Risoluzione del Parlamento europeo del 26 novembre 2015 sull'Afghanistan, in particolare le uccisioni avvenute nella provincia di Zabul (2015/2968(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le sue risoluzioni del 15 dicembre 2011 sulla situazione delle donne in Afghanistan e in Pakistan e (1)del 13 giugno 2013 sui negoziati in vista di un accordo di cooperazione UE-Afghanistan sul partenariato e lo sviluppo(2),
– vista la strategia locale dell'UE a favore dei difensori dei diritti umani in Afghanistan del 2014,
– visti la risoluzione n. 2210 (2015) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il mandato della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA),
– viste le conclusioni del Consiglio sull'Afghanistan del 20 luglio 2015,
– vista la conferenza sull'attuazione e il sostegno al piano d'azione nazionale (risoluzione n.1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite) in materia di donne, pace e sicurezza, del 20 settembre 2015,
– vista la relazione di metà anno di UNAMA OHCHR, dell'agosto 2015, sulla protezione dei civili nei conflitti armati in Afghanistan per il 2015,
– viste le conclusioni del Consiglio sull'Afghanistan del 26 ottobre 2015,
– vista la dichiarazione della missione delle Nazioni Unite, dell'11 novembre 2015, che condanna l'"assurda uccisione" di sette ostaggi civili a Zabul,
– visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che crescono le preoccupazioni circa le persecuzioni etniche e settarie a cui si assiste in Afghanistan, dal momento che i casi di sequestro e gli attacchi che si verificano da mesi sono diretti contro gli hazara, considerati il terzo gruppo etnico del paese e l'unico a prevalenza sciita;
B. considerando che sette civili sono stati sequestrati nell'ottobre 2015 e giustiziati tra il 6 e l'8 novembre 2015 nel distretto di Arghandab, e che, stando a quanto riportato, in tale zona hanno avuto luogo scontri armati tra due raggruppamenti rivali composti da elementi antigovernativi;
C. considerando che gli hazara, in massima parte sciiti, costituiscono una delle minoranze etniche riconosciute dalla nuova Costituzione dell'Afghanistan;
D. considerando che il 21 novembre 2015 un gruppo di circa 30 hazara che viaggiavano su un'autostrada nel sud del paese sono stati attaccati sotto la minaccia di armi da fuoco; che almeno altri cinque hazara che viaggiavano su un autobus diretto a Kabul sono stati salvati dagli altri passeggeri che li hanno aiutati a nascondere la propria identità quando l'autobus è stato fermato dai miliziani;
E. considerando che le uccisioni avvenute a Zabul mettono in luce i particolari pericoli a cui sono esposti gli hazara; che in una serie di casi verificatisi negli ultimi due anni gli hazara che viaggiavano in autobus sono stati separati dagli altri passeggeri, rapiti e, in alcuni casi, uccisi;
F. considerando che le uccisioni mettono in evidenza la costante minaccia terroristica posta ai civili dai talebani e dalle loro ali scissioniste, alcune delle quali avrebbero dichiarato la propria fedeltà a Da'ish/ISIL;
G. considerando che l'Unione europea sostiene dal 2002 la ricostruzione e lo sviluppo dell'Afghanistan e si adopera affinché il paese conosca la pace, la stabilità e la sicurezza;
H. considerando che la missione EUPOL avviata nel 2007 per sostenere la formazione delle forze di polizia afghane contribuisce alla creazione di un sistema penitenziario/giudiziario nel quadro dell'amministrazione afghana; che, nel dicembre 2014, il Consiglio ha deciso di prorogare la missione fino al 31 dicembre 2016;
I. considerando che la missione della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (ISAF) è terminata alla fine del 2014; che nel gennaio 2015 è stata avviata la nuova "missione di sostegno risoluto" (Resolute Support Mission) volta a fornire ulteriore formazione, consulenza e assistenza alle istituzioni e alle forze di sicurezza afghane;
J. considerando che l'uccisione e la presa in ostaggio di civili costituiscono gravi violazioni del diritto umanitario internazionale, che tutte le parti del conflitto armato (compresi gli elementi antigovernativi) sono tenute a rispettare;
K. considerando che la sicurezza in Afghanistan continua a essere fonte di serie preoccupazioni in ragione delle attività terroristiche ad opera dei talebani;
L. considerando che continuano a verificarsi danni collaterali che sfociano in un numero drammaticamente elevato di vittime tra i civili innocenti, il personale umanitario e persino i soldati impegnati nelle missioni di mantenimento della pace;
M. considerando che il recente appello lanciato dal leader di al-Qaeda al-Zawahiri ai combattenti dell'ISIL affinché muovano guerra contro la coalizione internazionale costituisce un'ulteriore minaccia alle forze della NATO presenti in Afghanistan e alla sicurezza del paese;
1. condanna fermamente la barbara uccisione e decapitazione di sette persone di etnia hazara (due donne, quattro uomini e una bambina) nella provincia afghana sudorientale di Zabul, al confine con il Pakistan;
2. condanna gli attacchi ad opera dei talebani, di al-Qaida, dell'ISIL e di altri gruppi terroristici nei confronti dei civili afghani, delle forze di difesa e di sicurezza nazionali afghane, delle istituzioni democratiche e della società civile, che stanno causando un numero di vittime senza precedenti; sottolinea che la protezione della comunità hazara, in quanto gruppo particolarmente vulnerabile alla violenza terroristica dei talebani e di Da'ish/ISIL, dovrebbe costituire una priorità per il governo afghano;
3. esprime le sue condoglianze alle famiglie delle vittime, in particolare le vittime delle recenti spaventose uccisioni nella comunità hazara;
4. chiede che sia fornito sostegno alle autorità afghane affinché adottino misure rapide e appropriate volte ad assicurare che gli assassini di civili innocenti siano consegnati alla giustizia e a riaffermare lo Stato di diritto nel paese;
5. invita le autorità afghane a garantire che i membri delle forze di sicurezza coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani, compresi coloro che hanno responsabilità di comando sulle forze responsabili di abusi, siano sottoposti a indagini credibili e imparziali nonché puniti o perseguiti secondo il caso;
6. ritiene che le uccisioni di ostaggi civili, compresi donne e bambini, vadano trattate come crimini di guerra; sottolinea che l'uccisione di civili innocenti è vietata dal diritto umanitario internazionale; ribadisce che tali norme devono essere rispettate da tutte le parti coinvolte nel conflitto, comprese le ali scissioniste;
7. esprime profonda preoccupazione per la grave situazione della sicurezza, il costante aumento della violenza, gli atti terroristici che hanno portato a un'impennata del numero di vittime e le costanti minacce nei confronti di una popolazione costretta a vivere in un clima di crescente paura e intimidazioni;
8. ritiene che la sicurezza nazionale costituisca una base essenziale dello sviluppo socioeconomico, della stabilità politica e del futuro dell'Afghanistan;
9. invita il governo afghano a intensificare la cooperazione con il governo del Pakistan; sottolinea che una più stretta collaborazione in materia di sicurezza e di governance comporterebbe vantaggi reciproci e contribuirebbe alla promozione della pace e della stabilità nella regione;
10. invita gli Stati membri e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a mantenere il loro pieno impegno e a sostenere il governo afghano nella lotta contro l'insurrezione;
11. ribadisce il proprio impegno a favore di tutti gli sforzi volti a liberare l'Afghanistan dal terrorismo e dall'estremismo e ritiene che tali azioni siano essenziali per la sicurezza regionale e globale, per poter costruire un paese inclusivo, stabile, democratico e maggiormente prospero;
12. mantiene il suo impegno a sostenere gli sforzi del governo afghano finalizzati a intraprendere le riforme essenziali, migliorare ulteriormente la governance e lo Stato di diritto, promuovere il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle donne, lottare contro la corruzione, contrastare il narcotraffico, migliorare la sostenibilità di bilancio e promuovere una crescita economica inclusiva; rileva l'intenzione del presidente Ashraf Ghani di includere la lotta contro la corruzione tra le sue priorità;
13. ribadisce il proprio sostegno al governo e alla popolazione afghani in questa fase critica; richiama l'attenzione sulle perdite subite dalle forze di difesa e di sicurezza afghane dal termine della missione ISAF alla fine del 2014; incoraggia il governo a proseguire gli sforzi per aumentare l'efficienza e l'efficacia operativa delle forze di difesa e di sicurezza, al fine di garantire sicurezza e stabilità all'intera popolazione;
14. rimane profondamente preoccupato per il peggioramento della situazione dei diritti umani e della sicurezza in Afghanistan, in particolare per le conseguenze che ciò potrebbe avere sui diritti delle donne, sulle minoranze religiose ed etniche, sui difensori dei diritti umani e sui giornalisti;
15. ricorda la legge sull'eliminazione della violenza contro le donne del 2009, di importanza cruciale, e lancia un appello alle autorità affinché rivolgano maggiore attenzione e risorse alla protezione dei difensori dei diritti umani che sono oggetto di minacce o attacchi;
16. invita il governo afghano ad adottare un piano di attuazione per il piano d'azione nazionale per l'Afghanistan (risoluzione n. 1325), che preveda l'obbligo di una piena partecipazione delle donne a tutte le fasi dei negoziati di pace;
17. ricorda gli impegni assunti dal governo dell'Afghanistan nei confronti della comunità internazionale per quanto riguarda i diritti e la protezione delle minoranze etniche, linguistiche, religiose e di altro tipo;
18. condanna con forza i recenti attentati dei talebani a Kunduz e deplora le vittime causate tra la popolazione civile e le forze di difesa e di sicurezza nazionali afghane; appoggia un'indagine indipendente sugli attacchi contro l'ospedale di Medici senza frontiere a Kunduz e chiede che sia rispettata la neutralità degli ospedali e delle strutture mediche;
19. ribadisce che è estremamente urgente che il governo afghano e tutti i partner nella regione si impegnino in modo credibile per porre fine al conflitto e assicurare un ambiente stabile; ribadisce che un processo di pace guidato e deciso dagli afghani continua ad essere una condizione essenziale per qualsiasi soluzione sostenibile e duratura;
20. accoglie con favore la decisione di tenere la conferenza ministeriale globale sull'Afghanistan a Bruxelles nel 2016 quale prova del continuo impegno della comunità internazionale a favore della stabilizzazione e dello sviluppo del paese; si attende che la conferenza definisca il quadro d'intervento del governo afghano e dei donatori fino al 2020, sulla base di impegni concreti da parte del governo afghano e della comunità internazionale;
21. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al governo e al parlamento dell'Afghanistan.