Risoluzione del Parlamento europeo del 9 settembre 2015 sulla dimensione urbana delle politiche dell'UE (2014/2213(INI))
Il Parlamento europeo,
– visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare il titolo XVIII,
– visto il regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio(1)ᄃ,
– visto il regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e a disposizioni specifiche concernenti l'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006(2),
– visto il regolamento (UE) n. 1299/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni specifiche per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale all'obiettivo di cooperazione territoriale europea(3),
– vista la sua risoluzione del 23 giugno 2011 sull'Agenda urbana europea e il suo futuro nel quadro della politica di coesione(4),
– vista la sua risoluzione del 21 febbraio 2008 sul seguito dell'agenda territoriale e della Carta di Lipsia: Verso un programma d'azione europeo per lo sviluppo spaziale e la coesione territoriale(5),
– vista la comunicazione della Commissione del 18 luglio 2014 dal titolo "La dimensione urbana delle politiche dell'UE – Elementi fondanti di un'agenda urbana UE" (COM(2014)0490),
– vista la comunicazione della Commissione del 18 giugno 2014 dal titolo "Programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT): situazione attuale e prospettive" (COM(2014)0368),
– vista la comunicazione della Commissione del 3 marzo 2010 dal titolo "Europa 2020 - una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2010)2020),
– vista la comunicazione della Commissione del 10 luglio 2012 dal titolo "Città e comunità intelligenti – Partenariato europeo di innovazione" (C(2012)4701),
– vista la comunicazione della Commissione del 28 ottobre 1998 dal titolo "Quadro d'azione per uno sviluppo urbano sostenibile nell'Unione europea" (COM(1998)0605),
– vista la comunicazione della Commissione del 6 maggio 1997 dal titolo "La problematica urbana: orientamenti per un dibattito europeo" (COM(1997)0197),
– vista la sesta relazione della Commissione sulla coesione economica, sociale e territoriale dal titolo "Investimenti per l'occupazione e la crescita – Promuovere lo sviluppo e la buona governance nelle città e nelle regioni dell'UE", del luglio 2014,
– vista la relazione della Commissione dal titolo "Le città di domani: investire nell'Europa", Bruxelles, 17 e 18 febbraio 2014,
– vista la relazione della Commissione del 2014 dal titolo "Digital Futures – a journey into 2050 visions and policy challenges, cities, villages and communities" (Futuri digitali – Un viaggio nelle prospettive, nelle sfide politiche, nelle città, nei paesi e nelle comunità del 2050),
– vista la relazione della Commissione dal titolo "Le città di domani: sfide, visioni, vie da percorrere", Bruxelles, ottobre 2011,
– vista la dichiarazione dei ministri "Verso un'agenda urbana dell'UE", adottata in occasione della riunione informale dei ministri dell'UE responsabili per la coesione territoriale e le questioni urbane il 10 giugno 2015 a Riga,
– viste le conclusioni del Consiglio adottate il 19 novembre 2014 a Bruxelles sulla sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale dal titolo "Coesione economica, sociale e territoriale: investimenti a favore della crescita e della creazione di posti di lavoro",
– viste le conclusioni della Presidenza adottate in occasione della riunione informale dei ministri competenti per la politica di coesione, tenutasi il 24 e 25 aprile 2014 ad Atene,
– viste le conclusioni della Presidenza polacca sulla dimensione territoriale delle politiche dell'UE e sulla futura politica di coesione, adottate in occasione della riunione informale dei ministri competenti per la politica di coesione dell'UE e lo sviluppo territoriale e urbano, tenutasi il 24 e 25 novembre 2011 a Poznan,
– vista l'Agenda territoriale dell'UE 2020, convenuta in occasione della riunione informale dei ministri competenti per la pianificazione e lo sviluppo territoriali, tenutasi il 19 maggio 2011 a Gödöllő;
– vista la dichiarazione di Toledo, adottata in occasione del Consiglio informale dei ministri competenti per lo sviluppo urbano, tenutosi il 22 giugno 2010 a Toledo,
– vista la Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili, adottata in occasione del Consiglio informale dei ministri competenti per lo sviluppo urbano, tenutosi il 24 e 25 maggio 2007 a Lipsia,
– visto il parere del Comitato delle regioni del 25 giugno 2014 dal titolo "Verso una politica urbana integrata per l’Unione europea",
– visto il parere del Comitato economico e sociale europeo (CESE) del 23 aprile 2015 sulla comunicazione della Commissione dal titolo "La dimensione urbana delle politiche dell'UE – Elementi fondanti di un'agenda urbana UE" (COM(2014)0490),
– visto l'articolo 52 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per lo sviluppo regionale e il parere della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (A8-0218/2015),
A. considerando che nel 2014 metà della popolazione mondiale(6) e il 72% della popolazione europea abitavano in aree urbane(7) e che entro il 2050 quasi l'80% della popolazione mondiale risiederà in aree urbane(8);
B. considerando che le "aree urbane funzionali" dell'Unione sono formate da una struttura policentrica unica costruita intorno a città di grandi, medie e piccole dimensioni e alle loro zone limitrofe, spingendosi quindi oltre i confini amministrativi tradizionali fino ad abbracciare territori diversi uniti dalle stesse sfide economiche, sociali, ambientali e demografiche;
C. considerando che le città e la aree funzionali urbane, come le aree metropolitane, non solo svolgono un ruolo importante in termini di democrazia partecipativa, ma costituiscono anche un pilastro economico fondamentale e un volano di occupazione nell'Unione, dal momento che l'innovazione e le nuove attività economiche trovano spesso origine nelle città; che esse costituiscono pertanto un atout essenziale dell'UE nelle sue relazioni con le altre regioni del mondo, ma anche gli ambiti fondamentali in cui è necessario eliminare gli ostacoli alla crescita e all'occupazione e contrastare l'esclusione sociale (ad esempio giovani con scarsa formazione sul mercato del lavoro), la mancanza di accessibilità e il degrado ambientale;
D. considerando che le città, le aree urbane funzionali e le regioni sono responsabili della percentuale più alta di consumo di energia e di emissioni di gas a effetto serra nell'UE; che, dall'altro lato, esse svolgono un ruolo fondamentale nel conseguimento di una maggiore efficienza e indipendenza energetica, come pure nello sviluppo di nuove iniziative (quali nuove forme di attività economica) atte a incoraggiare la mobilità urbana e sistemi di trasporto competitivi ed ecocompatibili, promuovendo così la crescita, l'occupazione, la coesione sociale e territoriale, la salute e la sicurezza;
E. considerando che alcune città si trovano a far fronte all'invecchiamento della popolazione e a un calo demografico, nonché a difficoltà legate alla capacità delle infrastrutture e dei servizi pubblici da esse offerti, mentre altre registrano una crescita demografica, che va ad aumentare la pressione sulle infrastrutture e sui servizi pubblici esistenti (ad esempio l'istruzione) e ad aggravare altri problemi come la disoccupazione (giovanile), l'esclusione sociale, la congestione del traffico l'espansione urbana incontrollata e l'inquinamento, aspetti che accrescono considerevolmente il tempo impiegato dai pendolari per spostarsi e riducono la qualità della vita di molti europei;
F. considerando che alcune delle principali sfide che le città si trovano ad affrontare in relazione allo sviluppo economico e sociale, ai cambiamenti climatici, ai trasporti e al cambiamento demografico possono essere affrontate soltanto attraverso partenariati tra le città e le aree circostanti; che l'espansione delle aree interconnesse, avvenuta negli ultimi anni grazie in particolare all'evoluzione del settore dei trasporti e delle comunicazioni, rende necessario lo sviluppo di strumenti atti a promuovere la connettività;
G. considerando che le iniziative strategiche europee incidono direttamente o indirettamente sullo sviluppo sostenibile delle città e sulla politica urbana;
H. considerando che circa il 70% delle politiche e delle normative europee è attuato a livello locale e regionale;
I. considerando che occorre garantire una maggiore coerenza a livello di Unione tra le diverse iniziative strategiche e i programmi di sovvenzione dell'UE facendo pieno ricorso al Quadro strategico comune (titolo II, capo I, articolo 10 del regolamento (UE) n. 1303/2013 – Regolamento sulle disposizioni comuni) e migliorando il coordinamento politico tra e con i soggetti interessati e i livelli di governo, in quanto l'approccio settoriale delle politiche unionali può portare all'adozione di politiche e normative che potrebbero non favorire le aree urbane;
J. considerando che la Commissione ha pubblicato nel 1997 una comunicazione in merito a una politica urbana per l'UE(9), ma che il ruolo delle città europee nell'elaborazione delle politiche dell'Unione è tuttora in discussione;
K. considerando che, in passato, il Parlamento ha appoggiato la proposta della Commissione di presentare un'"Agenda urbana" quale quadro in cui iscrivere la futura politica urbana a livello europeo;
L. considerando che la sussidiarietà come definita dal TFUE, la governance multilivello basata su un'azione coordinata dell'UE, degli Stati membri e degli enti regionali e locali, così come il principio di partenariato rappresentano elementi essenziali per la corretta applicazione di tutte le politiche dell'UE, e che il ricorso alle risorse e alle competenze degli enti regionali e locali dovrebbe essere rafforzato di conseguenza;
M. considerando che il regolamento (UE) n. 1301/2013 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) rafforza la dimensione urbana dei Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) destinando almeno il 5% dell'assistenza finanziaria ad azioni integrate per lo sviluppo urbano sostenibile, delegando le attività di gestione alle autorità urbane, in particolare affidando loro maggiori responsabilità per quanto concerne le attività legate almeno alla selezione delle operazioni, nonché introducendo strumenti come gli investimenti territoriali integrati (ITI) e lo sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD), stanziando un bilancio specifico a favore delle "azioni innovative" al fine di testare nuove soluzioni in relazione allo sviluppo urbano sostenibile e istituendo una rete per lo sviluppo urbano;
N. considerando che il principio di partenariato stabilito dal regolamento sulle disposizioni comuni (regolamento (UE) n. 1303/2013) e dal codice europeo di condotta obbliga gli Stati membri a garantire il tempestivo coinvolgimento delle autorità urbane nel processo di elaborazione delle politiche dell'UE;
La dimensione urbana delle politiche dell'UE
1. è del parere che le politiche dell'UE dovrebbero sostenere le città e le aree urbane funzionali consentendo loro di esprimere e realizzare pienamente il loro potenziale in quanto motori di crescita economica, occupazione, inclusione sociale e sviluppo sostenibile; ritiene, pertanto, che tali città e aree urbane funzionali debbano essere maggiormente coinvolte nell'intero processo europeo di elaborazione delle politiche;
2. invita la Commissione e, se del caso, gli Stati membri a proporre modalità con cui introdurre, adattando gli strumenti esistenti e conformemente all'articolo 6 del Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità, un meccanismo di allerta rapida che offra ai governi subnazionali la possibilità di verificare se i principi di sussidiarietà e di proporzionalità sono stati tenuti in considerazione, che permetta a tali governi subnazionali di essere coinvolti nei processi politici sin dalle prime fasi e che consenta inoltre l'elaborazione di strategie di sviluppo territoriale ben informate nonché una più efficace attuazione della futura legislazione;
Verso un'Agenda urbana europea integrata
3. accoglie con favore l'iniziativa della Commissione di adoperarsi per l'elaborazione di un'Agenda urbana europea; è favorevole all'istituzione di tale Agenda come quadro coerente per le politiche dell'UE, prevedendo una dimensione urbana volta a garantire una maggiore corrispondenza tra le soluzioni urbane e le sfide dell'UE, ad adeguare meglio le politiche settoriali e i livelli di governance, a indirizzare più efficacemente i finanziamenti europei verso le pertinenti sfide urbane nonché a valutare con maggiore precisione l'impatto territoriale delle politiche settoriali; ritiene che l'Agenda urbana europea dovrebbe in particolare favorire lo sviluppo di soluzioni di governance in grado di rispondere al meglio alle sfide e agli obiettivi di uno sviluppo economico sostenibile e favorevole all'inclusione sociale delle città e delle aree urbane funzionali in Europa;
4. riconosce che, pur in assenza di competenze esplicite dell'UE in materia di sviluppo urbano, una vasta gamma di iniziative dell'Unione produce un impatto diretto o indiretto sulle città e sulle aree urbane funzionali; è pertanto del parere che l'esistenza di politiche urbane nazionali e regionali ben sviluppate e consolidate rappresenti un requisito fondamentale per l'istituzione di un'Agenda urbana europea; ritiene che quest'ultima dovrebbe costituire una strategia rivolta alle città e alle aree urbane funzionali nell'Unione europea ed evolversi, nel lungo periodo, in una politica urbana a livello dell'UE; sottolinea in tale contesto che lo sviluppo territoriale urbano dovrebbe basarsi su un'organizzazione territoriale equilibrata caratterizzata da una struttura urbana policentrica, in linea con l'Agenda territoriale UE 2020;
5. è convinto che l'Agenda urbana europea dovrebbe rappresentare uno sforzo comune della Commissione, degli Stati membri, degli enti locali e di altri soggetti interessati, volto a razionalizzare, coordinare e attuare le politiche dell'UE che presentano una dimensione urbana mediante un approccio pragmatico, integrato e coordinato, ma flessibile, nelle città e nelle aree funzionali e in collaborazione con esse, tenendo conto delle specificità locali e territoriali, nel rispetto dell'architettura istituzionale di ciascuno Stato membro;
6. ritiene che l'Agenda urbana europea dovrebbe conformarsi pienamente alle strategie e agli obiettivi generali dell'UE, in particolare alla strategia Europa 2020 e agli obiettivi di coesione territoriale; sottolinea che i confini amministrativi stanno progressivamente perdendo di pertinenza nel tentativo di affrontare le sfide relative allo sviluppo a livello regionale e locale; ritiene pertanto che l'Agenda urbana europea debba essere orientata all'inclusività e tener chiaramente conto della varietà delle entità territoriali nell'UE, degli aspetti transfrontalieri e dei legami tra le aree rurali e quelle urbane, anche per quanto riguarda i servizi che le aree urbane funzionali forniscono al territorio rurale circostante;
7. esorta la Commissione a presentare una comunicazione che illustri in dettaglio i tratti della futura Agenda urbana europea, basandosi sull'"acquis urbano" e su un'ampia consultazione delle varie parti interessate, compresi i partner economici e sociali e le organizzazioni della società civile; invita la Commissione a includere l'Agenda urbana europea nel proprio programma di lavoro annuale;
Inclusione di un approccio integrato allo sviluppo territoriale nell'elaborazione delle politiche e nella legislazione dell'UE
8. invita la Commissione, nell'elaborare nuove iniziative strategiche destinate alle aree urbane, a seguire un approccio integrato maggiormente basato sul territorio, al fine di assicurare la coerenza e conferire alle città e alle aree urbane funzionali gli strumenti necessari per realizzare gli obiettivi di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva previsti dalla strategia Europa 2020, anche applicando un approccio europeo integrato a sostegno di progetti intelligenti e sostenibili nelle città europee, contribuendo a promuovere lo sviluppo sociale ed economico;
9. invita la Commissione a introdurre, come regola generale, una valutazione d'impatto territoriale sulla dimensione urbana nell'ottica di garantire la fattibilità pratica di tutte le pertinenti iniziative strategiche dell'UE a livello regionale e locale, a dimostrarsi ricettiva verso i contributi provenienti dai livelli decentrati di governo in fase di elaborazione delle valutazioni d'impatto e delle nuove politiche ("approccio bottom-up") nonché a garantire che tutte le pertinenti politiche settoriali dell'UE affrontino in maniera adeguata le sfide che interessano le città e le aree urbane funzionali; chiede alla Commissione che tali valutazioni di impatto territoriali si concentrino sui seguenti aspetti: sviluppo territoriale equilibrato, integrazione territoriale, aspetti di governance, regolamentazione, attuazione a livello locale e coerenza con altri obiettivi strategici;
10. esorta la Commissione a sistematizzare e ad analizzare tutti i dati disponibili e tutti i quadri concettuali condivisi ("acquis urbano"), onde evitare duplicazioni e incoerenze ed elaborare una definizione chiara di sviluppo urbano sostenibile integrato, in modo da individuare gli obiettivi europei comuni, coerenti e trasparenti in tale ambito;
11. è convinto che, per poter valutare le aree urbane con maggiore precisione, e non soltanto sulla base dell'indicatore PIL, occorra mettere a disposizione dati sufficienti; ritiene, pertanto, che Eurostat dovrebbe fornire e compilare dati locali più dettagliati e che occorra proseguire i lavori in materia di audit urbano e di altre verifiche analoghe; invita inoltre la Commissione ad adoperarsi per la messa a punto di strumenti che consentano di misurare i progressi e gli effetti di un'Agenda urbana integrata a livello dell'UE;
12. esorta la Commissione a ridurre gli oneri amministrativi legati all'attuazione a livello locale della legislazione unionale vigente e ad assicurare che per tutti i futuri atti normativi siano valutate attentamente le implicazioni della loro attuazione a livello locale;
La dimensione urbana degli strumenti strategici e dei finanziamenti dell'UE
13. ricorda che la politica di coesione dell'UE e i relativi strumenti di finanziamento si prestano solitamente meglio per promuovere strategie territoriali integrate complesse per le aree funzionali, grazie a una pianificazione strategica e a regole comuni; esorta gli Stati membri a sfruttare appieno i nuovi strumenti disponibili (come gli ITI e il CLLD) e i nuovi programmi operativi (OP) flessibili, per favorire efficacemente l'attuazione di piani di sviluppo urbano integrati; sollecita gli Stati membri e la Commissione a elaborare una serie coerente di indicatori adeguati che consentano di valutare meglio la dimensione urbana delle attività e delle iniziative finanziate dai Fondi strutturali e di investimento europei;
14. sottolinea la necessità di sfruttare al massimo le potenzialità delle strategie macro-regionali per attuare con successo l'approccio urbano integrato; invita la Commissione a includere e a integrare in maniera adeguata gli aspetti dell'Agenda urbana europea e a porre l'accento sulla dimensione urbana nelle strategie macroregionali dell'UE, che rappresentano un modello di pianificazione e di governance multilivello;
15. deplora che, sebbene la nuova politica di coesione contenga disposizioni giuridicamente vincolanti sulle aree urbane, in particolare per quanto concerne il coinvolgimento delle città nella fase di programmazione, la reale partecipazione dei rappresentanti di città e aree urbane all'elaborazione di tale politica sia piuttosto scarsa, e ritiene che possa essere migliorata attraverso un coinvolgimento tempestivo di tali soggetti nei processi politici, ad esempio prevedendo consultazioni, valutazioni e scambi di migliori prassi ed esperienze; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire l'applicazione del principio di partenariato (tenendo anche conto del codice europeo di condotta sul partenariato (articolo 5, paragrafo 3 del regolamento (UE) n. 1303/2013 recante disposizioni comuni)) nel realizzare i programmi e i progetti che beneficiano di un finanziamento europeo, prestando particolare attenzione al coinvolgimento delle città e delle aree urbane funzionali nella preparazione, nella gestione e nella governance dei programmi, anche a livello transfrontaliero;
16. chiede un maggiore coinvolgimento delle città nei programmi dei Fondi strutturali e di investimento; ritiene che gli insegnamenti tratti in questo ambito potrebbero dar vita a un'importante raccomandazione politica per lo sviluppo della politica di coesione dopo il 2020; invita in questo contesto la Commissione a verificare l'attuazione dell'Agenda urbana europea in settori tematici selezionati che rispecchino le sfide delle aree urbane ("progetti pilota urbani"), in particolare assicurando il coordinamento intersettoriale delle diverse politiche dell'UE, eliminando le sovrapposizioni esistenti, applicando il modello di governance multilivello ed effettuando valutazioni d'impatto territoriale; chiede alla Commissione di riferire con regolarità al Parlamento in merito ai progressi e ai risultati conseguiti in tal senso;
17. chiede un migliore coordinamento e una migliore integrazione delle politiche di investimento dell'UE in grado di garantire uno sviluppo urbano sostenibile, integrato e socialmente inclusivo; invita la Commissione e gli Stati membri ad avvalersi pienamente del quadro normativo esistente per creare sinergie tra il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), i programmi sovvenzionati dall'UE (come LIFE, Orizzonte 2020, Energia intelligente - Europa, ecc.) e i fondi della politica di coesione, come pure gli investimenti pubblici (ad esempio nazionali) e i capitali e gli strumenti finanziari privati, al fine di ottenere il maggior effetto leva possibile dai fondi investiti; sottolinea la necessità di garantire la complementarità di tutte le politiche di investimento, di rafforzare le sinergie e di evitare i doppi finanziamenti e le sovrapposizioni;
Un nuovo modello di governance multilivello
18. ricorda che le principali sfide economiche, sociali e ambientali odierne trascendono i confini amministrativi tradizionali e che il crescente divario tra le strutture amministrative e territoriali (cooperazione tra aree urbane e periurbane, cooperazione tra aree urbane e rurali, ecc.) richiede l'introduzione di nuove forme di governance flessibile per poter portare avanti lo sviluppo territoriale integrato delle aree urbane funzionali;
19. ritiene che l'Agenda urbana europea dovrebbe fondarsi su un nuovo metodo di governance multilivello, che coinvolga maggiormente il livello locale in tutte le fasi del ciclo politico in modo da avvicinare le politiche alla realtà rendendole più coerenti e reattive rispetto ai continui cambiamenti che interessano le aree urbane funzionali; è del parere che, in tale contesto, il Comitato delle regioni, in qualità di organo che rappresenta gli enti locali e regionali, dovrebbe svolgere un ruolo in tale processo;
20. esorta la Commissione a proporre gli elementi per un nuovo modello di governance multilivello basato sui partenariati e su un'autentica collaborazione, che vada oltre la semplice consultazione delle parti interessate e sia in grado di coniugare le strutture governative formali con strutture di governance flessibili e informali che riflettano le nuove realtà di una società digitale e "in rete", un modello che sia adeguato alla portata delle sfide che si pongono e che migliori la cooperazione multilivello, sul piano sia verticale sia orizzontale, con gli attori governativi e non governativi a livello locale, regionale, nazionale ed europeo, avvicinando così il governo ai cittadini e conferendo maggiore legittimità democratica al progetto europeo; raccomanda che, una volta accettato da tutti i partner e previa consultazione di tutti i pertinenti soggetti interessati, tale modello "sui generis" e su misura assurga a modus operandi della futura Agenda urbana europea;
Gestione delle conoscenze e condivisione dei dati
21. è del parere che le piattaforme e le reti urbane (come URBACT e la Rete di sviluppo urbano) e altri programmi per la condivisione delle conoscenze tra le città (quali Civitas, il Patto dei sindaci, l'iniziativa Mayors Adapt, l'iniziativa città e comunità intelligenti, il quadro di riferimento per le città sostenibili, ManagEnery) offrano un'ottima opportunità di coinvolgimento degli attori locali, regionali e transfrontalieri nello sviluppo urbano e di condivisione delle conoscenze tra gli attori interessati; esorta la Commissione a consolidare tali piattaforme, assicurando anche un loro migliore coordinamento, onde consentire agli attori locali di comprenderne meglio la natura e di prendervi parte in modo più efficace;
22. esorta la Commissione e gli Stati membri a trarre il meglio dalle attività di condivisione delle conoscenze e di sviluppo delle capacità realizzate nel quadro dei progetti finanziati dall'UE e di altre iniziative di collegamento in rete delle città; invita la Commissione a elaborare meccanismi che consentano di condividere in maniera più efficace i risultati ottenuti dai progetti in tutti i suoi servizi e ad assicurare che questi vadano ad alimentare l'elaborazione delle politiche a livello sia nazionale sia unionale;
23. ritiene che, per formulare politiche più mirate, sia necessario aggiornare e potenziare la banca dati sull'audit urbano; incoraggia Eurostat e la Commissione a compilare e a mettere a disposizione dati più dettagliati, raccolti là dove le politiche sono attuate – in molti casi a livello locale; sottolinea che anche la raccolta di dati di flusso – che misurano i rapporti tra le città e le aree circostanti, ma anche all'interno delle aree urbane funzionali – sta acquisendo un'importanza sempre maggiore ai fini di una migliore comprensione di tali aree funzionali complesse, ed esorta pertanto la Commissione a raccogliere ed esaminare dati di questo tipo e a trarne elementi su cui fondare l'elaborazione delle politiche;
Attuazione della futura Agenda urbana europea
24. ritiene che, per essere uno strumento efficace, l'Agenda urbana europea debba configurarsi come un quadro concettuale condiviso e regolarmente aggiornato che si concentri, sul piano tematico, su un numero limitato di sfide da affrontare nel contesto più ampio degli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile;
25. è fermamente convinto che tali sfide debbano rispondere ai seguenti criteri: 1) essere coerenti con il quadro concettuale condiviso; 2) rappresentare una sfida urbana importante con un impatto significativo sulle città e sulle aree urbane funzionali negli Stati membri e tra questi; 3) non poter essere superate in maniera unilaterale dagli Stati membri; 4) presentare un chiaro valore aggiunto se affrontate a livello dell'UE; chiede alla Commissione di avviare un esercizio di mappatura di tali sfide, nonché di individuare le rimanenti strozzature, incoerenze politiche o carenze di capacità e conoscenza, in stretta collaborazione con tutti i pertinenti soggetti interessati, in particolare quelli a livello locale;
26. esorta la Commissione e gli Stati membri ad assicurare, a ogni livello di governo, un migliore coordinamento, sul piano trasversale, tra le politiche che presentano una dimensione urbana, affinché lo sviluppo urbano integrato sia contemplato con maggiore efficacia nelle diverse politiche; invita la direzione generale della Politica regionale e urbana (DG REGIO), competente per le politiche urbane dell'UE, a guidare tale processo in stretta cooperazione con il gruppo interservizi "Sviluppo urbano" della Commissione e a garantire che la dimensione urbana sia presa in considerazione in tutte le nuove iniziative pertinenti; invita il Presidente della Commissione europea a nominare all'interno del Collegio dei commissari un responsabile politico incaricato di definire l'orientamento strategico dell'Agenda urbana delle politiche europee e di riferire annualmente al Parlamento in merito all'Agenda urbana;
27. invita la Commissione a designare un coordinatore speciale dell'UE per le questioni urbane, sulla base di servizi od organi già esistenti in seno alla Commissione, che sia incaricato di monitorare e valutare l'attuazione pratica di tale coordinamento sul piano sia orizzontale (vale a dire in tutti i pertinenti ambiti strategici), sia verticale (ossia a tutti i livelli di governo); è del parere che il coordinatore speciale dell'UE per le questioni urbane dovrebbe istituire, con l'ausilio del Gruppo interservizi "Sviluppo urbano", uno sportello unico sulle politiche urbane all'interno della Commissione e garantire la corretta raccolta, gestione e divulgazione di dati sulle politiche urbane tra i servizi della Commissione e al loro interno, nonché con i vari soggetti interessati, in modo da creare un meccanismo di sensibilizzazione per l'allerta rapida e il coinvolgimento tempestivo degli enti locali e regionali nei processi politici aventi un impatto sulle città e sulle aree urbane funzionali;
28. sollecita la Commissione a sviluppare, utilizzando le strutture esistenti e, ad esempio, nell'ambito del "progetto pilota urbano", singoli punti di informazione negli Stati membri sulla dimensione urbana delle politiche dell'UE (sportelli unici urbani) allo scopo di fornire informazioni esaurienti in particolare sulle diverse iniziative, linee guida e possibilità finanziarie dell'UE in relazione allo sviluppo urbano;
29. invita la Commissione a organizzare, con cadenza regolare e sulla scorta del forum "Città di domani", un vertice sulle questioni urbane che riunisca i soggetti interessati di tutti i livelli di governo e dei diversi settori; ritiene che tali vertici dovrebbero offrire alle città l'opportunità concreta di avviare un dialogo costruttivo con i responsabili politici in tutti i pertinenti settori strategici e contribuire inoltre a valutare l'impatto delle politiche unionali sulle città e sulle aree urbane funzionali, nonché a definire le migliori modalità per coinvolgere tali entità territoriali nelle iniziative future;
30. esorta gli Stati membri ad associare pienamente e a coinvolgere in modo vincolante le città e le aree urbane funzionali nell'elaborazione e nella programmazione delle politiche strategiche (come i programmi di riforma nazionali, gli accordi di partenariato e i programmi operativi); invita gli Stati membri a rafforzare il loro scambio di esperienze in relazione ai programmi nazionali per lo sviluppo urbano, che offre alle città gli strumenti per realizzare gli obiettivi della strategia Europa 2020, mediante l'organizzazione periodica di Consigli informali dei ministri competenti per lo sviluppo urbano;
La dimensione esterna dell'Agenda urbana europea
31. esorta la Commissione e gli Stati membri a tenere debitamente conto dei lavori preparatori dell'Agenda Habitat III attualmente in corso e ad assicurare che la futura Agenda urbana europea sia pienamente compatibile e coordinata rispetto agli obiettivi di tale agenda urbana globale; invita la Commissione a informare regolarmente il Parlamento in merito alla dimensione esterna dell'Agenda urbana europea e ritiene che quest'ultima possa rappresentare il contributo dell'UE al dibattito internazionale sulla Nuova agenda urbana delle Nazioni Unite e alla conferenza Habitat III sugli insediamenti umani e lo sviluppo urbano sostenibile che si terrà nel 2016;
32. ritiene che l'Unione europea e gli Stati membri dovrebbero impegnarsi in modo chiaro, coerente e aperto nei confronti dell'Organizzazione internazionale per la normalizzazione (ISO), con la consultazione e il contributo degli enti locali e regionali, a favore dell'elaborazione di nuove norme in materia di sviluppo urbano sostenibile, nel rispetto del lavoro svolto sulle linee guida universali delle Nazioni Unite per la pianificazione urbana e territoriale; sottolinea che le nuove norme ISO dovrebbero essere considerate come uno strumento di sostegno e non come uno strumento normativo;
o o o
33. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai parlamenti nazionali.