Risoluzione del Parlamento europeo del 21 novembre 2013 sulla situazione dei lavoratori migranti in Qatar (2013/2952(RSP))
Il Parlamento europeo,
– vista la sua risoluzione del 24 marzo 2011 sulle relazioni dell'Unione europea con il Consiglio di cooperazione del Golfo(1),
– vista la sessione del consiglio congiunto e la riunione ministeriale UE-Consiglio di cooperazione del Golfo del 30 giugno 2013 a Manama, Bahrein,
– vista la Convenzione internazionale delle Nazioni Unite sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, del 18 dicembre 1990,
– visto l'annuncio della Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (FIFA), del 2 dicembre 2010, relativo alla selezione del Qatar quale paese ospitante del Campionato mondiale di calcio del 2022,
– vista la ratifica da parte del Qatar, il 12 marzo 1998, della convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro concernente il lavoro forzato e obbligatorio (C029),
– viste le decisioni del ministro della Pubblica amministrazione e degli alloggi del Qatar in merito all'applicazione della legge sul lavoro n. 14/2004, che disciplina le condizioni e le procedure per la concessione di permessi ai cittadini qatariani che intendono assumere lavoratori stranieri, del 22 agosto 2005, e alla legge n. 4/2009 del Qatar sulla sponsorizzazione,
– vista la dichiarazione d'intenti del relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani dei migranti, François Crépeau, del 10 novembre 2013,
– viste le relazioni di Human Rights Watch e Amnesty International sulla situazione dei lavoratori nel settore delle costruzioni in Qatar nell'ottica della Coppa del mondo e la recente visita del Segretario generale di Amnesty International in Qatar,
– visti l'articolo 122, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che, secondo le stime, sono presenti in Qatar circa 1 350 000 cittadini stranieri, che costituiscono quasi il 90% della forza lavoro del paese; che i migranti lavorano principalmente nei settori delle costruzioni, dei servizi e dei lavori domestici; che queste cifre rendono il Qatar il paese con la proporzione tra lavoratori migranti e popolazione nazionale più elevata al mondo; che il Qatar prevede l'arrivo di almeno altri 500 000 lavoratori migranti per accelerare i lavori di costruzione necessari per la preparazione dei Mondiali di calcio del 2022; che la maggior parte dei lavoratori migranti proviene da India e Nepal, ma anche da Bangladesh, Pakistan, Filippine e Sri Lanka;
B. considerando che, secondo la Confederazione internazionale dei sindacati (ITUC), i dati ottenuti dalle ambasciate di India e Nepal in Qatar indicano che, in media, 200 lavoratori provenienti da ciascuno dei due paesi muoiono ogni anno in Qatar, una situazione che potrebbe aggravarsi ulteriormente nel periodo precedente la Coppa del mondo 2022;
C. considerando che l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ha segnalato che il Qatar non ha ancora dato piena attuazione alla convenzione internazionale che proibisce il lavoro forzato od obbligatorio, ratificata nel 1998; che l'OIL ha istituito una commissione tripartita incaricata di esaminare gli elementi di prova e formulare raccomandazioni al governo del Qatar sul percorso da seguire per conformarsi ai suoi obblighi internazionali;
D. considerando che il presidente della commissione nazionale per i diritti umani del Qatar ha ammesso che sono stati constatati dei "problemi" e ha promesso di fare tutto il possibile, insieme al governo, per porvi rimedio; che le autorità del Qatar hanno annunciato che la legislazione in materia di lavoro sarà modificata e che gli alloggi per i lavoratori sono attualmente in costruzione;
E. considerando che le norme sulla sponsorizzazione dei visti, un sistema noto come "kafala", implicano che i lavoratori non possono cambiare impiego senza l'autorizzazione dei datori di lavoro e non possono lasciare il paese senza che questi ultimi firmino loro un permesso di uscita; che il sistema della kafala viene spesso sfruttato dai datori di lavoro, che trattengono i passaporti e i salari dei lavoratori migranti, costretti a pagare sino a 3 500 USD per ottenere un visto dal "kafeel", o sponsor, ritrovandosi così a dover far fronte a debiti oltremodo elevati;
F. considerando che, nel marzo 2013, la Confederazione internazionale dei sindacati (ITUC) ha presentato una denuncia al Ministero del lavoro del Qatar nei confronti di diverse società del paese; che, nel 2012, il dipartimento per i rapporti di lavoro del ministero qatariano ha ricevuto 6 000 denunce da parte di lavoratori; che l'ITUC e la Federazione internazionale dei lavoratori dell'edilizia e del legno (BWI) hanno segnalato questa situazione e presentato congiuntamente denuncia all'OIL in relazione alle condizioni di lavoro e alla libertà di associazione in Qatar;
1. si rammarica della morte di lavoratori migranti in Qatar ed esprime cordoglio alle loro famiglie;
2. esprime preoccupazione per la situazione dei lavoratori migranti in Qatar, in particolare per quanto riguarda gli orari di lavoro prolungati, le condizioni di lavoro pericolose, il mancato pagamento degli stipendi per diversi mesi, la confisca dei passaporti, l'obbligo di vivere in accampamenti sovraffollati, il diniego del diritto a costituire sindacati e la mancanza di accesso all'acqua potabile gratuita in condizioni di caldo estremo;
3. riconosce le sfide a cui devono far fronte le autorità del Qatar per gestire una forza lavoro nazionale composta quasi per il 90% da lavoratori migranti, nonché le difficoltà pratiche legate all'applicazione delle leggi in materia;
4. si compiace dell'annuncio del governo del Qatar di voler elaborare una lista nera delle imprese che commettono abusi nei confronti dei lavoratori migranti; accoglie con favore gli sforzi profusi dal governo e, in particolare, dal Consiglio nazionale dei diritti umani (NHRC) del Qatar per rendere i lavoratori migranti consapevoli dei loro diritti e doveri in virtù del diritto internazionale; plaude, in questo contesto, alla decisione dell'NHRC di istituire un nuovo centro per trattare e risolvere le denunce dei lavoratori migranti;
5. invita le autorità del Qatar a garantire l'effettiva attuazione dell'attuale legislazione in materia, anche applicando il divieto di confisca dei passaporti, perseguendo le violazioni e imponendo sanzioni considerevoli alle imprese e ai singoli che non rispettano le norme tese a tutelare i diritti dei migranti; plaude all'impegno delle autorità del Qatar di adottare una normativa sui lavoratori domestici che includa un'adeguata protezione dei diritti dei lavoratori e meccanismi efficaci per garantire la conformità; chiede a tal riguardo una rapida adozione del progetto di legge sui lavoratori domestici, attualmente in discussione presso il Consiglio supremo per la Famiglia; osserva che la maggioranza dei lavoratori domestici sono donne;
6. accoglie favorevolmente la proposta delle autorità governative competenti di effettuare indagini su tutte le accuse avanzate e plaude alla promessa delle autorità del Qatar di aumentare il numero di ispettori del lavoro incaricati di monitorare l'applicazione di norme adeguate in materia di lavoro; si attende che gli ispettori del lavoro ricevano un'adeguata formazione in materia di norme sui diritti umani e auspica che siano affiancati da interpreti nella loro attività;
7. esprime preoccupazione per la detenzione di persone per il solo motivo di essere "fuggite" dai loro datori di lavoro e invita le autorità del Qatar a porre fine a tali pratiche; esorta inoltre a consentire ai migranti privati della loro libertà di contattare le loro famiglie e i servizi consolari e di avere accesso a un difensore e a un interprete, nonché di potere contestare tempestivamente la loro detenzione;
8. plaude ai progressi compiuti verso la risoluzione dei problemi che hanno dovuto affrontare i calciatori francesi Zahir Belounis e Stéphane Morello, che sono stati vittime del sistema di sponsorizzazione e a cui, pertanto, è stato impedito di lasciare il paese; invita le autorità del Qatar e la FIFA ad assicurare che non si ripetano più episodi simili;
9. invita il Qatar a ratificare la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, il Patto internazionale sui diritti civili e politici e il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali;
10. invita il Qatar a ratificare le convenzioni dell'OIL, comprese quelle sui lavoratori migranti, sulla libertà di associazione, sul diritto di organizzazione e di contrattazione collettiva, sui lavoratori domestici e sulle agenzie private per l'impiego, e a considerare la possibilità di ottenere l'assistenza tecnica dell'OIL per garantire che il diritto e le pratiche del Qatar siano conformi a tali convenzioni;
11. chiede la creazione di un maggior numero di alloggi per i lavoratori migranti, con un'attenzione particolare alle esigenze di donne e minori; si compiace dell'annuncio del 9 novembre 2013 relativo alla costruzione di alloggi per 60 000 lavoratori, la cui apertura è prevista nel dicembre 2013;
12. ribadisce che la ratifica e la piena attuazione da parte dei paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG), tra cui il Qatar, della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie dovrebbe costituire un elemento fondamentale delle relazioni UE-CCG;
13. si appella alla responsabilità delle imprese europee che si occupano della costruzione di stadi o di altri progetti d'infrastruttura in Qatar affinché garantiscano condizioni di lavoro conformi alle norme internazionali in materia di diritti umani e incoraggia gli Stati membri dell'UE ad adottare misure per garantire che loro imprese di consulenza, di costruzione e del settore ingegneristico rispettino gli orientamenti dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e i principi di Ruggie;
14. invita le autorità del Qatar a lavorare in stretta collaborazione con le autorità competenti dei paesi di origine dei lavoratori migranti, che dovrebbero monitorare il ruolo delle agenzie di collocamento che forniscono i lavoratori migranti al Qatar; invita il Servizio europeo per l'azione esterna a far sì che i governi dei paesi di origine, in particolare in Asia, offrano ai lavoratori migranti un trattamento migliore;
15. plaude all'invito della Federazione interazionale dei calciatori, la FIFPro, a fornire ad esperti del lavoro indipendenti, nominati dalla FIFA e dall'OIL, l'accesso a tutti i siti, conferendo loro il potere di formulare raccomandazioni vincolanti per garantire il rispetto delle norme internazionali in materia di lavoro in Qatar;
16. ricorda alla FIFA che la sua responsabilità va al di là dello sviluppo del gioco del calcio e dell'organizzazione delle gare e la invita, con il sostegno attivo dei suoi membri europei, a inviare un messaggio forte e chiaro al Qatar al fine di impedire che i preparativi del Campionato mondiale di calcio 2022 siano offuscati dalle accuse di lavoro forzato;
17. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento dello Stato del Qatar, ai governi e ai parlamenti dei membri del Consiglio di cooperazione del Golfo, alla Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (FIFA), all'Unione europea delle associazioni del calcio (UEFA), all'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.