1.Decisione del Parlamento europeo del 29 aprile 2015 sul discarico per l'esecuzione del bilancio dell'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2013 (2014/2077(DEC))
Il Parlamento europeo,
– visti i bilanci finanziari e i conti di gestione dell'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2013 (COM(2014)0487 – C8-0146/2014),
– vista la relazione annuale della Commissione del 14 aprile 2014 sulla gestione finanziaria dell'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2013,
– viste le informazioni finanziarie sul Fondo europeo di sviluppo (COM(2014)0350),
– vista la relazione annuale della Corte dei conti sulle attività finanziate dall'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2013, corredata delle risposte della Commissione(1),
– vista la dichiarazione attestante l'affidabilità dei conti nonché la legittimità e la regolarità delle relative operazioni(2) presentata dalla Corte dei conti per l'esercizio 2013 a norma dell'articolo 287 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
– viste le raccomandazioni del Consiglio del 17 febbraio 2015 sullo scarico da dare alla Commissione per l'esecuzione delle operazioni dei Fondi europei di sviluppo per l'esercizio 2013 (05135/2015 – C8-0050/2015, 05136/2015 – C8-0051/2015, 05138/2015 – C8-0052/2015),
– visti la relazione della Commissione sul seguito dato al discarico per l'esercizio 2012 (COM(2014)0607) e il documento di lavoro dei servizi della Commissione che la accompagna (SWD(2014)0286),
– visto l'accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000(3) e modificato a Ouagadougou (Burkina Faso) il 22 giugno 2010(4),
– vista la decisione 2001/822/CE del Consiglio, del 27 novembre 2001, relativa all'associazione dei paesi e territori d'oltremare alla Comunità europea ("decisione sull'associazione d'oltremare")(5),
– visto l'articolo 33 dell'accordo interno del 20 dicembre 1995 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento ed alla gestione degli aiuti della Comunità nel quadro del secondo protocollo finanziario della quarta convenzione ACP-CE(6),
– visto l'articolo 32 dell'accordo interno del 18 settembre 2000 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento ed alla gestione degli aiuti della Comunità nel quadro del protocollo finanziario dell'accordo di partenariato tra gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou (Benin) il 23 giugno 2000, nonché alla concessione di un'assistenza finanziaria ai paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato CE(7),
– visto l'articolo 11 dell'accordo interno del 17 luglio 2006 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, riguardante il finanziamento degli aiuti comunitari forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2008-2013 in applicazione dell'accordo di partenariato ACP-CE e lo stanziamento degli aiuti finanziari ai paesi e territori d'oltremare ai quali si applica la parte quarta del trattato CE(8),
– visto l'articolo 319 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
– visto l'articolo 74 del regolamento finanziario, del 16 giugno 1998, applicabile alla cooperazione per il finanziamento dello sviluppo a norma della quarta convenzione ACP-CE(9),
– visto l'articolo 119 del regolamento finanziario, del 27 marzo 2003, per il 9° Fondo europeo di sviluppo(10),
– visto l'articolo 142 del regolamento (CE) n. 215/2008 del Consiglio, del 18 febbraio 2008, recante il regolamento finanziario per il decimo Fondo europeo di sviluppo(11),
– visti l'articolo 93, l'articolo 94, terzo trattino, e l'allegato V del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e il parere della commissione per lo sviluppo (A8-0102/2015),
1. concede il discarico alla Commissione per l'esecuzione del bilancio dell'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2013;
2. esprime le sue osservazioni nella risoluzione in appresso;
3. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente decisione e la risoluzione che ne costituisce parte integrante al Consiglio, alla Commissione, alla Corte di giustizia dell'Unione europea, alla Corte dei conti e alla Banca europea per gli investimenti, e di provvedere alla loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (serie L).
2.Decisione del Parlamento europeo del 29 aprile 2015 sulla chiusura dei conti dell'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2013 (2014/2077(DEC))
Il Parlamento europeo,
– visti i bilanci finanziari e i conti di gestione dell'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2013 (COM(2014)0487 – C8-0146/2014),
– vista la relazione annuale della Commissione del 14 aprile 2014 sulla gestione finanziaria dell'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2013,
– viste le informazioni finanziarie sul Fondo europeo di sviluppo (COM(2014)0350),
– vista la relazione annuale della Corte dei conti sulle attività finanziate dall'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2013, corredata delle risposte della Commissione(1),
– vista la dichiarazione attestante l'affidabilità dei conti nonché la legittimità e la regolarità delle relative operazioni(2) presentata dalla Corte dei conti per l'esercizio 2013 a norma dell'articolo 287 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
– viste le raccomandazioni del Consiglio del 17 febbraio 2015 sullo scarico da dare alla Commissione per l'esecuzione delle operazioni dei Fondi europei di sviluppo per l'esercizio 2013 (05135/2015 – C8-0050/2015, 05136/2015 – C8-0051/2015, 05138/2015 – C8-0052/2015),
– visti la relazione della Commissione sul seguito dato al discarico per l'esercizio 2012 (COM(2014)0607) e il documento di lavoro dei servizi della Commissione che la accompagna (SWD(2014)0286),
– visto l'accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000(3) e modificato a Ouagadougou (Burkina Faso) il 22 giugno 2010(4),
– vista la decisione 2001/822/CE del Consiglio, del 27 novembre 2001, relativa all'associazione dei paesi e territori d'oltremare alla Comunità europea ("decisione sull'associazione d'oltremare")(5),
– visto l'articolo 33 dell'accordo interno del 20 dicembre 1995 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento ed alla gestione degli aiuti della Comunità nel quadro del secondo protocollo finanziario della quarta convenzione ACP-CE(6),
– visto l'articolo 32 dell'accordo interno del 18 settembre 2000 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento ed alla gestione degli aiuti della Comunità nel quadro del protocollo finanziario dell'accordo di partenariato tra gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou (Benin) il 23 giugno 2000, nonché alla concessione di un'assistenza finanziaria ai paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato CE(7),
– visto l'articolo 11 dell'accordo interno del 17 luglio 2006 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, riguardante il finanziamento degli aiuti comunitari forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2008-2013 in applicazione dell'accordo di partenariato ACP-CE e lo stanziamento degli aiuti finanziari ai paesi e territori d'oltremare ai quali si applica la parte quarta del trattato CE(8),
– visto l'articolo 319 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
– visto l'articolo 74 del regolamento finanziario, del 16 giugno 1998, applicabile alla cooperazione per il finanziamento dello sviluppo a norma della quarta convenzione ACP-CE(9),
– visto l'articolo 119 del regolamento finanziario, del 27 marzo 2003, per il 9° Fondo europeo di sviluppo(10),
– visto l'articolo 142 del regolamento (CE) n. 215/2008 del Consiglio, del 18 febbraio 2008, recante il regolamento finanziario per il decimo Fondo europeo di sviluppo(11),
– visti l'articolo 93, l'articolo 94, terzo trattino, e l'allegato V del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e il parere della commissione per lo sviluppo (A8-0102/2015),
1. constata che i conti annuali definitivi dell'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo si presentano come nella tabella 2 della relazione annuale della Corte dei conti;
2. approva la chiusura dei conti dell'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2013;
3. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente decisione al Consiglio, alla Commissione, alla Corte di giustizia dell'Unione europea, alla Corte dei conti e alla Banca europea per gli investimenti, e di provvedere alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (serie L).
3.Risoluzione del Parlamento europeo del 29 aprile 2015 recante le osservazioni che costituiscono parte integrante della decisione sul discarico per l'esecuzione del bilancio dell'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2013 (2014/2077(DEC))
Il Parlamento europeo,
– vista la sua decisione sul discarico per l'esecuzione del bilancio dell'ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2013,
– visti l'articolo 93, l'articolo 94, terzo trattino, e l'allegato V del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e il parere della commissione per lo sviluppo (A8-0102/2015),
A. considerando che l'obiettivo principale dell'accordo di Cotonou, che costituisce il quadro normativo che disciplina le relazioni dell'Unione con gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) e i paesi e territori d'oltremare (PTOM), consiste nel ridurre e, infine, eliminare la povertà, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di integrazione progressiva dei paesi ACP e PTOM nell'economia mondiale;
B. considerando che gli obiettivi specifici della politica di sviluppo devono essere tutelati nel quadro del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE); sottolineando che altre considerazioni relative alla politica commerciale e alla politica estera e di sicurezza non devono prescindere dalle priorità di sviluppo dell'Unione;
C. considerando che i Fondi europei di sviluppo (FES), finanziati dagli Stati membri, sono il principale strumento finanziario dell'Unione per la cooperazione allo sviluppo con gli Stati ACP e che la Commissione è responsabile del discarico relativo ai FES;
D. considerando che gli strumenti di prefinanziamento finanziati dalla Commissione europea hanno raggiunto l'importo di 424 milioni di EUR e che le entrate di esercizio ammontavano a 124 milioni di EUR per l'esercizio 2013;
E. considerando che il FES ha definito i suoi settori strategici e prioritari sulla base di preferenze politiche, come pure di criteri economici e finanziari collegati a criteri di efficienza generale, e che opera con strumenti finanziari adeguati per realizzare tali priorità definite in una prospettiva sostenibile e a lungo termine;
F. considerando che nell'ambito dei paesi in via di sviluppo vi è un'elevata esposizione al rischio intrinseco, dovuta a un contesto geopolitico, istituzionale e amministrativo frequentemente associato a un contesto instabile e fragile;
G. considerando che il livello e la natura dell'impegno dell'Unione devono essere differenziati e subordinati a progressi misurabili in vari settori quali la democratizzazione, i diritti umani, il buon governo, lo sviluppo socioeconomico sostenibile, lo Stato di diritto, la trasparenza e la lotta alla corruzione;
H. considerando che il ricorso a strumenti finanziari innovativi come i meccanismi di combinazione è considerato uno dei modi per ampliare la portata degli strumenti esistenti, come sovvenzioni e prestiti, e include altresì sfide in termini di controllo e di governance;
I. considerando che è indispensabile garantire la visibilità dell'Unione e promuovere i suoi valori in tutti gli interventi dell'Unione;
J. considerando che l'iscrizione in bilancio del FES, che consiste nella sua inclusione e integrazione nella struttura del bilancio dell'Unione, rimane una priorità per il Parlamento; considerando che l'inclusione del FES nel bilancio generale comporterebbe una maggiore sicurezza finanziaria per i paesi beneficiari, ma anche una migliore coerenza politica e un maggiore controllo democratico;
K. considerando che il sostegno al bilancio comporta un considerevole rischio fiduciario e presenta in particolare una serie di sfide in termini di trasparenza, rendicontabilità e buona gestione finanziaria; considerando che il sostegno al bilancio esige un attento controllo e un dialogo politico tra l'Unione e il paese partner per quanto riguarda gli obiettivi, i progressi realizzati nel conseguimento dei risultati concordati e degli indicatori di risultato, nonché un'analisi dei rischi sistematica e una strategia di riduzione dei rischi che dovrebbero essere rafforzate;
Dichiarazione di affidabilità
Affidabilità dei conti
1. accoglie con favore il giudizio della Corte dei conti, secondo cui i conti annuali definitivi dell'ottavo, nono e decimo FES relativi all'esercizio 2013 presentano fedelmente, sotto tutti gli aspetti rilevanti, la posizione finanziaria degli stessi al 31 dicembre 2013, i risultati delle loro operazioni, i flussi di cassa e le variazioni dell'attivo netto per l'esercizio chiuso in tale data, conformemente alle disposizioni del regolamento finanziario del FES e ai principi contabili per il settore pubblico riconosciuti a livello internazionale;
2. prende atto con soddisfazione dei miglioramenti conseguiti per quanto riguarda il numero e il valore dei recuperi, che sono aumentati rispetto al 2012, con 24 recuperi per un importo totale di 4,7 milioni di EUR nel 2013 contro i 13 recuperi effettuati nel 2012 per un importo di 1,3 milioni di EUR;
3. è tuttavia profondamente preoccupato per il fatto che gli ordinatori subdelegati non rispettano ancora sistematicamente la norma in base alla quale per i prefinanziamenti d'importo superiore a 750 000 EUR la Commissione è tenuta a riscuotere gli interessi su base annua e per il fatto che l'importo delle entrate provenienti da interessi che figura nei conti è basato in parte su stime;
4. si rammarica inoltre che gli interessi generati dai prefinanziamenti d'importo compreso fra 250 000 e 750 000 EUR non siano ancora riconosciuti come entrata finanziaria nei rendiconti, dato che lo sviluppo del Sistema integrato di gestione dell'informazione usato per le relazioni esterne (CRIS) non è ancora stato completato;
Legittimità e regolarità delle operazioni che sono alla base dei conti
5. si compiace del fatto che, a giudizio della Corte dei conti, le entrate e gli impegni che sono alla base dei conti per l'esercizio 2013 sono, sotto tutti gli aspetti rilevanti, legittimi e regolari;
6. è tuttavia preoccupato per la valutazione della Corte dei conti circa la legittimità e la regolarità dei pagamenti che sono alla base dei conti, secondo cui i sistemi di supervisione e di controllo presso la sede centrale di EuropeAid e le delegazioni dell'Unione sono solo parzialmente efficaci nel garantire la legittimità e la regolarità dei pagamenti;
7. si rammarica che, secondo le stime della Corte dei conti, il tasso di errore più probabile per le operazioni di spesa dell'ottavo, nono e decimo FES è del 3,4%, registrando un leggero aumento rispetto al 2012 (3%) ma rimanendo comunque inferiore al picco raggiunto nel 2011 (5,1%);
8. prende atto che la relazione annuale della Corte dei conti concernente le attività del FES per l'esercizio 2013 indica che il tasso di errore è aumentato rispetto all'esercizio precedente e che si attesta ancora a un livello troppo elevato; esorta la Commissione ad adoperarsi per conseguire il tasso di errore concordato del 2%;
9. prende atto e si rammarica che i pagamenti alla base dei conti siano stati inficiati in misura rilevante da errori conseguenti alle carenze individuate nei meccanismi di supervisione e di controllo; rileva che il 27% dei pagamenti erano inficiati da errori, vale a dire 45 delle 165 operazioni di pagamento controllate;
10. prende atto dei risultati del campionamento per quanto riguarda i progetti, secondo cui delle 130 operazioni di pagamento controllate 42 (32%) erano inficiate da errori, e in particolare del fatto che 30 operazioni di pagamento su 42 erano inficiate da errori quantificabili e 17 erano pagamenti finali ordinati dopo che tutte le verifiche ex ante erano state espletate;
11. si rammarica che, nonostante il piano d'azione correttivo introdotto nel maggio 2013, la tipologia di errori identificati sia, in larga misura, simile agli anni precedenti, vale a dire l'assenza di documenti giustificativi, l'inosservanza, da parte del beneficiario, delle norme in materia di appalti e spese non ammissibili; osserva che questi errori sono stati riscontrati anche nelle seguenti attività: i) operazioni relative ai programmi a preventivo, ii) convenzioni di sovvenzione e iii) accordi di contributo fra la Commissione e organizzazioni internazionali;
12. esorta la Commissione a intensificare i suoi sforzi in questi specifici settori di cooperazione, ridefinendo il programma d'azione correttivo esistente, specialmente quando gli errori quantificabili denotano una debolezza nei controlli da parte delle organizzazioni internazionali riguardo al rispetto delle disposizioni contrattuali e nel quadro dello sforzo globale teso a migliorare i metodi di gestione dei rischi e i sistemi di controllo e di gestione generali;
Rischi connessi alla regolarità e all'efficacia dei meccanismi di controllo
13. prende atto che per l'esecuzione dei FES si fa ricorso a numerosi modus operandi e a diversi metodi di attuazione (gestione centralizzata diretta e indiretta) con regole e procedure complesse, come l'appalto e l'aggiudicazione di contratti e con un'ampia copertura geografica, che presentano un elevato grado di rischio intrinseco, rendendo difficile ottimizzare i sistemi di controllo e migliorare la trasparenza del finanziamento dei FES;
14. è profondamente preoccupato per il fatto che, secondo la valutazione della Corte dei conti, le verifiche ex ante condotte prima dell'esecuzione dei pagamenti relativi al progetto hanno ancora riscontrato delle debolezze significative;
15. invita la Commissione a prestare una costante attenzione alla qualità e all'adeguatezza delle verifiche ex ante svolte da tutti gli attori (personale della Commissione e revisori esterni) prima che i pagamenti relativi al progetto siano effettuati, in particolare in considerazione dell'elevato rischio sul piano politico e operativo;
16. prende atto che sia per il sostegno al bilancio (con 718 milioni di EUR di pagamenti a titolo del FES nel 2013) sia per i contributi dell'Unione a progetti finanziati da più donatori e attuati da organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite (i pagamenti a titolo dei FES sono stati pari a 458 milioni di EUR nel 2013), la natura degli strumenti e le condizioni di pagamento limitano la propensione delle operazioni all'errore;
17. è preoccupato per il ricorrente problema degli errori riscontrati nelle domande di pagamento finali che erano state oggetto di audit esterni e di verifiche della spesa;
18. esorta la Direzione generale per lo Sviluppo e la cooperazione (DG DEVCO) della Commissione a dar seguito alla raccomandazione emessa dalla Corte nel 2011 e a rafforzare quanto prima la capacità del suo servizio di audit interno in modo tale che possa espletare con maggiore efficienza i compiti ad esso attribuiti;
Strategia e priorità
19. sottolinea che tutte le attività dei FES devono seguire attentamente i settori strategici e prioritari generali basati sulle preferenze politiche, come pure su criteri di efficienza economica e finanziaria, che sono di conseguenza rispecchiati nei risultati della gestione, incluse la gestione del rischio, le attività di controllo e la forma concreta degli strumenti finanziari a tal fine;
20. richiama l'attenzione, in considerazione della crescente importanza attribuita ai risultati degli aiuti dell'Unione, sul fatto che l'Africa subsahariana è la regione che registra il maggiore ritardo per quanto riguarda gli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) ed è l'unica regione al mondo in cui, secondo le proiezioni, molto probabilmente la povertà non sarà dimezzata entro il 2015; esprime preoccupazione per il fatto che la diminuzione, registrata negli ultimi anni, dei livelli di aiuto pubblico allo sviluppo destinati ai servizi sociali, in particolare ai settori dell'istruzione e della salute riproduttiva, rischia di invertire i progressi in materia di sviluppo del capitale umano;
21. conclude che è necessario intensificare gli sforzi per accelerare il conseguimento degli OSM in Africa entro il temine del 2015; invita la Commissione a tener conto, quale base per il controllo di gestione della Corte dei conti, dell'agenda per lo sviluppo post 2015 e dei negoziati sugli obiettivi di sviluppo sostenibile una volta adottati; si compiace che i FES, che rappresentano lo strumento principale per fornire gli aiuti dell'Unione a favore della cooperazione allo sviluppo agli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), abbiano rappresentato il 45% del valore totale dei nuovi contratti conclusi dalla DG DEVCO nel 2013;
22. rileva che nel 2013 è stato trovato un accordo sull'istituzione dell'undicesimo FES con un valore totale di circa 27 miliardi di EUR (ai prezzi 2011), congelando in tal modo i fondi al livello del decimo FES, invece di aumentarlo del 13% come aveva proposto la Commissione, nonostante il costante impegno dell'Unione ad aumentare i finanziamenti per lo sviluppo nei prossimi anni;
Monitoraggio e supervisione
23. è seriamente preoccupato per le carenze ancora riscontrabili nel sistema di informazione gestionale relativo ai risultati e al follow-up degli audit e delle verifiche di spesa esterni, malgrado l'impegno della Commissione a migliorare la qualità dei dati del sistema CRIS negli ultimi anni;
24. ricorda che l'attendibilità e l'accuratezza del sistema di informazione gestionale svolgono un ruolo chiave che richiede una costante vigilanza; esorta la Commissione a proseguire i suoi sforzi per sviluppare e creare nuove funzioni nel modulo di audit del proprio sistema CRIS, in particolare assicurando il follow-up di tutte le relazioni di audit e di tutti i tipi di valutazione; ritiene fondamentale disporre di sistemi di monitoraggio orientati ai risultati uniformi per fornire informazioni adeguate e affidabili sui risultati conseguiti al fine di adeguare le priorità strategiche;
25. considerando che la maggior parte dei FES sono eseguiti nell'ambito di un regime di gestione decentrata da parte delle delegazioni dell'Unione, invita gli uffici centrali della DG DEVCO a sostenere le delegazioni nella gestione del loro portafoglio in funzione delle rispettive componenti di rischio mediante il sistema CRIS; ribadisce e incoraggia a un migliore utilizzo delle possibilità previste dalla valutazione del rischio nel quadro del follow-up delle operazioni delle delegazioni dell'Unione;
26. accoglie con favore l'introduzione dello studio sul tasso di errore residuo nelle operazioni concluse come un esempio del contesto gestionale della DG DEVCO esistente;
27. osserva che, in base al secondo studio nel 2013, il tasso di errore è stato stimato dalla DG DEVCO al 3,35% (equivalente a circa 228,55 milioni di EUR), contro il 3,4% risultante dalle stime della Corte dei conti; osserva con preoccupazione che le principali cause identificate sono l'assenza di documentazione soddisfacente fornita dalle organizzazioni beneficiarie, gli errori dovuti alla mancata disponibilità di elementi probatori sufficienti per accertare la regolarità delle operazioni, l'inosservanza delle procedure in materia di appalti pubblici e la mancata riscossione e correzione di taluni importi;
28. ritiene che la definizione delle priorità potrebbe essere integrata nel piano d'azione messo a punto dalla DG DEVCO per l'attuazione di azioni attenuanti, incentrando l'attenzione sui settori specifici e più critici che destano preoccupazione e sulle opportunità di efficienza sul piano dei costi; invita la DG DEVCO a indicare nella relazione annuale di attività i progressi realizzati o le particolari difficoltà incontrate nell'attuazione del piano d'azione;
29. è convinto che sarà utile identificare chiaramente quali attività della formazione del bilancio per attività presentano il maggior numero di carenze e di errori e il più elevato livello di vulnerabilità; ritiene che, al fine di mantenere i costi dei controlli a un livello ragionevole, il trattamento e l'analisi di questi ambiti specifici potrebbero essere effettuati secondo un piano di rotazione pluriennale;
30. prende atto, per quanto riguarda l'efficienza sul piano dei costi dei meccanismi di controllo, che non si tratta di aggiungere altri livelli di controllo bensì di potenziare l'efficacia del quadro delle attività di controllo e la loro complementarità in base ai principi di buon governo;
31. si compiace dell'inclusione del quadro generale dei costi nella relazione annuale di attività, inclusi i costi delle spese amministrative come pure i costi dei sistemi di monitoraggio e controllo;
32. accoglie con favore la revisione delle relazioni sulla gestione degli aiuti esterni (EAMR), che adesso include una sintesi delle misure correttive per gli errori riscontrati, e la richiesta ai capi delle delegazioni di fornire la garanzia che aumenteranno il livello di responsabilità nella catena globale dell'affidabilità e l'esaustività delle relazioni fornite dalle delegazioni dell'Unione;
Sostegno al bilancio
33. prende atto con interesse e si compiace dell'attuazione del nuovo approccio della Commissione al sostegno al bilancio; rileva che nel 2013 un importo totale di 660 milioni di EUR è stato destinato alle nuove operazioni di sostegno al bilancio in Africa, utilizzate in parte per realizzare l'"Iniziativa OSM" a sostegno di quei paesi che registrano ritardi in settori importanti quali la salute, l'approvvigionamento idrico, le infrastrutture igienico-sanitarie, la sicurezza alimentare e la nutrizione;
34. considerando lo scopo del sostegno al bilancio, con il trasferimento diretto dei contributi al bilancio generale dei paesi beneficiari o a una dotazione del bilancio generale relativa a una politica o a un obiettivo specifico, insiste sul fatto che il sostegno al bilancio debba rispecchiare e collegare rigorosamente le condizioni generali di ammissibilità alla realizzazione di progressi significativi da parte dai paesi partner, in particolare nella gestione delle finanze pubbliche; accoglierebbe con favore l'elaborazione di indicatori chiave di performance vincolanti al fine di ridurre i rischi;
35. ricorda la necessità di sostenere la lotta contro la frode e la corruzione in tutti i settori di governo contemplati dalla strategia di cooperazione dell'Unione; sottolinea che il rischio che le risorse siano deviate resta elevato e che i rischi di corruzione e di frode sono legati alla gestione delle finanze pubbliche;
36. ribadisce la necessità di applicare indicatori chiave di performance solidi e obiettivamente verificabili a tutti i programmi di sostegno al bilancio continui; sottolinea che occorre concentrare l'attenzione sul principio di differenziazione, onde evitare un'interpretazione troppo ampia della condizionalità dell'erogazione del sostegno al bilancio; esige un forte sostegno ai meccanismi anticorruzione, visto che la corruzione sembra essere una delle questioni centrali, che riduce l'efficacia dei programmi di sostegno ed è pertanto la causa della mancanza di efficacia della cooperazione allo sviluppo europea; sottolinea quindi la necessità di rafforzare la cooperazione sulle misure di buon governo e l'attuazione di incentivi contro la corruzione;
37. deplora che nell'utilizzo finale i fondi trasferiti dall'Unione siano fusi con le risorse di bilancio del paese partner e che di conseguenza sia impossibile tracciare i fondi dell'Unione; chiede una relazione dettagliata pubblica per quanto riguarda l'utilizzo dei fondi, al fine di aumentare la trasparenza e di garantire una più agevole tracciabilità dei fondi trasferiti dall'Unione;
38. invita la Corte dei conti, in tale contesto, a prestare una crescente attenzione alla questione della corruzione e a tentare di quantificare e di indicare il grado di corruzione nelle sue relazioni speciali come pure nella relazione annuale di attività della Corte dei conti;
39. chiede che la natura condizionale del sostegno al bilancio settoriale sia utilizzata sistematicamente e rafforzata e che siano definiti parametri adeguati per l'intervento dell'Unione; si compiacerebbe se tutti i programmi generali di sostegno al bilancio fossero gradualmente trasformati in programmi di sostegno al bilancio settoriali, al fine di aumentare il livello di controllo e di rendicontabilità per tutelare maggiormente gli interessi finanziari dell'Unione;
40. sottolinea l'importanza di garantire un dialogo politico adeguato basato sugli incentivi e un monitoraggio continuo delle riforme e dei programmi settoriali, per misurare la performance e la sostenibilità dei risultati attraverso i sistemi di gestione finanziaria della Commissione per l'esecuzione del sostegno al bilancio nei paesi partner;
41. invita la Commissione a sostenere fermamente lo sviluppo degli organi di controllo parlamentare e di vigilanza e le competenze nei paesi beneficiari, anche mediante una costante prestazione di assistenza tecnica; insiste sulla necessità che l'esistenza di un organismo nazionale di audit indipendente sia una condizione per la concessione di un sostegno al bilancio;
42. appoggia fermamente la capacità della Commissione di bloccare il trasferimento di fondi ai paesi beneficiari quando non sono rispettate le condizionalità ex ante, in particolare le necessarie condizioni macroeconomiche; invita la Commissione a bloccare il trasferimento di fondi in quei paesi che presentino un elevato tasso di corruzione e che non intraprendono politiche mirate per combattere il fenomeno;
Cooperazione con le organizzazioni internazionali
43. propone che nel corso della nuova legislatura si debbano compiere ulteriori passi per migliorare lo scambio di informazioni con la Banca mondiale e le istituzioni delle Nazioni Unite al fine di ottimizzare la cooperazione;
44. ribadisce il sostegno del Parlamento alla definizione e allo scambio di buone prassi per stabilire principi fondamentali analoghi e sostenibili di affidabilità e rispetto dei regolamenti finanziari dell'Unione;
45. appoggia la più estesa pubblicazione delle relazioni di audit delle istituzioni dell'ONU per ottenere una migliore gestione dei finanziamenti dell'Unione;
46. ritiene che sia opportuno portare avanti il continuo ravvicinamento dei rispettivi sistemi di governance e di audit interno ed esterno per raffrontare i dati, le metodologie e i risultati;
47. chiede che sia rigorosamente rispettata la visibilità dei finanziamenti dell'Unione nelle iniziative finanziate da più donatori, in particolare quando i finanziamenti dell'Unione sono erogati in un contesto rischioso;
48. accoglie con favore il rafforzamento delle relazioni del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) e della Banca mondiale con l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) attraverso l'adozione delle linee guida dell'OLAF relative allo scambio di informazioni e di strategie;
49. ribadisce la propria preoccupazione in merito all'attuazione dell'undicesimo FES per il fatto che entità delegate possono a loro volta delegare compiti di esecuzione del bilancio ad altre organizzazioni di diritto privato in base a un contratto di prestazione di servizi, creando in tal modo una catena di rapporti fiduciari; invita la Commissione ad applicare rigorose condizioni per il subappalto e rammenta, riguardo a tali modalità di attuazione, che le entità delegate devono garantire un efficace livello di protezione degli interessi finanziari dell'Unione;
50. chiede che vengano forniti rapidamente ulteriori chiarimenti sulla messa in comune dei fondi (inclusi i fondi fiduciari) e sui relativi rischi concernenti la regolarità delle transazioni, segnatamente quando i contributi finanziari della Commissione ai progetti a cui partecipano più donatori vanno ad aggiungersi a quelli degli altri donatori, senza essere destinati a voci specifiche e identificabili della spesa ammissibile;
51. chiede di ricevere informazioni sullo studio preliminare dei sistemi di controllo e gestione realizzato dalla Commissione su altre organizzazioni internazionali associate; chiede inoltre informazioni sul livello di comparabilità e di coerenza dei sistemi esistenti;
52. chiede di essere informato sulle misure preventive, attenuanti e di altra natura che potrebbero essere attivate in caso di parere divergente sul livello di affidabilità da raggiungere e sul rischio correlato implicato per l'intera spesa;
Fondo investimenti della Banca europea per gli investimenti
53. ribadisce ed è fermamente convinto che anche il Fondo investimenti gestito dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) per conto dell'Unione dovrebbe essere soggetto alla procedura di discarico del Parlamento, visto che è finanziato con il denaro dei contribuenti europei;
54. osserva che l'accordo tripartito di cui all'articolo 287, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che disciplina la cooperazione tra la BEI, la Commissione e la Corte dei conti per quanto riguarda le modalità di controllo da parte della Corte dei conti sull'attività della Banca in merito alla gestione dei fondi dell'Unione e degli Stati membri, dovrà essere rinnovato nel 2015; invita la BEI ad aggiornare l'ambito di competenza della Corte dei conti europea in materia, includendo qualsiasi nuovo strumento finanziario della BEI che coinvolga fondi pubblici provenienti dal bilancio dell'Unione o dal Fondo europeo di sviluppo;
55. accoglie con favore l'inclusione nel programma di lavoro della Corte dei conti di un audit sul Fondo investimenti del FES, dando seguito alla richiesta del Parlamento nel quadro del discarico 2012, e attende l'esito di questa relazione speciale nel 2015;
56. prende atto che la BEI sostiene progetti in contesti altamente rischiosi, segnatamente con rischi politici collegati all'instabilità dei paesi beneficiari;
57. si compiace dell'approccio orientato ai risultati adottato dalla BEI, segnatamente con l'introduzione di un Quadro per la misurazione dei risultati, che permette la valutazione della solidità dei progetti, della loro sostenibilità finanziaria ed economica e del valore aggiunto della BEI; chiede che sia garantito un dialogo permanente sugli indicatori di misurazione e sulla convergenza dei risultati conseguiti con i partner associati;
58. sottolinea l'importanza della politica di tolleranza zero della BEI in materia di frodi e di corruzione; ricorda la necessità di evitare di finanziare imprese coinvolte in frodi e casi di corruzione comprovati; ritiene inadeguata l'attuale politica della BEI sulle "Non-Cooperative Jurisdiction", incluso l'ultimo addendum, e considera invece opportuno che la BEI adotti subito una nuova politica sulla tassazione responsabile, secondo cui la BEI attui una "forensic review" dei "beneficial owner" delle società finanziate e, nei casi in cui i finanziamenti BEI vadano a favore di multinazionali, che quest'ultime forniscano ex ante i dati disaggregati relativi a ogni paese in cui operano dei redditi, profitti generati e oneri fiscali sostenuti;
59. ricorda l'importanza di ottenere un ampio impatto sociale tramite i progetti finanziati dalla BEI, evitando speculazioni e privilegiando le aziende locali; chiede una valutazione annuale dettagliata dell'impatto sociale dei progetti finanziati dalla BEI;
60. chiede che le sovvenzioni dell'Unione siano concesse solamente agli intermediari finanziari che non operano in centri finanziari offshore, che hanno un forte radicamento locale e che dispongono degli strumenti necessari per applicare un approccio favorevole allo sviluppo a sostegno delle specificità delle piccole e medie imprese in ciascun paese; chiede che la BEI non cooperi con intermediari finanziari con precedenti negativi in termini di trasparenza, frode, corruzione e impatti ambientali e sociali; sottolinea che la BEI elabora di concerto con la Commissione un elenco di criteri rigorosi per la selezione degli intermediari finanziari che viene reso pubblico;
61. incoraggia la BEI a finanziare investimenti produttivi e a combinare i prestiti con l'assistenza tecnica, laddove necessario, per aumentare l'efficacia dei progetti e garantire un effettivo valore aggiunto dell'Unione per quanto riguarda l'addizionalità e per ottenere un maggiore impatto sullo sviluppo;
62. ricorda che la coerenza con gli obiettivi dell'Unione è cruciale e che occorre prestare particolare attenzione alla capacità di assorbimento degli Stati ACP;
63. chiede un accurato esame dei potenziali attori locali e intermediari durante la loro identificazione e selezione;
Finanziamenti misti
64. riconosce che l'accresciuto interesse nei confronti del finanziamento misto è dovuto principalmente alla correlazione tra importanti sfide in materia di sviluppo e fondi pubblici fortemente limitati, il che ha portato allo sviluppo di nuove risorse finanziarie che combinano le sovvenzioni concesse dall'Unione e altri tipi di risorse diverse dalle sovvenzioni; esorta la Corte dei conti a fornire periodicamente una valutazione completa delle attività finanziate mediante la combinazione di strumenti finanziari;
65. riconosce che combinando le sovvenzioni con risorse aggiuntive pubbliche e private (come prestiti e partecipazione al capitale) è possibile ottenere un notevole effetto leva delle sovvenzioni nonché un maggiore sviluppo e impatto delle politiche dell'Unione per sbloccare finanziamenti aggiuntivi;
66. sottolinea che eventuali nuovi strumenti finanziari e il finanziamento misto devono essere conformi agli obiettivi delle politiche di sviluppo dell'Unione, basati sui criteri per l'aiuto pubblico allo sviluppo e fissati nel programma di cambiamento; ritiene che tali strumenti debbano essere incentrati sulle priorità dell'Unione caratterizzate dal valore aggiunto economico e dall'impatto strategico più elevati;
67. prende atto dei risultati del riesame della piattaforma UE per i finanziamenti misti nella cooperazione esterna, avente l'obiettivo iniziale di accrescere l'efficacia, l'efficienza e la qualità dei meccanismi e strumenti di finanziamento misto esistenti;
68. chiede l'introduzione di norme comuni in materia di governance applicabili a tali attività finanziarie, come pure la definizione di migliori prassi e di criteri di ammissibilità e valutazione ben definiti per l'uso di tali strumenti finanziari; ritiene che norme di gestione coerenti, come le relazioni strutturate, regole di controllo e quadri di monitoraggio chiari, contribuiranno a ridurre i costi di transazione o l'eventuale duplicazione dei costi, a condizione di raggiungere il più elevato livello di trasparenza e rendicontabilità;
69. chiede, al fine di garantire il potere di controllo e di approvazione del Parlamento, che siano regolarmente trasmesse a quest'ultimo relazioni sull'uso di tali strumenti finanziari e sui risultati ottenuti, in particolare sulla valutazione dell'effetto leva e del valore aggiunto finanziario e non finanziario;
Sostegno dell'Unione alla Repubblica democratica del Congo
70. ribadisce la propria posizione sulla situazione preoccupante nella Repubblica democratica del Congo (RDC), in particolare per quanto riguarda la riforma del sistema giudiziario e la situazione dello Stato di diritto, le finanze pubbliche e la questione della decentralizzazione;
71. accoglie positivamente la valutazione della Corte dei conti riguardante gli aiuti allo sviluppo dell'Unione finanziati con risorse del FES; concorda sul fatto che la mancanza di volontà politica e di capacità di assorbimento è la causa principale degli scarsi risultati ottenuti nel miglioramento della governance nella RDC;
72. prende atto che la RDC è ampiamente considerata come uno degli Stati più fragili del mondo; propone fermamente l'elaborazione di indicatori chiave di performance e di parametri vincolanti per la valutazione dell'affidabilità dei miglioramenti; propone altresì con insistenza che gli indicatori chiave di performance e i parametri siano elaborati in maniera realistica;
73. chiede alla Commissione e al SEAE di fornire l'elenco più recente delle priorità per l'aiuto allo sviluppo europeo nella RDC per dare un seguito alla relazione di discarico dello scorso anno, che ha proposto un numero di priorità più limitato per consentire una strategia di aiuto allo sviluppo più efficace e più mirata;
Sostegno dell'UE ad Haiti
74. ribadisce la propria soddisfazione generale riguardo al lavoro e agli sforzi compiuti dai servizi della Commissione in risposta al terremoto di Haiti nel 2010, in una situazione estremamente critica per la delegazione dell'Unione e il suo personale; si compiace, a tale proposito, che la Commissione abbia saputo rifiutarsi di erogare pagamenti a fronte dell'insufficiente evoluzione della gestione finanziaria da parte del governo di Haiti e delle carenze delle procedure di appalto pubblico nazionali;
75. prende atto delle carenze identificate dalla Corte dei conti a livello di coordinamento e a tale proposito sottolinea l'importanza di mantenere uno stretto coordinamento tra i donatori e nell'ambito dei servizi della Commissione; chiede che gli aiuti umanitari e gli aiuti allo sviluppo siano costantemente articolati e che sia migliorato il collegamento tra aiuto d'emergenza, riabilitazione e sviluppo attraverso una piattaforma CARS (collegamento tra aiuto d'emergenza, riabilitazione e sviluppo) interservizi permanente; ritiene che occorra integrare, ove possibile, gli approcci tra ECHO e EuropeAid, con obiettivi di coordinamento chiaramente dichiarati, una coerente strategia per paese e la condivisione delle migliori prassi; invita la Commissione a instaurare un dialogo con il Parlamento; ritiene inoltre che la partecipazione della società civile locale possa potenziare l'uso della base di conoscenze locale;
76. ricorda le raccomandazioni formulate a seguito della missione della delegazione della commissione per il controllo dei bilanci ad Haiti nel febbraio 2012 e insiste nuovamente sul tema essenziale della tracciabilità e della rendicontazione degli aiuti dell'Unione allo sviluppo, in particolare ancorando il sostegno finanziario ai risultati; invita la Commissione e il SEAE a sottolineare la natura condizionale del sostegno al bilancio settoriale;
77. ricorda che le misure relative alla costruzione dell'apparato statale devono essere al centro della strategia dell'Unione per lo sviluppo e la chiave di volta di ogni piano d'azione per le situazioni di crisi; chiede che si definisca una buona combinazione delle politiche in linea con gli interventi dell'Unione;
78. ritiene che tali situazioni di crisi e fragilità rendano necessario lo sviluppo di nuovi approcci, in particolare per quanto riguarda attività quali i) l'identificazione dei rischi ai diversi livelli operativi, ii) l'elaborazione di proiezioni delle probabili conseguenze e iii) lo sviluppo di strumenti volti a ridurre i rischi e le potenziali catastrofi e preparare a tali eventi e che consentano un sufficiente livello di flessibilità e di capacità di mobilitare esperti in vari settori di competenze;
79. incoraggia la Commissione e il SEAE a lavorare in maniera più sistematica e coordinata alle quattro fasi del ciclo di gestione delle catastrofi; invita la Commissione e il SEAE a informare il Parlamento sui progressi, in particolare riguardo alla gestione dei rischi e alla preparazione, per attuare e conseguire gli obiettivi dei programmi in un contesto post-catastrofe;
80. ricorda che in tali situazioni di crisi occorre prestare la debita attenzione alla solidità e all'efficacia operativa della struttura nazionale di governance per la gestione della riduzione dei rischi di catastrofe, quale requisito per la riuscita dell'intervento dell'Unione;
Il futuro del FES
81. raccomanda che le strategie e le priorità per le future attività del FES siano definite con precisione e che su tale base sia costruito un sistema di strumenti finanziari, rispettando i principi di efficienza e di trasparenza;
82. si rammarica per il fatto che, nelle nuove regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione (regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012), i FES non siano stati inclusi nel bilancio generale;
83. rammenta che il Parlamento, il Consiglio e la Commissione hanno stabilito che tali regole finanziarie sarebbero state riviste per includere le modifiche rese necessarie dall'esito dei negoziati sul quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, inclusa la questione del possibile inserimento del FES nel bilancio dell'Unione; fa nuovamente appello al Consiglio e agli Stati membri affinché si accordino sulla piena integrazione del FES nel bilancio dell'Unione;
84. ritiene che la nuova legislatura offra l'opportunità politica per incoraggiare le istituzioni dell'Unione ad avviare presto una riflessione e una valutazione sullo scenario post 2020 per una possibile sostituzione dell'attuale accordo di Cotonou; ricorda che secondo il Parlamento il FES dovrebbe essere incluso nel bilancio generale al più presto possibile;
85. è del parere che l'integrazione dei FES nel bilancio generale rafforzerà il controllo democratico coinvolgendo il Parlamento nella definizione delle priorità strategiche riguardanti l'assegnazione dei fondi e assicurerà un'esecuzione più efficace, con migliori meccanismi di coordinamento sia al livello dei servizi della Commissione sia sul terreno; chiede nuovamente alla Commissione di esaminare attentamente l'impatto finanziario dell'inclusione dei FES per gli Stati membri nella prossima valutazione e un possibile criterio di contribuzione vincolante per gli Stati membri;
86. è convinto che la semplificazione e l'uniformazione delle norme sui FES porterà probabilmente a una riduzione del rischio di errori e inefficienze e aumenterà il livello di trasparenza e certezza del diritto; incoraggia la Commissione a proporre un regolamento finanziario unico per tutti i FES; deplora che, nell'ambito delle discussioni sul futuro accordo per l'undicesimo FES, la Commissione non abbia proposto alcuna disposizione finanziaria per snellire la gestione dei FES;
Follow-up delle risoluzioni del Parlamento
87. invita la Corte dei conti a passare in rassegna nella sua prossima relazione annuale il follow-up dato alle raccomandazioni formulate dal Parlamento nella sua relazione annuale sul discarico.