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Procedura : 2014/2612(RSP)
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RC-B7-0234/2014

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PV 13/03/2014 - 14.16
CRE 13/03/2014 - 14.16

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P7_TA(2014)0252

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Giovedì 13 marzo 2014 - Strasburgo
Priorità dell'UE per la 25a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani
P7_TA(2014)0252RC-B7-0234/2014

Risoluzione del Parlamento europeo del 13 marzo 2014 sulle priorità dell'UE per la 25a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (2014/2612(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nonché le convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e i relativi protocolli opzionali,

–  vista la risoluzione 60/251 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che istituisce il Consiglio per i diritti umani (CDU),

–  viste la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, dell'8 settembre 2000, e le risoluzioni dell'Assemblea generale dell'ONU in materia,

–  viste la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Carta sociale europea e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  visti il quadro strategico dell'UE sui diritti umani e la democrazia e il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia, adottati in occasione della 3179a riunione del Consiglio "Affari esteri" del 25 giugno 2012,

–  vista la sua raccomandazione al Consiglio, del 13 giugno 2012, sul rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani(1),

–  viste le sue precedenti risoluzioni sul Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (CDU) nonché sulle priorità del Parlamento in tale contesto, in particolare quella del 7 febbraio 2013(2),

–  viste le sue risoluzioni urgenti su questioni concernenti i diritti umani,

–  vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2013 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2012 e sulla politica dell'Unione europea in materia(3),

–  viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri", del 10 febbraio 2014, sulle priorità dell'UE nelle sedi delle Nazioni Unite competenti in materia di diritti umani,

–  visti l'articolo 2 e l'articolo 3, paragrafo 5, nonché gli articoli 18, 21, 27 e 47 del trattato sull'Unione europea,

–  viste le prossime sessioni del CDU del 2014, in particolare la 25a sessione ordinaria che si terrà dal 3 al 28 marzo 2014,

–  visto l'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.  considerando che il rispetto, la promozione e la salvaguardia dell'universalità dei diritti umani non solo sono parte integrante dell'acquis etico e giuridico dell'Unione europea, ma costituiscono altresì una delle pietre angolari dell'unità e dell'integrità europee;

B.  considerando che la credibilità dell'UE in seno al CDU sarà rafforzata grazie a una maggiore coerenza tra le sue politiche interne ed esterne in materia di diritti dell'uomo;

C.  considerando che l'UE e i suoi Stati membri dovrebbero non solo ambire a formulare apertamente una posizione comune contro le violazioni dei diritti umani, al fine di ottenere i migliori risultati possibili, ma anche, in tale contesto, continuare a rafforzare la cooperazione migliorando altresì le modalità organizzative e il coordinamento tra gli Stati membri e tra le istituzioni dell'UE;

D.  considerando che il Consiglio "Affari esteri" dell'UE del 10 febbraio 2014 ha fissato le sue priorità in vista della 25a sessione ordinaria del CDU e della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite (terzo comitato); che tra tali priorità figurano Siria, Repubblica popolare democratica di Corea, Iran, Sri Lanka, Myanmar/Birmania, Bielorussia, Repubblica centrafricana, Sud Sudan, Repubblica democratica del Congo, Eritrea, Mali e Sudan; che le priorità tematiche annunciate dal Consiglio "Affari esteri" comprendono: pena di morte, libertà di religione o di credo, diritti delle donne e dei bambini, programma mondiale dopo il 2015, libertà di opinione e di espressione, libertà di associazione e di riunione, cooperazione delle organizzazioni non governative (ONG) con gli organismi delle Nazioni Unite competenti in materia di diritti umani, tortura, questioni LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali), razzismo, popoli indigeni, diritti economici, sociali e culturali, imprese e diritti umani nonché sostegno agli organismi e meccanismi delle Nazioni Unite in materia di diritti umani;

E.  considerando che, il 25 luglio 2012, è stato nominato un rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani il cui ruolo è quello di migliorare l'efficacia e la visibilità della politica dell'UE in materia di diritti umani e di contribuire all'attuazione del quadro strategico e del piano d'azione sui diritti umani e la democrazia;

F.  considerando che, nell'ottobre 2013, si è proceduto all'elezione, effettiva dal 1° gennaio 2014, di 14 nuovi membri del CDU, ossia Algeria, Cina, Cuba, Francia, Maldive, Messico, Marocco, Namibia, Arabia Saudita, Sud Africa, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Vietnam, Russia e Regno Unito; che ora sono nove gli Stati membri dell'UE che fanno parte del CDU;

G.  considerando che il tema prioritario della 58a sessione della Commissione sulla condizione femminile saranno le sfide e i risultati raggiunti nell'attuazione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio per le donne e le ragazze;

H.  considerando che la corruzione nei settori pubblico e privato pone in essere e aggrava disuguaglianze e discriminazioni per quanto riguarda l'equa fruizione dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali; che è dimostrato che gli atti di corruzione e le violazioni dei diritti umani implicano abusi di potere, mancata assunzione di responsabilità e varie forme di discriminazione;

I.  considerando che la ratifica dei due emendamenti di Kampala allo statuto di Roma della Corte penale internazionale (CPI) da parte degli Stati e l'attivazione della giurisdizione della CPI sul reato di aggressione offriranno un ulteriore contributo in vista della fine dell'impunità per chi commette il reato in questione;

1.  accoglie favorevolmente le priorità fissate dal Consiglio in vista della 25a sessione ordinaria del CDU; esorta il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e gli Stati membri a tenere conto delle raccomandazioni del Parlamento in sede di promozione delle priorità dell'UE nell'ambito del CDU;

Attività del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani

2.  riafferma la propria convinzione che le elezioni al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite debbano essere competitive e si dichiara contrario all'organizzazione di elezioni prive di competizione da parte di gruppi regionali; ribadisce l'importanza dei requisiti in materia di impegno e risultati nell'ambito dei diritti dell'uomo, necessari per entrare a far parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite; esorta inoltre gli Stati membri a insistere su detti requisiti in sede di definizione dei candidati per cui intendono votare; sottolinea che i membri del CDU sono tenuti a mantenere i più elevati standard di promozione e tutela dei diritti umani; ribadisce l'importanza di criteri solidi e trasparenti per la reintegrazione dei membri sospesi;

3.  esprime preoccupazione per le violazioni dei diritti umani perpetrate in alcuni dei paesi membri neoeletti del CDU, tra cui Algeria, Cina, Cuba, Marocco, Russia, Arabia Saudita e Vietnam;

4.  considerando che il Kazakhstan è attualmente uno dei 47 membri del CDU, che la situazione dei diritti umani si è ancora deteriorata nel paese dopo la repressione feroce delle forze dell'ordine contro manifestanti pacifici e lavoratori del settore petrolifero, delle loro famiglie e dei loro sostenitori a Zhanaozen il 16 dicembre 2011 che, stando a dati ufficiali, ha causato la morte di 15 persone e il ferimento di più di 100 persone; chiede al CDU di dare esecuzione immediata all'appello di Navi Pillay, Alto Commissario per i diritti umani, effettuando un'inchiesta internazionale indipendente sugli assassinii di lavoratori del settore petrolifero; chiede al Kazakhstan, in qualità di membro del CDU, di garantire i diritti umani, di abrogare l'articolo 164 del suo codice penale sull'"incitamento alla discordia sociale" e di porre fine alla repressione e agli oneri amministrativi contro i media indipendenti, di liberare i prigionieri politici, tra cui l'avvocato dei difensori dei diritti umani Vadim Kuramshin, il militante sindacale Roza Tuletaeva, l'oppositore politico Vladimir Kozlow e di sospendere qualsiasi richiesta di estradizione per gli oppositori politici;

5.  rimane contrario al "voto in blocco" (bloc voting) in seno al CDU; esorta i paesi membri del CDU a mantenere la trasparenza per quanto riguarda i loro voti;

6.  deplora il fatto che il margine di interazione tra la società civile e il CDU sia sempre più esiguo e che le opportunità offerte alle ONG per intervenire in tali sessioni siano minori; esorta l'UE e il CDU a garantire che la società civile possa contribuire quanto più possibile alla 25a sessione del CDU, nonché al processo di revisione periodica universale e ad altri meccanismi delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, senza temere rappresaglie dopo aver fatto ritorno nel paese d'origine; condanna i riferiti atti di rappresaglia ed esorta il SEAE e gli Stati membri a garantire che si indaghi su tali casi in modo sistematico;

7.  elogia l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay per i continui sforzi profusi nel processo di rafforzamento degli organismi previsti dai trattati; ribadisce fermamente il carattere multilaterale degli organismi stessi e pone l'accento sulla necessità di un costante coinvolgimento della società civile nei processi di cui trattasi; sottolinea inoltre che l'indipendenza e l'efficacia degli organismi in questione devono essere mantenute e potenziate;

Questioni specifiche per paese

Siria

8.  ribadisce la sua ferma condanna alle diffuse violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario da parte del regime siriano, compresi tutti gli atti di violenza, le torture sistematiche e le esecuzioni dei prigionieri; condanna tutti gli abusi in materia di diritti umani e le violazioni del diritto internazionale umanitario commessi dai gruppi armati che si oppongono al regime; esprime seria preoccupazione per le gravi ripercussioni dei tre anni di conflitto sulla popolazione civile nonché per il continuo deterioramento della situazione umanitaria nel paese e nella regione; invita tutti i soggetti armati a porre immediatamente fine alle violenze in Siria; sostiene pienamente i recenti cicli negoziali avviati sulla base della dichiarazione di Ginevra, che dovrebbero costituire il primo passo in un processo che condurrà alla soluzione politica e democratica del conflitto, così da agevolare una transizione democratica, guidata dalla Siria stessa, che risponda alle legittime aspirazioni del popolo siriano;

9.  esorta tutte le parti coinvolte nel conflitto, e in particolare il regime siriano, a garantire un accesso transfrontaliero sicuro e incondizionato agli aiuti umanitari inviati dalla comunità internazionale e a mantenere la promessa di consentire a donne e bambini di lasciare le città assediate quali, ad esempio, Homs e il campo profughi di Yarmouk; accoglie con favore la risoluzione 2139 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 22 febbraio 2014, che invita a consentire ai convogli di aiuti umanitari l'accesso in tutto il paese al fine di alleviare le sofferenze della popolazione civile, e chiede una sua rapida attuazione; invita a rilasciare gli attivisti pacifici detenuti dal governo e gli ostaggi civili trattenuti dai gruppi armati;

10.  sottolinea che, alla luce della portata senza precedenti della crisi, è necessario che l'Unione e la comunità internazionale nel suo insieme provvedano in via prioritaria ad alleviare le sofferenze di milioni di siriani che necessitano di beni e servizi di base; ricorda agli Stati membri dell'UE le loro responsabilità umanitarie nei confronti dei rifugiati siriani e osserva che non devono più ripetersi tragedie come quella di Lampedusa; esorta la Commissione e gli Stati membri a fornire aiuti ai rifugiati che fuggono dal conflitto; osserva che, nella sua risoluzione del 9 ottobre 2013, il Parlamento ha incoraggiato gli Stati membri a sopperire alle necessità impellenti assicurando un ingresso sicuro nell'Unione al fine di ammettere temporaneamente i siriani, anche mediante il reinsediamento al di sopra delle quote nazionali esistenti e l'ammissione per motivi umanitari;

11.  ribadisce il suo invito al SEAE e agli Stati membri affinché alla situazione in Siria continui ad essere accordata la massima priorità nel quadro delle Nazioni Unite, in particolare in seno al CDU;

12.  sottolinea che lasciar morire deliberatamente di fame i civili e attaccare le strutture sanitarie è vietato dal diritto internazionale e sarà considerato crimine di guerra; ribadisce l'importanza di garantire la responsabilità a tutti i livelli; elogia in tale contesto l'attività della commissione d'inchiesta indipendente sulla Siria, compresa la sua ultima relazione che sarà discussa in seno al CDU, e invita tale commissione d'inchiesta ad indagare sulle recenti notizie, che comprendono migliaia di fotografie riguardanti casi di tortura che sarebbero stati perpetrati dall'esercito siriano; rinnova l'appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché deferisca la situazione in Siria alla Corte penale internazionale ai fini di un'indagine formale; chiede al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza di intraprendere azioni tangibili in questa direzione;

Egitto

13.  condanna le violazioni dei diritti umani perpetrate in Egitto, tra cui le molestie e la detenzione di giornalisti, attivisti della società civile e dell'opposizione, nonché l'uso eccessivo della forza che ha provocato la morte di un elevato numero di civili, ad esempio in occasione del terzo anniversario della rivoluzione e nei giorni intorno al referendum di gennaio 2013; esorta le autorità egiziane a garantire che si svolgano indagini complete, trasparenti e indipendenti sulla morte dei civili, al fine di chiamare i responsabili a risponderne; condanna il fatto che decine di migliaia di egiziani siano detenuti e repressi, compresi i Fratelli musulmani, descritti come un'organizzazione terroristica, il che ostacola la possibilità di portare avanti il processo di riconciliazione inclusiva necessario alla stabilità e allo sviluppo del paese; invita il CDU a condannare tali violazioni dei diritti umani, a monitorare eventuali indagini condotte e a prendere in considerazione la possibilità di avviare indagini proprie in assenza di progressi da parte delle autorità egiziane; sottolinea l'importanza di aprire tempestivamente un Ufficio regionale dell'Alto commissario per i diritti umani al Cairo, come concordato con le autorità egiziane;

14.  prende atto della nuova costituzione egiziana; osserva il riferimento all'indipendenza delle questioni religiose cristiane ed ebraiche e riconosce i progressi compiuti riguardo alla libertà di religione; valuta positivamente il fatto che la costituzione menzioni un governo civile e l'uguaglianza di tutti i cittadini, prevedendo tra l'altro un miglioramento dei diritti delle donne, la garanzia dei diritti dei bambini, il divieto di tortura in ogni forma o manifestazione, il divieto e la criminalizzazione di qualunque forma di schiavitù, nonché l'impegno a rispettare i trattati internazionali in materia di diritti umani sottoscritti dall'Egitto; deplora fortemente il livello di potere che la costituzione lascia nelle mani dell'esercito e dei tribunali militari;

15.  esprime preoccupazione per il fatto che migliaia di persone, principalmente profughi provenienti da Eritrea e Somalia, tra cui molte donne e bambini, perdano la vita, scompaiano o vengano sequestrate e tenute in ostaggio a scopo di estorsione, vengano torturate, sfruttate a scopo sessuale o uccise ai fini del traffico di organi da parte di trafficanti di esseri umani nella zona del Sinai; ricorda, in tale contesto, che l'articolo 89 della nuova costituzione sancisce che tutte le forme di schiavitù, oppressione, sfruttamento forzato ai danni di esseri umani, il commercio sessuale e altre forme di tratta di esseri umani sono vietati e considerati reato in Egitto;

Libia

16.  invita all'adozione, in occasione della prossima sessione del CDU, di una risoluzione sulla base della relazione dell'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani che rafforzi il mandato di quest'ultimo per monitorare la situazione dei diritti umani e le sfide che la Siria è chiamata ad affrontare nonché riferire al CDU in merito; esprime preoccupazione per le detenzioni illegali legate al conflitto e la pratica della tortura e delle uccisioni extragiudiziali, e accoglie con favore in tale contesto le raccomandazioni della missione di sostegno delle Nazioni Unite sulla tortura; esprime preoccupazione per gli attacchi mirati a coloro che lavorano nell'ambito dei mezzi di informazione e invita a tutelare il pluralismo dei media e la libertà di espressione; esorta a fornire sostegno ai fini della risoluzione del conflitto e della riconciliazione nazionale;

Tunisia

17.  accoglie con favore il fatto che il 26 gennaio 2014 la Tunisia abbia adottato una nuova costituzione, che potrebbe fungere da fonte di ispirazione per i paesi della regione e oltre; incoraggia le autorità tunisine a condurre elezioni inclusive, trasparenti e credibili nel corso di quest'anno;

Marocco

18.  invita il Marocco, in quanto nuovo membro del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, a proseguire i negoziati per una soluzione pacifica e duratura del conflitto del Sahara occidentale, e ribadisce il diritto del popolo saharawi all'autodeterminazione, che dovrebbe essere decisa attraverso un referendum democratico, conformemente alle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite;

Palestina

19.  plaude alla partecipazione della Palestina quale Stato non membro osservatore delle Nazioni Unite a partire dal novembre 2012; ribadisce il suo appoggio in tal senso; prende atto dell'appoggio espresso dall'Unione all'adesione a pieno titolo della Palestina alle Nazioni Unite come elemento di una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese; riafferma che l'UE non accetterà alcun cambiamento dei confini precedenti al 1967, anche riguardo a Gerusalemme, che non sia concordato dalle parti; conviene, a tale proposito, con le conclusioni del Consiglio dell'UE sul processo di pace in Medio Oriente, del 16 dicembre 2013, che deplorano la continua espansione degli insediamenti israeliani, i quali violano il diritto internazionale e costituiscono un ostacolo alla pace; deplora le violazioni dei diritti umani perpetrate dalle autorità palestinesi nonché l'incessante lancio di razzi da Gaza verso Israele;

Israele

20.  si compiace per la ripresa delle relazioni da parte di Israele con il CDU e per l'imminente adozione di una relazione sul secondo ciclo del riesame periodico universale concernente tale paese; invita le autorità israeliane a cooperare con tutte le procedure speciali, compreso il relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nei Territori occupati; appoggia le conclusioni delle relazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite e dell'Alto commissario per i diritti umani in relazione a Israele e ai Territori palestinesi occupati e invita Israele ad applicare le raccomandazioni della missione internazionale d'inchiesta indipendente sulle implicazioni degli insediamenti israeliani per i diritti umani del popolo palestinese; esprime la sua viva preoccupazione per i presunti casi di detenzione per motivi politici di minori in penitenziari israeliani;

Bahrein

21.  esprime preoccupazione per la situazione dei difensori dei diritti umani e degli attivisti dell'opposizione politica in Bahrein; plaude alla dichiarazione sul Bahrein resa nel settembre 2013 in seno al CDU e firmata da tutti gli Stati membri dell'Unione; chiede l'immediato rilascio senza condizioni di tutti i prigionieri di coscienza, attivisti politici, giornalisti, difensori dei diritti umani e manifestanti pacifici; invita gli Stati membri dell'UE ad adoperarsi perché sia adottata, nel corso della prossima sessione del CDU, una risoluzione sulla situazione dei diritti umani in Bahrein incentrata sulla realizzazione degli impegni assunti dal paese nel corso del processo del riesame periodico universale nonché sull'attuazione delle raccomandazioni, comprese quelle relative ai difensori dei diritti umani, formulate dalla commissione d'inchiesta indipendente e accolte con favore dal re del Bahrein;

Arabia Saudita

22.  chiede all'Arabia Saudita, in qualità di membro neoeletto del CDU, di tenere conto delle raccomandazioni della 17a sessione del gruppo di lavoro sul riesame periodico universale che invitano a: porre fine a tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna nella legislazione e nella pratica, consentendo a tutte le donne di partecipare alla società a pieno titolo e su un piano di parità; adottare tutte le misure necessarie per combattere la violenza domestica e garantire che le vittime abbiano accesso a meccanismi di tutela e di ricorso; applicare una legge che vieti tutti i matrimoni precoci e forzati con minori, e che fissi a 18 anni l'età minima legale per il matrimonio; adottare leggi a tutela delle libertà di associazione, espressione, riunione pacifica e religione; imporre una moratoria sulla pena di morte in vista della sua definitiva abolizione; consentire la registrazione di ONG attive nel settore dei diritti umani e ratificare gli strumenti essenziali in materia di diritti dell'uomo;

Iran

23.  plaude alla risoluzione sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica islamica dell'Iran, adottata dal CDU nel marzo 2013, e alla proroga del mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran; riafferma il suo sostegno alla prosecuzione del mandato e invita l'Iran a consentire l'ingresso nel paese del relatore speciale delle Nazioni Unite in quanto fondamentale passo verso l'apertura di un dialogo atto a valutare la situazione dei diritti umani in Iran; ribadisce la sua condanna della pena di morte in Iran e del significativo aumento delle esecuzioni, come testimoniano le 40 impiccagioni eseguite nelle prime due settimane del 2014, nonché della persistente violazione del diritto alla libertà di credo; prende atto dei primi segnali di progresso mostrati dal governo iraniano in merito ai diritti umani, compreso il rilascio di prigionieri politici; invita l'UE e il CDU a continuare a seguire da vicino la situazione dei diritti dell'uomo e a garantire che questi ultimi continuino a costituire una priorità fondamentale in tutte le relazioni con il governo iraniano;

Russia

24.  condanna risolutamente le leggi sugli "agenti stranieri" in Russia in quanto strumento utilizzato per vessare le ONG ricorrendo a incursioni negli uffici, ammende e altri metodi intimidatori; invita l'UE e i suoi Stati membri a mantenere la pressione sulla Russia, sia in seno al CDU che in altre sedi, affinché ponga fine alle evidenti violazioni delle libertà di espressione e di associazione descritte; esprime forti preoccupazioni per le altre violazioni dei diritti umani tuttora perpetrate in Russia, ad esempio la repressione dei mezzi di informazione, le leggi discriminatorie nei confronti delle minoranze sessuali, la violazione del diritto di riunione e la mancanza di una magistratura indipendente;

Bielorussia

25.  ribadisce il proprio appoggio al relatore speciale del CDU sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia; chiede che il mandato del relatore speciale, una volta giunto a scadenza nel giugno 2014, sia prorogato per un altro anno; plaude alla risoluzione sulla Bielorussia adottata nel giugno 2013 e al fatto che si continua a prendere coscienza delle significative violazioni dei diritti umani perpetrate nel paese nonché a riservare attenzione alle stesse; esorta vivamente il SEAE e gli Stati membri a mantenere la pressione sulla Bielorussia per quanto riguarda i diritti umani;

Uzbekistan

26.  plaude al risultato del riesame periodico universale dell'Uzbekistan; giudica deplorevole il perdurante rifiuto del governo dell'Uzbekistan di accogliere le richieste di visita avanzate nel quadro delle procedure speciali del CDU; esorta gli Stati membri ad adoperarsi per creare un meccanismo di controllo specifico a livello di CDU in merito alla situazione dei diritti umani in Uzbekistan;

Repubblica centrafricana

27.  ribadisce la sua profonda preoccupazione per la situazione nella Repubblica centrafricana; invita la comunità internazionale a sostenere con urgenza l'appello umanitario delle Nazioni Unite, i cui finanziamenti sono gravemente insufficienti, e chiede che sia migliorata la situazione della sicurezza al fine di garantire l'accesso all'assistenza umanitaria per la popolazione; auspica che il rapido dispiegamento della missione dell'UE nel quadro della sua politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) contribuisca in futuro a migliorare la situazione in loco; plaude alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2136 (2014), alla risoluzione del CDU, alla sua sessione speciale sulla situazione nella Repubblica centrafricana del 20 gennaio 2014 e alla nomina di un esperto indipendente sulla situazione dei diritti umani nel paese; esorta il nuovo presidente ad interim Samba-Panza ad adoperarsi con ogni mezzo per porre fine alle violenze e placare le tensioni settarie nel paese;

Repubblica democratica del Congo

28.  pone l'accento sull'appello delle Nazioni Unite a continuare a sostenere la parte orientale della Repubblica democratica del Congo, dilaniata dal conflitto, per evitare che quest'ultimo si trasformi in una crisi dimenticata; è seriamente preoccupato per il recente esodo di massa della popolazione nella regione del Katanga; condanna fermamente gli attacchi perpetrati delle forze ribelli nella parte orientale del paese ai danni della popolazione civile, compresi donne e bambini; condanna con decisione il sistematico ricorso allo stupro quale arma di guerra; esprime profonda preoccupazione per l'attuale ricorso al reclutamento di bambini come soldati e ne chiede il disarmo, la riabilitazione e il reinserimento nella società; ritiene che l'accordo quadro per la pace, la sicurezza e la cooperazione della Repubblica democratica del Congo e della regione, promosso dalle Nazioni Unite, continui a rappresentare uno strumento previlegiato per il conseguimento di una pace duratura; plaude alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2136, del 30 gennaio 2014, che proroga l'embargo sulle armi imposto alla Repubblica democratica del Congo;

Eritrea

29.  esorta l'Unione europea e il CDU a mantenere l'attenzione e la vigilanza per quanto riguarda la situazione dei diritti umani in Eritrea, dal momento che sono moltissime le persone fuggite come profughi o emigrate a seguito di gravi violazioni dei diritti dell'uomo; valuta positivamente la risoluzione del CDU, adottata all'unanimità nel giugno 2013, sulla situazione dei diritti umani in Eritrea; elogia la prima relazione del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nel paese; chiede il rinnovo del mandato di tale relatore speciale nel corso della 26a sessione del CDU;

Mali

30.  accoglie con favore la nomina di un esperto indipendente sulla situazione dei diritti umani in Mali, il proseguimento del monitoraggio della situazione dei diritti umani successiva al conflitto e il forte ruolo guida svolto da altri Stati africani per quanto concerne il miglioramento della situazione dei diritti umani nel paese; chiede il rinnovo del mandato dell'esperto indipendente;

Sud Sudan

31.  esprime profonda preoccupazione per la situazione in Sud Sudan, anche per quanto concerne la lotta politica per la guida del paese, che ha provocato un aumento degli scontri etnici e lo sfollamento di oltre 650 000 persone; invita gli Stati membri dell'UE a sollevare la questione in seno al CDU al fine di mantenere tra le priorità dell'agenda internazionale la questione della situazione in Sud Sudan; accoglie con favore l'accordo sulla cessazione delle ostilità firmato il 23 gennaio 2014 ma sottolinea che si tratta solo di un primo passo verso la pace e la riconciliazione; condanna le diffuse violazioni dei diritti umani e gli abusi commessi, sottolineando altresì che i colpevoli devono rispondere dei loro atti; accoglie favorevolmente l'impegno dell'Unione africana nell'istituzione di una commissione d'inchiesta come punto di partenza per la giustizia e la responsabilità, oltre che per la futura riconciliazione;

Sri Lanka

32.   condanna gli incessanti attacchi a danno delle minoranze religiose, così come le vessazioni e le intimidazioni nei confronti di difensori dei diritti umani, avvocati e giornalisti; riconosce i progressi compiuti nella ricostruzione e nell'attuazione di alcune delle raccomandazioni formulate dalla commissione per la riconciliazione e l'esame degli insegnamenti tratti dal passato, ma deplora che il governo dello Sri Lanka ancora non assicuri lo svolgimento di indagini indipendenti e credibili in merito alle violazioni del diritto umanitario e dei diritti umani internazionali perpetrate in precedenza; sostiene con forza la raccomandazione dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani di istituire un meccanismo internazionale d'inchiesta indipendente, il quale contribuirebbe a stabilire la verità qualora i meccanismi d'inchiesta a livello nazionale falliscano;

Myanmar/Birmania

33.  accoglie con favore la risoluzione adottata dal CDU su Myanmar/Birmania, nonché l'incessante lavoro del relatore speciale; invita il CDU a non interrompere ovvero modificare il mandato del relatore speciale fino a quando nel paese non sarà istituito un Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani che disponga di un mandato completo, e invita il Myanmar/Birmania a garantire la prosecuzione dei lavori del comitato di revisione in materia di prigionia per quanto concerne la risoluzione di tutti i casi pendenti e l'abrogazione della controversa legge concernente la libertà di espressione e di associazione (in particolare la legge del 2011 sulle riunioni e i cortei pacifici); condanna gli incessanti episodi di violenza e abuso perpetrati a danno della minoranza rohingya nello Stato di Rakhine e gli attacchi contro le minoranze musulmane e di altre religioni; chiede che vengano effettuate indagini complete, trasparenti e indipendenti in merito a tali violazioni;

Repubblica popolare democratica di Corea

34.  si compiace della proroga prevista per il mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC), della risoluzione approvata all'unanimità nel marzo 2013, nonché della presentazione della relazione a cura della commissione d'inchiesta per i diritti umani nel paese; ribadisce il proprio invito al governo della RPDC a cooperare pienamente con il relatore speciale e ad agevolare la sua visita nel paese; esorta il CDU a tener conto delle raccomandazioni della Commissione internazionale d'inchiesta, rivolgendo particolare attenzione alla necessità di condannare i crimini internazionali commessi nella RPDC, di rafforzare la capacità delle Nazioni Unite di documentare le violazioni dei diritti umani nel paese e di istituire un adeguato meccanismo internazionale volto a garantire la responsabilità per i crimini internazionali perpetrati nella RPDC;

Cambogia, Costa d'Avorio, Haiti, Somalia e Sudan

35.  accoglie positivamente la proroga dei mandati degli esperti indipendenti su Cambogia, Costa d'Avorio, Haiti, Somalia e Sudan; esorta le autorità dei predetti paesi a cooperare pienamente con i titolari dei mandati;

Questioni tematiche

Diritti del fanciullo

36.  si compiace dell'operato del CDU per quanto concerne i diritti del fanciullo, come ad esempio la risoluzione del settembre 2013 sulla mortalità evitabile e la morbilità dei bambini di età inferiore ai cinque anni quali motivi di preoccupazione in tema di diritti umani, nonché del lavoro del Comitato sui diritti del fanciullo; invita gli Stati a ratificare il terzo protocollo facoltativo alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, che permetterà ai minori di presentare le loro denunce al Comitato; plaude alla prossima risoluzione del CDU sui diritti del fanciullo in quanto eccellente esempio di cooperazione tra l'UE e il Gruppo di Stati dell'America Latina e dei Caraibi (GRULAC) in seno alle Nazioni Unite; esprime profonda preoccupazione per i casi di tortura e detenzione di minori segnalati da organizzazioni quali l'UNICEF e Amnesty International; invita le Nazioni Unite a indagare ulteriormente su tali casi e a formulare raccomandazioni sui provvedimenti da adottare;

Donne e ragazze

37.  invita l'UE a prendere attivamente parte alla 58ª sessione della Commissione sulla condizione femminile affinché non si comprometta "l'acquis" della piattaforma d'azione di Pechino nell'ambito delle Nazioni Unite, ad esempio per quanto riguarda tematiche come l'accesso all'istruzione e alla sanità quali diritti umani di base, compresi i diritti sessuali e riproduttivi; condanna fermamente il ricorso, come tattica di guerra, a violenze sessuali contro le donne quali lo stupro di massa, la schiavitù sessuale, la prostituzione forzata, le forme di persecuzione basate sul genere, inclusa la mutilazione genitale femminile, la tratta, i matrimoni precoci e forzati, i delitti d'onore e tutte le altre forme di violenza sessuale di gravità paragonabile; invita nuovamente l'UE e tutti gli Stati membri a firmare e ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica;

Tortura

38.  ribadisce l'importanza della lotta alla tortura e a tutte le altre forme di maltrattamento così come il carattere prioritario che l'UE accorda alla questione, soprattutto per quanto concerne i minori; invita il CDU a cogliere l'opportunità offerta dalla risoluzione annuale sulla tortura per rinnovare il mandato del relatore speciale di altri tre anni e ad assicurare che venga dato effettivamente seguito alle precedenti risoluzioni in tema di tortura; esorta il SEAE, la Commissione e gli Stati membri dell'UE a dimostrare il loro impegno condiviso a eliminare la tortura e a sostenere le vittime, in particolare continuando o iniziando, a seconda dei casi, a dare il loro contributo al Fondo volontario delle Nazioni Unite per le vittime della tortura e al Fondo speciale istituito dal protocollo facoltativo alla Convenzione contro la tortura;

Pena di morte

39.  ribadisce la sua ferma condanna nei confronti del ricorso alla pena di morte e appoggia con forza la moratoria, da considerarsi un passo verso la sua abolizione; invita l'UE, i suoi Stati membri e il CDU a continuare a insistere per un'abolizione della pena capitale a livello mondiale; esorta vivamente i paesi che ancora applicano la pena di morte a pubblicare dati precisi e accurati sul numero di condanne ed esecuzioni;

Libertà di religione o di credo

40.  condanna le continue violazioni del diritto alla libertà di religione e credo nel mondo; ribadisce l'importanza che l'UE attribuisce alla questione; invita gli Stati membri a continuare ad adoperarsi in merito; si compiace del rinnovo del mandato del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo; ribadisce ancora una volta che la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, compresa la libertà di cambiare o di abbandonare la propria religione o il proprio credo, è un diritto umano fondamentale; sottolinea pertanto la necessità di lottare efficacemente contro tutte le forme di discriminazione nei confronti delle minoranze religiose in tutto il mondo;

Diritti delle persone LGBTI

41.  esprime preoccupazione per il recente incremento di leggi e pratiche discriminatorie nonché degli atti di violenza nei confronti degli individui sulla base del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere; invita a un attento monitoraggio della situazione in Nigeria e in Uganda, dove le nuove leggi minacciano seriamente la libertà delle minoranze sessuali; condanna l'introduzione di leggi discriminatorie e la repressione della libertà di parola in Russia; riafferma il suo sostegno all'incessante lavoro dell'Alto commissario per i diritti umani volto a contrastare tali leggi e pratiche discriminatorie, nonché, più in generale, al lavoro delle Nazioni Unite su questo tema; raccomanda la partecipazione attiva degli Stati membri dell'UE, del Consiglio e del SEAE per contrastare i tentativi di mettere in discussione tali diritti;

Discriminazione fondata sulla casta

42.  condanna la discriminazione fondata sulla casta; esprime profonda preoccupazione per le persistenti e diffuse violazioni dei diritti umani in base alla casta e per gli atti di violenza quali, ad esempio, la violenza sessuale nei confronti delle donne appartenenti alle comunità interessate; plaude agli sforzi dell'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e dei titolari del mandato nel quadro delle procedure speciali delle Nazioni Unite volti a combattere questa forma di discriminazione; esorta gli Stati membri dell'UE a promuovere l'approvazione del progetto di principi e orientamenti delle Nazioni Unite per l'efficace eliminazione della discriminazione basata sul lavoro e invita il CDU ad adottare tale quadro di riferimento;

Diritto di riunione pacifica

43.  invita l'UE a sostenere i passi volti a dare seguito alla relazione dell'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulle misure efficaci e le migliori pratiche per garantire la promozione e la tutela dei diritti umani nel contesto delle proteste pacifiche, in particolare appoggiando gli sforzi per sviluppare un quadro giuridico internazionale relativo al diritto di riunione pacifica;

Alloggi

44.  riafferma la sua soddisfazione per l'importanza attribuita dal Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani al diritto all'alloggio; ribadisce inoltre il suo invito all'Unione e agli Stati membri a favorire l'accesso ad alloggi adeguati quale diritto fondamentale;

Acqua e servizi igienico-sanitari

45.  valuta favorevolmente la risoluzione adottata nel settembre 2013 dal Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani sul diritto all'acqua potabile e a strutture igienico-sanitarie sicure e si compiace del lavoro del relatore speciale delle Nazioni Unite su questo tema, segnatamente mediante l'elaborazione di un manuale sulle modalità per applicare il diritto all'acqua potabile e a strutture igienico-sanitarie sicure; invita il SEAE, gli Stati membri dell'UE e il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani a continuare a dare preminenza al diritto dell'uomo all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, un diritto spesso trascurato ma di capitale importanza;

Imprese e diritti umani

46.  sostiene fermamente l'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani; invita l'UE e gli Stati membri ad assumere un ruolo attivo alla settima sessione del gruppo di lavoro delle Nazioni unite sul tema dei diritti umani e delle società transnazionali e altre imprese commerciali, nonché a sostenere gli sforzi tesi ad allineare le rispettive politiche alle linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali e ai principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani; ribadisce la sua richiesta alla Commissione europea affinché questa presenti, entro la fine del 2014, una relazione sull'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani da parte degli Stati membri dell'UE; prende atto della nuova iniziativa per richiedere uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sulle imprese e i diritti umani, da finalizzare all'interno del sistema delle Nazioni unite;

Corruzione e diritti umani

47.  chiede all'UE e agli Stati membri di sostenere l'istituzione di un relatore speciale delle Nazioni Unite sui reati finanziari, la corruzione e i diritti umani;

Sport

48.  si compiace della risoluzione adottata nel settembre 2013 sulla promozione dei diritti umani tramite lo sport e l'ideale olimpico; esprime preoccupazione per la situazione dei lavoratori migranti nel Qatar, soprattutto in relazione ai preparativi della Coppa del mondo del 2022; prende atto dell'iniziativa intrapresa dal Qatar per dare risposta a tale preoccupazione; invita le autorità del Qatar a riformare il diritto del lavoro, ad abrogare la normativa sulla sponsorizzazione (sistema della "kafala") vigente in tutta la regione e a ratificare le pertinenti convenzioni internazionali; sollecita l'UE a provvedere affinché le imprese europee che operano nel settore edilizio nel Qatar non si rendano partecipi delle violazioni dei diritti umani di cui sono vittime i lavoratori migranti; sottolinea l'importanza di monitorare tutti i principali eventi sportivi e la loro interazione con i diritti umani, come ad esempio le Olimpiadi invernali di Soči, in Russia, del febbraio 2014 e la continua repressione della libertà di riunione e dei diritti delle minoranze sessuali, nonché la prossima Coppa del mondo in Brasile, dove sono segnalati sfratti e sfollamenti della popolazione in tutto il paese;

Utilizzo di droni armati

49.  è preoccupato per le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale rappresentate dalle uccisioni mirate illegali perpetrate mediante droni armati, che hanno provocato tra la popolazione civile un numero imprecisato di morti, feriti gravi o traumatizzati al di fuori delle zone dichiarate di conflitto; sostiene gli sforzi messi in atto nel quadro delle pertinenti procedure speciali delle Nazioni Unite per promuovere un utilizzo trasparente e responsabile dei droni armati da parte degli Stati, in linea con il quadro giuridico internazionale istituito; invita l'UE, gli Stati membri e il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani a continuare a sostenere le indagini sulle uccisioni mirate illegali e a dare seguito alle raccomandazioni formulate dai relatori speciali delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, sulla lotta al terrorismo e sui diritti umani;

Corte penale internazionale

50.   riconferma il suo pieno sostegno alla Corte penale internazionale e rimane vigile nei confronti di eventuali tentativi di sminuirne la legittimità; chiede all'Unione europea di definire attivamente la propria posizione in merito al reato di aggressione e agli emendamenti di Kampala;

Riesame periodico universale

51.  riafferma l'importanza dell'universalità del riesame periodico universale (UPR), nell'ottica di pervenire alla conoscenza approfondita della situazione dei diritti umani in tutti gli Stati membri delle Nazioni unite, e ribadisce la costante importanza di questo secondo ciclo di riesame, focalizzato sull'attuazione delle raccomandazioni accettate durante il primo ciclo; rinnova tuttavia l'invito a riprendere in considerazione, nel prosieguo del processo di riesame periodico universale, le raccomandazioni che non erano state accettate dagli Stati durante il primo ciclo;

52.  invita gli Stati membri dell'UE che partecipano ai dialoghi interattivi dell'UPR a presentare raccomandazioni che siano specifiche e misurabili, al fine di migliorare la qualità del seguito e dell'attuazione delle raccomandazioni accettate; sottolinea che è importante che la Commissione e gli Stati membri dell'UE offrano assistenza tecnica per aiutare gli Stati sottoposti a riesame ad attuare le raccomandazioni e a presentare aggiornamenti intermedi, onde contribuire a migliorare l'attuazione;

53.  sottolinea la necessità di includere sistematicamente le raccomandazioni dell'UPR nei dialoghi e nelle consultazioni dell'Unione in materia di diritti umani, come pure nelle sue strategie nazionali in materia di diritti umani; ribadisce il proprio monito affinché il Parlamento faccia riferimento a tali raccomandazioni nel quadro delle visite delle sue stesse delegazioni ai paesi terzi;

54.  accoglie con soddisfazione tutti i provvedimenti che permettono la piena partecipazione al processo UPR da parte di un ampio ventaglio di soggetti interessati, tra cui la società civile; sottolinea l'importanza che il SEAE e gli Stati membri richiamino l'attenzione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla questione allarmante dello spazio sempre più esiguo concesso alle ONG in diversi paesi del mondo;

Procedure speciali

55.  ribadisce il suo fermo sostegno alle procedure speciali e sottolinea la fondamentale importanza dell'indipendenza di tali mandati; esorta tutti gli Stati delle Nazioni Unite a cooperare pienamente con le procedure speciali, anche ricevendo i titolari dei mandati in visita nei singoli paesi, rispondendo alle loro richieste urgenti di intervento e in relazione alle denunce di violazioni, nonché garantendo un seguito adeguato alle loro raccomandazioni; sostiene la dichiarazione rilasciata il 10 dicembre 2013 dai 72 esperti in materia di procedure speciali ed esprime preoccupazione per il fatto che la mancata cooperazione da parte degli Stati con le procedure speciali limiti la loro capacità di esercitare il mandato;

56.  condanna fermamente qualsiasi forma di rappresaglia nei confronti dei difensori e degli attivisti per i diritti umani che collaborano nell'ambito del processo UPR e delle procedure speciali, in particolare per quanto riguarda la Cina; invita il CDU a verificare le notizie secondo cui un attivista cinese, Cao Shunli, che promuoveva il coinvolgimento della società civile nell'UPR, sarebbe detenuto dal 14 settembre 2013; esorta il presidente del CDU a seguire attivamente la questione e altri casi analoghi e sollecita tutti gli Stati a fornire una tutela adeguata da simili intimidazioni; sottolinea che atti del genere compromettono l'intero sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite;

Partecipazione dell'Unione europea

57.  ribadisce l'importanza che l'Unione europea partecipi attivamente a tutti i meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti umani, tra cui il CDU; incoraggia gli Stati membri dell'Unione ad agire in tal senso, copatrocinando risoluzioni e facendosene promotori, partecipando attivamente a dibattiti e a dialoghi interattivi e rilasciando dichiarazioni; sostiene con forza la prassi sempre più comune dell'Unione di ricorrere a iniziative transregionali;

58.  ribadisce l'importanza di integrare i lavori in atto a Ginevra nell'ambito del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani nelle pertinenti attività interne ed esterne dell'Unione, tra cui quelle del Parlamento, quali ad esempio le delegazioni di commissione e interparlamentari, nonché i contributi dei relatori speciali delle Nazioni Unite alle riunioni delle commissioni;

59.  incoraggia il rappresentante speciale dell'Unione europea a migliorare l'efficacia, la coerenza e la visibilità della politica unionale in materia di diritti umani nel contesto del CDU, nonché a instaurare una stretta cooperazione con l'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani e con le procedure speciali; deplora l'assenza del VP/AR alle sessioni di alto livello del CDU;

60.  sottolinea ancora una volta l'importanza di un coordinamento e di una cooperazione efficaci tra il SEAE, la Commissione e gli Stati membri dell'UE in materia di diritti umani; incoraggia il SEAE, in particolare tramite le delegazioni dell'Unione a Ginevra e a New York, a rafforzare la coerenza dell’UE mediante consultazioni tempestive e concrete nonché ad esprimersi "con una sola voce";

61.  sottolinea l'importanza che gli Stati membri dell'UE sostengano il CDU, collaborando al conseguimento dell'indivisibilità e dell'universalità dei diritti umani e, in particolare, ratificando tutti gli strumenti internazionali per i diritti umani posti in essere da tale organismo; si rammarica nuovamente che nessuno Stato membro dell'UE abbia ratificato la Convenzione sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie; ribadisce che numerosi Stati membri non hanno ancora adottato e/o ratificato la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, il protocollo facoltativo alla Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, né il protocollo facoltativo al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali; rinnova il proprio invito a tutti gli Stati membri a ratificare le convenzioni e i protocolli in parola; sottolinea l'importanza che gli Stati membri presentino in tempo utile le loro relazioni periodiche agli organi di vigilanza delle Nazioni Unite; chiede all'Unione europea di definire attivamente la propria posizione in merito al reato di aggressione e agli emendamenti di Kampala;

62.  ribadisce l'importanza del continuo sostegno dell'Unione all'indipendenza dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) onde garantire che possa continuare a svolgere i propri compiti con efficacia e imparzialità; sottolinea che, ai fini dell'imparzialità e del corretto funzionamento dell'OHCHR, è indispensabile dotarlo di risorse finanziarie sufficienti, vista in particolare l'attuale necessità di aprire nuove sedi regionali dell'OHCHR in risposta a situazioni di crisi; pone in evidenza l'importanza di garantire finanziamenti sufficienti per coprire la crescente mole di lavoro degli organismi previsti dal trattato; invita l'Unione europea ad assumere un ruolo guida nel garantire l'efficace funzionamento del sistema dei citati organismi, anche in termini di adeguatezza dei finanziamenti;

63.  ribadisce che la tutela dei difensori dei diritti umani è una priorità fondamentale della politica dell'Unione in materia di diritti umani; apprezza pertanto il sostegno pratico e finanziario destinato alla protezione urgente e all'assistenza a favore dei difensori dei diritti umani nel quadro dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR);

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64.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al presidente della 68ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, al presidente del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e al gruppo di lavoro UE-ONU istituito dalla commissione per gli affari esteri.

(1) GU C 332 E del 15.11.2013, pag. 114.
(2) Testi approvati, P7_TA(2013)0055.
(3) Testi approvati, P7_TA(2013)0575.

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