Risoluzione del Parlamento europeo del 21 novembre 2013 sulla comunicazione della Commissione "Potenziare la dimensione sociale dell'Unione economica e monetaria" (UEM) (2013/2841(RSP))
l Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione del 2 ottobre 2013 intitolata "Potenziare la dimensione sociale dell'Unione economica e monetaria" (COM(2013)0690),
– vista la relazione presentata il 26 giugno 2012 dal Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, intitolata "Verso un'autentica Unione economica e monetaria"(1),
– vista la comunicazione della Commissione del 30 novembre 2012 intitolata "Un piano per un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita: avvio del dibattito europeo" (COM(2012)0777),
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 14 dicembre 2012 su una tabella di marcia per il completamento dell'Unione economica e monetaria(2),
– vista la comunicazione della Commissione del 20 marzo 2013 intitolata "Verso un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita: creazione di uno strumento di convergenza e di competitività" (COM(2013)0165),
– vista la comunicazione della Commissione del 20 marzo 2013 intitolata "Verso un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita: Coordinamento ex ante delle grandi riforme di politica economica previste" (COM(2013)0166),
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 14 marzo 2013(3), del 28 giugno 2013(4) e del 25 ottobre 2013(5),
– vista la sua risoluzione del 20 novembre 2012 intitolata "Verso un'autentica Unione economica e monetaria"(6),
– viste la comunicazione della Commissione, del 20 febbraio 2013, intitolata "Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando il Fondo sociale europeo nel periodo 2014-2020" (COM(2013)0083) e la sua risoluzione del 12 giugno 2013 sull'argomento(7),
– vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2013 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: attuazione delle priorità per il 2013"(8),
– vista la comunicazione della Commissione del 20 ottobre 2009 dal titolo "Solidarietà in materia di salute: riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE" (COM(2009)0567),
– vista l'audizione pubblica organizzata dalla commissione per l'occupazione e gli affari sociali il 9 luglio 2013 sul tema "La dimensione sociale dell'Unione economica e monetaria (UEM) – Un regime europeo dell'indennità di disoccupazione",
– visto il documento sugli stabilizzatori automatici, del 4 ottobre 2013, elaborato dal gruppo di lavoro della DG Occupazione, affari sociali e inclusione della Commissione,
– visto il documento strategico del 13 settembre 2013, elaborato dal Centro di politica europea (EPC), intitolato "Developing the social dimension of a deep and genuine Economic and Monetary Union" (Sviluppo della dimensione sociale di un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita),
– visto lo studio pubblicato nel settembre 2013 da Notre Europe intitolato "Blueprint for a Cyclical Shock Insurance in the euro area" (una garanzia contro gli shock congiunturali nell'area dell'euro),
– visto il documento di lavoro dei servizi del Fondo monetario internazionale del settembre 2013 intitolato "Toward a fiscal union for the Euro Area" (verso un'unione fiscale per l'area dell'euro)(9),
– vista la sua risoluzione del 4 luglio 2013 dal titolo "Impatto della crisi sull'accesso delle categorie vulnerabili all'assistenza"(10),
– vista la relazione della Commissione sulla situazione occupazionale e sociale dell'UE: rassegna trimestrale, dell'ottobre 2013,
– vista l'interrogazione alla Commissione sulla dimensione sociale dell'Unione economica e monetaria (O-000122/2013 – B7-0524/2013),
– visti l'articolo 115, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che la disoccupazione nell'UE ha raggiunto il livello allarmante di 26,6 milioni di persone(11);
B. considerando che la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli senza precedenti, pari a una media del 23% per l'Unione nel suo insieme;
C. considerando che la disoccupazione di lungo periodo è aumentata nella maggior parte degli Stati membri e, per l'Unione nel suo insieme, ha raggiunto il massimo storico;
D. considerando che la disoccupazione strutturale e gli squilibri tra l'offerta e la domanda di lavoro continuano ad aumentare;
E. considerando che, dal 2007, i livelli di povertà nell'Unione continuano ad aumentare mentre il reddito delle famiglie diminuisce, con la conseguenza che il 24,2% della popolazione dell'UE è attualmente a rischio di povertà o esclusione sociale;
F. considerando che la povertà dei lavoratori è in costante aumento dall'inizio della crisi;
G. considerando che l'aumento della povertà dei lavoratori e delle famiglie senza lavoro è all'origine dei crescenti livelli di povertà infantile;
H. considerando che continuano ad aumentare le disuguaglianze sia negli Stati membri dell'UE sia tra di essi, in particolare all'interno dell'area dell'euro;
I. considerando che il persistere delle divergenze tra gli Stati membri causa una rapida polarizzazione dei tassi di disoccupazione; che in alcuni paesi tali divergenze stanno aumentando anche tra le regioni e i gruppi sociali;
J. considerando che gli squilibri sociali si sono accentuati più rapidamente nell'area dell'euro rispetto all'Unione nel suo insieme;
K. considerando che il monitoraggio dei risultati in materia di protezione sociale ha individuato le tendenze sociali chiave da tenere sotto osservazione;
L. considerando che il tasso di disoccupazione medio registrato nella periferia dell'area dell'euro ha raggiunto il 17,3% nel 2012, rispetto al 7,1% registrato nella parte centrale;
M. considerando che il tasso medio dei giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (NEET) registrato nella periferia dell'area dell'euro ha raggiunto il 22,4% nel 2012, rispetto all'11,4% registrato nella parte centrale;
N. considerando che i livelli di povertà sono aumentati nei due terzi degli Stati membri, ma si sono stabilizzati nel resto dell'Unione;
O. considerando che sono stati presi provvedimenti decisivi per rafforzare la governance economica dell'Unione; che tuttavia la possibilità di conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020, è attualmente in pericolo;
P. considerando che il dibattito sugli squilibri sociali dovrebbe essere posto sullo stesso piano di quello riguardante gli squilibri macroeconomici;
Q. considerando che il 9 luglio 2013 la commissione per l'occupazione e gli affari sociali ha organizzato un'audizione pubblica sul tema "La dimensione sociale dell'Unione economica e monetaria (UEM) – Un regime europeo dell'indennità di disoccupazione", durante la quale sono state discusse ed esaminate l'ipotesi di stabilizzatori automatici a livello dell'area dell'euro nonché le possibili modalità di introdurli;
R. considerando che la troika ha confermato che una partecipazione di elevata qualità delle parti sociali e un dialogo sociale incisivo, anche a livello nazionale, sono necessari e possono contribuire al successo di qualsiasi riforma, in particolare le riforme dell'UEM;
S. considerando che la situazione economica in alcuni Stati membri ha compromesso la qualità dell'occupazione, la previdenza sociale e le norme in materia di salute e sicurezza;
1. accoglie favorevolmente la comunicazione della Commissione intitolata "Potenziare la dimensione sociale dell'Unione economica e monetaria" e la considera un primo passo verso la creazione di una dimensione sociale dell'UEM;
2. riconosce esplicitamente che l'attuazione della dimensione sociale dell'Unione economica e monetaria è soggetta al principio di sussidiarietà e può essere meglio realizzata attraverso il metodo delle migliori prassi e della revisione tra pari a livello europeo;
3. ritiene tuttavia che siano necessarie proposte più specifiche per garantire che la governance economica rispetti la dimensione sociale;
4. esorta a porre gli aspetti sociali al centro dell'integrazione europea e a integrarli in tutte le politiche e le iniziative dell'UE;
5. reputa opportuno che la dimensione sociale costituisca un fattore di riconciliazione/compromesso in termini di apprendimento comparativo;
6. osserva che lo scopo della dimensione sociale dell'UEM è assicurare la previdenza sociale e un tenore di vita sufficiente per le generazioni attuali e future; ritiene pertanto importante che i cittadini dell'UE riconoscano la capacità della loro Unione di promuovere il progresso sociale;
7. ritiene che lo sviluppo di un'Europa sociale, con l'obiettivo di una "Unione sociale", sia una conseguenza dell'integrazione europea;
8. sostiene la proposta di istituire un quadro di valutazione degli indicatori occupazionali e sociali essenziali, che sia complementare alla procedura per gli squilibri macroeconomici, allo scopo di rendere più trasparenti le conseguenze sociali delle politiche economiche e di altro tipo mediante valutazioni d'impatto ex ante ed ex post o il monitoraggio, e possa essere utilizzato per l'elaborazione della relazione comune sull'occupazione della Commissione;
9. respinge qualsiasi armonizzazione o allineamento che comporti una riduzione al minimo delle norme sociali negli Stati membri;
10. osserva che gli indicatori proposti costituiscono un possibile modo di assicurare una copertura completa della situazione occupazionale e sociale negli Stati membri;
11. invita la Commissione a garantire che tutti gli indicatori pertinenti tengano conto della dimensione di genere;
12. esorta a far sì che l'indicatore proposto per misurare i livelli di disoccupazione giovanile tenga conto dei giovani fino a 30 anni su base volontaria, conformemente a quanto previsto dalla garanzia per i giovani;
13. chiede che il quadro di valutazione comprenda indicatori concernenti i livelli di povertà infantile, l'accesso all'assistenza sanitaria, la condizione di senza dimora e un indice di lavoro dignitoso onde consentire un'adeguata valutazione della situazione sociale nell'Unione;
14. invita il Consiglio e la Commissione a intraprendere azioni concrete per rendere più trasparente l'impatto sociale delle politiche e delle riforme, tramite la valutazione d'impatto ex ante ed ex post e il monitoraggio delle riforme politiche;
15. invita il Consiglio a definire parametri di riferimento concreti applicabili agli indicatori occupazionali e sociali, che costituiscano una base minima di protezione sociale dell'Unione, al fine di promuovere la convergenza sociale verso l'alto e il progresso sociale;
16. invita la Commissione e gli Stati membri a consentire al Parlamento e alle parti sociali di partecipare alla definizione degli indicatori occupazionali e sociali;
17. sottolinea che è necessario sostenere le importanti potenzialità dell'imprenditoria sociale per quanto concerne tutti gli aspetti dell'innovazione sociale a livello europeo, al fine di promuovere i sistemi sociali nazionali, potenziare la crescita e creare nuovi posti di lavoro nell'economia bianca e verde, soprattutto per i giovani, in tutti gli Stati membri e le regioni;
18. evidenzia la necessità di garantire che il monitoraggio degli sviluppi in materia di occupazione e situazione sociale riesca a contribuire a una migliore comprensione e sia inteso a ridurre le divergenze sociali tra Stati membri nonché a evitare il dumping sociale;
19. invita la Commissione a monitorare la conformità di tutte le relazioni degli Stati membri agli obiettivi di Europa 2020, soprattutto con riferimento alla riduzione della povertà e all'occupazione, nonché a prestare particolare attenzione alle interconnessioni e all'interdipendenza tra le politiche;
20. deplora che la suddetta comunicazione della Commissione del 2 ottobre 2013 non tratti il ruolo e le modalità di impiego degli stabilizzatori;
21. accoglie favorevolmente la proposta di coinvolgere le parti sociali nel processo del semestre europeo, anche nel quadro del comitato per il dialogo sociale, ogni anno prima dell'adozione dell'analisi annuale della crescita;
22. si compiace della richiesta di utilizzare in modo ottimale il bilancio dell'UE con l'obiettivo di sviluppare la dimensione sociale dell'UEM e di sostenere ulteriormente la mobilità volontaria dei lavoratori, al fine di trarre il massimo vantaggio dalle potenzialità dell'Unione europea nel settore dell'occupazione;
23. chiede che le parti sociali svolgano un ruolo ancora più attivo nell'ambito del semestre europeo; esprime rammarico per la natura eccessivamente formale del dialogo macroeconomico;
24. invita la Commissione a tenere maggiormente conto della suddetta relazione del Parlamento del 23 ottobre 2013, della suddetta comunicazione della Commissione del 2 ottobre 2013 e della presente risoluzione del Parlamento all'atto di elaborare l'analisi annuale della crescita 2014;
25. ricorda che la buona governance dell'UEM e i suoi effetti possono essere efficaci solo se vi partecipano tutte le parti interessate, ivi comprese le parti sociali; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che tutte le parti interessate, ivi comprese le parti sociali, siano coinvolte nella governance economica e, in particolare, nel processo del semestre europeo;
26. invita il Consiglio europeo che si riunirà nel dicembre 2013 a definire le misure finalizzate al rafforzamento dell'aspetto sociale dell'UEM;
27. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio nonché al Consiglio europeo.