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Procedura : 2014/2155(INI)
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Ciclo del documento : A8-0024/2015

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A8-0024/2015

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PV 10/03/2015 - 17
CRE 10/03/2015 - 17

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PV 11/03/2015 - 9.10
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P8_TA(2015)0062

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Mercoledì 11 marzo 2015 - Strasburgo
Relazione annuale 2013 sulla tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea - Lotta contro la frode
P8_TA(2015)0062A8-0024/2015

Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 marzo 2015 sulla relazione annuale 2013 relativa alla tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea – Lotta contro la frode (2014/2155(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto l'articolo 325, paragrafo 5, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  viste le sue risoluzioni sulle precedenti relazioni annuali della Commissione e dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF),

–  visti la relazione della Commissione del 17 luglio 2014 dal titolo "Tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea – Lotta contro la frode – Relazione annuale 2013" (COM(2014)0474) e i documenti di lavoro dei servizi della Commissione che la accompagnano (SWD(2014)0243, SWD(2014)0244, SWD(2014)0245, SWD(2014)0246, SWD(2014)0247 e SWD(2014)0248),

–  vista la relazione annuale 2013 dell'OLAF,

–  vista la relazione di attività del comitato di vigilanza dell'OLAF (febbraio 2013 - gennaio 2014),

–  vista la relazione annuale della Corte dei conti sull'esecuzione del bilancio per l'esercizio 2013, corredata delle risposte delle istituzioni,

–  vista la comunicazione della Commissione del 29 settembre 2014 dal titolo "Tutela del bilancio dell'UE fino alla fine del 2013" (COM(2014)0618),

–  vista la relazione della Commissione del 3 febbraio 2014 dal titolo "Relazione dell'Unione sulla lotta alla corruzione" (COM(2014)0038),

–  visto il Rapporto Speciale Eurobarometro 397 sulla corruzione,

–  viste le relazioni della Commissione europea sul divario dell'IVA,

–  visto il regolamento (UE) n. 250/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, che istituisce un programma per la promozione di azioni nel settore della tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea (programma Hercule III) e che abroga la decisione n. 804/2004/CE(1),

–  vista la proposta di regolamento del Consiglio, del 17 luglio 2013, che istituisce la Procura europea (COM(2013)0534),

–  visto il regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 settembre 2013, relativo alle indagini svolte dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e che abroga il regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (Euratom) n. 1074/1999 del Consiglio(2),

–  vista la proposta della Commissione concernente una direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 luglio 2012, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell'Unione mediante il diritto penale (COM(2012)0363),

–  visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio(3),

–  viste la sua risoluzione del 15 settembre 2011 sugli sforzi dell'Unione europea per lottare contro la corruzione(4), la sua dichiarazione del 18 maggio 2010 sugli sforzi dell'Unione per lottare contro la corruzione(5) e la comunicazione della Commissione del 6 giugno 2011 dal titolo "La lotta contro la corruzione nell'UE" (COM(2011)0308),

–  visto il regolamento (CE, Euratom) n. 2988/95 del Consiglio, del 18 dicembre 1995, relativo alla tutela degli interessi finanziari delle Comunità(6),

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione,

–  viste le Convenzioni civile e penale del Consiglio d'Europa sulla corruzione,

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e i pareri della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (A8-0024/2015),

A.  considerando che il bilancio dell'Unione europea, cui ciascuno Stato membro contribuisce in modo proporzionale sulla base di criteri oggettivi comuni, fornisce un sostegno all'esecuzione delle politiche dell'Unione e rappresenta un'espressione di unità nonché uno strumento atto a far progredire l'integrazione europea;

B.  considerando che la tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea, insieme al principio di una sana gestione finanziaria, dovrebbe garantire che le entrate e le spese di bilancio contribuiscano a realizzare le priorità e gli obiettivi dell'Unione nonché ad accrescere la fiducia dei cittadini mediante la garanzia che il loro denaro è utilizzato in modo trasparente, nel pieno rispetto degli obiettivi e delle politiche dell'Unione europea e degli interessi dei cittadini UE;

C.  considerando che la diversità dei sistemi giuridici e amministrativi degli Stati membri configura un contesto impegnativo in cui superare le irregolarità e combattere la frode, mentre qualsiasi uso scorretto dei fondi UE comporta perdite non solo individuali ma anche collettive e danneggia gli interessi di ogni Stato membro dell'Unione nel suo insieme;

D.  considerando che, al fine di rafforzare le misure esistenti, come la Convenzione sulla protezione degli interessi finanziari (PIF), per lottare contro la frode, la corruzione, il riciclaggio di denaro e altre attività illecite che ledono gli interessi finanziari dell'Unione, la Commissione ha presentato due proposte di strumenti di diritto penale, la direttiva PIF e il regolamento che istituisce la Procura europea (regolamento PE), volti a garantire indagini più efficaci e una migliore protezione del denaro dei contribuenti nell'intero Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia;

E.  considerando che la lotta alla frode, alla corruzione e al riciclaggio di denaro nell'Unione deve rappresentare una priorità dell'azione politica delle istituzioni unionali e che la cooperazione giudiziaria e di polizia tra gli Stati membri è fondamentale a tal fine;

I.Individuazione e segnalazione di frodi e altre irregolarità

1.  prende atto della relazione della Commissione sulla tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea – Lotta contro la frode – Relazione annuale 2013 (la "relazione annuale" della Commissione); accoglie favorevolmente l'ampia gamma di misure giuridiche e amministrative che la Commissione ha adottato dal 2011 a questa parte, definendo così un nuovo quadro in vista di un ulteriore rafforzamento della politica in materia di tutela degli interessi finanziari dell'Unione; sottolinea che gli attuali risultati insufficienti nella lotta contro la frode non dipendono da una mancanza di regolamentazione, bensì da una attuazione insoddisfacente; chiede alla Commissione di rispondere con maggiore tempestività, nella sua relazione successiva, alle richieste formulate dal Parlamento nelle sue precedenti relazioni annuali sulla tutela degli interessi finanziari dell'UE;

2.  rammenta che, nel contesto caratterizzato dalle difficoltà economiche in cui versano attualmente gli Stati membri e dall'insufficienza delle risorse di bilancio dell'UE, la tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea riveste un'importanza particolare; sottolinea che i fondi dell'UE devono essere gestiti correttamente ed essere utilizzati nella maniera più efficiente possibile;

3.  rileva che, nel 2013, sono state segnalate complessivamente alla Commissione 15 779 irregolarità, di cui 14 170 non fraudolente e 1 609 fraudolente, per un importo totale e di circa 2,14 miliardi di EUR, dei quali pressoché 1,76 miliardi relativi ai settori di spesa del bilancio dell'UE; rileva altresì che le irregolarità individuate rappresentano l'1,34% di tutti i pagamenti, mentre i restanti 380 milioni di EUR rappresentano l'1,86% dell'importo totale lordo delle risorse proprie tradizionali (RPT) riscosse;

4.  osserva che, sebbene l'incidenza finanziaria globale delle irregolarità non fraudolente segnalate nel 2013 sia scesa a circa 1,84 miliardi di EUR, ovvero il 38% in meno rispetto al 2012, il numero di dette irregolarità notificato è aumentato del 16% rispetto all'anno precedente; osserva inoltre che il numero delle irregolarità segnalate come frode nel 2013 è aumentato di un 30% pieno rispetto al 2012, mentre la relativa incidenza finanziaria, pari a un importo di 309 milioni di EUR di fondi UE, è diminuita del 21%;

5.  rileva che, data la disponibilità di nuove informazioni a seguito di cambiamenti significativi del modo in cui gli Stati membri e la Commissione segnalano le irregolarità, la relazione annuale 2013 della Commissione pone l'accento non più sulle irregolarità trattate in termini generali, ma sulle irregolarità segnalate come frode; invita la Commissione a mantenere questo approccio nella sua futura relazione annuale sulla tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea - Lotta contro la frode; esorta tuttavia vivamente la Commissione a migliorare ulteriormente la messa a disposizione delle informazioni e a promuovere analisi sulla portata, i tipi e l'incidenza delle irregolarità non fraudolente tenuto conto del loro numero fortemente elevato e del relativo impatto monetario negativo, che pregiudica gli interessi finanziari dell'Unione europea;

6.  sottolinea che spetta tanto alla Commissione quanto agli Stati membri compiere ogni sforzo per combattere la frode, la corruzione e ogni altra attività illecita lesiva degli interessi finanziari dell'Unione, conformemente alle disposizioni del trattato sul funzionamento dell'Unione europea; ricorda che una stretta cooperazione e uno stretto coordinamento tra la Commissione e gli Stati membri sono essenziali per garantire l'efficace tutela degli interessi finanziari dell'Unione ed è pertanto fondamentale rafforzare in via d'urgenza tale cooperazione e coordinamento e aumentarne al massimo l'efficacia; fa presente che la tutela degli interessi finanziari dell'Unione, sia per quanto concerne le risorse che le spese, necessita del medesimo atteggiamento di vigilanza;

7.  rileva che, negli ultimi cinque anni, si è osservato un lieve rallentamento a livello di individuazione e segnalazione di potenziali irregolarità fraudolente, ma il numero di irregolarità non segnalate come fraudolente ha registrato un aumento progressivo; chiede alla Commissione di esaminare più dettagliatamente le principali ragioni alla base di questo aumento e di effettuare un'analisi che risponda alla domanda se la tendenza è dovuta a un passaggio verso l'individuazione di casi irregolari o al modo in cui gli Stati membri classificano i casi;

8.  è convinto che gli strumenti del diritto penale predisposti dalla direttiva PIF saranno efficaci solo se riusciranno a fornire una chiara definizione dei reati PIF, pene detentive minime-massime applicabili in ciascuno degli Stati membri partecipanti nonché regole minime in materia di prescrizione e se tali disposizioni saranno poi applicate in modo uniforme ed efficiente in tutti gli Stati membri;

Entrate – risorse proprie

9.  si compiace del fatto che il 98% delle RPT sia riscosso senza particolari problemi e che le irregolarità segnalate come frode rappresentino lo 0,29% dell'importo lordo accertato delle RPT (un valore di 61 milioni di EUR), mentre le irregolarità non fraudolente rappresentano l'1,57% delle RPT (un valore di 327,4 milioni di EUR); rileva che i casi di frode e irregolarità individuati nel 2013 ammontavano a 380 milioni, di cui gli Stati membri hanno recuperato in totale 234 milioni di euro; osserva, in particolare, il fatto che tale tasso di recupero degli importi RPT nel 2013, pari al 62%, rappresenta il miglior risultato registrato nell'ultimo decennio;

10.  è preoccupato per il fatto che nel 2013 la maggior parte degli importi accertati presenti nella banca dati OWNRES nell'UE-28 riguardava la procedura doganale di "immissione in libera pratica" sia per i casi di frode (93%), sia per i casi di irregolarità (87%); invita la Commissione ad adottare provvedimenti adeguati per rafforzare la procedura doganale di "immissione in libera pratica", in modo da renderla meno soggetta a casi di frode e irregolarità;

11.  è preoccupato per il fatto che nel 2013 nella banca dati OWNRES il tasso di recupero per i casi di frode si attestasse solo al 23,74%, una cifra inferiore al tasso medio del 33,5% per il periodo 2008-2012; rammenta che il tasso di recupero per i casi di irregolarità segnalati per il 2013 è del 67,9%; sottolinea, in generale, la responsabilità delle autorità degli Stati membri e dei servizi della Commissione per quanto attiene al recupero delle somme indebitamente versate e li invita ad assumersi pienamente questa responsabilità e ad aumentare in maniera sostanziale il tasso di recupero per i casi di frode, che si attesta in generale a un livello decisamente basso rispetto al tasso di recupero per i casi di irregolarità non fraudolente;

12.  si compiace della firma nel 2013 del protocollo delle Nazioni Unite sull'eliminazione del commercio illegale dei prodotti derivati dal tabacco da parte dell'Unione europea; osserva che 15 Stati membri hanno firmato il protocollo, che finora è stato ratificato però solo dall'Austria; invita pertanto i restanti Stati membri a completare al più presto il rispettivo processo di ratifica;

13.  sottolinea che il contrabbando di merci fortemente tassate è causa di ingenti perdite di entrate a danno dei bilanci dell'Unione europea e degli Stati membri e che, secondo le stime, per il solo contrabbando di sigarette, i mancati introiti diretti in termini di dazi doganali ammontano a oltre 10 miliardi di EUR l'anno; richiama inoltre l'attenzione sul traffico di merce contraffatta che infligge danni sia agli erari degli Stati membri che alle imprese europee;

14.  fa riferimento al lavoro in atto per migliorare i dati relativi al reddito nazionale lordo (RNL) e ai problemi indicati nella relazione speciale della Corte dei conti europea n. 11/2013, che chiede una verifica più rapida e maggiormente mirata delle cifre RNL e una migliore segnalazione e coordinamento riguardo ai risultati, affinché il sistema RNL diventi ancora più affidabile nel suo contributo al calcolo delle entrate dell'UE;

15.  osserva che l'inclusione dell'economia invisibile nella contabilità nazionale deve contribuire a garantire dati RNL più completi e affidabili e invita la Commissione ed Eurostat ad approfondire la cooperazione con gli istituti nazionali di statistica per garantire che tale aspetto sia affrontato in modo coerente e confrontabile in tutti gli Stati membri, con l'ausilio delle informazioni più aggiornate;

16.  sottolinea che in molti Stati membri il divario dell'IVA continua ad essere elevato a causa delle frodi e dell'elusione dell'IVA; evidenzia che la Commissione ha il potere di controllare e vigilare sulle misure adottate dagli Stati membri; invita pertanto la Commissione a ricorrere a tutti i suoi poteri per aiutare gli Stati membri nella lotta alle frodi IVA e all'elusione fiscale;

17.  rileva altresì che gli Stati membri hanno registrato 133 casi di contrabbando di sigarette nel 2013, pari a un valore stimato delle RPT di circa 7 milioni di euro; sottolinea che tale tendenza rappresenta una forte diminuzione rispetto al 2012, quando sono stati segnalati 224 casi per un valore di circa 25 milioni di euro; nutre gravi preoccupazioni per il fatto che nel 2013 Danimarca, Estonia, Spagna, Francia, Cipro, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Svezia non hanno segnalato alla Commissione casi di contrabbando di sigarette e mette in dubbio l'efficienza del processo di segnalazione in tali Stati membri; insiste affinché tutti gli Stati membri segnalino i casi di contrabbando e contraffazione alla Commissione in modo esatto e tempestivo, per consentire una migliore stima delle ripercussioni negative sulle RPT;

18.  osserva che la Commissione pubblicherà uno studio sulla fattibilità di un sistema di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti del tabacco; sottolinea che si tratta di un enorme passo avanti nella lotta al contrabbando; chiede alla Commissione di definire e attuare un sistema aperto e competitivo di tracciabilità e rintracciabilità, affinché le modalità di definizione e attuazione del sistema non favoriscano un unico fornitore, o un gruppo ristretto di fornitori di soluzioni;

Sistema di controllo informatico dei movimenti dei prodotti soggetti ad accisa

19.  rammenta che:

   nella sua risoluzione del 3 aprile 2014 sulla relazione annuale 2012 sulla tutela degli interessi finanziari dell'Unione(7), il Parlamento ha osservato che le agenzie di contrasto avevano riscontrato un aumento degli abusi relativi al sistema di controllo informatico dei movimenti dei prodotto soggetti ad accisa (EMCS) da parte di gruppi criminali, dichiarandosi convinto che mancassero controlli fisici sui prodotti trasportati nel quadro dell'EMCS;
   la Commissione dovrebbe fornire al Parlamento un aggiornamento sulle misure adottate per aumentare le verifiche fisiche nel quadro della prossima relazione annuale 2014 sulla tutela degli interessi finanziari dell'Unione;
   i diritti di accesso all'EMCS devono essere resi più restrittivi, prevedendo un riepilogo storico della conformità preliminare all'attività commerciale, in modo che gli attori economici possano ottenere lo status di "operatore economico autorizzato" ("attore economico fidato") e possano divenire quindi i soli soggetti abilitati a operare direttamente in ambito EMCS;
   il Parlamento ha chiesto alla Commissione di presentare i risultati dell'attuale analisi della necessità di modificare la direttiva 2008/118/CE;
   gli accertamenti condotti dagli Stati membri sulle persone e le imprese che presentano domanda al registro devono essere più vigorosi e globali;
   la Commissione dovrebbe spiegare le azioni intraprese in merito a un più alto grado di cooperazione con le autorità fiscali in quanto i prodotti possono essere facilmente oggetto di false dichiarazioni per evadere le accise;
   in termini consentiti per i movimenti dei prodotti soggetti ad accisa tra magazzini autorizzati sono irrealisticamente lunghi, cosicché sono possibili più movimenti nella medesima dichiarazione nonché sviamenti, prima che la data di consegna sia inserita nel sistema; ribadisce pertanto le sue richieste affinché l'autorità competente dello Stato membro dichiarato come quello di destinazione e quella della nuova destinazione siano immediatamente informate dallo spedizioniere in merito ai cambiamenti;
   il Parlamento ha chiesto che il termine massimo consentito per la presentazione della nota di ricevimento dei prodotti soggetti ad accisa sia di un giorno lavorativo e, inoltre, che la durata del viaggio per ogni consegna sia calcolata e fissata a seconda del mezzo di trasporto utilizzato e della distanza tra il luogo di spedizione e quello di destinazione; chiede alla Commissione di informare il Parlamento una volta evase tali richieste;
   le garanzie richieste per istituire magazzini doganali sono troppo basse rispetto al valore dei prodotti soggetti ad accisa e il Parlamento ha pertanto invitato la Commissione a definire una variabile che dipenda dal tipo di prodotti e dal livello di scambi che effettivamente avvengono; chiede alla Commissione di informare il Parlamento una volta evase tali richieste;
   il Parlamento è preoccupato per il fatto che gli Stati membri abbiano realizzato propri sistemi EMCS sulla base di requisiti definiti in modo generico dalla Commissione; ribadisce il proprio invito alla Commissione affinché si adoperi per un sistema più uniforme nell'UE;

Spese

20.  segnala l'allarmante aumento, pari al 76%, del numero delle irregolarità segnalate come frode in relazione alla spesa dell'Unione europea ed esorta le autorità competenti a prendere tutte le misure necessarie per prevenire una tendenza così negativa negli anni a venire;

21.  esprime preoccupazione quanto al fatto che, nel settore agricolo, il numero di irregolarità, in generale, e di attività fraudolente, in particolare, è considerevolmente aumentato nel 2013 rispetto al 2012; osserva che nel 2013 è emersa una nuova tendenza significativa riferita al "beneficiario non avente la qualità richiesta", con 51 casi segnalati di irregolarità fraudolente; ritiene che tale tendenza richieda misure mirate volte, da un lato, a eliminare pratiche suscettibili di portare a violazioni non intenzionali e, dall'altro, ad affrontare in modo energico i comportamenti corrotti o criminali;

22.  riconosce che, nell'ambito dell'agricoltura e dello sviluppo rurale, gli Stati membri hanno recuperato 197 milioni di euro presso i beneficiari nel corso dell'esercizio 2013, mentre 1 318,3 milioni di euro devono essere ancora recuperati presso i beneficiari a fine anno, di cui 1 097,1 milioni rappresentano pendenze a favore del bilancio dell'UE a seguito dell'applicazione del meccanismo 50/50; è preoccupato per il fatto che il recupero per il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) è inferiore alla media globale e che alla fine del 2013 non era stata recuperata neppure metà delle somme irregolari individuate nel 2009;

23.  mette in evidenza le forti differenze tra Stati membri per quanto riguarda la capacità di recuperare gli importi persi a seguito di pagamenti irregolari individuati nel quadro della PAC e sollecita gli Stati membri che registrano tassi di recupero inferiori al 33% a migliorare in misura significativa i loro risultati nel 2015 e negli anni successivi;

24.  riconosce che, in seguito alla riforma della politica agricola comune (PAC) del 2013, gli Stati membri hanno beneficiato di un maggior grado di flessibilità nell'attuazione della politica e possono, in particolare, adattarla sulla base delle proprie capacità e priorità regionali o nazionali ed effettuare trasferimenti tra i suoi diversi pilastri; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che questa maggiore flessibilità non vada a scapito dei sistemi di monitoraggio e valutazione; osserva altresì che, nel quadro della nuova PAC, la Commissione sta lavorando a un'agenda per la semplificazione; invita la Commissione ad allineare interamente l'agenda per la semplificazione alla strategia anti-frode della DG AGRI e a mantenere l'equilibrio tra semplificazione e sana gestione dei fondi dell'UE, garantendo controlli adeguati;

25.  è altresì preoccupato per il fatto che il ritardo medio tra il verificarsi di un'irregolarità, la sua individuazione e infine la sua segnalazione alla Commissione è di 6,3 anni nel settore agricolo e di 2,75 anni in altri settori; rammenta che dopo l'individuazione dell'irregolarità scattano ulteriori procedure (ordini di riscossione, indagini OLAF ecc.); chiede che la Commissione determini la vita media, minima e massima di un'irregolarità individuata nell'ambito della gestione concorrente per ciascun settore strategico;

26.  suppone che il forte aumento, pari al 475%, delle irregolarità segnalate nel 2013 nel settore della pesca rappresenti un picco isolato legato al ritardo nell'esecuzione dei programmi in detto settore, e ritiene che ciò non dovrebbe rappresentare una tendenza negativa suscettibile di compromettere la percezione del valore della politica della pesca dell'Unione europea;

27.  rileva con preoccupazione che, nel settore della politica di coesione, i casi di irregolarità segnalati sono aumentati del 15%; rileva altresì, tuttavia, che è stato osservato un calo del 49% degli importi interessati nei casi non fraudolenti e del 22% nei casi di frode;

28.  rileva che 321 irregolarità segnalate come frodi e altre 4 672 non segnalate come frodi erano connesse alla politica di coesione; prende atto del fatto che in entrambe le categorie il numero di segnalazioni è aumentato del 15 % rispetto al 2012 e che, come negli anni precedenti, nel 2013 la quota più importante degli importi interessati nei casi di irregolarità (63 %) è ancora connessa alla politica di coesione; fa notare tuttavia che, in entrambe le categorie, gli importi corrispondenti sono diminuiti, che è possibile rilevare un graduale miglioramento sulla base dell'esperienza degli anni precedenti e che, per la prima volta, la politica di coesione non è stato il settore di spesa di bilancio con il maggior numero di irregolarità segnalate come frode;

29.  lamenta tuttavia l'assenza di informazioni disponibili sugli importi da recuperare e i tassi di recupero relativi specificamente alla politica di coesione per l'esercizio 2013; invita la Commissione a fornire, nella sua prossima relazione annuale, informazioni dettagliate in tal senso;

30.  osserva che per le spese in regime di gestione centralizzata in un’ottica quinquennale, il tasso di recupero è del 54,4% per le irregolarità segnalate come fraudolente e del 63,9% per le irregolarità non fraudolente; esorta la Commissione a migliorare ulteriormente il processo di recupero e a renderlo più tempestivo;

31.  invita la Commissione ad assumersi la piena responsabilità per il recupero degli importi indebitamente erogati a titolo del bilancio UE e per la definizione di principi di segnalazione uniformi in tutti gli Stati membri ai fini della raccolta di dati comparabili, affidabili e adeguati;

32.  è preoccupato del fatto che, per gli ordini di riscossione qualificati come irregolarità (sia segnalati come fraudolenti, sia non segnalati come fraudolenti) emessi tra il 2009 e il 2013 nell'ambito della gestione centralizzata, il ritardo medio tra il verificarsi di un'irregolarità e la sua individuazione è di 3,4 anni: più di metà dei casi (54%) è stata individuata entro 4 anni dall'anno in cui è stata commessa l'irregolarità, mentre per l'altra metà (46%) dei casi il ritardo variava tra 4 e 13 anni; rammenta che dopo l'individuazione dell'irregolarità scattano ulteriori procedure (ordini di riscossione, indagini OLAF ecc.); chiede che la Commissione determini la vita media, minima e massima di un'irregolarità individuata nell'ambito della gestione centralizzata;

33.  si compiace del fatto che, nel 2013, il numero di irregolarità segnalate come frode nell'ambito del Fondo sociale europeo è diminuito del 40% rispetto agli anni 2009 e 2010, e che il 2013 è stato il terzo anno consecutivo in cui tale tendenza positiva si è confermata;

34.  osserva con soddisfazione che, per il periodo di programmazione 2007-2013, le verifiche amministrative, i controlli in loco e le operazioni di audit hanno rivelato, per quanto riguarda le irregolarità segnalate come frode, il tasso molto più elevato del 63%, rispetto a un tasso inferiore al 20% nel precedente periodo di sette anni, nonostante un lieve calo (55%) nel 2013;

35.  prende atto del fatto che nel 2013 la Commissione ha chiuso 217 casi di interruzione di pagamento nell'ambito della politica di coesione e che 131 erano ancora aperti a fine anno, per un importo di 1 977 milioni di euro; riconosce altresì che la Commissione ha adottato 15 decisioni di sospensione nel 2013 e due a gennaio 2014;

36.  riconosce che nel 2013, nel quadro dell'assistenza di preadesione (APA), sono state segnalate come fraudolente 33 irregolarità, per un importo di 14,4 milioni di euro, e che tali irregolarità riguardano principalmente il programma speciale di adesione a favore dell'agricoltura e dello sviluppo rurale (SAPARD); osserva altresì che nove irregolarità fraudolente per un importo di 1,2 milioni di euro sono state segnalate nell'ambito dello strumento di assistenza preadesione (IPA); osserva che tra il 2003 e il 2013, nell'ambito dell'assistenza di preadesione, i tassi di recupero hanno raggiunto il 37,36% e il 29,22% rispettivamente per i casi di irregolarità e per i casi fraudolenti; invita la Commissione e i paesi beneficiari dell'IPA ad adottare provvedimenti per garantire un tasso di recupero più elevato nell'ambito di tale strumento;

37.  chiede proposte per ridurre il numero di programmi di spesa, in particolare quando si sovrappongono parzialmente, e per adottare programmi mirati, ove possibile, agli Stati membri che necessitano del maggior sostegno, affinché non tutti i programmi vadano necessariamente a beneficio di attività in tutti gli Stati membri;

38.  esprime la propria preoccupazione per il fatto che diversi progetti finanziati dalla BEI sono stati interessati da corruzione e frode; ritiene che il documento della BEI, in data 8 novembre 2013, che definisce la politica della BEI in materia di prevenzione e deterrenza delle pratiche di corruzione, frode, collusione, coercizione, ostruzione, riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo, denota una mancanza di sufficiente controllo in alcuni casi durante l'attuazione dei progetti finanziati dalla BEI; esprime la propria preoccupazione per il fatto che, nel 2013, la BEI abbia finanziato il progetto Passante di Mestre per un totale di 350 milioni di euro e che, malgrado il fatto che questo progetto sia stato inficiato da corruzione e frode, con l'arresto di molte delle persone coinvolte, la Banca stia valutando se rifinanziare il progetto per un importo aggiuntivo di 700 milioni di euro attraverso obbligazioni di progetto; chiede quindi che, in caso di frode e corruzione comprovate, la BEI sia tenuta a sospendere e/o bloccare qualsiasi finanziamento previsto e in corso per il progetto in questione;

II.Problemi individuati e misure necessarie

39.  sottolinea le proprie preoccupazioni per quanto riguarda le persistenti minacce che incombono sul bilancio dell'UE e che risultano sia dal mancato rispetto delle regole (irregolarità non fraudolente) che da infrazioni intenzionali e illeciti penali (vale a dire frodi); insiste su un rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione al fine di garantire l'adozione di misure e mezzi pertinenti e adeguati intesi a evitare e a rettificare le irregolarità non fraudolente nonché a combattere la frode;

40.  sottolinea che la situazione in cui gli Stati membri non inviano i dati in modo tempestivo o non presentano dati esatti si ripresenta da molti anni; ribadisce la sua preoccupazione per il fatto che esistano ancora approcci diversi nei vari Stati membri per individuare e segnalare le irregolarità fraudolente e non fraudolente, anche in settori quali la politica di coesione e l'agricoltura, e che in alcuni casi vi siano interpretazioni non uniformi in sede di applicazione del quadro giuridico; sottolinea che ciò impedisce di effettuare confronti e una valutazione obiettiva e la formulazione di raccomandazioni da parte del Parlamento, della Commissione e dell'OLAF; invita la Commissione a mettere a punto orientamenti e indicatori comuni per ridurre il divario tra i diversi approcci adottati dagli Stati membri e a predisporre una banca dati unificata e globale sulle irregolarità effettivamente commesse e sulle misure adottate, compresi i casi di frode e corruzione che coinvolgono funzionari pubblici, fornendo così alle autorità e ai cittadini dati attendibili, comparabili e centralizzati per la messa in atto di misure correttive efficaci, nonché per una valutazione obiettiva della gravità reale, anziché percepita, delle infrazioni e dei responsabili;

41.  osserva che le raccomandazioni rivolte dalla Commissione agli Stati membri nel 2012 il cui stato di attuazione è riportato nella relazione annuale della Commissione per il 2013– in particolare riguardo ai servizi di coordinamento antifrode, alle norme comuni in materia di frode, alla riforma degli appalti pubblici, alle irregolarità fraudolente segnalate e ai sistemi di verifiche e controlli e alla valutazione del rischio – erano generalmente adeguate e ritiene deplorevole che numerose preoccupazioni non siano state affrontate del tutto; rileva, ad esempio, che non tutti gli Stati membri hanno avviato i preparativi per l'attuazione del quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 e delle sue disposizioni in materia di prevenzione delle frodi; chiede agli Stati membri di dare seguito alle raccomandazioni che la Commissione ha rivolto loro nel 2012 e di garantire che quelle contenute nella relazione del 2011, nonché nella sua relazione 2013, siano pienamente rispettate, nonché di fornire una spiegazione motivata nei casi in cui non siano stati in grado di mettere in atto tali raccomandazioni;

42.  riconosce che le irregolarità non fraudolente sono spesso riconducibili alla scarsa conoscenza delle norme e alla complessità degli obblighi e delle regolamentazioni; sottolinea che le modifiche alle regole che attengono sia alle entrate che alle spese, comprese quelle che mirano alla semplificazione, necessitano di tempo per essere adottate dalle autorità che sono responsabili della loro corretta attuazione; sollecita a tal proposito gli Stati membri e la Commissione a coordinare meglio l'interpretazione del quadro giuridico e la sua rigorosa applicazione, a porre in atto misure mirate e tempestive in vista di un rafforzamento delle capacità amministrative, sia nel settore pubblico che fra soggetti interessati, comprese le organizzazioni della società civile, anche per il tramite di orientamenti e formazioni, nonché grazie alla definizione di piani per l'impiego di personale qualificato e specializzato; invita le istituzioni e gli Stati membri UE a effettuare una valutazione intermedia per verificare se la nuova architettura normativa della politica di coesione prevenga e riduca ulteriormente il rischio di irregolarità, nonché a considerare la possibilità di una maggiore semplificazione delle regole esistenti;

43.  ritiene che gli Stati membri che individuano e segnalano spontaneamente le irregolarità, compresi i casi di frode, dovrebbero essere sostenuti e incoraggiati in vista di un ulteriore miglioramento dei loro sistemi di notifica e di gestione; esprime preoccupazione dinanzi all'incapacità della Commissione di stabilire se il basso numero di irregolarità e di casi di frode individuati da taluni Stati membri e l'ampio scarto nel numero dei casi riportati da un anno all'altro siano dovuti o meno all'inefficacia dei loro sistemi di controllo;

44.  lamenta che solo alcuni Stati membri destinino risorse adeguate alla lotta contro la frode e reputa inaccettabile che, in casi di irregolarità fraudolente, taluni Stati membri limitino il proprio intervento all'applicazione di misure correttive, senza indagare sui potenziali reati e senza punire i responsabili, omettendo quindi di tutelare adeguatamente gli interessi finanziari sia dell'Unione europea che dei singoli contribuenti; rileva che le statistiche presentate dagli Stati membri per quanto riguarda le cause penali e il loro esito sono incomplete, il che rende difficile valutare l'efficacia delle indagini sulle frodi e delle azioni penali negli Stati membri; ritiene pertanto che l'adozione di decisioni che introducano la responsabilità giuridica penale a livello dell'Unione europea e l'istituzione della Procura europea quale strumento per avviare e coordinare le indagini riguardo a tali irregolarità dovrebbero scoraggiare fortemente gli atti illegali come pure la rinuncia a un giusto processo nel perseguire e nel punire i comportamenti corrotti o criminali che ledono gli interessi finanziari dell'Unione europea;

45.  è del parere che un'azione efficace contro la corruzione sia possibile se le misure di diritto penale sono rispettate e integrate da altri aspetti, ad esempio una trasparenza e una responsabilità migliori; insiste quindi sulla necessità che gli Stati membri dimostrino una ferma volontà politica di contrastare efficacemente la corruzione a livello sia nazionale che unionale, attraverso l'adozione di una legislazione anticorruzione efficace e procedendo con le proposte esistenti a livello di Unione e invita i cittadini a esercitare pressioni convincenti sui governi affinché perseguano con determinazione politiche anticorruzione ambiziose;

46.  accoglie con favore la prima relazione anticorruzione dell'Unione europea del febbraio 2014 che costituisce un valido strumento per monitorare e valutare gli sforzi nella lotta contro la corruzione, e ribadisce che è particolarmente importante intensificare gli scambi delle buone pratiche attuali evidenziate in tale relazione; accoglie altresì con favore la comunicazione della Commissione sulla lotta contro la corruzione nell'UE (COM(2011)0308), che esplora le misure necessarie per una migliore attuazione degli strumenti anticorruzione esistenti e propone modi per integrare considerazioni anticorruzione più incisive in una serie di settori strategici interni ed esterni; rileva, tuttavia, l'importanza di estendere l'ambito di applicazione della relazione anticorruzione all'elemento transfrontaliero e unionale della corruzione e alla valutazione delle misure adottate per migliorare ulteriormente l'integrità delle istituzioni dell'UE, e sottolinea la necessità di una strategia anticorruzione globale e coerente che comprenda tutte le politiche dell'UE e che affronti, tra l'altro, le preoccupazioni sollevate nella prima relazione anticorruzione dell'UE; chiede alla Commissione di riferire al Parlamento europeo e al Consiglio in merito all'attuazione da parte delle istituzioni UE delle loro politiche anti-corruzione interne, compresi gli obblighi derivanti dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione;

47.  sottolinea l'esigenza di un coordinamento strutturato tra le autorità di gestione e gli organismi anticorruzione e l'importanza del coordinamento e dello scambio delle migliori pratiche tra gli Stati membri e le varie amministrazioni all'interno del medesimo Stato membro, al fine di rendere quanto più omogeneo possibile l'approccio adottato per affrontare le frodi; invita la Commissione a creare un meccanismo per lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali competenti, al fine di consentire un confronto incrociato dei documenti contabili relativi alle operazioni tra due o più Stati membri, onde contribuire a rilevare eventuali frodi transnazionali nel contesto del nuovo QFP 2014-2020, per quanto riguarda la macro-categoria dei Fondi strutturali e di investimento europei (Fondo sociale europeo - FSE, Fondo europeo di sviluppo regionale - FESR, Fondo di coesione - FC, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale - FEASR; Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca - FEAMP), al fine di garantire un approccio orizzontale alla tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea;

48.  sottolinea che l'elemento cardine per individuare le frodi è una maggiore trasparenza che permetta un adeguato controllo; ricorda che, negli anni precedenti, il Parlamento ha esortato la Commissione a prendere iniziative al fine di assicurare attraverso uno "sportello unico" la trasparenza di tutti i beneficiari dei fondi dell'UE pubblicando, sul sito web della Commissione, tutti i beneficiari dei fondi dell'UE, indipendentemente dall'amministratore che gestisce i fondi e sulla base di categorie standard di dati che tutti gli Stati membri devono trasmettere in almeno una delle lingue di lavoro dell'Unione; invita gli Stati membri a collaborare con la Commissione e a fornirle informazioni complete e affidabili sui destinatari dei fondi dell'UE gestiti dagli Stati membri; deplora che questa misura non sia stata attuata e chiede alla Commissione di attuarla in via d'urgenza; deplora che tale reiterata richiesta non sia stata presa in considerazione dalla Commissione;

49.  invita la Commissione a promuovere una legislazione adeguata per la protezione di quanti segnalano illeciti, l'accesso alle informazioni e la trasparenza dell'attività di lobby, in quanto elementi necessari per garantire il controllo civico dei governi e delle istituzioni dell'UE e per sottoporre le loro pratiche al pubblico controllo, nonché a utilizzare il finanziamento dell'UE per sostenere il lavoro di organizzazioni indipendenti in tale ambito, anche con l'istituzione di un sostegno finanziario a favore del giornalismo investigativo transfrontaliero;

50.  incoraggia la Commissione a rafforzare ulteriormente il proprio ruolo di supervisione relativamente alle spese di bilancio dell'Unione europea per il tramite di attività di audit, controllo e ispezione, piani di azioni correttive e lettere di avvertimento che precedano la presentazione delle richieste di pagamento; invita gli Stati membri e le loro autorità a intensificare gli sforzi e ad attingere al loro potenziale per rilevare e correggere gli errori prima di chiedere il rimborso alla Commissione, utilizzando appieno le informazioni di cui dispongono; sottolinea a tale riguardo il valore particolare che rivestono le azioni preventive al fine di evitare le erogazioni indebite, in quanto eliminano la necessità di intraprendere successivamente azioni di recupero dei fondi sottratti;

51.  si compiace dell'adozione delle direttive sugli appalti pubblici e della direttiva sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, nonché del fatto che dieci Stati membri abbiano già introdotto misure o serie di misure specifiche in materia di appalti pubblici al fine di attenuare la corruzione e rafforzare la trasparenza e l'efficacia della gestione, nonché l'efficacia dei sistemi di controllo e di audit; invita la Commissione a procedere con la messa in atto delle regole in materia di appalti pubblici, onde fornire agli Stati membri il necessario sostegno attraverso orientamenti, la condivisione delle migliori pratiche e la formazione; esorta la Commissione a monitorare in modo continuativo e imparziale il rispetto da parte degli Stati membri delle direttive esistenti e ad avviare, se necessario, procedure d'infrazione;

52.  rileva che il livello di irregolarità e frodi derivanti dall'inosservanza delle norme in materia di appalti pubblici continua a essere elevato; esorta gli Stati membri a recepire in tempi rapidi nel loro ordinamento nazionale la direttiva n. 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici(8), la direttiva n. 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali(9), nonché la direttiva n. 2014/23/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione(10) (recentemente adottate), al fine di attenuare ulteriormente il rischio di irregolarità e frodi.

53.  valuta positivamente la creazione del Centro di competenza per lo sviluppo delle capacità amministrative a sostegno delle amministrazioni pubbliche responsabili della gestione del FESR e del Fondo di coesione, come pure l'introduzione del Piano d'azione sugli appalti pubblici messo a punto dal Centro di competenza in collaborazione con i servizi competenti della Commissione; chiede tuttavia che la Commissione riferisca sui risultati concreti sinora raggiunti in esito alle attività del Centro e all'attuazione del piano d'azione soprammenzionato;

54.  esorta la Commissione a mantenere la propria politica rigorosa di interruzione e sospensione dei pagamenti;

55.  accoglie con favore la relazione sulla messa in atto della Strategia antifrode della Commissione (SAFC) e gli orientamenti forniti alle autorità di gestione degli Stati membri in materia di attuazione delle pertinenti disposizioni antifrode; insiste cionondimeno sul fatto che negli atti delegati e negli atti di esecuzione che riguardano i Fondi strutturali e di investimento europei la Commissione adotti regole semplificate, agevolando un assorbimento efficace ed efficiente, garantendo nel contempo che il livello di lotta contro le frodi non sia compromesso da tali atti delegati e di esecuzione;

56.  accoglie favorevolmente l'istituzione, negli Stati membri, di servizi di coordinamento antifrode (AFCOS), come prescritto dall'articolo 3, paragrafo 4, del nuovo regolamento OLAF, e che la Germania abbia riconfermato l'accordo sulle modalità di lavoro con l'OLAF; osserva che gli AFCOS sono organi che facilitano una cooperazione e uno scambio di informazioni efficaci con l'OLAF e insiste sulla necessità, per gli Stati membri che non abbiano ancora istituito i propri AFCOS, di provvedere in tal senso senza ulteriore indugio; si aspetta che gli AFCOS contribuiscano a una migliore segnalazione delle irregolarità nonché a un'interpretazione equilibrata dei pertinenti atti dell'Unione; è tuttavia preoccupato per le discrepanze sostanziali già esistenti tra i diversi AFCOS istituiti negli Stati membri, in termini di funzioni, compiti e poteri, nonché di risorse umane assegnate; riconosce che il mandato, il quadro istituzionale e i compiti degli AFCOS non sono stati definiti nel dettaglio dal regolamento (UE, EURATOM) n. 883/2013, ma è del parere che AFCOS indipendenti a livello operativo e con un mandato globale che includa poteri investigativi rappresentino un parametro di riferimento che tutti gli Stati membri devono sviluppare;

57.  prende atto della notifica da parte della Commissione dei risultati del programma Hercule II; rileva che nel 2013 il bilancio di Hercule II è stato ridotto a 14 milioni di euro in stanziamenti di impegno e a 9,9 milioni in stanziamenti di pagamento rispetto al 2012, in seguito a difficoltà nel far fronte agli impegni finanziari assunti nel 2013 e negli anni precedenti; osserva con soddisfazione che le attività di Hercule II sono oggetto di un crescente interesse da parte degli Stati membri, come dimostrato dal numero in continua crescita di domande ricevute a seguito degli inviti a presentare proposte; accoglie favorevolmente i risultati positivi ottenuti nel 2013, ad esempio in paesi come la Germania, la Spagna e la Romania, attraverso l'utilizzo di attrezzature tecniche altamente sofisticate e compatibili a livello transazionale acquistate a titolo del programma;

58.  accoglie favorevolmente l'adozione del regolamento che istituisce Hercule III per il periodo finanziario 2014-2020, che prevede un aumento della percentuale di cofinanziamento massimo per le sovvenzioni di assistenza tecnica pari all'80% dei costi ammissibili e fino al 90% in casi eccezionali e debitamente giustificati, invece del massimo del 50% previsto dalla decisione relativa a Hercule II; osserva che il primo invito a presentare proposte è stato avviato con successo nel 2014; è comunque preoccupato per il fatto che il programma è già interessato in modo particolare dal problema dei pagamenti pendenti, con possibili effetti negativi sui progetti finanziati e futuri; ricorda l'importanza di solidi strumenti finanziari come Pericle 2020 e Hercule III nella lotta contro le attività illecite che ledono le risorse dell'Unione;

59.  si compiace dell'esito positivo che hanno avuto numerose operazioni doganali congiunte (ODC) attuate sulla base della cooperazione tra l'OLAF e gli Stati membri e vari servizi di paesi terzi, nonché con il sostegno attivo della DG Fiscalità e Unione doganale, di Europol e di Frontex, operazioni che hanno portato al sequestro, fra l'altro, di 68 milioni di sigarette di contrabbando, 124 chilogrammi di cocaina e 140 000 litri di combustibile diesel;

60.  osserva che nel 2013 l'OLAF ha emesso 353 raccomandazioni per misure amministrative, disciplinari, finanziarie o giudiziarie da intraprendere da parte di istituzioni, organismi, uffici e agenzie pertinenti dell'UE o delle autorità nazionali competenti e che è stato raccomandato il recupero di circa 402,8 milioni di euro; è preoccupato per il fatto che il tasso di imputazioni a seguito di raccomandazioni giudiziarie dell'OLAF per il periodo 2006-2013 sia solo di circa il 54%; è altresì preoccupato perché il basso tasso di imputazioni mette anche in cattiva luce la qualità e l'utilizzabilità dei risultati investigativi dell'OLAF; invita la Commissione a migliorare con urgenza l'efficacia dell'OLAF; ritiene che una vigilanza corretta e autentica sugli affari dell'OLAF da parte del comitato di vigilanza (senza interferenze nelle indagini in corso) sia indispensabile ed esorta pertanto la Commissione e l'OLAF a migliorare la situazione attuale in cui il comitato di vigilanza non è in grado di perseguire il proprio scopo; lamenta, inoltre, la mancanza di informazioni sul tasso di condanne in casi di reati commessi a danno del bilancio dell'UE;

III.Indagini e ruolo dell'OLAF

61.  prende nota del fatto che nel 2013 l'OLAF, secondo quando ha dichiarato, ha ricevuto il maggior volume di informazioni mai registrato e ha emesso un numero senza precedenti di raccomandazioni; rammenta che è cambiato anche il metodo con cui le informazioni ricevute e le raccomandazioni emesse vengono conteggiate; chiede al comitato di vigilanza di analizzare gli effetti di tali variazioni dei dati e la qualità delle raccomandazioni emesse dall'OLAF;

62.  invita il comitato di vigilanza dell'OLAF a informare il Parlamento in merito alla durata delle indagini dell'OLAF e al relativo metodo di calcolo, dato che tale metodo è stato modificato nel 2012; ricorda che tale modifica potrebbe ridurre in modo artificiale la durata apparente delle indagini; chiede al comitato di vigilanza di analizzare da vicino la qualità delle informazioni fornite dall'OLAF, comprese le relazioni alle istituzioni;

63.  prende atto dell'adozione di nuove modalità di lavoro tra l'OLAF e il suo comitato di vigilanza e chiede una soluzione in tempi rapidi delle questioni ancora aperte fra queste due istituzioni;

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64.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla Corte di giustizia dell'Unione europea, alla Corte dei conti europea, al comitato di vigilanza dell'OLAF e all'OLAF.

(1)GU L 84 del 20.3.2014, pag. 6.
(2)GU L 248 del 18.9.2013, pag. 1.
(3)GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1.
(4)GU C 51 E del 22.2.2013, pag. 121.
(5)GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 62.
(6)GU L 312 del 23.12.1995, pag. 1.
(7)Testi approvati, P7_TA(2014)0338.
(8)GU L 94 del 28.3.2014, pag. 65.
(9)GU L 94 del 28.3.2014, pag. 243.
(10)GU L 94 del 28.3.2014, pag. 1.

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