Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 marzo 2015 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: analisi annuale della crescita 2015 2014/2221(INI)
Il Parlamento europeo,
– visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 136,
– visto il regolamento (UE) n. 1175/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, che modifica il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche(1),
– vista la direttiva 2011/85/UE del Consiglio, dell'8 novembre 2011, relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri(2),
– visto il regolamento (UE) n. 1174/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulle misure esecutive per la correzione degli squilibri macroeconomici eccessivi nella zona euro(3),
– visto il regolamento (UE) n. 1177/2011 del Consiglio, dell'8 novembre 2011, che modifica il regolamento (CE) n. 1467/97 per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi(4),
– visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici(5),
– visto il regolamento (UE) n. 1173/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, relativo all'effettiva esecuzione della sorveglianza di bilancio nella zona euro(6),
– visto il regolamento (UE) n. 473/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sulle disposizioni comuni per il monitoraggio e la valutazione dei documenti programmatici di bilancio e per la correzione dei disavanzi eccessivi negli Stati membri della zona euro(7),
– visto il regolamento (UE) n. 472/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sul rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri nella zona euro che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria(8),
– vista la comunicazione della Commissione del 2 giugno 2014 sulle raccomandazioni specifiche per paese (COM(2014)0400),
– vista la sua risoluzione del 25 febbraio 2014 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: aspetti occupazionali e sociali nell'analisi annuale della crescita 2014(9),
– vista la comunicazione della Commissione del 28 novembre 2014 dal titolo "Analisi annuale della crescita 2015" (COM(2014)0902),
– vista la comunicazione della Commissione del 13 gennaio 2015 dal titolo "Sfruttare al meglio la flessibilità consentita dalle norme vigenti del patto di stabilità e crescita" (COM(2015)0012),
– vista la discussione con i rappresentanti dei parlamenti nazionali sull'attuazione delle priorità del semestre europeo per il 2015,
– vista la sua risoluzione del 5 febbraio 2013 su migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti(10),
– visto l'articolo 52 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e i pareri della commissione per i bilanci e della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (A8-0037/2015),
A. considerando che nel corso del 2014 la ripresa economica nell'UE ha subito un forte rallentamento ma che, secondo la Commissione, si profilano prospettive di recupero nel 2015 ed è previsto un ulteriore miglioramento nel 2016; che, dopo sei anni dall'inizio della crisi finanziaria nel 2008, la zona euro registra ancora livelli record di disoccupazione pari quasi al 12%; che la crescita debole ha aggravato le tendenze deflazionistiche; che all'indomani della crisi finanziaria la zona euro in particolare si distingue per la crescita insoddisfacente, mentre in numerosi paesi la ripresa è più rapida; che, nonostante la pressione deflazionistica, la Commissione prevede che l'inflazione aumenti verso la metà del 2015 e nel corso del 2016;
B. considerando che dall'apice della crisi il livello degli investimenti si è ridotto di 470 miliardi di EUR e che il divario di investimenti è stimato tra i 230 miliardi e i 370 miliardi di EUR circa rispetto alle tendenze di lungo termine; che la risposta alla crisi del debito sovrano dell'euro e all'evidente inefficacia del quadro istituzionale europeo è stata significativa, ma non sufficiente a fornire all'economia della zona euro uno slancio abbastanza forte da riprendere un percorso di crescita rapida;
1. ritiene che la zona euro sia ancora alle prese con le conseguenze di un periodo di flessione economica eccezionalmente lungo iniziato nel 2008; fa notare che la ripresa è ancora fragile e che occorre rafforzarla se si vuole conseguire un sostanziale incremento della crescita e dei posti di lavoro nel medio termine; prende tuttavia atto del fatto che la crescita nel 2014 è più generalizzata; osserva che la sfida attuale è quella di affrontare sia i problemi ciclici a breve termine sia quelli strutturali a lungo termine; sottolinea che le pressioni di breve periodo possono determinare misure transitorie che potrebbero compromettere la capacità di crescita a lungo termine; evidenzia la necessità di garantire che le politiche a breve e lungo termine si rafforzino reciprocamente;
2. prende atto dell'analisi annuale della crescita 2015 della Commissione, che si adopera per promuovere il ritorno a livelli di crescita più sostenuti e per rafforzare la ripresa; è favorevole all'approccio basato su tre pilastri principali (rilancio degli investimenti, accelerazione delle riforme strutturali e perseguimento di un risanamento di bilancio responsabile e favorevole alla crescita), che considera la giusta via per raggiungere tali obiettivi; ritiene che tale approccio dovrebbe essere pienamente integrato nelle prossime raccomandazioni specifiche per paese; sostiene le proposte della Commissione per migliorare il semestre europeo, semplificando le procedure esistenti, compreso il suo calendario, e aumentando la partecipazione dei parlamenti nazionali al fine di rafforzare la titolarità nazionale, tenendo conto del fatto che circa il 9% delle raccomandazioni specifiche per paese è stato pienamente attuato dagli Stati membri nel 2013; invita la Commissione a presentare rapidamente dati attendibili per l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese nel 2014; sottolinea, in questo contesto, la necessità di semplificare le procedure esistenti del semestre europeo, ivi compreso il suo calendario, e di aumentare la partecipazione dei parlamenti nazionali, al fine di rafforzare la titolarità nazionale delle riforme strutturali;
3. sottolinea l'importanza e il valore aggiunto delle relazioni sullo stato dell'integrazione del mercato unico degli anni precedenti, che hanno contribuito alle priorità generali definite nell'analisi annuale della crescita della Commissione e all'identificazione delle raccomandazioni specifiche per paese nel contesto del semestre europeo; ritiene pertanto particolarmente deplorevole il fatto che la relazione sullo stato dell'integrazione del mercato unico non sia stata redatta per il 2015;
4. sottolinea che il semestre europeo, introdotto nel 2010, istituisce un ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche con un'analisi dettagliata dei piani di riforme di bilancio, macroeconomiche e strutturali degli Stati membri dell'UE;
5. esprime preoccupazione per il fatto che la maggior parte degli Stati membri continua a perdere quote di mercato a livello mondiale; ritiene che l'economia dell'UE nel suo complesso debba incrementare ulteriormente la propria competitività nell'economia globale, in particolare grazie a una maggiore concorrenza sui mercati dei prodotti e dei servizi, allo scopo di aumentare l'efficienza basata sull'innovazione; ribadisce che il costo del lavoro dovrebbe restare in linea con la produttività e che i salari dovrebbero contribuire a sostenere i sistemi di previdenza sociale; sottolinea che gli Stati membri, per gestire le spese conformemente ai requisiti fissati dal patto di stabilità e crescita (PSC), dovrebbero tagliare le spese correnti piuttosto che ridurre gli impegni di investimento, anche se le norme non tengono conto del fatto che le spese di investimento e le spese correnti influiscono in modo diverso sulla crescita; prende atto della comunicazione della Commissione dal titolo "Sfruttare al meglio la flessibilità consentita dalle norme vigenti del patto di stabilità e crescita" (COM(2015)0012), che chiarisce le procedure e spiega il legame tra riforme strutturali, investimenti e responsabilità di bilancio sfruttando al meglio la flessibilità consentita dalle sue norme; accoglie con favore la proposta della Commissione di semplificare il semestre europeo; pone l'accento sul fatto che gli approcci generici nell'elaborazione delle raccomandazioni specifiche per paese andrebbero evitati;
Investimenti
6. ritiene che la mancanza di investimenti sia provocata dalla scarsa fiducia, dalle aspettative modeste della domanda, dall'elevato indebitamento, dall'avversione al rischio del settore privato, dall'assenza di misure che favoriscano investimenti pubblici produttivi, dalla frammentazione dei mercati finanziari, dalla lentezza del processo di riduzione dell'indebitamento, dalle aspettative modeste della domanda su cui hanno gravato le misure di austerità che cercano di correggere la spesa eccessiva, da una mancanza di adeguata capacità di finanziamento e dal fatto che in molti casi gli Stati membri e l'UE non intraprendono le azioni adeguate per affrontare tali fattori; sottolinea che il divario di investimenti può essere colmato mediante investimenti pubblici mirati e livelli significativamente maggiori di investimenti in società private e imprese europee; chiede riforme che agevolino un nuovo clima imprenditoriale che stimoli nuove imprese, nuovi investimenti e innovazioni, in cui i possibili utili sul capitale investito fungano da fattore cruciale per attrarre capitale finanziario nell'economia europea; sottolinea che l'aumento del finanziamento degli investimenti richiede un sistema finanziario ben funzionante in cui la maggiore stabilità e le istituzioni transfrontaliere esistenti possano agevolare la liquidità e il supporto agli scambi, in particolare per le piccole e medie imprese;
7. si compiace del piano di investimenti per l'Europa, che è uno strumento importante per aumentare gli investimenti privati e pubblici; osserva che il piano è destinato a stimolare ulteriori investimenti, sviluppare nuovi progetti, attrarre investitori e ristabilire la fiducia; ritiene tuttavia che sia decisamente troppo presto per valutare con efficacia il reale impatto del piano; osserva che il rilancio degli investimenti non dovrebbe essere visto come un'alternativa alle riforme ma piuttosto come una loro integrazione; ribadisce che le risorse del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) dovrebbero essere utilizzate per finanziare progetti redditizi o caratterizzati da un effetto positivo in termini di costi e benefici sociali; sottolinea che il FEIS non dovrebbe limitarsi a sostituire i progetti finanziati a livello nazionale con progetti cofinanziati a livello europeo; sottolinea che i fondi europei dovrebbero generare ulteriori investimenti, e non limitarsi a sostituire i fondi di investimento nazionali destinati al consumo; ritiene che il piano di investimenti per l'Europa dovrebbe incentrarsi in primo luogo sui progetti a valore aggiunto europeo che non sono ancora ammissibili al finanziamento bancario; sottolinea l'importanza degli elementi normativi del piano di investimenti ai fini del miglioramento del clima per gli investimenti; osserva che l'attuazione del piano di investimenti della Commissione è fondamentale affinché possa apportare l'auspicato valore aggiunto; sottolinea che i progetti di investimento devono essere attentamente selezionati affinché il piano riesca a conseguire una crescita e posti di lavoro sostenibili in Europa; ricorda che i risultati del piano di investimenti della Commissione dovrebbero essere rigorosamente valutati, in particolare in merito a come i progetti sono stati selezionati e ordinati per priorità, anche per evitare la privatizzazione dei profitti o la socializzazione delle perdite; sottolinea l'interdipendenza tra la leva del piano di investimenti e i progetti effettivi intrapresi; evidenzia che l'obiettivo di conseguire una leva elevata non deve essere raggiunto a scapito dell'adeguata selezione di progetti, che dovrebbe tenere altresì conto della loro posizione geografica; pone l'accento sulla necessità di assicurare un processo di selezione e una governance di elevata qualità; osserva che nell'ambito del programma di aggiustamento gli Stati membri prevedono che il piano di investimenti rafforzi e agevoli in modo significativo le sovvenzioni e i prestiti per le piccole e medie imprese, che hanno subito le conseguenze più pesanti della crisi;
8. invita gli Stati membri a sostenere attivamente il piano di investimenti e a contribuire al FEIS, integrando gli importi erogati dal bilancio UE e dalla BEI, al fine di orientare e incoraggiare il settore privato a investire;
9. sottolinea la necessità di un regime speciale per le PMI nel quadro del fondo di investimenti al fine di creare parità di condizioni, dal momento che le PMI sono facilmente svantaggiate a causa delle loro dimensioni e posizione di mercato;
10. sottolinea che il mancato accesso ai finanziamenti, in particolare per le PMI, rappresenta uno dei maggiori ostacoli alla crescita nell'UE; è preoccupato per il fatto che le PMI continuano a incontrare difficoltà nell'ottenere crediti bancari; ritiene che occorrano alternative ai prestiti bancari, in particolare attraverso il miglioramento del contesto imprenditoriale per i capitali di rischio, i fondi peer-to-peer e la promozione delle cooperative di credito, ma anche, più in generale, creando le condizioni per una ripartizione efficiente del capitale attraverso i mercati dei capitali; ritiene che mercati dei capitali più integrati e una migliore vigilanza sugli istituti finanziari siano fondamentali al fine di conseguire tali obiettivi nel breve e nel medio termine; sottolinea che le PMI dovrebbero avere un accesso privilegiato al piano di investimenti;
11. riconosce che l'energia è un fattore importante per la competitività economica; sottolinea l'esigenza di eliminare gli ostacoli che si frappongono al mercato unico dell'energia, ad esempio attraverso la promozione dell'indipendenza energetica; chiede alla Commissione di valutare i progressi in tale ambito a livello nazionale e di Unione, sostenendo misure che affrontino il problema della frammentazione e le difficoltà di attuazione;
12. è ancora preoccupato per la mancanza di progressi nella riduzione dei livelli eccessivi di indebitamento privato; sottolinea che ciò non costituisce soltanto un problema per la stabilità finanziaria, dato che limita anche il potenziale di crescita dell'Unione e rende la politica monetaria della BCE meno efficace; invita la Commissione a presentare ulteriori proposte al fine di predisporre procedure efficaci per la riduzione dell'indebitamento del settore privato, comprese procedure di fallimento e di insolvenza, promuovendo al contempo una ripartizione equa e trasparente dell'onere dei costi, dal momento che l'enorme onere del debito che grava su imprese e famiglie è uno dei fattori che limitano gli investimenti privati;
Riforme strutturali
13. osserva che taluni paesi continuano a necessitare di riforme strutturali; osserva altresì che gli Stati membri che hanno attuato con successo programmi di aggiustamento o programmi del settore finanziario sono stati in grado di tornare ai mercati di capitali, dove ora accedono ai capitali a bassi tassi di interesse; sottolinea che la motivazione alla base di detto ritorno è da ricondurre, tra l'altro, alle azioni intraprese dalla BCE; esorta gli Stati membri nel resto della zona euro ad essere altrettanto ambiziosi per quanto riguarda la modernizzazione delle loro economie; osserva che è opportuno tenere debitamente conto dell'impatto sociale e occupazionale delle riforme; sottolinea che una politica monetaria più espansiva da parte della BCE dovrebbe essere integrata da riforme strutturali ambiziose e socialmente sostenibili negli Stati membri;
14. invita gli Stati membri ad aumentare l'efficienza dei loro mercati del lavoro, a elaborare politiche del mercato del lavoro maggiormente attive finalizzate a creare posti di lavoro ben retribuiti, ad ammodernare i sistemi di protezione sociale, compresi i sistemi pensionistici, salvaguardando al contempo l'inclusività, la sostenibilità e l'equità, e a migliorare e semplificare il contesto giuridico e amministrativo per gli investimenti delle imprese; sottolinea che le riforme strutturali devono favorire una crescita reale e sostenibile, maggiore occupazione, il rafforzamento della competitività e l'aumento della convergenza, e dovrebbero essere integrate da investimenti mirati e più a lungo termine in materia di istruzione, ricerca e sviluppo, innovazione, infrastrutture, industria, TIC, energia sostenibile e risorse umane;
15. invita gli Stati membri a salvaguardare e rafforzare l'inclusività, la sostenibilità e l'equità della protezione sociale, in particolare per le persone maggiormente bisognose, e a migliorare e semplificare il contesto giuridico e amministrativo per gli investimenti delle imprese; sottolinea che i posti di lavoro devono essere di qualità per contrastare la povertà dei lavoratori e devono affrontare il divario retributivo di genere; sottolinea che le riforme economiche devono essere integrate da investimenti mirati e più a lungo termine in materia di istruzione, ricerca e sviluppo, innovazione, infrastrutture, TIC ed energia sostenibile;
16. sottolinea che la riduzione della dipendenza dell'UE da fonti energetiche esterne deve costituire parte integrante della strategia di crescita dell'Unione; ribadisce pertanto l'esigenza di diversificare le fonti energetiche esterne, di migliorare l'infrastruttura energetica dell'UE e di completare il mercato interno energetico dell'UE in quanto priorità fondamentali di una strategia per la sicurezza energetica dell'Unione;
17. sottolinea che l'UE non può competere esclusivamente in termini di costi, ma deve aumentare la produttività attraverso investimenti sostenibili nella ricerca e nello sviluppo, nell'istruzione e nelle competenze, oltre che nell'efficienza delle risorse, a livello nazionale ed europeo; invita la Commissione e i governi a inserire dette priorità nei loro bilanci; sottolinea che gli Stati membri dovrebbero prestare particolare attenzione alla disoccupazione giovanile durante il processo di elaborazione delle riforme al fine di non privare i giovani delle loro opportunità dall'inizio; sollecita a tale riguardo gli Stati membri a utilizzare i mezzi finanziari disponibili, ivi compresi quelli nel quadro della garanzia per i giovani, in modo rapido ed efficiente;
18. sollecita la Commissione e gli Stati membri a incorporare l'assistenza finanziaria e il sistema ad hoc della troika in una migliore struttura giuridica conforme al quadro di governance economica e al diritto dell'Unione, garantendone in tal modo la responsabilità democratica; sottolinea l'importanza di garantire il seguito dato alle relazioni della troika adottate a marzo 2014 dal Parlamento; invita la Commissione ad attuare le conclusioni di dette relazioni; sottolinea che l'assistenza finanziaria offerta dall'UE a taluni Stati membri attraverso una combinazione di solidarietà e condizionalità esercita la massima efficacia in presenza di un forte senso di responsabilità e impegno nei confronti delle riforme; ricorda alla Commissione e agli Stati membri la necessità di effettuare una valutazione globale dell'impatto di programmi di assistenza finanziaria;
19. sollecita la Commissione a intervenire tempestivamente per contrastare la frode e l'evasione fiscale; chiede un sistema fiscale che sia semplice e trasparente; invita gli Stati membri a concludere un accordo sulla proposta relativa a una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società come strumento importante nell'ambito della suddetta lotta e ritiene che la sua posizione del 19 aprile 2012 concernente una proposte di direttiva del Consiglio relativa a una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società debba fungere da base per un compromesso ragionevole(11); ribadisce il suo invito agli Stati membri trasferire l'imposizione fiscale in settori diversi dal lavoro; osserva che le misure per combattere la frode e l'evasione fiscale non devono ridimensionare le prerogative degli Stati membri; accoglie con favore, tuttavia, la cooperazione efficace negli accordi fiscali a livello europeo;
20. sottolinea l'esigenza di riforme nei sistemi scolastici per consentire alle future generazioni di prepararsi alle necessità della crescita futura dei mercati del lavoro;
21. ritiene che gli Stati membri e la Commissione non abbiano ancora mantenuto i loro impegni riguardo al completamento di un mercato unico ben regolamentato, con particolare riferimento al mercato unico dei servizi e dell'economia digitale;
22. ribadisce il suo invito alla Commissione affinché migliori la governance del mercato unico; sollecita la Commissione a garantire coerenza tra gli obiettivi del mercato unico e quelli del semestre europeo e tra i meccanismi di monitoraggio di tali due aspetti; ritiene che uno strumento analitico distinto, composto di indicatori che misurano l'attuazione del mercato unico, possa fornire indicazioni utili per le raccomandazioni specifiche per paese e per l'analisi annuale della crescita; sottolinea l'importanza e il valore aggiunto delle relazioni sullo stato dell'integrazione del mercato unico degli anni precedenti, che hanno contribuito alle priorità generali definite nell'analisi annuale della crescita della Commissione e all'identificazione delle raccomandazioni specifiche per paese nel contesto del semestre europeo; ritiene pertanto particolarmente deplorevole il fatto che la relazione sullo stato dell'integrazione del mercato unico non sia stata redatta per il 2015; invita la Commissione ad avvalersi appieno delle misure previste dal diritto dell'Unione per sostenere l'attuazione del semestre europeo;
23. è preoccupato per le tendenze protezionistiche in alcuni Stati membri; sottolinea che il trattato non prevede limitazioni alla libera circolazione delle persone, dei servizi e dei capitali e ricorda che la Commissione deve tutelare e far rispettare tali libertà;
24. sottolinea che l'assenza di un mercato del lavoro interno correttamente funzionante e di un approccio positivo nei confronti dell'immigrazione sta frenando la crescita nell'UE; è preoccupato per le tendenze protezionistiche in alcuni Stati membri; sottolinea che il trattato non prevede limitazioni alla libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali e ricorda che la Commissione deve tutelare e far rispettare tali libertà;
25. ribadisce l'importanza di garantire la mobilità dei lavoratori (sia a livello transfrontaliero che intersettoriale), aumentare la produttività del lavoro (in connessione con una formazione volta a migliorare l'occupabilità) e assicurare posti di lavoro di qualità e la flessibilità del mercato del lavoro, pur mantenendo il necessario margine di sicurezza sul lavoro e limitando il ricorso al lavoro precario e prevedendo ambiti adeguati per la contrattazione collettiva; sottolinea pertanto che in futuro sarà estremamente importante coniugare meglio l'offerta e la domanda di competenze, nonché l'orientamento lavorativo e professionale; ritiene che una maggiore mobilità possa contribuire a ridurre gli elevati livelli di posti di lavoro vacanti che persistono insieme all'elevata disoccupazione; sottolinea l'importanza di investire nell'occupabilità delle donne e dei giovani, in particolare nel contesto delle tecnologie emergenti e di nuovi settori, considerando che detti settori possono creare posti di lavoro;
26. accoglie con favore le misure che rendono il processo del semestre europeo più efficace e democratico; riconosce che i migliori risultati in termini di attuazione sono stati ottenuti nell'ambito delle finanze pubbliche, dove gli strumenti di vigilanza sono più rigorosi; chiede un'integrazione equilibrata con indicatori occupazionali e socioeconomici;
Responsabilità di bilancio
27. si compiace della forte riduzione del numero di paesi sottoposti alla procedura per i disavanzi eccessivi, scesi a 11 nel 2014 rispetto ai 24 del 2011; rileva che in conseguenza di tale miglioramento del saldo di bilancio si prevede che nel 2015 la politica di bilancio dell'Unione resterà sostanzialmente neutrale; chiede alla Commissione di verificare se la politica di bilancio dell'Unione sia compatibile con il necessario livello di investimenti; esprime tuttavia preoccupazione per l'aumento delle disuguaglianze, per il calo del potere d'acquisto, per gli elevati tassi di disoccupazione a lungo termine e giovanile e per il livello ancora molto elevato di indebitamento pubblico e privato di diversi Stati membri della zona euro, una circostanza che non solo ostacola la crescita, ma costituisce anche un rischio concreto in caso di eventuali shock futuri; invita la Commissione ad adottare un'interpretazione prudente e conservatrice degli indicatori di crescita e a riesaminare la qualità delle previsioni economiche, dal momento che le previsioni precedenti della Commissione sono state troppo spesso riviste al ribasso;
28. concorda con la Commissione sul fatto che la maggior parte degli Stati membri deve continuare a portare avanti un risanamento di bilancio favorevole alla crescita; invita gli Stati membri con un sufficiente margine di bilancio a considerare la possibilità di ridurre imposte e contributi sociali, al fine di stimolare gli investimenti privati e la creazione di posti di lavoro; invita la Commissione a presentare concrete raccomandazioni agli Stati membri, compresi quelli ancora interessati da programmi di aggiustamento economico, affinché diano sostegno a riforme strutturali sostenibili ed equilibrate dal punto di vista sociale che favoriscano la creazione di posti di lavoro di qualità, il rafforzamento della competitività e l'aumento della convergenza;
29. prende atto della prima valutazione della Commissione in merito ai documenti programmatici di bilancio degli Stati membri; sottolinea che l'esame di tali documenti programmatici deve mirare alla finanza sostenibile; insiste sull'importanza di applicare con rigore le norme di bilancio e sul rispetto del principio della parità di trattamento;
30. osserva che soltanto cinque Stati membri sono risultati pienamente in regola con le disposizioni del patto di stabilità e crescita (PSC); insiste sul fatto che il PSC è stato elaborato in maniera consensuale dagli Stati membri dell'UE; sottolinea che una quota elevata della spesa per servire il debito pubblico riduce le risorse che possono essere destinate a servizi e investimenti pubblici; accetta pertanto che la riduzione del disavanzo nei paesi altamente indebitati continui a essere necessaria, ma ritiene che detto risanamento di bilancio debba avvenire in modo tale da tutelare gli utenti vulnerabili dei servizi pubblici, proteggere gli investimenti pubblici e generare crescita in modo equo;
Maggiore coordinamento delle politiche nazionali
31. si compiace della relazione sul meccanismo di allerta; accoglie con favore la graduale riduzione degli squilibri interni negli Stati membri; richiama l'attenzione sugli squilibri esterni di molti Stati membri, comprese le forti eccedenze commerciali; segnala una perdita di quote sui mercati mondiali per l'UE nel suo complesso;
32. sottolinea che la procedura riguardante gli squilibri macroeconomici eccessivi ha non solo l'obiettivo di evitare conseguenze negative sulla crescita e l'occupazione all'interno di un paese, ma anche quello di impedire che le politiche nazionali inefficaci di ripercuotano negli altri Stati della zona euro; prende atto dell'annuncio del Consiglio europeo di dicembre 2014 di continuare nel 2015 il dibattito sul coordinamento più stretto delle politiche economiche nell'UEM, mediante la relazione dei quattro presidenti;
33. ribadisce che l'attuale quadro di governance economica è privo di sufficiente responsabilità democratica nell'applicazione delle sue norme e delle istituzioni e degli organismi interessati; invita la Commissione a presentare le proposte necessarie per far fronte alla mancanza di adeguata responsabilità democratica nella governance economica dell'Unione europea;
34. osserva che occorre tenere in considerazione gli effetti del notevole calo dei prezzi del petrolio e la questione se tale fattore positivo vada trasferito interamente ai consumatori di carburanti fossili, oppure ripartito, nel senso che i governi possano aumentare le imposte sui carburanti fossili per diminuire i loro disavanzi, finanziare gli investimenti, evitare politiche riduttive in materia di cambiamento climatico e ridurre i fattori deflattivi;
Bilancio dell'UE
35. sottolinea che il principio di verità di bilancio nei conti pubblici deve essere rispettato nella stesura dei bilanci nazionali e del bilancio dell'Unione europea, di modo tale da garantire la convergenza e la stabilità nell'Unione europea; è convinto che la verità di bilancio sia uno degli elementi di risposta alla crisi di fiducia nelle relazioni tra gli Stati membri nonché tra gli Stati membri e i cittadini europei, una perdita di fiducia che si è aggravata dall'inizio della recente crisi finanziaria;
36. invita pertanto ad armonizzare le ipotesi economiche utilizzate nell'elaborazione dei bilanci nazionali; ritiene, in particolare, che i fattori della situazione economica internazionale dovrebbero essere oggetto di una valutazione comune;
37. invita a una maggiore armonizzazione della presentazione dei conti pubblici, al fine di facilitare i raffronti e di prevenire squilibri macroeconomici eccessivi; chiede in particolare una standardizzazione della contabilizzazione da parte degli Stati membri del proprio contributo al bilancio dell'Unione europea;
38. invita la Commissione a compensare qualsiasi deficit democratico nel semestre mediante il pacchetto di misure sull'approfondimento dell'unione economica e monetaria annunciato per il 2015;
39. considera cruciale una più stretta cooperazione tra il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali nel quadro del semestre europeo per la governance economica e di bilancio; si impegna ad approfondire le proprie relazioni con i parlamenti nazionali in uno spirito di partenariato costruttivo;
40. deplora il fatto che il volume di fatture inevase nel bilancio dell'UE pregiudica la credibilità dell'Unione europea, risulta in contrasto con gli obiettivi di crescita e occupazione, soprattutto giovanile, e con il sostegno alle piccole e medie imprese e teme che ciò accresca il divario tra l'Unione e i suoi cittadini;
41. chiede che in sede di revisione postelettorale del quadro finanziario pluriennale (QFP) si analizzi e si aumenti il valore aggiunto apportato dai finanziamenti dell'Unione europea agli obiettivi di competitività, crescita, occupazione e transizione energetica fissati dall'Unione; invita la Commissione ad adottare una metodologia più chiara per individuare con maggiore precisione i fondi e le spese dell'Unione europea relativi agli obiettivi della strategia Europa 2020, al fine di consentire migliori valutazioni d'impatto;
42. invita inoltre la Commissione a riferire sul potenziale impatto negativo che il problema dei ritardi nei pagamenti avrebbe sugli impegni assunti dagli Stati membri nel contesto del semestre europeo;
43. osserva che in molti Stati membri l'amministrazione pubblica non è ancora stata resa più efficiente, sebbene i miglioramenti in tale settore permetterebbero di realizzare risparmi razionalizzando l'organizzazione e riducendo la burocrazia per le imprese e i cittadini;
44. si compiace che la Commissione, nella sua analisi annuale della crescita 2015, abbia sottolineato l'importanza economica dei Fondi strutturali e di investimento europei (inclusa l'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile); ricorda che tali fondi rappresentano il 10% degli investimenti pubblici totali in media nell'Unione europea, ma che la situazione varia a seconda dei paesi e che in alcuni Stati membri possono ammontare all'80% degli investimenti pubblici; sottolinea che i Fondi strutturali e di investimento europei costituiscono un buon esempio di sinergia tra il bilancio europeo e i bilanci nazionali sulla base di obiettivi stabiliti congiuntamente e inclusi in accordi di partenariato sulla crescita e gli investimenti in linea con la strategia Europa 2020; sostiene tutti gli sforzi nella direzione di un'intelligente messa in comune delle risorse finanziarie europee e nazionali, al fine di conseguire una maggiore efficienza, stimoli per l'economia e deficit di bilancio nazionali più bassi attraverso un effetto positivo delle risorse condivise;
45. sottolinea l'urgente necessità di combattere efficacemente la frode fiscale che sta sottraendo al bilancio dell'Unione europea risorse considerevoli;
46. invita la Commissione a presentare un'analisi del possibile impatto della riassegnazione di fondi dai programmi dell'Unione europea come il Meccanismo per collegare l’Europa e Orizzonte 2020;
47. invita gli Stati membri a integrare questo piano di investimenti, che cerca di massimizzare l'impatto della spesa pubblica e di attirare investimenti privati;
o o o
48. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, ai parlamenti nazionali e alla Banca centrale europea.