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Testi approvati
Martedì 25 novembre 2014 - Strasburgo
Protocollo riguardante alcuni aspetti inerenti al materiale rotabile ferroviario ***
 Convenzione dell'Aia del 30 giugno 2005 sugli accordi di scelta del foro ***
 Mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione: domanda EGF/2014/008 FI/STX Rauma - Finlandia
 Mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione: domanda EGF/2014/005 FR/GAD – Francia
 Richiesta di un parere della Corte di giustizia sulla compatibilità con i trattati dell'accordo tra il Canada e l'Unione europea sul trasferimento e sul trattamento dei dati del codice di prenotazione (PNR)
 L'UE e il quadro di sviluppo globale dopo il 2015
 Aspetti occupazionali e sociali della strategia UE 2020

Protocollo riguardante alcuni aspetti inerenti al materiale rotabile ferroviario ***
PDF 199kWORD 48k
Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 25 novembre 2014 sul progetto di decisione del Consiglio relativa all'approvazione, a nome dell'Unione europea, del protocollo riguardante alcuni aspetti inerenti al materiale rotabile ferroviario, annesso alla convenzione relativa alle garanzie internazionali su beni mobili strumentali, adottato a Lussemburgo il 23 febbraio 2007 (15113/2013 – C8-0004/2014 – 2013/0184(NLE))
P8_TA(2014)0054A8-0030/2014

(Approvazione)

Il Parlamento europeo,

–  visto il progetto di decisione del Consiglio (15113/2013),

–  visto il protocollo riguardante alcuni aspetti inerenti al materiale rotabile ferroviario, annesso alla convenzione relativa alle garanzie internazionali su beni mobili strumentali, adottato a Lussemburgo il 23 febbraio 2007(1),

–  vista la richiesta di approvazione presentata dal Consiglio a norma dell'articolo 81, paragrafo 2, e dell'articolo 218, paragrafo 6, secondo comma, lettera a), punto v), del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (C8-0004/2014),

–  visti l'articolo 99, paragrafo 1, primo e terzo comma, e paragrafo 2, nonché l'articolo 108, paragrafo 7, del suo regolamento,

–  vista la raccomandazione della commissione giuridica (A8-0030/2014),

1.  dà la sua approvazione all'approvazione del protocollo;

2.  incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU L 331 del 16.12.2009, pag. 5.


Convenzione dell'Aia del 30 giugno 2005 sugli accordi di scelta del foro ***
PDF 198kWORD 47k
Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 25 novembre 2014 sul progetto di decisione del Consiglio relativa all'approvazione, a nome dell'Unione europea, della convenzione dell'Aia del 30 giugno 2005 sugli accordi di scelta del foro (12052/2014 – C8-0222/2014 – 2014/0021(NLE))
P8_TA(2014)0055A8-0034/2014

(Approvazione)

Il Parlamento europeo,

–  visto il progetto di decisione del Consiglio (12052/2014),

–  vista la convenzione dell'Aia del 30 giugno 2005 sugli accordi di scelta del foro(1),

–  vista la richiesta di approvazione presentata dal Consiglio a norma dell'articolo 81, paragrafo 2, e dell'articolo 218, paragrafo 6, secondo comma, lettera a), punto v), del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (C8-0222/2014),

–  visti l'articolo 99, paragrafo 1, primo e terzo comma, e paragrafo 2, nonché l'articolo 108, paragrafo 7, del suo regolamento,

–  vista la raccomandazione della commissione giuridica (A8-0034/2014),

1.  dà la sua approvazione all'approvazione dell'accordo;

2.  incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e all'Ufficio permanente della conferenza dell'Aia di diritto internazionale privato.

(1) GU L 133 del 29.5.2009, pag. 3.


Mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione: domanda EGF/2014/008 FI/STX Rauma - Finlandia
PDF 226kWORD 62k
Risoluzione
Allegato
Risoluzione del Parlamento europeo del 25 novembre 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale, del 2 dicembre 2013, tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2014/008 FI/STX Rauma, presentata dalla Finlandia) (COM(2014)0630 – C8-0214/2014 – 2014/2137(BUD))
P8_TA(2014)0056A8-0043/2014

Il Parlamento europeo,

–  vista la proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM(2014)0630 – C8-0214/2014),

–  visto il regolamento (UE) n. 1309/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (2014-2020) e che abroga il regolamento (CE) n. 1927/2006(1) (regolamento FEG),

–  visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020(2), in particolare l'articolo 12,

–  visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria(3) (AII del 2 dicembre 2013), in particolare il punto 13,

–  vista la procedura di trilogo prevista al punto 13 dell'AII del 2 dicembre 2013,

–  vista la lettera della commissione per l'occupazione e gli affari sociali,

–  vista la lettera della commissione per lo sviluppo regionale,

–  vista la relazione della commissione per i bilanci (A8-0043/2014),

A.  considerando che l'Unione ha predisposto strumenti legislativi e di bilancio per fornire un sostegno supplementare ai lavoratori che risentono delle conseguenze dei rilevanti cambiamenti nella struttura del commercio mondiale e per agevolare il loro reinserimento nel mercato del lavoro;

B.  considerando che il sostegno finanziario dell'Unione ai lavoratori in esubero dovrebbe essere dinamico e reso disponibile nel modo più rapido ed efficiente possibile, in conformità della dichiarazione comune del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione adottata durante la riunione di concertazione del 17 luglio 2008, e nel debito rispetto dell'AII del 2 dicembre 2013 con riferimento all'adozione di decisioni di mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG);

C.  considerando che l'adozione del regolamento FEG riflette l'accordo raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio concernente la reintroduzione del criterio di mobilizzazione a seguito della crisi, l'aumento del contributo finanziario dell'Unione al 60% dei costi totali stimati delle misure proposte, l'incremento dell'efficienza del trattamento delle domande d'intervento del FEG in seno alla Commissione e da parte del Parlamento europeo e del Consiglio ottenuto con la riduzione dei tempi per la valutazione e l'approvazione, l'estensione della gamma delle azioni e dei beneficiari ammissibili ai lavoratori autonomi e ai giovani, nonché il finanziamento di incentivi per la creazione di imprese proprie;

D.  considerando che le autorità finlandesi hanno presentato la domanda EGF/2014/008 FI/STX Rauma il 27 maggio 2014, a seguito del licenziamento di 577 lavoratori presso STX Finland Oy, impresa che opera nel settore economico classificato alla divisione 30 della NACE Rev. 2 ("Fabbricazione di altri mezzi di trasporto");

E.  considerando che la domanda di assistenza soddisfa le condizioni di ammissibilità stabilite dal regolamento FEG;

1.  osserva che le autorità finlandesi hanno presentato la domanda in base al criterio di intervento di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera a), del regolamento FEG, che prevede il collocamento in esubero di almeno 500 lavoratori o la cessazione dell'attività di lavoratori autonomi, nell'arco di un periodo di riferimento di quattro mesi, in un'impresa di uno Stato membro, compresi i lavoratori collocati in esubero presso i fornitori e i produttori a valle e/o i lavoratori autonomi la cui attività sia cessata;

2.  rileva che le autorità finlandesi hanno presentato la domanda relativa al contributo finanziario del FEG il 27 maggio 2014 e che la valutazione della Commissione è stata resa disponibile il 14 ottobre 2014; si compiace della rapidità della valutazione, che è durata meno di cinque mesi;

3.  rileva che, secondo le autorità finlandesi, l'industria marittima mondiale è cambiata drasticamente negli ultimi anni e che, nell'ambito di questa tendenza, la quota di mercato dell'UE(4) è crollata dal 13% nel 2007 al 5% nei primi tre trimestri del 2013, mentre la quota corrispondente di Cina, Corea del Sud e Giappone messi insieme è aumentata, passando dal 77% nel 2007 all'86% nei primi tre trimestri del 2013; osserva che, a causa di questa notevole espansione dell'Asia nel mercato della costruzione navale, a cui si aggiunge una riduzione degli ordini in ragione della crisi economica, il settore europeo è caratterizzato da una sovraccapacità globale che ha portato a una forte concorrenza;

4.  conviene sul fatto che i fattori summenzionati siano legati a trasformazioni rilevanti della struttura del commercio mondiale dovute alla globalizzazione, che i criteri d'intervento di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera a), del regolamento FEG sono soddisfatti e che, di conseguenza, la Finlandia ha diritto a un contributo finanziario a norma del regolamento in parola;

5.  osserva che a tutt'oggi il settore della costruzione navale in termini generali è stato oggetto di sei domande di contributo del FEG, una delle quali correlata alla globalizzazione degli scambi commerciali, le altre cinque alla crisi economica e finanziaria mondiale; ritiene che la ristrutturazione del settore potrebbe attenuare le difficoltà e che la definizione di linee guida in una prospettiva europea potrebbe aiutare il settore della costruzione navale nei vari Stati membri;

6.  rileva che gli esuberi in questione aggraveranno ulteriormente il problema della disoccupazione nella Finlandia sudoccidentale, dato il basso livello di istruzione della maggior parte dei lavoratori in esubero in combinazione con l'età relativamente avanzata, circostanza che potrebbe aumentare il rischio di disoccupazione prolungata; è ancora più preoccupato per gli effetti che la chiusura di STX potrebbe avere sulla regione, dal momento che il settore navale e quello metallurgico costituiscono attività economiche essenziali, oltre a vantare una tradizione storica, il che rende la transizione a nuove attività economiche ancora più difficile;

7.  osserva che, oltre ai 577 lavoratori collocati in esubero nel periodo di riferimento, i beneficiari ammissibili comprendono 57 lavoratori collocati in esubero dopo il periodo di riferimento di quattro mesi, il che porta il numero totale a 634 persone; di cui il numero di beneficiari interessati dalle misure del FEG è pari a 565;

8.  rileva che il bilancio complessivo per la domanda in esame è pari a 2 378 000 EUR, di cui 113 000 EUR sono destinati all'esecuzione, e che il contributo finanziario del FEG ammonta a 1 426 800 EUR, ovvero il 60% dei costi totali;

9.  valuta positivamente il fatto che, al fine di fornire un'assistenza tempestiva ai lavoratori, le autorità finlandesi abbiano deciso di erogare i servizi personalizzati ai lavoratori interessati già il 15 gennaio 2014, in anticipo rispetto alla decisione definitiva in merito alla concessione del sostegno del FEG al pacchetto coordinato proposto e persino rispetto alla domanda di contributo finanziario a titolo del FEG;

10.  osserva che le autorità finlandesi hanno indicato che il pacchetto coordinato di servizi personalizzati è stato elaborato in consultazione con le parti sociali interessate e con vari altri soggetti interessati e si compiace che tale consultazione continui sotto forma di un gruppo di lavoro convocato dal ministero del Lavoro e dell'economia per affrontare in modo specifico gli esuberi presso STX Finland;

11.  rileva che i servizi personalizzati da erogare prevedono tre tipi di misure a favore dei lavoratori in esubero coperti dalla domanda in esame: i) aiuto a trovare un lavoro, ii) aiuto ad avviare un'attività propria, iii) proposta di una formazione;

12.  accoglie con favore, tra le azioni proposte, la creazione dei Service Point; si compiace del fatto che i Service Point dovrebbero fornire un servizio molto più personalizzato e approfondito rispetto a un ufficio pubblico di collocamento;

13.  rileva che un'alta percentuale (41,42%) dei lavoratori licenziati è di età compresa tra i 55 e i 64 anni; osserva inoltre che questa fascia d'età è esposta a un più elevato rischio di disoccupazione di lunga durata e di esclusione dal mercato del lavoro; ritiene pertanto che questi lavoratori potrebbero avere esigenze particolari in termini di servizi personalizzati;

14.  plaude in particolare alla misura "Indagine sulle imprese", un'indagine sui posti di lavoro nella regione di Rauma che sarà effettuata in collaborazione con le imprese e le industrie a Rauma al fine di ottenere informazioni aggiornate sulle esigenze di personale delle imprese, di orientare la ricerca di occupazione dei lavoratori interessati nella giusta direzione e di fornire a questi ultimi la formazione necessaria;

15.  accoglie con favore l'idea che quanti intendono avviare un'attività possano "testare" l'imprenditorialità mediante un tirocinio in un'impresa esistente; prende atto del potenziale valore aggiunto dell'avvio di un'attività dopo un collocamento in esubero per le persone interessate e per la società in generale;

16.  osserva che l'obiettivo dei sussidi all'assunzione è di garantire che i lavoratori interessati che sono assunti da nuovi datori di lavoro non siano svantaggiati nel primo periodo della nuova occupazione; ritiene che tale misura potrebbe incentivare i lavoratori a cercare e ad assumere un'occupazione in un più ampio spettro di lavori nuovi e poco conosciuti;

17.  ricorda che, in conformità dell'articolo 7 del regolamento FEG, l'elaborazione del pacchetto coordinato di servizi personalizzati dovrebbe tener conto delle prospettive future del mercato del lavoro e delle competenze richieste ed essere compatibile con il passaggio a un'economia sostenibile ed efficiente sotto il profilo delle risorse;

18.  chiede che le misure del Fondo sociale europeo (FSE) previste nel suo nuovo periodo di programmazione vadano a integrare le misure proposte e agevolino il reinserimento dei lavoratori in settori economici sostenibili e orientati al futuro;

19.  rammenta che l'occupabilità dipende anche dal livello di integrazione nella società e chiede pertanto che venga prestata un'attenzione particolare al sostegno sociale per i lavoratori più anziani e meno qualificati;

20.  accoglie con favore il fatto che saranno rispettati i principi di uguaglianza di trattamento e di non discriminazione per quanto riguarda l'accesso alle azioni proposte e la loro attuazione;

21.  approva la decisione allegata alla presente risoluzione;

22.  incarica il suo Presidente di firmare tale decisione congiuntamente al Presidente del Consiglio e di provvedere alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea;

23.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione, compreso l'allegato, al Consiglio e alla Commissione.

ALLEGATO

DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale, del 2 dicembre 2013, tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2014/008 FI/STX Rauma, presentata dalla Finlandia)

(Il testo dell'allegato non figura poiché esso corrisponde all'atto finale, la decisione 2014/878/UE.)

(1) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 855.
(2) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.
(3) GU C 373 del 20.12.2013 pag. 1.
(4) Misurata in base al volume di produzione.


Mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione: domanda EGF/2014/005 FR/GAD – Francia
PDF 225kWORD 64k
Risoluzione
Allegato
Risoluzione del Parlamento europeo del 25 novembre 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2014/005 FR/GAD, presentata dalla Francia) (COM(2014)0662 – C8-0226/2014 – 2014/2166(BUD))
P8_TA(2014)0057A8-0044/2014

Il Parlamento europeo,

–  vista la proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM(2014)0662 – C8-0226/2014),

–  visto il regolamento (UE) n. 1309/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (2014-2020) e che abroga il regolamento (CE) n. 1927/2006(1) (regolamento FEG),

–  visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020(2), in particolare l'articolo 12,

–  visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria(3) (AII del 2 dicembre 2013), in particolare il punto 13,

–  vista la procedura di trilogo prevista al punto 13 dell'AII del 2 dicembre 2013,

–  vista la lettera della commissione per l'occupazione e gli affari sociali,

–  vista la lettera della commissione per lo sviluppo regionale,

–  vista la relazione della commissione per i bilanci (A8-0044/2014),

A.  considerando che l'Unione ha predisposto strumenti legislativi e di bilancio per fornire un sostegno supplementare ai lavoratori che risentono delle conseguenze dei grandi cambiamenti strutturali nei flussi commerciali mondiali o della crisi economica e finanziaria globale e per assisterli nel reinserimento nel mercato del lavoro;

B.  considerando che il sostegno finanziario dell'Unione ai lavoratori in esubero dovrebbe essere dinamico e reso disponibile nel modo più rapido ed efficiente possibile, in conformità della dichiarazione comune del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, adottata durante la riunione di concertazione del 17 luglio 2008, e nel rispetto dell'AII del 2 dicembre 2013 con riferimento all'adozione di decisioni di mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG);

C.  considerando che l'adozione del regolamento FEG riflette l'accordo raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio concernente la reintroduzione del criterio di mobilitazione a seguito della crisi, l'aumento del contributo finanziario dell'Unione al 60% dei costi totali stimati delle misure proposte, l'incremento dell'efficienza del trattamento delle domande d'intervento del FEG in seno alla Commissione e da parte del Parlamento europeo e del Consiglio ottenuto con la riduzione dei tempi per la valutazione e l'approvazione, l'estensione della gamma delle azioni e dei beneficiari ammissibili ai lavoratori autonomi e ai giovani, nonché il finanziamento di incentivi per la creazione di imprese proprie;

D.  considerando che le autorità francesi hanno presentato la domanda EGF/2014/005 FR/GAD il 6 giugno 2014 a seguito del licenziamento di 744 lavoratori della GAD société anonyme simplifiée, società operante nel settore economico classificato alla divisione 10 della NACE Rev. 2 ("Industrie alimentari");

E.  considerando che la domanda soddisfa i criteri di ammissibilità stabiliti dal regolamento FEG;

F.  considerando che le autorità locali della Bretagna non sono state coinvolte nella creazione dei servizi personalizzati (cellule de reclassement) per i lavoratori interessati, pur essendo responsabili della formazione professionale; considerando che i rappresentanti sindacali locali dei principali siti interessati non sono stati coinvolti nella negoziazione delle misure;

1.  rileva che le autorità francesi hanno presentato la domanda a titolo del criterio di intervento di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera a), del regolamento FEG, che prevede il collocamento in esubero di almeno 500 lavoratori o la cessazione dell'attività di lavoratori autonomi, nell'arco di un periodo di riferimento di quattro mesi, in un'impresa di uno Stato membro, compresi i lavoratori collocati in esubero e i lavoratori autonomi la cui attività sia cessata presso i fornitori o i produttori a valle dell'impresa in questione;

2.  conviene con la Commissione che i criteri d'intervento di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera a), del regolamento FEG sono soddisfatti e che, di conseguenza, la Francia ha diritto a un contributo finanziario a norma del regolamento in parola;

3.  rileva che le autorità francesi hanno presentato la domanda relativa al contributo finanziario del FEG il 6 giugno 2014 e che la valutazione della Commissione è stata resa disponibile il 24 ottobre 2014; si compiace che la Commissione abbia rispettato il termine ravvicinato di dodici settimane previsto dal regolamento FEG;

4.  osserva che, secondo le autorità francesi, la GAD, operante nel settore della macellazione e della lavorazione di carni, è stata stretta nella morsa di una duplice pressione sui prezzi: quella degli agricoltori, in difficoltà nel fronteggiare l'aumento del prezzo dei mangimi, e quella dei consumatori, alle prese con un reddito ridotto;

5.  conviene sul fatto che il calo del consumo di carni suine a seguito dell'aumento dei prezzi e di un deterioramento del potere d'acquisto dei consumatori sia legato alla crisi finanziaria ed economica mondiale oggetto del regolamento (CE) n. 546/2009(4);

6.  ritiene che l'aumento dei prezzi degli alimenti per suini, che l'Unione importa in buona parte da altri continenti colpiti di recente da siccità, possa essere imputabile alla globalizzazione;

7.  ritiene che vi siano stati altri fattori a influire in modo rilevante sulle difficoltà della società, come ad esempio una concorrenza sleale nel mercato interno da parte di concorrenti che hanno abusato della direttiva sul distacco dei lavoratori(5) e l'assenza di un salario minimo dignitoso in tutti gli Stati membri;

8.  invita la Commissione a garantire parità di condizioni nel mercato interno nonché la coerenza della relativa legislazione e dei relativi strumenti;

9.  conclude che i fattori all'origine delle difficoltà finanziarie della GAD sono svariati, ma concorda sul fatto che la Francia abbia diritto a un contributo finanziario a titolo del FEG;

10.  rileva che, a tutt'oggi, il settore delle "Industrie alimentari" è stato oggetto di un'altra domanda FEG(6), anch'essa collegata alla crisi finanziaria ed economica globale;

11.  osserva che detti esuberi aggraveranno il problema della disoccupazione in Bretagna, dal momento che l'occupazione di questa regione dipende dal settore agroindustriale in misura maggiore rispetto alla media registrata in Francia (11% in Bretagna contro il 5% in media in Francia);

12.  rileva che, oltre ai 744 lavoratori in esubero nel periodo di riferimento, il numero totale di beneficiari ammissibili comprende anche 16 lavoratori licenziati dopo il periodo di riferimento di quattro mesi, il che porta il numero complessivo a 760 persone, e che il numero di beneficiari delle misure del FEG ammonta anch'esso a 760;

13.  rileva che il costo totale stimato della domanda in esame è pari a 1 530 000 EUR, di cui 30 000 EUR sono destinati all'esecuzione, e che il contributo finanziario a valere sul FEG ammonta a 918 000 EUR, ovvero il 60% dei costi totali;

14.  valuta positivamente il fatto che, al fine di fornire un'assistenza tempestiva ai lavoratori, le autorità francesi abbiano deciso di erogare i servizi personalizzati ai lavoratori interessati già il 3 gennaio 2014, in anticipo rispetto alla decisione definitiva in merito alla concessione del sostegno del FEG al pacchetto coordinato proposto e persino rispetto alla domanda di contributo finanziario a titolo del FEG;

15.  osserva che le autorità francesi hanno segnalato che il pacchetto coordinato di servizi personalizzati è stato elaborato dopo che il comitato aziendale centrale della GAD era stato informato, il 28 giugno 2013, che era previsto il taglio di 889 posti di lavoro nell'impresa;

16.  si rammarica, tuttavia, dell'insufficiente coinvolgimento delle autorità politiche e dei sindacati locali; propone che, nell'ambito di una futura revisione del regolamento FEG, sia inclusa una consultazione formale delle autorità politiche e dei sindacati locali nel fascicolo contenente la domanda di mobilitazione presentata dalle autorità nazionali alla Commissione; ritiene necessaria una maggiore integrazione del FEG nei programmi e nei processi di riconversione del tessuto economico locale;

17.  si compiace del fatto che i lavoratori sono già supportati mediante varie misure che li aiutano a trovare una nuova occupazione e che, al 20 maggio 2014, 108 lavoratori disponevano già di contratti di durata superiore ai sei mesi e altri 66 di contratti di durata inferiore ai sei mesi, mentre tre lavoratori avevano avviato un'attività in proprio e quasi tutti avevano scelto di rimanere nella regione;

18.  si rammarica che i servizi personalizzati da erogare consistano in un'unica azione che deve essere attuata da uno sportello unico (cellule de reclassement) che è gestito da due agenzie appaltatrici; rileva che la Francia chiede il finanziamento del FEG soltanto per lo sportello unico; esprime preoccupazione per l'importo contenuto dei fondi per lavoratore (circa 1 200 EUR); invita le autorità francesi a presentare un programma più ambizioso, che includa una più ampia gamma di misure, quali un centro di accoglienza e istruzione di pratiche, consulenza da parte di esperti esterni, seminari tematici, formazione, indennità di formazione e sovvenzioni per la creazione di imprese, nella domanda di mobilitazione del FEG che intendono presentare per gli altri siti della GAD di cui è prevista la chiusura;

19.  si attende che la Commissione e le autorità francesi seguano rigorosamente il principio secondo cui i pagamenti alle agenzie saranno effettuati a rate e in base ai risultati conseguiti;

20.  ritiene che il monitoraggio delle attività delle agenzie mediante relazioni scritte periodiche garantisca l'uso corretto dei fondi per offrire ai partecipanti un percorso professionale personalizzato, un numero sufficiente di proposte di lavoro e un orientamento per la creazione di imprese nell'ambito del sistema dello sportello unico;

21.  ricorda che i fondi devono essere destinati ad aiutare i lavoratori e in nessun caso a sostenere le agenzie;

22.  accoglie positivamente il fatto che le agenzie appaltatrici sono pagate secondo una scala definita in base ai risultati conseguiti;

23.  rileva che il 17,50% dei lavoratori licenziati sono di età compresa tra i 55 e i 64 anni; osserva inoltre che questa fascia d'età è esposta a un più elevato rischio di disoccupazione di lunga durata e di esclusione dal mercato del lavoro; ritiene pertanto che questi lavoratori potrebbero avere esigenze particolari in termini di servizi personalizzati;

24.  accoglie positivamente il fatto che saranno rispettati i principi di parità di trattamento e di non discriminazione per quanto riguarda l'accesso alle azioni proposte e la loro attuazione;

25.  ricorda che, in conformità dell'articolo 7 del regolamento FEG, l'elaborazione del pacchetto coordinato di servizi personalizzati dovrebbe tener conto delle prospettive future del mercato del lavoro e delle competenze richieste ed essere compatibile con il passaggio a un'economia sostenibile ed efficiente sotto il profilo delle risorse;

26.  rileva che le autorità francesi non hanno chiesto fondi per le attività di preparazione, gestione, informazione e pubblicità;

27.  approva la decisione allegata alla presente risoluzione;

28.  incarica il suo Presidente di firmare tale decisione congiuntamente al Presidente del Consiglio e di provvedere alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea;

29.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione, compreso l'allegato, al Consiglio e alla Commissione.

ALLEGATO

DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2014/005 FR/GAD, presentata dalla Francia)

(Il testo dell'allegato non figura poiché esso corrisponde all'atto finale, la decisione 2014/876/UE.)

(1)GU L 347 del 20.12.2013, pag. 855.
(2)GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.
(3)GU C 373 del 20.12.2013 pag. 1.
(4)Regolamento (CE) n. 546/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2009, che modifica il regolamento (CE) n. 1927/2006 che istituisce un Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (GU L 167 del 29.6.2009, pag. 26).
(5)Direttiva 96/71/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16.12.1996, relativa al distacco dei lavoratori nell’ambito di una prestazione di servizi (GU L 18 del 21.1.1997, pag. 1).
(6)EGF/2014/001 EL/Nutriart, riferita a prodotti da forno.


Richiesta di un parere della Corte di giustizia sulla compatibilità con i trattati dell'accordo tra il Canada e l'Unione europea sul trasferimento e sul trattamento dei dati del codice di prenotazione (PNR)
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Risoluzione del Parlamento europeo del 25 novembre 2014 sulla richiesta di un parere della Corte di giustizia circa la compatibilità con i trattati dell'accordo tra il Canada e l'Unione europea sul trasferimento e sul trattamento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record, PNR) (2014/2966(RSP))
P8_TA(2014)0058B8-0265/2014

Il Parlamento europeo,

–  visto l'articolo 218 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare i paragrafi 6 e 11,

–  visto il progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione, dell'accordo tra il Canada e l'Unione europea sul trasferimento e sul trattamento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record – PNR) (12652/2013),

–  visto l'accordo tra il Canada e l'Unione europea sul trasferimento e sul trattamento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record – PNR) (12657/2013),

–  vista la comunicazione della Commissione sull'approccio globale al trasferimento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record, PNR) verso paesi terzi (COM(2010)0492),

–  viste le sue risoluzioni del 5 maggio 2010 sull'avvio dei negoziati per la conclusione di accordi sui dati del codice di prenotazione (PNR) con gli Stati Uniti, l'Australia e il Canada(1) e dell'11 novembre 2010 sull'approccio globale al trasferimento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record, PNR) verso paesi terzi(2),

–  visto il parere del Garante europeo della protezione dei dati, del 19 ottobre 2010, sulla comunicazione della Commissione sull'approccio globale al trasferimento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record, PNR) verso paesi terzi(3),

–  visto il parere del Garante europeo della protezione dei dati, del 30 settembre 2013, sulle proposte di decisioni del Consiglio relative alla conclusione e alla firma dell'accordo tra il Canada e l'Unione europea sul trasferimento e sul trattamento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record – PNR)(4),

–  visto il parere 7/2010 del gruppo di lavoro articolo 29 per la protezione dei dati, adottato il 12 novembre 2010, sulla comunicazione della Commissione sull'approccio globale al trasferimento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record, PNR) verso paesi terzi,

–  visti l'articolo 16 TFUE nonché gli articoli 7 e 8 e l'articolo 52, paragrafo 1, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  vista la sentenza della Corte di giustizia del 9 marzo 2010 nella causa C-518/07, Commissione europea/Repubblica federale di Germania,

–  vista la sentenza della Corte di giustizia dell'8 aprile 2014 nelle cause riunite C-293/12 e C-594/12 in cui la direttiva riguardante la conservazione dei dati è dichiarata invalida,

–  visto l'articolo 108, paragrafo 6, del suo regolamento,

A.  considerando che nel 2005 l'Unione europea ha concluso un accordo con il Canada sul trattamento dei dati delle pratiche passeggeri (Passenger Name Record, PNR) sulla base di una serie di impegni da parte dell'agenzia canadese per i servizi transfrontalieri (CBSA) in relazione all'attuazione del suo programma PNR; che, con lo scadere della pertinente decisione della Commissione il 22 settembre 2009, la base giuridica europea per la trasmissione di dati PNR alla CBSA è venuta meno;

B.  considerando che la CBSA ha unilateralmente provveduto a garantire all'UE che gli impegni sarebbero rimasti validi sino a che non fosse stato applicato un nuovo accordo e che ciò è stato comunicato a tutti gli Stati membri e alle rispettive autorità di protezione dei dati;

C.  considerando che, a seguito dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona il 1° dicembre 2009, per la conclusione di nuovi accordi PNR è necessario che il Parlamento europeo dia la sua approvazione prima che questi siano adottati dal Consiglio;

D.  considerando che il 2 dicembre 2010 il Consiglio ha adottato una decisione, con relative direttive di negoziato, che autorizza la Commissione ad avviare negoziati a nome dell'UE in vista di un accordo con il Canada sul trasferimento e sul trattamento dei dati del codice di prenotazione;

E.  considerando che il 18 luglio 2013 la Commissione ha proposto al Consiglio di prendere una decisione sulla conclusione dell'accordo;

F.  considerando che il 30 settembre 2013 il Garante europeo della protezione dei dati ha espresso parere sull'accordo, mettendo in dubbio la necessità e la proporzionalità dei sistemi PNR e dei trasferimenti in massa dei dati PNR a paesi terzi, e contestando la scelta della base giuridica;

G.  considerando che il 5 dicembre 2013 il Consiglio ha deciso di chiedere al Parlamento di dare la sua approvazione alla conclusione dell'accordo;

H.  considerando che l'accordo è stato firmato il 25 giugno 2014;

I.  considerando che il 7 luglio 2014 il Consiglio ha richiesto l'approvazione del Parlamento per la conclusione dell'accordo;

J.  considerando che l'8 aprile 2014 la Corte di giustizia, nelle cause riunite C-293/12 e C-594/12, ha dichiarato invalida la direttiva riguardante la conservazione dei dati;

K.  considerando che lo scopo dell'accordo, quale esposto all'articolo 1 dello stesso, è di definire le condizioni alle quali i dati PNR possono essere trasferiti e usati, nonché di stabilire i mezzi con cui tali dati devono essere protetti;

1.  ritiene che vi sia incertezza giuridica quanto alla compatibilità del progetto di accordo con le disposizioni dei trattati (articolo 16 TFUE) e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (articoli 7 e 8, e articolo 52, paragrafo 1) relativamente al diritto degli individui alla protezione dei dati di carattere personale; mette inoltre in dubbio la scelta della base giuridica, vale a dire dell'articolo 82, paragrafo 1, secondo comma, lettera d), e l'articolo 87, paragrafo 2, lettera a), TFUE (cooperazione di polizia e giudiziaria) anziché dell'articolo 16 TFUE (protezione dei dati);

2.  decide di chiedere il parere della Corte di giustizia sulla compatibilità dell'accordo con i trattati;

3.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione, per conoscenza, al Consiglio e alla Commissione, e di prendere le disposizioni necessarie ai fini dell'ottenimento di tale parere.

(1) GU C 81 E del 15.3.2011, pag. 70.
(2) GU C 74 E del 13.3.2012, pag. 8.
(3) GU C 357 del 30.12.2010, pag. 7.
(4) GU C 51 del 22.2.2014, pag. 12.


L'UE e il quadro di sviluppo globale dopo il 2015
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Risoluzione del Parlamento europeo del 25 novembre 2014 sull'UE e sul quadro di sviluppo globale post 2015 (2014/2143(INI))
P8_TA(2014)0059A8-0037/2014

Il Parlamento europeo,

–  vista la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite dell'8 settembre 2000,

–  vista la relazione adottata nel luglio 2014 dal gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite sugli obiettivi di sviluppo sostenibile,

–  vista la relazione adottata in data 8 agosto 2014 dal comitato intergovernativo di esperti sul finanziamento dello sviluppo sostenibile,

–  vista la dichiarazione ministeriale rilasciata nel luglio 2014 dal Forum politico di alto livello sullo sviluppo sostenibile,

–  vista la relazione delle Nazioni Unite sugli obiettivi di sviluppo del Millennio per il 2014,

–  visto il documento finale della riunione ad alto livello del partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo (GPEDC) tenutasi in Messico nell'aprile 2014,

–  visti la dichiarazione e la piattaforma d'azione di Pechino, approvate in occasione della quarta Conferenza mondiale sulle donne svoltasi nel settembre 1995, e i successivi documenti finali,

–  visti il programma d'azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD), adottato al Cairo nel 1994, e la successiva revisione +20,

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) del 18 dicembre 1979,

–  vista la relazione "Gender Chart 2012" delle Nazioni Unite, che misura il miglioramento degli aspetti relativi alla parità di genere negli otto obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM),

–  visti l'esito della Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e sullo sviluppo del 1992 e la relazione della successiva Conferenza sullo sviluppo sostenibile, svoltasi a Rio de Janeiro, Brasile, dal 20 al 22 giugno 2012,

–  vista la relazione sullo sviluppo umano 2014 del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) dal titolo "Sustaining Human Progress: Reducing Vulnerabilities and Building Resilience" (Sostegno del progresso umano: riduzione delle vulnerabilità e costruzione della resilienza),

–  vista la relazione pubblicata nel maggio 2013 dal gruppo di personalità ad alto livello delle Nazioni Unite sull'agenda di sviluppo post 2015,

–  vista la relazione della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile svoltasi a Rio de Janeiro, Brasile, dal 20 al 22 giugno 2012,

–  vista la relazione al Segretario generale delle Nazioni Unite pubblicata nel giugno 2012 dall'Unità operativa delle Nazioni Unite sull'agenda di sviluppo post 2015, dal titolo "Realising the future we want for all" (Realizzare il futuro che vogliamo per tutti),

–  vista la risoluzione dal titolo "Keeping the promise: united to achieve the Millennium Development Goals" (Mantenere la promessa: uniti per realizzare gli obiettivi di sviluppo del Millennio) adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione della sua riunione plenaria di alto livello sugli obiettivi di sviluppo del Millennio, tenutasi durante la sua 65ª sessione nel 2010,

–  visto il programma d'azione di Istanbul per i paesi meno sviluppati per il decennio 2011-2020,

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità,

–  vista la relazione della FAO sullo stato dell'insicurezza alimentare,

–  visti la dichiarazione e il piano d'azione adottati al forum di alto livello sull'efficacia degli aiuti svoltosi a Busan nel dicembre 2011,

–  vista la relazione dell'UNDP dal titolo "Beyond the Midpoint: Achieving the Millennium Development Goals" (Intraprendere la seconda metà del percorso: realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio), pubblicata nel gennaio 2010,

–  visti la dichiarazione universale dei diritti umani e il quadro giuridico in materia di diritti umani,

–  vista l'attività svolta dall'Unità operativa delle Nazioni Unite sull'agenda di sviluppo post 2015, sotto la guida congiunta del dipartimento Economia e affari sociali delle Nazioni Unite (UN DESA) e dell'UNDP, con il sostegno di tutte le agenzie delle Nazioni Unite e in consultazione con le parti interessate,

–  visti la Strategia mondiale e il piano d'azione per la sanità pubblica, l'innovazione e la proprietà intellettuale dell'OMS del 24 maggio 2008,

–  visti la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti e il programma d'azione di Accra,

–  vista la dichiarazione del 1986 sul diritto allo sviluppo,

–  visto il codice di condotta dell'Unione europea in materia di complementarità e divisione dei compiti nell'ambito della politica di sviluppo(1),

–  visto l'articolo 7 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), che ribadisce che "l'Unione assicura la coerenza tra le sue varie politiche e azioni, tenendo conto dell'insieme dei suoi obiettivi",

–  visto l'articolo 208 TFUE, che sancisce che "l'Unione tiene conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo",

–  vista la comunicazione della Commissione del 2 giugno 2014 dal titolo "Un'esistenza dignitosa per tutti: dalla visione all'azione collettiva" (COM(2014)0335),

–  vista la comunicazione della Commissione del 13 maggio 2014 dal titolo "Un ruolo più incisivo del settore privato nella crescita inclusiva e sostenibile dei paesi in via di sviluppo" (COM(2014)0263),

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 30 aprile 2014 dal titolo "Tool-box: A Rights-Based Approach, encompassing all human rights for EU Development Cooperation" (Strumenti per la promozione di un approccio basato sui diritti che includa tutti i diritti umani nella cooperazione allo sviluppo dell'UE, SWD(2014)0152),

–  vista la comunicazione della Commissione del 27 febbraio 2013 dal titolo "Un'esistenza dignitosa per tutti: sconfiggere la povertà e offrire al mondo un futuro sostenibile" (COM(2013)0092),

–  vista la comunicazione della Commissione del 12 settembre 2012 dal titolo "Le radici della democrazia e dello sviluppo sostenibile: l'impegno dell'Europa verso la società civile nell'ambito delle relazioni esterne" (COM(2012)0492),

–  viste le consultazioni pubbliche della Commissione sulla preparazione di una posizione dell'UE dal titolo "Verso un quadro di sviluppo post 2015", svoltesi dal 15 giugno al 15 settembre 2012,

–  vista la dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea, intitolata "Il consenso europeo"(2),

–  viste la comunicazione della Commissione del 12 aprile 2005 dal titolo "Coerenza delle politiche per lo sviluppo" (COM(2005)0134) e le conclusioni della 3166ª sessione del Consiglio "Affari esteri", del 14 maggio 2012, dal titolo "Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'Unione europea: un programma di cambiamento",

–  visto il regolamento (UE) n. 233/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2014, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo per il periodo 2014-2020(3),

–  vista la sua raccomandazione al Consiglio del 2 aprile 2014 sulla 69ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite(4),

–  vista la sua posizione del 2 aprile 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'anno europeo dello sviluppo (2015)(5),

–  vista la sua risoluzione del 13 giugno 2013 sugli obiettivi di sviluppo del Millennio – elaborazione del quadro post 2015(6),

–  viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 19 maggio 2014 relative a un approccio alla cooperazione allo sviluppo basato sui diritti che includa tutti i diritti umani,

–  viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 12 dicembre 2013 relative al finanziamento dell'eliminazione della povertà e dello sviluppo sostenibile oltre il 2015,

–  vista la dichiarazione congiunta ACP-UE del 20 giugno 2014 sull'agenda di sviluppo post 2015,

–  viste le conclusioni del Consiglio "Affari generali" del 25 giugno 2013 su un'agenda globale post 2015,

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per lo sviluppo e il parere della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A8-0037/2014),

A.  considerando che nel 2000 tutte le parti interessate si sono riunite per definire gli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM), impegnandosi a raggiungere obiettivi concreti in materia di sviluppo ed eliminazione della povertà entro il 2015;

B.  considerando che gli OSM hanno sensibilizzato in merito alla necessità di porre fine alla povertà globale quale sfida urgente e priorità d'azione a livello mondiale; che il livello di realizzazione degli OSM è variabile e che si registrano effetti positivi tangibili sulla riduzione della povertà estrema, sulla lotta contro la malaria e la tubercolosi, sul miglioramento dell'accesso all'acqua potabile e sulla riduzione delle disparità nelle iscrizioni alla scuola primaria; che è necessario affrontare appieno alcune lacune in relazione agli OSM nella definizione del quadro post 2015;

C.  considerando che le valutazioni dei progressi compiuti nella realizzazione degli attuali OSM hanno indicato che nel nuovo quadro sarà essenziale stabilire una forte connessione tra l'eliminazione della povertà, la lotta contro le disuguaglianze e la promozione dello sviluppo sostenibile, nonché un insieme unico e universale di obiettivi con approcci differenziati;

D.  considerando che, secondo le previsioni, la popolazione urbana aumenterà dagli attuali 3,6 miliardi di persone a oltre 6 miliardi e che le città più grandi si trasformeranno in megalopoli con oltre 100 milioni di abitanti; che un'eccessiva urbanizzazione mina la sostenibilità dello sviluppo in tutte le sue dimensioni;

E.  considerando che la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo, tenutasi al Cairo nel 1994, ha esortato a garantire l'accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva, inclusa la pianificazione familiare; che nel 2013, secondo le stime, 289 000 donne sono morte durante la gravidanza e il parto; che vanno ricordati l'OSM 5 e la necessità che le donne abbiano accesso a un metodo efficace di contraccezione e alla pianificazione familiare al fine di ridurre di quasi un terzo la mortalità materna;

F.  considerando che la riduzione della povertà è disomogenea e le disuguaglianze tra i paesi e al loro interno, che sono aumentate sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, rappresentano un'importante sfida per lo sviluppo, soprattutto nei paesi a basso reddito e in quelli a medio reddito; che 1,5 miliardi di persone vivono in povertà, con molteplici privazioni in materia di salute, istruzione e tenore di vita, soprattutto negli Stati fragili e interessati da conflitti;

G.  considerando che i conflitti violenti e le crisi umanitarie continuano a incidere negativamente sugli sforzi in materia di sviluppo; che le donne subiscono maggiormente le conseguenze dei conflitti militari e delle crisi;

H.  considerando che sono ancora necessari sforzi ulteriori per dimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame, dal momento che 162 milioni di bambini sono a rischio di malnutrizione; che la fame nascosta può essere definita come carenza di micronutrienti, che può causare effetti irreversibili sulla salute nonché conseguenze socioeconomiche legate alla riduzione della produttività delle persone;

I.  considerando che il 2014 è l'Anno internazionale dell'agricoltura familiare;

J.  considerando che la dichiarazione sul diritto allo sviluppo del 1986 sancisce che lo sviluppo è un diritto umano fondamentale; che tale dichiarazione impegna all'adozione di un approccio "basato sui diritti umani", caratterizzato dalla realizzazione di tutti i diritti umani (economici, sociali, culturali, civili e politici); che la dichiarazione impegna altresì al rafforzamento della cooperazione internazionale;

K.  considerando che i cambiamenti climatici e il degrado ambientale mettono a rischio la riduzione della povertà amplificando le vulnerabilità esistenti, laddove molti paesi in via di sviluppo continuano a dipendere dall'agricoltura e da risorse naturali sensibili al clima e non dispongono delle capacità per gestire i rischi climatici; che è urgentemente necessario ridurre le emissioni globali di gas a effetto serra e conseguire una gestione e una governance delle risorse naturali più eque e sostenibili;

L.  considerando che i progressi compiuti ai fini del raggiungimento degli OSM in materia di salute sono dovuti in gran parte agli investimenti in R&S realizzati negli anni precedenti; che i diritti di proprietà intellettuale non dovrebbero impedire l'accesso a farmaci a prezzi contenuti;

M.  considerando che l'accesso allo sviluppo della prima infanzia, a un'istruzione e a una formazione del livello qualitativo più elevato per tutti i bambini, i giovani e gli adulti costituisce un requisito essenziale per mettere fine al circolo vizioso della povertà e della disuguaglianza intergenerazionale;

N.  considerando che i progressi realizzati finora per quanto riguarda la parità di genere e l'emancipazione femminile sono scarsi; che le donne sono spesso vittime di discriminazioni e violenza;

O.  considerando che, a livello globale, le donne e le ragazze costituiscono la maggioranza di coloro che vivono in condizioni di estrema povertà e che la parità di genere e i diritti delle donne sono una condizione necessaria per il successo del quadro di sviluppo globale post 2015; che ogni giorno circa 800 donne nel mondo muoiono a causa di complicanze durante la gravidanza o il parto; che la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo, tenutasi al Cairo nel 1994, ha esortato a garantire l'accesso alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, elemento che può permettere di salvare vite umane;

P.  considerando che le donne rappresentano più della metà dei migranti;

Q.  considerando che l'Africa esporta molti più capitali nel mondo attraverso flussi finanziari illeciti rispetto a quanto riceva in termini di aiuti internazionali e rimesse;

R.  considerando che il nuovo quadro di sviluppo sostenibile offre l'opportunità di garantire un'ampia partecipazione delle organizzazioni della società civile, delle autorità locali e dei parlamenti nazionali;

S.  considerando che è necessario creare più posti di lavoro nuovi e dignitosi al fine di far fronte alla crescita demografica su scala globale; che il settore privato è un'importante fonte di posti di lavoro, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, e può pertanto costituire un partner essenziale nella lotta contro la povertà, qualora esistano meccanismi di responsabilità chiari e siano rispettate le normative internazionali in materia di protezione sociale;

T.  considerando che gli aiuti continuano a svolgere un ruolo fondamentale nella riduzione della povertà e a rappresentare un fattore di svolta nei paesi in via di sviluppo;

U.  considerando che la mobilitazione delle risorse interne costituisce un elemento importante nella lotta contro la povertà e la disuguaglianza;

V.  considerando che l'UE e gli Stati membri sono i principali donatori di aiuti allo sviluppo e che, pertanto, dovrebbero continuare a rappresentare la forza trainante durante la prossima fase di negoziati in seno alle Nazioni Unite, promuovendo in particolare un approccio basato sui diritti umani, fondato sull'uguaglianza, sulla non discriminazione, sulla partecipazione e sull'inclusione nella progettazione e attuazione del quadro;

W.  considerando che nelle sue conclusioni del dicembre 2014 il Consiglio definirà una serie coerente di principi nonché le principali direttive della strategia negoziale;

X.  considerando che l'articolo 208 TFUE sancisce che l'eliminazione della povertà costituisce l'obiettivo principale della politica dell'UE in materia di sviluppo e stabilisce la coerenza delle politiche per lo sviluppo;

I.  Obiettivi di sviluppo del Millennio: valutazione e nuove sfide

1.  sottolinea che il panorama globale è cambiato negli ultimi anni, anche con spostamenti negli equilibri economici e politici, e che alcune economie emergenti e in via di sviluppo, pur avendo registrato un'importante crescita economica, si trovano ancora ad affrontare livelli di disuguaglianza elevati e crescenti; ritiene necessario un nuovo approccio che comprenda la governance globale, con un forte accento sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo e sulla fornitura di beni pubblici globali;

2.  ricorda che gli OSM, malgrado la loro vantaggiosa semplicità, non hanno affrontato i fattori strutturali che stanno alla base della povertà e delle disuguaglianze; sottolinea che il quadro di sviluppo sostenibile globale post 2015 dovrebbe essere in grado di indurre cambiamenti affrontando le cause profonde della povertà e della disuguaglianza, portando in tal modo a termine il lavoro rimasto incompiuto nell'ambito degli attuali OSM;

3.  sottolinea che gli OSM definiti nel 2000 hanno portato al conseguimento di importanti risultati nei paesi a medio reddito e nei paesi in via di sviluppo ma che tuttavia tali progressi sono stati caratterizzati da squilibri, sia tra i paesi che al loro interno, pertanto è necessario analizzare correttamente tali risultati e trarre gli opportuni insegnamenti, definendo nel contempo il quadro di sviluppo globale post 2015;

4.  ricorda che, sebbene gli OSM abbiano consentito cambiamenti decisivi nella vita delle persone, questioni di primo piano come le violazioni dei diritti umani, le disuguaglianze, anche di genere, i conflitti armati e il terrorismo, i cambiamenti climatici, l'insicurezza alimentare, la mancanza di diritti di proprietà e di diritti fondiari, la migrazione, l'accesso limitato ai servizi sanitari e all'istruzione, i cambiamenti demografici, la limitata disponibilità di risorse, la perdita di biodiversità, la corruzione, la frode e l'elusione fiscale, la crescita non sostenibile, la disoccupazione e le crisi economiche e finanziarie continuano a rappresentare sfide estremamente complesse e correlate per i prossimi decenni, rendendo necessaria la ricerca di nuovi percorsi di sviluppo che possano condurre a uno sviluppo inclusivo e sostenibile per tutti;

5.  sottolinea che la sostenibilità ambientale è una sfida primaria, il cui fallimento rischia di minacciare tutte le dimensioni dello sviluppo umano; ricorda, in particolare, che il degrado ambientale rappresenta un ostacolo enorme al raggiungimento dell'obiettivo dell'eliminazione della povertà estrema e della fame; rammenta, ad esempio, che le persistenti disuguaglianze e le lotte in relazione alla scarsità delle risorse sono fra le principali cause di conflitto, fame, insicurezza e violenza, fattori che, a loro volta, rallentano lo sviluppo umano e gli sforzi volti a raggiungere uno sviluppo sostenibile;

6.  sottolinea che il nuovo quadro dovrebbe fornire una risposta efficace a tali sfide e affrontare importanti questioni quali il rispetto della dignità di ogni essere umano, la giustizia, l'uguaglianza, il buon governo, la democrazia, lo Stato di diritto, la pace e la sicurezza, i cambiamenti climatici, la riduzione del rischio di catastrofi e la costruzione di resilienza, la conservazione della biodiversità, lo sviluppo inclusivo e sostenibile, i diritti di proprietà, i diritti fondiari, la sanità e la protezione sociale, l'istruzione, la ricerca e l'innovazione nonché i diritti delle donne, dei bambini, dei giovani e delle minoranze;

7.  pone l'accento sul fatto che il nuovo quadro di sviluppo deve avere carattere universale ed essere applicabile a tutti i paesi, compresi gli Stati membri dell'UE, e deve essere quindi pertinente ed equo sia per i paesi sviluppati sia per quelli in via di sviluppo, tenendo conto delle diverse circostanze, capacità, politiche e priorità a livello nazionale; sottolinea che le nuove responsabilità e gli oneri che ne derivano devono essere distribuiti equamente, ma in modo giusto, fra tutti i paesi; invita l'UE a suggerire quali azioni e impegni concreti si possano adottare per osservare a livello nazionale e internazionale il principio dell'universalità;

8.  sottolinea che la responsabilità reciproca e la trasparenza a tutti i livelli dovrebbero costituire il fulcro del nuovo quadro di sviluppo e che è importante che i governi nazionali e gli altri attori, tra cui il settore privato, siano tenuti a rendere conto dell'attuazione del quadro;

9.  invita l'UE a guidare attivamente il processo per la definizione di un quadro unico, completo e integrato di sviluppo globale post 2015 e accoglie con favore il consenso raggiunto in merito alla necessità che la nuova agenda globale di sviluppo rafforzi i mezzi di attuazione e rinnovi il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile;

II.  Necessità di un rinnovato partenariato globale e di una posizione dell'UE forte e coesa

10.  chiede che l'UE svolga un ruolo attivo nella definizione di un nuovo partenariato globale che mobiliti azioni da parte di tutti i paesi, comprese le economie emergenti, e di tutte le parti interessate, tra cui il settore privato, le organizzazioni della società civile, le autorità locali e i parlamenti nazionali;

11.  invita l'UE ad adottare una posizione forte, coesa e unificata nell'ambito dei prossimi negoziati intergovernativi, tenendo conto delle priorità evidenziate nella presente risoluzione;

12.  appoggia le conclusioni del gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite; ritiene, tuttavia, che il quadro individuato in tali conclusioni possa essere riorganizzato, mantenendo comunque un equilibrio tra l'eliminazione della povertà, la lotta contro le disuguaglianze e le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, senza compromettere l'approccio basato sui diritti né obiettivi più ambiziosi e innovativi;

13.  sottolinea che il nuovo quadro globale dovrebbe includere l'architettura istituzionale idonea, per occuparsi dei principali obiettivi di eliminazione della povertà, lotta contro le disuguaglianze e promozione dello sviluppo sostenibile, unitamente a orientamenti chiari per la vigilanza sulla sua attuazione, e che tale architettura dovrebbe occuparsi altresì delle complessità e dei collegamenti tra le diverse parti del quadro futuro;

14.  ritiene che la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile sia uno strumento essenziale per l'attuazione del quadro post 2015; invita l'UE, a tal fine, a garantire che gli orientamenti necessari, le valutazioni d'impatto e i meccanismi di monitoraggio e notifica rendano concreta la coerenza delle politiche per lo sviluppo nell'ambito di tale quadro;

15.  sottolinea che il carattere universale dell'agenda di sviluppo globale post 2015 comporta impegni più sostanziali per l'UE e i suoi Stati membri; sottolinea che i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile nell'ambito del quadro globale dovranno trovare riscontro sia nelle politiche esterne che in quelle interne dell'UE;

III.  Settori prioritari

16.  rammenta che l'eliminazione della povertà deve continuare a rappresentare la priorità principale dell'agenda di sviluppo globale post 2015, unitamente alla gestione dei pilastri interconnessi della sostenibilità economica, ecologica e sociale e al partenariato mondiale rafforzato;

Eliminazione della povertà, lotta contro le disuguaglianze e sviluppo sostenibile

17.  sottolinea che l'eliminazione della povertà e la lotta contro le disuguaglianze, unitamente allo sviluppo sostenibile, dovrebbero costituire i principi di fondo del quadro di sviluppo globale post 2015; pone l'accento sulla necessità che il quadro sia incentrato sulle persone e si occupi della mancanza di giustizia applicando un approccio basato sui diritti, allo scopo di ridurre le disuguaglianze, tra i paesi e al loro interno, in quanto una delle priorità fondamentali del nuovo quadro;

18.  osserva che le disuguaglianze ostacolano gli sforzi finalizzati allo sviluppo e alla riduzione della povertà; ribadisce che l'eliminazione della povertà, l'uguaglianza e lo sviluppo sostenibile sono possibili soltanto se si tiene conto di tutti i gruppi vulnerabili e se sono promossi un accesso equo e un uso sostenibile delle risorse nonché il buon governo; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere gli obiettivi di sviluppo sostenibile SDG 10 proposti dal gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite, in quanto obiettivi autonomi nel nuovo quadro;

19.  sottolinea la necessità di un obiettivo sull'eliminazione della povertà estrema al di sotto della soglia dei 2 dollari al giorno, affinché il quadro possa essere realmente trasformativo;

20.  pone l'accento sul fatto che il futuro quadro dovrebbe affrontare gli aspetti pluridimensionali della povertà e della disuguaglianza, che non si limitano alla mancanza di reddito ma interessano la persona umana nella sua dignità e in tutte le sue dimensioni, inclusa la dimensione sociale; sottolinea che la povertà non dovrebbe essere valutata solo a seconda del reddito ma anche sulla base di indicatori di benessere oltre che sul PIL;

21.  raccomanda di sostenere il consolidamento dello Stato attraverso un aumento degli aiuti generali e/o settoriali, subordinati a criteri di buon governo;

22.  sottolinea che in un'economia ampiamente globalizzata il potere contrattuale dei lavoratori si è ridotto a causa della liberalizzazione, cosa che a sua volta pregiudica l'esercizio dei diritti sanciti dalla dichiarazione universale dei diritti umani e dall'agenda per il lavoro dignitoso; invita pertanto l'UE a definire la sua strategia in materia di politica commerciale in modo tale da mantenere e tutelare norme sociali e ambientali elevate, scoraggiando nel contempo qualsiasi forma di dumping sociale e ambientale;

23.  evidenzia l'importante nesso esistente tra il buon governo, lo sviluppo sostenibile, la crescita e la riduzione delle disuguaglianze sociali; sottolinea l'importanza di promuovere la parità di opportunità e di diritti, come pure il dialogo sociale; chiede una più vasta definizione di povertà rispetto a quella basata sul solo PIL, includendo misure più ampie di progresso e benessere;

24.  mette in evidenza il determinante ruolo economico e sociale di una classe media forte e stabile; sottolinea la necessità di un maggiore coinvolgimento della classe media nel processo politico a favore di una crescita inclusiva;

25.  chiede la promozione di uno sviluppo ecologicamente sostenibile in tutti i paesi, sia sviluppati sia in via di sviluppo, mediante l'uso sostenibile delle risorse naturali rinnovabili e la protezione dell'ambiente;

26.  sottolinea la necessità di promuovere lo sviluppo sostenibile bilanciando lo sviluppo regionale, mediante la promozione delle città più piccole e la prevenzione di una crescita eccessiva delle grandi città;

Approccio basato sui diritti umani

27.  accoglie con favore il fatto che la promozione di un approccio basato sui diritti umani e incentrato sulle persone sia stata inclusa tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile proposti dal gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite; esprime tuttavia preoccupazione per la mancata adozione, allo stato attuale, di un approccio più ambizioso e sottolinea che si tratta di un requisito fondamentale per far fronte alle cause profonde della povertà, dell'esclusione sociale e della disuguaglianza;

28.   sottolinea l'universalità, l'indivisibilità e l'interdipendenza di tutti i diritti umani di tutte le persone senza alcun tipo di discriminazione, a partire dal diritto fondamentale alla dignità di tutti gli esseri umani, con particolare attenzione ai diritti umani delle donne e delle ragazze, compresa la promozione dell'accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, nonché la tutela e il rispetto dei diritti dei migranti e delle minoranze, comprese le persone LGBTI e le persone affette da HIV; pone l'accento sull'importanza di tutelare e promuovere i diritti delle persone con disabilità nel nuovo quadro;

29.  invita l'UE a porre l'accento sull'importanza di conferire priorità, nell'agenda post 2015, all'adozione e all'attuazione di un quadro giuridico adeguato nonché sulla necessità che le politiche nazionali e locali contrastino la corruzione e l'impunità, assicurando un accesso equo a istituzioni giudiziarie imparziali e indipendenti e mezzi di ricorso efficaci contro le violazioni dei diritti umani, in particolare dei gruppi emarginati, nonché alla protezione dei difensori dei diritti umani; sottolinea che il quadro di sviluppo globale post 2015 deve inoltre garantire il buon governo, la democrazia e lo Stato di diritto;

30.  invita l'UE a raddoppiare gli sforzi volti a garantire, durante i prossimi negoziati intergovernativi, che l'approccio basato sui diritti umani e il diritto allo sviluppo diventino i concetti principali su cui si fonda il quadro di sviluppo globale post 2015 e a includere pertanto i principi chiave dell'universalità, indivisibilità, non discriminazione e uguaglianza, responsabilità e Stato di diritto, partecipazione e inclusione nella definizione, attuazione e controllo del quadro di sviluppo post 2015; sottolinea l'importanza di mantenere l'obiettivo di sviluppo sostenibile 16 proposto dal gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite quale obiettivo autonomo nel nuovo quadro di sviluppo globale;

Prevenzione dei conflitti, ripresa postbellica, costruzione della pace e promozione di una pace duratura

31.  ritiene che il quadro di sviluppo globale post 2015 debba debitamente riflettere il "New Deal" per l'impegno negli Stati fragili e gli obiettivi di costruzione della pace e di consolidamento dello Stato concordati a Busan; sottolinea che nel nuovo quadro occorre rivolgere particolare attenzione agli Stati fragili; accoglie favorevolmente il fatto che la promozione di società pacifiche sia una delle priorità dell'UE e stia diventando un elemento importante del nuovo quadro; reputa imperativo intraprendere partenariati strutturali, intensi e a lungo termine che diano priorità alla riforma del settore della sicurezza e alla creazione dello Stato di diritto e di istituzioni democratiche;

32.  sottolinea che il nuovo quadro deve affrontare le cause soggiacenti dei conflitti e della fragilità; chiede alle istituzioni europee di porre in essere procedure più reattive nelle situazioni di post-conflitto e di adottare una strategia che consenta all'aiuto allo sviluppo di contribuire al meglio agli obiettivi in materia di sicurezza;

33.  condanna vigorosamente la mancanza di azioni penali e sanzioni nelle zone di conflitto, soprattutto per quanto riguarda la violenza sessuale nei confronti di donne e ragazze; sottolinea la necessità di raddoppiare gli sforzi per la protezione dei civili colpiti dai conflitti armati, di migliorare l'accesso al sostegno psicologico, in particolare per le donne e i bambini e di rafforzare il collegamento tra aiuto di emergenza, risanamento e sviluppo nel nuovo quadro globale;

34.  riconosce l'importante contributo delle donne alla prevenzione dei conflitti e agli sforzi di costruzione della pace e chiede pertanto la promozione della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite al fine di garantire la partecipazione delle donne alla risoluzione dei conflitti e la costruzione della democrazia;

Mitigazione dei cambiamenti climatici, protezione dell'ambiente e riduzione del rischio di catastrofi

35.  ritiene che la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento a essi debbano essere integrati efficacemente nel quadro di sviluppo globale post 2015 come questione trasversale, in modo visibile e ambizioso; sostiene l'ampia gamma di misure volte ad affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici e a garantire un futuro migliore alla nuova generazione, tra l'altro eliminando progressivamente le sovvenzioni dannose per l'ambiente; sottolinea che occorre rivolgere particolare attenzione all'energia rinnovabile, determinante ai fini della mitigazione dei cambiamenti climatici;

36.  sottolinea che il processo d'integrazione non dovrebbe portare a distogliere gli aiuti pubblici allo sviluppo verso politiche climatiche che non conseguono una diretta riduzione della povertà;

37.  ritiene che molte comunità povere subiscano già con le conseguenze dei cambiamenti climatici, pur essendone responsabili solo in minima parte; ribadisce l'urgente necessità di agire per ridurre le emissioni, ponendo l'accento sulle strategie senza emissioni di carbonio; sottolinea che la transizione verso un'economia efficiente dal punto di vista energetico e basata su energie rinnovabili può condurre a enormi progressi nell'eliminazione della povertà; ritiene che l'UE debba sostenere l'accesso universale a servizi energetici rinnovabili, affidabili ed economicamente accessibili;

38.  accoglie con favore il fatto che la mitigazione dei cambiamenti climatici e lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali siano nettamente presenti e integrati nel documento conclusivo del gruppo di lavoro aperto, compresi gli obiettivi previsti in materia di conservazione di oceani e mari, nonché di conservazione di biodiversità e foreste;

39.  pone l'accento sull'importanza di includere nel nuovo quadro misure di assistenza umanitaria, di sviluppo delle capacità, di prevenzione e di partecipazione dal basso che consentano di ridurre efficacemente il rischio di catastrofi e di rafforzare la resilienza; sottolinea la necessità di rafforzare l'assistenza, il coordinamento e le risorse internazionali per la risposta di emergenza, la ripresa e la ricostruzione nelle situazioni post-calamità;

40.  riconosce il peculiare ruolo delle donne nel contribuire alla sostenibilità; chiede pertanto l'integrazione della prospettiva di genere nelle politiche ambientali e dei cambiamenti climatici, per garantire una riduzione delle disparità di genere per quanto riguarda l'accesso alle risorse per l'adattamento ai cambiamenti climatici e il controllo di tali risorse;

Sicurezza alimentare, nutrizione, agricoltura sostenibile, lotta al degrado del suolo, approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari

41.  plaude al fatto che la sicurezza alimentare e nutrizionale sia emersa quale settore prioritario del nuovo quadro di sviluppo globale; accoglie positivamente l'inclusione dell'obiettivo autonomo di porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione e promuovere l'agricoltura sostenibile nel documento conclusivo del gruppo di lavoro aperto; riconosce le esigenze specifiche delle donne impiegate nell'agricoltura per quanto riguarda la sicurezza alimentare; ritiene che tali esigenze debbano essere tenute in considerazione nell'elaborazione del nuovo quadro di sviluppo;

42.  sottolinea l'importanza di tenere conto dei nessi esistenti con una migliorata produttività dell'agricoltura e della pesca sostenibile per la riduzione della perdita e dello spreco degli alimenti, la gestione trasparente delle risorse naturali e l'adattamento ai cambiamenti climatici;

43.  sottolinea che la sicurezza del regime di proprietà per i produttori su piccola scala, piccoli proprietari, che tiene conto dei diritti tradizionali di uso delle terre, stimola le economie locali e incrementa la sicurezza alimentare;

44.  sottolinea la necessità di andare oltre la sicurezza alimentare, per considerare il cibo come un diritto umano fondamentale, al fine di poter definire un obiettivo chiaro di "Fame zero" e porre fine allo scandalo della fame entro il 2025; sottolinea che gli sforzi tesi a porre fine alla fame e alla malnutrizione, nonché al fenomeno della "fame nascosta", dovrebbero concentrarsi particolarmente sui bambini e le donne che allattano;

45.  pone l'accento sull'importanza di mettere in atto, gli impegni di Rio +20 in materia di degrado del suolo in tutti i paesi, così come le linee guida della FAO sul diritto all'alimentazione e sulla proprietà fondiaria; sottolinea l'importanza del buon governo a livello globale per lottare contro l'accaparramento di terreni;

46.  pone l'accento sulla necessità di rafforzare il buon governo nel settore fondiario e di preservare i terreni dal sempre crescente rischio di accaparramento da parte di gruppi economici;

47.  sottolinea l'importanza di considerare l'accesso universale all'acqua potabile sicura e ai servizi igienico-sanitari come pure la gestione integrata delle risorse idriche; sottolinea l'esigenza di agire per ridurre l'utilizzo di sostanza chimiche pericolose e per prevenire l'inquinamento;

Sanità e istruzione

48.  ritiene che il settore sanitario sia fondamentale ai fini dello sviluppo economico e sociale delle società; invita pertanto l'UE a concentrarsi sulla promozione di una tutela equa, universale e sostenibile della salute nel nuovo quadro globale, con un'enfasi particolare su terapie e assistenza sanitaria a prezzi accessibili per i bambini e le madri e l'obiettivo ambizioso di eliminare i decessi prevenibili di puerpere, neonati e bambini e di porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e altre malattie contagiose;

49.  riconosce che la salute è un diritto dell'uomo; sottolinea l'importanza di migliorare l'accesso universale a servizi igienici e a terapie e assistenza sanitaria di alta qualità, compresi i servizi di salute sessuale e riproduttiva; invita l'UE a mettere particolarmente l'accento sulla prevenzione dell'esclusione e della discriminazione dei gruppi più vulnerabili per quanto riguarda i sistemi sanitari;

50.  sottolinea l'enorme importanza di continuare a lavorare per migliorare l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari in quanto tema trasversale che condiziona il raggiungimento di altri obiettivi dell'agenda post 2015, comprese la salute, l'istruzione e la parità di genere;

51.  sottolinea che l'istruzione è essenziale per lo sviluppo di società autosufficienti; insiste affinché l'accesso a un'istruzione di qualità a tutti i livelli si rifletta nel nuovo quadro di sviluppo globale e che talo quadro affronti anche la problematica dell'accesso all'istruzione in situazioni di emergenza e di crisi; sottolinea l'esigenza di promuovere la cittadinanza partecipativa attraverso il pieno esercizio dei diritti civili e politici e di creare società basate sulla conoscenza e innovative;

52.  sollecita la Commissione a promuovere in via prioritaria l'eliminazione delle disuguaglianze nell'accesso alla salute e all'istruzione nel quadro post 2015 e a includere misure specifiche per raggiungere gli individui e i gruppi svantaggiati che sono a rischio di discriminazione;

Ruolo centrale delle donne nel quadro di sviluppo globale post 2015

53.  plaude al fatto che l'emancipazione delle donne e delle ragazze e l'importanza della parità di genere siano state riconosciute quali priorità nel documento conclusivo del gruppo di lavoro aperto, tenendo conto del ruolo centrale delle donne nel nuovo quadro di sviluppo globale; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere l'appello del gruppo di lavoro aperto di un obiettivo autonomo in materia di parità di genere, ad assicurare l'integrazione trasversale delle problematiche di genere in tutti gli obiettivi e a promuovere l'inclusione di obiettivi ambiziosi riguardo ai diritti di donne e ragazze e una migliorata attuazione di tali obiettivi;

54.  ribadisce l'importanza di eliminare tutte le forme di discriminazione e violenza contro donne e ragazze nel nuovo quadro; sottolinea l'importanza di eliminare tutte le normative e prassi discriminatorie; esorta l'UE a far sì che l'eliminazione di tutte le forme di violenza, tra cui la violenza domestica, la tratta, lo sfruttamento e le molestie sessuali, e di tutte le pratiche pregiudizievoli, tra cui i matrimoni forzati, precoci o di minori e la mutilazione genitale femminile, divengano una delle massime priorità del nuovo quadro globale nell'ambito dei diritti umani;

55.  ritiene che l'agenda globale post 2015 debba trasmettere un messaggio chiaro in merito alla partecipazione delle donne ai processi decisionali;

56.  sottolinea l'importanza di garantire a donne e uomini un accesso equo all'occupazione, nonché la parità di retribuzione per lavori di pari valore ovunque; riconosce la necessità di tutelare il diritto delle donne di avere figli e continuare al tempo stesso a lavorare;

57.  sottolinea l'importanza di rafforzare l'accesso delle ragazze all'istruzione a tutti i livelli e di rimuovere le barriere di genere all'apprendimento;

58.  sottolinea l'importanza di assicurare l'accesso universale a servizi sanitari quali la pianificazione familiare, compresi i diritti alla salute sessuale e riproduttiva;

59.  insiste sulla necessità di introdurre meccanismi specifici ed efficaci di protezione delle donne migranti; riconosce l'importanza del diritto delle donne a migrare ed ad integrarsi in una nuova cultura;

Crescita inclusiva e sostenibile, occupazione e creazione di posti di lavoro dignitosi

60.  sottolinea che la crescita economica inclusiva e sostenibile, accompagnata dalla creazione di posti di lavoro dignitosi e dall'efficienza nell'uso delle risorse volti a progredire verso un modello di consumo e di produzione più sostenibile e a mitigare i cambiamenti climatici, è fondamentale per il successo dell'agenda post 2015; ritiene che sarà fondamentale definire indicatori qualitativi per controllare sia quanto i progressi registrati nello sviluppo siano inclusivi e sostenibili, sia in che misura le esigenze dei gruppi più indigenti e vulnerabili siano affrontate;

61.  sottolinea che è essenziale controllare in che misura lo sviluppo economico beneficia i gruppi più indigenti e vulnerabili e i salari rimangono allineati agli aumenti di produttività; ricorda che è responsabilità dello Stato fornire servizi sociali di base ai propri cittadini, contribuendo così a eliminare la povertà; considera essenziale l'istituzione nei paesi in via di sviluppo di piattaforme definite a livello nazionale in materia di tutela sociale e di regolamentazione del salario minimo;

62.  invita l'UE a promuovere un ambiente favorevole per l'imprenditorialità, gli scambi commerciali, gli investimenti e l'innovazione, in quanto ciò favorirà la riduzione delle disuguaglianze e permetterà di rafforzare la giustizia sociale;

63.  sottolinea l'esigenza di eliminare progressivamente il lavoro minorile nel nuovo quadro di sviluppo globale;

64.  chiede un nuovo quadro globale che crei un regime di scambi commerciali più equo e sostenibile, basato sul dialogo, la trasparenza e il rispetto, che favorisca una maggiore equità nell'ambito del commercio internazionale; ritiene che il commercio equo e solidale costituisca un esempio di partenariato efficace che, riunendo molte parti interessate in tutto il mondo e a livelli diversi nella filiera di approvvigionamento, assicura l'accesso al mercato per i produttori svantaggiati, in particolare donne, garantisce mezzi di sussistenza sostenibili, rispetta le norme in materia di lavoro, elimina progressivamente il lavoro minorile e promuove pratiche agricole e produttive ecologicamente sostenibili;

65.  riconosce la necessità che il nuovo quadro globale promuova un sistema di scambi commerciali multilaterali universale, trasparente, basato su norme, aperto, non discriminatorio ed equo nel quadro dell'OMC; invita l'UE a riesaminare la propria strategia in materia di politiche dello sviluppo sostenibile, compreso il commercio equo e solidale;

66.  chiede che sia sostenuto lo sviluppo di ecoincentivi, ad esempio la creazione di posti di lavoro verdi;

67.  pone l'accento sull'importanza di affrontare la disoccupazione giovanile nel nuovo quadro globale;

Settore privato

68.  sottolinea che il settore privato può fungere da motore essenziale della crescita inclusiva e sostenibile quando tiene conto dei principi più importanti dello sviluppo quali i diritti umani, i diritti lavorativi, la responsabilità delle imprese e i meccanismi di trasparenza, il dialogo sociale e gli impegni in materia di ambiente; esorta l'UE a sostenere la creazione di sistemi normativi che riducano la burocrazia eccessiva, promuovano il buon governo, lottino contro la corruzione e promuovano la creazione di posti di lavoro; insiste sull'esigenza di migliorare la responsabilità sociale delle imprese multinazionali attraverso norme giuridicamente vincolanti; in queste circostanze, reputa che il settore privato dovrebbe fungere da motore essenziale dello sviluppo inclusivo e sostenibile;

69.  chiede norme trasparenti ed eque per l'accesso ai mercati locali e internazionali, che concedano pari opportunità a tutte le parti interessate;

70.  sottolinea che la responsabilità sociale delle imprese dovrebbe costituire un importante elemento del nuovo quadro;

71.  invita l'UE a garantire che tutti i flussi di aiuti per il settore privato seguano i principi di efficacia dello sviluppo e assicurino che il settore privato nei paesi in via di sviluppo sia orientato ad aiutare le persone a riscattarsi dalla povertà;

72.  accoglie con favore la raccomandazione del Consiglio intesa a porre maggiore enfasi sul sostegno alle PMI creando un ambiente favorevole ai piccoli imprenditori e facilitando l'accesso a finanziamenti e formazione;

73.  appoggia in particolare l'ulteriore sviluppo dell'iniziativa per l'imprenditoria sociale nel campo della cooperazione allo sviluppo; chiede di creare nuovi strumenti che contribuiscano a migliorare la cooperazione tra piccole e medie imprese sia nel mondo industrializzato sia nei paesi in via di sviluppo;

74.  esorta l'UE a dare la priorità alla giustizia fiscale e alla mobilizzazione di risorse interne nell'agenda post 2015, dato che ciò dovrebbe svolgere un ruolo importante nella trasformazione della società, nell'eliminazione della povertà e nella riduzione delle disuguaglianze;

Società civile

75.  riconosce la necessità di un approccio partecipativo al nuovo quadro di sviluppo, che punti a coinvolgere i soggetti a tutti i livelli, sottolinei il ruolo determinante delle organizzazioni della società civile e delle organizzazioni femminili per quanto riguarda il ruolo centrale delle donne nello sviluppo globale, favorisca lo sviluppo e si faccia promotore di universalità, equità, inclusività, responsabilità e trasparenza; sottolinea l'importanza di avviare un dialogo con le organizzazioni presenti sul campo e di facilitare la partecipazione diretta di cittadini e comunità;

76.  sottolinea la particolare importanza delle organizzazioni della società civile nel promuovere lo Stato di diritto, la giustizia, i diritti umani e i principi democratici, in particolare nei paesi nei quali la creazione dell'apparato statale è ancora nelle fasi iniziali e le capacità dello Stato e del governo sono limitate;

Autorità locali e parlamenti nazionali

77.  pone l'accento sull'importanza di includere le autorità locali e i parlamenti nazionali nella pianificazione e nell'attuazione dello sviluppo e nei flussi di aiuti finanziari; sottolinea che ciò necessita un processo realmente partecipativo sin dall'inizio della fase di sviluppo e che, in questa ottica, occorre riconoscere e rafforzare l'aiuto pubblico decentrato;

IV.  Mobilitazione delle risorse finanziarie

78.  sollecita gli Stati membri a tenere fede al proprio impegno di stanziare almeno lo 0,7% del RNL in aiuti pubblici allo sviluppo, compreso almeno lo 0,2% del RNL ai paesi meno sviluppati e ad altri Stati fortemente vulnerabili; invita l'UE ad adottare un approccio internazionale coerente e completo per i finanziamenti post 2015; ribadisce la necessità di continuare ad adoperarsi in stretta collaborazione con altri donatori per mettere a punto ulteriori meccanismi di finanziamento innovativi, come l'imposta sulle transazioni finanziarie;

79.  ricorda l'importanza di rispettare il principio di appropriazione locale nel contesto dello sviluppo; ribadisce la necessità di rafforzare il dialogo politico tra i donatori e i paesi partner;

80.  ricorda alla Commissione e agli Stati membri che l'aiuto pubblico allo sviluppo deve rimanere la spina dorsale della politica europea di cooperazione allo sviluppo intesa a eliminare la povertà;

81.  sollecita l'UE a valutare i meccanismi di combinazione in modo da assicurare che essi siano trasparenti, includano garanzie di rendicontabilità e abbiano una chiara incidenza sullo sviluppo sostenibile; invita la Commissione a pubblicare orientamenti basati su strategie armonizzate di riduzione della povertà;

82.  ribadisce la sua richiesta di iscrivere come priorità principale del finanziamento per lo sviluppo la lotta alla corruzione, al riciclaggio di denaro, all'evasione ed elusione fiscale, ai paradisi fiscali, ai flussi illeciti di capitali e ai regimi fiscali controproducenti; ricorda che secondo le stime i paesi in via di sviluppo hanno perso quasi 6 000 miliardi di dollari a causa dei flussi finanziari illeciti, una cifra notevolmente superiore ai flussi di aiuti pubblici allo sviluppo di tale periodo; sottolinea pertanto l'importanza di rafforzare la trasparenza e il buon governo globali;

83.  invita l'UE ad agevolare i partenariati pubblico-privato ove possibile e ad attribuire la priorità all'impiego dell'esperienza, della competenza e dei sistemi di gestione del settore privato, in partenariato con risorse pubbliche;

84.  invita l'UE a continuare a sostenere i paesi in via di sviluppo nei loro sforzi per aumentare la mobilitazione di risorse nazionali pubbliche e private e ad aiutarli a istituire sistemi fiscali giusti, sostenibili ed equi, che portino a ridurre la povertà e la dipendenza dagli aiuti;

V.  Indicatori e responsabilità

85.  pone l'accento sulla cruciale importanza di disporre di dati accessibili e disaggregati per definire politiche appropriate in relazione al nuovo quadro e garantire che i governi e la comunità internazionale siano chiamati a rispondere delle loro azioni;

86.  sottolinea la necessità di robusti meccanismi di responsabilità per garantire che sia i paesi sviluppati, sia quelli in via di sviluppo, adempiano i propri impegni e affrontino efficacemente le sfide della povertà e della sostenibilità che saranno oggetto del quadro post 2015; sottolinea che il quadro deve essere basato su prove e includere obiettivi finanziari e un solido controllo, nonché meccanismi di responsabilità a tutti i livelli; ricorda che i meccanismi di controllo dovrebbero includere un processo di revisione basato sull'apertura e la trasparenza;

o
o   o

87.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Segretario generale delle Nazioni Unite e al presidente del gruppo di lavoro aperto sugli obiettivi di sviluppo sostenibile.

(1) Conclusioni del Consiglio 9558/07 del 15.5.2007.
(2) GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.
(3) GU L 77 del 15.3.2014, pag. 44.
(4) Testi approvati, P7_TA(2014)0259.
(5) Testi approvati, P7_TA(2014)0269.
(6) Testi approvati, P7_TA(2013)0283.


Aspetti occupazionali e sociali della strategia UE 2020
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Risoluzione del Parlamento europeo del 25 novembre 2014 sugli aspetti occupazionali e sociali della strategia Europa 2020 (2014/2779(RSP))
P8_TA(2014)0060B8-0252/2014

Il Parlamento europeo,

–  visti gli articoli 2 e 9 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  vista la comunicazione della Commissione del 19 marzo 2014 dal titolo "Bilancio della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2014)0130),

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo 2014,

–  vista la sua risoluzione del 16 giugno 2010 sulla strategia Europa 2020(1),

–  vista la relazione della Commissione del 13 novembre 2013 intitolata "Un mercato unico per la crescita e l'occupazione: analisi dei progressi compiuti e degli ostacoli ancora esistenti negli Stati membri – Contributo all'analisi annuale della crescita 2014" (COM(2013)0785),

–  vista la sua risoluzione del 15 novembre 2011 sulla piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale(2),

–  vista la sua risoluzione del 17 luglio 2014 sull'occupazione giovanile(3),

–  viste le interrogazioni al Consiglio e alla Commissione sugli aspetti occupazionali e sociali della strategia Europa 2020 (O-000076/2014 – B8-0035/2014, O-000077/2014 – B8-0036/2014),

–  vista la proposta di risoluzione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali,

–  visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che l'approccio integrato della strategia Europa 2020 sottolinea il principio secondo cui non è possibile realizzare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva se non si raggiungono i cinque obiettivi principali;

B.  considerando che, nonostante la natura integrata della strategia Europa 2020, l'impatto sociale delle misure di risanamento di bilancio e la necessità di preservare un livello adeguato di investimento sociale in quanto fattore di sviluppo e di crescita non sono stati sufficientemente riconosciuti in altri ambiti strategici;

C.  considerando che l'UE è lungi dall'aver conseguito gli obiettivi principali della strategia Europa 2020 relativi all'occupazione e alla riduzione della povertà;

D.  considerando che, dal lancio nel 2010 della strategia Europa 2020, in alcuni Stati membri i livelli di disoccupazione hanno continuato ad aumentare e che il tasso di disoccupazione nell'UE-28 ha raggiunto nel 2014 la cifra allarmante del 10,1%, con 24,6 milioni di disoccupati in Europa e un numero in crescita di lavoratori poveri; che nelle regioni ultraperiferiche si registrano livelli ancora peggiori, in quanto il tasso medio di disoccupazione si attesta al 24% mentre quello tra i giovani al 51%(4);

E.  considerando che dal 2008 il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale è aumentato di 10 milioni fino a superare i 122,6 milioni, interessando un cittadino su quattro; che le differenze tra gli Stati membri sono altresì in aumento; che il tasso medio di rischio di povertà nell'UE è pari al 24,8% mentre, nel caso dei minori (fino ai 18 anni), al 28%, e che tali cifre sono aumentate da quando, nel 2010, è stata attuata la strategia Europa 2020;

F.  considerando che il tasso di povertà delle persone con disabilità è superiore del 70% alla media, in parte a causa dell'accesso limitato all'occupazione;

G.  considerando che è necessario garantire un lavoro ad altri 16 milioni di cittadini per raggiungere l'obiettivo di un tasso di occupazione pari al 75% nel 2020;

H.  considerando che, secondo le ultime previsioni della Commissione, nel 2015 il tasso di disoccupazione nell'UE dovrebbe scendere solo al 10,4%, una diminuzione alquanto trascurabile;

I.  considerando che gli elevati tassi di disoccupazione nell'Unione europea sono legati alla contrazione della base produttiva industriale e manifatturiera;

J.  considerando che è necessario portare avanti le riforme per rispondere alle richieste sociali e occupazionali dei cittadini;

K.  considerando che il divario tra i tassi di occupazione dei vari Stati membri e delle varie regioni sta aumentando, con una conseguente polarizzazione dell'UE tra zone centrali e periferiche e il potenziale rischio di creare maggiori squilibri sociali nel lungo termine;

L.  considerando che l'articolo 174 del TFUE stabilisce che l'Unione sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione economica, sociale e territoriale, anche nelle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici;

M.  considerando che, per far fronte alla crisi, alcuni Stati membri hanno imposto forti tagli alla spesa pubblica nel momento stesso in cui, a causa dell'aumento del numero di disoccupati, è cresciuta la domanda di protezione sociale; che i bilanci nazionali destinati alla sicurezza sociale sono stati ulteriormente ridotti a causa della diminuzione dei contributi a seguito della perdita ingente di posti di lavoro o alla riduzione dei salari, mettendo così a serio rischio il modello sociale europeo;

N.  considerando che le regioni che presentano gravi svantaggi naturali o demografici registrano spesso livelli di occupazione più bassi e maggiori difficoltà di accesso a servizi pubblici come l'istruzione o l'assistenza sanitaria;

O.  considerando che i livelli di disoccupazione giovanile continuano a destare sempre più preoccupazione, giacché hanno raggiunto il tasso allarmante del 23,3% (media UE nel 2013), e che oltre il 40% dei giovani ha contratti a tempo determinato e circa il 25% lavora a tempo parziale;

P.  considerando che la disoccupazione e la disoccupazione giovanile sono altresì legate alla mancanza di misure efficaci volte a stimolare gli investimenti pubblici nell'ambito dell'innovazione, della ricerca e dello sviluppo, delle qualifiche e delle competenze professionali, che sono uno stimolo alla crescita economica e alla creazione di economie di scala;

Q.  considerando che nel febbraio del 2013 la Commissione ha adottato il pacchetto di investimenti sociali;

R.  considerando che, nel quadro della strategia Europa 2020, tredici Stati membri hanno ricevuto raccomandazioni specifiche per paese intese a promuovere l'occupazione femminile;

S.  considerando che in taluni Stati membri l'aumento del tasso di occupazione femminile è principalmente imputabile all'aumento del lavoro a tempo parziale; che, in termini di unità equivalenti a tempo pieno, solo il 53,5% della forza lavoro femminile dell'UE risulta impiegata; che il tasso di occupazione a tempo parziale delle donne nel 2102 era del 32,9%, rispetto all'8,4% riferito agli uomini;

T.  considerando che il Fondo sociale europeo sostiene gli sforzi volti al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 mediante misure di lotta alla disoccupazione, in particolare quella giovanile; che il pacchetto di investimenti di 300 miliardi di EUR promesso da Jean-Claude Juncker dovrebbe essere utilizzato per centrare gli obiettivi della strategia Europa 2020; che è necessario accordare particolare attenzione alla riduzione della povertà e alla creazione di posti di lavoro di qualità;

U.  considerando che il Consiglio europeo, nelle conclusioni del 27 giugno 2014, ha sottolineato che l'attuale tasso di disoccupazione dell'UE è inaccettabilmente elevato e ha quindi stabilito un'agenda strategica nettamente incentrata sull'occupazione, sulla crescita e sulla competitività;

V.  considerando che, nonostante l'Unione europea sia in linea con i suoi obiettivi in materia di abbandono scolastico, esistono tuttora notevoli differenze tra gli Stati membri a tale riguardo; che una riduzione dei tassi di abbandono scolastico migliorerà l'occupabilità dei giovani;

W.  considerando che le disparità di reddito sono aumentate e che nel 2012 il 20% dei più ricchi ha guadagnato 5,1 volte di più del 20% dei più poveri, il che costituisce un altro indicatore delle crescenti differenze sociali negli Stati membri e tra gli stessi; che un simile inasprimento delle disuguaglianze rischia di destabilizzare le società europee e, in quanto tale, va contrastato adottando misure volte a stimolare la crescita nell'ambito dell'occupazione e dell'accesso alla conoscenza pubblica, nonché creando posti di lavoro di qualità;

X.  considerando che occorre prestare particolare attenzione tanto all'integrazione della dimensione di genere, quanto alla definizione di politiche a favore delle donne al fine di conseguire gli obiettivi principali della strategia Europa 2020 relativi all'occupazione e alla riduzione della povertà e di colmare il persistente divario di genere a livello di disoccupazione e povertà;

Y.  considerando che le sfide demografiche e l'invecchiamento della popolazione continueranno ad avere ripercussioni sulla capacità degli Stati membri di conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020;

Z.  considerando che la Commissione segnala la presenza di squilibri macroeconomici e disparità nell'andamento del mercato del lavoro degli Stati membri, in particolare per quanto riguarda la disoccupazione giovanile;

AA.  considerando che una maggiore crescita economica non garantisce di per sé posti di lavoro più dignitosi né la riduzione della povertà o delle disuguaglianze sociali e che sono invece necessarie scelte politiche adeguate per realizzare tali obiettivi;

AB.  considerando che, malgrado le politiche sociali, occupazionali, fiscali ed economiche siano strettamente interdipendenti, il comitato per la protezione sociale (CPS), quello per l'occupazione (EMCO), quello di politica economica (CPE) e quello economico e finanziario (CEF) continuano ad affrontare tali questioni in maniera relativamente isolata, impedendo così l'elaborazione di politiche integrate;

1.  deplora che le politiche attuali rimangano unicamente concentrate sulla crescita economica e non riconoscano la necessità di un approccio inclusivo, sostenibile e basato sui diritti; sottolinea che, affinché la crescita sia sostenibile, i suoi benefici devono estendersi a tutta la società;

2.  deplora che le analisi annuali della crescita e le raccomandazioni specifiche per paese adottate ad oggi nel quadro dei cicli annuali del semestre europeo non siano state allineate in modo sufficiente agli obiettivi relativi all'occupazione, alla riduzione della povertà e all'istruzione della strategia Europa 2020; deplora che non si tenga sufficientemente conto dell'importanza dei sistemi di sicurezza sociale quali strumenti chiave per stabilizzare l'economia e la società e per ridurre la povertà; chiede un impegno più deciso per orientare e coordinare le politiche dell'Unione, in modo da contribuire a rafforzare il mercato unico onde affrontare gli ostacoli alla sua attuazione e sfruttarne le potenzialità per promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e creare posti di lavoro; invita la Commissione a garantire che le future raccomandazioni specifiche per paese accordino la priorità alla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020;

3.  prende atto del lavoro in corso sul tema "Oltre la crescita", come dimostrato dagli sforzi della Presidenza italiana, e ritiene che ciò dovrebbe contribuire alla revisione della strategia Europa 2020; ribadisce la sua posizione espressa nella risoluzione dell'8 giugno 2011 su "Non solo PIL – Misurare il progresso in un mondo in cambiamento"(5);

4.  chiede di includere nella strategia Europa 2020 un principio obbligatorio di apprendimento comparativo nelle politiche degli Stati membri, specialmente per quanto riguarda il mercato del lavoro europeo; ritiene che ciò consentirebbe l'attuazione di un monitoraggio efficace e la registrazione delle migliori pratiche per quanto concerne modelli e metodi in Europa, concentrandosi sulla riduzione dei tassi di disoccupazione, soprattutto giovanile, il che dovrebbe tradursi in un'analisi comparativa e in una classificazione degli esempi nazionali pertinenti, garantendo che i risultati portino a concrete conseguenze politiche in tutti gli Stati membri;

5.  invita gli Stati membri ad adottare un approccio più ambizioso e concreto nel tradurre gli obiettivi dell'UE nei propri obiettivi a livello nazionale; chiede, in particolare, che gli obiettivi relativi all'occupazione, alla riduzione della povertà e all'istruzione siano ripartiti per età e genere al fine di facilitare l'analisi comparativa;

6.  ritiene che il conseguimento degli obiettivi di reindustrializzazione sia fondamentale per la competitività dell'Unione e che il rilancio di un'autentica politica industriale europea potrebbe promuovere la crescita e creare nuovi posti di lavoro di qualità;

7.  chiede l'introduzione di un sistema di istruzione duale, operativo a livello nazionale o regionale in una forma flessibile, e la creazione di un servizio per l'impiego efficace, strettamente collegato alla rete europea; chiede inoltre l'applicazione di progetti di autentico apprendimento permanente e la realizzazione di rilevazioni sul mercato del lavoro, al fine di migliorare sensibilmente le qualifiche dei lavoratori più anziani;

8.  ricorda l'importanza delle parti sociali per quanto concerne le politiche del mercato del lavoro e sottolinea che le consultazioni con le parti sociali dovrebbero costituire parte integrante del processo; invita pertanto il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri ad aumentare la partecipazione delle parti sociali per garantire un'efficace attuazione della strategia Europa 2020;

9.  chiede una piattaforma delle parti sociali che coniughi gli interessi dei datori di lavoro e quelli dei lavoratori;

10.  esorta la Commissione e gli Stati membri a garantire che ogni aumento del tasso di occupazione sia il risultato della creazione di posti di lavoro di qualità nell'economia europea;

11.  deplora che gli aumenti dei tassi di occupazione siano in parte il risultato di forme di occupazione precaria, come i contratti a zero ore, il falso lavoro autonomo e il lavoro a tempo parziale imposto; è preoccupato che tali posti di lavoro non garantiscano ai lavoratori condizioni di vita dignitose e diritti del lavoro adeguati;

12.  sottolinea che la qualità dell'occupazione è importante per accrescere il numero degli occupati e per consentire loro di lavorare più a lungo e, di conseguenza, costituisce una condizione indispensabile per conseguire l'obiettivo relativo all'occupazione della strategia Europa 2020; sottolinea pertanto la necessità che gli indicatori dell'occupazione si concentrino non solo sul numero di persone che trovano un lavoro ma anche sulla qualità del lavoro stesso, per fornire un quadro completo dei mercati nazionali del lavoro;

13.  ritiene che tutti gli Stati membri dovrebbero presentare relazioni nazionali sui progressi annuali compiuti verso il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020; invita inoltre la Commissione a presentare una relazione annuale sui progressi compiuti nell'attuazione della strategia Europa 2020 e dei suoi principali obiettivi;

14.  accoglie con favore il fatto che il quadro di valutazione degli indicatori occupazionali e sociali principali sia stato usato per la prima volta nel ciclo di questo anno; invita a includere indicatori aggiuntivi, ad esempio riguardo ai livelli di povertà infantile, all'accesso alla sanità e alla mancanza di fissa dimora; chiede che si aggiunga l'analisi delle caratteristiche delle sottopopolazioni degli Stati membri in condizioni di povertà per concentrare maggiormente gli sforzi politici; invita gli Stati membri e l'UE a utilizzare il quadro di valutazione come meccanismo di allerta rapida al fine di elaborare politiche adeguate;

15.  invita a riequilibrare, nell'ambito della strategia, le priorità finanziarie ed economiche rispetto a quelle sociali, rafforzando queste ultime, al fine di assicurare che le politiche sociali possano essere realizzate; sottolinea che le considerazioni di natura occupazionale e sociale devono essere considerate alla stregua di quelle macroeconomiche nella procedura del semestre europeo; chiede inoltre che siano organizzate riunioni congiunte delle formazioni EPSCO e ECOFIN del Consiglio per stabilire una posizione coerente;

16.  ritiene che l'obiettivo di creare un'occupazione di qualità e posti di lavoro di qualità, nonché di garantire l'efficienza delle risorse, debba essere reso più efficace e visibile nel quadro delle iniziative faro della strategia Europa 2020, in particolare un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse, l'Unione dell'innovazione, l'Agenda digitale e le iniziative in tema di politica industriale, anche introducendo indicatori dell'occupazione quantificabili nei relativi quadri di valutazione;

17.  ritiene inoltre importante che, negli esercizi futuri, gli indicatori occupazionali e sociali essenziali inclusi nel quadro di valutazione operino sistematicamente una distinzione per sesso;

18.  invita il Consiglio europeo a portare rapidamente a termine con urgenza la riforma dell'Unione economica e monetaria (UEM), in particolare mediante il coordinamento ex-ante dei principali piani futuri di riforma economica, della relativa valutazione dell'impatto sociale nonché dei correlati meccanismi di solidarietà; auspica che tale coordinamento sia sostenuto da un'ampia e completa valutazione dell'impatto sociale e di genere ex-ante ed ex-post;

19.  ricorda che, secondo Eurofound, nell'UE il costo dei giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (NEET) ‒ in termini di perdita di reddito, perdita di entrate fiscali e maggiori contributi sociali ‒ è aumentato passando da 153 miliardi nel 2011 a 162 miliardi nel 2012 e che, secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), per contribuire a risolvere il problema della disoccupazione giovanile nell'area dell'euro occorre un totale di 21 miliardi di EUR; ritiene pertanto necessario aumentare il finanziamento dell'UE per conseguire l'obiettivo della strategia Europa 2020 relativo al tasso di occupazione del 75%; sottolinea che gli anticipi non costituiscono nuove risorse e comportano il rischio di concentrare il finanziamento nella fase iniziale quando il tasso di assorbimento è limitato e di aver esaurito le risorse per le fasi di assorbimento elevato, il che rende più difficile e imprevedibile l'attività dei beneficiari del progetto sul campo; ritiene inoltre necessario che la Commissione stabilisca completi e precisi orientamenti destinati agli Stati membri e ai relativi servizi pubblici per l'occupazione in merito all'ammissibilità dei loro programmi all'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile;

20.  ritiene che gli Stati membri debbano essere più ricettivi nei confronti delle esigenze del mercato del lavoro, in particolare garantendo forti legami tra il mondo dell'istruzione e il mondo del lavoro;

21.  invita la Commissione ad allineare in modo preciso il Fondo sociale europeo e altri Fondi strutturali e di investimento europei alle priorità politiche della strategia Europa 2020 al fine di rafforzare il loro ruolo quali pilastri finanziari della strategia;

22.  sottolinea che l'attuazione della garanzia per i giovani deve essere monitorata affinché gli Stati membri rispondano degli impegni assunti nell'ambito della raccomandazione relativa alla garanzia per i giovani;

23.  incoraggia gli Stati membri, al fine di conseguire gli obiettivi relativi a un tasso di occupazione pari al 75%, a migliorare le capacità di leadership, gestione e imprenditorialità tra i giovani per consentire alle nuove imprese e alle start-up di trarre vantaggio dai nuovi mercati e per realizzare il loro potenziale di crescita, in modo che i giovani diventino datori di lavoro e non solo lavoratori dipendenti;

24.  accoglie con favore l'adozione dei programmi relativi all'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile di alcuni Stati membri; sottolinea che 6 miliardi di EUR non sono sufficienti a risolvere il problema della disoccupazione giovanile nell'Unione; invita pertanto la Commissione a risolvere la questione dei finanziamenti dopo il periodo 2014-2015;

25.  accoglie con favore la dichiarazione del Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker relativa a un programma globale di investimento per lottare contro la disoccupazione; sottolinea la necessità di maggiori investimenti (in settori quali infrastrutture, ricerca e sviluppo, lavori verdi, innovazione e completamento del mercato digitale interno) finalizzati al mantenimento e alla creazione di posti di lavoro conformemente alla strategia Europa 2020, che vadano oltre i semplici contributi e tengano conto dei reali risultati delle politiche; sottolinea che tali investimenti potrebbero essere destinati, al fine di ottenere vantaggi a più lungo termine, alla creazione di infrastrutture per l'istruzione formale e non formale di elevata qualità, nonché all'eliminazione degli ostacoli alla parità di accesso; incoraggia a collegare tali investimenti a obiettivi concreti in materia di occupazione e povertà, poiché anche gli investimenti in settori quali i servizi pubblici di elevata qualità sono importanti per conseguire gli obiettivi di inclusione sociale;

26.  invita la Commissione e gli Stati membri a tenere conto, in particolare, delle regioni ultraperiferiche, i cui svantaggi naturali, tra cui l'isolamento, la discontinuità geografica, la fragilità dell'economia e gli ostacoli naturali, accentuano le disuguaglianze nell'accesso alle opportunità di lavoro, tirocinio e formazione per la popolazione; sottolinea che tali regioni richiedono pertanto meccanismi rafforzati specifici per attuare programmi di investimento volti a conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020 e a sfruttare le loro potenzialità in termini di sviluppo economico e sociale;

27.  invita gli Stati membri a concentrarsi su settori con elevate potenzialità di crescita e creazione di posti di lavoro, ad esempio il settore verde, il settore bianco e le TIC;

28.  raccomanda, nel contesto di un nuovo programma di investimento volto a combattere la disoccupazione, di concentrare l'attenzione sulla lotta alla disoccupazione giovanile che oggi costituisce uno dei problemi più gravi nell'UE; ritiene necessario, a tal fine, assegnare nuovi fondi al programma "Erasmus per giovani imprenditori", allo scopo di sostenere più efficacemente l'imprenditorialità e la mobilità dei giovani quale mezzo efficace per combattere la disoccupazione giovanile, la povertà e l'esclusione sociale;

29.  invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a integrare la dimensione di genere nel quadro della strategia Europa 2020 per misurare i progressi nella riduzione del divario occupazionale di genere e per far sì che le misure strategiche dell'analisi annuale della crescita si traducano in raccomandazioni specifiche per paese;

30.  ribadisce il suo invito ad attuare il pacchetto sugli investimenti sociali, che comprende la comunicazione "Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione", la raccomandazione "Investire nell'infanzia – Spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale", nonché i documenti di lavoro dei servizi della Commissione relativi alle tendenze demografiche e sociali, al coinvolgimento attivo delle persone escluse dal mercato del lavoro, ai servizi sociali di interesse generale, all'assistenza a lungo termine nelle società che invecchiano, alla lotta contro il problema dei senzatetto nell'Unione europea, agli investimenti nella salute e agli investimenti nel settore sociale attraverso il Fondo sociale europeo;

31.  osserva che il calendario e le procedure del semestre europeo si sono evoluti con modalità che non conferiscono al Parlamento un ruolo formale nel ciclo né gli garantiscono un tempo sufficiente per adottare decisioni prima del Consiglio europeo di primavera;

32.  invita gli Stati membri a eliminare gli oneri amministrativi e la formalità burocratiche superflui a carico dei lavoratori autonomi, delle microimprese e delle PMI e ad agevolare le condizioni per l'avvio di nuove imprese;

33.  sottolinea che occorre spostare l'onere fiscale dal lavoro verso altre forme di tassazione sostenibile per promuovere la crescita e la creazione di occupazione;

34.  invita gli Stati membri e la Commissione a promuovere e migliorare i meccanismi di mobilità dei lavoratori, in particolare il portale europeo della mobilità professionale EURES e i servizi pubblici per l'impiego, al fine di aumentare l'occupazione, anche dei giovani;

35.  osserva che gli obiettivi della strategia Europa 2020 devono ancora essere conseguiti e ritiene che a tal fine dovrebbero essere predisposte misure più incisive per colmare le attuali lacune; invita pertanto la Commissione ad avviare una procedura di consultazione pubblica per rivedere il semestre europeo al fine di migliorarne l'efficacia e la legittimità, nell'ambito della revisione intermedia, dal momento che il processo del semestre europeo dovrebbe coadiuvare la riuscita della strategia Europa 2020;

36.  deplora che il Consiglio europeo non abbia adottato una decisione in merito all'obiettivo principale di riduzione della povertà in occasione delle discussioni preliminari sulla valutazione della strategia Europa 2020 tenutesi il 20 e 21 marzo 2014;

37.  chiede alla Commissione di elaborare una strategia che sostenga gli Stati membri nel far fronte al fenomeno dei senzatetto attraverso politiche integrate e investimenti sociali adeguati;

38.  sottolinea che un aumento delle disuguaglianze come quello verificatosi nell'UE e documentato dalle relazioni per paese nell'ambito del semestre comporta gravi rischi per la democrazia; mette in evidenza gli avvertimenti dell'FMI e dell'OIL, secondo cui un ulteriore aumento delle disuguaglianze nell'UE potrebbe destabilizzare le nostre società; ribadisce la richiesta di stabilire obiettivi più ambiziosi e metodi di misurazione più precisi e obiettivi per la riduzione della disuguaglianza, della povertà e dell'esclusione sociale, sia all'interno degli Stati membri che tra di essi, in particolare alla luce delle crescenti divergenze sociali in alcuni Stati membri;

39.  invita gli Stati membri ad adottare misure urgenti per invertire la tendenza di un crescente tasso di rischio di povertà e di esclusione sociale, al fine di conseguire l'obiettivo principale della strategia Europa 2020 di ridurre di almeno 20 milioni il numero delle persone a rischio di povertà e di esclusione sociale;

40.  invita gli Stati membri a garantire l'accesso al mercato del lavoro e un'adeguata sicurezza sociale ai soggetti più vulnerabili della società;

41.  invita la Commissione ad adottare nuove misure concrete nel settore delle politiche per l'istruzione e l'innovazione al fine di rafforzare la complementarietà tra la crescita e la lotta contro la disuguaglianza;

42.  invita a introdurre un sotto-obiettivo relativo alla riduzione della povertà infantile nel quadro della revisione intermedia della strategia Europa 2020;

43.  chiede pertanto che siano utilizzati indicatori di "povertà" obiettivi nel calcolo dei tassi di povertà degli Stati membri per contribuire a individuare le persone a rischio di esclusione;

44.  ricorda tuttavia che un indicatore di povertà non fornisce alcuna prova diretta della situazione di esclusione sociale e invita pertanto a migliorare il calcolo dell'esclusione sociale percepita al fine di comprendere meglio le ragioni dell'esclusione sociale e quali gruppi sono particolarmente interessati dal problema;

45.  riconosce che gli Stati membri sono responsabili del conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, conformemente al principio di sussidiarietà, e che l'UE li sostiene nelle loro azioni; ritiene che il processo, mediante valutazioni inter pares e lo scambio delle migliori pratiche, possa aiutare gli Stati membri ad attuare le necessarie riforme strutturali, ad aumentare la flessibilità del mercato del lavoro e a creare le condizioni necessarie per permettere alle imprese di creare posti di lavoro; sottolinea tuttavia l'importanza di un intervento tempestivo degli Stati membri, poiché un mancato intervento avrebbe gravi conseguenze in tutta l'UE; chiede di coinvolgere i parlamenti nazionali e le autorità regionali e locali nella definizione e nell'attuazione dei programmi nazionali di riforma, anche mediante sistemi di governance multilivello;

46.  si rammarica che il quadro finanziario pluriennale (QFP) approvato per il periodo 2014-2020 abbia uno stanziamento di bilancio pari a 960 miliardi di EUR, che rappresenta la prima riduzione netta al bilancio dell'UE; ritiene che il QFP non sia sufficiente per contribuire al conseguimento degli obiettivi occupazionali e sociali della strategia Europa 2020; considera pertanto di fondamentale importanza la revisione intermedia del QFP per ridefinire l'orientamento strategico della spesa dell'UE a favore di una ripresa economica che generi occupazione;

47.  ricorda il ruolo della commissione per l'occupazione e gli affari sociali nel monitorare la spesa effettiva a titolo del Fondo sociale europeo (FSE), non da ultimo il 20% destinato all'inclusione sociale, e le modalità con cui gli Stati membri hanno impiegato efficacemente tali risorse di investimento per conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020;

48.  sottolinea la necessità di monitorare in modo più puntuale gli obiettivi relativi all'occupazione, alla riduzione della povertà e all'istruzione, nonché di elaborare in modo più tempestivo statistiche comparabili; chiede pertanto dati in tempo reale sulla disoccupazione e indicatori del rischio di povertà ed esclusione sociale, specialmente a livello NUTS 3, per valutare la situazione attuale dei mercati nazionali del lavoro;

49.  chiede alla Commissione di stabilire un obiettivo specifico riguardante l'occupazione giovanile e/o orientamenti specifici integrati in materia in occasione della revisione intermedia della strategia Europa 2020;

50.  chiede che consultazioni significative con la società civile, oltre che con le parti sociali, divengano un elemento sistematico della strategia Europa 2020 in tutte le fasi del processo; invita la Commissione a elaborare orientamenti per tale procedura;

51.  sottolinea che una vera consultazione con i soggetti interessati della società civile non solo aumenterebbe la legittimità democratica del processo e la probabilità che le riforme siano accettate dai cittadini e attuate con successo, ma potrebbe anche rafforzare la base di conoscenze per la valutazione delle riforme; ritiene che, a tal fine, il convegno annuale contro la povertà e l'esclusione sociale debba essere più strettamente allineato al semestre europeo;

52.  invita la Commissione a tenere conto dei risultati della consultazione pubblica in corso prima di pubblicare proposte concrete per la revisione intermedia della strategia; insiste altresì sul fatto che il Parlamento deve essere consultato prima dell'adozione delle decisioni finali;

53.  auspica una forte ambizione nel conseguire gli obiettivi in materia di cambiamento climatico e sostenibilità energetica, dal momento che questi sono parte integrante di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;

54.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio nonché ai parlamenti nazionali e al Consiglio europeo.

(1) GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 57.
(2) GU C 153 E del 31.5.2013, pag. 57.
(3) Testi approvati, P8_TA(2014)0010.
(4) Eurostat, Rivista trimestrale sull'occupazione e la situazione sociale nell'UE, settembre 2014.
(5) GU C 380 E dell'11.12.2012, pag. 81.

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