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Procedura : 2013/2081(INI)
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A7-0330/2013

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CRE 24/10/2013 - 12.4
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P7_TA(2013)0453

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Giovedì 24 ottobre 2013 - Strasburgo
Relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune nel 2012
P7_TA(2013)0453A7-0330/2013

Risoluzione del Parlamento europeo del 24 ottobre 2013 sulla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune (2013/2081(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune (14605/1/2012),

–  visto l'articolo 36 del trattato sull'Unione europea,

–  visto l'accordo interistituzionale (AII) del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria(1), in particolare la parte II, sezione G, paragrafo 43,

–  viste le sue risoluzioni del 12 settembre 2012(2), dell'11 maggio 2011(3) e del 10 marzo 2010(4) relative rispettivamente alle relazioni annuali 2011, 2010 e 2009 sulla politica estera e di sicurezza comune,

–  viste la sua posizione dell'8 luglio 2010(5) sul servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e la sua raccomandazione, del 13 giugno 2013, destinata al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio e alla Commissione sulla revisione 2013 relativa all'organizzazione e al funzionamento del SEAE(6),

–  vista la dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) sulla responsabilità politica(7),

–  vista la dichiarazione dell'alto rappresentante dinanzi alla plenaria, dell'8 luglio 2010, sull'organizzazione di base dell'amministrazione centrale del SEAE(8),

–  vista la comunicazione della Commissione del 24 luglio 2013 "Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente" (COM(2013)0542),

–  visti i negoziati in corso tra il Parlamento e il Consiglio sui nuovi strumenti esterni di finanziamento dell'Unione per il quadro finanziario pluriennale 2014-2020,

–  viste le conclusioni della conferenza interparlamentare sulla politica estera e della sicurezza comune e sulla politica di sicurezza e difesa comune, tenutasi a Vilnius dal 4 al 6 settembre 2013,

–  visti l'articolo 48 e l'articolo 119, paragrafo 1, del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per i bilanci (A7-0330/2013),

A.  considerando che il controllo della politica estera dell'Unione europea esercitato dal Parlamento europeo e dai parlamenti nazionali ai rispettivi livelli è fondamentale se si vuole che l'azione esterna europea sia compresa e sostenuta dai cittadini europei; che il controllo parlamentare rafforza la legittimità di tale azione;

UN MONDO IN TRASFORMAZIONE: BILANCIARE INTERESSI E VALORI IN UNA NUOVA POLITICA ESTERA DELL'UNIONE EUROPEA

1.  ritiene che i primi 25 anni del ventunesimo secolo siano caratterizzati da un periodo di cambiamento strutturale prolungato, che sta trasformando l'ordine mondiale; sottolinea che ciò rende necessario un approccio innovativo per definire un nuovo ordine mondiale multipolare che sia inclusivo e che poggi sullo Stato di diritto e su un modello di democrazia pluralista, nonché sui valori universali, inclusi i diritti umani; constata l'esistenza di numerosi ostacoli su tale percorso, non ultimi la collaborazione con le potenze emergenti per la riforma del sistema multilaterale, il riequilibrio della fragile distribuzione regionale del potere e la risoluzione di molteplici minacce e sfide provenienti da nazioni, attori non statali, Stati fragili e instabilità regionale;

2.  sottolinea che la crisi finanziaria mondiale e il crescente affermarsi di nuove economie emergenti pongono importanti sfide politiche, economiche, sociali, culturali e ambientali, inclusi i problemi interni, per tutte le parti coinvolte; ritiene che per affrontare tali sfide sia necessario intraprendere un'azione collettiva e unitaria a livello unionale e forgiare alleanze per promuovere e mantenere la pace, la sicurezza, il progresso sociale, la prosperità, la diversità culturale, nonché la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto per i diritti umani; sottolinea che tutte le politiche e azioni dell'Unione europea devono essere conformi al diritto internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite;

3.  è del parere che l'Unione europea debba difendere gli interessi dei suoi cittadini nel mondo in modo determinato e uniforme, basando sempre le sue politiche sulla promozione dei valori fondamentali sui quali l'Unione è fondata (democrazia, Stato di diritto e diritti umani, giustizia sociale e lotta contro la povertà) e sul rispetto per gli altri paesi;

4.  sottolinea la necessità che la politica estera unionale sia flessibile nel rispondere alle minacce e alle sfide emergenti in settori quali la sanità, l'energia, i cambiamenti climatici e l'accesso all'acqua, ciascuno dei quali può avere un impatto sulle nostre priorità politiche e le nostre economie, nonché sullo sviluppo internazionale;

5.  sottolinea che l'Unione europea deve mettere a punto una politica estera nuova e credibile per rispondere alle attuali sfide mondiali; ritiene che, al fine di preservare e promuovere i suoi valori, la sua immagine, i suoi interessi e la sua posizione sulla scena globale, l'Unione europea debba non solo essere coerente e sistematica nella sua azione esterna, ma anche e innanzitutto definire e attuare chiaramente i propri obiettivi strategici, utilizzando appieno le opportunità offerte dal trattato di Lisbona; ritiene che sia l'Unione europea nel suo insieme, sia gli Stati membri, abbiano interesse a sviluppare una visione comune che vada oltre le percezioni e l'esperienza storica dei singoli Stati membri; chiede che lo strumento della cooperazione rafforzata sia utilizzato per conseguire una maggiore capacità d'azione e superare l'improprio ricorso al veto in sede di Consiglio;

6.  afferma che solo agendo congiuntamente o nell'unità avremo la forza di perseguire i nostri interessi e difendere i nostri valori in questo mondo e che, pertanto, gli Stati membri devono più che in passato dimostrare la loro disponibilità e volontà politica di intraprendere un'azione collettiva, rapida ed efficace; è del parere che gli Stati membri debbano onorare il loro dovere contrattuale di lealtà nei confronti della politica estera e di sicurezza comune (PESC), sia nell'azione che nello spirito, come sancito dal trattato di Lisbona(9);

7.  sottolinea che l'efficacia dell'azione esterna dell'Unione europea dipende anche dal pieno sostegno dei suoi cittadini e dalla legittimità che essa acquisisce in virtù del suo essere radicata nei valori unionali fondamentali della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani; chiede pertanto che il Parlamento europeo sia consultato a fondo, regolarmente e tempestivamente per definire chiari obiettivi e priorità della politica estera dell'Unione europea;

8.  ritiene che lo sviluppo di media europei sia auspicabile per promuovere la solidarietà, ravvicinare le diverse percezioni nazionali e sensibilizzare nei confronti della PESC;

COSTRUIRE UN NUOVO APPROCCIO GLOBALE ALLA POLITICA ESTERA DELL'UNIONE EUROPEA

9.  esorta gli Stati membri a svolgere un ruolo costruttivo nella politica estera e di sicurezza dell'Unione promuovendo il coordinamento delle politiche strategiche a livello unionale, soprattutto attraverso una cooperazione efficace tra le rispettive capitali e Bruxelles per quanto riguarda le posizioni che essi assumono nelle sedi multilaterali, in particolare le Nazioni Unite e la NATO; sottolinea la necessità, in un'epoca di ristrettezze economiche, di migliorare l'efficacia dell'Unione quale soggetto mondiale coesivo; rileva in particolare che gli Stati membri hanno un ruolo importante da svolgere nello sviluppo e nell'attuazione efficace della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), non solo mettendo a disposizione capacità civili e militari, ma anche assicurando il finanziamento comune delle operazioni della PSDC e rafforzando la base industriale e tecnologica europea; si attende che questo ruolo sia potenziato a seguito della discussione sul futuro della difesa europea che si terrà al Consiglio europeo di dicembre 2013;

10.  considera della massima importanza, a questo proposito, migliorare la cooperazione, rafforzare il coordinamento e sviluppare le sinergie con i programmi e i progetti degli Stati membri dell'Unione europea nei paesi terzi, per migliorare l'efficacia dell'azione esterna dell'Unione europea e fronteggiare le attuali restrizioni di bilancio;

11.  accoglie con favore l'iniziativa del VP/AR di sviluppare il concetto di un "approccio globale" onde sfruttare appieno il potenziale del trattato di Lisbona e assicurare l'efficacia e la coerenza d'insieme della PESC e della PSDC; invita il VP/AR ad avviare una discussione con il Parlamento europeo su quale sia il modo migliore per assicurare che tale approccio globale sia attuato in maniera coerente e, più specificamente, su come garantire che le nostre priorità di politica estera siano ulteriormente sviluppate in linea con i nostri interessi e valori e siano sostenute dai necessari mezzi finanziari e da strumenti efficaci e flessibili; sottolinea che le strutture e le capacità militari, tra cui una struttura di pianificazione e una sede operativa militare permanenti, costituiscono parte integrante di tale approccio e ritiene che rafforzare il coordinamento tra i capi delle missioni, i rappresentanti speciali dell'Unione europea e i capi delle delegazioni contribuirà anche a mettere in atto politiche estere e di sicurezza dell'Unione europea coerenti e costanti sul terreno; invita gli Stati membri a sostenere il VP/AR al fine di concretizzare appieno il potenziale dell'approccio globale;

12.  si rammarica del fatto che l'Unione europea non abbia ancora sviluppato una chiara strategia per le sue relazioni con il resto del mondo e che le sue attività siano definite più dalla reazione che dall'azione; chiede pertanto un dibattito strategico fondamentale che includa il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europeo; invita il Consiglio europeo a sviluppare ulteriormente in dicembre, quale contributo a questo dibattito, l'iniziativa per la strategia europea globale;

13.  sottolinea pertanto che una visione d'insieme della PESC abbraccia tutti i settori della politica estera, compresa la definizione progressiva di una PSDC che possa portare a una difesa comune, ponendo l'accento sul perseguire la coerenza e la sistematicità, nel rispetto delle specificità di ciascuna componente dell'azione esterna; ritiene che sia necessario coordinare maggiormente, sotto la guida del VP/AR, le politiche interne dell'Unione europea e le scelte politiche degli Stati membri in aree chiave quali la connettività, il commercio, i trasporti, l'energia, l'ambiente e le comunicazioni, laddove queste abbiano chiare implicazioni transnazionali, in particolare per quanto riguarda la diversificazione e la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'Unione;

14.  invita il Consiglio e il VP/AR a rispondere alla raccomandazione del Parlamento europeo sulla revisione 2013 relativa all'organizzazione e al funzionamento del SEAE onde garantire l'ulteriore sviluppo nel SEAE di una struttura adeguata ed equilibrata in termini di genere, con la partecipazione dei pertinenti servizi della Commissione, nella quale le conoscenze geografiche e tematiche siano integrate e conducano a un approccio d'insieme alla pianificazione, formulazione e attuazione delle politiche;

GARANTIRE LA GUIDA E LA COERENZA NELLA POLITICA ESTERA DELL'UNIONE EUROPEA

15.  sottolinea il ruolo di guida politica che ci si attende dal VP/AR nel garantire l'unità, la coerenza e l'efficacia dell'azione dell'Unione europea; constata che il VP/AR, nella sua revisione del SEAE, ha identificato i settori in cui il suo ruolo deve essere rafforzato e reso più efficace nell'avviare, realizzare e garantire la conformità con le decisioni della PESC e ha elaborato una serie di raccomandazioni tese a garantire uno stretto coordinamento con la Commissione, sfruttando appieno la sua posizione di vicepresidente della Commissione; sottolinea, in vista delle audizioni della nuova Commissione nel 2014, il fatto che il Parlamento europeo dovrebbe sostenere questa tendenza, rafforzando il ruolo del vicepresidente nelle relazioni esterne e consolidando in tal modo il coordinamento tra il SEAE e la Commissione;

16.  ribadisce il suo sostegno al ruolo di guida del VP/AR nei negoziati con l'Iran, svoltisi in circostanze difficili, e si congratula per il successo ottenuto nel portare Kosovo e Serbia a partecipare a un tavolo comune di dialogo agevolato dall'Unione europea; ritiene che tali esempi quanto al ruolo di guida e alla definizione delle priorità debbano essere ulteriormente applicati ai paesi candidati e potenziali candidati e al vicinato dell'Unione europea, così come in risposta a un arco di sfide strategiche che spaziano dall'Asia centrale al Medio Oriente e dal Corno d'Africa fino al Sahel; manifesta la sua disponibilità a sostenere tale processo;

17.  chiede che sia riesaminata la distribuzione delle infrastrutture e la dotazione di personale delle delegazioni dell'Unione europea onde garantire che l'efficienza, la visibilità e la rappresentazione dell'Unione nei paesi terzi rifletta le nostre ambizioni politiche e le priorità previste; chiede che tale revisione sia discussa con la commissione competente del Parlamento europeo, specialmente nei casi in cui i suoi esiti richiedano una redistribuzione delle risorse o la decisione di aprire o chiudere delegazioni nei paesi terzi; rinnova in particolare la sua richiesta di apertura di una delegazione dell'UE in Iran;

CONIUGARE GLI OBIETTIVI ALLE RISORSE ADEGUATE

18.  ritiene opinabile, viste le sfide e le richieste di partecipazione dell'Unione europea nel mondo, la logica del Consiglio di tagliare il quadro finanziario pluriennale, che ridurrà la capacità e la credibilità dell'Unione nel promuovere la pace, la sicurezza e lo sviluppo economico sostenibile; avverte che tali tagli, se realizzati in maniera non coordinata, rischiano di minare l'efficace perseguimento dei nostri interessi e valori e la nostra capacità collettiva di promuovere la pace, la democrazia, la sicurezza e la prosperità umane nel vicinato e ben oltre;

19.  riconosce, al contempo, la necessità di compiere scelte strategiche e di stabilire priorità onde garantire che le risorse dell'Unione siano utilizzate in maniera mirata ed efficace; esorta a questo proposito gli Stati membri a far sì che le loro politiche nazionali siano coerenti e coordinate con gli obiettivi strategici e gli obblighi dell'Unione;

20.  sottolinea l'importanza di garantire che i nuovi strumenti finanziari per le relazioni esterne all'esame del Parlamento e del Consiglio siano pienamente finanziati, nonché mirati a un avanzamento degli interessi strategici dell'Unione europea, e che possano essere adattati al mutare delle circostanze politiche;

21.  insiste sul fatto che la revisione dell'accordo interistituzionale 2006 sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria debba compiere un ulteriore passo in avanti verso una maggiore trasparenza nel settore della PESC; ritiene, in tal senso, che il controllo democratico renda necessarie linee di bilancio separate per ogni missione e operazione della PSDC, incluse le attività dei rappresentanti speciali dell'UE, unitamente a procedure semplificate, ma comunque trasparenti, per il trasferimento interno di fondi qualora le circostanze lo richiedano;

VALUTARE I SUCCESSI DEL VP/AR E DEL CONSIGLIO NEL 2011

22.  plaude ai provvedimenti che il Consiglio ha preso nella relazione annuale 2011, con il sostegno del VP/AR, in direzione della pianificazione della politica estera dell'Unione in un documento politico strategico e lungimirante;

23.  prende atto degli sforzi compiuti per far fronte alle lacune evidenziate nell'ultima risoluzione del Parlamento europeo sull'argomento, specialmente sviluppando nuove missioni e operazioni della PSDC nel quadro dell'approccio globale dell'Unione rispetto a un paese o a una regione;

24.  ritiene, tuttavia, che la relazione annuale del Consiglio venga meno alle aspirazioni del trattato di Lisbona sotto importanti aspetti e chiede pertanto che, in futuro,

   si stabiliscano priorità chiare e orientamenti strategici per la PESC quale componente essenziale di un più efficace utilizzo delle nostre risorse diplomatiche, economiche, finanziarie, di sviluppo ed eventualmente di gestione della crisi nel perseguimento della politica estera e di sicurezza dell'Unione;
   istituisca un quadro per valutare gli attuali interlocutori strategici e sviluppare nuovi partenariati, anche con le organizzazioni internazionali e regionali;
   si appronti una tabella di marcia per far avanzare importanti innovazioni del trattato di Lisbona, in particolare 1) rendendo operativa l'assegnazione di specifici compiti e missioni a un gruppo ristretto di Stati membri, 2) con la creazione, da parte di Stati membri capaci e disponibili, di una cooperazione strutturata permanente in materia di difesa e 3) rafforzando il ruolo dell'Agenzia europea per la difesa e incrementandone le risorse;
   si affrontino i gravi problemi connessi al processo decisionale della PSDC, tra l'altro riguardanti le procedure di sovvenzione e il finanziamento delle operazioni, che provocano ritardi incomprensibili tra le decisioni politiche relative all'avvio di una missione e l'effettivo dispiegamento della missione sul campo (una situazione della quale la Libia e il Mali sono solo i più recenti di un lungo elenco di esempi), anche effettuando una nuova valutazione delle finalità e capacità dei gruppi tattici dell'Unione europea e migliorando così il contesto generale per semplificare il processo decisionale della PSDC;

25.  invita il Consiglio a richiedere che il VP/AR definisca, nella prossima relazione annuale, i propri obiettivi di politica estera per gli anni 2014 e 2015, come pure il calendario e le risorse necessarie alla loro attuazione; sottolinea che queste priorità devono essere incentrate sugli obiettivi strategici dell'Unione europea, a cominciare dal partenariato transatlantico, dallo sviluppo economico e politico dei suoi vicini orientali e meridionali e dal processo di pace in Medio Oriente;

26.   invita il Consiglio e il VP/AR, nel redigere le future relazioni annuali sulla PESC, a collaborare sin dall'inizio con la commissione per gli affari esteri al fine di discutere gli obiettivi di politica estera per i prossimi anni e fornire ai cittadini europei una dichiarazione chiara sull'evoluzione, le priorità e i progressi della politica estera unionale, rivalutando e dimostrando in tal modo il ruolo di guida del VP/AR nel contesto della politica estera dell'Unione europea;

27.  si compiace dell'iniziativa di tenere un Consiglio europeo sul futuro della difesa europea nel dicembre 2013, quale opportunità per rivedere gli obiettivi strategici dell'Unione europea e i suoi interessi in materia di sicurezza, concetti che devono essere ulteriormente sviluppati in un Libro bianco sulla difesa europea; chiede che tale incontro fornisca una tabella di marcia dotata di chiare scadenze per il raggiungimento di alcuni obiettivi chiave tra i quali, in primo luogo, il tempestivo riesame della strategia europea in materia di sicurezza e il ricorso a un Libro bianco che serva da modello comune per i riesami nazionali della sicurezza e della difesa concomitanti; sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione per garantire la sicurezza militare e realizzare risparmi;

PRIORITÀ STRATEGICHE: I CERCHI CONCENTRICI DELLA PACE, DELLA SICUREZZA E DELLO SVILUPPO SOCIOECONOMICO

28.  valuta positivamente lo sviluppo di "partenariati strategici" come formato per l'interazione dell'Unione europea con potenze affermate o emergenti; sostiene, tuttavia, che tale concetto richieda criteri chiari e coerenti per quanto riguarda il suo posto nell'architettura della politica estera dell'Unione europea; chiede che le future decisioni sugli interlocutori strategici siano definite in linea con le priorità della politica estera dell'Unione e che il Parlamento sia regolarmente informato prima della presa di decisioni sui futuri partenariati, specialmente qualora questi ultimi beneficino di un sostegno finanziario a titolo del bilancio unionale o comportino una più stretta relazione contrattuale con l'Unione europea;

Stati Uniti d'America

29.  sottolinea il fatto che il partenariato con gli Stati Uniti si basa su forti legami politici, culturali, economici e storici e su valori condivisi come la libertà, la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto; ritiene fermamente che gli Stati Uniti siano l'interlocutore strategico più importante dell'Unione europea, malgrado le opinioni divergenti su alcune importanti problematiche; esorta pertanto l'Unione europea ad assegnare una chiara priorità politica all'approfondimento delle relazioni transatlantiche a tutti i livelli, nonché all'ampliamento di tali relazioni onde includere altri partner transatlantici perseguendo l'obiettivo del mutuo beneficio e della reciprocità;

30.  ritiene che l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America debbano collaborare più strettamente per una risoluzione pacifica dei conflitti e delle crisi risultanti dal programma nucleare iraniano e dal processo di transizione nei paesi della primavera araba e del Medio Oriente; accoglie favorevolmente l'impegno del presidente Obama per una soluzione a due Stati al conflitto israelo-palestinese; invita l'Unione europea a intensificare, previo un dibattito parlamentare, l'attività diplomatica nel quadro di una strategia politica globale concordata per la stabilità a lungo termine e la sicurezza di tutta la regione;

31.  plaude all'annuncio dell'avvio dei negoziati per il partenariato transatlantico globale su commercio e investimenti (TTIP), che potrebbe dare un importante slancio alle economie dell'Unione europea e degli Stati Uniti, stimolare i progressi su altri accordi internazionali e rappresentare un modello da seguire per gli altri soggetti regionali e mondiali; ricorda la necessità di istituire un Consiglio politico transatlantico; constata che, nel frattempo, la pratica dei vertici annuali UE-USA fornisce un'opportunità per identificare obiettivi comuni, coordinare le strategie rispetto alle minacce e alle sfide di portata mondiale, sviluppare un approccio comune nei confronti delle potenze emergenti, garantire il multilateralismo e scambiare le migliori pratiche; ricorda che il vertice annuale UE-USA non è ancora stato tenuto quest'anno; sottolinea, inoltre, che l'eventuale conclusione del TTIP e dei negoziati in corso tra l'Unione europea e il Canada creerà la prospettiva di un vasto spazio economico comprendente l'America settentrionale, l'Unione europea e molti paesi latino-americani e potrà portare a crescita economica e occupazione; suggerisce di esplorare le ulteriori opportunità politiche di cooperazione triangolare transatlantica;

32.  ritiene che, per costruire la fiducia, sia necessario che gli Stati Uniti rispettino la legislazione sulla protezione dei dati sensibili e modifichino le loro attività di raccolta di dati dirette contro l'Unione europea e i suoi cittadini; chiede che si concluda rapidamente l'accordo ombrello UE-USA sulla protezione dei dati, volto a fornire informazioni e vie di ricorso legali ai cittadini dell'Unione europea; sottolinea che le recenti rivelazioni hanno sollevato in tutta Europa preoccupazioni che possono danneggiare le relazioni tra Unione europea e Stati Uniti; ricorda che la protezione dei dati deve essere rispettato sia dall'Unione europea che dai suoi interlocutori e considera necessarie norme comuni per condividere le informazioni classificate, volte a proteggere la libertà dei cittadini sia statunitensi che europei;

Russia

33.  ribadisce il suo sostegno alla politica di interazione critica dell'Unione nei confronti della Russia; considera la Russia un importante vicino strategico, ma ritiene che, per costruire un reale partenariato, i valori fondamentali della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto debbano essere rispettati; si compiace della cooperazione con la Russia su importanti problematiche internazionali, soprattutto per quanto riguarda il Medio Oriente, l'Iran, l'Afghanistan e la Siria;

34.  deplora tuttavia che la Russia ricorra al proprio veto nell'ambito del Consiglio di sicurezza dell'ONU (UNSC) per minare la capacità della comunità internazionale di reagire in modo efficace e tempestivo alle crisi umanitarie, quali la tragedia e la spirale di violenza in Siria; chiede pertanto al VP/AR di profondere l'impegno e gli sforzi diplomatici dell'Unione europea per ingaggiare ulteriormente la Russia su queste tematiche; accoglie positivamente la mediazione della Russia riguardo alla riserva di armi chimiche della Siria, la proposta delineata dal ministro degli esteri russo Sergey Lavrov, che invita la Siria a cedere il controllo del proprio arsenale chimico e l'offerta della Russia di fornire assistenza in tale operazione; deplora il fatto che tale mediazione non si sia verificata in una fase precedente, che avrebbe evitato la perdita di migliaia di vite umane;

35.  permane preoccupato per la mancanza di impegno dimostrata dalla Russia nei confronti dello Stato di diritto, della democrazia pluralista e dei diritti umani, evidenziata dalla recente legislazione che ostacola il lavoro delle organizzazioni della società civile e penalizza le minoranze, comprese le comunità LGBT, e limita le libertà di espressione, di riunione e di associazione; sottolinea che il rafforzamento dello Stato di diritto in tutti i settori della vita pubblica russa, economia compresa, non solo rappresenterebbe una risposta costruttiva al malcontento espresso da numerosi cittadini russi, ma è anche essenziale per sviluppare un autentico partenariato costruttivo tra Unione europea e Russia; sottolinea l'importanza di compiere uno sforzo determinato per affrontare la corruzione, al fine di rafforzare la fiducia nelle relazioni economiche tra Unione europea e Russia; sottolinea che i progressi dei negoziati sulla facilitazione dei visti, la cui fase preliminare è stata positiva, dovrà dipendere da progressi in settori quali la giustizia selettiva ed elezioni libere, eque e competitive;

36.  sottolinea la disponibilità dell'Unione europea a contribuire al partenariato per la modernizzazione, come pure a qualsiasi progetto che succeda all'attuale accordo di partenariato e cooperazione, a condizione che la Russia compia progressi in settori quali i diritti dell'uomo, lo Stato di diritto e la democrazia pluralista (comprese elezioni libere, eque e competitive); sottolinea inoltre che l'Unione europea permane impegnata nella costruzione della fiducia reciproca e nella promozione del dialogo politico con la Russia, anche su questioni di importanza mondiale come la lotta al terrorismo, la non proliferazione, la criminalità organizzata e i cambiamenti climatici;

37.  critica il fatto che la Russia, in violazione delle norme internazionali (ad esempio gli accordi di Helsinki), utilizzi gli strumenti dell'energia e della politica commerciale per fare pressione sui paesi del vicinato europeo e obbligarli ad aderire all'unione doganale guidata dalla Russia anziché firmare accordi di associazione con l'Unione europea e, quindi, ostacoli le loro decisioni sovrane; ritiene inoltre che la progressiva integrazione dei paesi partner con l'Unione europea possa coesistere con il perseguimento di relazioni di buon vicinato con la Russia; esorta la Russia ad adottare una posizione costruttiva rispetto ai conflitti congelati; deplora che l'Unione europea non abbia partecipato maggiormente alla soluzione di tali conflitti; avverte la Russia che il ricorso a conflitti irrisolti per fini politici può scatenare nuove ostilità e destabilizzare l'intera regione;

Cina

38.  incoraggia l'Unione europea a sviluppare ulteriormente un partenariato strategico di ampia portata con la Cina, che promuova gli interessi mondiali di ambedue le parti, progetti congiunti fondati su norme geostrategiche e il rispetto reciproco; invita l'Unione europea e gli Stati membri a rivolgersi in modo univoco al governo cinese; accoglie positivamente i quasi sessanta dialoghi settoriali attivi e la proposta di negoziati su un trattato sugli investimenti, ma chiede che siano sviluppati ulteriori dialoghi settoriali e che le indagini commerciali in corso siano risolte speditamente; ribadisce la necessità di rafforzare il dialogo tra Unione europea e Cina in materia di diritti umani, anche associandovi la società civile e in cooperazione con le Nazioni Unite;

39.  sottolinea che la cooperazione tra l'Unione europea e la Cina in campo multilaterale è essenziale per promuovere la stabilità e affrontare le sfide mondiali, tra l'altro per quanto riguarda le problematiche economiche e finanziarie, inclusi gli sforzi volti ad arginare l'evasione e l'elusione fiscali e i paradisi fiscali; sottolinea che la cooperazione è necessaria altresì per affrontare i cambiamenti climatici, le problematiche ambientali, il ricorso alle risorse naturali limitate del pianeta e la cooperazione allo sviluppo, per mantenere la pace e assicurare il rispetto del diritto internazionale in conflitti quali quello in Siria e per rispondere alle sfide costituite dall'Iran e dalla Corea del Nord riguardo alla non proliferazione;

40.  esprime la propria preoccupazione per il fatto che la Cina continui a violare i diritti umani e i diritti culturali e religiosi delle minoranze, in particolare in Tibet;

Giappone

41.  sottolinea l'esigenza di consolidare le relazioni dell'Unione con il Giappone in quanto interlocutore strategico e attore internazionale di prima grandezza, che condivide i valori democratici dell'Unione europea ed è un interlocutore naturale per la cooperazione nei consessi multilaterali; attende con interesse i negoziati dell'accordo quadro generale e dell'accordo di libero scambio;

Corea del Sud

42.  esorta l'Unione europea ad approfondire la propria cooperazione politica con la Corea del Sud, un importante attore democratico in Asia il quale, recentemente, ha intensificato le relazioni commerciali con l'Unione europea con un ambizioso accordo di libero scambio;

India

43.  invita l'Unione europea e gli Stati membri a rafforzare le relazioni con l'India sulla base della promozione della democrazia, dell'inclusione sociale, dello Stato di diritto e dei diritti umani, ed esorta ambedue le parti a fare il massimo per concludere i negoziati su un accordo generale di libero scambio UE-India, che stimolerà gli scambi e la crescita economica europei e indiani;

Turchia

44.  sottolinea l'importanza strategica del dialogo e della cooperazione dell'Unione europea con la Turchia su stabilità, democrazia e sicurezza, con particolare riferimento al più ampio Medio Oriente; osserva che la Turchia non solo è un alleato NATO, ma è anche un paese candidato ad aderire all'Unione europea, se e quando potrà soddisfare i criteri per l'adesione e una decisione sulla sua piena appartenza troverà un accordo democratico; chiede che siano avviati alcuni capitoli essenziali, in particolare per lanciare le necessarie riforme politiche; constata che la Turchia ha fortemente e ripetutamente condannato la violenza perpetrata dal regime siriano nei confronti dei civili e ha fornito assistenza umanitaria vitale ai siriani che fuggono dalla violenza attraversando i confini; chiede maggiore cooperazione tra gli Stati membri e la Turchia e provvedimenti a livello dell'Unione alla luce del crescente flusso di profughi alle frontiere esterne dell'Unione europea; sottolinea che la posizione internazionale di sempre maggiore rilievo della Turchia dovrebbe essere fondata anche sul suo impegno per i diritti fondamentali, lo Stato laico, la democrazia pluralista e lo Stato di diritto e che le riforme più essenziali devono ancora essere realizzate; prende atto della vitalità delle esigenze democratiche avanzate dalla società civile in Turchia e ribadisce la propria preoccupazione dinanzi alla risposta violenta, repressiva e spesso inadeguata data dalle autorità; chiede il sostegno della Turchia nella lotta contro i movimenti fondamentalisti e antidemocratici nella regione;

Sud Africa

45.  ribadisce l'importanza del partenariato strategico dell'Unione europea con il Sud Africa; sostiene che il Sud Africa, grazie al suo passato caratterizzato dalla positiva e pacifica transizione verso la democrazia e al suo ruolo di potenza regionale, può rappresentare una forza fondamentale per promuovere la democrazia e il buon governo, favorire l'integrazione economica regionale e sostenere la riconciliazione nazionale in tutta l'Africa, oltre a essere un interlocutore essenziale per l'Unione europea nell'ambito di tali sforzi; sottolinea l'importanza di una stretta collaborazione tra l'Unione europea e il Sud Africa in materia di cambiamenti climatici, sviluppo sostenibile e riforma delle istituzioni internazionali;

Unione europea in allargamento

46.  sottolinea che l'adesione all'Unione europea assicura pace, prosperità, sviluppo democratico, stabilità e sicurezza in un contesto internazionale in rapida evoluzione e che l'appartenenza all'Unione europea continua a offrire prospettive di sviluppo socioeconomico; è del parere che l'allargamento continui a essere un importante strumento della politica estera dell'Unione europea e sia nell'interesse strategico a lungo termine dell'Unione, che non può necessariamente essere misurato in termine di bilanci a breve termine; osserva tuttavia che la politica di allargamento deve tenere conto della capacità di integrazione dell'Unione europea stessa e del genuino impegno dei paesi dei Balcani occidentali e della Turchia ad assumersi le proprie responsabilità e affrontare i problemi sul tavolo; accoglie favorevolmente l'accordo sulle telecomunicazioni e l'energia raggiunto tra Serbia e Kosovo durante la 16a tornata negoziale sotto l'egida del VP/AR e chiede che si compiano maggiori sforzi per superare tutti gli ostacoli rimanenti;

Il vicinato dell'Unione europea

47.  sottolinea la necessità che l'Unione intensifichi i propri sforzi in relazione alla politica europea di vicinato (PEV), vi attribuisca maggiore priorità e dia prova di un maggiore impegno nei suoi confronti, ora che tale politica sta attraversando un momento di difficoltà ed è minacciata dagli sviluppi in atto in numerosi paesi; ritiene pertanto che, per motivi di solidarietà e dato l'interesse che ripone in un'evoluzione pacifica e libera, l'UE debba far convergere con forza i suoi strumenti, tra l'altro rafforzando gli approcci multilaterali nella regione, e creare solidi legami tra la sua politica, i suoi strumenti finanziari e i suoi finanziamenti allo scopo di conseguire i principali obiettivi politici, soprattutto per quanto concerne i diritti umani, la democrazia, lo Stato di diritto e le riforme economiche; osserva che la prospettiva europea continua a rappresentare un incentivo fondamentale, in particolare per i paesi europei limitrofi, a portare avanti riforme ambiziose;

48.  sottolinea che la modernizzazione dell'intero vicinato europeo si basa sullo sviluppo graduale della democrazia liberale, nella quale tutti coloro che sono eletti democraticamente governano anche democraticamente in conformità dei principi costituzionali, rispettando l'opposizione, il dissenso e il non conformismo;

49.  chiede la piena operatività dei principi a fondamento del nuovo approccio della PEV quali delineati dal VP/AR e dalla Commissione nelle pertinenti comunicazioni congiunte(10), in particolare il principio "more for more" (più progressi, più aiuti), i principi di differenziazione e di responsabilità reciproca e il "partenariato con la società"; chiede inoltre che l'assistenza dell'Unione sia pienamente allineata a tale nuovo approccio;

50.  sottolinea che, al fine di evitare tensioni sociali e/o squilibri socioeconomici post-adesione all'interno dell'Unione allargata, è necessario che la Commissione promuova politiche di preadesione intese a mitigare le disuguaglianze sociali strutturali e a superare le spaccature culturali all'interno degli Stati aderenti prima della data di adesione; evidenzia la necessità di accordare priorità all'integrazione nazionale delle minoranze sociali e culturali, impedendo in tal modo il loro spostamento di massa verso gli altri Stati membri in seguito all'adesione;

Vicinato orientale

51.  rammenta che i paesi del vicinato orientale rivestono un'importanza strategica e ricorda la prospettiva europea dei paesi in questione, che continua a rappresentare per loro un incentivo fondamentale a portare avanti le riforme; sottolinea che l'UE è in grado di esercitare una vera influenza in questo settore ed è opportuno che affermi appieno il proprio potere di trasformazione; ritiene che sia giunto il momento di intensificare gli sforzi, abbinandoli a un maggiore impegno politico, per conseguire gli obiettivi del partenariato orientale, compresa la necessità di instaurare un legame più stretto tra la PESC e la PEV; accoglie favorevolmente i progressi conseguiti e invita tutte le parti interessate a intraprendere gli sforzi necessari per firmare o siglare gli accordi di associazione, gli accordi di libero scambio globali e approfonditi e gli accordi sulla liberalizzazione del regime dei visti dell'UE quando tutte le condizioni fissate saranno soddisfatte; invita inoltre i partner orientali a soddisfare i requisiti ai fini del buon esito del vertice che si terrà a Vilnius nel novembre 2013; sottolinea che il vertice dovrebbe costituire un chiaro progresso nell'avvicinamento delle società degli Stati membri e dei paesi del partenariato orientale;

52.  si rammarica tuttavia del fatto che in molti paesi del partenariato orientale la situazione generale in fatto di norme democratiche e rispetto dei diritti umani abbia compiuto progressi pressoché nulli, laddove non sia addirittura peggiorata; invita l'Unione a svolgere un ruolo più attivo e sostenuto nella ricerca di soluzioni politiche ai conflitti congelati nei paesi del vicinato orientale, soprattutto al fine di superare lo stallo nel conflitto dell'Ossezia del Sud e dell'Abcasia e in quello del Nagorno Karabah nonché di svolgere pienamente il proprio ruolo a sostegno di qualunque successivo accordo di pace; incoraggia a conseguire ulteriori progressi in merito alla questione della Transnistria; sottolinea inoltre che il pieno sviluppo del partenariato orientale può avere luogo solo se si giungerà a una soluzione pacifica dei conflitti congelati, e occorre accordare priorità a tale aspetto; invita l'Unione a sfruttare appieno gli strumenti di cui dispone per fungere da mediatore e assicurare il pieno rispetto dei diritti umani; ribadisce il suo parere che lo sviluppo delle relazioni debba essere subordinato a un reale impegno a favore dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;

53.  ricorda che le riforme democratiche promosse dall'UE sono nell'interesse dei paesi partner stessi e possono contribuire al loro sviluppo economico e sociale; osserva che istituzioni democratiche solide e legami più stretti con l'UE grazie agli accordi di associazione, agli accordi di libero scambio globali e approfonditi e alle misure di facilitazione del rilascio dei visti contribuiranno a rafforzare la sovranità di tali paesi rispetto all'influenza di vicini potenti; esprime profonda preoccupazione per la crescente pressione esercitata nei confronti di alcuni paesi partner, come la Moldova, l'Ucraina e l'Armenia, con il fine ultimo di rallentare il loro progresso verso un maggiore impegno con l'Unione europea; invita l'Unione ad affrontare tali questioni in modo coerente a livello politico; ribadisce la disponibilità dell'UE a essere un partner affidabile e forte per questi paesi, sulla base di valori comuni condivisi e della solidarietà, e a condividere con loro tutti i benefici dell'acquis dell'Unione, sulla falsariga di un accordo sullo Spazio economico europeo Plus;

54.  sottolinea che, sebbene l'accordo UE-Ucraina sia stato siglato, esso può essere sottoscritto e ratificato solo se l'Ucraina rispetterà i necessari requisiti, come stabilito nelle conclusioni del Consiglio sull'Ucraina del 10 dicembre 2012; ribadisce il suo invito al parlamento e al governo dell'Ucraina ad affrontare la questione della giustizia selettiva, in particolare rilasciando immediatamente Julija Tymošenko, e ad attuare le riforme stabilite nell'Agenda di associazione concordata congiuntamente, comprese la riforma giudiziaria (vale a dire la procura generale) e la riforma della legge elettorale; invita l'Ucraina a modificare il codice penale, eliminando le sanzioni penali per chiari atti politici condotti dai funzionari pubblici nell'esercizio delle loro funzioni;

55.  sostiene l'accordo di associazione UE-Georgia ma reputa necessario che le autorità georgiane realizzino progressi concreti nell'ambito dello Stato di diritto; chiede, in particolare, il rilascio di tutti i prigionieri politici, tra cui l'ex primo ministro Vano Merabishvili, e il rispetto delle norme europee durante le prossime elezioni presidenziali;

Vicinato meridionale e Medio Oriente

56.  evidenzia le relazioni di lunga durata dell'Unione con i paesi del vicinato meridionale dell'Europa; chiede la piena operatività dei principi a fondamento del nuovo approccio della PEV quali delineati dal VP/AR e dalla Commissione nelle suddette comunicazioni congiunte, in particolare il principio "more for more", i principi di differenziazione e di responsabilità reciproca e il "partenariato con la società"; chiede inoltre che l'assistenza dell'Unione sia pienamente allineata a tale nuovo approccio;

57.  ricorda il suo sostegno all'utilizzo da parte del VP/AR di nuovi strumenti, come la task force per il Mediterraneo meridionale, quale mezzo per massimizzare l'effetto leva generato dai finanziamenti dell'Unione e dei suoi partner a beneficio dei cittadini di tali paesi; si attende risultati tangibili da tali approcci innovativi in termini di un migliore coordinamento dei contributi dell'UE e degli Stati membri, di sostegno allo sviluppo delle capacità dei paesi beneficiari e di responsabilità delle loro amministrazioni;

58.  esprime profonda preoccupazione per la situazione in Egitto e per la violenza eccessiva esercitata da tutte le parti, comprese tanto le forze di sicurezza statali quanto le forze di opposizione; sottolinea la necessità che l'Unione sostenga la democrazia e i diritti umani e accoglie favorevolmente la decisione dei ministri degli Esteri dell'UE, del 21 agosto 2013, di sospendere tutte le licenze di esportazione delle attrezzature che potrebbero essere utilizzate a fini di repressione interna; esorta tutti gli attori politici in Egitto ad appianare le loro divergenze attraverso il dialogo pacifico e chiede un accordo politico inclusivo nonché il trasferimento del potere ai leader democraticamente eletti nel minor tempo possibile; esorta l'Unione e, in particolare, il VP/AR a sfruttare la sua posizione unica e la sua rete di relazioni con gli attori principali, nonché a proseguire gli sforzi di mediazione volti a conseguire un accordo politico in merito ai parametri fondamentali di una transizione democratica;

59.  si rammarica che l'Unione abbia rinunciato alla sua politica comune relativa a un embargo sugli armamenti nei confronti della Siria, pregiudicando in tal modo un approccio comune; condanna il tragico e continuo spargimento di sangue in Siria, che ha già avuto un impatto umanitario devastante e destabilizzante anche sui paesi vicini, con particolare riferimento alla Giordania, al Libano, all'Iraq e alla Turchia; invita gli Stati membri a dimostrare la loro solidarietà e a fornire assistenza ai profughi siriani e agli sfollati all'interno della Siria; condanna fortemente l'uccisione di massa di civili e sottolinea che l'uso di armi chimiche da parte del governo siriano rappresenta una grave violazione delle norme internazionali che potrebbe portare al deferimento di tutti i responsabili alla Corte penale internazionale; accoglie favorevolmente la decisa risposta internazionale e chiede la rapida attuazione, sotto il controllo internazionale, del piano per la distruzione di tutte le armi chimiche; sottolinea che la gravità della situazione in Siria richiede un elevato livello di coerenza e solidarietà tra gli Stati membri dell'Unione nonché la loro cooperazione con la NATO e gli attori regionali, in particolare Russia, Iran, Israele e Turchia; invita l'Unione a sostenere attivamente gli sforzi intesi a convocare i negoziati Ginevra II al fine di promuovere una soluzione politica che possa essere accettata dai siriani e porre fine alla letale spirale di violenza;

60.  invita di nuovo l'UE a svolgere un ruolo più attivo nella soluzione del conflitto nel Sahara occidentale, che attualmente rappresenta un ostacolo insormontabile al pieno sviluppo delle relazioni di buon vicinato nel Maghreb;

61.  ribadisce il suo sostegno al duplice approccio adottato dall'Unione, dagli Stati Uniti, dalla Russia e dalla Cina allo scopo di perseguire la non proliferazione; invita il presidente iraniano a dare seguito alle recenti dichiarazioni positive attraverso una piena cooperazione con la comunità internazionale per affrontare le preoccupazioni in merito alla natura esclusivamente pacifica del programma nucleare iraniano; invita l'UE 3+3 a prendere in considerazione misure supplementari e incentivi subordinati al conseguimento di progressi concreti da parte dell'Iran nell'adozione di misure verificabili per rispondere alle preoccupazioni della comunità internazionale; sottolinea che il fallimento o lo stallo dei negoziati tra l'UE 3+3 e l'Iran in relazione alla non proliferazione nucleare comporterà seri rischi per la sicurezza regionale e globale;

62.  si dice speranzoso per i negoziati di pace in Medio Oriente e ricorda che la risoluzione del conflitto in Medio Oriente risulta essere un interesse fondamentale dell'Unione europea, delle parti stesse e della regione in generale; sottolinea pertanto che la necessità di compiere progressi su questo fronte è ancora più impellente dati gli attuali cambiamenti nel mondo arabo, la crisi siriana e la situazione di particolare instabilità nella più ampia regione del Medio Oriente; invita gli Stati membri a trovare un terreno comune per un'azione più decisiva da parte dell'UE, in stretta cooperazione con la Lega araba e gli altri membri del Quartetto; accoglie con favore la ripresa dei negoziati diretti tra israeliani e palestinesi quale base per il conseguimento di una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati; critica la politica di colonizzazione israeliana, che viola il diritto internazionale e rischia di compromettere le prospettive di pace e di una risoluzione negoziata del conflitto; ribadisce che un Medio Oriente stabile e pacifico è nell'interesse dell'Unione e chiede un impegno più attivo al fine di raggiungere tale obiettivo; plaude alla pubblicazione degli orientamenti sugli strumenti di finanziamento dell'Unione e chiede che siano attuati in modo accorto e non burocratico;

63.  invita l'Iran e gli Emirati arabi uniti ad avviare un dialogo aperto e leale che permetta di giungere a una soluzione pacifica e del tutto conforme al diritto internazionale della loro disputa territoriale;

America latina

64.  si compiace del dialogo politico UE-America latina, inclusi i vertici dei capi di Stato e l'Assemblea parlamentare EUROLAT;

65.  ritiene che l'UE e i paesi dell'America latina condividano un impegno comune a favore di uno sviluppo economico socialmente sostenibile e un comune attaccamento ai valori democratici e allo Stato di diritto, ma siano altresì soggette a tensioni nel conciliare detti valori e obiettivi e le condizioni di governance;

66.  manifesta il suo sostegno al processo di negoziazione di un accordo di associazione tra l'Unione europea e il Mercosur e prende atto dell'impegno di entrambe le parti per giungere a uno scambio di offerte sull'accesso al mercato entro la fine del 2013; accoglie favorevolmente l'entrata in vigore dell'accordo di associazione UE-America centrale e dell'accordo di libero scambio multilaterale con Colombia e Perù e auspica l'eliminazione del regime dei visti con questi due paesi nonché una cooperazione in vista di ulteriori accordi di associazione, anche con l'Ecuador; osserva che tali accordi rappresentano importanti progressi nello sviluppo di relazioni strategiche tra l'Unione europea e l'America latina;

67.  sottolinea la necessità di potenziare i contatti e il coordinamento con i partner dell'America latina nei consessi multilaterali; chiede l'adozione di una Carta euro-latinoamericana per la pace e la sicurezza, come richiesto dall'Assemblea EUROLAT;

Africa

68.  ribadisce che i preparativi per il quarto vertice UE-Africa del 2014 offrono un'opportunità per andare oltre lo sviluppo delle capacità istituzionali a livello continentale e verso l'istituzione di un partenariato politico per la pace, la sicurezza, lo sviluppo socioeconomico, gli sforzi nella lotta contro i flussi finanziari illeciti provenienti dall'Africa, il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio e il buon governo, ai livelli regionale e subregionale;

69.  sottolinea l'importanza delle rispettive strategie dell'UE per il Corno d'Africa e la regione del Sahel quali strumenti chiave per affrontare le complesse sfide in materia di sicurezza, governance e sviluppo che riguardano queste regioni, le quali attraversano l'Africa intera;

70.  rammenta che la stabilità dello Stato e la sicurezza umana a più lungo termine in queste due regioni richiedono non solo la sconfitta degli estremisti radicali violenti e dei trafficanti di armi, droga ed esseri umani, ma anche la promozione della riconciliazione, il rafforzamento delle istituzioni statali e della società civile nonché la fornitura di attività economiche alternative affinché la popolazione disponga di mezzi di sussistenza dignitosi, soprattutto attraverso la creazione di posti di lavoro per i giovani agevolando l'elaborazione e l'attuazione di misure miranti a rafforzare la fiducia;

Asia centrale

71.  sostiene la promozione da parte dell'Unione di un approccio regionale in Asia centrale, che è essenziale per affrontare le sfide comuni, soprattutto per quanto concerne la stabilità, la sicurezza e le risorse idriche ed energetiche, per agevolare il dialogo, sviluppare relazioni di buon vicinato e promuovere gli interessi strategici dell'UE; chiede che l'impegno dell'UE in questa regione sia associato ai progressi in materia di democratizzazione, diritti umani, buon governo, sviluppo socioeconomico sostenibile, Stato di diritto e lotta alla corruzione; sottolinea inoltre l'importanza della presenza in loco dell'Unione al fine di controllare da vicino i processi dettati da motivazioni politiche, e la necessità di promuovere il pluralismo politico;

72.  mette in evidenza altresì l'importanza del dialogo dell'Unione con i paesi dell'Asia centrale sui temi regionali, ambientali e di sicurezza, specialmente per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche e la situazione in Afghanistan dopo il 2014; accoglie favorevolmente l'avvio, in data 13 giugno 2013, del dialogo ad alto livello in materia di sicurezza tra l'UE e l'Asia centrale;

73.  osserva che i paesi dell'Asia centrale, ricchi di risorse energetiche e naturali, sono potenzialmente importanti ai fini della diversificazione delle fonti e delle vie di approvvigionamento dell'UE per ottenere un maggiore livello di sicurezza energetica; invita il SEAE e la Commissione a continuare a fornire il loro forte sostegno ai progetti di diversificazione dell'approvvigionamento energetico, come il corridoio meridionale e il gasdotto transcaspico;

Afghanistan

74.  esprime profonda preoccupazione per la continua violenza, in tutte le sue forme, in Afghanistan, soprattutto nei confronti delle donne; esorta il governo afghano a prepararsi ad assumere la piena responsabilità dopo il ritiro delle forze internazionali a partire dal 2014; invita gli Stati membri ad apprestarsi a sostenere lo sviluppo delle capacità militari e civili del governo afghano e delle sue forze di sicurezza nazionali al fine di creare stabilità e sicurezza quale condizione essenziale per lo sviluppo, evitando che si crei un vuoto economico e in termini di sicurezza dopo che il paese si sarà assunto la piena responsabilità della propria sicurezza a partire dal 2014; sottolinea la necessità che l'Unione continui a sostenere la lotta contro la corruzione; ribadisce il bisogno di elaborare un piano per l'eliminazione della produzione di oppio; rammenta che il Parlamento ha ripetutamente chiesto la promozione di un piano quinquennale per l'eliminazione della produzione di oppio;

75.  ribadisce l'impegno a lungo termine dell'Unione ad assistere l'Afghanistan in una transizione pacifica e in uno sviluppo socioeconomico sostenibile; accoglie favorevolmente il fatto che l'UE e l'Afghanistan sono in procinto di concludere i negoziati relativi a un accordo di cooperazione sul partenariato e sullo sviluppo; invita entrambe le parti a concludere rapidamente i negoziati;

76.  sottolinea la necessità di una cooperazione rafforzata nella subregione dell'Asia centrale come pure con Russia, Pakistan, India e Iran per far fronte alle sfide del traffico transfrontaliero di esseri umani e di merci, nonché per contrastare la produzione e il traffico illeciti di stupefacenti; mette in guardia dal rischio che tali problemi provochino effetti di ricaduta sui paesi vicini e sull'intera subregione dopo il 2014; sottolinea il ruolo chiave del Pakistan nella lotta al terrorismo;

Asia

77.  invita l'UE a potenziare la sua presenza nella regione Asia-Pacifico, concentrando la sua attenzione anche oltre la Cina, l'India e il Giappone; sottolinea il potenziale politico ed economico dei partenariati in fase di istituzione tra l'UE e l'Indonesia, un paese democratico che è quarto al mondo per numero di abitanti, in prevalenza musulmani, nonché membro del G20 e tra l'UE e le Filippine; sottolinea le nuove prospettive per le relazioni tra l'UE e l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) a seguito dei cambiamenti democratici nel Myanmar/Birmania; ritiene che il piano d'azione di Bandar Seri Begawan per consolidare il partenariato rafforzato ASEAN-UE costituisca un passo importante; ritiene altresì che il trattato di amicizia rappresenti un'occasione per approfondire la cooperazione e auspica risultati tangibili al riguardo;

78.  sottolinea la necessità di concludere i negoziati sugli accordi di partenariato e cooperazione e gli accordi quadro politici con diversi paesi dell'Asia sudorientale e orientale, sulla base di norme sociali e della responsabilità sociale delle imprese europee, così da consolidare e rafforzare le relazioni dell'UE con la regione;

79.  sottolinea l'importanza della sicurezza della regione Asia-Pacifico e si dice preoccupato per le tensioni, incluse le dispute territoriali che riguardano il Mar cinese orientale e meridionale, oltre a nutrire timori crescenti rispetto alla Corea del Nord; suggerisce che l'UE assuma un ruolo più attivo e chiede che tutte le parti interessate siano incluse in tutti i meccanismi di dialogo e cooperazione, specialmente in ambito multilaterale, data l'importanza che la stabilità in questa regione riveste per la sicurezza marittima e gli interessi commerciali dell'UE;

80.  rileva gli sforzi compiuti per favorire la cooperazione tra l'UE e gli Stati Uniti a seguito della svolta verso l'Asia, come dimostrato dall'approccio comune alla revoca delle sanzioni nei confronti del Myanmar/Birmania; invita pertanto a un maggior coordinamento delle politiche statunitensi e dell'UE rispetto all'Asia, assieme a partner chiave come l'Australia e la Nuova Zelanda; esorta, a tal fine, a giungere a una rapida conclusione dei negoziati sugli accordi quadro con l'Australia e la Nuova Zelanda, che dovrebbero tenere conto dell'approccio comune dell'Unione in merito all'inclusione in tutti gli accordi internazionali negoziati dall'UE di clausole politiche sui diritti umani e la democrazia formulate in modo chiaro;

81.  ricorda il primo dialogo strategico UE-Pakistan svoltosi nel giugno 2012 e l'impegno a discutere in modo costruttivo del potenziamento della cooperazione bilaterale e della condivisione di prospettive sui problemi regionali e internazionali di interesse comune, compreso un impegno più attivo a favore di una società pluralista quale elemento essenziale nella lotta al terrorismo; invita il VP/AR a tenere aggiornato il Parlamento circa il seguito dato a tale dialogo strategico e i preparativi per quello successivo, il cui svolgimento è previsto a Bruxelles nel 2013;

82.  plaude agli incessanti sforzi profusi da Taiwan per mantenere pace e stabilità nella regione Asia-Pacifico; riconosce i progressi compiuti nelle relazioni tra le due sponde dello Stretto, specialmente i fiorenti rapporti economici, il turismo e la cooperazione culturale; ribadisce il proprio deciso sostegno a una significativa partecipazione di Taiwan a organizzazioni e attività internazionali, tra cui la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici; esorta la Commissione e il Consiglio ad agevolare la negoziazione di un accordo di cooperazione economica UE-Taiwan; incoraggia una più stretta cooperazione bilaterale tra l'UE e Taiwan in settori quali il commercio, la ricerca, la cultura, l'istruzione e la protezione dell'ambiente;

83.  resta profondamente preoccupato per le continue violazioni massicce dei diritti umani nella Corea den Nord e per i continui test di dispositivi nucleari sempre più potenti e missili a più lungo raggio, che continuano a rappresentare una grave minaccia per la pace, la stabilità e la sicurezza a livello internazionale nonché per lo sviluppo economico del paese;

Partner multilaterali

84.  ritiene che il G20 potrebbe dimostrarsi un consesso utile e particolarmente adeguato per la formazione di un consenso inclusivo, basato sul partenariato e in grado di propiziare la convergenza, anche in campo normativo; ritiene tuttavia che il G20 non abbia ancora dato prova della sua capacità di convertire le conclusioni dei vertici in politiche sostenibili che affrontino le sfide critiche;

85.  riconosce il ruolo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite quale principale organismo internazionale responsabile del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, osservando al contempo che le recenti crisi hanno evidenziato la sua crescente incapacità di agire tempestivamente in risposta alle gravi minacce per la pace e la sicurezza internazionali a causa delle sue strutture e modalità di lavoro; esorta pertanto il VP/AR ad adoperarsi per assicurare all'UE un seggio permanente in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e per guidare la riforma dello stesso; invita gli Stati membri che detengono un seggio permanente a coinvolgere il VP/AR nel loro processo decisionale;

86.  invita l'Unione e i suoi Stati membri a ribadire l'impegno dell'UE a portare avanti un multilateralismo efficace, che sia basato sul sistema delle Nazioni Unite, migliorando la rappresentatività, la responsabilità e l'efficacia dell'ONU, il cui Consiglio di sicurezza necessita di una riforma che preveda anche limitazioni al potere di veto; sottolinea l'importanza di lavorare con altri partner internazionali onde rispondere alle sfide internazionali; sottolinea che un seggio dell'UE in seno a un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite allargato rimane un obiettivo centrale di lungo termine per l'Unione; invita inoltre gli Stati membri, al fine di rafforzare la presenza dell'Unione in seno al sistema delle Nazioni Unite, a coordinare i loro sforzi nella selezione di funzionari di alto rango per le posizioni di alto livello nell'ONU e nelle altre organizzazioni internazionali;

87.  esorta l'UE e i suoi Stati membri a cooperare con i partner al fine di rafforzare il ruolo delle organizzazioni regionali nel mantenimento della pace, nella prevenzione dei conflitti, nella gestione civile e militare delle crisi e nella risoluzione dei conflitti; sottolinea la necessità di collaborare con i partner al fine di garantire che il concetto della responsabilità di fornire protezione sia elaborato legalmente e messo in atto ogniqualvolta si riveli necessario, integrando la prevenzione, la protezione e la ricostruzione postbellica; rammenta la sua raccomandazione di adottare un "consenso interistituzionale sulla responsabilità di fornire protezione" a livello di UE e si attende che il SEAE avvii le consultazioni a tal fine; pone l'accento sulla necessità di sviluppare orientamenti e capacità di mediazione più efficaci, anche attraverso la collaborazione tra l'UE e l'ONU;

88.  plaude all'impegno assunto dall'UE e dalla NATO di rafforzare il loro partenariato strategico attraverso un approccio complementare; rileva che l'attuale crisi economica globale ed europea ha stimolato una serie di azioni tese a ricercare capacità operative maggiormente efficaci sotto il profilo dei costi, nell'ambito sia dell'UE che della NATO, che sono urgentemente necessarie; chiede una soluzione politica urgente all'attuale situazione di stallo che impedisce un'adeguata e stretta cooperazione tra l'UE e la NATO; accoglie favorevolmente iniziative quali le richieste da parte di ulteriori Stati membri dell'Unione di aderire al partenariato per la pace della NATO, che costituiscono un primo passo verso l'eliminazione degli ostacoli esistenti tra l'Unione europea e la NATO;

89.  continua a nutrire preoccupazione per i problemi nell'avviare le missioni della PSDC, quali i ritardi nella pianificazione e nel dispiegamento, la mancanza di personale, le difficoltà nella pianificazione e nell'esecuzione finanziaria, le questioni riguardanti lo stato degli accordi della PESC con i paesi terzi nonché le difficoltà nella fase iniziale; chiede la creazione di un meccanismo di seguito per assicurare che tali problemi ricorrenti siano trattati congiuntamente;

90.  invita il VP/AR a integrare la sicurezza informatica nell'azione esterna dell'UE, ad assicurare il coordinamento con l'azione adottata nel quadro del programma di Stoccolma e a sviluppare reti di partner che condividono i medesimi principi onde affrontare le minacce e le sfide in materia di sicurezza informatica; sottolinea che occorre adoperarsi per garantire l'applicazione in ambiente informatico degli strumenti giuridici internazionali esistenti;

91.  evidenzia la necessità di disciplinare a livello di Unione la vendita, la fornitura, il trasferimento e l'esportazione verso paesi terzi di apparecchiature o software destinati principalmente ad essere usati per il controllo e l'intercettazione di Internet e delle comunicazioni telefoniche; sottolinea che è urgentemente necessario impedire che le imprese dell'Unione esportino tali prodotti a duplice uso verso regimi non democratici, autoritari e repressivi;

92.  ribadisce il suo invito al VP/AR a verificare l'efficacia della strategia dell'UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, nonché delle sue politiche di lotta alle armi tradizionali, incluse le esportazioni di armi;

93.  plaude all'approccio coordinato dell'UE durante i negoziati relativi al trattato sul commercio di armi, che ha propiziato un esito positivo; invita gli Stati membri a ratificare rapidamente il trattato, così che possa entrare in vigore dopo l'approvazione del Parlamento europeo; chiede che la competenza relativa alle norme che disciplinano le esportazioni di armi e di apparecchiature o software destinati principalmente ad essere usati per il controllo e l'intercettazione di Internet e delle comunicazioni telefoniche di rete fissa o mobile sia trasferita interamente all'Unione;

94.  sostiene il dialogo sulla riforma dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e l'avvio del processo Helsinki 40+ nel dicembre 2012, che fornisce una tabella di marcia strategica per il potenziamento dell'organizzazione; sostiene pienamente le attività dell'Ufficio dell'OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR), che svolge un lavoro inestimabile nel campo della promozione e protezione dei diritti umani e delle norme democratiche;

95.  riconosce il ruolo di importanza crescente delle organizzazioni regionali, in particolare della Lega araba, del Consiglio di cooperazione del Golfo, dell'Organizzazione per la cooperazione islamica e dell'Organizzazione per la cooperazione economica, e invita l'UE a rafforzare la sua cooperazione, in particolare sulle problematiche connesse ai processi di transizione e alla gestione delle crisi nel vicinato meridionale; accoglie favorevolmente gli sforzi compiuti dall'UE per assistere la Lega araba nel suo processo di integrazione;

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96.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale della NATO, al Presidente dell'Assemblea parlamentare della NATO, al Presidente in carica dell'OSCE, al Presidente dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE, al Presidente del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa e al Presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

(1) GU C 139 del 14.6.2006, pag. 1.
(2) Testi approvati, P7_TA(2012)0334.
(3) GU C 377 E del 7.12.2012, pag. 35.
(4) GU C 349 E del 22.12.2010, pag. 51.
(5) GU C 351 E del 2.12.2011, pag. 454.
(6) Testi approvati, P7_TA(2013)0278.
(7) GU C 351 E del 2.12.2011, pag. 470.
(8) GU C 351 E del 2.12.2011, pag. 472.
(9) "Gli Stati membri sostengono attivamente e senza riserve la politica estera e di sicurezza dell'Unione in uno spirito di lealtà e di solidarietà reciproca e rispettano l'azione dell'Unione in questo settore. […] Essi si astengono da qualsiasi azione contraria agli interessi dell'Unione o tale da nuocere alla sua efficacia come elemento di coesione nelle relazioni internazionali. Il Consiglio e l'Alto rappresentante provvedono affinché detti principi siano rispettati." (articolo 24, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea).
(10) Comunicazione congiunta del 25 maggio 2011 dal titolo "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento" (COM(2011)0303); comunicazione congiunta del 20 marzo 2013 dal titolo "Politica europea di vicinato: contribuire a un partenariato più forte" (JOIN(2013)0004).

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