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Procedura : 2013/0120A(NLE)
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A7-0093/2014

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PV 26/02/2014 - 7.11
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P7_TA(2014)0141

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Mercoledì 26 febbraio 2014 - Strasburgo
Accordo quadro di partenariato globale e cooperazione CE-Indonesia, ad esclusione delle questioni relative alla riammissione
P7_TA(2014)0141A7-0093/2014

Risoluzione del Parlamento europeo del 26 febbraio 2014 sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo quadro di partenariato globale e cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Indonesia, dall'altra, ad esclusione delle questioni relative alla riammissione (11250/2013 – C7-0351/2013 – 2013/0120A(NLE))

Il Parlamento europeo,

–  visto il progetto di decisione del Consiglio (11250/2013),

–  visto l'accordo quadro di partenariato globale e cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Indonesia, dall'altra (14032/2009),

–  visti l'accordo di cooperazione del 7 marzo 1980 tra la Comunità economica europea e l'Indonesia, la Malaysia, le Filippine, Singapore e la Tailandia, paesi membri dell'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN)(1), e i successivi protocolli di adesione,

–  viste le sue risoluzioni del 5 settembre 2002 sulla comunicazione della Commissione: Un quadro strategico per rafforzare le relazioni di partenariato Europa – Asia(2),

–  vista la sua risoluzione del 5 giugno 2003 sulla situazione in Indonesia, in particolare nella provincia di Aceh(3),

–  vista la sua risoluzione del 20 novembre 2003 sull'Aceh(4),

–  vista la sua risoluzione del 13 gennaio 2005 sulla recente catastrofe provocata dallo tsunami nell'Oceano Indiano(5),

–  visti i negoziati per l'accordo quadro di partenariato globale e cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Indonesia, dall'altra, autorizzati dal Consiglio il 25 novembre 2004, conclusi nel giugno 2007 e firmati il 9 novembre 2009,

–  visto l'accordo tra l'Unione europea e il governo della Repubblica di Indonesia su alcuni aspetti relativi ai servizi aerei, firmato il 29 giugno 2011(6),

–  vista la sua risoluzione del 7 luglio 2011 sull'Indonesia, compresi gli attacchi alle minoranze(7),

–  vista la sua risoluzione del 2 febbraio 2012 sulla politica estera dell'UE nei confronti dei paesi BRICS e di altre potenze emergenti: obiettivi e strategie(8),

–  vista la decisione 2012/308/PESC del Consiglio del 26 aprile 2012 relativa all'adesione dell'Unione europea al trattato di amicizia e cooperazione nel sud-est asiatico(9),

–  viste le relazioni delle missioni di osservazione elettorale del Parlamento europeo sulle elezioni in Indonesia del 5 aprile 2004 e del 20 settembre 2004, a Timor Leste del 30 agosto 1999, 30 agosto 2001, 9 aprile 2007, 30 giugno 2007 e 7 luglio 2012, e nella provincia di Aceh dell'11 dicembre 2006,

–  vista la dichiarazione di Giacarta sui principi per le agenzie anticorruzione del 27 novembre 2012,

–  visto l'articolo 21 del trattato sull'Unione europea,

–  visti gli articoli 91, 100, l'articolo 191, paragrafo 4, l'articolo 207 e l'articolo 209, in combinato disposto con l'articolo 218, paragrafo 6, lettera a), del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

–  visto l'articolo 81, paragrafo 3 del suo regolamento,

–  vista la relazione interlocutoria della commissione per gli affari esteri (A7-0093/2014),

A.  considerando che le relazioni tra l'Unione europea e la Repubblica di Indonesia (nel prosieguo, "Indonesia") saranno disciplinate dal summenzionato accordo quadro di partenariato globale e cooperazione (nel prosieguo, "APC");

B.  considerando che l'APC è il primo strumento di questo tipo tra l'Unione europea e l'Indonesia e che mira a rafforzare la cooperazione politica, economica e settoriale d'interesse reciproco e a potenziare ulteriormente la cooperazione bilaterale e regionale nel dare una risposta alle sfide globali;

C.  considerando che l'APC contiene, come elementi fondamentali, la conferma dei valori espressi nella Carta delle Nazioni Unite, nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dell'ONU e in altri trattati internazionali applicabili a entrambe le parti e del loro impegno nei confronti dei principi di democrazia, buona governance e dello Stato di diritto, nonché disposizioni sull'istituzione o il miglioramento della cooperazione in settori quali i diritti umani, il commercio e gli investimenti, l'energia, il turismo, i trasporti e le infrastrutture, la conservazione dell'ambiente marino e la pesca, la politica industriale e le piccole e medie imprese (PMI), la protezione dei dati e i diritti di proprietà intellettuale e sulla non proliferazione delle armi di distruzione di massa e la lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione, il riciclaggio di denaro, il terrorismo e il finanziamento del terrorismo;

D.  considerando che l'Indonesia è il quarto paese più popoloso del mondo, la terza maggiore democrazia, il più grande paese musulmano con milioni di seguaci di altre fedi, nonché una società eterogenea con più di 240 milioni di cittadini di diverse etnie, lingue e culture, il 40% dei quali ha meno di 25 anni, posizionato strategicamente in un arcipelago di oltre 17 000 isole che si estende per 5 400 chilometri da est a ovest nell'Oceano Indiano e Pacifico;

1.  chiede al Consiglio di tenere conto delle seguenti raccomandazioni:

   a) accoglie positivamente l'APC, quale primo strumento di questo tipo, tra l'UE e i paesi ASEAN; ritiene che testimoni della rapidità con la quale i legami tra l'UE e l'Indonesia acquisiscono sempre maggior importanza e si attende che apra una nuova era nelle relazioni bilaterali basata su principi condivisi quali la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani, l'uguaglianza, il rispetto reciproco e il reciproco vantaggio;
   b) sottolinea il processo di trasformazione democratica, politica, sociale ed economica dell'Indonesia, durato 15 anni, dopo 33 anni di governo militare autoritario; rileva che l'Indonesia si sta urbanizzando rapidamente, ha una classe media in rapida ascesa (oltre 70 milioni di persone), abbondanti risorse naturali, la più ampia economia del sud-est asiatico (il PIL è cresciuto di più del 6% negli ultimi due anni), con metà del commercio mondiale in transito sul suo confine marittimo settentrionale e una presenza diplomatica crescente in contesti regionali e globali, come l'ONU, l'OMC, la COI, il G20, nonché l'ASEAN, di cui l'Indonesia è sia un fondatore sia il membro più importante, e riconosce l'importante ruolo svolto dall'Indonesia nell'intera regione;
   c) si compiace dei progressi compiuti dall'Indonesia nello sviluppo di una governance democratica e nell'impegno a favore della democrazia di cui dà prova la sua società pluralistica, aspetti che si manifestano nello svolgimento di elezioni libere e regolari, nella libertà dei media, nell'attivismo della società civile, nella resilienza economica e nella riduzione della povertà, nell'istruzione e in altri indicatori degli obiettivi di sviluppo del millennio, nella promozione di buone relazioni di vicinato e nella difesa della democrazia e dei diritti umani; rileva tuttavia il persistere di gravi sfide allo Stato di diritto, alla tutela dei diritti dell'uomo, in particolare nel garantire la responsabilità degli autori di violazioni dei diritti umani, inclusi i militari, ai diritti delle minoranze, ad esempio i diritti religiosi, etnici, di genere e della comunità LGBTI, nonché di problematiche legate alla lotta alla corruzione; sottolinea che le predette sfide possono essere affrontate attraverso la cooperazione internazionale, segnatamente nel quadro dell'APC;
   d) evidenzia i legami in rapido consolidamento tra l'UE e l'Indonesia nel commercio e in altri settori economici, in previsione delle opportunità commerciali offerte da un'economia che ha attratto crescenti livelli di investimenti esteri e interni; suggerisce la necessità di aspirare alla realizzazione di infrastrutture e connettività più efficienti e di un quadro normativo migliore attraverso la cooperazione prevista dalle disposizioni dell'APC in materia di commercio e investimenti, fiscalità e dogane, dialogo sulla politica economica, ambiente, politica industriale e PMI nonché trasporti, per sbloccare il pieno potenziale economico dell'Indonesia e promuovere la crescita sostenibile e la riduzione della povertà sia negli Stati membri dell'UE che in Indonesia;
   e) sottolinea che l'APC mira a rafforzare ulteriormente le relazioni tra l'UE e l'Indonesia integrando gli attuali meccanismi di cooperazione, e a cooperare per la soluzione dei problemi mondiali sulla base dei principi condivisi di uguaglianza, rispetto reciproco, vantaggi reciproci, democrazia, partecipazione attiva della società civile, Stato di diritto, buona governance e diritti umani, attraverso lo sviluppo di una cooperazione politica ed economica in questioni inerenti al commercio, agli investimenti, alla politica industriale e alle PMI, all'ambiente, al cambiamento climatico, all'energia, alla scienza e alla tecnologia, ai diritti di proprietà intellettuale, al turismo, all'istruzione e alla cultura nonché alla migrazione, come pure attraverso la lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, il traffico di stupefacenti, la corruzione, la criminalità organizzata e la tratta di esseri umani;
   f) ritiene che le relazioni tra l'Indonesia e l'UE debbano essere considerate strategiche e che sarebbe opportuno tenere vertici annuali per verificare gli sviluppi bilaterali e globali; raccomanda l'organizzazione periodica di visite di alto livello in Indonesia, in particolare da parte del presidente della Commissione europea, dell'alto rappresentante/vice presidente della Commissione europea e dei membri del Parlamento europeo, e una procedura reciprocamente più agevole di rilascio dei visti e di accesso delle organizzazioni internazionali della società civile, per intensificare gli scambi interpersonali e tra la società civile; accoglie favorevolmente, a questo proposito, l'istituzione, a norma dell'articolo 41 dell'APC, del comitato misto, incaricato di incontrarsi almeno ogni due anni in Indonesia e in alternativa a Bruxelles;
   g) esorta l'UE e l'Indonesia a trarre il massimo profitto dall'APC per raggiungere obiettivi geostrategici di lungo termine nell'affrontare problemi di sicurezza globale nei contesti bilaterali, regionali e multilaterali, ad esempio per quanto riguarda la lotta al cambiamento climatico e la proliferazione delle armi di distruzione di massa, la lotta contro il terrorismo, la corruzione, la criminalità organizzata, il traffico di stupefacenti, il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, la cooperazione nel campo della protezione dei dati nonché il proseguimento della cooperazione in altri settori non espressamente contemplati dall'APC, come la preparazione e la risposta alle catastrofi, la risoluzione dei conflitti, le armi leggere e di piccolo calibro e la sicurezza marittima, compresa la pirateria;
   h) si compiace della ratifica da parte dell'Indonesia del Patto internazionale sui diritti civili e politici e del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali nel 2006, così come delle sue recenti ratifiche concernenti vari strumenti dell'ONU sui diritti umani relativi ai lavoratori migranti, alle persone disabili, ai minori nei conflitti armati e alla tratta di bambini, alla prostituzione e alla pornografia infantili; attende le necessarie riforme istituzionali e giuridiche che ne permettano l'osservanza;
   i) esprime grande apprezzamento per l'accordo di pace raggiunto e per lo sviluppo economico realizzato ad Aceh negli ultimi otto anni e auspica che possano compiersi ulteriori progressi per affrancare la provincia e la sua popolazione dalla povertà;
   j) plaude agli sforzi intrapresi dalle autorità indonesiane per contrastare la corruzione, tra cui l'attività svolta dalla commissione per lo sradicamento della corruzione; teme, tuttavia, che la corruzione resti un problema serio e un importante ostacolo allo sviluppo, nonostante nel 2006 l'Indonesia abbia ratificato la convenzione dell'ONU contro la corruzione, e pertanto sollecita ad adottare ulteriori misure, ai sensi dell'articolo 35 dell'APC, per condividere le migliori prassi nell'ambito della lotta alla corruzione, ivi compreso il recupero dei beni nascosti negli Stati membri dell'UE o in altre giurisdizioni e la lotta contro la criminalità economica e finanziaria;
   k) incoraggia gli Stati membri dell'UE a estendere l'assistenza legale reciproca nella lotta alla corruzione all'Indonesia e a cooperare con l'Indonesia per negare rifugio ai soggetti coinvolti in casi di corruzione e di violazione dei diritti dell'uomo;
   l) rileva l'importanza della legge 34/2004 e del regolamento ministeriale 22 del 2009 contenente prescrizioni con cui tutte le attività economiche e le aziende militari passano sotto il controllo del governo indonesiano; sottolinea che l'osservanza di tali norme e regolamenti ha un impatto fondamentale per la responsabilità democratica sul piano della lotta alla corruzione e della tutela dei diritti umani;
   m) si congratula con l'Indonesia per il ruolo svolto nella gestione del processo del forum di Bali per i diritti umani a livello regionale; esprime tuttavia preoccupazione per l'incoerenza della legge 8/1985 e della nuova legge 17/2013 sulle organizzazioni collettive (che abroga l'ex legge 8/1985 sulle associazioni) in materia di organizzazioni civili (progetto di legge "Ormas") che, a dispetto dell'obiettivo dichiarato di garantire la tolleranza e impedire la violenza contro gruppi della società, rischiano, in mancanza di una revisione che ne determini la conformità alle norme internazionali sui diritti umani, di compromettere seriamente la capacità della società civile di agire in Indonesia, limitando la libertà di associazione, la libertà di espressione, la libertà di riunione e la libertà di pensiero, coscienza e religione; ritiene, a questo proposito, che il dialogo annuale UE-Indonesia sui diritti umani sia la piattaforma adeguata per affrontare tali problemi;
   n) sottolinea che le imprese operanti in Indonesia, nazionali ed estere, sono tenute a sviluppare le loro attività conformemente ai principi di responsabilità sociale delle imprese; accoglie con favore il regolamento del governo n. GR 47/2012 sulla responsabilità sociale e ambientale delle società a responsabilità limitata, che si applica a livello generale alle società indonesiane e prevede incentivi e sanzioni; evidenzia, nondimeno, la necessità di consolidare le capacità per l'attuazione degli orientamenti delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani; invita l'UE a prestare l'assistenza tecnica necessaria nel quadro dell'APC e l'Indonesia a elaborare un suo piano nazionale di attuazione degli orientamenti delle Nazioni Unite; si congratula con l'Indonesia per aver ospitato nel novembre 2012 la riunione internazionale, guidata dalla sua commissione per lo sradicamento della corruzione insieme al Programma di sviluppo delle Nazioni Unite e all'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, in cui sono stati discussi i principi per le agenzie anticorruzione;
   o) osserva con rammarico che il maggiore ricorso all'insegnamento della religione islamica nel sistema scolastico pubblico a scapito della dimensione del pluralismo religioso, etnico e culturale e della diversità predicata dal motto indonesiano "Bhineka Tunggal Ika" (unità nella diversità), nonché la diffusa percezione dell'irresolutezza politica delle autorità ad affrontare il problema dell'estremismo religioso, sono percepiti come fattori alla base del moltiplicarsi dei casi di violenza settaria e di discriminazione contro le persone appartenenti a minoranze religiose ed etniche; resta preoccupato circa gli atti di discriminazione, molestie o violenze commessi contro persone appartenenti a minoranze etniche, donne e persone LGBTI, talvolta facendo riferimento a varie norme e regole in materia di pornografia, blasfemia o attività di minoranze religiose;
   p) esprime preoccupazione nei confronti delle violenze perpetrate ai danni delle minoranze religiose, riflesse negli attacchi contro i seguaci di Ahmadiyya e i musulmani sciiti e nella chiusura di chiese in alcune parti del paese, nonché nelle norme discriminatorie e nelle pratiche statali avverso le persone che non appartengono a una delle sei religioni riconosciute, nel contesto delle registrazioni civili di matrimoni e nascite e dell'emissione di carte d'identità; sollecita le autorità indonesiane a garantire l'applicazione pratica della libertà di religione come previsto dalla Costituzione e a continuare a promuovere la tolleranza religiosa; ritiene, a questo proposito, che il dialogo annuale UE-Indonesia sui diritti umani e l'articolo 39 dell'APC sulla modernizzazione dell'amministrazione statale e pubblica siano la piattaforma appropriata per rispondere a tali preoccupazioni;
   q) ricorda che l'abolizione della pena di morte costituisce un obiettivo fondamentale della politica dell'Unione in materia di diritti umani; invita le autorità indonesiane a prendere in considerazione la possibilità di abolire la pena di morte o quanto meno di dichiarare una moratoria sulla sua applicazione; ritiene, a questo proposito, che il dialogo annuale UE-Indonesia sui diritti umani sia la piattaforma adeguata per affrontare tali preoccupazioni; sollecita altresì l'UE a interagire maggiormente con la società civile indonesiana nell'ottica di promuovere i diritti umani, lo Stato di diritto e la lotta contro la corruzione, e di sostenere l'abolizione della pena di morte;
   r) permane seriamente preoccupato per le torture e altri casi di abuso dei diritti umani a danno della popolazione civile della Papua e della Papua occidentale, dove, secondo le stime, sono state uccise negli ultimi 50 anni oltre 100 000 persone; accoglie con favore il recente annuncio del governatore della Papua di voler aprire la provincia ai giornalisti stranieri e alle ONG per la prima volta dopo anni; chiede all'UE di fornire assistenza alle autorità indonesiane, come precedentemente avvenuto nel caso di Aceh, nello sviluppo di un approccio globale teso a migliorare la situazione in Papua; permane preoccupato per gli scontri tra le forze di sicurezza e i gruppi indipendentisti e per le relazioni allarmanti sulle violazioni dei diritti umani di cui sono accusate le forze di sicurezza, per l'assenza di progressi nell'istruzione, nell'assistenza sanitaria, nelle opportunità di lavoro e nella possibilità di esercitare la libertà di espressione e di riunione, che sono fondamentali per gli abitanti della Papua, nonché per la protezione dell'ambiente, delle risorse naturali e della loro identità culturale; esorta le autorità indonesiane a garantire libero accesso all'area agli osservatori indipendenti dell'UE;
   s) si congratula con il governo indonesiano per i suoi sforzi diretti a permettere l'attività dell'UNHCR nel paese tesa a coadiuvare la gestione dei richiedenti asilo e dei rifugiati; osserva l'importanza del dibattito politico pubblico volto ad ampliare il sostegno della società nei confronti dei richiedenti asilo e dei rifugiati; suggerisce, inoltre, all'Indonesia e all'UE di attuare pienamente l'articolo 34 dell'APC per cooperare sulle questioni migratorie, tra cui la migrazione legale e illegale, l'introduzione clandestina e la tratta di esseri umani;
   t) esorta l'UE e l'Indonesia a collaborare strettamente in conformità dell'articolo 4 dell'APC sulla cooperazione in campo giuridico per portare a termine la ratifica da parte indonesiana della convenzione delle Nazioni Unite del 1948 per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio e dello statuto di Roma istitutivo della Corte penale internazionale;
   u) accoglie con favore il proseguimento del dialogo sui diritti umani tra l'UE e l'Indonesia istituito nel 2010 e incoraggia una più ampia partecipazione e un più ampio contributo della società civile nell'attuazione del piano d'azione nazionale per i diritti umani;
   v) accoglie con favore i regolamenti del 2006, 2008 e 2010 che vietano la mutilazione genitale femminile; riconosce gli sforzi compiuti dalle autorità indonesiane, tra cui la ratifica della convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, nonché l'opera svolta dalla commissione nazionale sulla violenza contro le donne (Komnas Perempuan) e dalla società civile locale al fine di diffondere informazioni sui pericoli legati alla mutilazione genitale femminile; osserva che, nonostante i precitati sforzi e l'adozione della risoluzione delle Nazioni Unite che vieta la mutilazione genitale femminile, questa tradizione è ancora praticata in alcune zone dell'Indonesia; raccomanda, a tale riguardo, che l'UE e l'Indonesia cooperino strettamente a norma dell'articolo 31 dell'APC sulla salute e ricorrano al dialogo sui diritti umani per uno scambio di buone pratiche teso a eliminare la mutilazione genitale femminile e a ridurre al minimo i relativi rischi sanitari cui sono esposte le ragazze e le giovani donne; invita l'Indonesia a raddoppiare gli sforzi per porre fine a questa pesante forma di violenza di genere contro donne e ragazze e a questa grave violazione dei diritti umani delle persone interessate;
   w) plaude ai progressi realizzati dall'Indonesia attraverso il piano d'azione nazionale per l'eliminazione delle più gravi forme di lavoro minorile e il quadro giuridico per risolvere il problema dello sfruttamento minorile;
   x) riconosce l'importante ruolo dei movimenti dei lavoratori nei dialoghi e nei negoziati con il governo e altre parti interessate volti a migliorare le condizioni di lavoro e a promuovere i diritti di sicurezza sociale in Indonesia; raccomanda che la cooperazione auspicata a norma delle disposizioni dell'APC sulla salvaguardia dei diritti umani e la non discriminazione affronti il problema della parità di genere sul posto di lavoro e la lotta al divario retributivo dovuto al genere; sottolinea, in particolare, l'importanza di un'azione specifica volta a garantire l'attuazione globale delle norme internazionali fondamentali in materia di lavoro, dato che le donne lavoratrici sono ancora vittime di sfruttamento e discriminazione sotto forma di carico eccessivo di lavoro, retribuzioni inferiori e abusi da parte dei superiori;
   y) sottolinea che negli ultimi sei anni le esportazioni dall'UE verso l'Indonesia, stimate in 9,6 miliardi di EUR nel 2012, sono raddoppiate; osserva che il valore degli scambi bilaterali ammontava ad appena 25 miliardi di EUR, facendo dell'Indonesia il 29° partner commerciale dell'Unione e solo il quarto partner commerciale dell'UE nella regione, nonostante l'Indonesia rappresenti il 40% del PIL e della popolazione dell'ASEAN; osserva, tuttavia, che gli investimenti dell'UE in Indonesia sono in forte aumento, collocandosi al secondo posto in termini di investimenti esteri diretti dopo Singapore, e che 1 000 società dell'UE hanno investito più di 1 000 miliardi di EUR e impiegano 1,1 milioni di indonesiani;
   z) invita l'Indonesia e l'UE a prendere in considerazione la possibilità di avviare i negoziati per un accordo di libero scambio a integrazione della cooperazione invocata nel quadro dell'APC, al fine di eliminare progressivamente gli ostacoli al commercio più rilevanti e in cui siano contemplati il rafforzamento delle consultazioni sulla conformità alle norme dell'OMC, la promozione dell'applicazione degli standard internazionali in materia di ostacoli tecnici agli scambi, una migliore tutela dei diritti di proprietà intellettuale, una maggiore trasparenza delle norme in materia di scambi, lo sviluppo della cooperazione doganale, la promozione di un regime di investimenti non discriminatorio e il conseguente aumento del commercio di beni, investimenti, servizi e appalti;
   aa) si congratula con l'Indonesia per gli sforzi compiuti per collaborare con l'UE al fine di eliminare il commercio di legname e prodotti del legno di origine illegale; prende atto della firma, nel settembre 2013, dell'accordo di partenariato volontario sull'applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale (FLEGT-VPA) tra l'UE e l'Indonesia; osserva che le esportazioni di prodotti del legname indonesiano verso l'UE sono aumentate del 114% nel primo trimestre del 2013; attende con impazienza l'emissione delle licenze FLEGT che certificano la legalità del legname e dei prodotti del legno ai fini dell'importazione nell'UE di legname e prodotti del legno indonesiani, una volta che entrambe le parti avranno accertato la sufficiente solidità del sistema indonesiano di verifica della legalità (TLAS) del legname; auspica altresì che siano condotte valutazioni periodiche congiunte per esaminare la capacità degli attori in gioco di attuare l'accordo FLEGT-VPA;
   ab) riconosce il fondamentale ruolo dell'Indonesia e dell'UE nella lotta al cambiamento climatico, data la loro importanza geopolitica ed economica, l'estensione territoriale e la dimensione della popolazione, e accoglie con favore il crescente ruolo dell'Indonesia nei negoziati internazionali sul cambiamento climatico; elogia i piani ambiziosi dell'Indonesia, annunciati nel 2009, di abbattere la crescita delle emissioni e la sua richiesta di sostegno internazionale per aiutare il paese a ottenere riduzioni anche più consistenti; osserva che la deforestazione e la variazione di destinazione d'uso dei terreni sono i maggiori responsabili delle emissioni di gas a effetto serra in Indonesia, ma che entro il 2027 il crescente settore energetico dovrebbe prendere il posto della silvicoltura; invita pertanto le parti dell'APC a istituire immediatamente un meccanismo istituzionalizzato di cooperazione bilaterale ai sensi dell'articolo 23 dell'APC sull'energia, da sviluppare eventualmente sul modello dello UK Climate Change Unit (UKCCU) Indonesia avviato nel 2011, al fine di diversificare gli approvvigionamenti energetici attraverso lo sviluppo di forme di energia nuove e rinnovabili e delle relative infrastrutture di trasporto per collegare l'energia rinnovabile con i centri di domanda e conseguire un impiego razionale dell'energia, in modo da combattere il cambiamento climatico e promuovere lo sviluppo sostenibile;
   ac) esprime grave preoccupazione per la crescente domanda di olio di palma e i relativi effetti sulla deforestazione in Indonesia, considerato che il paese è il maggior produttore e consumatore di olio di palma al mondo; accoglie con favore la moratoria sul disboscamento di nuove foreste decisa dal governo nel 2011, ma esorta a eliminare le numerose scappatoie che ad oggi ne hanno ridotto notevolmente gli effetti;
   ad) accoglie con favore l'accordo sui trasporti aerei sottoscritto dall'UE e dall'Indonesia nel 2011, il quale abolisce le limitazioni di nazionalità nei servizi aerei bilaterali e costituisce un passo avanti verso il rafforzamento della cooperazione complessiva tra l'UE e l'Indonesia; raccomanda che siano adottate ulteriori iniziative a norma dell'articolo 34 dell'APC sui trasporti, in particolare istituendo un dialogo stretto nell'ambito dei trasporti marittimi e terrestri, al fine di potenziare le infrastrutture nell'arcipelago indonesiano, e che siano prese misure misure per dare piena attuazione agli standard internazionali in materia di sicurezza, protezione e prevenzione dell'inquinamento nel settore dei trasporti;
   ae) esprime allarme per gli incendi boschivi che si ripetono di anno in anno, attribuiti in larga parte alle piantagioni di palma da olio, alle aziende di taglio del legname e agli agricoltori che vogliono fare spazio per le colture, ma che contribuiscono al riscaldamento globale, facendo dell'Indonesia uno dei maggiori produttori di gas a effetto serra; accoglie con favore la promessa del governo indonesiano di ratificare l'accordo ASEAN sulle nebbie inquinanti entro l'inizio dell'anno prossimo ed esorta le autorità ad adottare con urgenza misure preventive più efficaci;
   af) osserva che il turismo è uno dei settori trainanti dell'economia indonesiana; sottolinea, a tale proposito, che l'articolo 17 dell'APC prevede una eccellente opportunità di scambio di informazioni e di definizione delle migliori pratiche per massimizzare il potenziale del patrimonio naturale e culturale indonesiano e mitigare gli effetti negativi, quali l'inquinamento o i danni agli ecosistemi marini, al fine di sviluppare modelli di turismo sostenibile e incrementare l'apporto positivo del turismo, rispettando nel contempo gli interessi delle comunità locali;
   ag) constata che gli scambi interpersonali tra l'Indonesia e l'UE sono stati attuati attraverso il programma Erasmus Mundus II, che ha concesso 200 borse di studio nel periodo 2008-2010; prende atto che la Commissione europea prevede laboratori e seminari per aumentare il livello di comprensione e di conoscenza da parte delle PMI indonesiane degli standard internazionali e dei requisiti di qualità; esorta, tuttavia, a intensificare ulteriormente gli scambi di studenti e di personale accademico, a istituire cicli di formazione periodici a norma dell'articolo 25 dell'APC sulla cultura e l'istruzione, e a scambiare le migliori pratiche e il know-how nel campo del turismo, dell'imprenditorialità e in ambito linguistico; invita altresì, a tale proposito, l'Indonesia e l'UE a esaminare la possibilità di avviare negoziati sulle misure di facilitazione dei visti nell'ottica di incrementare gli scambi interpersonali;
   ah) evidenzia che tra il 2007 e il 2013 l'UE ha erogato all'Indonesia circa 400 milioni di EUR in assistenza allo sviluppo; prende atto che dal 2014 l'Indonesia non potrà più avvalersi del programma indicativo pluriennale (MIP), avendo essa raggiunto lo status di paese a reddito medio-basso, mentre continua a beneficiare del sistema delle preferenze generalizzate (SPG) dell'UE; esorta pertanto l'Indonesia a proseguire l'attuazione delle politiche precedentemente privilegiate e finanziate dai MIP, come quelle riguardanti l'istruzione, il commercio e gli investimenti, l'applicazione della legge e la giustizia, il rafforzamento generale delle capacità nonché il cambiamento climatico; ritiene che la cooperazione bilaterale nell'ambito dell'APC, congiuntamente ai finanziamenti della Banca europea per gli investimenti (BEI) e ai futuri accordi di partenariato economico, svolgeranno un ruolo essenziale nel promuovere tali priorità in Indonesia;
   ai) suggerisce all'Indonesia e all'UE di individuare settori di cooperazione, nel contesto delle disposizioni dell'APC, per attuare e gestire con maggiore efficacia il piano economico generale (MP3EI) dell'Indonesia, attraverso lo scambio di know-how e buone pratiche in materia di partenariati pubblico-privato e, nel quadro degli obblighi dell'Indonesia e di alcuni Stati membri dell'UE verso il G20, a cooperare strettamente per combattere il trasferimento degli utili e l'elusione fiscale e attuare lo scambio automatico di informazioni in materia fiscale;
   aj) esorta l'UE a sostenere, nel quadro dell'APC, gli sforzi dell'Indonesia tesi ad ammodernare la pubblica amministrazione, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo delle capacità per l'elaborazione e l'attuazione delle politiche, il rafforzamento del settore giudiziario e delle autorità incaricate dell'applicazione della legge;
   ak) chiede all'UE e all'Indonesia di cooperare all'attuazione della convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) e di conservare e gestire in maniera sostenibile le risorse naturali e la biodiversità, in particolare le risorse forestali, marine e ittiche; esprime preoccupazione per l'aumento della deforestazione attuata dal settore privato a beneficio delle piantagioni di palma da olio e caucciù e con i rischi associati alla monocoltura;
   al) accoglie con favore la ratifica da parte dell'Indonesia della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e invita l'UE a offrire assistenza per quanto riguarda le riforme istituzionali e di altro tipo che sono necessarie per assicurarne l'osservanza e migliorare la sicurezza marittima nella regione;
   am) accoglie favorevolmente l'APC, che testimonia della crescente importanza dei legami tra l'UE e l'Indonesia e inaugura una nuova era nelle relazioni bilaterali attraverso il rafforzamento della cooperazione politica, economica e settoriale in una vasta gamma di ambiti strategici, agevolando i flussi commerciali e in materia di investimenti, così come gli scambi interpersonali, anche nel contesto delle iniziative UE-ASEAN, rafforzando altresì la cooperazione tra l'Indonesia e l'UE nel dare una risposta alle sfide globali, integrando la cooperazione esistente nel quadro di altre organizzazioni internazionali, in cui sia l'UE che l'Indonesia stanno svolgendo un ruolo sempre più importante; sottolinea che la cooperazione bilaterale e multilaterale può favorire la risoluzione dei conflitti a livello regionale e globale e migliorare l'efficacia nel recupero dei beni della lotta contro il terrorismo, la pirateria, la criminalità organizzata, il riciclaggio di denaro e i paradisi fiscali; plaude pertanto al fatto che tutti gli Stati membri abbiano ratificato l'APC, che era stato firmato nel lontano 2009;

2.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU L 144 del 10.6.1980, pag. 2.
(2) GU C 272 E del 13.11.2003, pag. 476.
(3) GU C 68 E del 18.3.2004, pag. 617.
(4) GU C 87 E del 7.4.2004, pag. 528.
(5) GU C 247 E del 6.10.2005, pag. 147.
(6) GU L 264 dell'8.10.2011, pag. 2.
(7) GU C 33 E del 5.2.2013, pag. 201.
(8) GU C 239 E del 20.8.2013, pag.1.
(9) GU L 154 del 15.6.2012, pag. 1.

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