'innovazione e dello sviluppo;
61. osserva che, accanto alla riforma del settore dell'istruzione e della formazione, occorre anche attuare una strategia di immigrazione che sia sostenibile nel lungo periodo e fondata su criteri specifici, per rispondere alla carenza di lavoratori qualificati e al cambiamento demografico;
62. osserva che la crisi ha prodotto effetti gravi e duraturi sui livelli di disoccupazione degli Stati membri e sulla loro situazione sociale, cosa che ha determinato un aumento insostenibile della povertà e dell'esclusione sociale, segnatamente della povertà infantile, del numero dei senzatetto, delle diseguaglianze sociali, della povertà dei lavoratori e dell'indebitamento eccessivo delle famiglie; invita gli Stati membri, in questo contesto, a rafforzare le reti di sicurezza e a garantire l'efficienza dei sistemi previdenziali che si occupano delle persone colpite, nonché a investire in misure preventive;
Politiche di bilancio
63. rammenta che, malgrado sia di dimensioni troppo modeste, in termini assoluti e relativi rispetto alla ricchezza economica dell'Unione, il bilancio dell'UE presenta un importante valore aggiunto, quale strumento per promuovere gli obiettivi della strategia Europa 2020, in considerazione del suo ruolo di catalizzatore per gli investimenti;
64. si rammarica che gli Stati membri continuino a sottovalutare il ruolo e il contributo del bilancio dell'Unione europea al rafforzamento della governance economica e del coordinamento di bilancio in tutta l'Unione europea; esorta il Consiglio, a tale riguardo, e tenendo conto della dichiarazione congiunta firmata da Parlamento, Consiglio e Commissione nel dicembre 2012, e della sua risoluzione del 3 luglio 2013 sull'accordo politico relativo al quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020, ad adottare in toto qualsiasi bilancio rettificativo per il 2013 presentato dalla Commissione che possa ancora risultare necessario durante l'anno al fine di chiudere l'attuale periodo del quadro finanziario pluriennale con un pareggio di bilancio;
65. ribadisce che il compromesso raggiunto al Consiglio europeo dell'8 febbraio 2013 sul QFP 2014-2020 non corrispondeva alle aspettative del Parlamento europeo; insiste sul fatto che qualsiasi accordo a livelli così bassi potrebbe essere accettabile soltanto alle condizioni indicate nella sua risoluzione del 3 luglio 2013;
66. è convinto che un contributo credibile dell'UE per porre fine all'attuale crisi debba basarsi su un cambiamento fondamentale del modo in cui il bilancio dell'UE è finanziato, passando a reali risorse proprie;
67. esorta gli Stati membri ad adoperarsi per adottare una decisione tempestiva in merito alla propria programmazione nazionale relativa ai Fondi strutturali e di coesione, al fine di evitare ritardi nell'utilizzo dei fondi stessi, che sono volti a sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro;
68. sottolinea l'importanza della scienza e dell'innovazione ai fini dello sviluppo strategico della competitività e, di conseguenza, della creazione di posti di lavoro a livello europeo per superare la crisi economica e finanziaria;
Mercato interno
69. rammenta che il mercato unico è un motore essenziale per la crescita e l'occupazione e ha un ruolo indispensabile da svolgere ai fini del conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; osserva tuttavia che questo potenziale continua, per molti aspetti, a non essere sfruttato;
70. rammenta che il pieno potenziale economico e occupazionale del settore dei servizi continua a non essere sfruttato; chiede l'attuazione integrale e appropriata della direttiva europea sui servizi, salvaguardando al contempo gli obblighi di servizio pubblico che possono assicurare l'accesso universale a servizi di qualità a prezzi ragionevoli per tutti; esorta gli Stati membri a investire in particolare nei servizi sociali di qualità; osserva al contempo che occorre rispettare le norme sociali e salariali; invita gli Stati membri a eliminare le barriere nel comparto al dettaglio e le restrizioni eccessive per quanto concerne i servizi professionali e le professioni regolamentate; invita altresì a eliminare le barriere alla libera circolazione dei lavoratori onde migliorare la mobilità e ottimizzare l'utilizzo del capitale umano dell'UE;
71. si compiace del fatto che nel semestre europeo 2013, l'analisi annuale della crescita sia stata, per la prima volta, sostenuta da una relazione sullo stato dell'integrazione del mercato unico;
72. deplora tuttavia che, nonostante l'importanza, ampiamente comprovata, del mercato unico per il superamento della crisi, le raccomandazioni specifiche per paese del 2013 non prestino sufficiente attenzione al potenziale di crescita, fiducia dei consumatori e occupazione derivante dalla corretta attuazione ed esecuzione delle norme del mercato unico;
73. condivide l'accento che le raccomandazioni specifiche per paese di quest'anno attribuiscono all'importanza di eliminare le restrizioni e gli ostacoli ingiustificati all'ingresso nei settori dei servizi; esorta gli Stati membri interessati a tenere tali raccomandazioni nella massima considerazione e ad eliminare, con urgente priorità, tali ostacoli alla crescita del mercato unico;
74. invita la Commissione a fare della governance del mercato unico una priorità della sua prossima analisi annuale della crescita e del semestre europeo 2014, nonché a tenere pienamente conto, nel quadro delle prossime raccomandazioni specifiche per paese, dei settori di crescita fondamentali, segnatamente i servizi, l'energia, i trasporti e il mercato unico digitale, e delle misure contenute negli atti per il mercato unico I e II;
75. deplora che l'assenza di investimenti nazionali ed europei impedisca il conseguimento degli obiettivi prioritari nei settori fondamentali dell'energia, dei trasporti e del mercato digitale indicati nella relazione sullo "Stato dell'integrazione del mercato unico 2013 – Contributo all'analisi annuale della crescita 2013";
76. esorta gli Stati membri e la Commissione a intensificare nel frattempo gli sforzi per far applicare la normativa in materia di mercato unico e per monitorare tale applicazione ricorrendo, tra l'altro, a periodiche indagini a tappeto ("EU sweeps");
77. rinnova il suo appello alla Commissione affinché rafforzi la governance del mercato unico istituendo, quale pilastro specifico del semestre europeo, un ciclo annuale in materia che comprenda il quadro di valutazione del mercato interno, una relazione annuale sullo stato dell'integrazione del mercato unico nell'ambito dell'analisi annuale della crescita, gli orientamenti stabiliti dal Consiglio europeo e destinati agli Stati membri, piani d'azione nazionali per l'attuazione delle linee direttrici relative al mercato unico e raccomandazioni specifiche per paese;
78. esprime forte preoccupazione per la persistente incertezza degli investitori privati, la loro mancanza di fiducia e la scarsa propensione ad investire, in particolare quale conseguenza degli standard di produzione con la continua frammentazione del mercato interno e cambiamenti della politica industriale; deplora che, in seguito alla crisi, un ambiente poco fiducioso stia rendendo molto avversi al rischio sia gli investitori privati che le istituzioni del settore finanziario; ribadisce inoltre che il lavoro volto a rafforzare il settore bancario deve proseguire;
Questioni personali
79. esprime profonda preoccupazione per il brusco calo degli investimenti pubblici e privati nell'economia produttiva, in particolare a livello locale e regionale; ritiene che siano necessarie misure risolute per riformare i prodotti e i mercati del lavoro, adottare politiche salariali caute e fondare il futuro modello di crescita sull'innovazione, nonché spostare la produzione verso attività ad alto valore aggiunto; è del parere che una politica economica sostenibile richieda condizioni estremamente positive per l'avviamento di attività autonome; è profondamente convinto che i Fondi strutturali e d'investimento siano essenziali per prevenire e mitigare qualsiasi ammanco nei settori succitati, nonché per incrementare gli investimenti pubblici; mette in luce le opportunità che potrebbero essere utilizzate negli Stati membri per sostenere gli investimenti pubblici attraverso i Fondi strutturali, consentendo una certa flessibilità alle procedure finanziarie di questi fondi, ad esempio incrementando i tassi di cofinanziamento degli Stati che partecipano a un programma di aggiustamento e ricevono l'assistenza finanziaria dell'UE o prolungando di un anno la regola del disimpegno per tutti gli Stati membri per il periodo di programmazione 2007 - 2013 (come previsto per il periodo di programmazione 2014 - 2020);
80. è opportuno rafforzare il coinvolgimento delle autorità locali e regionali nella pianificazione e attuazione dei programmi pertinenti, in particolare la strategia Europa 2020, al fine di incrementare il senso di responsabilità nei confronti degli obiettivi della strategia a tutti i livelli e garantire una maggiore consapevolezza sul campo in merito agli obiettivi e ai risultati di quest'ultima;
Diritti delle donne e uguaglianza di genere
81. accoglie favorevolmente le raccomandazioni specifiche per paese (CSR), volte a migliorare le strutture per l'infanzia, eliminare i disincentivi fiscali per il secondo reddito, armonizzare l'età pensionabile legale per ambo i sessi, tenere conto delle esigenze per conciliare lavoro e vita privata, in particolare migliorando l'accesso alle nuove tecnologie e alla formazione sull'utilizzo di tali strumenti, e annullare le disparità pensionistiche e di genere; esprime preoccupazione in merito al fatto che molte delle suddette raccomandazioni fossero già state formulate nel 2012, il che indica una mancata attuazione negli Stati membri;
82. sottolinea che gli Stati membri dovrebbero fare in modo che la percentuale di bambini e giovani adulti nei sistemi di istruzione aumenti e porre una maggiore enfasi sul problema dell'abbandono scolastico precoce, in particolare raccogliendo informazioni sulle principali ragioni alla base, al fine di adottare e attuare politiche che consentano di evitare questo fenomeno;
83. invita la Commissione e gli Stati membri a tenere in debito conto gli obiettivi di genere nei programmi occupazionali nazionali, con particolare attenzione alle donne che si devono occupare di persone anziane dipendenti, alle madri sole e alle donne con figli disabili; esorta, altresì, a tenere adeguatamente in considerazione il fenomeno della dispersione scolastica, in quanto l’abbandono prematuro degli studi nella fascia di età compresa tra i 10 e i 16 anni è in forte ascesa ed è innegabile che esso rappresenti per l’intera Unione una perdita in termini di risorse;
84. invita la Commissione, nell'ambito della sua prossima analisi annuale della crescita, a sollevare la questione di orientamenti specifici per le politiche sulla riduzione delle disparità di genere, comprese, in particolare, linee guida concernenti l'eliminazione del differenziale retributivo di genere e del divario pensionistico tra i sessi, che spesso determina situazioni in cui le donne si trovano al di sotto della soglia di povertà in età matura, l'aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e la lotta alla segregazione professionale di genere, dato che la futura prosperità e competitività economica dell'Unione dipende in modo cruciale dalla sua capacità di utilizzare pienamente le sue risorse di forza lavoro;
85. sottolinea l'importanza di integrare la dimensione di genere nell'elaborazione del bilancio nell'ottica di valutare tutte le politiche e i programmi governativi, i relativi effetti sull'assegnazione delle risorse e il contributo che essi possono offrire in termini di uguaglianza tra uomo e donna;
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86. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, ai governi degli Stati membri, alla Commissione, ai parlamenti nazionali e alla Banca centrale europea.