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Procedura : 2013/2076(INI)
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Ciclo del documento : A7-0382/2013

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A7-0382/2013

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PV 12/12/2013 - 7
CRE 12/12/2013 - 7

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PV 12/12/2013 - 12.23
CRE 12/12/2013 - 12.23
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P7_TA(2013)0601

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Giovedì 12 dicembre 2013 - Strasburgo
Relazione annuale della Banca centrale europea per il 2012
P7_TA(2013)0601A7-0382/2013

Risoluzione del Parlamento europeo del 12 dicembre 2013 sul rapporto annuale della Banca centrale europea per il 2012 (2013/2076(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il rapporto annuale della Banca centrale europea per il 2012,

–  visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare gli articoli 123 e 282 e l'articolo 284, paragrafo 3,

–  visto lo statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea, in particolare gli articoli 15 e 21,

–  vista la sua risoluzione del 2 aprile 1998 sulla responsabilità democratica nella terza fase dell'UEM(1),

–  vista la sua risoluzione del 17 aprile 2013 sul rapporto annuale 2011 della Banca centrale europea (BCE)(2),

–  visto il regolamento (UE) n. 1024/2013 del Consiglio, del 15 ottobre 2013,che attribuisce alla Banca centrale europea compiti specifici in merito alle politiche in materia di vigilanza prudenziale degli enti creditizi, di seguito il "regolamento SSM",

–  vista l'83a relazione annuale 2012/2013 della Banca dei regolamenti internazionali, pubblicata il 23 giugno 2013,

–  visto l'articolo 119, paragrafo 1, del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari (A7-0382/2013),

A.  considerando che, secondo le previsioni della primavera 2013 dei servizi della Commissione, il PIL dell'area dell'euro è sceso dello 0,6 % nel 2012, dopo essere aumentato dell'1,4% nel 2011, e subirà una contrazione dello 0,4% nel 2013 per poi aumentare dell'1,2% nel 2014;

B.  considerando che, secondo le stesse previsioni, la disoccupazione nell'area dell'euro è cresciuta dal 10,2% alla fine del 2011 all'11,4% alla fine del 2012 e potrebbe aumentare ulteriormente al 12,2% nel 2013 prima di registrate di nuovo una lieve diminuzione nel 2014, e si osservano significative differenze tra i paesi dell'area dell'euro, dove i tassi di disoccupazione variano tra il 4,3% e il 25%, con percentuali ancora più elevate in relazione alla disoccupazione giovanile la quale ha registrato un aumento significativo nello stesso periodo;

C.  considerando che nel 2012 la BCE ha ridotto i tassi di interesse una volta, a luglio (25 punti base), riducendoli ulteriormente a un minimo storico pari allo 0,5% nel maggio 2013;

D.  considerando che, secondo le previsioni della primavera 2013 dei servizi della Commissione, il tasso medio di inflazione nell'area dell'euro è stato del 2,5% nel 2012, in flessione rispetto al 2,7% del 2011, e che la crescita di M3 è stata dell'1,5% nel 2011, in calo rispetto all'1,7% del 2010;

E.  considerando che il bilancio consolidato dell'Eurosistema ha raggiunto i 3 000 miliardi di EUR alla fine del 2012, con un aumento di circa il 12% nel corso dello stesso anno;

F.  considerando che nel corso del 2012 gli attivi non negoziabili hanno rappresentato la principale componente, pari a circa il 25% del totale, degli attivi posti a garanzia dell'Eurosistema; che gli attivi non negoziabili e i titoli garantiti da attivi rappresentano oltre il 40% degli attivi totali posti a garanzia;

G.  considerando che nel secondo trimestre del 2012 il fatturato complessivo di tutti gli strumenti del mercato monetario in euro è diminuito del 14% rispetto al secondo trimestre dell'anno precedente;

H.  considerando che nel corso del 2012 l'offerta di liquidità di ultima istanza assicurata dalle banche centrali nazionali, come indicata alla voce "altri crediti denominati in euro verso enti creditizi dell'area dell'euro" del bilancio consolidato dell'Eurosistema, ha raggiunto livelli senza precedenti, attestandosi alla fine dell'anno a 206 miliardi di EUR;

I.  considerando che le operazioni di rifinanziamento a lungo termine della BCE del febbraio 2012 hanno fornito alle istituzioni finanziarie dell'area dell'euro 529,5 miliardi di EUR sotto forma di prestiti a scadenza triennale al tasso di interesse iniziale dell'1%;

J.  considerando che il tasso di crescita dei crediti IFM ai residenti nell'area dell'euro ha subito una flessione significativa tra dicembre 2011 e dicembre 2012, passando dall'1% di dicembre 2011 allo 0,4% di dicembre 2012, e che i crediti al settore privato sono diminuiti dello 0,7% a dicembre 2012;

K.  considerando che, sempre secondo le previsioni della primavera 2013 dei servizi della Commissione, il debito lordo medio delle amministrazioni pubbliche dell'area dell'euro è cresciuto dall'88% del PIL nel 2011 al 92,7% del PIL nel 2012, e che il disavanzo aggregato delle amministrazioni pubbliche è sceso dal 4,2% al 3,7% del PIL;

L.  considerando che le operazioni di rifinanziamento a lungo termine della BCE di dicembre 2011 e febbraio 2012 hanno concesso oltre 1 000 miliardi di EUR, rispettivamente 489 miliardi di EUR e 529,5 miliardi di EUR, alle banche europee sotto forma di prestiti collateralizzati con scadenza massima di tre anni, a un tasso di interesse indicizzato al tasso medio delle principali operazioni di rifinanziamento della BCE calcolato nel periodo di tali operazioni;

M.  considerando che le previsioni economiche europee della primavera 2012 hanno evidenziato un basso livello di fiducia da parte di imprese e consumatori, un elevato tasso di disoccupazione che limita il consumo privato, e una crescita delle esportazioni in calo dal 2010, che ha condotto a un livellamento della crescita del PIL nel corso del 2011 e del 2012;

N.  considerando che le piccole e medie imprese (PMI) rimangono la spina dorsale dell'economia nell'area dell'euro, dal momento che rappresentano quasi il 98% del totale delle imprese nell'area dell'euro, danno lavoro a circa tre quarti dei lavoratori di tale area e producono circa il 60% del valore aggiunto;

O.  considerando che il deterioramento dell'affidabilità creditizia e della solidità finanziaria delle PMI è stato più marcato rispetto a quello delle grandi imprese e che il prolungato periodo di debole congiuntura ha aggravato le sfide delle PMI in materia di informazione asimmetrica;

P.  considerando che, secondo le informazioni fornite dall'indagine sull'accesso ai finanziamenti delle PMI, durante la crisi l'andamento di utili, liquidità, riserve e capitale proprio delle PMI è stato meno favorevole rispetto a quello delle grandi imprese;

Q.  considerando che l'articolo 282 del TFUE afferma che l'obiettivo principale della BCE è il mantenimento della stabilità dei prezzi; che il Comitato europeo per il rischio sistemico (CERS) opera sotto l'egida della BCE nell'ambito della stabilità finanziaria;

R.  considerando che la Banca dei regolamenti internazionali, nella sua relazione annuale, ha constatato che a causa della politica di bassi tassi di interesse nell'area dell'euro, gli sforzi di riforma degli Stati membri si sono notevolmente affievoliti;

S.  considerando che l'articolo 123 del TFUE e l'articolo 21 dello statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea stabiliscono il divieto di facilitazione creditizia alle amministrazioni statali;

T.  considerando che un contesto a basso tasso di inflazione rappresenta il migliore contributo che la politica monetaria possa apportare alla realizzazione di condizioni favorevoli alla crescita economica, alla creazione di posti di lavoro, alla coesione sociale e alla stabilità finanziaria;

U.  considerando che gli interventi delle autorità macroprudenziali nazionali devono tenere conto della responsabilità del CERS in materia di vigilanza macroprudenziale del sistema finanziario all'interno dell'UE;

V.  considerando che è particolarmente importante mantenere un flusso di credito alle PMI poiché queste impiegano il 72% della manodopera dell'area dell'euro e presentano tassi lordi di creazione (e perdita) di posti di lavoro nettamente superiori rispetto alle grandi imprese;

W.  considerando che non si è ancora tenuto conto delle raccomandazioni riguardanti la trasparenza dei voti e la pubblicazione di resoconti sintetici presentate nelle precedenti risoluzioni del Parlamento europeo sulle relazioni annuali della BCE;

X.  considerando che al 28 settembre 2012 il saldo dei depositi era pari a 315 754 milioni di EUR;

Y.  considerando che il credito nell'area dell'euro in generale è in calo del 2% l'anno e che in alcuni paesi si registrano riduzioni maggiori, ad esempio in Spagna, dove il calo annuale si è attestato all'8% nel 2012;

Z.  considerando che le PMI devono sostenere costi di finanziamento molto più elevati a seconda del paese dell'area dell'euro in cui hanno la propria sede, creando distorsioni nel mercato unico;

AA.  considerando che la contrazione del credito che sta attualmente interessando le PMI in alcune parti dell'area dell'euro rappresenta uno dei problemi fondamentali che ritardano la ripresa economica;

Politica monetaria

1.  accoglie con favore le coraggiose misure adottate dalla BCE nel 2012, che hanno contribuito in maniera determinante alla stabilizzazione del settore bancario, aiutando a spezzare il legame tra banche ed emittenti sovrani;

2.  esprime profonda preoccupazione per il fatto che l'attuale situazione economica, caratterizzata da una persistente debolezza, stia diventando la norma in alcune parti dell'Unione, generando instabilità per l'area dell'euro nel suo insieme e compromettendo il sostegno all'intero progetto europeo da parte dei responsabili politici e dei cittadini;

3.  osserva che il ricorso alle principali operazioni di rifinanziamento, alle operazioni di rifinanziamento a medio e lungo termine a tassi fissi con piena aggiudicazione degli importi e alle operazioni di rifinanziamento marginale nonché le offerte di liquidità di ultima istanza e i depositi presso la banca centrale si sono mantenuti a livelli alquanto elevati nel corso del 2012 a indicare un grave danno al meccanismo di trasmissione monetaria e al mercato del prestito interbancario dell'area dell'euro, anche se nel corso della seconda metà dell'anno si è osservato un significativo miglioramento della situazione, caratterizzato dalla stabilizzazione dei differenziali del tasso di interesse e degli squilibri del sistema TARGET II;

4.  ritiene che gli effetti positivi delle decisioni del luglio 2012 di ridurre i tassi d'interesse di riferimento della BCE siano limitati, poiché in molte parti dell'area dell'euro il canale di trasmissione monetaria è rotto o profondamente compromesso; ricorda che, nel lungo periodo, tassi di interesse molto bassi possono provocare distorsioni nel settore delle imprese e nuocere al risparmio privato e ai piani pensionistici;

5.  sottolinea che l'8 luglio 2013, rivolgendosi alla commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, il presidente della Banca centrale europea ha annunciato che, secondo le previsioni, per un lungo periodo di tempo i tassi di interesse di riferimento della BCE sarebbero rimasti ai livelli attuali o sarebbero scesi considerate le deboli prospettive generali di inflazione fino al medio termine, la vasta debolezza di fondo dell'economia e la fiacca dinamica monetaria;

6.  rileva con preoccupazione che nel 2012 la domanda di liquidità del sistema bancario all'Eurosistema è aumentata, accentuando pertanto la dipendenza del sistema bancario dall'intervento dell'Eurosistema, e ammonisce circa i rischi di tale dipendenza;

7.  ritiene che le operazioni di rifinanziamento a lungo termine (ORLT) a tre anni, regolate nel marzo 2012, abbiano contribuito a stabilizzare il sistema bancario, ma che tale misura dovrebbe essere temporanea; osserva che, nonostante l'iniezione di liquidità nel sistema bancario effettuata attraverso le ORLT, il credito a disposizione dell'economia reale è ancora inferiore ai livelli pre-crisi; è consapevole che la richiesta di credito da parte delle imprese è attualmente a un livello molto basso, il che rende difficile l'attività creditizia delle banche;

8.  esprime viva preoccupazione per il trasferimento dei rischi dalle banche e dai governi in difficoltà al bilancio della BCE a seguito della decisione della BCE di acquistare quote "illimitate" del debito pubblico a breve termine; sottolinea che le ORLT non offrono una soluzione di fondo alla crisi;

9.  ritiene che le funzioni di una banca centrale nazionale debbano essere svolte in modo pienamente compatibile con l'indipendenza funzionale, istituzionale e finanziaria, onde salvaguardare il corretto svolgimento dei suoi compiti a norma del trattato e dello statuto del Sistema europeo di banche centrali e della BCE;

10.  sottolinea che la crescita insufficiente del settore imprenditoriale europeo non è nel complesso dovuta alla scarsa disponibilità di credito offerto dal settore bancario;

11.  esprime preoccupazione per il fatto che la restrizione del credito sembra colpire molto duramente le PMI, perché secondo la percezione delle banche le PMI hanno una maggiore probabilità di insolvenza rispetto alle imprese più grandi e anche perché le PMI spesso non sono in grado di passare dal credito bancario ad altre fonti di finanziamento esterno;

12.  sottolinea la propria preoccupazione per la notevole frammentazione delle condizioni del prestito a favore delle PMI nei paesi dell'area dell'euro;

13.  evidenzia il ruolo importante, benché limitato, svolto programma per il mercato dei titoli finanziari (SMP) fino a settembre 2012 nel far fronte al malfunzionamento di alcuni segmenti del mercato dei titoli del debito sovrano dell'area dell'euro;

14.  accoglie con favore la strutturazione delle operazioni monetarie definitive (Outright Monetary Transactions - OMT), senza limiti quantitativi ex ante, per salvaguardare la trasmissione della politica monetaria, e si compiace della decisione di collegare l'attivazione di tali operazioni a condizioni rigorose legate a un programma concernente lo strumento europeo per la stabilità finanziaria/il meccanismo europeo di stabilità (EFSF/MES);

15.  comprende gli ammonimenti della Banca dei regolamenti internazionali riguardo a un periodo troppo esteso di politica monetaria accomodante; segue con interesse le discussioni all'interno di gran parte delle principali banche centrali sul calendario migliore per porre fine alle loro politiche monetarie allentate; rileva che, fra gli altri, anche la Federal Reserve Board intende abbandonare le attuali politiche non appena possibile; è consapevole che la BCE manterrà una politica accomodante fino alla completa stabilizzazione del settore bancario e fino a quando sussisterà la minaccia di ricadute nel settore pubblico, una politica che è resa possibile dalla previsione di bassi tassi di inflazione a medio termine;

16.  ritiene necessario che i programmi della BCE per la messa a disposizione di liquidità affrontino anche in modo adeguato le preoccupazioni di natura inflazionistica, ad esempio tramite la sterilizzazione;

17.  ritiene, alla luce dei recenti sviluppi negli Stati Uniti, che la ripresa economica e la maggiore crescita dell'economia rappresentino una solida base per la progressiva eliminazione delle misure di alleggerimento quantitativo;

18.  ricorda che le misure della BCE non convenzionali di politica monetaria erano destinate ad avere carattere transitorio e non devono pertanto in alcun modo essere considerate dal settore bancario come uno strumento permanente;

19.  esorta la BCE a inviare chiari segnali al mercato per quanto riguarda il previsto periodo di attivazione delle sue misure non convenzionali di politica monetaria e ad avviare la fase di graduale eliminazione di tali misure non appena si allenti la tensione nel settore bancario, si renda possibile spezzare il legame tra banche ed emittenti sovrani e gli indicatori economici relativi alla crescita e all'inflazione giustifichino tale decisione;

20.  ritiene che gli strumenti di politica monetaria utilizzati dalla BCE dall'inizio della crisi, pur offrendo un atteso sollievo ai mercati finanziari in difficoltà, abbiano mostrato i propri limiti in termini di stimolo della crescita e di miglioramento della situazione del mercato del lavoro; è pertanto del parere che la BCE potrebbe esaminare ulteriori misure;

21.  esprime preoccupazione per i livelli piuttosto elevati dell'offerta di liquidità di ultima istanza assicurata dalle banche centrali nazionali nel corso del 2011 e chiede formalmente che vengano forniti ulteriori dati sulla precisa entità di tali linee, sulle operazioni correlate e sulle condizioni per esse previste;

22.  rileva la necessità, visto che il meccanismo di trasmissione monetaria non funziona come dovrebbe, che la BCE identifichi soluzioni più direttamente mirate alle PMI; osserva che attualmente le PMI dell'area dell'euro simili per caratteristiche, prospettive e rischio economico non hanno pari accesso al credito; invita la BCE a implementare una politica di acquisto diretto di prestiti PMI cartolarizzati di alta qualità, specie da quegli Stati membri in cui si è rotto il meccanismo di trasmissione monetaria; sottolinea la necessità che tale politica sia limitata sul piano quantitativo e temporale, completamente sterilizzata e concepita in modo da evitare rischi per il bilancio della BCE;

23.  ritiene che la BCE debba prendere molto seriamente in considerazione la possibilità di avviare un programma specifico per aiutare le PMI ad accedere al credito nelle linee del regime "Funding for lending" della Banca d'Inghilterra;

24.  ritiene che il sistema di regolamento TARGET II abbia svolto un ruolo fondamentale per la salvaguardia dell'integrità del sistema finanziario dell'area dell'euro; osserva tuttavia che i significativi squilibri del sistema sono indice di una preoccupante frammentazione dei mercati finanziari nell'area dell'euro e sono alla base della fuga di capitali che attualmente si registra negli Stati membri che si trovano, o rischiano di trovarsi, in gravi difficoltà per la loro stabilità finanziaria;

25.  chiede alla BCE di rendere pubblica la decisione normativa concernente il programma OMT, onde poterne analizzare in modo più approfondito dettagli e implicazioni;

26.  sottolinea che le linee di concessione di liquidità di ultima istanza sono segnalate sotto la voce "altri crediti denominati in euro verso enti creditizi dell'area dell'euro" nel bilancio consolidato dell'Eurosistema senza fornire informazioni complementari o più granulari su tali linee, sulle operazioni correlate e sulle condizioni corrispondenti; chiede alla BCE di migliorare le comunicazioni in relazione agli sviluppi dell'offerta di liquidità di ultima istanza fornite sul proprio sito Internet paese per paese;

27.  è confortato dalla stabilizzazione degli squilibri del sistema TARGET II nella seconda metà del 2012; sottolinea che il sistema di regolamento TARGET II ha svolto un ruolo fondamentale per la salvaguardia dell'integrità del sistema finanziario dell'area dell'euro; ribadisce, tuttavia, la propria preoccupazione per la frammentazione dei mercati finanziari in atto all'interno dell'area dell'euro;

28.  ricorda l'indipendenza della BCE nella gestione della sua politica monetaria, come sancito dai trattati; afferma che la politica monetaria dovrebbe essere condotta in modo democratico ed essere il risultato di deliberazioni che tengano conto di punti di vista e approcci diversi, allo scopo di poter rafforzare la trasparenza e quindi la responsabilità democratica; ricorda a tale riguardo l'importanza del dialogo monetario e delle interrogazioni scritte presentate dai deputati al Parlamento europeo;

29.  esprime preoccupazione per i possibili effetti collaterali di una prolungata politica monetaria eccezionalmente accomodante, quali un'aggressiva assunzione di rischio, il rafforzamento degli squilibri finanziari, le distorsioni riguardanti la formazione dei prezzi nei mercati finanziari e gli incentivi a ritardare il necessario ripianamento e le riforme dei bilanci; esorta la BCE a trovare il giusto equilibrio tra il pericolo di abbandonare troppo presto questa politica monetaria straordinariamente accomodante e i rischi connessi alla scelta di procrastinare ulteriormente tale decisione;

30.  sottolinea che la BCE deve essere pronta a rispettare le norme più stringenti in materia di responsabilità nei confronti del Parlamento, nell'espletamento delle sue funzioni in materia di politica monetaria e di vigilanza, e ricorda a tale riguardo l'importanza del dialogo monetario e delle interrogazioni scritte presentate dai deputati al Parlamento; rammenta il costante appello a una maggiore trasparenza in seno alla BCE, che si tradurrebbe in maggiore credibilità e prevedibilità, e si compiace dei miglioramenti già posti in essere in tale settore;

31.  ritiene che i tassi di cambio rappresentino una variabile di politica economica cruciale, che influenza la competitività dell'area dell'euro; sottolinea l'importanza di sostenere l'euro quale valuta internazionale;

32.  invita la BCE, in collaborazione con le banche centrali nazionali, a illustrare le sue politiche in termini di accordi di swap valutari intesi a contribuire a mantenere la stabilità finanziaria;

Unione bancaria

33.  rileva che il sistema bancario europeo è ancora fragile e deve essere riformato in termini strutturali e consolidato attraverso lo sviluppo di una vera e propria unione bancaria;

34.  accoglie con favore i progressi realizzati nei negoziati sul regolamento concernente il meccanismo di vigilanza unico (SSM), che attribuisce alla BCE il potere di vigilanza sugli enti creditizi dell'area dell'euro e su quelli che intendono partecipare; ritiene che l'istituzione dell'SSM contribuirà a interrompere le interconnessioni tra banche ed emittenti sovrani e favorirà lo sviluppo di un approccio comune europeo alla gestione delle crisi;

35.  accoglie con favore, in particolare, la sua partecipazione alla nomina del presidente e del vicepresidente del consiglio di vigilanza;

36.  ritiene che l'introduzione dell'SSM debba contribuire a ripristinare la fiducia nel settore bancario e a rilanciare i prestiti interbancari e i flussi di credito transfrontalieri tramite una vigilanza integrata e indipendente di tutti gli Stati membri partecipanti;

37.  invita l'SSM a operare in piena conformità con il corpus unico di norme per i servizi finanziari e in assoluta coerenza con i principi alla base del mercato unico dei servizi finanziari;

38.  è del parere che la BCE debba accogliere con favore la possibilità di coinvolgere nell'SSM gli Stati membri dell'UE non appartenenti all'area dell'euro, in modo da assicurare una maggiore armonizzazione delle prassi di vigilanza all'interno dell'Unione;

39.  sottolinea l'importanza di una collaborazione fruttuosa tra la BCE e le autorità nazionali competenti nel quadro dell'SSM, al fine di garantire una corretta ed efficace vigilanza;

40.  accoglie con favore la preparazione di una revisione completa della qualità degli attivi per tutte le banche che saranno soggette alla diretta sorveglianza dell'SSM, la quale sarà inserita nelle prove di stress generali condotte dall'Autorità bancaria europea (ABE), in collaborazione con l'SSM, nel secondo trimestre del 2014;

41.  rileva che il rafforzamento della BCE derivante dall'istituzione dell'SSM deve essere controbilanciato da una maggiore responsabilità nei confronti dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo;

42.  ritiene che la trasparenza nell'ambito della vigilanza bancaria sia essenziale, come convenuto nell'accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo e la BCE;

43.  rileva che l'assegnazione di compiti di vigilanza alla BCE pone nuove sfide in termini di conflitto d'interesse e accoglie con favore le disposizioni in materia previste nell'accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo e la BCE; ricorda che, al fine di dare piena attuazione a tali disposizioni, è necessario che la BCE introduca norme più accurate, tra cui disposizioni sui periodi di riflessione per gli alti funzionari dell'Eurosistema coinvolti nella vigilanza bancaria;

44.  ricorda che è di fondamentale importanza che la BCE garantisca la separazione operativa delle unità centrali che preparano i progetti di decisione in materia di politica monetaria e di politica di vigilanza; sottolinea l'assoluta necessità di un accordo negoziato tra la BCE e il Parlamento europeo concernente misure concrete atte a garantire la responsabilità democratica;

45.  ritiene sia necessario approvare con urgenza l'istituzione di un meccanismo di risoluzione unico, per tutelare i contribuenti e prevenire ulteriori crisi bancarie;

46.  sottolinea che, per migliorare la resilienza del sistema bancario, è essenziale rafforzarne la diversità incoraggiando lo sviluppo di piccole e medie banche locali;

Questioni istituzionali

47.  osserva che il regolamento sull'SSM prevede la conclusione di accordi interistituzionali tra il Parlamento europeo e la BCE riguardo alla responsabilità democratica ponendo l'accento sul ruolo del Parlamento; esorta la BCE a soddisfare i nuovi requisiti, in particolare in termini di responsabilità democratica e trasparenza nelle sue attività di vigilanza;

48.  invita la BCE a sottoporre ogni aspetto della sua attività a un'autovalutazione critica, compreso l'impatto dei programmi di adeguamento che ha contribuito a formulare e l'adeguatezza ex-post delle ipotesi e degli scenari macroeconomici alla base di tali programmi;

49.  invita la BCE a pubblicare i resoconti sintetici delle riunioni del consiglio direttivo, incluse le discussioni e le votazioni;

50.  esprime profonda preoccupazione per il disprezzo mostrato dal Consiglio nei confronti della risoluzione del Parlamento del 25 ottobre 2012 sulla nomina di un nuovo membro del comitato esecutivo della BCE(3) e rileva che sarebbe opportuno tenere in debita considerazione sia le competenze sia il genere dei membri al momento della nomina degli alti dirigenti della BCE; è del parere che le istituzioni dell'Unione europea, ivi compresa la BCE, debbano dare il buon esempio per quanto attiene all'equilibrio di genere e considera fondamentale migliorare la rappresentanza di genere nell'ambito delle posizioni direttive in seno alla BCE; disapprova il fatto che gli Stati membri abbiano ignorato il voto contrario del Parlamento, sia in seno alla commissione ECON sia in Aula, in conseguenza della mancanza di una prospettiva di equilibrio di genere nella nomina di Yves Mersch; esorta gli Stati membri a integrare una prospettiva di equilibrio di genere, unitamente alla possibilità di un'azione positiva sulla base di una rappresentanza di genere equilibrata, per quanto attiene alla nomina dei membri del comitato esecutivo;

51.  ricorda, a norma dell'articolo 10.4 del protocollo n. 4 dello statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea, che le riunioni del consiglio direttivo hanno carattere di riservatezza, ma il consiglio direttivo può decidere di rendere pubblico il risultato delle proprie deliberazioni; chiede alla BCE di fornire, nei suoi rapporti annuali successivi, una risposta motivata alla relazione annuale del Parlamento relativa alla BCE;

o
o   o

52.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e alla Banca centrale europea.

(1) GU C 138 del 4.5.1998, pag. 177.
(2) Testi approvati, P7_TA(2013)0176.
(3) Testi approvati, P7_TA(2012)0396.

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