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Procedura : 2014/2515(RSP)
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RC-B7-0033/2014

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PV 16/01/2014 - 12.1
CRE 16/01/2014 - 12.1

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PV 16/01/2014 - 13.1

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P7_TA(2014)0044

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Giovedì 16 gennaio 2014 - Strasburgo
Situazione dei difensori dei diritti umani e degli attivisti dell'opposizione in Cambogia e Laos
P7_TA(2014)0044RC-B7-0033/2014

Risoluzione del Parlamento europeo del 16 gennaio 2014 sulla situazione dei difensori dei diritti umani e degli attivisti dell'opposizione in Cambogia e Laos (2014/2515(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Cambogia e il Laos,

–  viste le dichiarazioni a livello locale dell'UE, del 4 gennaio 2014, sulle violenze concernenti le controversie in ambito lavorativo e, del 23 settembre 2013, sulla nuova legislatura in Cambogia,

–  vista la dichiarazione del portavoce del vicepresidente /alto rappresentante dell'UE Catherine Ashton, resa dopo le elezioni in Cambogia del 29 luglio 2013,

–  vista la relazione del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Cambogia, presentata il 5 agosto 2013,

–  vista la relazione del 2013 "Bittersweet harvest – A human rights impact assessment of the European Union’s Everything But Arms initiative in Cambodia" a cura di Equitable Cambodia e Inclusive Development International,

–  visto l'accordo di cooperazione del 1997 tra la Comunità europea e il Regno di Cambogia,

–  vista la dichiarazione resa il 21 dicembre 2012 dal portavoce del vicepresidente / alto rappresentante dell'UE Catherine Ashton, sulla sparizione di Sombath Somphone in Laos,

–  vista la dichiarazione resa il 19 novembre 2013 dai partner europei per lo sviluppo in occasione della tavola rotonda organizzata dalla Repubblica democratica popolare del Laos,

–  visto l'accordo di cooperazione tra l'UE e la Repubblica democratica popolare del Laos, del 1° dicembre 1997,

–  visti gli orientamenti dell'Unione europea sui difensori dei diritti umani, del 2008,

–  viste la convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate e la dichiarazione delle Nazioni Unite del 18 dicembre 1992 sulla protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–  visto il Patto internazionale delle Nazioni Unite relativo ai diritti civili e politici del 1966,

–  visti l'articolo 122, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

Cambogia

A.  considerando che il 3 gennaio 2014 durante le manifestazioni pacifiche dei lavoratori del settore tessile per chiedere un aumento salariale le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro i manifestanti con proiettili veri scatenando violenza, uccidendo cinque persone e ferendone più di 30; che il 4 gennaio 2014 le forze di sicurezza hanno sgomberato con la forza Freedom Park, dove erano riuniti gli attivisti di opposizione;

B.  considerando che 23 persone, tra cui anche alcuni difensori dei diritti, sono state arrestate nel corso di recenti eventi riferendo di essere state percosse e torturate;

C.  considerando che le tensioni, acuitesi con la presenza della polizia, hanno avuto come conseguenza il divieto di manifestare;

D.  considerando che il diritto alla libertà di assemblea pacifica è sancito dalla Costituzione cambogiana, dall'articolo 20 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dall'articolo 21 del Patto internazionale delle Nazioni Unite relativo ai diritti civili e politici;

E.  considerando che i leader del partito di salvataggio nazionale (CNRP), Sam Rainsy e Kem Sokha, sono stati convocati a comparire dinanzi alla Corte municipale di Phnom Penh il 14 gennaio 2014 per essere interrogati; che Sam Rainsy e Kem Sokha potrebbero essere condannati per incitamento al disordine civile;

F.  considerando che le autorità non hanno adottato tutte le misure necessarie per affrontare alcune delle principali carenze del processo elettorale, come il miglioramento dell'affidabilità della lista elettorale, garantire un accesso equo ai media e prevenire l'uso delle risorse statali, compresa l'attività di campagna elettorale dei dipendenti pubblici e dei militari;

G.  considerando che il 14 luglio 2013 il re ha concesso l'amnistia a Sam Rainsy, consentendogli di ritornare in Cambogia; che, tuttavia, il suo diritto di voto e di presentarsi alle elezioni non è stato ripristinato;

H.  considerando che nel settembre 2013, dopo l'annuncio dei risultati elettorali, il CNRP ha dato avvio a tre giorni di manifestazioni di massa non violente contro i risultati ufficiali delle elezioni dell'Assemblea nazionale; che in risposta alle proteste pacifiche il governo ha dispiegato un ingente numero di poliziotti e guardie armate;

I.  considerando che i difensori dei diritti umani hanno subito continue molestie sotto forma di arresti arbitrari o condanne per accuse false o esagerate per l'esercizio pacifico dei diritti umani; che per tali atti prevale un clima di impunità;

J.  considerando che la Cambogia si trova di fronte a sfide serie per quanto concerne la sua situazione in materia di diritti umani, in particolare in conseguenza di sistematici espropri dei terreni e della corruzione del governo, del partito di maggioranza e degli attori privati con il sostegno e la protezione del settore pubblico;

K.  considerando che il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Cambogia effettuerà una visita ufficiale nel paese dal 12 al 17 gennaio 2014;

L.  considerando che l'UE rappresenta il singolo donatore principale della Cambogia;

M.  considerando che molte società internazionali, incluse società europee, sono presumibilmente state coinvolte in violazioni del diritto fondiario, in particolare nel settore dello zucchero, e che nel novembre 2013 la Coca-Cola ha promesso "tolleranza zero" nei confronti delle espropriazioni di terre senza indennizzo;

Laos

N.  considerando che Sombath Somphone, un attivista in materia di diritti umani e ambiente, leader nell'ambito della società civile, copresidente del 9° Forum dei cittadini Asia-Europa, tenutosi a Vientiane nell'ottobre alla vigilia del 9° vertice ASEM, sarebbe stato vittima di una sparizione forzata a Vientiane il 15 dicembre 2012; considerando che dal giorno della scomparsa la famiglia di Sombath Somphone non sa dove egli si trovi, nonostante i ripetuti appelli alle autorità locali e le ricerche nella zona circostante;

O.  considerando che durante la visita della delegazione per le relazioni con i paesi del Sud-Est asiatico e dell'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN) nel Laos, il 28 ottobre 2013, la questione della sparizione di Sombath Somphone è stata sollevata presso le autorità laotiane;

P.  considerando che più di un anno dopo la sua sparizione restano irrisolte le questioni cruciali connesse al suo caso, compreso il fatto se siano state svolte indagini o meno, e che le autorità laotiane hanno rifiutato l'assistenza dall'estero per quanto concerne le indagini sulla sparizione;

Q.  considerando che i partner europei del Laos considerano la sparizione ingiustificata di Sombath Somphone come un fatto molto grave, e reputano né sufficienti né convincenti le dichiarazioni del governo sul caso;

R.  considerando che il 15 dicembre 2013 62 ONG hanno chiesto l'avvio di nuove indagini sulla sua sparizione; che il 16 dicembre 2013 il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate o involontarie ha esortato il governo del Laos a fare tutto il possibile per localizzare Sombath Somphone, accertare la sua sorte e individuare le sue tracce, nonché per assicurare i responsabili alla giustizia;

S.  considerando che vi sono vari altri casi di sparizioni forzate; che ad oggi resta ignota la sorte di altre nove persone, tra cui due donne, Kingkeo e Somchit, e sette uomini, Soubinh, Souane, Sinpasong, Khamsone, Nou, Somkhit e Sourigna, le quali sono state trattenute arbitrariamente dalle forze di sicurezza laotiane nel novembre 2009 in varie località del paese;

T.  considerando che negli ultimi anni il Laos è stato protagonista della più rapida crescita economica del Sud-Est asiatico e che l'attività della società civile è cruciale per garantire che i diritti umani non vengano estromessi nel rapido sviluppo del Laos;

Cambogia

1.  esprime il proprio cordoglio alle famiglie delle vittime; condanna l'uso sproporzionato ed eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza in Cambogia che ha comportato la perdita di vite umane e la presenza di feriti;

2.  invita le autorità cambogiane a dar prova di moderazione nei confronti dei manifestanti e ricorda che un eventuale uso della forza da parte degli agenti deve avvenire nel rispetto dei principi di legalità, necessità e proporzionalità;

3.  invita le autorità cambogiane a rilasciare immediatamente le 23 persone arrestate ingiustamente;

4.  esorta le autorità cambogiane a indagare a fondo e far sì che i responsabili dei morti e feriti tra i manifestanti pacifici rispondano delle loro azioni;

5.  esprime preoccupazione per la situazione in cui versano i difensori dei diritti e gli attivisti dell'opposizione in Cambogia; condanna tutte le accuse, le sentenze e le condanne di matrice politica nei confronti di contestatori politici, politici all'opposizione, difensori dei diritti umani e militanti per il diritto alla terra in Cambogia; sottolinea che le autorità sono tenute a garantire la tutela dei diritti delle persone e delle organizzazioni a difendere e promuovere i diritti umani, ivi compreso il diritto a criticare e a opporsi in modo pacifico alle politiche di governo mediante riunioni pubbliche di protesta e scioperi;

6.  invita il governo cambogiano a rafforzare la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché a revocare immediatamente il divieto di riunioni pubbliche;

7.  sollecita il governo cambogiano a riconoscere il legittimo ruolo svolto dall'opposizione politica nel contribuire al generale sviluppo economico e politico del paese; invita le autorità cambogiane a ritirare immediatamente i mandati di comparizione emessi nei confronti dei leader del partito CNRP, Sam Rainsy e Kem Sokha, e del leader sindacale, Rong Chhun, dell'Associazione indipendente degli insegnanti della Cambogia (CITA) e della Confederazione cambogiana dei sindacati (CCFU);

8.  constata con preoccupazione l'incessante controversia circa le presunte irregolarità nell'ambito del processo elettorale; invita i partiti politici a collaborare per individuare eventuali vizi emersi e a concordare misure volte a migliorare il processo elettorale, in particolare la riforma delle liste elettorali, l'accesso ai media e a un sistema equilibrato di informazione, la commissione elettorale nazionale, nonché riforme strutturali in settori che contribuiranno allo sviluppo a lungo termine della Cambogia, tra cui la riforma giudiziaria, la riforma dell'Assemblea nazionale e altri sforzi tesi a rafforzare la buona governance e la democrazia;

9.  invita il governo della Cambogia ad accettare l'esecuzione di un'indagine indipendente, con l'ausilio degli attori internazionali, sulle accuse di frode nelle votazioni e su altre irregolarità relative alle elezioni del luglio 2013;

10.  invita il governo e il parlamento cambogiani ad approvare e attuare leggi per assicurare che le funzioni del sistema giudiziario siano indipendenti dal controllo politico e dalla corruzione;

11.  invita il governo cambogiano a istituire un Istituto nazionale per i diritti umani, a cooperare pienamente nell'ambito delle procedure speciali delle Nazioni Unite e a consentire, in particolare, una visita da parte del relatore speciale sull'indipendenza dei giudici e degli avvocati e del relatore speciale per i diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione;

12.  esorta il governo cambogiano a porre fine a tutti gli sfratti coatti e a introdurre e applicare una moratoria sugli sfratti nel paese fintantoché siano posti in essere un quadro giuridico trasparente e responsabile e le politiche del caso al fine di garantire che gli sfratti avvengano unicamente nel rispetto delle norme internazionali; invita le imprese internazionali a non beneficiare direttamente di questi sfratti coatti senza che sia stato corrisposto un equo risarcimento;

13.  si compiace della visita, dal 12 al 17 gennaio 2014, del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Cambogia, e chiede al governo cambogiano di conformarsi alle raccomandazioni formulate nelle relazioni del relatore;

14.  accoglie con favore iniziative quali l'iniziativa per la trasparenza delle industrie dell'abbigliamento (GITI), concepita come un approccio comune da parte di governi, settore imprenditoriale e società civile nei paesi produttori e consumatori e intesa a conseguire un accordo su norme del lavoro globali e soggette a un monitoraggio congiunto;

15.  invita le istituzioni dell'Unione europea, gli Stati membri e le società europee e multinazionali a sostenere tale iniziativa e iniziative simili ed a promuovere pratiche aziendali etiche e socialmente responsabili, anche garantendo norme del lavoro eque e salari sufficienti per vivere, riconoscendo il diritto di associazione e contrattazione collettiva ed assicurando condizioni di lavoro sicure e umane per tutti i lavoratori;

16.  invita la Commissione ad agire con urgenza alla luce dei risultati della recente valutazione di impatto in materia di diritti umani sul funzionamento dell'iniziativa "Tutto tranne le armi" (EBA) dell'UE in Cambogia ed a valutare l'inserimento, nei criteri per gli esportatori dei paesi meno sviluppati che desiderano beneficiare dei vantaggi dell'EBA, dell'obbligo di dimostrare di non aver sfrattato le persone dalle loro case e dai loro territori senza un indennizzo adeguato;

17.  invita il vicepresidente/alto rappresentante a monitorare attentamente la situazione in Cambogia;

Laos

18.  invita il governo del Laos a chiarire lo stato delle indagini in corso per rintracciare Sombath Somphone, ad affrontare le innumerevoli questioni in sospeso circa la scomparsa dello stesso, nonché a chiedere e accettare l'assistenza di periti giudiziari e di esperti stranieri in materia di applicazione della legge;

19.  ritiene che l'assenza di reazione da parte del governo del Laos aumenti il sospetto circa un possibile coinvolgimento delle autorità nel rapimento;

20.  ribadisce il suo invito al vicepresidente/alto rappresentante affinché monitori da vicino le indagini del governo laotiano sulla scomparsa di Sombath Somphone;

21.  invita gli Stati membri a sollevare continuamente il caso di Sombath Somphone presso il governo del Laos; sottolinea che le sparizioni forzate restano uno dei principali ostacoli all'adesione del Laos al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani;

22.  invita il governo del Laos a effettuare un'indagine approfondita, imparziale ed efficace per tutte le denunce di sparizioni forzate, e ad affrontare la repressione in corso dei diritti civili e politici, tra cui la libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica nel paese, al fine di garantire il rispetto e la tutela dei diritti di tutti i difensori dei diritti umani, degli attivisti, delle minoranze e dei membri della società civile come pure la tutela del diritto alla libertà di religione o di credo;

23.  invita il governo del Laos a ratificare senza ulteriore indugio la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, firmata nel 2008;

24.  invita le autorità laotiane a garantire la promozione di riforme che assicurino il rispetto dei diritti umani fondamentali e ricorda al paese i suoi obblighi internazionali in virtù dei trattati da esso ratificati in materia di diritti umani;

25.  esprime preoccupazione per gli espropri e gli sfratti coatti avvenuti senza un equo risarcimento e per la corruzione nel paese;

o
o   o

26.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretariato dell'ASEAN, al Segretario generale delle Nazioni Unite, all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, al governo e all'Assemblea nazionale del Regno di Cambogia nonché al governo e al parlamento del Laos.

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