Risoluzione del Parlamento europeo del 10 settembre 2015 sulla creazione di un mercato del lavoro competitivo nell'Unione europea del XXI secolo: adeguamento delle competenze e delle qualifiche in funzione della domanda e delle prospettive occupazionali, un modo per uscire dalla crisi (2014/2235(INI))
Il Parlamento europeo,
– visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
– vista la sua risoluzione del 22 ottobre 2014 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: attuazione delle priorità per il 2014(1),
– vista la sua risoluzione del 15 aprile 2014 sul possibile contributo dell'UE a un ambiente favorevole in cui le imprese di ogni dimensione, comprese quelle di nuova costituzione, creino posti di lavoro(2),
– vista la sua posizione del 29 aprile 2015 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo, per quanto riguarda un aumento del prefinanziamento iniziale versato a programmi operativi sostenuti dall'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile(3),
– vista la sua risoluzione del 17 luglio 2014 sull'occupazione giovanile(4),
– vista la sua risoluzione del 16 gennaio 2014 sul rispetto del diritto fondamentale alla libera circolazione all'interno dell'UE(5),
– vista una delle priorità contenute nelle conclusioni del Consiglio europeo del 26-27 giugno 2014, ossia contribuire a sviluppare le competenze e a sbloccare i talenti e le opportunità nella vita per tutti promuovendo le competenze adeguate all'economia moderna e l'apprendimento permanente,
– vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 gennaio 2014, relativo ad una rete europea di servizi per l'impiego, all'accesso dei lavoratori ai servizi di mobilità e ad una maggiore integrazione dei mercati del lavoro, presentata dalla Commissione (COM(2014)0006),
– vista la raccomandazione del Consiglio, del 20 dicembre 2012, sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale(6),
– vista la raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente(7),
– visto l'articolo 52 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e il parere della commissione per la cultura e l'istruzione (A8-0222/2015),
A. considerando che l'esistenza di professioni in cui i posti vacanti non possono essere occupati a causa della mancanza di lavoratori qualificati varia notevolmente da uno Stato membro all'altro;
B. considerando che, secondo la Commissione(8), fino a 12,4 milioni di persone sono disoccupati da più di un anno, di cui 6 milioni da oltre due anni; che la disoccupazione di lunga durata incide negativamente sulla crescita economica e sulla sostenibilità dei sistemi di previdenza sociale e può diventare un problema strutturale;
C. considerando che le rigidità del mercato del lavoro e l'assenza di domanda interna e investimenti stanno avendo un impatto negativo sulla creazione di posti di lavoro, mentre un mercato del lavoro competitivo nell'UE che tenga conto di questi tre fattori può contribuire a raggiungere gli obiettivi occupazionali e di lotta contro la povertà e l'esclusione sociale di Europa 2020;
D. considerando che la domanda di lavoratori poco qualificati diminuisce, mentre aumenta in modo considerevole quella di lavoratori altamente qualificati; che tale evoluzione del mercato del lavoro dell'UE impone di intervenire sulle competenze dei lavoratori e sulla formazione iniziale e professionale;
E. considerando che nel 2012 un dipendente su tre in Europa era troppo qualificato o poco qualificato per il suo posto di lavoro(9); che i giovani hanno in genere maggiori probabilità di essere formalmente troppo qualificati, ma anche di occupare, rispetto ai lavoratori più anziani, posti di lavoro che non corrispondono in maniera adeguata alle loro competenze;
F. considerando che alcuni studi suggeriscono che una parte rilevante dei posti di lavoro esistenti è destinata a scomparire o a diminuire notevolmente in termini quantitativi per via dell'automazione;
G. considerando che il passaggio a un'economia più qualificata implica che, nel corso del prossimo quinquennio, molte più imprese prevedono di aumentare il numero di posti di lavoro che richiedono leadership, gestione e maggiori competenze;
H. considerando che la mobilità dei lavoratori europei ne rafforza l'occupabilità e migliora la competitività del mercato del lavoro europeo;
La crisi economica e le sue conseguenze
1. osserva che, in seguito alla crisi economica e finanziaria in Europa e al rallentamento economico che ne è derivato, numerosi Stati membri si trovano ad affrontare livelli elevati di disoccupazione (UE28: 9,8%) e di debito pubblico, scarsa crescita e investimenti insufficienti; prende atto dei tagli alla spesa pubblica; esprime altresì preoccupazione circa il fatto che in molti Stati membri i tassi di disoccupazione giovanile (UE28: 20,9%) sono molto più elevati mentre sono rari i casi di miglioramento e di tassi più bassi;
2. ritiene che occorrano politiche economiche e sociali e riforme del mercato del lavoro ambiziose, per promuovere la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e la creazione di un maggior numero di posti di lavoro verso un'occupazione di qualità e sostenibile; sottolinea inoltre la necessità di sistemi di previdenza sociale sostenibili che prevedano l'aggiornamento delle competenze dei disoccupati, la promozione dell'occupabilità delle persone non qualificate o poco qualificate nonché incentivi e opportunità di lavoro;
Situazione del mercato del lavoro dell'UE
3. osserva che, anche se l'offerta di manodopera è sufficiente per soddisfare la relativa domanda, potrebbero comunque sussistere carenze qualitative dato che coloro che cercano lavoro possono non essere idonei a una data posizione vacante a causa di un'asimmetria tra settore, occupazione o competenze richieste;
4. esprime preoccupazione per il fatto che i tassi di disoccupazione nell'UE restino a livelli relativamente alti (marzo 2015, UE28: 9,8%) e siano considerevolmente calati soltanto in pochi paesi; richiama l'attenzione sulle notevoli differenze tra gli Stati membri, con i tassi di disoccupazione più bassi registrati in Germania e Austria (circa 5%) e i più alti in Grecia e Spagna (rispettivamente 26% e 23%(10)); osserva che queste enormi differenze aumentano il rischio di frammentazione del mercato del lavoro sia all'interno degli Stati membri sia tra di essi, il che potrebbe pregiudicare la stabilità economica e la coesione sociale dell'UE;
5. richiama l'attenzione sul fatto che il tasso medio di occupazione femminile nell'UE è inferiore di oltre 10 punti percentuali a quello maschile e sottolinea che il raggiungimento dell'obiettivo di un tasso di occupazione del 75%, definito nella strategia Europa 2020, è subordinato all'aumento del tasso di occupazione femminile, in particolare mediante politiche finalizzate alla conciliazione di lavoro e compiti domestici;
6. osserva che la disoccupazione giovanile varia considerevolmente all'interno dell'Unione e che in taluni Stati membri il tasso di disoccupazione tra i giovani di età compresa fra i 16 e i 25 anni è superiore al 50%; sottolinea che i livelli elevati di disoccupazione giovanile, oltre a interessare un'intera generazione, compromettono l'equilibrio tra generazioni;
7. sottolinea che sussiste ancora una differenza del 26% tra il tasso di occupazione delle persone con disabilità e il tasso medio di occupazione dell'UE e che il tasso di occupazione delle persone con disabilità si attesta a meno del 50%;
8. è profondamente preoccupato per i livelli di disoccupazione giovanile in Europa; sottolinea a tale riguardo l'importanza dell'istruzione duale, ad esempio la formazione professionale e gli apprendistati, per adeguare le competenze dei giovani in funzione delle richieste del mercato del lavoro;
9. sottolinea che elementi come una forza lavoro qualificata, la capacità di innovazione, l'aumento del potere d'acquisto e un ambiente socioeconomico e politico stabile sono indispensabili per il conseguimento di un clima favorevole agli investimenti;
10. prende atto dell'elevato livello di disoccupazione di lunga durata e avverte della necessità di combatterla nell'immediato, in considerazione della resilienza cui è associata;
11. osserva che il mercato del lavoro in Europa si trova davanti a varie sfide importanti, tra cui la globalizzazione, l'invecchiamento della società, i rapidi cambiamenti tecnologici come la digitalizzazione e la robotizzazione, le discrepanze tra le competenze e i posti di lavoro e una domanda crescente di manodopera altamente qualificata affiancata da un'offerta eccedentaria di manodopera poco qualificata con la conseguente polarizzazione delle retribuzioni;
12. osserva tuttavia i rischi evidenziati dal CEDEFOP in merito al continuo squilibrio tra l'offerta e la domanda di competenze e all'obsolescenza delle competenze, dato che una domanda bassa comporta una disoccupazione elevata;
13. mette in evidenza le considerevoli differenze che sussistono tra gli Stati membri per quanto riguarda le opportunità di lavoro; sottolinea, a tale riguardo, che le opportunità di lavoro sono un elemento cruciale di un mercato del lavoro dinamico che adegui le competenze ai posti di lavoro e crei opportunità e possibilità per le imprese e i dipendenti; è profondamente preoccupato per la staticità dei mercati del lavoro in alcuni Stati membri; chiede pertanto di introdurre un parametro di riferimento europeo sulle opportunità di lavoro negli Stati membri; suggerisce che i dati per tale parametro di riferimento potrebbero essere raccolti annualmente tramite il sondaggio sulla forza lavoro e, come minimo, dovrebbero misurare: il numero di opportunità di lavoro in uno Stato membro e la durata media della disoccupazione;
14. sottolinea che, da un lato, i disoccupati in Europa sono 24 milioni, ivi compresi 7,5 milioni di NEET, e dall'altro i posti di lavoro vacanti sono 2 milioni e che le aziende europee devono far fronte a una grave carenza di persone qualificate e di forza lavoro con competenze trasferibili;
15. sottolinea che, nonostante gli elevati tassi di disoccupazione in alcuni Stati membri e i posti vacanti non occupati in altri, la mobilità professionale all'interno dell'UE resta bassa (UE27: 0,29%) a causa, tra l'altro, delle barriere esistenti; fa presente, a titolo di un confronto internazionale, che la mobilità nell'UE è circa 10 volte inferiore a quella degli Stati Uniti e 5 volte inferiore a quella dell'Australia; richiama l'attenzione sui 7 milioni di cittadini dell'UE che vivono o lavorano, dal 2013, in uno Stato membro diverso dal proprio paese di cittadinanza; rammenta inoltre che nell'UE ci sono attualmente 2 milioni di posti vacanti non occupati; sottolinea pertanto la necessità di promuovere una mobilità equa dei lavoratori nell'Unione per colmare tale lacuna;
16. osserva che il mercato del lavoro dell'UE può contribuire ad assorbire le grandi sacche di disoccupazione esistenti in diverse regioni europee;
17. reputa che il mercato del lavoro dell'UE dovrebbe adattarsi alla cultura, al modello produttivo e al tessuto aziendale delle diverse regioni europee e che occorra tenere conto delle differenze tra le regioni nell'adozione di misure volte a rendere più flessibile il mercato del lavoro;
18. ricorda che, in una fase di recessione economica, le persone hanno maggiori difficoltà a trovare un lavoro e talvolta devono accettare lavori con requisiti di istruzione inferiori a quelli di cui dispongono; sottolinea che la crescita attraverso la creazione di posti di lavoro altamente qualificati e gli sforzi per stimolare la creazione di occupazione facilitando gli investimenti in nuovi settori sono strumenti validi per mitigare la prevalenza della sovra-qualificazione nelle economie dell'UE;
Promozione di un mercato del lavoro competitivo nell'UE
19. ritiene che per realizzare un mercato del lavoro competitivo dell'UE occorrano riforme ambiziose che aumentino l'inclusione, la flessibilità intelligente, l'innovazione e la mobilità, rafforzino il ruolo del dialogo sociale, stimolino la crescita di nuovi posti di lavoro portando a un'occupazione sostenibile e di qualità, promuovano la produttività e contribuiscano allo sviluppo del capitale umano, alla luce di mercati del lavoro e di modelli di produzione in costante mutamento;
20. sottolinea la necessità di continuare ad adoperarsi per avvicinare istruzione, formazione e mercati del lavoro e ribadisce che la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, la competitività e la creazione di posti di lavoro in Europa dovrebbero essere conseguite seguendo un approccio olistico che rispecchi le esigenze del mercato del lavoro e sostenga i gruppi vulnerabili migliorando le condizioni di lavoro e fornendo incentivi;
21. sottolinea che i servizi pubblici per l'impiego rivestono un ruolo importante nel garantire che il ritorno alla crescita dell'occupazione non si realizzi a scapito dell'adeguatezza delle competenze optando per competenze di qualità inferiore;
22. ribadisce l'importanza di rendere la legislazione sul lavoro più comprensibile per i lavoratori e i datori di lavoro, di eliminare gli ostacoli all'occupazione e di favorire la certezza giuridica per le imprese e i dipendenti;
23. sottolinea che i giovani incontrano spesso crescenti difficoltà nel passaggio dall'istruzione al mondo del lavoro e pertanto sono generalmente più esposti alla disoccupazione e al rischio di trovare posti di lavoro precari e di bassa qualità;
24. pone l'accento sull'importanza del quadro europeo per le capacità, le competenze e l'occupazione (ESCO), che individua e classifica in 25 lingue europee le abilità, le competenze, le qualifiche e le occupazioni rilevanti per il mercato del lavoro e per l'istruzione e la formazione all'interno dell'UE;
25. sottolinea l'importanza dello sviluppo umano, della flessibilità delle carriere e dell'impegno personale del singolo; ricorda a tale proposito che la mobilità professionale è un fattore fondamentale e che occorrono investimenti concreti per sostenere attivamente l'occupabilità e l'adattabilità e prevenire l'impoverimento delle competenze tra i disoccupati;
26. sottolinea l'importanza di investimenti sociali finalizzati a creare un contesto dinamico in cui i lavoratori possano conseguire gli strumenti che consentano loro di adattarsi con facilità alle condizioni sociali ed economiche in mutamento nonché alla domanda del mercato del lavoro;
27. ritiene che un patrimonio di competenze competitivo a livello internazionale consenta agli Stati membri di conquistare segmenti ad alto valore del mercato globale;
28. sottolinea che l'economia circolare è in grado di creare milioni di posti di lavoro in tutta l'Unione europea e produrre una crescita sostenibile e inclusiva;
29. ricorda l'importanza della mobilità dei lavoratori, a livello geografico e intersettoriale, quale scelta per un mercato del lavoro competitivo e sottolinea la necessità di ridurre le barriere amministrative e linguistiche che possono limitarlo e di sviluppare ulteriormente strumenti atti ad agevolare la mobilità, ad esempio il rapido riconoscimento delle qualifiche formali, non formali e informali tra gli Stati membri, il quadro europeo delle qualifiche, il CV europeo e il passaporto europeo delle competenze, fornendo inoltre corsi di lingua specifici per settore e formazioni sulla comunicazione interculturale; incoraggia a promuovere la conoscenza del portale del lavoro europeo EURES e a migliorarlo ulteriormente, garantendo in particolare la formazione di un numero sufficiente di consulenti EURES, ripartiti equamente su tutto il territorio, per fare di EURES uno strumento indispensabile del mercato del lavoro dell'UE; sottolinea l'importanza di una cooperazione rafforzata tra i servizi pubblici per l'impiego nazionali e del futuro inserimento dei servizi privati per l'impiego e di altre parti interessate nella rete EURES; sottolinea l'importanza delle iniziative dell'UE intese a promuovere la mobilità e a creare opportunità, quali ERASMUS+, il quadro europeo delle qualifiche, CV Europass, il passaporto europeo delle competenze, il portale europeo sulla mobilità lavorativa (EURES), le alleanze della conoscenza e l'alleanza europea per l'apprendistato; chiede una migliore promozione di tali iniziative per migliorare il mercato del lavoro in Europa;
30. ribadisce che in Europa occorre sbloccare il grande potenziale economico delle donne e che è necessario creare le condizioni adeguate affinché le donne avanzino nella loro carriera e conseguano posizioni più elevate nelle aziende o avviino un'attività propria; sottolinea la necessità di ridurre il divario esistente tra il livello di istruzione delle donne e la loro partecipazione e posizione nel mercato del lavoro; ricorda l'importanza dell'uguaglianza di genere, ivi compresa l'eliminazione del divario retributivo di genere e l'aumento del tasso di occupazione femminile nonché il rafforzamento delle politiche in materia di conciliazione di lavoro e vita privata, nell'ambito del raggiungimento degli obiettivi occupazionali di Europa 2020;
31. accoglie con favore i risultati positivi conseguiti dal programma pilota di mobilità del lavoro Il tuo primo lavoro EURES (YfEj), che può coinvolgere efficacemente i giovani e sviluppare servizi personalizzati sia per chi cerca lavoro sia per i datori di lavoro; sottolinea le ricadute positive tra suddetto programma pilota ed EURES;
32. sottolinea, a tale proposito, l'importanza di politiche attive del lavoro, dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita nonché del miglioramento della capacità di adattamento al cambiamento tecnologico; invita gli Stati membri ad aumentare il campo di applicazione e l'efficacia delle politiche attive per il mercato del lavoro;
33. ritiene che una strategia coerente e globale per forme di organizzazione del lavoro più efficaci e reciprocamente vantaggiose, che utilizzi appieno il potenziale cognitivo del lavoratore e aumenti la qualità dei loro posti di lavoro, contribuirà alla resilienza del mercato del lavoro; è del parere che potrebbero essere sviluppate forme di organizzazione del lavoro più partecipative e di responsabilizzazione per rafforzare la partecipazione dei lavoratori all'innovazione e sostenere il loro coinvolgimento nonché lo sviluppo e l'utilizzo delle loro competenze e, pertanto, i risultati conseguiti dalle aziende;
34. sottolinea che, dati i rapidi cambiamenti previsti nel mercato del lavoro, gli investimenti dovrebbero concentrarsi sull'istruzione e sulla formazione dei giovani; sottolinea che le politiche in materia di competenze non devono essere volte semplicemente a rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, ma a fornire ai singoli le competenze trasversali necessarie all'esercizio di una cittadinanza attiva e responsabile; invita la Commissione e gli Stati membri a rispettare il fatto che l'istruzione e la formazione non sono semplicemente uno strumento del mercato del lavoro né sono intesi a formare i futuri lavoratori, ma costituiscono principalmente un diritto fondamentale e hanno un valore intrinseco;
Anticipare le future esigenze in termini di competenze
35. ritiene che, per anticipare le future esigenze in termini di competenze, le parti interessate del mercato del lavoro, comprese le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori e gli organismi di istruzione e formazione, debbano essere pienamente coinvolti a tutti i livelli, in particolare nella definizione, attuazione e valutazione dei programmi di formazione professionale, garantendo un'efficace transizione dall'istruzione formale all'apprendimento sul lavoro;
36. chiede una migliore comprensione delle esigenze attuali e future in termini di competenze nonché il rafforzamento dell'attuale panoramica europea delle competenze, nell'ottica di individuare più efficacemente i divari e i deficit di competenze che interessano settori, occupazioni e regioni specifici e di garantire che le informazioni relative all'evoluzione delle competenze richieste siano raccolte, trattate e diffuse presso le autorità decisionali e pubbliche, gli organismi di istruzione e formazione e i datori di lavoro, in modo da consentire loro di anticipare meglio le tendenze future;
37. ritiene che l'istruzione sia fondamentale per stimolare i risultati della ricerca e dell'innovazione, incrementando in tal modo le possibilità di creare posti di lavoro in settori altamente qualificati e rafforzando la competitività dell'economia europea;
38. sottolinea l'importanza di partenariati più integrati e di una maggiore fiducia tra le scuole, gli istituti di istruzione superiore, le imprese e altre autorità pertinenti per valutare le esigenze future in termini di manodopera, riesaminando e attuando nuovi programmi di formazione professione e promuovendo la cooperazione e lo scambio delle buone prassi tra gli Stati membri e la autorità regionali e locali, anche mediante il monitoraggio degli squilibri nel mercato del lavoro a livello regionale e locale; ricorda contemporaneamente che è necessaria una responsabilità da parte di tutte le parti interessate, così come la loro partecipazione per sviluppare ulteriormente gli strumenti di monitoraggio e di previsione;
39. ritiene che gli Stati membri rivestano un ruolo importante nel garantire un'offerta adeguata di docenti di scienze e matematica al fine di fornire ai giovani le conoscenze e l'entusiasmo per le materie di scienze, tecnologia, ingegneria e matematica;
40. sottolinea l'importanza di rispondere alle esigenze dei bambini a scuola fin da un'età molto precoce; raccomanda agli Stati membri di adottare misure innovative e di integrarle nel processo di apprendimento a scuola e al di fuori di essa, e di riformare o rinnovare l'ambiente scolastico, i metodi didattici e le competenze degli insegnanti; suggerisce che i programmi di studio negli Stati membri siano adeguati al fine di includere gite di classe in altri paesi durante l'anno scolastico, affinché l'istruzione vada al di là dell'aula fin da uno stadio molto precoce;
Importanza dell'istruzione e della formazione continue per tutti gli operatori del mercato del lavoro
41. ricorda che il diritto all'istruzione è un diritto fondamentale e sottolinea l'esigenza di impegnarsi a favore di un approccio più flessibile e individuale riguardo allo sviluppo della carriera e all'istruzione e formazione permanenti durante l'intero percorso lavorativo personale e riconosce il ruolo che i soggetti interessati pubblici e privati possono svolgere in tale settore, riconoscendo nel contempo che gli orientamenti e le consulenze che rispondono alle esigenze individuali e si incentrano sulla valutazione e sull'estensione delle singole competenze debbano essere un elemento centrale delle politiche in materia di istruzione e competenze sin dalle prime fasi;
42. riconosce l'importanza di promuovere l'apprendimento sul lavoro e gli apprendistati come percorso alternativo verso l'occupazione;
43. osserva che le politiche europee in materia di orientamento permanente hanno avuto un notevole impatto sulle politiche nazionali in materia di orientamento e che un efficace orientamento permanente presuppone programmi in una prospettiva trasversale a tutti i livelli;
44. sottolinea che ai giovani va offerta un'ampia gamma di percorsi e rileva che le definizioni di tali percorsi (stage, tirocini) variano da uno Stato membro all'altro;
45. ritiene che debbano essere offerti al pubblico programmi di formazione e riqualificazione per disoccupati, in particolare quelli di lunga durata, nonché programmi di valutazione delle competenze per migliorare le possibilità dei singoli nel mercato del lavoro e che tali programmi debbano essere definiti e attuati in stretta collaborazione con le associazioni dei datori di lavoro e i sindacati, le organizzazioni che rappresentano i disoccupati e i servizi per l'impiego pubblici e privati, al fine di allineare meglio le nuove competenze dei lavoratori alle future esigenze del mercato del lavoro; sottolinea la necessità di sviluppare e attuare programmi speciali per favorire il reinserimento dei disoccupati di lunga durata nel mercato del lavoro;
46. evidenzia la necessità che la Commissione rafforzi il monitoraggio dei piani nazionali per l'attuazione della garanzia per i giovani e la loro effettiva applicazione sul campo; invita, a tal fine, la Commissione a elaborare raccomandazioni specifiche per paese chiare e inequivocabili agli Stati membri in merito all'attuazione della garanzia per i giovani e alla qualità dell'occupazione;
47. evidenzia le preoccupazioni della Corte dei conti europea espresse nella sua relazione intitolata "I giovani disoccupati in Europa: ostacoli all'orizzonte nell'UE per la Garanzia per i giovani", relative in particolare all'adeguatezza del finanziamento complessivo del sistema, alla definizione di una "offerta qualitativamente valida" e al modo in cui la Commissione monitora e comunica i risultati del sistema;
48. ricorda che è della massima importanza fornire orientamenti e consulenze su misura a coloro che cercano lavoro su come effettuare la ricerca o su quali ulteriori percorsi di istruzione e formazione seguire per garantire che le loro capacità e competenze siano trasferibili, riconosciute e convalidate attraverso "passaporti delle competenze", come Europass, che riflettano le capacità e le competenze acquisite attraverso contesti di apprendimento formale, non formale e informale, e ritiene che tali orientamenti per chi cerca lavoro dovrebbero prefiggersi l'obiettivo specifico di ottimizzare le opportunità occupazionali;
49. sottolinea la necessità di aumentare l'adattabilità della forza lavoro per contrastare le future carenze; invita gli Stati membri a utilizzare, a tal fine, i fondi strutturali, in particolare il Fondo sociale europeo;
50. sottolinea che il diritto all'istruzione e alla formazione riveste particolare importanza per i disoccupati di lunga durata; ricorda che i disoccupati di lunga durata beneficiano maggiormente di un approccio incentrato sulle loro specifiche esigenze anziché di misure standard; sottolinea che i disoccupati di lunga durata devono essere informati del proprio diritto alla formazione, che le misure destinate a tale gruppo devono rispettare le possibilità di partecipazione e che la formazione deve essere accessibile, dignitosa e rispondere alle loro effettive esigenze; ricorda che se dette condizioni sono soddisfatte, i disoccupati di lunga durata saranno in grado di utilizzare la riqualificazione come opportunità per migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro;
51. sottolinea l'importanza della Garanzia per i giovani quale strumento per assistere i giovani nella transizione dalla scuola al mondo del lavoro e per acquisire l'istruzione, le competenze e l'esperienza necessarie a trovare un lavoro di qualità attraverso un apprendistato, un tirocinio o un'istruzione continua;
52. pone l'accento sull'importanza di garantire pari opportunità e parità di accesso all'istruzione e alla formazione, in particolare per i gruppi svantaggiati, nonché di fornire un sostegno efficace per contrastare l'esclusione sociale e agevolare l'accesso al mondo del lavoro;
Rafforzamento dei collegamenti tra istruzione e occupazione
53. sottolinea la necessità di rafforzare e definire meglio le misure volte a ridurre il tasso di abbandono scolastico portandolo al di sotto del 10% entro il 2020, come convenuto nella strategia Europa 2020, tenendo conto del fatto che l'abbandono scolastico è un problema persistente nell'UE con un impatto deleterio sull'occupabilità e l'integrazione sociale dei giovani interessati;
54. ritiene che la formazione professionale mista mediante gli apprendistati e simili sistemi di apprendimento sul lavoro debba ricevere maggiore considerazione e che bisogna prediligere la qualità senza pregiudizi accademici, in quanto tale formazione tende a favorire l'integrazione nel mercato del lavoro e una transizione più agevole dall'istruzione al mondo del lavoro e si è dimostrata efficace nel promuovere l'occupazione giovanile;
55. ritiene che i sistemi di formazione professionale attualmente esistenti siano il risultato di determinate forze storiche e culturali e siano stati determinati da norme giuridiche, tradizioni, principi pedagogici e strutture istituzionali prevalenti;
56. evidenzia i dati estremamente preoccupanti relativi al tasso dei giovani che non lavorano e non partecipano ad alcun ciclo di istruzione o di formazione (NEET), che nella maggior parte degli Stati membri supera il 10 %; sottolinea il legame diretto tra i livelli elevati di disoccupazione giovanile e abbandono scolastico; sottolinea che senza un'azione urgente e decisiva a livello europeo e nazionale un'intera generazione di giovani europei rischia di essere privata di sufficienti livelli di istruzione e formazione ed essere pertanto esclusa dal mercato del lavoro, con drammatiche ripercussioni sul tessuto sociale, sulla coesione sociale e territoriale e sulla sostenibilità del modello economico europeo nel complesso;
57. sottolinea che ciascun sistema nazionale di formazione professionale costituisce uno strumento per conseguire determinati obiettivi, che possono variare da un paese a un altro, e che ciascuno può pertanto essere giudicato solo in base al proprio successo nel conseguimento di detti obiettivi; sottolinea che esportare un sistema di formazione professionale da un paese a un altro è possibile solo se le condizioni nei rispettivi paesi sono paragonabili o possono essere adeguate;
58. ribadisce l'importanza dell'istruzione e della formazione professionali (IFP) per migliorare l'occupabilità dei giovani e aprire loro la strada verso il raggiungimento delle qualifiche professionali; invita la Commissione e gli Stati membri ad adeguare maggiormente l'istruzione e la formazione professionali ai bisogni del mercato del lavoro facendo sì che esse diventino parte integrante del sistema di istruzione, nonché ad assicurare norme elevate in materia di qualifiche e la garanzia della qualità in tale ambito;
59. sottolinea che nell'UE ci sono, da una lato, 2 milioni di posti di lavoro vacanti non occupati e, dall'altro, molti giovani troppo qualificati le cui competenze non rispondono alla domanda del mercato del lavoro; sottolinea pertanto l'importanza di migliori sinergie tra sistemi di istruzione e mercato del lavoro, compresi i tirocini, l'esposizione al luogo di lavoro e la cooperazione con le imprese al fine di promuovere in modo incisivo l'aumento del livello di occupazione e di creare "cluster" innovativi; sottolinea il ruolo importante che le imprese possono svolgere collaborando con i sistemi di istruzione nei loro Stati membri; sottolinea che una strategia globale a lungo termine associata a misure immediate è necessaria per adeguare i sistemi di istruzione a tutti i livelli, inclusa la formazione professionale, alle esigenze attuali e future del mercato del lavoro;
60. accoglie con favore l'iniziativa della Commissione relativa all'Alleanza europea per l'apprendistato (EAfA) che intende riunire autorità pubbliche, imprese, parti sociali, fornitori di istruzione e formazione professionali, rappresentanti dei giovani e altri attori chiave al fine di promuovere iniziative e programmi di apprendistato in tutta Europa;
61. evidenzia l'importanza dell'istruzione duale e dei programmi di formazione che uniscono teoria e formazione pratica, quale elemento chiave per sviluppare capacità e competenze che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro, e incoraggia gli Stati membri a integrare tali programmi nei loro piani di studio al fine di fornire l'esperienza pratica necessaria per favorire una transizione agevole dall'istruzione e dalla formazione al mercato del lavoro;
62. sottolinea l'importanza dell'orientamento professionale e dell'esperienza lavorativa attraverso una valutazione e una consulenza sulla carriera che si concentrino sulle competenze e le necessità dei singoli e siano fornite da consulenti del lavoro e tra pari altamente qualificati al fine di garantire che i giovani ricevano informazioni, consulenze e orientamenti adeguati per compiere valide scelte professionali;
63. evidenzia il ruolo importante che gli istituti di istruzione e formazione svolgono nello sviluppo delle capacità e delle competenze degli studenti; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare un orientamento professionale mirato di elevata qualità lungo tutto il ciclo di studi, al fine di aiutare i giovani a prendere le giuste decisioni per quanto riguarda le loro scelte in ambito formativo e lavorativo;
64. osserva che, per una transizione riuscita verso il mondo del lavoro, è molto importante che i giovani prendano decisioni informate, sviluppino un senso di iniziativa e aumentino la propria motivazione e consapevolezza di sé, sempre avendo a disposizione anche un adeguato sostegno in tale ambito; sottolinea l'importanza di transizioni di qualità, ivi comprese quelle dall'istruzione al mondo del lavoro, tra posti di lavoro, nonché tra occupazione e interruzioni di carriera;
65. ricorda che investire nell'istruzione e nello sviluppo di competenze che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro e della società è essenziale sia per la crescita e la competitività sia per la coscienza europea, la crescita personale e la fiducia in sé stessi; rileva che l'imprenditorialità richiede lo sviluppo di competenze trasversali quali la creatività, la riflessione critica, il lavoro di squadra e lo spirito di iniziativa, che contribuiscono alla crescita personale e professionale dei giovani e ne agevolano l'ingresso anticipato sul mercato del lavoro; sottolinea che tale investimento andrebbe supportato da maggiori sinergie fra le iniziative a livello europeo e nazionale, coinvolgendo i vari settori dell'istruzione e della formazione nonché altri settori pertinenti come l'occupazione, la politica sociale, la politica giovanile e la cultura, congiuntamente ad una più stretta collaborazione con tutte le parti interessate, tra cui le parti sociali e le imprese, al fine di mantenere la corrispondenza tra i programmi scolastici e le esigenze del mercato del lavoro;
66. ricorda l'impegno degli Stati membri a investire nell'istruzione superiore e chiede, alla luce di ciò, un graduale miglioramento delle norme in materia di istruzione e formazione nei sistemi di istruzione europei; invita gli Stati membri a riconoscere che l'istruzione costituisce un settore di investimento fondamentale, impegnarsi a investire almeno il 2% del loro PIL in tale settore e preservarlo da tagli della spesa; chiede alla Commissione di rafforzare ulteriormente il ruolo dell'istruzione nel contesto della strategia Europa 2020 collegando gli obiettivi generali del quadro strategico Istruzione e formazione 2020 (ET 2020) alla revisione della strategia Europa 2020;
67. sottolinea che, per contrastare la disoccupazione a lungo termine e migliorare l'accesso a posti di lavoro di qualità, è fondamentale investire lungo tutto il corso della vita a favore del capitale umano e delle competenze, segnatamente per quanto concerne la riqualificazione della forza lavoro esistente e dei lavoratori attualmente non qualificati; invita l'UE a stabilire obiettivi chiari in relazione ai metodi di apprendimento permanente per acquisire le competenze mancanti e a sviluppare la formazione e l'istruzione nei settori della comunicazione, delle lingue e delle competenze digitali per i lavoratori più anziani e in particolare per i lavoratori scarsamente qualificati di età superiore a 30 anni, come pure per chi ha abbandonato prematuramente la scuola;
68. sottolinea l'esigenza che gli Stati membri, le autorità regionali e locali e i singoli datori di lavoro finanzino e adottino programmi di tirocinio e apprendistato di qualità nonché apprendimento in ambito scolastico; ricorda che detti programmi dovrebbero rispettare gli standard minimi di sicurezza sociale;
69. ritiene che occorrano partenariati solidi e sistematici a livello locale, regionale e nazionale tra le autorità pubbliche e i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori, ivi compresi i servizi pubblici e privati per l'impiego e gli istituti di istruzione e formazione, per elaborare strategie a lungo termine per i mercati nazionali del lavoro interessati e per trovare i modi migliori per affrontare il problema dell'asimmetria delle competenze in tutte le sue dimensioni e invita gli Stati membri a promuovere detta cooperazione;
70. ritiene che la Garanzia per i giovani sia un primo passo verso un approccio basato sui diritti alle esigenze dei giovani in materia di occupazione; ricorda l'obbligo dei datori di lavoro di partecipare al processo mediante il quale si garantiscono ai giovani programmi accessibili di formazione professionale e stage di qualità; sottolinea che l'aspetto qualitativo del lavoro dignitoso per i giovani non deve essere compromesso e che le norme fondamentali sul lavoro, così come altri parametri relativi alla qualità del lavoro, come l'orario di lavoro, il salario minimo, la previdenza sociale nonché la sicurezza e la salute sul lavoro, devono essere considerazioni centrali delle azioni intraprese;
Promuovere la mobilità della forza lavoro
71. rammenta che nell'UE ci sono attualmente 2 milioni di posti vacanti non occupati; sottolinea la necessità di promuovere la mobilità della forza lavoro nell'Unione al fine di colmare tale lacuna e ribadisce, a questo proposito, l'importanza di ERASMUS+ ed EURES;
72. ribadisce l'importanza di favorire la mobilità dei lavoratori frontalieri fornendo maggiori informazioni sull'esistenza dei partenariati transfrontalieri EURES, la cui missione consiste nel promuovere la mobilità dei lavoratori frontalieri, rimuovendo gli ostacoli, e offrendo loro informazioni e consulenza sulle opportunità di lavoro e sulle condizioni di vita e di lavoro a entrambi i lati della frontiera; reputa che, a tal proposito, EURES-T rappresenti uno strumento importante per controllare meglio le potenziali fonti di nuovi lavori e compiere progressi verso un mercato del lavoro europeo maggiormente integrato;
73. rammenta che la mobilità dei lavoratori qualificati provenienti da paesi terzi costituisce una delle risposte alle sfide demografiche, alle carenze e asimmetrie del mercato del lavoro e alla necessità di ridurre al minimo le conseguenze della fuga dei cervelli;
74. ricorda che l'Unione europea si fonda sul principio della libera circolazione dei lavoratori; invita a promuovere lo studio e la pratica delle lingue straniere per aumentare la mobilità; sottolinea l'importanza di incoraggiare l'apprendimento delle lingue straniere, in particolare europee, nel quadro dell'apprendimento permanente, al fine di facilitare la mobilità dei lavoratori e di ampliare la gamma delle prospettive occupazionali;
Scambio e convalida delle migliori prassi nell'UE
75. sottolinea la necessità che gli Stati membri e le autorità regionali e locali procedano allo scambio delle migliori prassi e alla loro convalida e che ne confrontino e valutino l'efficacia, in particolare in relazione all'apprendimento misto, alla formazione professionale, ai sistemi di apprendistato e tirocinio, ai programmi, ai risultati dell'apprendimento formale e informale e alle strategie di apprendimento permanente, riconoscendo nel contempo le specificità di ogni mercato del lavoro e sistema di istruzione; sottolinea che la piattaforma Euro Apprenticeship costituisce uno degli strumenti principali per la creazione di partenariati europei e lo scambio delle migliori prassi in tale ambito;
76. evidenzia il ruolo importante dell'apprendimento non formale e informale, del volontariato e dell'apprendimento permanente ai fini dello sviluppo di competenze e qualifiche, in particolare le competenze trasversali come quelle imprenditoriali, le TIC, e le competenze personali e linguistiche che sono applicabili in molti contesti; invita l'Unione europea a migliorare l'accesso all'apprendimento nell'età adulta e all'istruzione della "seconda opportunità"; chiede la convalida e il riconoscimento dell'apprendimento non formale e informale da parte dei datori di lavoro e degli organismi di istruzione;
77. sottolinea l'importanza di dare nuovo slancio al processo di Bologna, cogliendo l'occasione offerta dalla conferenza ministeriale di Yerevan del maggio 2015 per avviare nuove e più avanzate forme di cooperazione da realizzare senza indugio;
78. ritiene che la Commissione debba garantire una corretta attuazione del programma Erasmus+ con tutte le sue diverse azioni, inclusa la componente del programma relativa allo sport; reputa importante semplificare le disposizioni relative all'accesso affinché il programma possa raggiungere il maggior numero possibile di persone e organizzazioni;
Coltivare lo spirito imprenditoriale tra i cittadini: PMI e microimprese
79. ritiene che sia necessario migliorare la leadership e la gestione finanziaria e promuovere l'educazione imprenditoriale sin dall'infanzia e sistemi prescolari estesi, di qualità e in grado di fornire sostegno alle famiglie svantaggiate, allo scopo di realizzare il potenziale dei giovani e dotarli delle competenze necessarie per diventare non solo dipendenti ma anche datori di lavoro, e consentire loro di avviare nuove attività e trarre vantaggio dai nuovi mercati;
80. accoglie con favore i programmi, come Erasmus per giovani imprenditori, destinati ad aiutare i nuovi imprenditori ad acquisire le necessarie competenze di gestione d'impresa, e ritiene che tali programmi debbano essere ulteriormente promossi onde aiutare un numero più ampio di giovani imprenditori a consolidare le proprie attività e avere successo; ritiene che sia opportuno introdurre misure speciali di sostegno a favore dei giovani imprenditori per agevolarne l'accesso alle informazioni nonché ai fondi e ai finanziamenti, ivi compresi sportelli unici all'interno degli organismi esistenti di sostegno agli imprenditori che offrano informazioni e sostegno ai giovani;
81. ritiene che l'istruzione non formale, in particolare quella acquisita nelle organizzazioni giovanili, promuova la creatività, il senso di iniziativa e l'autoresponsabilità e possa aumentare le possibilità dei giovani nel mercato del lavoro;
82. pone l'accento sulla necessità di includere elementi di formazione all'imprenditorialità a tutti i livelli di istruzione e formazione, in quanto infondere precocemente lo spirito imprenditoriale nei giovani è un modo efficace per combattere la disoccupazione, in particolare quella giovanile; chiede, in tale contesto, che il mondo accademico e le imprese dialoghino e collaborino attivamente per sviluppare programmi di istruzione che forniscano ai giovani le necessarie competenze e capacità;
83. chiede una strategia europea in materia di competenze lungimirante e orientata ai risultati che guidi le strategie nazionali in materia di competenze e le integri nei piani nazionali per l'occupazione, fornendo nel contempo un quadro globale per i piani d'azione settoriale proposti nel pacchetto per l'occupazione;
84. sottolinea l'importanza di misure di sostegno e incentivazione per le start-up, le PMI, le microimprese e gli attori dell'economia sociale al fine di facilitare la loro costituzione e attività, così come la necessità di integrare il principio del legiferare meglio e darvi seguito nonché agevolare l'assunzione di manodopera qualificata e la formazione dei dipendenti; sottolinea, a tale riguardo, che la pressione fiscale deve essere trasferita dal lavoro ad altre fonti d'imposizione meno nocive per l'occupazione e la crescita, preservando al contempo un'adeguata protezione sociale;
85. invita gli Stati membri a ridurre la pressione fiscale sul lavoro;
86. rammenta che le PMI costituiscono quasi il 99 % delle imprese europee e che sono un motore essenziale per la creazione di un mercato del lavoro competitivo nell'UE; ribadisce, dato tale contesto, l'importanza che la legislazione dell'UE si fondi sul principio "pensare anzitutto in piccolo", onde eliminare gli ostacoli burocratici che gravano sulle PMI e consentire loro di esprimere appieno il potenziale di creazione di occupazione;
87. ritiene che gli imprenditori dovrebbero investire nella formazione e negli apprendistati per i dipendenti e che, a tal fine, dovrebbero essere introdotti e poi sviluppati degli incentivi così facendo si consente agli imprenditori di espandersi e creare nuovi posti di lavoro; ritiene che lo sviluppo di reti di datori di lavoro possa aiutare le PMI e le microimprese ad accedere all'offerta di formazione e al sostegno di cui hanno bisogno;
Innovazione e digitalizzazione: nuove competenze e nuovi posti di lavoro
88. sottolinea l'importanza dell'innovazione e della digitalizzazione per la crescita, l'occupazione e una società più equa, più sostenibile e inclusiva e, a tale proposito, l'esigenza di trasmettere conoscenze, creatività e competenze, oltre alla motivazione e determinazione da parte dei dipendenti, dei potenziali dipendenti e dei datori di lavoro al fine di creare prodotti e servizi innovativi, creativi e digitali; sottolinea la necessità di colmare il "divario digitale" e di sviluppare competenze digitali nel quadro dell'apprendimento permanente nonché di integrare nuovi media e nuove tecnologie nei programmi scolastici; evidenzia inoltre la necessità di sviluppare modi innovativi di apprendimento e di estendere la disponibilità dell'apprendimento online e a distanza attraverso risorse didattiche aperte, volte a facilitare la parità di accesso all'istruzione e alla formazione per tutti;
89. sottolinea la necessità di individuare un'ampia gamma di industrie emergenti e settori chiave della crescita su cui gli Stati membri devono incentrarsi per sviluppare il proprio patrimonio di competenze;
90. evidenzia il potenziale in termini di creazione di posti di lavoro offerto dal completamento del mercato unico digitale, dalla realizzazione dell'unione energetica, dalla creazione di posti di lavoro attraverso investimenti nella ricerca e sviluppo e nell'innovazione, dalla promozione dell'imprenditoria e dell'economia sociali, dalla riqualificazione dei lavoratori nel settore dell'assistenza sanitaria e sociale e dalla promozione di reti dei trasporti migliori;
91. evidenzia la recente tendenza delle imprese a far rientrare la produzione e i servizi nell'Unione e le opportunità che ciò comporta per la creazione di posti di lavoro, soprattutto per i giovani; ritiene che le economie dell'UE si trovino dinanzi a un'opportunità unica per accelerare questa tendenza del rimpatrio dei posti di lavoro garantendo che le competenze della forza lavoro rispondano alle esigenze delle imprese;
92. sottolinea l'importanza delle materie STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) ed evidenzia il loro ruolo nel consentire all'Europa di svolgere una parte importante sulla scena globale in merito all'avanzamento degli sviluppi tecnologici;
93. sostiene l'iniziativa della Commissione, in collaborazione con il trio di presidenza, di promuovere una mentalità imprenditoriale in Europa e sviluppare competenze trasferibili per la vita;
94. evidenzia che l'Unione europea si trova di fronte a una carenza di competenze nelle materie STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e a un'offerta eccessiva di laureati in scienze sociali; ritiene che siano necessarie iniziative supplementari a livello europeo e nazionale per rispondere alle strozzature concernenti i posti di lavoro e gli studi nelle materie di scienze, tecnologia, ingegneria e matematica; raccomanda alla Commissione e agli Stati membri di adottare misure volte a potenziare l'attrattività e il valore delle materie STEM e ad incoraggiare i giovani, incluse le donne, ad intraprendere tali studi;
95. ricorda che anche il ventunesimo secolo può essere compatibile con competenze tradizionali, fonte di posti di lavoro stabili e non delocalizzabili e base di un certo numero di settori di eccellenza europei; invita a sostenere la tutela di tali competenze tradizionali e la loro trasmissione alle generazioni future attraverso la formazione, combinandole laddove possibile con nuovi tipi di competenze, incluse le competenze digitali, al fine di sfruttarne al massimo il potenziale;
Misure relative ai lavoratori più giovani e più anziani e ai lavoratori con disabilità
96. sottolinea la necessità e l'importanza di misure speciali e sostegno destinate ai datori di lavoro, in particolare le PMI, per aiutarli a rafforzare l'occupazione sostenibile e di qualità, garantire formazioni sul lavoro e offrire opportunità di sviluppo professionale ai gruppi svantaggiati nel mercato del lavoro, come i giovani, i lavoratori anziani, le donne, i migranti, i disabili e i disoccupati di lunga durata; riconosce e sostiene il ruolo dei servizi pubblici e privati per l'impiego nel promuovere mercati del lavoro competitivi; rammenta l'importanza della responsabilità sociale ed economica dei datori di lavoro e degli istituti di istruzione nei confronti di tutti i dipendenti e verso la società; ritiene che tale responsabilità sociale dovrebbe essere imposta anche alle istituzioni responsabili dell'istruzione e della formazione;
97. riconosce le sfide che i giovani affrontano in fase di inserimento nel mondo del lavoro; ricorda l'importanza che ottengano le prime esperienze lavorative durante gli studi per acquisire le competenze in termini di occupabilità e rendere la transizione dalla scuola al mondo del lavoro più efficiente ed efficace; sottolinea le potenzialità imprenditoriali dei giovani e chiede pertanto ai datori di lavoro e agli Stati membri, in quanto responsabili, di fornire ai giovani la possibilità di acquisire esperienza e di sostenerli nell'ottenimento delle competenze necessarie; sottolinea inoltre l'importanza della cooperazione in tale ambito tra gli istituti scolastici e i datori di lavoro e invita le istituzioni e gli Stati membri dell'UE ad adottare un approccio più favorevole alle imprese e a sostenere i giovani affinché trasformino le loro idee in piani aziendali di successo;
Proposte politiche e raccomandazioni
98. invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità regionali e locali a investire nei nuovi settori economici innovativi e promettenti per incoraggiare nell'UE investimenti che promuovano la crescita e una nuova occupazione sostenibile e di qualità per arrivare a una società più giusta, sostenibile e inclusiva; sottolinea inoltre l'importanza per gli Stati membri di attuare misure economiche e finanziarie e di realizzare riforme del mercato del lavoro partendo da indicatori chiari, misurabili e basati su dati la cui efficacia può essere dimostrata;
99. invita gli Stati membri ad assicurare che le riforme del mercato del lavoro siano intese, oltre a promuovere la creazione di posti di lavoro di qualità, ridurre la segmentazione, migliorare l'inclusione dei gruppi vulnerabili nel mercato del lavoro, promuovere l'uguaglianza di genere, ridurre la povertà lavorativa e garantire un'adeguata sicurezza sociale per tutti i lavoratori, compresi gli autonomi;
100. invita gli Stati membri a investire nell'istruzione della prima infanzia e nell'insegnamento precoce delle lingue straniere e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle scuole elementari;
101. invita gli Stati membri a tenere pienamente conto dell'importanza dell'automazione come tendenza che possa minare il valore quantitativo di molti posti di lavoro e a orientare i loro programmi di formazione per disoccupati verso l'apprendimento di competenze utili in lavori insoliti;
102. invita gli Stati membri e le autorità locali e regionali ad apprendere dalle migliori prassi, a passare da tale apprendimento ad interventi strategici per aumentare i tassi di occupazione e ridurre la povertà e le disuguaglianze e ad avviare riforme più ambiziose sulla base di tali pratiche; invita inoltre gli Stati membri a confrontare e misurare l'efficacia di dette pratiche, garantire un giusto equilibrio tra adattabilità e sicurezza dei lavoratori e delle imprese e prendere in considerazione le caratteristiche specifiche dei mercati del lavoro e dei sistemi d'istruzione degli Stati membri;
103. invita le città e le regioni a concentrarsi su un'istruzione e una formazione di qualità e sulla lotta all'abbandono scolastico e alla disoccupazione giovanile, dal momento che i giovani necessitano urgentemente di nuove prospettive e occorre fare quanto possibile per aiutarli;
104. invita gli Stati membri a mettere a punto approcci collettivi, quali le reti di datori di lavoro, per contribuire a eliminare le barriere che impediscono ai datori di lavoro di perseguire piani più ambiziosi per lo sviluppo della forza lavoro;
105. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere e sostenere le imprese sociali che tengano conto della loro responsabilità in merito all'ambiente, ai consumatori e ai dipendenti;
106. invita gli Stati membri a introdurre uno stipendio minimo nel contesto della riduzione delle disparità retributive, utilizzando un livello di base per ciascuno Stato membro che garantisca un reddito dignitoso, mediante forme giuridiche o consensuali e nel rispetto delle pratiche nazionali;
107. invita gli Stati membri a includere conoscenze imprenditoriali e finanziarie nonché di leadership, gestione, consulenze alle startup e tecnologie di comunicazione nei propri programmi d'istruzione, ivi comprese le strategie di apprendimento permanente, e a dare la priorità all'ulteriore sviluppo dei programmi di formazione e istruzione professionali di qualità, promuovendo l'artigianato europeo, tenendo conto delle differenze tra Stati membri nel mercato del lavoro e nei sistemi di istruzione ed evitando quindi un approccio unico per tutti;
108. chiede alla Commissione di sviluppare una piattaforma europea per il riconoscimento e la convalida di competenze comuni a specifiche attività e professioni che includa il riconoscimento delle competenze acquisite attraverso attività di volontariato;
109. invita gli Stati membri ad attuare la raccomandazione del Consiglio del 2012 sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale come strumento per riconoscere le competenze acquisite attraverso l'istruzione non formale, in particolare nei settori del volontariato e giovanile, e sostenere l'attuazione delle politiche di apprendimento permanente;
110. invita gli Stati membri a coinvolgere da vicino e in maniera sistematica i soggetti interessati del mercato del lavoro, comprese le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori e i servizi pubblici e privati per l'impiego, a livello locale, regionale e nazionale, anche agevolando la comunicazione e la condivisione delle informazioni, al fine di promuovere legami più stretti tra istruzione e formazione e luogo di lavoro, favorire una migliore corrispondenza tra offerta e domanda di lavoro e anticipare e pianificare le future esigenze in termini di competenze nel mercato del lavoro;
111. invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità regionali e locali a fornire incentivi economici e finanziari che sostengano la partecipazione all'istruzione e alla formazione permanenti al fine di garantire una forza lavoro qualificata per il futuro; raccomanda di fondare tali incentivi su indicatori misurabili e basati su dati la cui efficacia può essere dimostrata;
112. invita gli Stati membri a fornire una formazione adeguata e garantire uno sviluppo professionale continuo degli insegnanti e dei responsabili dell'istruzione al fine di consentire loro di utilizzare i metodi di insegnamento più appropriati e permettere ai giovani europei di sviluppare le competenze e le capacità del ventunesimo secolo; sottolinea inoltre l'importanza di fornire agli insegnanti competenze basate sull'esperienza che associno la pratica alla teoria, in particolare in merito alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione, affinché possano trasmettere tale conoscenza agli studenti;
113. invita gli Stati membri e l'UE a prendere provvedimenti tempestivi e concreti per attuare le politiche e la legislazione attuale in materia di reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali e dei titoli accademici nell'UE, come strumento per promuovere la mobilità del lavoro intra-UE e risolvere il problema dei posti vacanti non occupati;
114. invita la Commissione e gli Stati membri a fornire previsioni sui cambiamenti dei mercati del lavoro, in particolare per quanto riguarda le sfide derivanti dalla globalizzazione, così come previsioni sui posti di lavoro e sulle competenze per Stato membro e in generale tra settori;
o o o
115. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.