Risoluzione del Parlamento europeo del 5 febbraio 2014 su un quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030 (2013/2135(INI))
Il Parlamento europeo,
– visto il Libro verde della Commissione dal titolo "Un quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030" (COM(2013)0169),
– visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare gli articoli 191, 192 e 194,
– vista la sua risoluzione del 17 febbraio 2011 sulla strategia Europa 2020(1),
– vista la direttiva 2012/27/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE(2),
– vista la direttiva 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, sulla promozione dell’uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE(3),
– visto il regolamento (UE) n. 994/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 ottobre 2010, concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga la direttiva 2004/67/CE del Consiglio(4),
– visti il regolamento (UE) n. 347/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2013, sugli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee e che abroga la decisione n. 1364/2006/CE e che modifica i regolamenti (CE) n. 713/2009, (CE) n. 714/2009 e (CE) n. 715/2009(5), nonché la comunicazione della Commissione del 14 ottobre 2013 dal titolo "Visione a lungo termine per le infrastrutture in Europa e al di là dei suoi confini" (COM(2013)0711), che istituisce il primo elenco di progetti d'interesse comune (PIC) nell'ambito delle infrastrutture energetiche dell'Unione,
– vista la comunicazione Commissione del 13 novembre 2008 dal titolo "Seconda revisione strategica dell'energia: piano d'azione dell'UE per la sicurezza e la solidarietà nel settore energetico" (COM(2008)0781),
– vista la direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002, sul rendimento energetico nell'edilizia(6),
– vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo per collegare l'Europa (COM(2011)0665),
– visti il Libro bianco della Commissione del 28 marzo 2011 dal titolo "Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti – Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile" (COM(2011)0144) e la risoluzione del Parlamento europeo del 15 dicembre 2011 intitolata "Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti – Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile"(7),
– viste la comunicazione della Commissione dell'8 marzo 2011 dal titolo "Una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050" (COM(2011)0112) e la risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2012 su una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050(8),
– viste la comunicazione della Commissione del 20 settembre 2011 dal titolo "Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse" (COM(2011)0571) e la risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2012 su un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse(9),
– viste la comunicazione della Commissione del 15 dicembre 2011 dal titolo "Tabella di marcia per l'energia 2050" (COM(2011)0885) e la risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2013 sulla tabella di marcia per l'energia 2050, un futuro con l'energia(10),
– vista la comunicazione della Commissione del 10 ottobre 2012 dal titolo "Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica" (COM(2012)0582),
– vista la sua risoluzione del 15 dicembre 2010 sulla revisione del piano d'azione per l'efficienza energetica(11),
– vista la comunicazione della Commissione del 27 marzo 2013 dal titolo "Relazione sui progressi nel campo delle energie rinnovabili" (COM(2013)0175),
– vista la sua risoluzione del 21 novembre 2012 sull'impatto ambientale delle attività di estrazione di gas e olio di scisto(12),
– vista la sua risoluzione del 21 novembre 2012 sugli aspetti industriali, energetici e di altro tipo legati a gas e olio di scisto(13),
– vista la sua risoluzione del 22 novembre 2012 sulla Conferenza sui cambiamenti climatici di Doha (Qatar) (COP 18)(14),
– vista la sua risoluzione del 12 settembre 2013 sulla microgenerazione – generazione su piccola scala di energia elettrica e termica(15),
– viste la comunicazione Commissione del 6 giugno 2012 dal titolo "Energie rinnovabili: un ruolo di primo piano nel mercato energetico europeo" (COM(2012)0271) e la sua risoluzione del 21 maggio 2013 sulle attuali sfide e opportunità per le energie rinnovabili nel mercato interno dell'energia europeo(16),
– viste la comunicazione della Commissione del 15 novembre 2012 dal titolo "Rendere efficace il mercato interno dell'energia" (COM(2012)0663) e la sua risoluzione del 10 settembre 2013 sul corretto funzionamento del mercato interno dell'energia(17),
– vista la relazione della Commissione del 14 novembre 2012 dal titolo "La situazione del mercato europeo del carbonio nel 2012" (COM(2012)0652),
– vista la comunicazione della Commissione del 16 aprile 2013 intitolata "Strategia dell'UE di adattamento ai cambiamenti climatici" (COM(2013)0216),
– viste le conclusioni del Consiglio del 14 marzo 2011, nelle quali è ribadito l'obiettivo dell'UE di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'80-95% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990,
– vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2013 sulla Conferenza sui cambiamenti climatici di Varsavia (Polonia) (COP 19)(18),
– vista la sua risoluzione del 6 maggio 2010 sull'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per agevolare la transizione verso un'economia efficiente sotto il profilo energetico e a basse emissioni di carbonio(19),
– vista la relazione del 10 giugno 2013 elaborata su incarico della Commissione dal Centro per gli studi politici europei dal titolo "Assessment of cumulative cost impact for the steel industry" (Valutazione dell'impatto dei costi cumulativi per l'industria siderurgica)(20),
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato "Sfruttare il potenziale di occupazione offerto dalla crescita verde" (SWD(2012)0092),
– vista la sua risoluzione del 12 giugno 2012 sull'impegno nella cooperazione nel settore della politica energetica con i partner al di là delle frontiere: un approccio strategico per un approvvigionamento energetico sicuro, sostenibile e competitivo"(21),
– vista la relazione congiunta della Commissione e dell'Organizzazione internazionale del lavoro dal titolo "Towards a greener economy: the social dimensions" (Verso un'economia più verde: le dimensioni sociali),
– vista la sua risoluzione del 2 luglio 2013 sulla crescita blu: miglioramento della crescita sostenibile nel settore marino, dei trasporti marittimi e del turismo dell'Unione(22),
– visto l'articolo 48 del suo regolamento,
– viste le decisioni congiunte della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia a norma dell'articolo 51 del regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e i rispettivi pareri della commissione per lo sviluppo e della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (A7-0047/2014),
A. considerando che gli obiettivi climatici, la crescita sostenibile, la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, la competitività economica e tecnologica e il completamento del mercato unico dell'energia rivestono un'importanza cruciale per l'UE, sono inestricabilmente collegati;
B. considerando che tali aspetti sono riconosciuti dal trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), secondo il quale gli obiettivi della politica dell'Unione nel settore dell'energia includono il funzionamento del mercato dell'energia, la sicurezza dell'approvvigionamento (energetico), l'efficienza energetica, il risparmio energetico e lo sviluppo di energie nuove e rinnovabili nonché l'interconnessione delle reti energetiche, e la politica dell'Unione in materia ambientale contribuisce alla salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente, alla protezione della salute umana, all'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali e alla promozione sul piano internazionale di misure destinate a risolvere i problemi dell'ambiente a livello regionale o mondiale e, in particolare, a combattere i cambiamenti climatici;
C. considerando che solo obiettivi vincolanti offrono agli Stati membri la flessibilità necessaria a decarbonizzare le loro economie nel modo più efficiente ed efficace in termini di costi, tenendo conto delle circostanze e delle specificità nazionali;
D. considerando che il Consiglio europeo si è impegnato a ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'80-95% entro il 2050, nel quadro nelle necessarie riduzioni da parte del gruppo dei paesi industrializzati;
E. considerando che il quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030 deve associare un'attenta considerazione degli impegni climatici (sia a lungo che a breve termine) all'esigenza di far fronte a pressanti questioni economiche e sociali, ad esempio la sicurezza energetica, gli elevati costi dell'energia per l'industria e le famiglie, la necessità di creare posti di lavoro, la ripresa economica e una transizione verso un modello di crescita sostenibile;
F. considerando che i diversi obiettivi strategici, come ad esempio la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e il sostegno alla crescita economica, alla competitività e all'occupazione devono basarsi su tecnologie all'avanguardia che facciano un uso delle risorse efficace in termini di costi;
G. considerando che il quadro giuridico dell'attuale pacchetto sul clima e l'energia, che fissa obiettivi vincolanti sulla percentuale di energie rinnovabili e sulle riduzioni dei consumi energetici e delle emissioni di gas a effetto serra, scade nel 2020; che la cessazione degli obblighi nazionali per un uso maggiore delle rinnovabili potrebbe compromettere la necessaria crescita del settore;
H. considerando che nella summenzionata comunicazione dal titolo "Tabella di marcia per l'energia 2050" la Commissione ha affermato che il benessere delle persone, la competitività industriale e il funzionamento generale della società dipendono da un'energia sicura, priva di rischi, sostenibile ed economicamente accessibile;
I. considerando che, per modernizzare il sistema energetico con o senza decarbonizzazione, sono necessari investimenti significativi che avranno un impatto sui prezzi dell'energia nel periodo fino al 2030;
J. considerando che il risparmio e l'efficienza energetici rappresentano le modalità più rapide ed economiche per affrontare questioni quali sicurezza energetica, dipendenza esterna, prezzi elevati e preoccupazioni in materia ambientale;
K. considerando che, secondo le stime, il potenziale di risparmio energetico efficace in termini di costi del settore edilizio è pari a 65 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) da qui al 2020;
L. considerando che il clima di incertezza esistente circa l'orientamento futuro della politica climatica ed energetica sta scoraggiando i tanto necessari investimenti nelle tecnologie pulite;
M. considerando che la tabella di marcia per l'energia 2050 indica che la decarbonizzazione del settore energetico e uno scenario con alti livelli di energie rinnovabili rappresentano soluzioni meno costose rispetto alla continuazione delle politiche attuali e che nel tempo i prezzi dell'energia da fonti nucleari e combustibili fossili continueranno ad aumentare, mentre il costo delle energie rinnovabili diminuirà;
N. considerando che la tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050 della Commissione stima che il miglioramento della qualità dell'aria locale implicherebbe risparmi sanitari pari a 17 miliardi di EUR all'anno entro il 2030 e che l'Agenzia internazionale per l'energia (AIE) stima che politiche coerenti all'obiettivo dei 2°C potrebbero ridurre entro il 2035 il costo annuale delle importazioni di combustibili fossili dell'UE del 46% o 275 miliardi di EUR (1% del PIL dell'UE);
O. considerando che i prezzi finali dell'energia sono costantemente aumentati nel corso dell'ultimo decennio e rappresentano pertanto una crescente preoccupazione per i cittadini dell'UE e un notevole costo per le aziende e le industrie;
P. considerando che occorre prestare attenzione all'impatto della politica climatica ed energetica non solo sui gruppi più vulnerabili della società ma anche sulle famiglie a basso e medio reddito, il cui tenore di vita è andato diminuendo negli ultimi anni;
Q. considerando che il settore dei trasporti è responsabile di una quota significativa delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo energetico nell'UE; che le emissioni di gas a effetto serra del settore dei trasporti sono aumentate del 36% tra il 1996 e il 2007;
R. considerando che i cambiamenti climatici rappresentano una minaccia per lo sviluppo umano, la biodiversità e la sicurezza nazionale che ha un carattere urgente e potenzialmente irreversibile e deve essere affrontata dalla comunità internazionale;
S. considerando che la valutazione per il 2013 del gruppo di lavoro I del gruppo di esperti intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) indica che possiamo scegliere come definire il nostro futuro ma che tale spazio di manovra si sta chiudendo rapidamente poiché abbiamo già esaurito oltre la metà del "bilancio di CO2" che potrebbe consentirci con una certa probabilità di limitare il riscaldamento a 2°C e che gli attuali cicli di pianificazione dei principali investimenti commerciali e infrastrutturali devono tener conto di tali aspetti nel processo decisionale;
T. considerando che al vertice di Copenaghen del 2009 la comunità internazionale si è impegnata a limitare il riscaldamento globale durante il 21° secolo a 2°C rispetto ai livelli preindustriali e che attualmente non è sulla buona strada per tenere fede a tale impegno;
U. considerando che la quinta relazione di valutazione dell'IPCC ha confermato i ritardi esistenti nel tenere fede al summenzionato impegno climatico poiché, se le emissioni cumulative di CO2 saranno superiori a 1 000 miliardi di tonnellate, l'aumento della temperatura che ne deriverà sarà superiore a 2°C e le emissioni ad oggi accumulate sono già pari a circa la metà di tale quantitativo; che le pratiche attuali porteranno pertanto a un aumento superiore a 2°C in meno di 30 anni; che occorre fissare obiettivi ambiziosi e iniziare immediatamente ad agire per il loro conseguimento;
V. considerando che le attuali traiettorie delle emissioni condurranno a un riscaldamento di 2°C entro 20-30 anni e di 4°C entro il 2100 secondo la relazione della Banca mondiale dal titolo "Turn Down the Heat";
W. considerando che, al fine di mantenere l'innalzamento della temperatura al di sotto dei 2°C, nel 2011 il Consiglio ha ribadito l'obiettivo dell'UE di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'80-95% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050;
X. considerando che il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha invitato i capi di Stato a un vertice sul clima che si terrà a settembre 2014 e si prefigge di fissare impegni chiari per le prossime azioni in materia di cambiamenti climatici;
Y. considerando che, secondo il rapporto "Colmare il divario delle emissioni" per il 2013 del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, gli attuali impegni sul clima per il 2020 non sono sufficienti a prevenire i cambiamenti climatici pericolosi e che dopo il 2020 saranno pertanto necessarie riduzioni più ambiziose delle emissioni di gas a effetto serra;
Z. considerando che, secondo i dati forniti da Eurostat, l'UE ha ridotto le sue emissioni di CO2 del 16,97% tra il 1990 e il 2011 ed è sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo per il 2020; che sono necessarie riduzioni delle emissioni di CO2 più ambiziose affinché l'UE non registri ritardi nel raggiungimento dei suoi obiettivi climatici per il 2050;
AA. considerando che, secondo i dati forniti dalla Divisione statistica delle Nazioni Unite, le emissioni globali di CO2 sono aumentate di oltre il 50% tra il 1990 e il 2010;
AB. considerando che le emissioni dell'UE verificate sono diminuite del 16% dal 2005 al 2012 nei settori rientranti nel sistema di scambio delle quote (ETS) e del 10% nei settori non rientranti in tale sistema, il che indica che probabilmente gli obiettivi di riduzione per il 2020, rispettivamente del 21% e del 10%, posso essere raggiunti con vari anni di anticipo;
AC. considerando che la tabella di marcia verso un'economia a basse emissioni di carbonio nel 2050 mostra che riduzioni delle emissioni nazionali del 40-44% seguono una traiettoria di efficienza in termini di costi che tende all'estremo inferiore dell'obiettivo dell'UE dell'80-95% per il 2050 e che per riportarle su una traiettoria di efficienza dei costi verso il centro o l'estremo superiore di tale intervallo sarà necessario un obiettivo per il 2030 di oltre il 44%;
AD. considerando che, secondo le stime dell'Agenzia europea dell'ambiente, il costo minimo annuo del mancato adattamento ai cambiamenti climatici passerà da 100 miliardi di EUR nel 2020 a 250 miliardi di EUR nel 2050 per l'UE nel suo complesso;
AE. considerando che, secondo le stime dell'AIE, sebbene l'UE sia responsabile dell'11% delle emissioni globali di gas a effetto serra e le sue emissioni di CO2 misurate in tonnellate per capita continuino ad essere superiori alla media mondiale e alle medie per le economie emergenti e i paesi in via di sviluppo, il mercato unico europeo è al primo posto nel mondo per PIL rispetto a qualsiasi altra economia, oltre a una significativa capacità diplomatica; che l'UE, sebbene abbia una capacità limitata di ridurre le emissioni globali mediante un'azione unilaterale, ha un ruolo guida importante da svolgere nel promuovere l'adozione di azioni per il clima da parte di altre economie, in particolare nel contesto del raggiungimento di un accordo internazionale vincolante a Parigi nel 2015 e che, quindi, l'UE deve definire una posizione chiara e ambiziosa e garantire che il futuro accordo possa essere ratificato in tutti gli Stati membri;
AF. considerando che la sfida dei cambiamenti climatici globali può essere affrontata solo se alle politiche ambiziose dell'UE si associano gli impegni dei paesi terzi;
AG. considerando che, affinché l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dell'UE e le altre azioni per il clima dell'UE abbiano un esito positivo, devono far parte di uno sforzo globale; che il quadro all'orizzonte 2030 dovrebbe fissare la posizione negoziale dell'UE riguardo a un accordo globale sui cambiamenti climatici per il 2015; che, fino alla conclusione di un accordo globale equo, occorre affrontare adeguatamente la questione della competitività dell'economia dell'UE;
AH. considerando che la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra avrà anche effetti positivi sulla salute pubblica riducendo l'inquinamento atmosferico, in particolare nei centri abitati e nelle aree circostanti;
AI. considerando che il 16 giugno 2013 in Germania la produzione di energia eolica e solare ha raggiunto un picco del 61% della produzione totale di elettricità, dato che dimostra che le politiche climatiche ed energetiche danno buoni risultati e devono essere considerate come un modello di comportamento per quanto concerne la promozione del coordinamento e della cooperazione regionali;
AJ. considerando che, secondo Eurostat, nel 2011 la quota di energie rinnovabili dell'UE era pari al 13% e che l'Unione è sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo per il 2020 in tale ambito;
AK. considerando che l'UE è pertanto sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi vincolanti per il 2020 (riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e miglioramento della quota di energie rinnovabili), mentre lo stesso non si può dire per l'obiettivo indicativo del 20% per l'efficienza energetica;
AL. considerando che, secondo l'International Energy Outlook 2013, il consumo globale di energia aumenterà del 56% tra il 2010 e il 2040 (di cui il 60% sarà dovuto agli Stati asiatici non membri dell'OCSE) e i combustibili fossili (con una considerevole quota di carbone) continueranno a garantire circa l'80% dell'uso energetico mondiale fino al 2040;
AM. considerando che gli investimenti nell'efficienza energetica, nelle energie rinnovabili e nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra influiscono uno sull'altro in svariati modi e che è fondamentale che i compromessi tra questi obiettivi siano affrontati apertamente e resi noti al pubblico;
AN. considerando che gli investitori e le industrie hanno urgentemente bisogno di un quadro chiaro a lungo termine per la politica climatica ed energetica dell'UE, con maggiori livelli di certezza e, quindi, chiari segnali di prezzo, per incoraggiare investimenti sostenibili a medio e lungo termine, ridurre il rischio a essi associato e sfruttare al meglio le opportunità sul mercato globale per le tecnologie sostenibili; che una strategia climatica ed energetica chiara è fondamentale per la competitività dell'industria dell'UE, la crescita economica e la creazione di posti di lavoro;
AO. considerando che il quadro delle politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030 deve associare un'attenta considerazione degli impegni climatici (sia gli obiettivi dell'UE nel lungo termine che i negoziati internazionali nel breve termine) all'esigenza di far fronte a urgenti questioni economiche e sociali quali la sicurezza energetica, gli elevati costi dell'energia per l'industria e le famiglie, la necessità di creare posti di lavoro e la ripresa economica;
AP. considerando che, per via della disponibilità limitata di risorse nazionali, una transizione ambiziosa dell'UE verso le energie rinnovabili rappresenta l'unica soluzione per garantire un approvvigionamento energetico sicuro a prezzi accessibili in futuro;
AQ. considerando che, secondo la comunicazione della Commissione sulla tabella di marcia per l'energia 2050, approvata dal Parlamento europeo, l'efficienza energetica, le energie rinnovabili e le infrastrutture energetiche sono opzioni "senza rimpianti" per decarbonizzare l'economia, e che occorre adottare politiche e strumenti adeguati;
AR. considerando che l'AIE, nella sua relazione sul mercato dell'efficienza energetica del 2013, ha fatto riferimento all'efficienza energetica come primo combustibile a livello mondiale e che l'efficienza energetica rappresenta la soluzione più economica e rapida per ridurre la dipendenza energetica dell'UE, rafforzare la sicurezza energetica, ridurre le bollette energetiche e lottare contro i cambiamenti climatici;
AS. considerando che il potenziale delle energie rinnovabili non è stato ancora pienamente sfruttato; che la tabella di marcia per l'energia 2050 della Commissione indica che tali energie dovranno fornire la quota maggioritaria dell'approvvigionamento di energia entro il 2050 e che sarà necessario fissare obiettivi specifici intermedi fino a tale data onde assicurare la credibilità e la stabilità delle prospettive per le energie rinnovabili nell'UE e per la diversificazione dell'approvvigionamento energetico nel mercato interno europeo dell'energia, favorendo la competitività e la sicurezza degli approvvigionamenti energetici in Europa e contribuendo alla nascita di nuovi settori e all'aumento delle opportunità di esportazione;
AT. considerando che lo sviluppo delle energie rinnovabili e l'aumento dell'efficienza energetica avranno un impatto positivo sul conseguimento degli obiettivi climatici ed energetici, rafforzeranno la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'UE, daranno impulso al primato tecnologico e alla competitività industriale e promuoveranno la crescita e l'occupazione, generando anche un elevato valore aggiunto per l'UE in futuro;
AU. considerando che il miglioramento dell'efficienza energetica rappresenta la soluzione più rapida ed efficace in termini di costi per ridurre la dipendenza energetica dell'UE, riducendo al contempo le bollette energetiche elevate per gli utenti finali e creando posti di lavoro e crescita per le economie locali;
AV. considerando che i costi delle importazioni di combustibili fossili dell'UE sono stati pari a 406 miliardi di EUR nel 2011 (il che equivale a più di 1 000 EUR per abitante) e che la sua dipendenza dalle importazioni energetiche è destinata ad aumentare; che tale dipendenza espone l'Europa ai prezzi dell'energia a livello mondiale e agli shock politici e compromette l'autonomia della politica estera dell'Unione e degli Stati membri; che risulta dunque tanto più cruciale garantire la massima trasparenza possibile dei prezzi dell'energia per gli utenti finali; che l'UE deve concentrarsi maggiormente sulle opzioni "senza rimpianti" costituite dall'efficienza energetica, le energie rinnovabili e le infrastrutture energetiche;
AW. considerando che il denaro erogato per l'importazione di combustibili fossili contribuisce in misura esigua a investimenti, occupazione o crescita nell'Unione e che pertanto la riassegnazione di tali somme verso investimenti nazionali a favore dell'efficienza energetica, delle energie rinnovabili e delle infrastrutture intelligenti stimolerebbe l'industria edilizia, automobilistica e ad alta tecnologia e i loro fornitori a valle, creando posti di lavoro di qualità e altamente qualificati che non possono essere esportati/delocalizzati;
AX. considerando che, secondo l'AIE, due terzi del potenziale mondiale di efficienza energetica resterà inutilizzato nel 2035 perché si tratta di un ambito che non è considerato una reale priorità politica;
AY. considerando che una serie di studi dell'Istituto Fraunhofer ha indicato che l'UE può ottenere risparmi energetici del 40% entro il 2030 in modo efficace in termini di costi;
AZ. considerando che una serie di studi ha indicato che l'UE ha le potenzialità per ottenere risparmi energetici di oltre il 40% in modo efficace in termini di costi e di usi finali in tutti i settori dell'economia (residenziale: 61%, trasporti: 41%, terziario: 38% e industria: 21%); che la realizzazione di tale potenziale determinerebbe un risparmio netto di 239 miliardi di EUR all'anno nelle bollette energetiche;
BA. considerando che oltre il 40% dell'energia finale nell'UE è utilizzato per il riscaldamento e il raffreddamento, di cui il 43% è usato dalle famiglie, il 44% dall'industria e il restante 13% dai servizi (secondo la piattaforma tecnologica europea sul riscaldamento e il raffreddamento rinnovabili);
BB. considerando che è stato dimostrato che il maggiore potenziale di risparmio energetico efficace in termini di costi è offerto dal settore edilizio, che attualmente è responsabile del 40% dell'utilizzo finale di energia nell'UE e del 36% delle emissioni di CO2;
BC. considerando che vari studi indicano che il miglioramento dell'efficienza energetica riduce i costi, a beneficio sia dell'industria che dei singoli;
BD. considerando che, sulla base delle attuali tendenze, la popolazione globale è destinata a superare i 9 miliardi entro il 2050 e la domanda globale di energia ad aumentare di oltre il 40% entro il 2030;
BE. considerando che il costante aumento dei prezzi dell'energia ha determinato tassi più elevati di penuria di combustibili nell'UE;
BF. considerando che il Consiglio europeo del maggio 2012 ha riconosciuto che l'efficienza energetica può apportare un contributo significativo per invertire gli attuali aumenti dei prezzi e dei costi dell'energia che gravano principalmente sui membri più vulnerabili della società;
BG. considerando che un obiettivo ambizioso per i risparmi energetici comporterà un aumento dell'occupazione netta di 400 000 posti di lavoro entro il 2020, in particolare creando la tanto necessaria occupazione nel settore edilizio, e migliorerà i bilanci pubblici grazie alla riduzione dei costi della disoccupazione;
BH. considerando che il completamento del mercato interno dell'energia costituisce un presupposto per la sicurezza energetica generale dell'UE, per prezzi dell'energia competitivi e per un conseguimento efficace in termini di costi degli obiettivi della politica climatica;
BI. considerando che le varie sovvenzioni alle diverse fonti e tecnologie energetiche, senza un coordinamento e un'attuazione efficace in termini di costi, alterano la concorrenza e ostacolano il completamento del mercato interno dell'energia senza aumentare la certezza degli investimenti;
BJ. considerando che nel 2011 le sovvenzioni ai combustibili fossili per la sola elettricità sono ammontate a 26 miliardi di EUR nell'UE, cifra che non tiene conto delle sovvenzioni per il gas e il petrolio;
BK. considerando che le conclusioni del Consiglio europeo del 22 maggio 2013 chiedono di dare priorità all'eliminazione graduale delle sovvenzioni dannose per l'ambiente e l'economia, comprese le sovvenzioni ai combustibili fossili;
BL. considerando che vari studi indicano che il potenziamento e lo sviluppo delle reti nonché la creazione di più interconnessioni costituiscono uno strumento importante per migliorare il mercato interno, ridurre i costi dell'energia e stimolare la competitività dell'industria, purché la destinazione dei relativi investimenti sia subordinata a un'analisi costi-benefici;
BM. considerando che vari studi indicano che i costi e gli effetti generali del sistema variano considerevolmente a seconda delle diverse fonti di generazione; che tali aspetti dovrebbero essere presi in considerazione anche nel processo di definizione delle politiche in materia di clima ed energia dell'UE;
BN. considerando che, secondo l'AIE, la crescente decentralizzazione dell'approvvigionamento energetico comporterà uno spostamento del fabbisogno di investimenti nelle infrastrutture energetiche dal livello di trasmissione a quello di distribuzione e le reti di distribuzione assorbiranno tre quarti di tali investimenti nel 2030;
BO. considerando che, secondo i dati forniti da Eurostat, circa il 40% dei residenti nell'UE vive attualmente nelle zone urbane, l'urbanizzazione è in aumento e le fonti rinnovabili di energia riducono l'inquinamento da particolato presente nell'atmosfera; che i trasporti producono una percentuale notevole delle emissioni e gli sforzi di efficienza influiranno quindi positivamente su tale settore;
BP. considerando che nella tabella di marcia per l'energia 2050 la Commissione ha affermato che il potenziamento della rete è inevitabile e ha sottolineato l'importanza del fatto che i costi resteranno comunque invariati indipendentemente dallo scenario energetico futuro scelto, anche se si optasse per il mantenimento della situazione attuale; che di conseguenza è fondamentale sviluppare una rete intelligente e interconnessa e scegliere uno scenario fondato sulle energie rinnovabili e sull'efficienza energetica, dato che si tratta dell'unica soluzione possibile per conseguire gli obiettivi di sostenibilità, competitività, indipendenza energetica, sicurezza energetica e prezzi dell'energia accessibili;
BQ. considerando che, secondo la relazione 2012 sulla competitività europea, il settore dell'energia sostenibile e delle tecnologie ambientali offre notevoli opportunità commerciali e di creazione di posti di lavoro;
BR. considerando che la relazione 2012 sulla competitività europea raccomanda alle imprese dell'UE, per restare competitive, di concentrarsi sullo sfruttamento delle opportunità commerciali offerte dagli obiettivi e dalle sfide ambientali e sociali globali;
BS. considerando che, secondo le stime riportate nella tabella di marcia per l'energia 2050 della Commissione, tutti gli scenari di decarbonizzazione valutati richiedono una quota di energie rinnovabili compresa tra il 55 e il 75% del consumo finale di energia nel 2050; che, secondo le stesse stime, la quota delle energie rinnovabili dopo il 2020 diminuirà drasticamente se non si adottano misure supplementari;
BT. considerando che l'UE è attualmente un leader mondiale nel settore delle tecnologie per le energie rinnovabili nel quale è già stato creato circa mezzo milione di posti di lavoro; che una quota maggiore di energie rinnovabili comporterà una crescita sostenibile a più lungo termine e un aumento della sicurezza energetica;
BU. considerando che il settore delle energie rinnovabili rappresenta l'1% del PIL dell'UE e occupa direttamente e indirettamente circa 1,2 milioni di persone, con un aumento del 30% rispetto al 2009; che nel 2020 2,7 milioni di persone nell'UE lavoreranno nel settore delle energie rinnovabili;
BV. considerando che i settori delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica hanno registrato una crescita nonostante la crisi e, secondo le previsioni, dovrebbe garantire un ulteriore aumento del PIL dell'UE in futuro;
BW. considerando che vari studi indicano che la Cina è il paese più attrattivo per gli investimenti nelle energie rinnovabili, seguita da Stati Uniti, India, Giappone, Canada e Australia che figurano anch'essi tra i paesi ad alta attrattiva;
BX. considerando che è necessario garantire la competitività dell'UE nel mercato globale;
BY. considerando che una maggiore ricerca sui vari tipi di energia nuovi e sostenibili e lo scambio di migliori prassi offrono le maggiori probabilità di trovare una soluzione a lungo termine al problema;
BZ. considerando che lo sviluppo sostenibile si basa su un equilibrio tra i tre pilastri dello sviluppo ambientale, economico e sociale;
CA. considerando che gli attori locali e regionali svolgono un ruolo essenziale nella promozione e nell'attuazione delle misure necessarie a passare a un'economia a bassa intensità di carbonio;
Obiettivi
1. plaude al Libro verde della Commissione su un quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030 e auspica che il Consiglio europeo affronti tali questioni con risposte ambiziose, realistiche, efficaci in termini di costi e flessibili che mantengano un vantaggio competitivo sostenibile per l'UE, grazie alle sue conoscenze e competenze energetiche, e producano risultati positivi nel breve e nel lungo termine;
2. esprime profonda preoccupazione per le proposte relative a una nuova struttura della governance per il quadro 2030, e ricorda che il quadro 2020 è fondato sulla piena codecisione tra Parlamento e Consiglio; insiste affinché la Commissione basi qualsiasi proposta giuridica sulla piena codecisione tra Parlamento e Consiglio;
3. deplora che la comunicazione della Commissione “Quadro per le politiche dell'energia e del clima per il periodo dal 2020 al 2030” (COM(2014)0015), adottata il 22 gennaio 2014, sia miope e poco ambiziosa su una serie di livelli, in particolare per quanto riguarda la mancanza di obiettivi nazionali per le energie rinnovabili e di qualsiasi nuova azione significativa per incentivare l'efficienza energetica; prende atto della recente comunicazione della Commissione sui costi e prezzi dell'energia in Europa (COM(2014)0021);
4. prende atto della recente pubblicazione della prima parte della quinta relazione di valutazione dell'IPCC, adottata il 27 settembre 2013, che conferma che il 95% del riscaldamento globale è causato dalle attività umane (rispetto al 90% indicato nella quarta relazione di valutazione del 2007) e mette in guardia contro le possibili conseguenze che la mancanza di azioni potrebbe avere sulla stabilità del nostro ecosistema;
5. invita il Consiglio e la Commissione ad adottare e attuare un approccio articolato che rientri nel quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030 e si fondi sul rafforzamento reciproco, su politiche coordinate e coerenti e su obiettivi vincolanti ambiziosi per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, le fonti rinnovabili di energia e l'efficienza energetica; chiede alla Commissione e agli Stati membri di sfruttare maggiormente le interazioni tra i tre obiettivi summenzionati poiché rappresentano gli strumenti più adatti per conseguire gli obiettivi climatici ed energetici dell'UE in modo efficace in termini di costi all'orizzonte 2030, garantire la certezza degli investimenti nonché promuovere e rafforzare la competitività e la sicurezza energetica nell'UE;
6. invita la Commissione e gli Stati membri a fissare un obiettivo vincolante dell'UE per il 2030 che preveda una riduzione di almeno il 40% delle emissioni interne di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990; ritiene che il livello di ambizione debba seguire coerentemente una traiettoria efficiente in termini di costi per il conseguimento dell'obiettivo dei 2°C; sottolinea che tale obiettivo dovrebbe essere attuato mediante la fissazione di obiettivi nazionali individuali che tengano conto della situazione e delle potenzialità di ciascuno Stato membro;
7. concorda sul fatto che l'UE dovrebbe impegnarsi a raggiungere questo obiettivo in materia di gas a effetto serra nell'ambito dei negoziati internazionali sul clima, in tempo utile prima del vertice che il Segretario generale delle Nazioni Unite organizzerà nel settembre 2014 e invita il Consiglio europeo a fare lo stesso quanto prima possibile;
8. invita la Commissione e gli Stati membri a fissare un obiettivo vincolante dell'UE per il 2030 che preveda un'efficienza energetica del 40%, in linea con le ricerche sul potenziale di risparmio energetico efficace in termini di costi; sottolinea che tale obiettivo dovrebbe essere attuato mediante la fissazione di obiettivi nazionali individuali che tengano conto della situazione e delle potenzialità di ciascuno Stato membro;
9. invita la Commissione e gli Stati membri a fissare un obiettivo vincolante dell'UE per il 2030 che preveda la produzione di almeno il 30% del consumo finale complessivo di energia da fonti rinnovabili; sottolinea che tale obiettivo dovrebbe essere attuato mediante la fissazione di obiettivi nazionali individuali che tengano conto della situazione e delle potenzialità di ciascuno Stato membro;
10. sottolinea che tutti i settori dell'economia dovranno concorrere alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra affinché l'UE dia il giusto contributo a livello internazionale; ritiene che un accordo tempestivo sul quadro per le politiche del clima e dell'energia all'orizzonte 2030 sia necessario affinché l'UE si prepari ai negoziati internazionali su un nuovo accordo internazionale giuridicamente vincolante e offra agli Stati membri, all'industria e agli altri settori un contesto e obiettivi chiari e giuridicamente vincolanti per effettuare i necessari investimenti a medio e a lungo termine nella riduzione delle emissioni, nell'efficienza energetica e nelle energie rinnovabili;
11. osserva che i percorsi di decarbonizzazione si baseranno su quote diverse di tecnologie sostenibili negli Stati membri: energie rinnovabili, nucleare, cattura e stoccaggio del carbonio, se disponibile in futuro; osserva che l'integrazione di una quota più elevata di energie rinnovabili richiederà estensioni significative delle reti di trasmissione e di distribuzione, capacità aggiuntive di riserva programmabili e/o capacità di stoccaggio;
12. ricorda che qualsiasi costo supplementare sarà trasferito, direttamente o indirettamente, sui consumatori finali e ritiene che la riduzione dei costi supplementari della decarbonizzazione del sistema energetico dell'UE sia pertanto una condizione essenziale per il mantenimento della competitività europea;
13. ricorda che gli Stati membri restano competenti in materia di mix energetico e devono pertanto adottare una decisione sul mix ottimale da scegliere per conseguire gli obiettivi della politica energetica, in particolare quello della decarbonizzazione;
14. ritiene che un obiettivo vincolante incisivo di efficienza energetica sia di fondamentale importanza per utilizzare nel modo più efficiente possibile l'energia all'interno dell'Unione e che tale obiettivo produrrà un effetto domino in virtù del quale sarà necessario uno sforzo minore anche per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e di energie rinnovabili;
15. ritiene che obiettivi vincolanti generali che uniscano gli sforzi nazionali condivisi costituiscano lo strumento più flessibile ed efficace in termini di costi per fornire agli Stati membri la necessaria flessibilità e rispettare la sussidiarietà;
16. invita il Consiglio europeo, al fine di mantenere la continuità dei progressi compiuti a livello di UE e garantire la certezza a lungo termine, a fissare obiettivi ambiziosi e realistici per il quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030, prendendo in considerazione il percorso a maggiore efficienza in termini di costi che consenta all'UE di tener fede all'impegno a lungo termine assunto dal Parlamento e dal Consiglio di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'80-95% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990;
17. invita la Commissione a semplificare le sue politiche climatiche ed energetiche ai fini di una maggiore coerenza, flessibilità ed efficacia in termini di costi delle politiche europee;
18. sottolinea che l'obiettivo di decarbonizzazione dell'UE per il 2050 sarà rispettato solo attraverso la transizione dai combustibili fossili e che devono pertanto essere evitate le politiche che potrebbero essere vincolate a tali combustibili; ricorda che politiche ambiziose e a lungo termine in materia di efficienza energetica ed energie rinnovabili contribuiranno a evitare tale vincolo; sottolinea a tale proposito le recenti conclusioni dell'AIE, secondo le quali le politiche energetiche fondate sulle rinnovabili hanno costi inferiori nel lungo termine rispetto a una dipendenza esclusiva sui prezzi del carbonio, dato che incentivano un aumento tempestivo dell'ampio portafoglio di tecnologie rinnovabili necessario per decarbonizzare interamente il settore energetico nel lungo termine;
19. sostiene che il modo migliore per garantire il fabbisogno energetico attuale e futuro dell'UE è rappresentato da un mix energetico equilibrato e differenziato, che riduca la dipendenza da singole fonti di energia senza creare nuove forme di dipendenza, tenendo conto del fatto che la Commissione consiglia di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili; esorta gli Stati membri a tenere conto di detti fattori;
20. invita la Commissione, congiuntamente ai settori industriali interessati e quale elemento del quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030, a sviluppare tabelle di marcia specifiche per settore che prevedano una sufficiente flessibilità per gli attori industriali;
21. ritiene che, benché molti degli obiettivi della politica energetica possano essere conseguiti aumentando i prezzi dell'energia, la sfida consista nel raggiungere tali obiettivi e al contempo espandere l'attività economica;
22. chiede che siano stanziate le risorse necessarie alle attività di R&S relative alle fonti rinnovabili di energia e alle tecnologie a basso consumo energetico;
23. osserva un ampio consenso riguardo all'istituzione di un nuovo obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni di CO2, sulla base della revisione e del buon funzionamento dell'ETS;
24. è del parere che sia gli obiettivi strategici dell'UE a lungo termine che gli strumenti politici specifici per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra debbano adottare il 1990 come anno di riferimento;
25. ritiene che l'UE possa prefissarsi obiettivi più ambiziosi di riduzione delle emissioni di CO2 se gli altri principali paesi sviluppati e in via di sviluppo responsabili delle emissioni si impegnano a dare il giusto contributo a una riduzione globale delle emissioni;
26. sottolinea che l'obiettivo vincolante per il 2020 sulle fonti rinnovabili di energia ha messo l'UE in una posizione di avanguardia nel campo dell'innovazione tecnologica in tale ambito; evidenzia che il proseguimento di tale politica, con obiettivi vincolanti sulle energie rinnovabili, rafforzerà ulteriormente la posizione dell'UE in questo settore; è del parere che lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili contribuisca al raggiungimento dell'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, alla riduzione del fabbisogno di importazioni di combustibili fossili e all'aumento della diversificazione delle fonti di energia; ritiene pertanto che l'UE debba fissare un obiettivo vincolante per le fonti energetiche rinnovabili nel quadro all'orizzonte 2030; ritiene che occorra attuare una politica energetica e climatica lungimirante che sia coerente all'agenda politica industriale dell'UE per la competitività;
27. ritiene che al fine di consentire la piena utilizzazione della capacità delle fonti rinnovabili di energia, il quadro e gli obiettivi all'orizzonte 2030 dovrebbero incentrarsi sullo sviluppo e sull'ottimizzazione del sistema energetico generale;
28. è del parere che l'UE sia sulla buona strada per conseguire l'obiettivo di incremento delle rinnovabili del 20% entro il 2020; sottolinea che l'incremento a livello nazionale, che è alquanto non coordinato ed estremamente rapido, ha gravi ripercussioni sul mercato interno dell'energia dell'UE (come ad esempio i flussi di ricircolo); ritiene che, in futuro, i sistemi di approvvigionamento energetico debbano basarsi maggiormente sulle energie rinnovabili; insiste sulla necessità di tenere conto di tutti i pertinenti aspetti dei sistemi di approvvigionamento energetico nelle decisioni su un ulteriore incremento delle energie rinnovabili;
29. è del parere che i regimi di sostegno, se ben progettati, flessibili e prevedibili, costituiscano uno strumento adeguato per promuovere lo sviluppo e l'applicazione efficienti in termini di costi delle fonti rinnovabili di energia e dell'efficienza energetica; sottolinea che tutti i regimi nazionali di sostegno alle fonti rinnovabili dovrebbero gradualmente passare a un sistema più integrato di sostegno a livello di UE o sotto-UE, prendendo in considerazione sia i livelli di maturità tecnologica che le differenze regionali e geografiche, che potrebbe fornire un quadro più vicino al mercato, alla certezza degli investimenti e a condizioni di parità; ritiene che la Commissione possa svolgere un ruolo importante nel fornire un indirizzo in tale ambito, anche per quanto riguarda la conformità dei regimi di sostegno al mercato interno e alle norme sugli aiuti di Stato, tenendo presente l'importanza del programma Orizzonte 2020 per la ricerca e l'innovazione;
30. ritiene che il quadro all'orizzonte 2030 per le politiche debba essere integrato in una visione a più lungo termine, in particolare fino al 2050, in conformità delle varie tabelle di marcia adottate dalla Commissione; ritiene, in tale contesto, che le politiche dell'UE per il 2030 in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, energie rinnovabili ed efficienza energetica debbano essere considerate come tappe fondamentali verso il conseguimento degli obiettivi a più lungo termine, quale elemento di un approccio complessivo che ne garantisca l'efficacia in termini di costi, la prevedibilità e la sostenibilità;
31. reputa che la politica regionale dell'UE abbia un ruolo fondamentale da svolgere nella promozione della produzione di energia rinnovabile e dell'efficienza energetica su scala europea; osserva che le diverse condizioni geografiche rendono impossibile applicare a tutte le regioni una politica energetica "valida per tutti";
32. riconosce che le sovvenzioni a tutte le fonti di energia, compresi i combustibili fossili e l'energia nucleare, possono avere importanti ripercussioni sui prezzi dell'energia; osserva che alcune fonti rinnovabili di energia, quali l'energia eolica terrestre e l'energia fotovoltaica, possono quasi competere in termini di costi con le fonti convenzionali di energia e ritiene che i regimi di sostegno associati dovrebbero pertanto essere adattati e le sovvenzioni gradualmente eliminate, in modo tale che i finanziamenti possano essere stanziati a favore di programmi di ricerca e sviluppo sulle tecnologie energetiche, come ad esempio le fonti energetiche di prossima generazione e le tecnologie di stoccaggio; sottolinea tuttavia che tali cambiamenti dovrebbero essere annunciati in debito anticipo onde evitare ogni effetto nocivo sul settore e presuppongono una riforma dell'assetto del mercato dell'energia, lo snellimento delle procedure amministrative e di connessione alla rete e una maggiore trasparenza nei mercati energetici; deplora le modifiche retroattive introdotte da alcuni Stati membri nei regimi di sostegno che hanno pregiudicato la fiducia degli investitori e i livelli di investimento nelle fonti rinnovabili di energia; chiede alla Commissione di effettuare studi sulle modalità per modificare l'assetto dei mercati esclusivamente energetici, in modo da garantire gli utili sul capitale investito nelle fonti rinnovabili variabili, che hanno l'effetto di ridurre i prezzi all'ingrosso ma incidono contemporaneamente sugli utili degli investimenti; sottolinea che una politica chiara in materia di fonti rinnovabili di energia, affiancata da programmi di R&S, è necessaria per innescare una riduzione dei costi di tutte le tecnologie rinnovabili e promuovere l'innovazione nonché lo sviluppo e l'applicazione delle tecnologie nuove e meno mature; chiede alla Commissione di analizzare l'impatto complessivo del dispacciamento prioritario, anche sui costi generali dell'energia;
33. sottolinea contemporaneamente la necessità che l'UE riduca la dipendenza dai combustibili fossili importati; osserva che le sovvenzioni concesse ai combustibili fossili, all'energia nucleare e ad alcune tecnologie mature per le fonti rinnovabili di energia stanno creando distorsioni strutturali di mercato in vari Stati membri; invita gli Stati membri a eliminare gradualmente tali sovvenzioni, in particolare le sovvenzioni dirette e indirette ai combustibili fossili nocive per l'ambiente, quanto prima possibile;
34. invita la Commissione a preparare, congiuntamente agli Stati membri, tabelle di marcia per ciascun paese, con impegni chiari per l'eliminazione graduale delle sovvenzioni;
35. chiede alla Commissione di redigere un inventario di tutte le sovvenzioni nazionali ed europee e i regimi di sostegno per le fonti rinnovabili di energia e invita gli Stati membri, in collaborazione con la Commissione, a introdurre coerenza e trasparenza a livello dell'UE;
36. riconosce che gli investimenti nelle energie rinnovabili sono diventati notevolmente più difficili, in particolare a causa delle modifiche retroattive adottate da alcuni Stati membri; chiede un quadro stabile e prevedibile per le politiche e le misure giuridiche all'orizzonte 2030 basato su un obiettivo vincolante ambizioso in materia di energie rinnovabili, che apporterà un contributo considerevole alla creazione di posti di lavoro e alla minimizzazione dell'incertezza, diminuirà il rischio degli investimenti e ridurrà i costi di capitale e pertanto il livello di sostegno necessario;
37. osserva che gli obiettivi a lungo termine offrono stabilità politica e rafforzano la fiducia degli investitori riducendo pertanto al minimo i premi di rischio per gli investitori, un fattore fondamentale per lo sviluppo delle energie rinnovabili, che costituiscono tecnologie ad alta intensità di capitale; osserva che la mancanza di obiettivi produrrebbe un notevole aumento del costo delle rinnovabili mentre gli investimenti possibili grazie a un obiettivo a lungo termine ridurrebbero i costi delle tecnologie e la necessità di un sostegno specifico;
38. sottolinea che la tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050 della Commissione indica che le energie rinnovabili e una maggiore efficienza energetica potrebbero generare risparmi annuali compresi tra 175 e 320 miliardi di EUR per l'Unione;
39. sottolinea il notevole potenziale di creazione di posti di lavoro delle energie rinnovabili (3 milioni di posti di lavoro entro il 2020) e dell'efficienza energetica (2 milioni entro il 2020)(23);
40. ritiene che, ai fini di una produzione efficiente delle fonti rinnovabili di energia, sia necessario migliorare la flessibilità della rete, le infrastrutture e la capacità di trasporto dell'energia;
41. esorta inoltre la Commissione, in vista di una rapida integrazione delle energie rinnovabili, a presentare proposte su mercato centrale che includa gli Stati membri favorevoli a tale integrazione che auspicano cooperare rapidamente nella produzione, distribuzione e utilizzo comuni dell'elettricità;
42. ritiene necessario effettuare un monitoraggio completo dell'impatto delle varie fonti di energia sull'ambiente e sul clima;
43. ricorda che l'energia più economica è quella che non è mai utilizzata; sottolinea a tale proposito che una maggiore efficienza energetica dovrebbe essere considerata una delle pietre miliari della politica climatica ed energetica dell'UE; è convinto che l'efficienza energetica contribuisca alla conservazione delle risorse, alla riduzione delle bollette energetiche, della dipendenza dai combustibili importati, dei disavanzi commerciali e degli impatti sanitari, al miglioramento della competitività a lungo termine dell'economia dell'UE a livello internazionale e all'agevolazione della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; sottolinea che la ricerca suggerisce che il potenziale del 40% di risparmio energetico efficace in termine di costi dell'UE, se realizzato, determinerebbe una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 50% entro il 2030 e porterebbe la quota di energie rinnovabili nel mix energetico al 35%; invita gli Stati membri ad attuare integralmente la direttiva sull'efficienza energetica e la direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia in tempi brevi; sottolinea che occorre prendere in considerazione il potenziale di ciascun settore economico e di ciascuna situazione economica nell'elaborazione delle nuove politiche in materia di efficienza energetica e che il passaggio verso una maggiore efficienza energetica dovrebbe concentrarsi sull'approvvigionamento energetico e sulla catena di domanda nel loro complesso, comprese la trasformazione, la trasmissione, la distribuzione e la fornitura, congiuntamente ai consumi industriali, edili e delle famiglie e ai trasporti; riconosce i benefici delle campagne di sensibilizzazione sull'efficienza energetica;
44. riconosce che le attuali politiche non permetteranno all'UE di rispettare il suo obiettivo di efficienza energetica per il 2020; ricorda l'impegno della Commissione a fissare obiettivi vincolanti di efficienza energetica per il 2020 e trovare un accordo su misure aggiuntive per gli Stati membri qualora la somma dei loro obiettivi individuali non corrispondesse all'obiettivo dell'UE del 20%; ricorda che gli obiettivi del 2030 devono essere considerati le fondamenta di una visione più lungimirante verso il 2050, per tenere conto dei lunghi cicli di investimento; chiede al Consiglio europeo di stabilire obiettivi vincolanti di efficienza energetica per il 2020 e il 2030 come elementi imprescindibili di una politica climatica ed energetica sostenibile;
45. sottolinea che un singolo obiettivo di riduzione dei gas a effetto serra conseguito principalmente attraverso il meccanismo ETS non consentirà di sfruttare il grande potenziale di efficienza energetica dei settori non rientranti nell'ETS e implicherà nel contempo che buona parte degli sforzi di decarbonizzazione per il 2030 sia realizzata attraverso i settori ETS a un costo superiore al necessario; rileva che molti degli ostacoli che impediscono di ottenere miglioramenti nel settore dell'efficienza energetica non sono di natura finanziaria e non possono essere affrontati dal sistema ETS quale elemento di un unico approccio agli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;
46. sottolinea che la riduzione del consumo energetico degli edifici dovrebbe costituire un elemento centrale della politica a lungo termine dell'UE in materia di efficienza energetica, dal momento che la ristrutturazione del patrimonio immobiliare esistente presenta un enorme potenziale di risparmio energetico efficace in termini di costi; sottolinea che il tasso e la qualità attuali di ristrutturazione degli edifici devono essere sostanzialmente incrementati al fine di consentire all'UE di ridurre il consumo di energia del parco immobiliare esistente dell'80% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2010;
47. rileva che un obiettivo settoriale di efficienza energetica per l'edilizia aprirebbe la strada alla necessaria trasformazione del patrimonio edilizio, garantendo in ultima istanza lo sfruttamento dell'enorme fonte di energia che rappresenta; riconosce che la maggior parte degli ostacoli in questo ambito non sono tecnologici, bensì legali, amministrativi e finanziari, e che la trasformazione del mercato richiede tempo e dipenderà in larga misura dagli obiettivi a lungo termine accompagnati da obiettivi intermedi per il 2020, il 2030 e il 2040, per portare l'intero patrimonio edilizio a un livello di consumo energetico prossimo allo zero entro il 2050;
48. chiede alla Commissione di adoperarsi per sviluppare metodi e strumenti migliori di calcolo e di monitoraggio dei progressi che potrebbero contribuire a concepire un approccio più coerente e trasparente all'efficienza energetica, e di collaborare con gli Stati membri per superare gli ostacoli politici; constata che l'intensità energetica della produzione economica è in costante miglioramento da decenni, in primo luogo per motivi economici; ritiene che l'efficienza energetica possa anche fungere da importante motore per le scienze materiali e che occorra adoperarsi maggiormente per aiutare le industrie dell'UE a migliorare ancora di più la loro intensità energetica e la loro competitività (in particolare mediante l'auto-generazione di calore ed elettricità), il che contribuirà a ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni; chiede alla Commissione di valutare i progressi e l'evoluzione dell'efficienza energetica nell'UE rispetto ai suoi principali competitori mondiali, migliorare le proiezioni di energia alla luce di fattori specifici non economici dei miglioramenti dell'efficienza energetica e i benefici dei risparmi energetici nonché analizzare le condizioni favorevoli agli investimenti nell'efficienza energetica nel contesto della revisione degli orientamenti sugli aiuti di Stato; chiede alla Commissione di continuare a valutare con puntualità l'evoluzione dei risparmi energetici nell'UE in relazione all'attuazione della direttiva sull'efficienza energetica e alla sua prossima revisione;
49. osserva che l'ETS è attualmente il principale strumento di riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra prodotti dall'industria e dal settore energetico e, al contempo, promuove gli investimenti nelle tecnologie sostenibili in modo efficace in termini di costi ed economicamente efficiente; osserva pertanto che un miglioramento strutturale dell'ETS è necessario per aumentarne la capacità di rispondere in modo efficace e automatico alle fluttuazioni economiche, eliminando in tal modo la necessità di interventi di mercato ad hoc e ripristinando la fiducia degli investitori grazie a un sistema prevedibile e affidabile nel lungo termine; sollecita una riforma strutturale urgente dell'ETS, da proporre nel 2014, per risolvere i problemi dell'attuale disponibilità eccessiva di quote di emissioni e della mancanza di flessibilità del meccanismo; sottolinea che la riforma dell'ETS dovrebbe garantire che tale strumento continui a basarsi pienamente sul mercato;
50. ricorda alla Commissione che il Parlamento ha già sollecitato la presentazione, alla prima data utile, di provvedimenti legislativi diretti ad adeguare il requisito lineare di diminuzione annuale dell'1,74% onde soddisfare le condizioni dell'obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 per il 2050;
51. ritiene inoltre che la Commissione dovrebbe proporre l'obbligo di destinare i proventi delle aste alle tecnologie innovative e rispettose dell'ambiente; ritiene che le disposizioni relative ai settori e ai sotto-settori a rischio di rilocalizzazione delle emissioni debbano essere mantenute e potrebbero essere riviste alla luce di un accordo internazionale vincolante in materia di lotta ai cambiamenti climatici, in modo da garantire all'industria la maggior certezza possibile;
52. constata che l'UE necessita di un quadro politico globale per il 2030 che incoraggi gli investimenti nei settori non rientranti nel sistema ETS e la loro decarbonizzazione nel lungo termine, poiché sono responsabili del 60% delle emissioni di gas a effetto serra dell'UE; sottolinea che un considerevole potenziale di efficienza energetica rimane inutilizzato in settori specifici quali l'edilizia e i trasporti (il cui potenziale di efficienza energetica secondo le stime ammonta rispettivamente a 61% e a 41%); sottolinea che i settori non rientranti nell'ETS possono alleviare considerevolmente gli sforzi di riduzione delle emissioni dell'UE; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a procedere con un quadro ambizioso per i settori non rientranti nell'ETS all'orizzonte 2030, preservando al contempo la flessibilità di cui godono gli Stati membri nella definizione delle modalità per conseguire gli obiettivi di condivisione degli sforzi; riconosce che gli obiettivi per i settori non rientranti nell'ETS dovrebbero basarsi su una valutazione dal basso verso l'alto del potenziale di ciascun settore;
53. sottolinea che gli obiettivi per i settori non rientranti nell'ETS (condivisione degli sforzi) si pongono ambizioni piuttosto modeste rispetto ai settori ETS e che crediti molto contesi, per esempio per i gas industriali, sono ancora ammessi nel contesto della condivisione degli sforzi ma non nell'ETS;
54. chiede alla Commissione di presentare quanto prima una proposta per far sì che i crediti che non possono più essere utilizzati nell'ETS siano esclusi anche dalla condivisione degli sforzi e chiede agli Stati membri di impegnarsi immediatamente a seguire la stessa linea imposta all'industria;
55. chiede alla Commissione di proporre un quadro più ambizioso per i settori che non rientrano nel sistema ETS (condivisione degli sforzi);
56. sottolinea che l'impatto del metano (CH4) sul riscaldamento globale non è stato considerato in misura sufficiente visto che il suo potenziale di riscaldamento globale (GWP) è 80 volte superiore a quello del CO2 su un periodo di 15 anni e 49 volte superiore su un periodo di 40 anni; invita la Commissione a esaminare l'impatto del metano con maggiore attenzione in relazione alle politiche di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, a valutare le possibilità e a proporre un piano di riduzione delle emissioni di CH4 adatto alle situazioni particolari di alcuni settori e Stati membri;
57. invita la Commissione a presentare un programma specifico per i trasporti, dal momento che il settore in questione è responsabile di circa un quarto delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo energetico dell'UE, il che lo rende il secondo settore per emissioni di gas serra dopo il settore della produzione energetica;
58. ritiene che i biocarburanti avanzati abbiano un ruolo importante nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nel settore dei trasporti, aumentando al contempo la sicurezza energetica e contribuendo alla crescita e all'occupazione;
59. rileva l'importanza della contabilità totale del carbonio a norma della direttiva relativa alla qualità dei carburanti al fine di ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei combustibili per il trasporto; sottolinea che la direttiva sulla qualità dei carburanti può svolgere un ruolo importante nella promozione di biocarburanti sostenibili nel quadro per le politiche del clima e dell'energia all'orizzonte 2030; esprime, quindi, rammarico per la mancanza di volontà da parte della Commissione di garantire la prosecuzione della direttiva sulla qualità dei carburanti dopo il 2020;
60. invita la Commissione a definire una serie di indicatori per valutare i progressi compiuti da specifici settori non rientranti nell'ETS, specialmente riguardo alle prestazioni di sostenibilità degli edifici;
61. ritiene che la cogenerazione nonché il teleriscaldamento e il teleraffreddamento efficienti abbiano un ruolo importante ai fini dell'aumento dell'efficienza energetica, dell'ottimizzazione dell'uso delle fonti rinnovabili di energia per la produzione di calore o elettricità e del miglioramento della qualità dell'aria a livello locale, sia adesso che in futuro; invita l'UE a considerare la piena integrazione del settore del riscaldamento e del raffreddamento nel percorso verso un sistema energetico sostenibile; osserva che tale settore è attualmente responsabile del 45% del consumo finale di energia nell'UE; invita pertanto la Commissione a raccogliere i dati necessari sulle fonti e sugli usi del riscaldamento e del raffreddamento e sulla distribuzione di calore ai diversi gruppi di consumatori finali (per esempio, residenziali, industriali, del terziario); invita la Commissione e gli Stati membri, inoltre, a sostenere le soluzioni prontamente disponibili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento efficienti;
62. sottolinea le significative potenzialità dei sistemi di teleriscaldamento e teleraffreddamento per migliorare l'efficienza energetica, riciclando il calore ottenuto dalla produzione di energia elettrica negli impianti di cogenerazione, negli impianti di incenerimento dei rifiuti e nei processi energetici industriali, che diversamente andrebbe perduto; osserva inoltre che ciò rappresenta una soluzione integrata per le aree urbane che consentirà all'UE di ridurre la sua dipendenza dalle importazioni energetiche e di mantenere il costo del riscaldamento e del raffreddamento a un livello accessibile per i cittadini;
63. invita la Commissione e gli Stati membri a esaminare il rimanente potenziale delle fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento e a verificare la possibilità di sinergie tra un maggiore consumo di rinnovabili e l'attuazione della direttiva sull'efficienza energetica e di quella sull'edilizia;
64. constata che, essendo i centri dati nell'UE responsabili dell'1,5% dei consumi totali di elettricità e i consumatori sempre più consapevoli dell'impronta ecologica delle tecnologie informatiche e dei servizi cloud che utilizzano, il settore delle TIC, importante consumatore di elettricità, ha un enorme potenziale di risparmio energetico e può diventare un modello di comportamento per l'efficienza energetica e la promozione delle fonti energetiche rinnovabili;
Coerenza degli strumenti politici
65. ribadisce che un quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030 deve realizzare i propri obiettivi nel modo più efficace possibile in termini di costi; ritiene che tale obiettivo possa essere conseguito inviando chiari segnali di investimento ed evitando la sovracompensazione, l'eccessiva complessità e gli oneri regolamentari per l'industria; ritiene che il quadro dovrebbe quindi concedere agli Stati membri flessibilità e libertà entro i limiti da esso stabiliti e garantire la stabilità e la chiarezza per le decisioni sugli investimenti; sollecita gli Stati membri a rispettare integralmente il quadro dell'UE;
66. sottolinea l'importanza di un coordinamento rafforzato nell'affrontare le numerose sfide in ambito climatico ed energetico, nel creare un mercato trasparente dell'energia nell'UE e nel procedere a scambi di migliori prassi sulle questioni energetiche a livello di UE, onde migliorare l'efficienza e la coerenza delle misure nazionali; ritiene che il quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030 debba includere disposizioni che impongano agli Stati membri l'obbligo di discutere con i paesi vicini qualsiasi piano preposto ad apportare modifiche significative al proprio approvvigionamento di energia;
67. ricorda che un quadro politico e normativo chiaro, congruo e coerente, basato su un approccio olistico, è fondamentale per potenziare l'economia, creare crescita, garantire prezzi dell'energia stabili e accessibili e concorrere a stimolare i necessari investimenti nelle opzioni "senza rimpianti" (efficienza energetica, energie rinnovabili e infrastrutture intelligenti), come indicato nella tabella di marcia per l'energia 2050 della Commissione, in maniera sostenibile ed efficace in termini di costi; osserva che la mancata coerenza tra gli obiettivi per il 2020 ha contribuito all'attuale calo del prezzo del carbonio;
68. sottolinea che, in un'ottica di investimenti ecologici a lungo termine, è fondamentale che l'industria possa contare sulla certezza normativa nel medio e lungo termine e sollecita obiettivi ambiziosi e vincolanti riguardanti le emissioni di gas a effetto serra, le energie rinnovabili e l'efficienza energetica;
69. sottolinea che l'approccio post-2020 più coerente consiste nel fissare un obiettivo di riduzione dei gas a effetto serra nell'UE all'orizzonte 2030 tenendo conto delle riduzioni delle emissioni derivanti dagli obiettivi UE 2030 per l'efficienza energetica e l'energia rinnovabile; rileva che un cosiddetto "approccio a pacchetto" che includa gli obiettivi di efficienza energetica, energie rinnovabili e riduzione dei gas a effetto serra, definito in conformità dell'attuale potenziale di risparmio energetico efficace in termini di costi, permetterebbe all'UE di realizzare i suoi obiettivi di competitività, sicurezza energetica e decarbonizzazione a un prezzo inferiore del CO2 e con oneri meno gravosi per l'industria rispetto a quanto avverrebbe se fissasse solo un obiettivo di riduzione dei gas a effetto serra;
70. constata che l'Unione ha proposto un processo di revisione internazionale per valutare gli impegni preliminari prima della conclusione dell'accordo 2015 sul clima; invita pertanto il Consiglio a concordare un processo di revisione accompagnato da un calendario chiaro per garantire che l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dell'Unione e altri obiettivi collegati siano rivisti e, all'occorrenza, corretti;
71. sottolinea la necessità di un'analisi globale degli strumenti e degli obiettivi e della loro coerenza per garantire il corretto funzionamento del mercato interno; sottolinea che l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra deve essere sufficientemente ambizioso da fornire ulteriori incentivi, oltre a quelli che si ottengono attraverso gli obiettivi di efficienza energetica e di energie rinnovabili e deve essere in linea con i livelli di riduzione ritenuti scientificamente necessari per evitare cambiamenti climatici pericolosi;
72. chiede alla Commissione di esaminare le interazioni tra gli obiettivi climatici e quelli energetici al fine di elaborare le politiche più efficaci a livello di UE, evitando in tal modo i problemi che sorgono quando obiettivi e misure non sono fissati in modo coerente, prendendo in considerazione non soltanto il PIL nazionale ma anche la capacità e il potenziale di ciascuno Stato membro di ottenere riduzioni delle emissioni in modo efficace in termini di costi; ribadisce che il miglioramento dell'efficienza energetica in settori non rientranti nell'ETS, quali l'edilizia e i trasporti, apporterebbe un contributo significativo alle riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra e renderebbe possibile ridurre gli sforzi di decarbonizzazione assunti da altri settori;
73. chiede alla Commissione di potenziare l'efficienza e l'efficacia in termini di costi dell'approccio con tre obiettivi attraverso politiche coordinate e coerenti che trarrebbero un vantaggio reale dalle interazioni esistenti tra tali obiettivi;
74. constata che la discussione degli obiettivi 2030 dovrebbe basarsi su una rigorosa analisi economica del loro impatto potenziale, ripartito per paese e per settore; chiede alla Commissione di pubblicare tutti i dati e le analisi disponibili in materia per determinare se l'onere a carico degli Stati membri non sia stato equamente ripartito;
75. ritiene che gli Stati membri e le regioni debbano essere incoraggiati a rafforzare la loro cooperazione, così da ottimizzare la ricerca, lo sviluppo, gli sforzi di innovazione e l'efficienza dell'incremento delle energie rinnovabili, specialmente l'energia eolica offshore; si rammarica che ad oggi i meccanismi di cooperazione introdotti dalla direttiva sulle fonti rinnovabili di energia del 2009 siano stati a malapena utilizzati e chiede un loro maggiore utilizzo; prende atto delle conclusioni della Commissione secondo cui un uso migliore del margine effettivo di cooperazione potrebbe apportare notevoli benefici, ad esempio promuovere il commercio; sottolinea che l'integrazione regionale svolge un ruolo di primissimo piano nella diffusione delle fonti rinnovabili di energia efficace in termini di costi; ritiene in tale contesto che la Commissione abbia un importante ruolo da svolgere nel coordinamento, nel sostegno finanziario e nella preparazione di appropriate analisi sulle risorse energetiche rinnovabili e sul potenziale di ciascuno Stato membro, quale forza motrice per una graduale convergenza delle politiche in materia di fonti rinnovabili;
76. evidenzia che l'UE deve tenere fede all'impegno assunto di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra attraverso politiche che impediscano lo sviluppo dei combustibili fossili non convenzionali ad alta intensità di gas a effetto serra, come le sabbie bituminose;
77. invita la Commissione a presentare un'analisi sulle modalità per sviluppare le varie fonti energetiche, comprese quelle rinnovabili, in modo più sostenibile ed efficace in termini di costi, tenendo conto dell'impatto ambientale, dei costi totali del sistema, degli aspetti connessi alla dipendenza dalle materie prime (in particolare le terre rare, di cui in Europa c'è penuria), dell'efficienza e del ciclo di vita delle risorse;
78. invita la Commissione a presentare un'analisi delle modalità per integrare le fonti rinnovabili flessibili con le fonti rinnovabili stabili di energia, come l'energia idroelettrica (in particolare gli impianti di accumulo mediante pompaggio), le biomasse sostenibili e l'energia geotermica, oltre ai combustibili fossili; chiede alla Commissione di proporre criteri di sostenibilità per le biomasse solide e gassose, prendendo in considerazione le emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita, per limitare le inefficienze nell'uso delle fonti di biomassa;
79. evidenzia il ruolo importante dell'efficienza energetica nel conseguimento degli obiettivi climatici ed energetici dell'UE; esorta la Commissione e gli Stati membri a integrare efficacemente gli obiettivi di efficienza delle risorse in tutti gli altri ambiti politici principali, procedere a uno scambio delle migliori prassi e ridurre gradualmente le sovvenzioni che determinano un impiego inefficiente delle risorse;
80. esorta la Commissione a creare una banca dati on line facilmente accessibile in cui siano raccolte le migliori prassi per l'efficienza delle risorse;
81. ricorda che la trasposizione e l'attuazione puntuali degli atti legislativi dell'UE, specialmente nei settori dell'ambiente e dell'energia, costituiscono sia un obbligo che una necessità onde evitare frammentazioni del mercato;
82. chiede alla Commissione di valutare l'evoluzione dei risparmi energetici nell'UE;
83. rileva che gli obiettivi nazionali indicativi di efficienza pubblicati nel 2013 a norma della direttiva sull'efficienza energetica del 2012 non ammontano evidentemente al livello concordato del 20% cui ambisce l'UE; insiste affinché la Commissione non indugi ulteriormente nel proporre nuove politiche e misure, tra cui un obiettivo vincolante di efficienza energetica per il 2020, e integri un tale obiettivo nella sua imminente comunicazione sul quadro all'orizzonte 2030, per garantire coerenza tra gli obiettivi;
84. sottolinea l'importanza delle iniziative locali e regionali sul clima e l'energia, poiché possono contribuire in misura rilevante agli sforzi nazionali di mitigazione e all'ulteriore sviluppo della generazione decentrata di energia; raccomanda alla Commissione di sostenere tali iniziative, in particolare mediante lo sviluppo mirato dei programmi di finanziamento esistenti nel settore del clima e dell'energia; incoraggia la Commissione e gli Stati membri a rimuovere gli ostacoli che impediscono alle autorità locali e regionali di ottenere risultati nel conseguimento degli obiettivi climatici ed energetici dell'UE;
85. constata che l'attuale quadro dell'UE per l'energia e il clima non rispecchia le differenze relative al consumo di energia tra le città e le aree rurali esterne alla rete; fa notare che alcune sfide energetiche sono più pronunciate nelle aree rurali (efficienza energetica e accessibilità economica dell'energia scarse, alta impronta del carbonio dei combustibili solidi e liquidi per il riscaldamento);
86. invita la Commissione a presentare una strategia energetica rurale nell'ambito del quadro delle politiche per l'energia e il clima all'orizzonte 2030, onde esaminare alcune delle sfide specifiche che i consumatori di energia esterni alla rete devono affrontare, e a elaborare una serie di raccomandazioni politiche per gli Stati membri;
87. ritiene che il quadro per le politiche del clima e dell'energia all'orizzonte 2030 dovrebbe comprendere gli strumenti disponibili nell'ambito della politica regionale dell'UE per conseguire gli obiettivi 2030, compreso un uso migliore dei Fondi strutturali e di investimento europei per lo sviluppo di progetti di produzione decentrata di energia rinnovabile, progetti per combustibili puliti nella aree rurali e urbane e progetti di efficienza energetica;
Sicurezza energetica
88. sottolinea che la sicurezza dell'approvvigionamento energetico è fondamentale per i cittadini e le imprese dell'UE; sottolinea l'importanza del quadro per le politiche del clima e dell'energia all'orizzonte 2030 che affronta la necessità di una maggiore sicurezza energetica, di sostenibilità ambientale, di competitività economica e industriale nell'UE, di prezzi dell'energia accessibili a tutti gli europei, di una maggiore resilienza alle crisi energetiche globali nonché di creazione di posti di lavoro, parallelamente agli aspetti sociali, mediante misure quali la diversificazione delle rotte di approvvigionamento energetico, dei fornitori e delle fonti;
89. sottolinea la necessità di garantire la sicurezza e l'eventuale autosufficienza energetica dell'UE, primariamente attraverso la promozione dell'efficienza e del risparmio energetici e delle energie rinnovabili che, insieme ad altre fonti alternative di energia, riducono la dipendenza dalle importazioni; rileva il crescente interesse per lo sfruttamento di giacimenti di petrolio e di gas nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero; ritiene che, nel contesto della politica dell'UE in materia di perforazioni di petrolio e gas in mare, occorra porre l'accento sulla prevenzione dei potenziali fattori di rischio e sulla delimitazione delle zone economiche esclusive degli Stati membri interessati e dei pertinenti paesi terzi in conformità della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, firmata da tutti gli Stati membri e dall'UE in quanto tale;
90. sottolinea che, ai fini della sicurezza dell'approvvigionamento, gli Stati membri possono scegliere il loro mix energetico e sfruttare le fonti energetiche proprie, a condizione che rispettino gli obiettivi climatici ed energetici a lungo termine dell'UE e garantiscano pratiche sicure, sostenibili a livello ambientale e accettabili socialmente, anche nel contesto delle attività di esplorazione ed estrazione, tenendo nel contempo in considerazione i possibili effetti nocivi transfrontalieri;
91. sottolinea che, mentre l'UE persegue il suo obiettivo di sicurezza energetica, una delle priorità è sviluppare un modello di cooperazione tra gli Stati membri, garantendo il rapido completamento del mercato interno dell'energia dell'UE, incluse in particolare la costruzione di interconnettori e l'eliminazione delle barriere transfrontaliere; ritiene altresì che il completamento e la modernizzazione dell'infrastruttura dell'UE collegando i quattro punti cardinali consentirà all'UE di sfruttare al meglio i vantaggi comparativi di ogni Stato membro e chiede un ulteriore sostegno efficiente e sostenibile alla produzione di energia decentrata, su microscala e della comunità e alle infrastrutture energetiche intelligenti a livello di distribuzione, come pure programmi di stoccaggio e di gestione della domanda per raggiungere un equilibrio locale tra offerta e domanda in tutti gli Stati membri; sottolinea la necessità di un ulteriore sviluppo dei mercati macroregionali dell'elettricità nell'UE, come i mercati Nord Pool e quello centro-occidentale; sottolinea, pertanto, la necessità di un forte coordinamento tra le politiche degli Stati membri e di un'azione congiunta, di solidarietà e di trasparenza, dal momento che le decisioni di politica energetica nazionale possono incidere sugli altri Stati membri; suggerisce che sarebbe opportuno determinare se e in quale modo potrebbero essere messe a frutto le competenze e le infrastrutture dell'Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia onde espletare i suddetti compiti, e in quale modo possa essere garantita una migliore cooperazione tra gli operatori dei sistemi di trasmissione;
92. invita la Commissione a includere una valutazione d'impatto ambientale obbligatoria, sia per l'esplorazione che per l'estrazione di gas di scisto, nella sua proposta legislativa concernente la fratturazione idraulica; sottolinea inoltre l'insufficienza di dati sulle sostanze chimiche utilizzate nel processo di fratturazione idraulica; chiede pertanto alla Commissione, in sede di presentazione di tale proposta, di garantire la trasparenza di tutti i dati su tali sostanze chimiche così da garantire il più elevato livello possibile di salute pubblica e protezione dell'ambiente;
93. è del parere che la tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) possa svolgere un ruolo importante nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (come riconosciuto nella tabella di marcia verso un'economia a basse emissioni di carbonio e nella tabella di marcia per l'energia nel 2050 della Commissione), almeno per un periodo transitorio, in particolare per le industrie ad alta intensità energetica; osserva tuttavia la mancanza di investimenti pubblici e privati in questo settore; invita la Commissione ad analizzare la strada migliore da seguire nello sviluppo delle tecnologie CCS nell'UE e a proporre le misure adeguate nell'ambito del quadro all'orizzonte 2030 al fine di mobilitare le parti interessate e i necessari finanziamenti; sottolinea che sia le fonti rinnovabili che le tecnologie CCS possono contribuire al futuro mix energetico dell'UE e che non si dovrebbe ritenere che le une escludano le altre; chiede inoltre alla Commissione di intensificare gli scambi di migliori pratiche e informazioni con gli Stati Uniti e il Canada sulla tecnologia CCS;
94. sottolinea che il gas svolgerà un ruolo importante nella trasformazione del sistema energetico dell'UE e riconosce il potenziale del gas naturale per garantire la flessibilità del sistema di approvvigionamento energetico nel breve e medio termine; ritiene che un quadro politico e normativo coerente non debba disincentivare il passaggio dalla generazione di elettricità ad alta intensità di carbonio al gas naturale; invita la Commissione e gli Stati membri, per quanto riguarda il mercato interno del gas, a rivedere tutti i contratti sul gas basati su meccanismi di fissazione del prezzo obsoleti, compreso l'indice del petrolio greggio, ed esorta la Commissione a partecipare alla valutazione della possibilità di rinegoziare tali contratti e di rafforzare la capacità di scambio del gas a breve termine; sottolinea i recenti sviluppi nel mercato mondiale dell'energia e ricorda l'importante contributo che il gas naturale liquefatto può apportare all'approvvigionamento energetico dell'UE grazie al suo impatto sul mercato interno dell'energia, agli aspetti geopolitici dell'energia nei paesi vicini dell'UE e alle relazioni con i tradizionali paesi fornitori;
95. sottolinea le grandi potenzialità dell'energia eolica offshore nel Mare del Nord; sottolinea altresì l'importanza della rete offshore del Mare del Nord per consentirvi una diffusione delle rinnovabili efficace in termini di costi; riconosce, in tal senso, l'importanza dell'iniziativa della rete offshore dei paesi del Mare del Nord e chiede agli Stati membri interessati e alla Commissione di conferire a tale iniziativa maggiore rilevanza e sostegno;
96. sottolinea che la silvicoltura attiva, favorendo la crescita boschiva e di conseguenza l'assorbimento di anidride carbonica, è uno strumento importante ed efficace in termini di costi per contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici; osserva che ogni metro cubico aggiuntivo di foresta prodotto mediante la coltivazione attiva assorbe all'incirca 1,3 tonnellate di anidride carbonica; invita la Commissione e gli Stati membri a prevedere incentivi per i proprietari di foreste onde contribuire attivamente all'aumento dei vantaggi climatici, ad esempio prestando particolare attenzione alle misure regionali che aumentano la produzione forestale duratura e l'assorbimento di anidride carbonica;
97. concorda con la Commissione sul fatto che un intervento a livello europeo possa contribuire a ridurre gli interventi statali a tutti i livelli, riducendo in tal modo il rischio di frammentazione del mercato; invita pertanto la Commissione a continuare il processo di disaggregazione e la creazione di un sistema ottimale per l'elettricità; invita gli Stati membri ad attuare tempestivamente e integralmente il terzo pacchetto legislativo sul mercato interno dell'energia per eliminare tutti gli ostacoli che ancora si frappongono al completamento del mercato unico; sottolinea l'importanza di eliminare le restanti strozzature infrastrutturali, i casi di fallimento del mercato e la distorsione o l'abuso di posizione dominante, di far fronte alla mancanza di trasparenza e di garantire che non siano creati nuovi ostacoli all'integrazione del mercato dell'elettricità e del gas, come mercati di capacità con un assetto non soddisfacente che sono discriminatori per alcuni tipi di risorse di bilanciamento; chiede alla Commissione di tener conto dell'assetto del mercato nelle sue proposte all'orizzonte 2030 onde migliorare il commercio di energia elettrica e sviluppare mercati trasparenti di bilanciamento e di servizi di sostegno alla rete; sottolinea che la graduale eliminazione nell'UE dei prezzi regolamentati per il consumatore finale, che sono inferiori ai costi sostenuti, dovrebbe tenere conto degli interessi legittimi dei consumatori vulnerabili, che non sono sempre in condizione di trarre beneficio dalla reale concorrenza sui mercati dell'energia;
98. sottolinea che i consumatori finali di energia – siano essi singoli, PMI o industria – sono al centro del mercato interno dell'energia, dovrebbero beneficiare di costi e prezzi energetici il più bassi possibile e trasparenti e dovrebbero essere accuratamente informati e consigliati mediante informazioni facilmente accessibili, per promuovere consumi energetici responsabili, e che il problema della loro esposizione a prezzi energetici in aumento e sempre più volatili dovrebbe essere affrontato; osserva l'importanza di facilitare la creazione e la gestione di iniziative dei cittadini, anche attraverso le cooperative;
99. sottolinea la necessità di affrontare nel nuovo quadro le conseguenze dell'aumento dei prezzi energetici e della crisi economica per quanto concerne un prezzo accessibile dell'energia e un'equa condivisione degli oneri finanziari per i consumatori finali (nuclei familiari e imprese); chiede, in particolare, misure per prevenire la perdita di posti di lavoro nei settori industriali europei colpiti negativamente e con elevati livelli di consumo energetico, che figurano tra i più ecologici al mondo nei loro settori; riconosce che i risparmi energetici efficienti in termini di costi possono comportare una riduzione delle bollette energetiche tanto per i nuclei familiari quanto per le imprese; sottolinea che l'attuazione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia può generare nuovi posti di lavoro nelle attività di adeguamento retroattivo degli edifici esistenti, onde garantire benefici continui; esorta gli Stati membri ad avvalersi dei fondi dell'UE disponibili a tal fine;
100. invita la Commissione e gli Stati membri a prestare maggiore attenzione all'accessibilità economica dell'energia e alla penuria di combustibili/energia; ritiene che un quadro politico coerente, comprensivo di adeguate misure di politica sociale, sia necessario per affrontare tali questioni e invita la Commissione a promuovere lo scambio di migliori prassi in tale ambito e a lavorare con gli Stati membri per sviluppare indicatori e parametri di riferimento per individuare e confrontare la penuria energetica attuale e potenziale; riconosce che la penuria energetica è ostacolata a livello strutturale dalle misure di efficienza energetica; constata che l'energia è un servizio essenziale disciplinato dal protocollo n. 26 sui servizi di interesse generale allegato al trattato di Lisbona; sottolinea che i costi della politica energetica dovrebbero essere recuperati con la massima equità possibile, tenendo conto in particolare delle famiglie a basso reddito e vulnerabili, che sono quelle che maggiormente risentono di prezzi elevati dell'energia; è del parere che occorra promuovere il coinvolgimento dei consumatori; sottolinea che il potenziamento dei mercati e delle infrastrutture debba rispondere alle esigenze dei cittadini e che debbano essere garantite la trasparenza e la responsabilità degli investimenti effettuati;
101. osserva che, al fine di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, sono necessarie risorse flessibili e affidabili, sufficienti a garantire la capacità necessaria nei periodi di picco della domanda e nei periodi caratterizzati da difficoltà politiche, economiche o tecnologiche, e ritiene che tale capacità possa essere garantita mediante riserve flessibili, gestione della domanda, scambi transfrontalieri e interconnessioni nonché un uso più efficiente delle capacità eccedentarie esistenti; sottolinea la necessità di stoccaggio dell'energia e di reti più dinamiche e flessibili, in considerazione dell'offerta crescente di fonti rinnovabili variabili; invita pertanto la Commissione a elaborare orientamenti relativi all'uso e alla diffusione di tutte le fonti flessibili;
102. osserva che alcuni Stati membri (congiuntamente a certe regioni insulari e ultraperiferiche), essendo isole energetiche o aree relativamente poco integrate nel mercato interno dell'energia, sono ancora ampiamente isolati dalle reti europee del gas e dell'elettricità, spesso continuano a dipendere da un unico fornitore esterno all'UE (situazione ancor più precaria nel caso di regimi politicamente instabili o non democratici) e pagano prezzi più elevati per l'energia, il che pregiudica la loro competitività e il loro sviluppo economico e sociale e li rende vulnerabili alle pressioni politiche ed economiche esterne; sottolinea che, in assenza di consistenti investimenti infrastrutturali, l'impegno del Consiglio europeo mirante a garantire che nessuno Stato membro rimanga isolato dalle reti dell'UE dopo il 2015 difficilmente potrà essere mantenuto per detti Stati membri; è favorevole, in tale contesto, alla rapida attuazione dell'elenco di progetti di interesse comune pubblicato nell'ottobre 2013;
103. constata che l'integrazione fisica dell'infrastruttura energetica tra gli Stati membri dell'UE è una condizione indispensabile per il corretto funzionamento dei mercati dell'energia e per la condivisione transfrontaliera dell'elettricità; ricorda a tale proposito le conclusioni del Consiglio europeo di Barcellona del 2002 che hanno fissato un obiettivo non vincolante di interconnessione elettrica del 10% della capacità di produzione nazionale installata, da conseguire entro il 2005; sottolinea che la maggior parte degli Stati membri non ha ancora raggiunto tale obiettivo; invita quindi la Commissione a stabilire obiettivi vincolanti per la capacità minima di trasmissione transfrontaliera e a proporre un possibile nuovo modello e nuovi impegni di integrazione fisica dell'infrastruttura elettrica tra gli Stati membri, con un chiaro calendario di attuazione; ritiene che gli scambi transfrontalieri ne risulterebbero avvantaggiati;
104. riconosce che l'estensione delle regole del mercato interno dell'energia all'Europa sudorientale e orientale è indispensabile per la sicurezza energetica dell'UE, e chiede pertanto agli Stati membri e alla Commissione di mantenere il sostegno politico e finanziario alla Comunità dell'energia;
105. chiede alla Commissione di esaminare il potenziale dello stoccaggio di energia nell'UE e le diverse tecnologie possibili in questo settore, specialmente per quanto riguarda il calore e l'elettricità, al fine di sostenere un approccio più integrato all'offerta e alla domanda di energia; osserva che le attività di ricerca, sviluppo e innovazione nel settore delle tecnologie e delle applicazioni di stoccaggio, come i veicoli elettrici, possono svolgere un ruolo importante nello stoccaggio dell'energia elettrica eccedentaria prodotta da fonti rinnovabili e nel bilanciamento delle reti energetiche; chiede alla Commissione pertanto di sfruttare pienamente le possibilità di finanziamento esistenti per la ricerca in tale ambito;
106. sottolinea l'importanza di allineare il ritmo degli investimenti nelle infrastrutture energetiche con quello degli investimenti nelle fonti di energia; sottolinea che la modernizzazione dell'infrastruttura energetica esistente e la costruzione di nuove infrastrutture intelligenti e flessibili a tutti i livelli della rete per la generazione, la trasmissione (specialmente mediante gli interconnettori transfrontalieri di gas ed elettricità), la distribuzione e lo stoccaggio dell'energia, sia per il calore che per l'elettricità, sono essenziali per un mercato energetico stabile, ben integrato e adeguatamente connesso che conti su fonti di approvvigionamento diversificate e nel quale siano evitati eventuali effetti negativi come i flussi di energia non programmati; sottolinea la necessità di investimenti su larga scala parallelamente agli investimenti nelle reti regionali o finanche locali; sottolinea che gli investimenti nelle infrastrutture miranti a conseguire tali obiettivi dovrebbero ricevere il sostegno dell'UE in ogni fase di attuazione, conformemente ai nuovi orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee, e dovrebbero essere sostenuti dal meccanismo per collegare l'Europa, che si prefigge di accelerare gli investimenti nel settore delle reti transeuropee di importanza transeuropea e di mobilitare i finanziamenti pubblici e privati; sottolinea la necessità di sostenere regimi coerenti, efficienti e meglio coordinati per la concessione delle autorizzazioni relative agli investimenti infrastrutturali nell'UE; osserva che nell'ambito dell'uso delle tecnologie intelligenti è necessario prendere in considerazione anche le questioni relative alla protezione dei dati;
107. sottolinea che la promozione della microgenerazione sarà un elemento fondamentale nell'aumento della quota delle fonti rinnovabili di energia; sottolinea il ruolo delle iniziative a partecipazione locale, comprese le cooperative, in tutte le fasi della catena dell'energia (produzione, consumo e vendita al dettaglio); osserva a tale proposito che un approvvigionamento decentralizzato di energie rinnovabili può contribuire ad alleviare i problemi delle reti di elettricità e a ridurre la necessità di costruire nuove linee di trasmissione e quindi anche i costi associati, dato che le tecnologie decentralizzate sono molto più vicine ai consumatori finali; prende quindi atto della crescente necessità di investire nel livello della distribuzione;
Rafforzare la competitività dell'economia dell'UE
108. ritiene che un mercato interno completo, aperto e trasparente, in cui tutte le imprese dell'UE e dei paesi terzi rispettino l'acquis dell'UE, in particolare in materia di energia e ambiente, possa garantire condizioni di parità tra i fornitori di energia dell'UE e i produttori di energia dei paesi terzi e rafforzare la loro posizione negoziale; sottolinea la necessità di un migliore coordinamento della politica energetica esterna;
109. sottolinea che il modo migliore per assicurare prezzi competitivi è formare i prezzi nel settore dell'energia in base al mercato, inclusa l'internalizzazione dei costi esterni (ma esclusa la formazione dei prezzi sui mercati terzi);
110. sottolinea la necessità di un dialogo con i paesi terzi circa l'applicazione dei principi sanciti dall'UE relativi alla protezione dell'ambiente, all'uso di tecnologie verdi e al mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente;
111. ritiene che un quadro chiaro all'orizzonte 2030 che fissi obiettivi vincolanti per le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica stimolerà gli investimenti nelle tecnologie innovative, incentiverà le attività di R&S e mobiliterà gli investimenti privati, aspetti che, congiuntamente al sostegno pubblico, imprimeranno il tanto necessario impulso economico per promuovere l'economia in senso ampio, portando a un aumento della competitività, della crescita e dei lavori di alta qualità, che non possono essere rilocalizzati al di fuori dell'Unione; ritiene che l'aumento di tali investimenti comporterà una riduzione dei costi di produzione per l'industria europea, grazie a una maggiore efficienza in termini di energia e risorse, e della vulnerabilità alle fluttuazioni dei prezzi energetici a livello mondiale, così come la creazione di condizioni più stabili per gli investimenti; invita la Commissione, nel quadro del Semestre europeo, a sottolineare maggiormente il potenziale occupazionale dei settori dell'energia sostenibile in ciascuno Stato membro e nell'Unione nel suo complesso;
112. sottolinea che l'introduzione di obiettivi vincolanti per le emissioni di gas a effetto serra, per le energie rinnovabili e per l'efficienza energetica stimolerà investimenti tempestivi nelle tecnologie sostenibili, creando così occupazione e crescita e fornendo al contempo un vantaggio concorrenziale internazionale all'industria europea;
113. chiede alla Commissione di attuare gli interventi chiave previsti in materia di occupazione per un'economia a basso tenore di carbonio e di promuovere un uso maggiore degli strumenti finanziari dell'UE a disposizione di Stati membri, regioni ed enti locali nonché settore privato per investimenti intelligenti nelle tecnologie sostenibili, per esempio collaborando con la Banca europea degli investimenti (BEI) affinché aumenti ulteriormente la sua capacità di prestito nell'ambito dell'efficienza nell'impiego delle risorse e delle energie rinnovabili;
114. sottolinea che, nel prossimo decennio, il fabbisogno di investimenti nel settore dell'energia elettrica assumerà dimensioni significative in ragione della prossima sostituzione delle centrali elettriche esistenti e della modernizzazione delle reti; insiste sul fatto che le misure di risparmio ed efficienza energetici svolgeranno un ruolo fondamentale nella riduzione dei costi e nel garantire prezzi dell'elettricità il più bassi possibile per i consumatori; sottolinea che il settore dell'edilizia è responsabile del 40% del consumo lordo di energia dell'UE e che, secondo l'AIE, l'80% del potenziale di efficienza energetica di tale settore resta inutilizzato, così come più del 50% del potenziale del settore industriale; ritiene che in tale ambito esista un grande potenziale di riduzione delle bollette energetiche;
115. esorta la Commissione, e in particolare la DG Concorrenza, nella sua revisione degli orientamenti in materia di aiuti di Stato per la tutela ambientale, a introdurre condizioni favorevoli agli investimenti nell'efficienza energetica, incluso il settore dell'industria;
116. invita la Commissione a lanciare uno studio che esamini nuovi assetti del mercato dell'energia che siano efficienti in termini di costi al fine di garantire prezzi dell'energia il più bassi possibile per industria e consumatori e i migliori utili degli investimenti, grazie all'integrazione di una quota maggiore di fonti rinnovabili variabili e alla prevenzione della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio; chiede pertanto alla Commissione di presentare quanto prima una valutazione supplementare e raccomandazioni sulle azioni aggiuntive da intraprendere per coordinare meglio le politiche climatiche, ambientali e industriali e prevenire il rischio di una rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, specialmente nei settori ad alta intensità energetica, dovuto al trasferimento degli impianti produttivi al di fuori dell'UE, tenendo conto nel contempo del contesto internazionale;
117. sottolinea che i prezzi dell'energia per i consumatori e l'industria rappresentano un elemento importante, rispettivamente, del bilancio delle famiglie e dei costi di produzione; è del parere che gli obiettivi climatici dell'UE dovrebbero aumentare la competitività e la sicurezza dell'approvvigionamento energetico; chiede pertanto che qualsiasi nuovo strumento politico relativo a tali obiettivi climatici sia sottoposto a una valutazione d'impatto obbligatoria ed esaustiva che ne esamini gli effetti sulla competitività dell'UE e degli Stati membri; esorta la Commissione e gli Stati membri a integrare per quanto possibile la competitività industriale dell'UE nelle altre aree politiche e sostiene la proposta della Commissione di aumentare la quota del PIL dell'UE prodotta dall'industria al 20%;
118. riconosce che il settore europeo delle energie rinnovabili è importante ai fini della crescita economica e del mantenimento di posti di lavoro di alta qualità e ad alta tecnologia e funge anche da sostegno ad altri settori, come ad esempio quello dei metalli, le attrezzature elettriche ed elettroniche, le tecnologie dell'informazione, l'edilizia, i trasporti e i servizi finanziari; esorta la Commissione a elaborare una strategia di politica industriale per le tecnologie delle energie rinnovabili che copra l'intero processo dalla ricerca e dallo sviluppo fino alla fase di finanziamento;
119. sottolinea il rischio di una fuga dall'Europa degli investimenti nelle tecnologie sostenibili a causa, tra le altre cose, delle ambizioni incerte dell'UE sulla decarbonizzazione; ricorda che recenti prove dimostrano che, sebbene l'UE continui a mantenere un primato marginale nella corsa mondiale alle tecnologie pulite, gli Stati Uniti e la Cina stanno rapidamente colmando il divario; constata, in tal senso, che il numero di brevetti per le tecnologie sostenibili depositati nell'UE è diminuito rispetto al 1999, passando da quasi la metà dei brevetti registrati nel mondo all'attuale un terzo; chiede pertanto alla Commissione e agli Stati membri di incrementare il loro sostegno alle tecnologie e ai servizi sostenibili; è del parere che i proventi delle vendite dei certificati ETS dovrebbero essere riservati agli investimenti nell'innovazione nel settore delle tecnologie sostenibili;
120. rileva che i principali concorrenti dell'UE sul mercato globale conferiscono grande importanza agli sviluppi tecnologici, all'innovazione e al miglioramento dei processi industriali; constata altresì che le economie di alcuni di loro crescono più velocemente rispetto all'UE; conclude che l'UE debba assegnare priorità alle attività di R&S (compreso lo sviluppo di partenariati scientifici e tecnologici con i partner internazionali), all'innovazione (in particolare nella creazione di un valore aggiunto europeo nello sviluppo e nella produzione interni di tecnologie sostenibili) e al miglioramento della produttività dei processi industriali;
121. evidenzia che l'assegnazione di quote a titolo gratuito non risponde alla logica economica di fissare il prezzo del carbonio nei prodotti; constata che uno studio recente incaricato dalla Commissione non ha riscontrato prove della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio negli ultimi due periodi di scambio dell'ETS; sottolinea che, per mitigare il potenziale rischio futuro di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, parte dei proventi delle aste dell'ETS deve essere destinata a investimenti ad alta intensità di capitale nelle tecnologie d'avanguardia in settori ad alta intensità energetica o alla promozione di altri strumenti di creazione di posti di lavoro, come ad esempio la riduzione delle imposte sul lavoro;
122. chiede che vengano adottate misure per anticipare, soddisfare e coniugare il ventaglio di competenze necessarie per i posti lavoro recentemente creati, per adeguare i sistemi di istruzione e formazione e rispondere alle nuove sfide insite nei posti di lavoro esistenti i cui profili stanno mutando verso tipologie più verdi; sottolinea che le politiche attive del mercato del lavoro devono essere mirate e concepite per soddisfare le richieste dei lavoratori e la domanda di lavoro, onde evitare la mancanza di manodopera qualificata nel settore delle tecnologie sostenibili emergenti e offrire a giovani, donne e gruppi svantaggiati, l'accesso a posti di lavoro sostenibili e di qualità nell'economia verde;
123. esorta gli Stati membri e la comunità internazionale a promuovere l'istruzione nelle scienze, la tecnologia, l'ingegneria e la matematica per il settore energetico e a mantenere istituti d'istruzione capaci di produrre una forza lavoro qualificata nonché la prossima generazione di scienziati e innovatori, che contribuiranno a raggiungere l'obiettivo di un'Europa sostenibile e autonoma sotto il profilo energetico; ricorda a tale proposito il ruolo importante del programma Orizzonte 2020 e dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia nel colmare il divario tra ricerca, istruzione e innovazione applicata nel settore energetico;
124. richiama l'attenzione sul ruolo chiave delle PMI quali motori della crescita economica nell'UE e invita la Commissione e gli Stati membri a creare condizioni favorevoli agli investimenti delle PMI nelle tecnologie a risparmio energetico e a incoraggiare attivamente tali investimenti;
125. esorta la Commissione a sostenere lo sviluppo di biocombustibili avanzati per il settore dei trasporti che migliorano la qualità dei carburanti, potenziando così la generale competitività dell'economia dell'UE senza necessità di investimenti aggiuntivi in nuove infrastrutture;
126. invita la Commissione a elaborare un sistema di misurazione della competitività dell'UE e dei suoi principali concorrenti basato, per esempio, sulle politiche fiscali, sulle attività di R&S, sulle esportazioni di tecnologia, sul numero di ricercatori e di lavoratori altamente qualificati, sull'innovazione, sui prezzi dell'energia industriale, sulle politiche ambientali ed energetiche, sui livelli salariali e di produttività, sulle infrastrutture, sugli oneri normativi superflui e su altri fattori pertinenti; sottolinea la necessità di tenere conto nella nuova metodologia dei costi esterni dei cambiamenti climatici, compresi il possibile aumento delle spese di assicurazione contro i rischi derivanti dai cambiamenti climatici;
127. sottolinea con forza che qualsiasi futura politica dell'UE deve affrontare i punti di forza e di debolezza comparativi della sua economia, in particolare per quanto riguarda gli accordi di libero scambio eventualmente sottoscritti dall'UE, tenendo altresì conto delle misure intraprese per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e i relativi vantaggi economici;
128. sottolinea che i prezzi dell'energia variano da regione a regione in funzione delle differenze geologiche, politiche e fiscali e che il modo migliore per garantire prezzi dell'energia contenuti è quello di sfruttare pienamente le risorse energetiche interne e sostenibili dell'UE; chiede alla Commissione di elaborare un'analisi esaustiva dei costi e degli effetti totali del sistema per le diverse fonti energetiche e del loro impatto sull'adeguatezza della capacità di produzione nel lungo termine;
129. rileva che l'UE è una zona con risorse limitate, che importa circa il 60% del consumo di gas, oltre l'80% del consumo di petrolio e quasi il 50% del carbone utilizzato per la produzione di energia; ribadisce in tal contesto la necessità di un quadro 2030 con una forte enfasi sulle fonti rinnovabili e sostenibili nell'UE;
130. sottolinea che il dialogo sociale e la partecipazione dei lavoratori sono valori e strumenti fondamentali che sostengono e riconciliano la promozione della coesione sociale, l'occupazione di qualità e la creazione di posti di lavoro, da un lato, e una maggiore innovazione e competitività nelle economie europee, dall'altro;
131. chiede l'introduzione di misure per impedire la perdita di posti di lavoro nei settori a elevate emissioni di carbonio maggiormente colpiti, quali la produzione di energia elettrica, i trasporti, le costruzioni e le industrie a elevata intensità energetica, che a livello mondiale sono generalmente i settori più verdi e più efficienti sotto il profilo energetico; chiede di agevolare il trasferimento di lavoratori dai settori a elevate emissioni di carbonio maggiormente colpiti ad altri settori, in caso di perdita del posto di lavoro;
132. sottolinea la necessità di misure a sostegno del reddito, accompagnate da altre misure ad esempio in ambito formativo, per migliorare e preservare l'occupabilità, mantenere i lavoratori nel mercato del lavoro e prevenire l'erosione delle competenze in tempi di crisi e ristrutturazione;
Riconoscere le diverse capacità degli Stati membri
133. accoglie con favore le dichiarazioni della Commissione sull'impatto diverso che gli obiettivi climatici ed energetici dell'UE possono avere su ciascuno Stato membro e i relativi cittadini, aspetto che quindi legittima la continuazione degli interventi su una base di equa condivisione degli sforzi che tenga conto delle circostanze individuali di ciascun paese (come il PIL), riservando un'attenzione particolare a quelli che si trovano in gravi difficoltà finanziarie, dei risultati nella riduzione delle emissioni dal 1990, delle emissioni per capita, del potenziale economico e di riduzione delle emissioni, delle fonti rinnovabili di energia, dell'accesso alle tecnologie e della capacità di risparmio energetico;
134. fa notare che l'adozione di una strategia di decarbonizzazione che non tenga conto della situazione di alcuni Stati membri può tradursi in un forte aumento della povertà energetica in tali paesi;
135. sottolinea che a norma dell'articolo 194 del TFUE, l'UE è responsabile del completamento del mercato interno dell'energia e della promozione delle fonti rinnovabili di energia e dell'efficienza energetica mentre gli Stati membri sono competenti a decidere in materia di mix energetico e dovrebbero avere la facoltà di seguire e sviluppare approcci diversi in base a tecnologie e fonti energetiche compatibili con l'ambiente, accettabili a livello sociale ed economico e, conformemente agli obiettivi della politica climatica ed energetica dell'UE, mirate a conservare e migliorare l'ambiente; ritiene che qualsiasi quadro futuro debba rispettare l'indipendenza degli Stati membri;
136. riconosce che le tecnologie per le energie rinnovabili includono un'ampia gamma di opzioni tecniche diverse che possono essere utilizzate nei settori dell'elettricità, dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento e dei trasporti; sottolinea che un generale obiettivo vincolante sulle energie rinnovabili per il 2030 lascia ampia scelta e flessibilità agli Stati membri, che possono decidere quando e in quali settori energetici investire e quali tecnologie utilizzare in ogni settore;
137. ricorda alla Commissione che il Parlamento ha chiesto che la legislazione preveda l'obbligo per ciascuno Stato membro di produrre una strategia a basso tenore di carbonio per il 2050; ritiene che tali tabelle di marcia stabilite a livello nazionale non dovrebbero essere giuridicamente vincolanti, pur essendo comunque essenziali per fornire agli investitori e ai funzionari chiarezza in merito alla direzione politica di lungo termine e alle misure che sarà necessario porre in essere per raggiungere gli obiettivi; si attende che la Commissione elabori proposte sulla condivisione degli oneri tra Stati membri e fissi una data per la presentazione di tali tabelle di marcia ai fini della loro revisione; chiede alla Commissione, qualora le tabelle di marcia non siano ritenute realistiche e lo Stato membro interessato non sia disposto a fornire gli appropriati chiarimenti, di proporre le misure aggiuntive eventualmente necessarie per assicurare la credibilità degli obiettivi di riduzione di CO2 dell'Unione;
138. constata che l'azione prevista dovrebbe incentrarsi principalmente sull'attuazione di scenari che tengano conto del potenziale esistente negli Stati membri, delle prospettive di sviluppo di nuove tecnologie sostenibili ed efficaci in termini di costi e dell'impatto globale dell'attuazione della politica proposta, così da poter proporre obiettivi di riduzione per gli anni successivi;
139. chiede alla Commissione di migliorare la promozione e l'efficienza degli strumenti finanziari esistenti per gli investimenti nelle tecnologie sostenibili (p. es. il programma NER 300), raccogliendo in un'unica banca dati, chiara e facilmente accessibile, tutte le informazioni necessarie riguardo alle possibilità finanziarie a livello nazionale, regionale e locale;
140. osserva che l'accesso al capitale e il costo dello stesso, in particolare per le PMI e i settori dell'industria pesante, costituiscono spesso un ostacolo agli investimenti nelle tecnologie pulite ad alta intensità di capitale e nell'efficienza energetica; chiede pertanto alla Commissione di valutare la possibilità di istituire un fondo per promuovere lo sviluppo delle tecnologie sostenibili innovative e sostenere le iniziative volte a migliorare l'efficienza delle industrie ad alta intensità di energia che potrebbe riunire i flussi di finanziamento esistenti e nuovi, contribuire a mobilitare gli investimenti ed essere finanziato, tra l'altro, da una parte dei proventi dell'ETS o dai Fondi strutturali o dal Fondo di coesione; invita la Commissione a sviluppare strumenti finanziari innovativi, a riconoscere un ruolo maggiore alla BEI e agli istituti finanziari pubblici nazionali e ad attirare i finanziamenti dei fondi pensionistici e delle compagnie assicurative;
141. chiede al Consiglio di inserire nelle misure politiche chiari obiettivi di finanziamento per la ricerca, lo sviluppo, gli impianti pilota e la diffusione delle nuove tecnologie in linea con il livello di sforzo richiesto dagli obiettivi all'orizzonte 2030, considerando che alcuni settori industriali necessitano di tecnologie all'avanguardia per ridurre ulteriormente le loro emissioni e migliorare l'efficienza energetica rispetto alla situazione attuale;
142. invita l'UE ad adottare un approccio pragmatico ai nuovi modelli di mercato, alla regolamentazione e ai modelli di finanziamento per soluzioni energetiche sostenibili;
L'UE a livello internazionale
143. constata che numerosi paesi emergenti e sviluppati stanno elaborando una serie di politiche e investimenti climatici, inclusa l'attuazione di sistemi propri di scambio di quote di emissione inspirati al modello dell'ETS dell'UE; plaude alla prospettiva futura di collegare l'ETS dell'UE ad altri meccanismi di scambio delle quote di carbonio a livello mondiale allo scopo di creare un mercato globale del carbonio; sottolinea che un siffatto approccio globale potrebbe tradursi in condizioni di parità per l'industria europea fornendo un'impostazione completa ed efficace in termini di costi per far fronte alle emissioni industriali di gas a effetto serra a livello mondiale; ritiene a tal proposito che un sistema internazionale di limitazione e di scambio potrebbe contribuire considerevolmente all'attuazione di un nuovo accordo globale sui cambiamenti climatici giuridicamente vincolante;
144. sottolinea che il perseguimento di una più stretta collaborazione nell'ambito della politica energetica deve riflettersi anche nella politica energetica estera e chiede pertanto che gli accordi in materia di energia con i paesi terzi siano conclusi a livello di UE e che gli obiettivi della politica energetica dell'UE siano ribaditi con fermezza;
145. constata che il ruolo guida dell'UE nelle tecnologie rinnovabili deriva dall'innovazione nel settore manifatturiero e in settori come l'integrazione dei sistemi; riconosce che, con l'adozione di obiettivi vincolanti per il 2030, l'UE assumerà il ruolo di polo di competenze, consentendo lo sviluppo di prodotti di alta qualità e competitivi in termini di costi; ritiene che ciò andrà a vantaggio del mercato interno, ma che consentirà anche alle imprese europee di accedere ai mercati in crescita dei paesi terzi grazie al vantaggio competitivo dell'UE; osserva che, in assenza di un pacchetto ambizioso all'orizzonte 2030, l'UE rischia di perdere il suo primato sul mercato e in ambito tecnologico;
146. riconosce l'importanza degli obiettivi vincolanti all'orizzonte 2020 e delle politiche in materia di energie rinnovabili nel contribuire alla creazione del primato tecnologico dell'UE sui mercati globali e nel renderla un attore all'avanguardia nell'innovazione tecnologica nell'ambito delle tecnologie rinnovabili; sottolinea che il proseguimento di tale politica mediante l'adozione di obiettivi vincolanti sulle energie rinnovabili all'orizzonte 2030 consentirebbe all'UE di competere con la Cina, gli Stati Uniti, la Corea del Sud, il Giappone e l'India per il primato tecnologico sui mercati del futuro, anche in tempi di restrizioni economiche;
147. sottolinea che 138 paesi nel mondo si sono dotati di obiettivi e politiche mirati nel settore delle fonti rinnovabili di energia; riconosce che gli investimenti nelle tecnologie verdi in India, Cina e negli Stati Uniti crescono a un ritmo molto più rapido rispetto all'Unione; sottolinea, a tale proposito, che l'UE è ben lungi dal poter agire da sola ma che, al contrario, rischia di perdere le opportunità economiche offerte dalla transizione energetica attualmente in corso;
148. sottolinea la necessità di garantire, in via prioritaria, che innanzitutto i paesi sviluppati riducano rapidamente le proprie emissioni e forniscano ai paesi in via di sviluppo i flussi finanziari necessari alle attività di mitigazione e adattamento; mette, tuttavia, in guardia dall'utilizzare meccanismi di compensazione quali il meccanismo di sviluppo pulito (CDM), poiché questi non si sono dimostrati strumenti efficaci per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e ritardano l'indispensabile cambiamento strutturale nelle economie dei paesi sviluppati;
149. sottolinea la necessità di conciliare gli obiettivi di sviluppo con quelli in materia di cambiamenti climatici; sottolinea che i cambiamenti climatici minacciano la capacità di autosostentamento alimentare di intere regioni, dimostrando in tal modo il nesso esistente con l'obiettivo di eliminazione della povertà a livello mondiale, alla base sia del processo degli obiettivi di sviluppo del Millennio che di quello degli obiettivi di sviluppo sostenibile avviato dalla conferenza di Rio+20; chiede che questi due processi siano integrati in un unico quadro omnicomprensivo post-2015;
150. constata l'importanza che l'UE mantenga il suo ruolo di guida e pioniere e che gli Stati membri parlino con un'unica voce per difendere una posizione comune forte nei negoziati sul clima e garantire il conseguimento di un nuovo accordo vincolante globale in materia di clima a Parigi nel 2015; sottolinea che l'UE deve fungere da esempio e adottare un quadro politico vincolante ambizioso prima del vertice dei capi di Stato convocato da Ban Ki-moon poiché tali provvedimenti eserciteranno un'influenza positiva sui negoziati; chiede alla Commissione di valutare le possibilità di utilizzare una parte delle vendite all'asta delle quote di emissione per onorare gli impegni finanziari internazionali assunti dall'UE in materia di clima nei confronti dei paesi in via di sviluppo, tenendo conto delle loro necessità di adattamento e mitigazione;
151. sottolinea il ruolo fondamentale svolto dalla finanza nel consentire ai paesi in via di sviluppo di intraprendere azioni ambiziose per il clima; insiste, pertanto, sulla necessità di costruire un'architettura finanziaria coerente per i cambiamenti climatici; chiede agli Stati membri di compiere maggiori sforzi per contribuire al rispetto dell'impegno che i paesi sviluppati si sono assunti di stanziare almeno 100 miliardi di USD all'anno ai finanziamenti per il clima, in aggiunta all'impegno di destinare lo 0,7% del PNL agli aiuti pubblici allo sviluppo, entro il 2020;
152. plaude all'iniziativa di Ban Ki-moon sull'energia sostenibile per tutti, che promuove l'efficienza energetica e le energie rinnovabili quali soluzioni più importanti ai fini della mitigazione; chiede all'UE di sostenere tale programma;
153. chiede agli Stati membri e alle altre parti ai prossimi negoziati internazionali, in vista di un potenziale accordo vincolante, di affrontare il tema della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio a livello globale;
154. chiede pertanto un migliore coordinamento tra il Consiglio, la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna affinché l'UE possa parlare con una sola voce nelle organizzazioni internazionali nonché svolgere un ruolo più attivo ed esercitare una maggiore influenza ai fini della promozione delle politiche sostenibili;
o o o
155. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.