Risoluzione del Parlamento europeo del 17 luglio 2014 sull'occupazione giovanile (2014/2713(RSP))
Il Parlamento europeo,
– vista la sua posizione dell'8 settembre 2010 sulla proposta di decisione del Consiglio sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione – Parte II degli orientamenti integrati di Europa 2020 (COM(2010)0193 – C7-0111/2010 – 2010/0115(NLE))(1),
– vista la comunicazione della Commissione, del 20 dicembre 2011, sull'iniziativa "Opportunità per i giovani" (Youth Opportunities Initiative) (COM(2011)0933),
– viste le conclusioni adottate dal Consiglio il 17 giugno 2011 a Lussemburgo sulla promozione dell'occupazione giovanile ai fini della realizzazione degli obiettivi di Europa 2020,
– vista la comunicazione della Commissione sull'attuazione dell'iniziativa "Opportunità per i giovani" (COM(2012)0727),
– vista la proposta di raccomandazione del Consiglio sull'istituzione di una garanzia per i giovani, presentata dalla Commissione il 5 dicembre 2012 (COM(2012)0729),
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 7 febbraio 2013 su un'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile,
– vista la raccomandazione del Consiglio del 22 aprile 2013 sull'istituzione di una garanzia per i giovani,
– vista la sua risoluzione dell'11 settembre 2013 sulla lotta alla disoccupazione giovanile: possibili vie d'uscita(2),
– vista la sua risoluzione del 16 gennaio 2014 sul rispetto del diritto fondamentale alla libera circolazione all'interno dell'UE(3),
– vista la sua posizione del 16 aprile 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio su una cooperazione rafforzata tra i servizi pubblici per l'impiego (SPI) (COM(2013)0430 – C7-0177/2013 – 2013/0202(COD))(4),
– vista la sua risoluzione del 6 luglio 2010 sulla promozione dell'accesso dei giovani al mercato del lavoro e il rafforzamento dello statuto dei tirocinanti e degli apprendisti(5),
– vista la comunicazione della Commissione sull'attuazione dell'iniziativa "Opportunità per i giovani" (COM(2012)0727),
– vista la sua risoluzione del 16 gennaio 2013 su una garanzia per i giovani(6),
– visto l'articolo 123, paragrafi 2 e 4, del regolamento,
A. considerando che la disoccupazione rappresenta una delle principali cause di disuguaglianza, che i tassi di disoccupazione giovanile hanno raggiunto livelli senza precedenti, attestandosi in media al 23% nell'intera UE, e che la disoccupazione giovanile colpisce in modo disuguale l'Unione, dato che in taluni Stati membri il tasso di disoccupazione tra i giovani di età compresa fra i 16 e i 25 anni è superiore al 50%;
B. considerando che, nel marzo 2014, nell'UE a 28 i giovani disoccupati (al di sotto dei 25 anni) erano 5,340 milioni, di cui 3,426 milioni nell'area dell'euro;
C. considerando che le cause della disoccupazione giovanile variano da uno Stato membro all'altro e possono essere legate a problemi strutturali delle nostre economie che incidono sui mercati del lavoro; che le situazioni e i problemi che i giovani si trovano ad affrontare non sono uniformi e che alcuni gruppi sono colpiti in misura sproporzionata e necessitano di soluzioni su misura;
D. considerando che la situazione del mercato del lavoro è particolarmente critica per i giovani, indipendentemente dal loro livello di istruzione, dal momento che si ritrovano spesso disoccupati o con contratti di lavoro molto precari, ricevono retribuzioni più basse e beneficiano di un livello di protezione sociale inferiore oppure sono costretti ad accettare contratti di lavoro precari o tirocini non retribuiti;
E. considerando che una garanzia per i giovani contribuirebbe al conseguimento di tre degli obiettivi della strategia Europa 2020, ossia che il 75% della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni abbia un lavoro, che i tassi di abbandono scolastico precoce siano inferiori al 10% e che almeno 20 milioni di persone possano uscire da situazioni di povertà ed esclusione sociale;
F. considerando che 7,5 milioni di giovani europei tra i 15 e i 24 anni non hanno un'occupazione, né seguono un corso di studi o una formazione (i cosiddetti NEET) e che nell'UE a 28 il 29,7% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, nel 2012, era a rischio di povertà o di esclusione sociale(7);
G. considerando che, in virtù dell'accento posto sulle competenze pratiche, il sistema duale di formazione professionale così come i corsi di laurea che combinano formazione accademica e professionale esistenti in taluni Stati membri hanno dato prova della loro efficacia, in particolare durante la crisi, mantenendo più bassi i livelli di disoccupazione tra i giovani grazie al rafforzamento dell'occupabilità di questi ultimi;
H. considerando che l'attuale limite di età della garanzia per i giovani, fissato a 25 anni, è insufficiente in quanto non tiene conto dei 6,8 milioni di NEET che hanno tra i 25 e i 30 anni;
I. considerando che le PMI hanno un potenziale significativo in termini di creazione di posti di lavoro e svolgono un ruolo cruciale nella transizione verso una nuova economia sostenibile;
J. considerando che il numero di lavoratori che si trasferiscono da uno Stato membro all'altro è salito dai 4,7 milioni del 2005 a 8 milioni nel 2008, ma che, in termini percentuali, si tratta di un aumento dal 2,1% al 3,3% del totale della forza lavoro;
K. considerando che gli Stati membri sono chiamati a svolgere un ruolo fondamentale nella lotta alla disoccupazione giovanile, anche mediante il sostegno economico di strumenti finanziati dall'UE quali il Fondo sociale europeo, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, il programma per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI) e la garanzia per i giovani per il periodo di programmazione 2014-2020;
L. considerando che l'Unione europea ha stanziato 6 miliardi di euro per promuovere l'occupazione delle persone di età inferiore ai 25 anni;
M. considerando che le cause della disoccupazione giovanile non possono essere ridotte allo squilibrio tra domanda e offerta di competenze, dal momento che sono legate a questioni come la mancanza di nuovi posti di lavoro dovuta al processo di deindustrializzazione dell'Europa, all'esternalizzazione e alla speculazione, e che tale situazione è stata aggravata dalla crisi e dalle politiche di austerità; che l'istruzione e la formazione da sole non bastano a risolvere il problema della disoccupazione giovanile;
N. considerando che eventuali misure o programmi volti ad incentivare l'occupazione giovanile dovrebbero prevedere la consultazione e/o la collaborazione di tutte le parti interessate ai rispettivi livelli, in particolare delle parti sociali e delle organizzazioni giovanili;
O. considerando che 20,7 milioni di PMI garantiscono oltre il 67% dell'occupazione del settore privato nell'UE, di cui il 30% è attribuibile alle microimprese;
P. considerando che le PMI e le microimprese dispongono di un enorme potenziale in termini di creazione di posti di lavoro, dato che assorbono l'85% del totale dei posti di lavoro di nuova creazione;
Garanzia per i giovani - Occupazione giovanile
1. avverte che nell'Unione non vi sarà una forte crescita economica sostenibile a meno che non vengano ridotte le disuguaglianze, e rammenta che il primo passo in tal senso consiste nella riduzione della disoccupazione, soprattutto quella giovanile, e della povertà;
2. chiede un monitoraggio efficace dell'attuazione della garanzia per i giovani; invita la Commissione a seguire attentamente le sfide individuate nelle raccomandazioni specifiche per paese del 2014 per quanto riguarda la qualità delle offerte e la mancanza di azioni attive di coinvolgimento dei giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione, nonché la capacità amministrativa dei servizi pubblici di collocamento e l'assenza di un'interazione efficace con tutti i partner interessati, individuando nel contempo prassi eccellenti che potrebbero fungere da riferimento per il miglioramento dei programmi; chiede maggiore trasparenza in sede di monitoraggio dell'attuazione nonché maggiore ambizione nel trattare con gli Stati membri che non registrano progressi in tal senso;
3. invita la Commissione a proporre un quadro normativo europeo che preveda l'introduzione di norme minime per l'attuazione delle garanzie per i giovani, tra cui la qualità dei tirocini, una retribuzione dignitosa per i giovani e l'accesso ai servizi per l'occupazione, e che includa anche i giovani di età compresa tra i 25 e i 30 anni, nel caso in cui gli Stati membri non osservino le attuali raccomandazioni sulle garanzie per i giovani;
4. chiede che la riduzione della disoccupazione giovanile sia dichiarata un obiettivo a sé stante nel quadro del semestre europeo; chiede altresì l'inclusione di provvedimenti destinati a combattere la disoccupazione giovanile nelle raccomandazioni specifiche per paese e nei programmi nazionali di riforma; invita la Commissione a seguire e a riesaminare attentamente l'introduzione di simili misure e chiede il pieno coinvolgimento del Parlamento europeo al riguardo nell'ambito del processo del semestre europeo;
5. invita la Commissione ad accelerare l'attuazione dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile e a pubblicare entro la fine del 2014 una comunicazione sulle modalità seguite al riguardo;
6. incoraggia gli Stati membri a valutare la possibilità di estendere la garanzia per i giovani a coloro che hanno massimo 30 anni d'età;
7. sottolinea la necessità di una politica per il mercato del lavoro attiva, globale e integrata, con provvedimenti specifici per i giovani;
8. esorta gli Stati membri ad adottare misure risolute per combattere la disoccupazione giovanile, in particolare attraverso iniziative di prevenzione dell'abbandono precoce degli studi o promuovendo programmi di formazione e apprendistato (realizzando, ad esempio, un sistema di formazione duale o altre formule altrettanto efficaci), a elaborare strategie globali per i giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (NEET) nonché ad attuare pienamente i sistemi nazionali di garanzia per i giovani;
9. sottolinea che l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile non dovrebbe impedire agli Stati membri di utilizzare il Fondo sociale europeo per finanziare progetti più ampi connessi ai giovani, in particolare nell'ambito della povertà e dell'inclusione sociale; invita la Commissione a monitorare l'impiego dei fondi del FES a favore di progetti nell'ambito della gioventù;
10. crede fermamente che i finanziamenti dell'UE, in particolare quelli nel quadro dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (YEI), non dovrebbero essere utilizzati per sostituire approcci nazionali bensì per fornire sostegno supplementare ai giovani in modo tale da integrare e valorizzare i programmi nazionali in base a quanto stabilito dagli Stati membri;
11. ritiene che i programmi dell'UE debbano prevedere un'adeguata flessibilità per consentire agli Stati membri di offrire un sostegno personalizzato in linea con le esigenze locali, per garantire che le risorse vengano destinate alle zone con ì più alti tassi di disoccupazione giovanile e con maggiori esigenze di finanziamento, senza transigere sugli audit e sui controlli;
12. sottolinea che l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile non dovrebbe impedire agli Stati membri di avvalersi di altri programmi dell'UE, anche, ad esempio, nell'ambito del Fondo sociale europeo o di Erasmus+, al fine di finanziare progetti di più ampia portata connessi ai giovani, in particolare per quanto riguarda l'imprenditoria, la povertà e l'inclusione sociale dei giovani; sottolinea l'importanza che gli Stati membri predispongano i necessari cofinanziamenti a tal fine; invita la Commissione a monitorare l'impiego dei fondi del FES a favore di progetti nell'ambito della gioventù;
Istruzione e formazione professionale
13. ricorda che i 6 miliardi di EUR destinati all'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile non sono sufficienti per contrastare durevolmente la disoccupazione dei giovani; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri ad annettere priorità alla garanzia per i giovani e a incrementarne la dotazione finanziaria per l'intero periodo 2014-2020 in sede di decisione sulla revisione postelettorale obbligatoria del QFP 2014-2020, prevista al più tardi entro la fine del 2016;
14. chiede agli Stati membri di porre in essere o migliorare i sistemi di istruzione e formazione professionale; sottolinea che, per migliorare il passaggio della scuola al mondo del lavoro, è opportuno creare un quadro europeo per l'istruzione duale basato sulle migliori prassi del settore; propone inoltre il ricorso a sistemi di inserimento in tutta l'Unione europea, che permettano ai neolaureati e a chi ha già seguito corsi di formazione professionale di acquisire esperienza lavorativa e di essere assunti dalle aziende per un periodo di 6-12 mesi allo scopo di risolvere un problema specifico incentrato sull'innovazione e sullo sviluppo;
15. esorta gli Stati membri ad attuare misure incisive per contrastare la disoccupazione giovanile e l'esclusione precoce dal mercato del lavoro, in particolare mediante iniziative volte a prevenire l'abbandono precoce degli studi o dei programmi di formazione e apprendistato (ad esempio istituendo un sistema di formazione duale o altre formule altrettanto efficaci);
16. invita gli Stati membri a riformare, in particolare, le norme in materia di istruzione e formazione dei giovani, al fine di accrescere in modo significativo le opportunità di occupazione e di vita a loro disposizione;
17. invita la Commissione e gli Stati membri a migliorare ulteriormente la trasparenza e il riconoscimento delle qualifiche all'interno dell'Unione, in particolare mediante il sistema europeo di crediti per l'istruzione e la formazione professionale, Europass e il quadro europeo delle qualifiche;
18. sottolinea l'importanza per i giovani di acquisire competenze trasversali, come le competenze nel campo delle TIC, quelle di leadership, di pensiero critico e linguistiche, anche studiando all'estero, allo scopo di migliorare le loro prospettive e la loro capacità di adattarsi ai futuri sviluppi del mercato del lavoro nonché la loro partecipazione attiva alla società;
19. invita gli Stati membri a concentrare l'attenzione sui settori a elevato potenziale in termini di crescita e creazione di posti di lavoro e ad adottare provvedimenti per privilegiare, nei rispettivi programmi di insegnamento, i settori delle scienze, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica, così da rispondere ai previsti sviluppi futuri del mercato del lavoro, conformemente alla necessità di passare a un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse;
20. invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere le nuove forme di economia, in particolare l'imprenditoria sociale, il coworking e il crowdsourcing, nonché a garantire misure di sostegno alla costituzione di cooperative giovanili e start-up sociali;
21. invita gli Stati membri a promuovere politiche favorevoli alla crescita e invita a intervenire a livello di UE con una strategia di crescita europea nell'ambito della quale saranno creati posti di lavoro sostenibili grazie agli investimenti e agli sviluppi in settori chiave quali il mercato digitale, il mercato delle telecomunicazioni e una politica energetica comune;
22. si rammarica per il fatto che le priorità del Consiglio, pubblicate dal Consiglio europeo il 27 giugno 2014 sotto forma di calendario strategico per l'UE e per la nuova Commissione europea, non includano misure o investimenti mirati per facilitare la creazione di posti di lavoro di qualità per i giovani;
23. sottolinea che per realizzare gli obiettivi della garanzia per i giovani sono necessarie riforme strategiche affinché il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro riesca più agevolmente;
24. esorta gli Stati membri a potenziare e rispettivamente riformare le proprie agenzie di collocamento;
25. sottolinea che, date le previsioni di mutazioni rapide del mercato del lavoro, occorrono oggi più che mai ingenti investimenti nell'istruzione e nella formazione; evidenzia che le politiche in materia di competenze non devono essere considerate semplici strumenti per rispondere alle necessità del mercato del lavoro ma devono riconoscere altresì le competenze acquisite attraverso l'istruzione non formale, promuovere l'attuazione di politiche di apprendimento continuo e rientrare, in ultima analisi, in un approccio olistico all'istruzione;
26. chiede alla Commissione e alle agenzie quali Eurfound e Cedefop di analizzare gli attuali sistemi duali di formazione professionale (scuola/lavoro) e di condividere tali informazioni con altri Stati membri interessati a tali sistemi su base volontaria, senza abbassare gli standard di istruzione esistenti;
27. riconosce il ruolo della famiglia quale sistema di sostegno efficace per i giovani che affrontano la disoccupazione, la povertà e l'esclusione sociale;
28. esorta gli Stati membri a potenziare la formazione professionale, l'orientamento, l'apprendistato e i tirocini e a eliminare gli ostacoli esistenti al riguardo a livello transfrontaliero, al fine di coniugare meglio la domanda e l'offerta di opportunità di formazione sul lavoro per i giovani, migliorando in tal modo la mobilità e l'occupabilità, specialmente nelle regioni di confine;
29. valuta positivamente la raccomandazione del Consiglio relativa a un quadro di qualità per i tirocini, adottata il 10 marzo 2014, invita gli Stati membri a darle attuazione senza indugi a vantaggio dei suoi destinatari e sottolinea che i programmi degli Stati membri volti a promuovere e offrire tirocini possono beneficiare del sostegno finanziario dei Fondi europei;
Un nuovo contesto per l'occupazione
30. sottolinea la necessità che l'Europa crei un contesto favorevole alle PMI, tra cui la predisposizione delle condizioni finanziarie e giuridiche più idonee per le start-up, dal momento che nel 2012 i posti di lavoro nelle PMI rappresentavano complessivamente il 66,5% di tutti i posti di lavoro in Europa(8);
31. ribadisce l'esigenza di assicurare una formazione e un accesso capillari e agevoli a Internet e alle informazioni online, nonché alle competenze digitali; invita gli Stati membri, in linea con gli obiettivi dell'agenda digitale, a incoraggiare e agevolare la digitalizzazione dei servizi e delle opportunità formative per i giovani nell'ottica di permettere a questi ultimi di accedere alle professioni digitali;
32. sottolinea la recente tendenza delle imprese a far rientrare la produzione e i servizi in Europa e le opportunità che ciò comporta per la creazione di posti di lavoro, soprattutto per i giovani; ritiene che le economie dell'UE si trovino dinanzi a un'opportunità unica per accelerare questa tendenza al rimpatrio;
33. insiste sulla necessità di una reindustrializzazione dell'Europa sulla base di una strategia coerente, la cui attuazione promuoverà e agevolerà politiche favorevoli alla crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro;
34. esorta gli Stati membri ad associare le politiche a favore dell'occupazione giovanile a contratti di lavoro sostenibili e di qualità, al fine di far fronte alla crescente sottoccupazione e precarietà strutturale;
35. invita gli Stati membri a garantire che i giovani possano accedere a posti di lavoro di qualità che rispettino i loro diritti, tra cui il diritto alla stabilità e alla sicurezza, grazie a un'occupazione che garantisca una retribuzione decorosa e protezione sociale, e che permettano una vita dignitosa e autonoma, con l'obiettivo di tutelare i giovani lavoratori dalla discriminazione e dallo sfruttamento;
36. ritiene che i giovani imprenditori e le PMI orientate alla crescita siano i necessari promotori dell'innovazione e della creazione di posti di lavoro;
37. ritiene che le imprese potranno creare più posti di lavoro e assumere più persone soltanto se il contesto economico favorisce la crescita e se possono disporre di una forza lavoro qualificata;
38. esorta la Commissione e gli Stati membri ad adottare un approccio alla gioventù e all'occupazione fondato sui diritti; sottolinea che, soprattutto in periodi di crisi, non deve essere compromesso l'aspetto qualitativo del lavoro per i giovani e che le norme fondamentali del lavoro, così come altri parametri inerenti alla qualità del lavoro, quali l'orario di lavoro, la previdenza sociale e la sicurezza e la salute sul lavoro, devono essere al centro degli sforzi intrapresi; sottolinea altresì la necessità di porre fine alla discriminazione per motivi di età;
39. sottolinea l'importanza di riconoscere e rispettare i diversi sistemi sociali ed economici vigenti nei vari Stati membri;
40. invita gli Stati membri e la Commissione a sostenere e promuovere i meccanismi di mobilità, in particolare la rete EURES, che agevolano la ricerca di lavoro in altri Stati membri;
41. invita gli Stati membri ad avvalersi pienamente dei servizi pubblici per l'impiego (SPI) per bilanciare tra i vari Stati membri l'offerta e la domanda di lavoro e le qualifiche richieste;
42. invita la Commissione ad appoggiare le iniziative del settore privato e altre forme di cooperazione con lo stesso nell'ambito della lotta contro la disoccupazione giovanile;
43. invita la Commissione ad assumere un ruolo guida con un'iniziativa per la reindustrializzazione dell'Europa che rafforzi la competitività dell'industria senza imporre alle imprese oneri normativi eccessivi e che agevoli la creazione di posti di lavoro, contrasti la disoccupazione e allarghi il ventaglio di opportunità per i giovani di avviare una propria attività o di trovare lavoro;
44. raccomanda che qualsiasi futura valutazione da parte della Commissione europea dei pertinenti programmi nel quadro dell'FSE in materia di occupazione giovanile guardi oltre al costo e al numero di partecipanti e consideri l'impatto sul mercato del lavoro giovanile in termini reali nel lungo periodo, nonché esamini in via prioritaria come e perché le varie azioni danno esiti positivi;
45. invita gli Stati membri a eliminare le inutili formalità amministrative e burocratiche per i lavoratori autonomi, le piccole imprese e le PMI, a varare politiche fiscali agevolate, a creare un contesto più propizio agli investimenti privati e a rivedere le leggi fallimentari eccessivamente punitive nell'ambito della lotta alla disoccupazione; osserva che le PMI rappresentano una quota significativa dell'economia europea e che esse possono essere uno dei fattori chiave per garantire una ripresa rapida e sostenibile dalla crisi economica e per creare nuovi posti di lavoro, anche per i giovani;
46. invita gli Stati membri migliorare la cooperazione tra le imprese e il settore dell'istruzione a tutti i livelli, allo scopo di meglio collegare i piani di studi alle esigenze del mercato del lavoro;
47. sottolinea che l'economia europea necessita di sforzi volti a rafforzare, invece di limitare, la libera circolazione e la mobilità dei lavoratori all'interno dell'Unione e invita gli Stati membri ad assicurare la libera circolazione di tutti i cittadini e i lavoratori onde consentire lo sviluppo di un vero e proprio mercato del lavoro dell'Unione, eliminare le strozzature e permettere ai lavoratori dell'UE di spostarsi verso zone in cui le loro competenze sono richieste; sottolinea che la libertà di circolazione è un diritto fondamentale e che i giovani dovrebbero avere anche la possibilità di beneficiare di opportunità di lavoro nelle loro comunità di origine;
48. invita gli Stati membri a prestare particolare attenzione all'alto tasso di disoccupazione fra i giovani appartenenti a categorie svantaggiate, dando priorità all'accesso e all'integrazione nel mercato del lavoro e all'inclusione delle politiche in proposito nelle altre politiche, poiché il lavoro è la chiave per un'integrazione riuscita;
49. ritiene che gli Stati membri debbano soddisfare le esigenze specifiche dei giovani disabili fornendo loro strumenti adeguati e servizi di sostegno, al fine di creare un ambiente paritario e aumentare attivamente la loro occupabilità sul mercato del lavoro e nei settori dell'istruzione e della formazione;
50. sottolinea l'importanza di puntare a stimolare l'imprenditorialità, in particolare tra i giovani e i laureati, promuovendo tirocini per laureati e il loro collocamento presso imprese di piccole dimensioni e microimprese, al fine di rafforzare l'esperienza dei giovani nel mondo dell'impresa e aumentare la loro consapevolezza circa le opportunità e la capacità per l'avvio di attività in proprio;
51. sottolinea che, date le incidenze della crisi sui giovani, gli Stati membri devono dar prova di un maggiore impegno e garantire un monitoraggio più sistematico per migliorare la situazione dei giovani; invita gli Stati membri, in tale contesto, ad affrontare il problema della disoccupazione giovanile durante il prossimo Consiglio informale "Occupazione, politica sociale, salute e consumatori (EPSCO)" che si terrà il 17 e il 18 luglio 2014 a Milano e chiede loro di rispondere con azioni e politiche, anziché dichiarazioni;
o o o
52. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio.