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Procedura : 2014/2208(INI)
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Ciclo del documento : A8-0215/2015

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A8-0215/2015

Discussioni :

PV 06/07/2015 - 13
CRE 06/07/2015 - 13

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PV 09/07/2015 - 12.1
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P8_TA(2015)0266

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Giovedì 9 luglio 2015 - Strasburgo
Efficienza delle risorse: transizione verso un'economia circolare
P8_TA(2015)0266A8-0215/2015

Risoluzione del Parlamento europeo del 9 luglio 2015 sull'efficienza delle risorse: transizione verso un'economia circolare (2014/2208(INI))

Il Parlamento europeo,

‒  vista la comunicazione della Commissione intitolata "Verso un'economia circolare: programma per un'Europa a zero rifiuti" (COM(2014)0398),

‒  vista la comunicazione della Commissione intitolata "Opportunità per migliorare l'efficienza delle risorse nell'edilizia" (COM(2014)0445),

–  vista la comunicazione della Commissione "Piano d'azione verde per le PMI - Aiutare le PMI a trasformare le sfide ambientali in opportunità di business" (COM(2014)0440),

–  vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici" (COM(2015)0080),

‒  vista la comunicazione della Commissione intitolata "Costruire il mercato unico dei prodotti verdi - Migliorare le informazioni sulle prestazioni ambientali dei prodotti e delle organizzazioni" (COM(2013)0196),

–  vista la comunicazione della Commissione dal titolo "L'innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l'Europa" (COM(2012)0060),

‒  vista la comunicazione della Commissione intitolata "Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse" (COM(2011)0571),

‒  vista la comunicazione della Commissione intitolata "Un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse - Iniziativa faro nell'ambito della strategia Europa 2020" (COM(2011)0021),

‒  vista la comunicazione della Commissione intitolata "Europa 2020: Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2010)2020),

–  vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2013 sull'ecoinnovazione – occupazione e crescita mediante la politica ambientale(1),

–  vista la sua risoluzione del 14 gennaio 2014 su una strategia europea per i rifiuti di plastica nell'ambiente(2),

‒  vista la sua risoluzione del 24 maggio 2012 su un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse(3),

‒  vista la sua risoluzione del 13 settembre 2011 su una strategia efficace per le materie prime in Europa(4),

‒  visto il Settimo programma d'azione per l'ambiente,

–  vista la strategia di sviluppo sostenibile dell'UE (del 2006) e la sua revisione del 2009,

‒  viste le conclusioni del Consiglio Ambiente "Inverdire il semestre europeo e la strategia Europa 2020 – Revisione intermedia" del 28 ottobre 2014,

–  vista la relazione di sintesi dell'Agenzia europea dell'ambiente dal titolo "L'ambiente in Europa - Stato e prospettive nel 2015",

‒  vista la Convenzione sulla diversità biologica (CDB),

‒  vista l'indagine del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) sulla progettazione di un sistema finanziario sostenibile,

‒  viste le conclusioni del gruppo di esperti scientifici per le risorse internazionali del programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP International Resource Panel) su "Rischi ambientali e sfide dei flussi e cicli dei metalli antropogenici" (2013),

‒  viste le conclusioni del gruppo di esperti scientifici per le risorse internazionali del programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP International Resource Panel) su "Disaccoppiamento dell'utilizzo delle risorse naturali e impatti ambientali della crescita economica" (2011),

–  vista la petizione "Stop allo spreco alimentare in Europa!";

‒  visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 10 dicembre 2014(5),

‒  visto il parere del Comitato delle regioni del 12 febbraio 2015(6),

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e i pareri della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (A8-0215/2015),

A.  considerando che un uso non sostenibile delle risorse è la causa prima di vari rischi ambientali, tra cui il cambiamento climatico, la desertificazione, la deforestazione, la perdita di biodiversità e l'indebolimento dei servizi ecosistemici; che l'economia globale utilizza l'equivalente del valore in termini di risorse di 1,5 pianeti per produrre a livello globale e assorbire i rifiuti e che si stima che tale cifra raggiungerà l'equivalente in termini di risorse di due pianeti entro il 2030;

B.  considerando che l'Europa dipende maggiormente dalle risorse importate rispetto a qualunque altra regione del mondo e che molte risorse si esauriranno entro un termine relativamente breve; che è possibile aumentare la sua competitività solo ottenendo maggiore valore aggiunto dalle risorse dell'economia e promuovendo un approvvigionamento sostenibile di materie prime provenienti da fonti europee; che inoltre, come contributo per la messa in sicurezza dell'approvvigionamento di materie prime, dovrebbero essere rafforzati i partenariati per l'innovazione tra l'industria e il settore della gestione dei rifiuti e la ricerca per la riciclabilità di importanti materie prime;

C.  considerando che la transizione verso l'economia circolare è in sostanza una questione economica concernente l'accesso alle materie prime, o la disponibilità sostenibile di queste ultime, la reindustrializzazione e l'ulteriore digitalizzazione dell'Europa, la creazione di nuovi posti di lavoro e la soluzione alle sfide legate ai cambiamenti climatici, all'insicurezza energetica e alla penuria di materie prime; che investire nell'economia circolare, pertanto, può essere perfettamente compatibile con il programma della Commissione per la crescita, la competitività e l'occupazione e giovare a tutte le parti interessate;

D.  considerando che l'efficienza delle risorse deve anche tenere conto di preoccupazioni più ampie relative alla sostenibilità, tra cui la dimensione ambientale, etica, economica e sociale, ed essere coerente a tali preoccupazioni;

E.  considerando la natura vincolante degli obiettivi e azioni prioritarie definitive nel Settimo programma di azione per l'ambiente;

F.  considerando che il programma ambientale dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) rileva che l'efficacia ambientale degli approcci imperniati su iniziative volontarie è spesso incerta e che l'efficienza economica di tali approcci è generalmente scarsa(7);

G.  considerando che il passaggio a un'economia circolare richiede un cambiamento sistemico che interessi tutte le parti coinvolte nella catena del valore, nonché sostanziali innovazioni nel campo delle tecnologie, delle imprese e della società nel suo insieme;

H.  considerando che i cittadini, le piccole imprese e gli enti pubblici locali svolgono un ruolo particolare nel garantire l'efficienza delle risorse e nel promuovere il disaccoppiamento tra la crescita economica e il consumo delle risorse;

I.  considerando che un'economia circolare ben funzionante ha bisogno di imprese competitive e che le imprese stesse rappresentano un fattore determinante nella transizione verso un'economica circolare;

J.  considerando che è importante porre le PMI al centro della strategia dell'Unione in materia di efficienza delle risorse, in quanto rappresentano il 99% delle imprese dell'UE e impiegano i due terzi della forza lavoro;

K.  considerando che un pacchetto europeo ambizioso in materia di economia circolare crea opportunità per le aziende, assicura l'accesso alle materie primarie, prolunga il loro utilizzo a livello produttivo (mediante il riutilizzo, la rigenerazione, le parti di ricambio o il riciclaggio), garantisce processi di riciclaggio di alta qualità al termine del ciclo di vita e tratta tutti i sottoprodotti e i rifiuti come preziosi flussi di risorse destinati a un ulteriore utilizzo;

L.  considerando che l'approvvigionamento sostenibile e responsabile delle materie prime primarie è fondamentale per raggiungere l'efficienza delle risorse e conseguire gli obiettivi dell'economia circolare;

M.  considerando che per conseguire gli obiettivi in materia di efficienza delle risorse e realizzare un'economia circolare è necessario sviluppare i mercati delle materie prime secondarie;

N.  considerando che il Parlamento ha più volte invitato la Commissione a stabilire indicatori e obiettivi per l'efficienza delle risorse;

O.  considerando che l'eliminazione di sostanze chimiche tossiche, per le quali esistono o saranno sviluppate alternative più sicure in linea con la legislazione vigente sui prodotti chimici, ricopre un ruolo centrale nella costruzione di un'economia circolare;

P.  considerando che i dati raccolti da Eurostat sul trattamento dei rifiuti urbani nei 28 Stati membri dell'UE mostrano che la politica dei rifiuti non è ancora uniforme e che l'attuazione e il rispetto della legislazione vigente rappresentano sfide importanti;

Q.  considerando che in media soltanto il 40% dei rifiuti solidi viene riutilizzato o riciclato, mentre il resto finisce in discarica o è destinato all'incenerimento;

R.  considerando che la produzione e il consumo di prodotti alimentari agricoli assorbono una quota rilevante delle risorse utilizzate, con un impatto significativo sull'ambiente, la sanità pubblica, la salute e il benessere degli animali; che sono necessarie soluzioni sostenibili per affrontare in modo olistico le inefficienze riguardanti le risorse alimentari;

S.  considerando che la soppressione delle sovvenzioni dannose per l'ambiente, comprese le sovvenzioni dirette e indirette ai combustibili fossili, può considerevolmente ridurre le emissioni di gas a effetto serra, contribuire alla lotta al cambiamento climatico e consentire la diffusione dell'economia circolare;

1.  accoglie con favore la comunicazione della Commissione intitolata "Verso un'economia circolare: programma per un'Europa a zero rifiuti" (COM(2014)0398); appoggia l'approccio della Commissione di progettare e innovare nella direzione di un'economia circolare, con la definizione di un quadro politico a sostegno dell'efficienza delle risorse e di un obiettivo riguardo a tale efficienza, come indicato nella comunicazione nonché di delineare un quadro politico specifico onde consentire alle PMI di trasformare le sfide ecologiche in opportunità di attività sostenibili sotto il profilo ambientale; segnala che occorrono interventi legislativi per puntare all'economia circolare e chiede alla Commissione di presentare una proposta ambiziosa sull'economia circolare entro la fine del 2015, come annunciato nel programma di lavoro per il 2015;

2.  sottolinea che l'azione riguardante la scarsità di risorse impone di ridurre l'estrazione e l'uso di delle risorse e di disaccoppiare in forma assoluta la crescita dall'utilizzo delle risorse naturali, con un cambiamento sistemico che richiede di definire le azioni necessarie dal punto di vista della sostenibilità nel 2050, avviando tali azioni immediatamente;

3.  sottolinea che la produzione e il consumo sono settori che devono essere affrontati in modo da garantire coerenza rispetto ai più ampi obiettivi in materia di sviluppo sostenibile;

4.  ricorda che nonostante i miglioramenti già apportati in materia di efficiente impiego delle risorse, la costante crescita della produzione ha sopravanzato tali miglioramenti in termini di efficienza e che l'estrazione delle risorse continua ad aumentare in modo vertiginoso a livello mondiale e pertanto si profila l'urgente necessità di una complessiva riduzione delle attività di estrazione e di utilizzo delle risorse, al fine di superare l'effetto di rimbalzo; esorta la Commissione a proporre adeguate misure in tal senso;

5.  ricorda che l'acqua, sia come risorsa naturale utilizzata nei processi di produzione sia come bene pubblico, deve essere presa in considerazione nel calcolo dei dati relativi al consumo di materie prime, e deve inoltre essere utilizzata in modo efficiente;

6.  sottolinea che un miglioramento nell'uso delle risorse grazie a requisiti di progettazione migliori e a una normativa in materia di rifiuti che garantisca di risalire la gerarchia degli stessi (promuovendo pertanto la prevenzione, il riutilizzo, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti) potrebbe garantire un risparmio netto considerevole alle imprese, alle autorità pubbliche e ai consumatori dell'UE, dell'ordine di 600 miliardi di EUR secondo le stime, equivalente all'8% del fatturato annuo, riducendo nel contempo le emissioni totali annue dei gas a effetto serra del 2-4%; evidenzia che un aumento della produttività delle risorse del 30% entro il 2030 potrebbe produrre un aumento del PIL di circa l'1% e creare 2 milioni di nuovi posti di lavoro sostenibili(8); ricorda che l'efficienza delle risorse è un obiettivo prioritario del Settimo programma d'azione per l'ambiente, che sottolinea la necessità di stimolare la produzione e la domanda da parte dei consumatori di prodotti e servizi sostenibili dal punto di vista ambientale, mediante politiche che ne promuovano disponibilità, costi contenuti, funzionalità e attrattività;

7.  ritiene che il miglioramento dell'efficienza delle risorse richieda incentivi sia legislativi, sia economici, l'internalizzazione dei costi esterni e ulteriori finanziamenti a favore della ricerca e dell'innovazione, nonché cambiamenti nella società e negli stili di vita; segnala che è necessaria una gamma di strumenti a vari livelli politici, tenuto conto del principio di sussidiarietà;

8.  ritiene che la realizzazione di un'economia circolare su ampia scala imponga la partecipazione di tutti i soggetti interessati, regioni, città, comunità locali, PMI, ONG, rappresentanti delle imprese, sindacati e cittadini;

9.  invita la Commissione a coinvolgere gli enti locali e regionali nell'intero sviluppo del pacchetto relativo all'economia circolare;

10.  sottolinea che l'opera di sensibilizzazione nei confronti dell'opinione pubblica e il coinvolgimento consapevole dei cittadini sono determinanti per il buon esito della transizione verso un'economia circolare; prende atto della necessità di riservare l'attenzione e le risorse necessarie all'istruzione e all'informazione, per promuovere modelli di consumo e di produzione sostenibili e per evidenziare i vantaggi della transizione verso un'economia circolare efficiente nell'impiego delle risorse;

11.  segnala che la transizione verso un'economia circolare esige manodopera specializzata e che l'istruzione e la formazione devono tenere in conto le esigenze in materia di competenze ecologiche;

12.  sottolinea che a livello europeo esistono già degli strumenti finanziari per il sostegno dell'economia circolare, in particolare nel quadro dei programmi Orizzonte 2020 e Life+, che, se impiegati correttamente, consentono di promuovere l'ecoinnovazione e l'ecologia industriale negli Stati membri e nelle regioni europee;

13.  sottolinea che la certezza giuridica e la prevedibilità a lungo termine sono fondamentali per sfruttare il potenziale del Fondo europeo per gli investimenti strategici a favore dell'economia circolare, allo scopo di costituire canali di investimento per un'economia sostenibile;

14.  sottolinea che la transizione verso un'economia sostenibile e circolare dovrebbe combinare obiettivi ambientali ambiziosi e rigidi requisiti sociali, tra cui la promozione di un lavoro dignitoso e condizioni di lavoro sane e sicure (ad esempio garantire che i lavoratori non siano esposti a sostanze nocive sul luogo di lavoro);

15.  sottolinea la necessità di istituire un quadro giuridico più coerente per la produzione e il consumo sostenibili, che copra l'intero ciclo produttivo dall'approvvigionamento sostenibile fino al recupero alla fine del ciclo di vita;

Indicatori e obiettivi

16.  sottolinea che nel 2050 nell'UE l'uso delle risorse deve essere sostenibile e che ciò impone, tra l'altro, una riduzione assoluta dei consumi di risorse a livelli sostenibili, sulla base di una misurazione attendibile del consumo di risorse lungo l'intera filiera di approvvigionamento, l'applicazione rigorosa della gerarchia dei rifiuti, l'attuazione di un utilizzo a cascata delle risorse, segnatamente l'uso della biomassa, un approvvigionamento responsabile e sostenibile, una gerarchia dei rifiuti, la creazione di un circuito chiuso per le risorse non rinnovabili, l'impiego crescente delle energie rinnovabili entro i limiti della loro rinnovabilità, la progressiva soppressione delle sostanze tossiche, per le quali esistono o saranno sviluppate alternative più sicure in linea con la legislazione vigente sui prodotti chimici al fine di assicurare lo sviluppo di cicli di materiali non tossici e migliorare la qualità dei servizi ecosistemici;

17.   ricorda che già nel 2012 il Parlamento ha chiesto indicatori dell'attività economica chiari, solidi e misurabili, che tengano conto del cambiamento climatico, della biodiversità e dell'efficienza delle risorse alla luce del ciclo di vita, e di utilizzare detti indicatori come base per iniziative legislative e obiettivi concreti di riduzione;

18.  esorta la Commissione a considerare la possibilità di sviluppare e introdurre entro il 2015 un indicatore principale e una serie di sottoindicatori relativi all'efficienza delle risorse, compresi i servizi ecosistemici; evidenzia che l'impiego di detti indicatori armonizzati dovrebbe essere vincolante dal 2018 e che essi dovrebbero misurare il consumo di risorse, comprese le importazioni ed esportazioni, a livello di Unione, di Stato membro e di settore, tenere conto dell'intero ciclo di vita dei prodotti e servizi ed essere basati sulla metodologia dell'impronta e misurare l'utilizzo di terreni, acque e materiali nonché il carbonio;

19.  sollecita la Commissione a proporre, entro il 2015, un obiettivo per aumentare l'efficienza delle risorse a livello di Unione del 30% entro il 2030 rispetto al 2014 e singoli obiettivi per ciascuno Stato membro; sottolinea che per poter attuare gli obiettivi in materia di uso efficiente delle risorse essi devono fare riferimento a indicatori specifici;

20.  invita la Commissione a promuovere l'utilizzo di adeguati indicatori sull'uso efficiente delle risorse attraverso le convenzioni internazionali, allo scopo di consentire la comparabilità delle economie e garantire condizioni di parità, e a sostenere il dialogo e la cooperazione con paesi terzi;

21.  sottolinea che tali indicatori dovrebbero essere inclusi nel semestre europeo e in tutte le valutazioni di impatto;

Politica sui prodotti e progettazione ecocompatibile

22.  sottolinea l'importanza di una politica assennata per i prodotti, tale da aumentare il ciclo di vita previsto per i prodotti, nonché la loro idoneità sotto il profilo della durata, del riutilizzo e del riciclaggio; osserva che la quantità di risorse utilizzate da un prodotto nel corso della sua durata, nonché la sua riutilizzabilità e riciclabilità, sono in larga misura determinate durante la fase di progettazione; invita la Commissione a promuovere un consolidamento, nelle politiche per i prodotti, dell'approccio basato sul ciclo di vita, in particolare elaborando metodologie armonizzate per valutare la prestazione ambientale dei prodotti;

23.  invita la Commissione a presentare in materia un ambizioso programma di lavoro e ad attuare in forma globale e ambiziosa i requisiti di progettazione ecocompatibile della pertinente direttiva vigente tramite misure di esecuzione nuove e aggiornate, iniziando con l'adozione immediata di misure già elaborate;

24.  invita la Commissione a proporre un riesame della legislazione sulla progettazione ecocompatibile e della pertinente legislazione riguardante le politiche sui prodotti, entro la fine del 2016, alla luce dei cambiamenti seguenti che sono essenziali: estendere l'ambito di applicazione dei requisiti relativi alla progettazione ecocompatibile onde comprendere tutti i principali gruppi di prodotti e non solo quelli legati all'energia; inclusione graduale di tutte le caratteristiche relative all'efficienza delle risorse nei requisiti obbligatori per la progettazione dei prodotti; introduzione di un passaporto obbligatorio per i prodotti sulla base di tali requisiti; realizzazione dell'automonitoraggio e della revisione da parte di terzi per garantire che i prodotti siano conformi ai suddetti standard; definizione di requisiti orizzontali, tra l'altro in materia di durabilità, riparabilità, riutilizzabilità e riciclabilità;

25.   invita la Commissione a valutare, in base a un'analisi dei costi-benefici, la possibilità di definire valori minimi di materiali riciclati all'interno di nuovi prodotti nell'ambito della futura revisione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile;

26.  sollecita la Commissione a elaborare misure contro l'obsolescenza programmata e precisare ulteriormente una serie di normative per l'economia circolare, tali da includere il ricondizionamento e la riparazione, l'agevole smantellamento e l'uso efficiente di materie prime, risorse rinnovabili o materiali riciclati nei prodotti;

27.  ricorda che ai fini della progettazione di un'economia circolare di successo, giocano un ruolo importante anche la disponibilità di componenti standardizzati e modulari, la progettazione per lo smontaggio e per prodotti di lunga durata ed efficienti processi produttivi; sollecita la Commissione ad adottare altre azioni pertinenti per garantire che i prodotti siano duraturi e facili da aggiornare, riutilizzare, riadattare, riparare, riciclare e infine smantellare per ottenerne nuove risorse, e che i componenti che contengono sostanze pericolose siano chiaramente identificati nei manuali dei prodotti, onde agevolare la loro separazione prima del riciclaggio;

28.  osserva che occorre sensibilizzare maggiormente i consumatori e promuoverne il loro ruolo attivo;

29.  invita la Commissione a proporre l'estensione di garanzie minime ai beni durevoli di consumo, nel senso di prolungare il ciclo previsto di vita dei prodotti e precisare che a norma della direttiva 1999/44/CE i rivenditori di beni di consumo dovrebbero coprire i guasti nei primi due anni di garanzia legale e addebitare al consumatore soltanto i guasti provocati da uso improprio;

30.  invita la Commissione a proporre misure appropriate concernenti la disponibilità di pezzi di ricambio in modo da assicurare la riparabilità dei prodotti nel corso del loro intero ciclo di vita;

31.  invita la Commissione, gli Stati membri e l'Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) a intensificare gli sforzi per sostituire le sostanze estremamente problematiche e limitare l'uso delle sostanze che comportano rischi inaccettabili per la salute umana o l'ambiente nel contesto del regolamento REACH, non da ultimo come mezzo per soddisfare il requisito del settimo piano d'azione per l'ambiente di sviluppare cicli di materiali non tossici, in modo che i rifiuti riciclati possano essere utilizzati quale fonte importante e affidabile di materie prime per l'Unione; sollecita a tale proposito la Commissione a cancellare immediatamente la moratoria unilaterale sull'elaborazione delle raccomandazioni da parte dell'ECHA per quanto riguarda l'inclusione di sostanze estremamente problematiche nell'allegato XIV del regolamento REACH e a procedere invece rapidamente all'inclusione di dette sostanze; sottolinea, nel rispetto della gerarchia dei rifiuti, che la prevenzione è prioritaria rispetto al riciclaggio e che, di conseguenza, il riciclaggio non deve giustificare il perpetuarsi dell'uso di sostanze tradizionalmente pericolose;

32.  invita la Commissione e gli Stati membri a intensificare gli sforzi per sostituire le sostanze pericolose nel quadro della direttiva 2011/65/UE sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, allo scopo di creare cicli di materiali non tossici;

33.  sollecita gli Stati membri a garantire un controllo efficace del mercato al fine di assicurare che i prodotti, sia quelli europei che quelli importati, siano conformi ai requisiti; riguardanti la politica dei prodotti e la progettazione ecocompatibile; sollecita gli Stati membri, al fine di attuare un'effettiva vigilanza dei mercati, di avviare senza indugi la procedura legislativa di riesame della legislazione pertinente; rileva che ogni ulteriore ritardo sarebbe in contrasto con gli interessi delle imprese e dei cittadini;

Verso zero rifiuti

34.  sottolinea l'analisi della Commissione secondo la quale l'adozione di nuovi obiettivi in materia di rifiuti consentirebbe di creare 180 000 posti di lavoro, rendere l'Europa più competitiva e ridurre la domanda di risorse costose e limitate(9); esprime rammarico per il ritiro della proposta legislativa relativa ai rifiuti(10), ma considera l'annuncio del vicepresidente Timmerman alla tornata di dicembre 2014 un'opportunità per un nuovo pacchetto più ambizioso sull'economia circolare;

35.  esorta la Commissione a presentare la proposta annunciata sulla revisione della legislazione relativa ai rifiuti entro il 2015, applicando debitamente la gerarchia dei rifiuti, e a includere i seguenti punti:

   definizioni chiare e inequivocabili;
   elaborazione di misure di prevenzione dei rifiuti;
   obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti per i rifiuti urbani, commerciali e industriali da conseguirsi entro il 2025;
   definizione di chiare norme minime riguardanti i requisiti di responsabilità estesa del produttore per garantire la trasparenza e l'efficacia in termini di costi dei regimi di responsabilità estesa del produttore;
   applicazione del principio di "paga quanto butti" per i rifiuti residui, insieme a sistemi obbligatori di raccolta differenziata per carta, metallo, plastica e vetro, per agevolare l'elevata qualità dei materiali riciclati; introduzione di sistemi obbligatori di raccolta differenziata per i rifiuti organici entro il 2020;
   aumento degli obiettivi di riciclaggio e di preparazione per il riutilizzo ad almeno il 70% dei rifiuti solidi urbani e all'80% dei rifiuti di imballaggio riciclati, sulla base di un efficace metodo di rendicontazione che impedisca di indicare rifiuti smaltiti (mediante collocamento in discarica o incenerimento) come rifiuti riciclati, con l'ausilio dello stesso metodo armonizzato per tutti gli Stati membri con statistiche verificate esternamente; introduzione dell'obbligo per gli addetti al riciclaggio di comunicare le quantità di rifiuti immessi nell'impianto di selezione dei rifiuti e la quantità di prodotti riciclati in uscita dagli impianti di riciclaggio;
   rigorosa limitazione degli inceneritori, con o senza recupero di energia, ai rifiuti non riciclabili e non biodegradabili, entro il 2020;
   riduzione vincolante e graduale di tutti i tipi di smaltimento in discarica, coerentemente con gli obblighi di riciclaggio, in tre fasi (2020, 2025 e 2030), fino a raggiungere un divieto completo per le discariche, fatta eccezione per determinati rifiuti pericolosi e rifiuti residui per i quali la discarica rappresenta il metodo di smaltimento più ecologico;
   incoraggiare gli Stati membri a introdurre oneri sul collocamento in discarica e l'incenerimento;

36.  sottolinea l'importanza e il valore aggiunto degli obiettivi europei relativi alla politica in materia di rifiuti sia in termini di certezza giuridica, prevedibilità e parità di condizioni nel mercato interno, sia per garantire la tutela e il miglioramento dell'ambiente in cui vivono tutti i cittadini dell'UE;

37.  invita la Commissione a proporre gli stessi obiettivi per tutti gli Stati membri al fine di garantire lo stesso livello elevato di protezione ambientale in tutta l'Unione senza compromettere il mercato unico;

38.  esorta la Commissione a garantire che la legislazione vigente in materia di rifiuti e i relativi obiettivi siano applicati adeguatamente e integralmente, con particolare riferimento all'obbligo della raccolta differenziata, a garantire che gli Stati membri si adoperino maggiormente per raggiungere tali obiettivi, e ad adottare misure volte ad aiutare gli Stati membri a predisporre i giusti strumenti per conseguire gli obiettivi entro i termini stabiliti;

39.  sottolinea che, per valorizzare al massimo la capacità di gestione dei rifiuti disponibile nell'UE, è opportuno migliorare la pianificazione e lo scambio di informazioni per evitare l'eccesso di capacità;

40.  invita la Commissione ad analizzare ulteriormente la fattibilità di una proposta di quadro normativo per l'estrazione mineraria nelle discariche onde consentire il recupero di materie prime secondarie presenti nelle discariche esistenti e a esaminare lo sviluppo di un sistema di autorizzazioni ambientali per l'industria del riciclaggio;

41.  chiede alla Commissione di garantire maggiore trasparenza e migliori controlli per evitare la spedizione dei rifiuti verso paesi con norme ambientali e sociali meno rigorose rispetto a quelle dell'UE;

42.  invita la Commissione, insieme agli Stati membri, ad adoperarsi maggiormente per contrastare l'esportazione illegale di rifiuti post-consumo;

43.  esorta la Commissione a definire, all'interno della direttiva quadro sui rifiuti, requisiti minimi per la definizione dei programmi di prevenzione nazionali nonché a elaborare una serie di obiettivi e indicatori in grado di rendere comparabili i risultati ottenuti dai singoli Stati membri;

44.  esorta la Commissione ad affrontare le sfide specifiche relative ai rifiuti e a intervenire come indicato nella sua comunicazione sull'economia circolare (COM(2014)0398); esorta gli Stati membri e la Commissione a garantire la mobilitazione di fondi UE per contribuire al raggiungimento di obiettivi integrati in materia di rifiuti, quali la raccolta differenziata e lo sviluppo dell'infrastruttura di riciclaggio;

45.  esorta la Commissione a proporre un obiettivo per ridurre entro il 2025 i rifiuti marini del 50% rispetto al 2014;

46.  sottolinea la necessità di formulare obiettivi relativi alla raccolta e al riciclaggio di determinati metalli critici, onde contrastare la crescente penuria di tali risorse e ridurre la dipendenza;

47.  invita la Commissione a proporre entro la fine del 2015 obiettivi, misure e strumenti per affrontare efficacemente il problema degli sprechi alimentari, compresa la definizione di un obiettivo vincolante in materia di riduzione dei rifiuti alimentari nei settori della fabbricazione, della vendita al dettaglio/distribuzione, dei servizi di ristorazione e ospitalità e dei nuclei domestici, che preveda una riduzione pari ad almeno il 30% entro il 2025; invita la Commissione a promuovere l'elaborazione, negli Stati membri, di convenzioni che propongano che il settore alimentare al dettaglio distribuisca i prodotti invenduti ad associazioni caritative; invita la Commissione, in sede di valutazione dell'impatto delle nuove proposte legislative pertinenti, a valutare i potenziali effetti sui rifiuti alimentari;

Edifici sostenibili

48.  accoglie con favore la comunicazione della Commissione intitolata "Opportunità per migliorare l'efficienza delle risorse nell'edilizia" (COM(2014)0445); ritiene che sia necessario un approccio all'edilizia basato su una tabella di marcia e su obiettivi di lungo periodo;

49.  invita la Commissione a proporre la piena attuazione dei principi e dei requisiti dell'economia circolare nel settore dell'edilizia e a sviluppare ulteriormente il quadro strategico relativo all'efficienza delle risorse negli edifici, ivi compresi lo sviluppo di indicatori, norme, metodi e requisiti di qualità per la pianificazione territoriale e urbanistica, l'architettura, l'ingegneria strutturale, l'edilizia, la manutenzione, l'adattabilità, l'efficienza energetica, la ristrutturazione, il riutilizzo e riciclaggio; osserva che tra gli indicatori in materia di edifici sostenibili dovrebbero essere inclusi, inoltre, le infrastrutture ecologiche come i tetti verdi; sottolinea l'importanza di una visione olistica per il patrimonio edilizio europeo, con obiettivi chiari e ambiziosi a medio e lungo termine nonché tabelle di marcia per l'attuazione di tale visione;

50.  ritiene che la qualità dell'aria negli ambienti chiusi, il benessere e le esigenze sociali degli utenti debbano essere integrati nella valutazione di sostenibilità degli edifici;

51.  invita la Commissione a elaborare, nel quadro degli indicatori generali sull'efficienza delle risorse, indicatori per valutare la sostenibilità degli edifici durante il loro intero ciclo di vita, sulla base delle norme e dei metodi esistenti nonché sulla base di un approccio di sostenibilità sociale, economica e ambientale;

52.  chiede alla Commissione di stabilire se i principi e le norme BAT (migliori tecnologie disponibili) possono essere estesi a tutti i materiali e alle parti degli edifici e a sviluppare un passaporto per gli edifici basato sull'intero ciclo di vita dell'edificio;

53.  ritiene che, poiché il 90% dell'ambiente oggetto di interventi di edilizia per il 2050 esiste già, sia opportuno definire requisiti speciali e incentivi per il settore delle ristrutturazioni, allo scopo di migliorare l'impronta energetica degli edifici entro il 2050; invita quindi la Commissione a elaborare una strategia a lungo termine per la ristrutturazione degli edifici esistenti e a valorizzare il ruolo delle strategie nazionali di ristrutturazione introdotte dalla direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica;

54.  esorta gli Stati membri a facilitare il miglioramento del riciclaggio attraverso lo sviluppo di infrastrutture per la raccolta differenziata e il riciclaggio nel settore dell'edilizia;

55.  invita la Commissione e gli Stati membri a esaminare la possibilità di effettuare audit di predemolizione (vale a dire una valutazione dell'edificio prima dello smantellamento o della demolizione per individuare i materiali presenti e definire quali porzioni possono essere separate per il riciclaggio) e una selezione in cantiere dei materiali riciclabili (la selezione in cantiere fornisce solitamente materie prime secondarie di maggiore purezza rispetto al riciclaggio fuori cantiere e può contribuire a ridurre l'impatto ambientale del trasporto, ad esempio effettuando la frantumazione e il compattamento in cantiere);

56.  osserva che il cemento è uno dei materiali più usati nel settore dell'edilizia; invita la Commissione a valutare la possibilità di aumentare il riciclaggio del cemento nell'edilizia, come avviene in Germania e in Svizzera;

Sviluppo dei mercati per le materie prime secondarie

57.  invita la Commissione a elaborare misure per incentivare e facilitare lo sviluppo dei mercati per le materie prime secondarie di alta qualità e la creazione di attività commerciali basate sul riutilizzo delle materie prime secondarie;

58.  ritiene che un quadro strategico a lungo termine e prevedibile contribuirà a stimolare il livello di investimenti e azioni necessario per sviluppare appieno i mercati per le tecnologie verdi e a promuovere soluzioni commerciali sostenibili; sottolinea che indicatori e obiettivi di efficienza delle risorse, sostenuti da una solida raccolta di dati, fornirebbero la necessaria guida ai decisori pubblici e privati per trasformare l'economia;

59.  pone l'accento sull'importanza che la Commissione e gli Stati membri promuovano la creazione di programmi di simbiosi industriale che sostengano sinergie industriali in materia di riutilizzo e riciclaggio e aiutino le imprese, in particolare le PMI, a capire come l'energia, i rifiuti e i sottoprodotti da loro utilizzati possono servire da risorse per altri; mette in evidenza concetti simili, come il principio "dalla culla alla culla" (cradle-to-cradle) e l'ecologia industriale;

Altre misure

60.  invita la Commissione a proporre procedure in materia di appalti pubblici in cui i prodotti e le soluzioni riutilizzati, riparati, rigenerati, ristrutturati e comunque sostenibili ed efficienti in termini di risorse, andrebbero preferiti e, laddove ciò non avvenga, dovrebbe essere applicato il principio "conformati o spiega";

61.  sottolinea la necessità di un quadro fiscale che sia conforme al principio "chi inquina paga" e trasmetta i giusti segnali a favore di investimenti nell'efficienza delle risorse, nella modernizzazione dei processi di produzione e nella fabbricazione di prodotti più duraturi e facilmente aggiustabili; chiede agli Stati membri di adoperarsi nell'ambito del processo del semestre europeo per conseguire progressi in tale campo(11);

62.  esorta la Commissione a studiare e proporre misure fiscali, quali ad esempio la riduzione dell'IVA sui prodotti riciclati, riutilizzati ed efficienti sotto il profilo dell'impiego delle risorse;

63.  esorta la Commissione e gli Stati membri ad attuare integralmente il Piano d'azione verde per le piccole e medie imprese;

64.  esorta la Commissione a sviluppare un quadro strategico per i nutrienti, allo scopo di incoraggiarne il riciclaggio, promuovere l'innovazione, migliorare le condizioni del mercato e integrare l'uso sostenibile di tali sostanze nella legislazione dell'Unione in materia di fertilizzanti, prodotti alimentari, acqua e rifiuti;

65.  esorta la Commissione a presentare una comunicazione sui prodotti alimentari sostenibili, già rinviata diverse volte dal 2013, nella prima metà del 2016; sottolinea che, poiché la produzione e il consumo di cibo rappresentano una quota significativa di impiego delle risorse, tale comunicazione dovrebbe affrontare in modo olistico le inefficienze in termini di impiego delle risorse nella filiera alimentare e incoraggiare l'elaborazione di una politica alimentare sostenibile; invita la Commissione a valutare il crescente impiego di imballaggi alimentari ecologici, compresa la fattibilità di una sostituzione progressiva degli imballaggi a fine alimentare con materiali di origine biologica, biodegradabili e compostabili secondo le norme europee;

66.  invita la Commissione a istituire una piattaforma permanente sull'efficienza nell'impiego delle risorse, che coinvolga tutti i soggetti interessati, per incoraggiare e agevolare l'applicazione degli ultimi risultati delle ricerche, lo scambio di buone prassi e l'emergere di una nuova sintesi industriale e di ecosistemi industriali;

67.  invita la Commissione a istituire un gruppo di lavoro intersettoriale e tra direzioni generali sul finanziamento sostenibile, al fine di includere gli indicatori in materia di efficienza delle risorse nella rendicontazione e contabilità integrate a livello aziendale nel rispetto della riservatezza di determinate informazioni aziendali; invita altresì la Commissione a valutare come incorporare i rischi relativi all'efficienza delle risorse e all'ambiente, tra l'altro nei rating del credito e nei requisiti patrimoniali delle banche, per sviluppare un sistema assicurativo completo per i rischi ambientali e definire requisiti in termini di informazioni per i prodotti di investimento, con una debita valutazione dell'impatto; ritiene che, a tal proposito, la Commissione beneficerebbe della cooperazione con l'UNEP nell'ambito dell'indagine condotta da quest'ultima sulla progettazione di un sistema finanziario sostenibile (Inquiry into the Design of a Sustainable Financial System); invita la Commissione a esaminare le iniziative esistenti adottate volontariamente dagli Stati membri, al fine di promuovere un possibile scambio di migliori prassi;

68.  invita la Commissione, poiché l'approvvigionamento sostenibile e responsabile delle materie prime è fondamentale per conseguire l'efficienza nell'impiego delle risorse e gli obiettivi dell'economia circolare, a rivedere le raccomandazioni strategiche della piattaforma europea sull'efficienza nell'impiego delle risorse per quanto concerne l'elaborazione di norme in materia di approvvigionamento sostenibile di materiali e materie prime di fondamentale importanza; prende atto, al riguardo, del sostegno congiunto del Parlamento europeo e del Consiglio alle proposte della Commissione sull'approvvigionamento responsabile di metalli e minerali provenienti dalle zone di conflitto;

69.  invita la Commissione a rivedere la definizione di materie prime "essenziali", tenendo maggiormente conto dell'impatto ambientale e dei rischi connessi alla loro estrazione e lavorazione nonché del potenziale di sostituibilità con materiali secondari;

70.  sottolinea che tutti i finanziamenti dell'UE, compresi quelli erogati tramite il FEIS, Orizzonte 2020, i fondi di coesione e la BEI, dovrebbero essere mobilitati per promuovere l'efficienza delle risorse, in conformità alla gerarchia dei rifiuti, ed esorta la Commissione e gli Stati membri a eliminare gradualmente tutte le sovvenzioni dannose per l'ambiente, tra cui quelle per la generazione di energia mediante incenerimento della parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani, a norma della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, nonché le sovvenzioni dirette e indirette ai combustibili fossili;

71.  chiede che i finanziamenti stanziati a titolo del programma UE per la competitività delle imprese e delle PMI (COSME), di Orizzonte 2020 e dei fondi strutturali e d'investimento europei si concentrino maggiormente sullo sviluppo di soluzioni sostenibili, innovative ed efficienti dal punto di vista delle risorse e di nuovi modelli d'impresa (come la locazione o sistemi prodotti-servizi) e sul miglioramento della progettazione dei prodotti e dell'efficienza dei materiali nella resa dei processi e dei prodotti;

72.  sottolinea come la ricerca e l'innovazione siano fondamentali per sostenere la transizione verso un'economia circolare in Europa, e che è necessario contribuire, nell'ambito di Orizzonte 2020, a progetti di ricerca e di innovazione in grado di dimostrare e di testare sul campo la sostenibilità economica e ambientale dell'economia circolare; sottolinea al contempo che, adottando un approccio sistemico, tali progetti possono facilitare l'elaborazione di un regolamento favorevole all'innovazione e più facile da attuare, individuando eventuali incertezze normative, barriere e/o lacune che possono ostacolare lo sviluppo di modelli di impresa basati sull'efficienza delle risorse;

73.  invita la Commissione a sfruttare appieno il potenziale dell'agenda digitale e delle tecnologie dell'informazione per promuovere l'efficienza nell'impiego delle risorse e la transizione a un'economia circolare;

74.  sottolinea che l'UE ha un'economia aperta e impegnata nel mercato mondiale delle importazioni ed esportazioni; richiama l'attenzione sulla necessità di affrontare la sfida mondiale dell'esaurimento delle risorse anche a livello internazionale; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere attivamente il lavoro del gruppo internazionale dell'UNEP per le risorse che effettua studi su questioni relative alle risorse di importanza mondiale ed elabora soluzioni pratiche per i decisori, l'industria e la società;

75.  invita la Commissione ad adottare le azioni necessarie a livello internazionale per migliorare la tracciabilità dei prodotti;

76.  sottolinea che un incremento dell'efficienza energetica può ridurre la dipendenza e la povertà energetica dell'UE, fenomeno che riguarda circa 125 milioni di cittadini europei; segnala che è opportuno considerare l'efficienza energetica alla stregua di una fonte di energia separata, la cui crescita contribuisce significativamente allo sviluppo dell'industria dell'UE, alla creazione di posti di lavoro e alla moderazione delle bollette energetiche dei cittadini,

77.  esorta la Commissione a valutare se la legislazione esistente e prevista stia frenando l'economia circolare, i modelli d'impresa innovativi esistenti o l'emergere di nuovi, come l'economia della locazione o l'economia della condivisione/collaborativa, o se esistono ostacoli finanziari o istituzionali in tale ambito; esorta la Commissione a migliorare tale legislazione e ad affrontare tali ostacoli ove necessario; invita la Commissione a riesaminare la pertinente legislazione al fine di migliorare la prestazione ambientale e l'efficienza nell'impiego delle risorse dei prodotti nel loro intero ciclo di vita, rafforzare la coerenza tra gli strumenti esistenti e sviluppare un approccio di avanguardia;

78.  invita la Commissione a chiarire gli aspetti pertinenti della politica dell'UE in materia di concorrenza in relazione all'economia circolare e, in particolare, il compromesso tra i rischi di collusione nel mercato e la necessità di approfondire la cooperazione tra produttori e relativi fornitori;

79.  invita la Commissione a riferire al Parlamento in merito a tutte le misure indicate in precedenza e a proporre le iniziative successive entro il 2018;

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o   o

80.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai parlamenti nazionali.

(1) Testi approvati, P7_TA(2013)0584.
(2) Testi approvati, P7_TA(2014)0016.
(3) GU C 264 E del 13.9.2013, pag. 59.
(4) GU C 51 E del 22.2.2013, pag. 21.
(5) Non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale.
(6) GU C 140 del 28.4.2015, pag. 37.
(7) Programma per l'ambiente dell'OCSE "Voluntary approaches to environmental policy" (Approcci imperniati su iniziative volontarie nel campo della politica ambientale), 2003.
(8) Comunicazione della Commissione del 2 luglio 2014 intitolata "Verso un'economia circolare: programma per un'Europa a zero rifiuti" (COM(2014)0398).
(9) Documento di lavoro dei servizi della Commissione del 2 luglio 2014, contenente una sintesi della valutazione d'impatto che accompagna la proposta di direttiva che modifica le direttive in materia di rifiuti (SWD(2014)0208).
(10) Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica le direttive 2008/98/CE relativa ai rifiuti, 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti, 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, 2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (COM(2014)0397).
(11) Budget Europe, 2015, Country-Specific Recommendations in Support of the European SemesterProcess (Raccomandazioni specifiche per paese a sostegno del processo del semestre europeo), pag. 6, http://www.foes.de/pdf/2015-02-25_CSR%20Recommendations_FINAL.pdf.

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