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Martedì 25 febbraio 2014 - Strasburgo
Selezione vegetale: opzioni per incrementare qualità e resa
P7_TA(2014)0131A7-0044/2014

Risoluzione del Parlamento europeo del 25 febbraio 2014 sulla selezione vegetale: opzioni per incrementare qualità e resa (2013/2099(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la relazione 2009 dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) intitolata "How to feed the world in 2050" (Come nutrire il mondo nel 2050),

–  vista la Convenzione internazionale per la protezione dei ritrovati vegetali (Convenzione UPOV),

–  visto il trattato internazionale della FAO sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura,

–  vista la relazione di Ivar Virgin/Istituto per l'ambiente di Stoccolma, Timbro, dell'aprile 2013, intitolata "Headed for 9 billion - Can Europe afford to miss the potential of GM crops" (Verso i 9 miliardi - Può l'Europa permettersi di perdere il potenziale delle culture geneticamente modificate?),

–  vista la relazione della FAO del 1993 intitolata "Harversting nature's diversity" (Valorizzare la diversità della natura),

–  visto il sito Internet del deposito sotterraneo globale dei semi di Svalbard(1),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 27 marzo 2001, intitolata, "Piano d'azione a favore della biodiversità: conservazione delle risorse naturali" (COM(2001)0162),

–  visto il regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2003, relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati(2),

–  viste la direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002, relativa al catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole(3) e la direttiva 2002/55/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002, relativa alla commercializzazione delle sementi di ortaggi(4),

–  visto il regolamento (CE) n. 1830/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2003, concernente la tracciabilità e l'etichettatura di organismi geneticamente modificati e la tracciabilità di alimenti e mangimi ottenuti da organismi geneticamente modificati, nonché recante modifica della direttiva 2001/18/CE(5),

–  visto il regolamento (CE) n. 2100/94 del Consiglio, del 27 luglio 1994, concernente la privativa comunitaria per i ritrovati vegetali(6),

–  vista la nota del Segretario generale delle Nazioni Unite (A/64/170, 2009, Assemblea generale ONU) intitolata "The right to food – Seed policies and the right to food: enhancing agrobiodiversity and encouraging innovation" (Il diritto al cibo – le politiche in materia di sementi e il diritto al cibo: potenziare la agrobiodiversità e incoraggiare l'innovazione),

–  viste le conclusioni della valutazione internazionale delle conoscenze, scienze e tecnologie agricole al servizio dello sviluppo (IAASTD), un processo intergovernativo sostenuto dalla FAO, dal Fondo mondiale per l'ambiente (GEF), dal programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), dal programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), dalla Banca mondiale e dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS),

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (A7-0044/2014),

A.  considerando che, con la presente relazione, la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale intende avviare un dibattito e un'indagine approfonditi sulla situazione generale nell'ambito della selezione vegetale nell'agricoltura europea e globale;

B.  considerando che il settore della selezione vegetale è di fondamentale importanza per la produttività, la diversità, la salute e la qualità dell'agricoltura, dell'orticoltura, della produzione di alimenti e mangimi nonché per l'ambiente;

C.  considerando che, stando alle relazioni elaborate principalmente da organismi delle Nazioni Unite (FAO e OMS), nonché dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) dell'ONU, si prevede un aumento della popolazione mondiale dagli attuali 7 miliardi a circa 9 miliardi di persone tra il 2040 e il 2050, anche con possibilità di raggiungere addirittura i 10-11 miliardi;

D.  considerando che una simile crescita demografica eserciterà una pressione notevole sull'agricoltura, in particolare per quanto riguarda l'incremento della produttività che sarà necessario per fronte al sostanziale aumento della domanda alimentare; che, inoltre, secondo le stime della FAO l'approvvigionamento alimentare dovrà salire del 70% nell'arco dei prossimi 30-40 anni;

E.  considerando che, poiché nell'UE viene sprecato tra il 30 e il 50% degli alimenti prodotti, a fronte di una media globale del 30% circa, una parte considerevole del maggior fabbisogno alimentare potrebbe essere soddisfatta mediante pratiche di produzione alimentare migliori, più efficienti e sostenibili nei paesi sviluppati abbinate a sistemi di stoccaggio e distribuzione potenziati nei paesi in via di sviluppo;

F.  considerando che il problema principale rimane quello relativo al modo in cui le popolazioni di diverse parti del mondo saranno in grado di nutrirsi, dal momento che le superfici coltivabili sono in diminuzione a causa di un uso inadeguato dei terreni, nel quale rientrano anche le pratiche agricole inefficienti, ovvero un problema esacerbato dal cambiamento climatico; che, inoltre, le possibilità di incremento delle aree coltivate estremamente ridotte, in quanto in molte parti del mondo si ritiene piuttosto irrealistica un'espansione dei terreni agricoli;

G.  considerando che, secondo le stime della FAO, grazie alla coltivazione di nuovi terreni agricoli sarà possibile conseguire un aumento di circa il 10% della produzione agricola, il che significa che circa il 90% del fabbisogno dovrà essere coperto grazie a un incremento delle rese dei terreni già coltivati attualmente; che, nel contempo, è necessario mantenere un'elevata qualità dei prodotti;

H.  considerando che l'eccessivo sfruttamento dei terreni agricoli potrebbe impoverire il suolo e, nella peggiore delle ipotesi, generare erosione e desertificazione; che ciò vale anche per le superfici boschive, dal momento che la conversione delle stesse in terreni agricoli si ripercuoterebbe così pesantemente sul clima, sulla gestione delle risorse idriche e sulla biodiversità, da costituire un'alternativa impensabile per l'incremento della produzione alimentare;

I.  considerando che, oltre alla riduzione delle superfici agricole, la produttività agricola si è stabilizzata e si intravedono tendenze preoccupanti, anche verso un calo della stessa, che in futuro avranno un impatto estremamente negativo sull'agricoltura e sul fabbisogno alimentare umano;

J.  considerando che la produzione alimentare non dipende soltanto dalla disponibilità di superfici sufficienti ma anche da fattori quali il clima, l'acqua, l'energia e l'accesso alle sostanze nutritive; che in futuro tali risorse fondamentali saranno più limitate e che tale mancanza di risorse potrebbe ripercuotersi negativamente sull'accresciuta domanda di utilizzo, produzione e sostenibilità riguardante i terreni agricoli;

K.  considerando che in futuro probabilmente si verificheranno grandi cambiamenti a livello climatico; che, per l'Europa, ciò significherà un clima molto più secco nelle regioni meridionali, ovvero aree estremamente importanti per la produzione ortofrutticola; che alle latitudini centrali e settentrionali dell'Europa si prevedono nel contempo inverni più miti con estati molto più piovose rispetto a quelle attuali; che ne conseguirà probabilmente un incremento delle patologie animali e vegetali nonché la necessità di nuove tecniche di coltivazione;

L.  considerando che l'agricoltura europea si troverà indubbiamente ad affrontare sfide enormi, e con condizioni meteorologiche più estreme quali siccità, alluvioni e altre catastrofi naturali, e che l'agricoltura dovrà adattarsi per poter salvaguardare la produzione; che, se dovremo far fronte alla maggiore richiesta alimentare, le colture che si vedono oggi nei campi non potranno rimanere le stesse in futuro;

M.  considerando che la durata della protezione della privativa per i ritrovati vegetali che richiedono tempi più lunghi per la fase di sviluppo prima della commercializzazione non è sufficiente a incentivare gli investimenti commerciali nelle attività di ricerca e sviluppo nel settore;

1.  sottolinea che, per far fronte a sfide future quali le esigenze di approvvigionamento alimentare e il cambiamento climatico, è estremamente importante disporre di un settore della selezione vegetale efficace e competitivo;

2.  fermo restando il carattere fondamentale della sanità dei suoli e della diversità in un'ottica di resilienza degli ecosistemi agricoli, sottolinea l'importanza di sviluppare varietà che possano adattarsi alle condizioni attese in futuro, ad esempio l'incremento delle precipitazioni e una maggiore incidenza stimata delle fitopatologie; osserva che è altresì importante preservare e sviluppare la diversità esistente in Europa, sia a livello di ecosistema agricolo nel suo complesso che per quanto riguarda la diversità genetica dei ceppi e il numero assoluto di selezioni ed ecotipi diversi, dal momento che tutti i citati aspetti sono necessari per garantire la capacità di adattamento alle sfide imposte dal cambiamento climatico;

3.  rileva la necessità di colture che, ad esempio, assorbano efficacemente l'azoto e il fosforo, sopportino più facilmente siccità e precipitazioni di notevole entità e siano resistenti ai parassiti nonché ai cambiamenti di temperatura; sottolinea che è altresì necessario sviluppare colture perenni, ad esempio le colture pluriennali; constata che, con le colture pluriennali, non è necessario lavorare i terreni ogni anno, e che di conseguenza l'agricoltura risulta maggiormente ecocompatibile;

4.  sottolinea che, dal momento che sono necessari in media 10 anni per sviluppare una nuova varietà, dalla fase di ricerca alla semente finale, cui si aggiunge un ulteriore periodo di tempo per la sperimentazione e la diffusione commerciale della stessa, è fin d'ora necessario incoraggiare sensibilmente un aumento degli investimenti nella ricerca al fine di soddisfare il fabbisogno alimentare futuro e far fronte al cambiamento climatico;

5.  sottolinea che, alla luce delle possibilità estremamente scarse di iniziare a sfruttare nuovi terreni agricoli, è essenziale facilitare il processo di sviluppo di nuove colture che siano caratterizzate da adattabilità alle condizioni ambientali, idoneità a sopravvivere con risorse disponibili in quantità limitate, agevolazione degli obiettivi di sostenibilità, produttività sufficiente ed elevata qualità; sottolinea inoltre il fatto che è importante anche sviluppare le colture già ampiamente utilizzate al fine di introdurre flessibilità per i futuri sviluppi tecnici e scientifici nel settore;

6.  osserva che la continua perdita di specifici prodotti fitosanitari per usi minori si sta ripercuotendo in maniera estremamente significativa sulla qualità e le rese di frutta e verdura, mettendo altresì in pericolo la produzione di talune colture specializzate; sottolinea la necessità di trovare soluzioni sia a breve che a lungo termine per quanto riguarda le citate colture;

7.  osserva che possono essere necessari, in media, 10 anni per sviluppare una nuova varietà di grano, rapa o di qualunque altra coltura, e che è quindi importante sviluppare e utilizzare nuove tecniche di selezione vegetale che rispondano alle esigenze dell'agricoltura e della società nonché essere aperti alle tecnologie disponibili per far fronte a tali esigenze, migliorando altresì la competitività dei settori agricolo e orticolo; esprime preoccupazione per il ritardo registrato dalla Commissione nella valutazione di nuove tecniche di selezione e chiede alla stessa Commissione di chiarire urgentemente lo status normativo delle medesime;

8.  invita la Commissione a utilizzare il programma quadro per la ricerca e l'innovazione Orizzonte 2020 per finanziare la ricerca applicata a sostegno dello sviluppo di tecniche di selezione vegetale nuove e innovative, come la selezione accelerata;

9.  osserva che, secondo le stime elaborate dalla FAO, la diversità delle colture è diminuita del 75% nel ventesimo secolo e un terzo dell'attuale diversità potrebbe scomparire entro il 2050; sottolinea che, ai fini di una sicurezza alimentare a lungo termine per una popolazione mondiale in aumento nonché della resilienza dei sistemi di produzione alimentare, è di fondamentale importanza tutelare e preservare la diversità biologica e genetica dell'Europa; ritiene quindi essenziale preservare la stragrande maggioranza delle varietà locali e regionali in loco e a livello di aziende agricole, in modo da mantenere e incrementare la diversità genetica e culturale all'interno sia dei ceppi sia delle selezioni, oltre che in termini assoluti;

10.  sottolinea che, affinché possano essere sviluppate nuove varietà, è essenziale disporre di molteplici variazioni genetiche; ritiene pertanto che il rapido declino in tal senso sia estremamente preoccupante;

11.  plaude sia allo sviluppo di partenariati tra governo, organizzazioni del settore e della ricerca, ad esempio nel campo della selezione partecipativa, volti a stimolare la ricerca nell'ambito della preselezione e della selezione, sia alla caratterizzazione e al mantenimento delle risorse genetiche; richiama l'attenzione sui benefici del rafforzamento e dell'espansione dei partenariati in oggetto nonché delle iniziative transnazionali nel settore, e sottolinea l'esigenza di garantire che i sistemi di sostegno siano strutturati in modo tale da massimizzare l'impatto e la coerenza degli investimenti nel loro complesso;

12.  ritiene che sia fondamentale, per il futuro dell'Europa, lavorare seriamente per preservare il nostro patrimonio genetico, e che sia particolarmente importante coltivare e preservare varietà locali e regionali al fine di conservare sia la diversità genetica che quella culturale;

13.  rileva che, nell'intento di preservare e mantenere la varietà genetica nell'agricoltura e nella selezione vegetale, sono in corso raccolte di sementi e materiale vegetale in varie banche genetiche nel mondo; osserva, in particolare, che esiste una banca genetica a Svalbard contenente materiale genetico di tutto il mondo, e sottolinea che si tratta di un progetto molto importante e ambizioso volto a salvaguardare la diversità genetica per il futuro;

14.  ritiene che sia importante preservare la stragrande maggioranza delle varietà e delle risorse fitogenetiche in loco e a livello di aziende agricole; richiama l'attenzione sul fatto che le istituzioni pubbliche attualmente non si stanno impegnando abbastanza né stanno offrendo un sostegno sufficiente in vista del raggiungimento del citato obiettivo;

15.  sottolinea che il citato progetto e altre iniziative simili sono fondamentali per il futuro della selezione vegetale, della produzione agricola e dell'approvvigionamento alimentare;

16.  sottolinea il fatto che la ricerca e la pratica nel settore della selezione vegetale sono decisive per il futuro della produzione agricola, in particolare il lavoro relativo allo sviluppo delle varietà esistenti e di altre nuove in un'ottica di salvaguardia dell'approvvigionamento alimentare futuro;

17.  riconosce l'importanza di garantire l'accesso alle risorse genetiche come base per la selezione vegetale; sostiene in particolare il principio fondamentale del sistema internazionale di privative per i ritrovati vegetali sancito dalla Convenzione UPOV, e sottolinea che l'uso di una varietà protetta per ulteriori selezioni nonché lo sfruttamento della nuova varietà selezionata non possono essere impediti dai titolari delle privative stesse; osserva che tale principio fondamentale è altresì riconosciuto dall'articolo 13, paragrafo 2, lettera d), punto ii), del trattato internazionale della FAO sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura;

18.  comprende che lo sviluppo di nuove varietà migliorate è costoso e richiede tempo, ma sottolinea che si tratta di un processo necessario per mantenere la competitività dell'Europa nel settore; propone che i costi in questione siano compensati, previa opportuna valutazione d'impatto, estendendo la durata della protezione delle privative per i ritrovati vegetali;

19.  esprime preoccupazione per il fatto che il mercato globale della selezione vegetale è dominato da un ristretto gruppo di imprese multinazionali che investono solo in un numero limitato di varietà, quando invece in Europa detto mercato rimane più diversificato rispetto al contesto globale ed è caratterizzato da piccole e medie imprese che rappresentano una quota significativa del settore; sottolinea che il mercato della selezione vegetale europeo deve essere ulteriormente migliorato in un'ottica di sana concorrenza;

20.  ritiene che le grandi imprese globali del settore della selezione vegetale abbiano acquisito un preoccupante grado di influenza sull'agricoltura e sulla politica agricola a livello globale; sottolinea il ruolo della ricerca scientifica indipendente finanziata con risorse pubbliche e condotta nell'interesse pubblico a lungo termine riguardante la sicurezza alimentare nel lungo periodo;

21.  è inoltre del parere che le imprese di maggiori dimensioni debbano sfruttare meglio e condividere le loro tecniche di selezione vegetale in quanto queste ultime, se utilizzate correttamente, possono contribuire a risolvere i problemi connessi con l'ambiente, il clima e l'approvvigionamento alimentare;

22.  constata che alle PMI spetta un ruolo importante nel mercato delle sementi e nel settore della selezione vegetale nell'UE alla luce del significativo contributo offerto da tali imprese alla selezione vegetale commerciale; richiama inoltre l'attenzione sulla capacità delle PMI di trasformare ricerca e conoscenza in nuovi prodotti commerciali; fa tuttavia notare che, poiché la selezione vegetale si sta progressivamente trasformando in un settore ad elevata intensità di ricerca e ad alta tecnologia, il costo e gli strumenti necessari per sviluppare e infine commercializzare una nuova varietà potrebbero costituire una barriera per le imprese più piccole; ritiene che, attraverso un'opportuna durata della protezione delle privative per i ritrovati vegetali e il pieno accesso ai risultati della ricerca, si possa contribuire in maniera significativa a creare un contesto paritario; sottolinea inoltre che è estremamente importante per l'UE mantenere anche in futuro gli investimenti nelle imprese in questione;

23.  sottolinea che è importante per l'Europa non solo riappropriarsi della ricerca e della pratica europee nel settore della selezione vegetale, anche svilupparle ulteriormente;

24.  sottolinea l'importanza non solo della diversità delle specie in Europa ma anche della ricerca europea nel settore della selezione vegetale incentrata sulle esigenze dell'Europa, anche per quanto concerne piante, cereali e frutta che si adattino alle condizioni locali e regionali; osserva che qualsiasi sviluppo nel settore in esame aiuterà gli agricoltori europei a migliorare la quantità e la qualità delle rispettive produzioni di alimenti e mangimi;

25.  sottolinea che l'Europa ha bisogno di una serie di attori differenti nel settore della selezione vegetale e che dovrebbe esistere la possibilità di realizzare progetti di ricerca e operare nel settore della selezione vegetale per un maggior numero di imprese e centri di ricerca;

26.  ritiene che la ricerca nel settore della selezione vegetale, per poter proseguire, presupponga un sostegno finanziario a lungo termine, e che la concessione di un sostegno finanziario per un progetto di ricerca nel settore della selezione vegetale soltanto per un periodo di tempo relativamente breve non sia sostenibile, dal momento che sono necessari in media 10 anni per sviluppare una nuova varietà;

27.  sottolinea che l'UE, nell'ambito della politica agricola comune, ha il dovere di farsi carico della responsabilità di cogliere le sfide future nel settore dell'agricoltura e della selezione vegetale in Europa; ritiene che l'UE debba svolgere un ruolo guida nello sviluppo di tecniche di selezione vegetale sostenibili e nella promozione della ricerca e della pratica nei settori dell'agricoltura e della selezione vegetale;

28.  sottolinea che la ricerca primaria nel settore della selezione vegetale nell'UE dovrebbe essere finanziata dall'UE e dagli Stati membri; giudica impossibile per le piccole e medie imprese dell'UE operanti nel settore della selezione vegetale finanziare autonomamente gran parte della ricerca rimanendo nel contempo competitive;

29.  invita la Commissione a stanziare risorse finanziarie e a creare una struttura coerente per la ricerca e la pratica nel settore della selezione vegetale nell'ambito dei programmi di ricerca e di altri opportuni strumenti politici, in modo che la diversità europea possa essere preservata e sviluppata; ritiene che sia importante, in particolare, concedere tempo e finanziamenti sufficienti ai progetti di ricerca per poter conseguire dei risultati; sottolinea che è altresì molto importante che le imprese del settore della selezione vegetale godano di un accesso illimitato ai risultati della ricerca, e che sarebbe necessaria una gamma di progetti di ricerca differenti per attenuare l'impatto degli insuccessi;

30.  sottolinea che vi sarà una continua necessità di lavoratori altamente qualificati per soddisfare la domanda futura nell'ambito della ricerca nel settore della selezione vegetale, e che l'agronomia e la selezione vegetale dovrebbero essere ulteriormente promosse nelle scuole e nelle università nonché tra i cittadini in generale; segnala in particolare il successo della "Giornata del fascino delle piante" celebrata il 18 maggio 2013;

31.  sottolinea che il fine ultimo delle normative nel settore della selezione vegetale dovrebbe essere quello di agevolare sia l'applicazione delle tecniche di selezione vegetale che la ricerca nei settori dell'agricoltura e della selezione vegetale; ritiene che si debba così arrivare a prodotti più adatti al clima e alle condizioni climatiche e geografiche locali che a loro volta portino, in definitiva, a rese cospicue, in tutta sicurezza per la salute umana e l'ambiente;

32.  osserva che, con l'attuale normativa in materia di selezione vegetale basata sulla tecnica, si è rivelato difficile definire a posteriori quale tecnica sia stata utilizzata per la selezione vegetale, e che tale circostanza è utile a confermare le difficoltà imposte dalle normative basate sulla tecnica;

33.  invita la Commissione, alla luce delle sfide e dell'attuale situazione del settore della selezione vegetale a livello europeo e mondiale appena descritta, a esaminare e analizzare attentamente il contesto e a proporre misure concrete ed efficaci per affrontare le enormi sfide che i selezionatori e gli agricoltori europei si trovano ad affrontare;

34.  incoraggia la Commissione a elaborare una strategia globale sui fattori di produzione agricoli, in particolare per quanto riguarda la selezione vegetale; esorta la stessa Commissione a mettere a punto un quadro strategico a sostegno del settore dei fattori di produzione agricoli in quanto ambito chiave per lo sviluppo della produttività e della sostenibilità nell'agricoltura;

35.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) http://www.regjeringen.no/en/dep/lmd/campain/svalbard-global-seed-vault.html?id=462220.
(2) GU L 268 del 18.10.2003, pag. 1.
(3) GU L 193 del 20.7.2002, pag. 1.
(4) GU L 193 del 20.7.2002, pag. 33.
(5) GU L 268 del 18.10.2003, pag. 24.
(6) GU L 227 dell'1.9.1994, pag. 1.

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