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Procedura : 2015/2875(RSP)
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Testi presentati :

RC-B8-1002/2015

Discussioni :

PV 08/10/2015 - 4.2
CRE 08/10/2015 - 4.2

Votazioni :

PV 08/10/2015 - 9.2

Testi approvati :

P8_TA(2015)0343

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Giovedì 8 ottobre 2015 - Strasburgo
Situazione in Thailandia
P8_TA(2015)0343RC-B8-1002/2015

Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 ottobre 2015 sulla situazione in Tailandia (2015/2875(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Tailandia, in particolare quelle del 20 maggio 2010(1), 6 febbraio 2014(2) e 21 maggio 2015(3),

–  vista la dichiarazione del portavoce del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, sugli sviluppi in Tailandia, del 2 aprile 2015,

–  vista le dichiarazioni rese note dalla delegazione dell'UE in Tailandia, di concerto con i capi missione dell'UE in Tailandia il 14 novembre 2014, il 30 giugno 2015 e il 24 settembre 2015,

–  viste le conclusioni del Consiglio sulla Tailandia del 23 giugno 2014,

–  vista la risposta rilasciata il 15 maggio 2013 dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, a nome della Commissione, sulla situazione di Andy Hall,

–  visto il comunicato stampa del relatore speciale dell'ONU sulla promozione e tutela del diritto alla libertà di espressione, diffuso il 1° aprile 2015,

–  viste la revisione periodica universale sulla Tailandia del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani e le sue raccomandazioni, del 5 ottobre 2011,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–  vista la dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani del 1998,

–  visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR) del 1966, di cui la Tailandia è parte,

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti del 1984,

–  vista la dichiarazione sui diritti umani dell'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico,

–  visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del proprio regolamento,

A.  considerando che il 20 maggio 2014 i militari hanno deposto il governo della Tailandia e decretato la legge marziale a livello nazionale, imponendo lo scioglimento del centro per l'amministrazione della pace e dell'ordine con mandato transitorio;

B.  considerando che le forze militari hanno disposto la formazione del consiglio nazionale della pace e dell'ordine (CNPO), il cui leader generale Prayuth Chan-Ocha esercita tutti i poteri e ha facoltà generica di emanare decreti e definire le riforme costituzionali;

C.  considerando che gli organi costituzionali fondamentali istituiti dal CNPO sono controllati da personale militare e che ai membri del CNPO è concessa immunità totale per qualsiasi atto illecito, con esenzione da ogni responsabilità e rendiconto, per gli atti adottati a norma delle sezioni 44 e 47 della costituzione provvisoria;

D.  considerando che, il 29 agosto 2015, il comitato costituente ha completato il progetto di una nuova costituzione, che è stato respinto dal consiglio nazionale di riforma il 6 settembre 2015; che un nuovo comitato costituente deve procedere a una nuova stesura della costituzione entro 180 giorni e che un'ulteriore reiezione può prolungare il regime militare nel paese;

E.  considerando che i principali siti web dedicati alla situazione politica e dei diritti umani in Tailandia sono accusati dal CNPO di minacciare la sicurezza nazionale in virtù della sezione 44 della costituzione provvisoria e che esiste una rigorosa censura delle emittenti televisive e delle stazioni radiofoniche locali legate a tutte le correnti politiche interne;

F.  considerando che la recente adozione della legge sulle riunioni pubbliche, entrata in vigore il 14 agosto 2015, limita gravemente la libertà di riunione e impone pene elevate, fino a 10 anni di detenzione, per reati che causino l'interruzione dei servizi pubblici;

G.  considerando che membri del personale militare sono stati insediati come funzionari di "pace e mantenimento dell'ordine" e sono abilitati a effettuare arresti arbitrari, procedere a indagini e a perquisizioni senza mandato;

H.  considerando che i partecipanti a manifestazioni pacifiche sono stati ripetutamente accusati di sedizione e violazioni della legge e che sono stati arrestati 14 militanti del movimento neodemocratico (MND);

I.  considerando che in Tailandia continua a essere applicata la pena di morte e che le nuove leggi hanno esteso i casi in cui può essere eseguita;

J.  considerando che dopo il colpo di Stato si è verificata un'ondata di arresti disposti con la legge di "lesa maestà";

K.  considerando che alla commissione nazionale per i diritti umani è stato negato l'accesso alle persone torturate o maltrattate durante periodi prolungati di detenzione senza imputazioni né processo in virtù della giurisdizione di tribunali militari;

L.  considerando che a seguito del colpo di Stato si è verificato un deterioramento delle condizioni di sicurezza delle comunità locali e dei militanti per il diritto alla terra;

M.  considerando che la Tailandia non ha firmato la convenzione sui rifugiati del 1951 o il relativo protocollo del 1967 e non dispone di un quadro nazionale ufficiale in materia di asilo; che le autorità tailandesi continuano a respingere i rifugiati e i richiedenti asilo verso paesi nei quali essi sono probabilmente esposti a persecuzioni;

N.  considerando che la Tailandia è tenuta, in virtù dei trattati internazionali di cui è parte, a procedere a indagini e punire in modo adeguato i casi di torture, decessi in detenzione e altre presunte gravi violazioni dei diritti umani;

O.  considerando che il procedimento penale per diffamazione a carico del difensore dei diritti dei lavoratori Andy Hall, cittadino dell'UE, è stato archiviato, ma a carico di Andy Hall pende tuttora un'imputazione per reati informatici e diffamazione e le due cause civili per diffamazione potrebbero comportare una sentenza a sette anni di detenzione e ammende per diversi milioni di dollari per aver contribuito a una relazione di Finnwatch su abusi in campo lavorativo di un grossista di ananassi tailandese, benché le violazioni dei diritti dei lavoratori commesse dall'impresa siano state confermate dal ministro tailandese del lavoro nonché da un dipendente dell'impresa nel corso di precedenti udienze del tribunale; che le udienze sulla sua causa sono previste il 19 ottobre 2015;

P.  considerando che in Tailandia, pur avendo il paese ratificato la convenzione n. 19 dell'OIL, i lavoratori migranti godono di scarse tutele; che la tratta di lavoratori è un fenomeno rilevante; che la situazione è particolarmente preoccupante nel settore della pesca

Q.  considerando che l'UE ha sospeso i negoziati con la Tailandia sul recente accordo di libero scambio bilaterale (ALS), avviati nel 2013, e si rifiuta di firmare l'accordo di partenariato e di cooperazione (APC) concluso nel novembre 2013, fino a quando non sarà insediato un governo democratico; che l'UE è il terzo maggiore partner commerciale della Tailandia;

1.  accoglie con favore il forte impegno dell'UE a favore del popolo tailandese con il quale l'UE ha legami politici, economici e culturali stretti e di lunga data; sottolinea che l'UE, in quanto amica e partner della Tailandia, ha ripetutamente chiesto di ripristinare il regime democratico;

2.  esprime tuttavia profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione dei diritti umani in Tailandia dopo il colpo di Stato illegale del maggio 2014;

3.  sollecita le autorità tailandesi a revocare le restrizioni e la repressione del diritto alla libertà e del pacifico esercizio di altri diritti umani, soprattutto quelli connessi alla partecipazione pacifica ad attività politiche;

4.  invita le autorità tailandesi ad annullare le condanne e le sentenze e revocare le imputazioni nonché scarcerare le persone e gli operatori dei media che sono stati condannati o imputati per aver esercitato pacificamente i loro diritti alla libertà di espressione e di riunione; invita il governo ad abrogare immediatamente la sezione 44 della costituzione provvisoria e le relative disposizioni, le quali offrono alle autorità tailandesi una base per reprimere le libertà fondamentali e commettere impunemente violazioni dei diritti umani;

5.  invita le autorità tailandesi a contribuire a prevenire minacce alla sicurezza dirette alla popolazione in generale e a considerare meglio le preoccupazioni dei membri delle comunità locali e dei militanti per il diritto alla terra;

6.  invita le autorità tailandesi ad avviare quanto prima il processo di trasferimento dei poteri politici dalle autorità militari a quelle civili; prende atto del piano dettagliato per elezioni libere ed eque e chiede che il calendario sia rispettato;

7.  sollecita il trasferimento di tutti i procedimenti giudiziari a carico di civili dalla giurisdizione militare ai tribunali civili, la fine delle detenzioni arbitrarie a titolo della legge marziale e restrizioni invece di estensioni dei poteri dell'esercito di arrestare civili;

8.  sollecita le autorità a riconsiderare la legge sulla lesa maestà onde evitare che essa criminalizzi l'esercizio pacifico dell'espressione politica e a sospendere l'interpretazione estensiva della legge a fatti non collegati;

9.  chiede il rispetto e la protezione del diritto alla sicurezza, anche per i difensori dei diritti umani, e garanzie che tutte le violazioni dei diritti dei difensori dei diritti umani siano oggetto di indagini tempestive, efficaci e indipendenti

10.  prende atto della nomina da parte del governo tailandese del comitato incaricato di elaborare una nuova costituzione con il mandato per redigere una nuova costituzione quanto prima; sollecita una costituzione basata sui principi democratici come la parità, la libertà, la rappresentanza equilibrata, la trasparenza, la responsabilità, i diritti umani, lo Stato di diritto e l'accesso pubblico alle risorse;

11.  invita il governo tailandese a rispettare i propri obblighi costituzionali e internazionali in materia di indipendenza della magistratura, diritto alla libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica e pluralismo politico, specialmente alla luce del crescente rigore delle sue leggi contro la diffamazione;

12.  prende atto delle misure adottate dal governo tailandese per rispettare le norme minime per eliminare la tratta di esseri umani e porre fine alla schiavitù moderna endemica nella filiera di approvvigionamento della sua industria ittica; sollecita il governo ad attuare con urgenza tali misure e a intensificare gli sforzi in materia

13.  invita la Tailandia a firmare e ratificare la convenzione sui rifugiati del 1951 o il relativo protocollo del 1967;

14.  sollecita la Tailandia a compiere passi concreti per abolire la pena di morte;

15.  accoglie con favore l'approvazione della legge sulla parità di genere della Tailandia, che prefigura un futuro più inclusivo dei regimi giuridici nazionali per lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT);

16.  accoglie con favore la decisione di archiviare il procedimento penale per diffamazione a carico di Andy Hall nonché la sua scarcerazione; chiede che siano archiviati i procedimenti penali per reati informatici e per diffamazione istruiti dal tribunale penale di Bangkok sud a carico di Andy Hall in quanto i suoi atti di difensore dei diritti umani avevano lo scopo di denunciare i casi di tratta di esseri umani e migliorare la situazione giuridica dei lavoratori migranti in Tailandia, cosicché sia confermato il suo diritto di effettuare indagini e attività di assistenza senza timore di rappresaglie; esprime la preoccupazione, riguardo alle cause civili per diffamazione contro Andy Hall, che il processo possa non essere del tutto imparziale in quanto sono stati segnalati legami di economici tra l'impresa querelante e importanti politici tailandesi; chiede alla delegazione dell'Unione europea di continuare a seguire da vicino la situazione giuridica di Andy Hall e di presenziare al suo processo;

17.  accoglie con favore l'assoluzione, il 1º settembre 2015 da parte del tribunale provinciale di Phuket, dei giornalisti Chutima "Oi" Sidasathian e Alan Morison;

18.  invita la comunità internazionale e in particolare l'UE a dispiegare ogni sforzo per combattere la tratta di esseri umani, il lavoro forzato e la migrazione forzata, sostenendo la collaborazione internazionale sul controllo e la prevenzione delle violazioni dei diritti umani legati alla sfera del lavoro;

19.  sollecita l'UE e il governo tailandese ad avviare un dialogo costruttivo in materia di protezione dei diritti umani e processi di democratizzazione in Tailandia e nella regione; ribadisce il suo sostegno al processo di democratizzazione in Tailandia;

20.  esprime sostegno alla Commissione europea e al Servizio europea per l'azione esterna (SEAE) per il proseguimento delle pressioni politiche ed economiche mirate a garantire il ripristino del regime democratico in Tailandia; rammenta al governo tailandese che in detto contesto non si prevede alcun progresso sull'accordo di libero scambio e sull'accordo di partenariato e cooperazione tra l'UE e la Tailandia fino a quando resta al potere la giunta militare;

21.  accoglie con favore il nuovo ruolo di paese coordinatore (2015-2018) per le relazioni UE-ASEAN assunto dalla Tailandia; segnala i vantaggi reciproci che l'ASEAN e l'UE traggono dalla loro cooperazione;

22.  chiede al SEAE e alla delegazione dell'UE, come pure alle delegazioni degli Stati membri, di attivare tutti gli strumenti disponibili per garantire il rispetto dei diritti umani e lo Stato di diritto in Tailandia, in particolare con il monitoraggio costante delle indagini e delle udienze processuali dei dirigenti dell'opposizione;

23.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Commissione, al governo e al parlamento della Tailandia, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, all'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e ai governi degli Stati membri dell'Associazione della nazioni del Sud-Est asiatico.

(1) GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 152.
(2) Testi approvati, P7_TA(2014)0107.
(3) Testi approvati, P8_TA(2015)0211.

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