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Procedura : 2015/2977(RSP)
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B8-1240/2015

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PV 25/11/2015 - 21
CRE 25/11/2015 - 21

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PV 26/11/2015 - 11.7
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Giovedì 26 novembre 2015 - Strasburgo
Istruzione dei minori nelle situazioni di emergenza e nelle crisi prolungate
P8_TA(2015)0418B8-1240/2015

Risoluzione del Parlamento europeo del 26 novembre 2015 sull'istruzione per i bambini in situazioni di emergenza e di crisi prolungate (2015/2977(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  vista la Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati,

–  visti la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 20 novembre 1989 e i relativi protocolli opzionali sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati del maggio 2000, sulla vendita di bambini, la prostituzione dei bambini e la pornografia rappresentante bambini del gennaio 2002, nonché sulla procedura di comunicazione del dicembre 2011,

–  visti i principi e le linee direttrici delle Nazioni Uniti sui bambini associati a forze armate o a gruppi armati (i principi di Parigi), del febbraio 2007,

–  vista l'osservazione generale n. 14 (2013) del comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia relativa al diritto del minore a che il suo interesse superiore sia considerato preminente,

–  visto il piano d'azione delle Nazioni Unite dal titolo "Un mondo a misura di bambino",

–  visto l'articolo 208 del trattato di Lisbona, che sancisce il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo, prevedendo che si tenga conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo,

–  vista la dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione europea dal titolo "Consenso europeo sull'aiuto umanitario" del 30 gennaio 2008,

–  vista la comunicazione della Commissione del 5 febbraio 2008 dal titolo "Riservare ai minori un posto speciale nella politica esterna dell'UE" (COM(2008)0055),

–  visti gli orientamenti dell'UE sui bambini e i conflitti armati (aggiornati nel 2008),

–  vista la direttiva 2013/33/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, recante norme relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale (rifusione),

–  visto il premio Nobel per la pace ricevuto il 10 dicembre 2012 dall'Unione europea e il conseguente ricevimento del premio in denaro impegnato nell'iniziativa dell'Unione "Bambini per la pace",

–  vista la risoluzione n. 64/290 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 9 luglio 2010, sul diritto all'istruzione nelle situazioni di emergenza e i relativi orientamenti, compresi quelli dell'UNICEF e dell'UNESCO,

–  visti il piano d'azione di Dakar adottato dal Forum mondiale sull'istruzione svoltosi dal 26 al 28 aprile 2000 e la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite dell'8 settembre 2000,

–  vista la "Dichiarazione di Incheon. Istruzione 2030", adottata dal Forum mondiale sull'istruzione svoltosi dal 19 al 22 maggio 2015,

–  vista la dichiarazione di Oslo, adottata al vertice di Oslo sull'istruzione per lo sviluppo del 6 e 7 luglio 2015,

–  vista l'interrogazione con richiesta di risposta orale alla Commissione sull'istruzione per i bambini in situazioni di emergenza e di crisi prolungate (O-000147/2015 – B8-1108/2015),

–  visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che, secondo le stime delle Nazioni Unite, un miliardo di bambini vivono in zone di conflitto, di cui 250 milioni hanno meno di cinque anni e si vedono negato il diritto fondamentale all'istruzione; che circa 65 milioni di minori di età compresa tra i 3 e i 15 anni sono colpiti da situazioni di emergenza e crisi prolungate e rischiano l'interruzione del loro percorso scolastico, mentre circa 37 milioni di minori in età da scuola primaria e secondaria inferiore non sono scolarizzati nei paesi interessati da crisi; che, a livello globale, circa metà dei minori che non frequentano la scuola vivono in zone di conflitto; che l'87 % dei bambini non scolarizzati negli Stati arabi sono interessati da conflitti e, secondo le stime, 175 milioni di bambini sono suscettibili di essere colpiti da calamità naturali ogni anno; che, nelle zone teatro di conflitto o nei contesti fragili, alcuni gruppi quali i bambini poveri e le ragazze e i bambini con disabilità, vedono ulteriormente ridotte le loro già modeste prospettive;

B.  considerando che quasi 10 milioni di bambini sono rifugiati e che, secondo le stime, 19 milioni di bambini in tutto il mondo sono stati sfollati nel proprio paese a causa di conflitti;

C.  considerando che ciascun minore è innanzitutto un bambino i cui diritti devono essere rispettati senza alcuna discriminazione, indipendentemente dall'origine etnica, dalla nazionalità o ancora dallo status sociale o dallo status di migrante o di residente del minore o dei suoi genitori;

D.  considerando che l'istruzione è un diritto umano fondamentale e un diritto di ogni bambino; che l'istruzione rappresenta un elemento chiave per il pieno godimento di tutti gli altri diritti sociali, economici, culturali e politici;

E.  considerando che l'istruzione è fondamento di una cittadinanza responsabile, può trasformare una società e contribuire all'uguaglianza sociale, economica, politica e di genere, rappresentando anche un elemento essenziale per l'emancipazione delle ragazze e delle donne a livello sociale, culturale e professionale e per la prevenzione della violenza contro le donne e le ragazze;

F.  considerando che l'istruzione rappresenta un elemento fondamentale per l'integrazione e per il miglioramento delle condizioni di vita dei minori disabili e/o con esigenze educative speciali;

G.  considerando che la scolarizzazione elementare gratuita per tutti i bambini è un diritto fondamentale che i governi si sono impegnati a rispettare con la Convenzione delle Nazioni Unite del 1989 sui diritti dell'infanzia; che l'obiettivo per il 2015 è di garantire che tutti i bambini e le bambine completino il ciclo scolastico primario; che, nonostante alcuni progressi nei paesi in via di sviluppo, tale obiettivo è lungi dall'essere raggiunto;

H.  considerando che, sebbene il piano di Dakar e gli obiettivi di sviluppo del millennio abbiano mobilitato la comunità internazionale a favore dell'accesso universale all'istruzione primaria, della parità di genere e della qualità dell'istruzione, nessuno di questi obiettivi sarà raggiunto entro il termine stabilito del 2015;

I.  considerando che, in almeno 30 paesi a livello globale, si verificano attacchi all'istruzione da parte di forze di sicurezza statali e gruppi armati non governativi; che la protezione delle scuole dagli attacchi e dall'utilizzo a scopi militari da parte di gruppi armati governativi e non governativi è in linea con la Dichiarazione sulle scuole sicure e gli orientamenti per prevenire l'uso militare delle scuole e delle università durante i conflitti armati;

J.  considerando che i bambini, gli adolescenti e i giovani devono far fronte a crescenti minacce che li colpiscono in modo sproporzionato, soprattutto negli Stati fragili; che i bambini e gli adolescenti che non frequentano la scuola sono esposti ad un rischio più elevato di matrimoni e gravidanze precoci, reclutamento nelle forze armate o in gruppi armati, tratta degli esseri umani o sfruttamento lavorativo; che, nelle zone di conflitto, gli aiuti umanitari sono spesso l'unica soluzione che consente ai bambini di proseguire gli studi, migliorando le loro prospettive future e contribuendo così a proteggerli da abusi e sfruttamento;

K.  considerando che, nelle situazioni di emergenza, l'obiettivo di fornire un'istruzione di qualità non sempre rientra nel quadro delle risposte umanitarie, è incentrato principalmente sull'istruzione primaria e continua a essere considerato secondario rispetto alla fornitura di alimenti, acqua, assistenza sanitaria e riparo e che, di conseguenza, i bambini vittime di conflitti o calamità naturali restano esclusi dall'istruzione;

L.  considerando che la parte di aiuti umanitari destinata all'istruzione è poco elevata e che gli aiuti allo sviluppo, più generosi, giungono in ritardo o non giungono affatto; che i meccanismi di attuazione sono scarsamente coordinati e comportano elevati costi di transazione, e che mancano partner dotati di adeguate capacità di risposta;

M.  considerando che la qualità della programmazione in materia di istruzione per i rifugiati tende ad essere scarsa, che la proporzione tra il numero di alunni e quello di insegnanti è in media di 70 a 1 e che la percentuale di insegnanti non qualificati è elevata;

N.  considerando che i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile e i traguardi ad essi associati prevedono un nuovo programma globale e ambizioso nel campo dell'istruzione da realizzare entro il 2030;

O.  considerando che l'accesso universale a un'istruzione pubblica di elevata qualità (non soltanto all'istruzione di base, ma anche, parimenti importante, all'istruzione secondaria e superiore) è fondamentale per superare le ineguaglianze e realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile;

P.  considerando che, nel periodo 2014-2020, l'Unione europea investirà 4,7 miliardi di EUR nel settore dell'istruzione nei paesi in via di sviluppo, il che costituisce un aumento rispetto ai 4,4 miliardi di EUR investiti nel periodo 2007-2013;

Q.  considerando che la dichiarazione di Incheon segnala con preoccupazione che i conflitti, le catastrofi naturali e altre crisi comportano continue interruzioni dell'istruzione e dello sviluppo, si impegna a mettere a punto sistemi di istruzione maggiormente inclusivi, reattivi e resilienti, e sottolinea che l'istruzione deve avvenire in ambienti sicuri e protetti, favorevoli all'apprendimento e privi di violenza;

R.  considerando che l'iniziativa dell'Unione europea "Bambini della pace" garantisce a circa 1,5 milioni di minori coinvolti in conflitti e situazioni di emergenza in 26 paesi l'accesso a scuole, dove possono studiare in un ambiente sicuro e beneficiare di assistenza psicologica;

S.  considerando che diversi partner dell'UE, quali l'Agenzia delle Nazioni Unite di soccorso e lavori per i profughi della Palestina nel Vicino Oriente (UNRWA), hanno sviluppato approcci innovativi, inclusivi e globali in materia di istruzione in situazioni di emergenza al fine di garantire l'accesso a un'istruzione di qualità per i bambini rifugiati interessati da conflitti; che questo approccio coniuga le esigenze umanitarie a breve termine e quelle di sviluppo a lungo termine dei bambini e comprende la messa a punto di materiale di apprendimento autodidatta interattivo, un sostegno psicosociale, la creazione di spazi sicuri per l'apprendimento e lo svago, nonché azioni di sensibilizzazione sulla sicurezza e attività di sviluppo delle capacità;

T.  considerando che, stando alle stime, sono necessari circa 8 miliardi di USD all'anno per garantire il supporto pedagogico necessario ai minori esposti a situazioni di emergenza e che il deficit di finanziamento dell'istruzione in situazioni di emergenza da parte dei governi interessati ammonta a 4,8 miliardi di USD;

U.  considerando che per colmare tale deficit è necessario aumentare i finanziamenti destinati agli aiuti umanitari e allo sviluppo, così come la spesa pubblica nel settore dell'istruzione da parte degli Stati fragili; che negli ultimi anni la percentuale di spesa pubblica dedicata all'istruzione negli Stati fragili è diminuita e si attesta ancora a livelli molto inferiori rispetto alla quota del 20% raccomandata a livello internazionale;

V.  considerando che la dichiarazione di Oslo segnala l'importanza di esaminare la struttura degli aiuti mondiali nel tentativo di colmare il divario tra la risposta umanitaria e gli interventi per lo sviluppo più a lungo termine nel campo dell'istruzione e propone la creazione di una nuova piattaforma a questo scopo nonché l'istituzione di un fondo ad hoc o la messa a punto di nuove modalità per assicurare l'istruzione nelle situazioni di emergenza prima del vertice umanitario mondiale del 2016;

1.  sottolinea l'importanza di un'istruzione pubblica universale di elevata qualità come elemento catalizzatore dello sviluppo, in grado di migliorare le prospettive di successo di altri interventi nell'ambito della sanità, dei servizi igienico-sanitari, della diminuzione del rischio di catastrofi, della creazione di posti di lavoro, della riduzione della povertà e dello sviluppo economico; evidenzia il ruolo dell'istruzione come potente strumento necessario a infondere un senso di normalità, accrescere la consapevolezza in merito ai diritti e aiutare i minori, gli adolescenti e i giovani a superare i traumi, a reinserirsi nella società a seguito di un conflitto e ad acquisire le competenze necessarie per ricostruire la propria società e promuovere il consolidamento della pace e la riconciliazione;

2.  sottolinea che, nel lungo periodo, un'istruzione di qualità può rappresentare un elemento essenziale nella ricostruzione delle società post-belliche, in quanto può aumentare il potenziale di guadagno dei bambini, consentire loro di preservare la salute delle loro famiglie e potenziare la loro capacità di affrancarsi dal ciclo della povertà;

3.  sottolinea che le ragazze e altri minori svantaggiati, inclusi i minori disabili, non dovrebbero mai essere discriminati in termini di accesso ad una buona istruzione nelle situazioni di emergenza;

4.  sottolinea il ruolo positivo che l'istruzione svolge per lo sviluppo e il benessere dei minori e pone l'accento sull'importanza di garantire un apprendimento ininterrotto e permanente per i giovani adolescenti; ritiene che ciò possa altresì ridurre le possibilità che essi entrino a far parte di gruppi armati o vengano coinvolti in gruppi estremisti;

5.  riconosce i progressi compiuti dall'adozione degli obiettivi di sviluppo del millennio, ma si rammarica per il fatto che questi non saranno raggiunti nel 2015; invita l'Unione europea e i suoi Stati membri a considerare tali obiettivi come la principale priorità delle loro politiche interne e nelle relazioni con i paesi terzi; sottolinea che questi obiettivi, in particolare l'eliminazione della povertà, l'accesso universale all'istruzione e l'uguaglianza di genere, saranno realizzati solamente mediante lo sviluppo di servizi pubblici accessibili a tutti; accoglie con favore il nuovo programma in materia di istruzione previsto dagli obiettivi di sviluppo sostenibile e continua a porre l'accento sull'importanza di un accesso equo a un'istruzione di qualità per le popolazioni più vulnerabili;

6.  constata con preoccupazione che nei paesi teatro di conflitti e negli Stati fragili e interessati da conflitti sono stati registrati i progressi più lenti o inesistenti nel campo dell'istruzione; mette in luce l'importanza di rafforzare la resilienza dei sistemi scolastici in tali paesi e di garantire un apprendimento ininterrotto allo scoppiare delle crisi; sottolinea quindi la necessità di un maggiore impegno dell'Unione europea, degli Stati membri e di tutti gli altri attori coinvolti a vari livelli, nella messa a disposizione di strumenti atti a garantire lo sviluppo e la diffusione dell'istruzione in tali paesi in crisi;

7.  segnala il fatto che milioni di minori sono stati costretti ad abbandonare il loro paese, diventando rifugiati, ed enfatizza la fondamentale importanza del loro accesso all'istruzione; invita i paesi di accoglienza ad assicurare che i minori rifugiati abbiano pieno accesso all'istruzione e a promuoverne per quanto possibile l'integrazione e l'inclusione nei sistemi d'insegnamento nazionali; invita altresì le entità umanitarie e di sviluppo a rivolgere maggiore attenzione alla preparazione e alla formazione degli insegnanti sia presso le comunità sfollate che quelle d'accoglienza; chiede ai donatori internazionali di conferire priorità all'istruzione quando rispondono a situazioni di crisi riguardanti rifugiati, attraverso programmi volti a coinvolgere e a sostenere sul piano psicologico i minori migranti e promuovendo l'apprendimento della lingua del paese d'accoglienza, per assicurare un livello più elevato e adeguato di integrazione dei minori rifugiati;

8.  sottolinea la necessità di rivolgere attenzione all'istruzione secondaria e alla formazione professionale oltre che all'istruzione primaria di base; sottolinea che i giovani di età compresa tra i 12 e i 20 anni dispongono di opportunità molto limitate nell'ambito delle comunità di rifugiati, e sono nel contempo i primi a essere presi di mira per il servizio militare e per altre forme di partecipazione a conflitti armati; ricorda l'esempio dell'Afghanistan dove, secondo la Banca Mondiale, nonostante la presenza di una enorme popolazione in età da lavoro, solo circa il 30% degli abitanti dai 15 anni di età in su è alfabetizzato, e dove decenni di guerra hanno portato a una gravissima carenza di lavoratori qualificati;

9.  chiede agli Stati membri di sviluppare schemi di accoglienza specifici per i minori non accompagnati e per le madri sole con bambini;

10.  ricorda agli Stati membri che la tutela dei minori e la prevenzione dell'abuso e del traffico passa attraverso un loro inserimento nelle scuole e nei programmi educativi e che occorre prevedere definiti standard di accoglienza, inserimento e supporto linguistico, come stabilito dalla direttiva 2013/33/UE;

11.  esorta la Commissione e gli Stati membri a fornire sostegno agli studenti rifugiati in transito, anche attraverso la cooperazione con le differenti organizzazioni internazionali;

12.  invita la Commissione e gli Stati membri a creare "corridoi educativi" affinché siano accolti nelle università gli studenti provenienti da paesi in conflitto e, in particolare, da Siria, Iraq ed Eritrea;

13.  invita l'Unione europea e le sue agenzie umanitarie a includere sistematicamente l'istruzione e la protezione dei minori nell'intero ciclo della risposta alle emergenze e ad assicurare fondi pluriennali per le crisi di lunga durata;

14.  plaude all'istituzione del fondo fiduciario "Bêkou", del fondo fiduciario "Madad" e del fondo fiduciario di emergenza per l'Africa, quali strumenti efficaci per colmare il divario tra finanziamenti umanitari e finanziamenti allo sviluppo nelle situazioni di emergenza complesse e di lunga durata, nelle quali l'aspetto politico, economico e umanitario sono intercorrelati; invita l'Unione europea e gli Stati membri a includere l'istruzione dei minori tra le priorità, al momento dell'assegnazione delle risorse dei fondi fiduciari dell'Unione;

15.  riconosce la presenza di preoccupanti lacune nella risposta alle emergenze sotto il profilo dell'istruzione, soprattutto poiché un intervento tempestivo non soltanto giova ai minori interessati, ma contribuisce anche a migliorare l'efficacia complessiva della risposta umanitaria; ribadisce il proprio sostegno a che le scuole continuino a rappresentare luoghi sicuri per i minori e, in questo contesto, sottolinea l'importanza di proteggere i luoghi d'istruzione dagli attacchi; invita l'Unione europea e i suoi Stati membri a impegnarsi a sostenere i principi del quadro globale di sicurezza della scuola e a proteggere i luoghi d'istruzione dagli attacchi e dall'utilizzo a fini militari, in linea con la dichiarazione sulle scuole sicure e con gli orientamenti per prevenire l'uso militare delle scuole e delle università durante i conflitti armati;

16.  invita l'Unione europea a lavorare con i paesi partner, gli altri donatori, il settore privato e la società civile per migliorare le opportunità di istruzione per i giovani nei conflitti e in altre situazioni di emergenza, alla luce del ruolo cruciale che i giovani possono svolgere per la stabilità post-conflitto attraverso le capacità che possono acquisire in materia di ricostruzione delle infrastrutture, servizi di base, sistemi sanitari e di istruzione, riducendo il rischio di una popolazione giovane e disoccupata che provochi sollevamenti sociali o ricada in un circolo vizioso di violenza;

17.  elogia l'iniziativa dell'Unione europea "Bambini della pace", che persegue l'obiettivo di finanziare progetti umanitari nel campo dell'istruzione in situazioni d'emergenza e invita la Commissione a potenziare tale iniziativa; accoglie con favore l'iniziativa "No Lost Generation", lanciata da alcuni donatori e organismi umanitari e per lo sviluppo, tra cui l'Unione europea, volta a fornire accesso all'istruzione a milioni di minori in Siria e nei paesi confinanti;

18.  deplora il fatto che, nonostante l'importanza riconosciuta all'istruzione nelle situazioni di emergenza, a questo settore sia stato destinato meno del 2 % di tutti i fondi umanitari nel 2014; auspica quindi che, nell'ambito del nuovo programma di rimodulazione dei fondi europei, i finanziamenti destinati ai programmi di diffusione dell'istruzione per i minori anche in paesi terzi teatro di situazioni di guerra o di emergenza in genere possano essere integrati e ampliati;

19.  esorta tutti gli attori umanitari, vista la tendenza al protrarsi delle crisi attuali, a trattare l'istruzione quale elemento integrale della loro risposta umanitaria e a intensificare l'impegno a favore dell'istruzione, mobilitando il cluster dell'istruzione nelle fasi iniziali di un'emergenza e assicurando l'allocazione di fondi sufficienti; invita tali attori a prestare particolare attenzione ai gruppi vulnerabili come le ragazze, le persone con disabilità e i poveri, al fine di tenere conto dei minori e dei giovani sfollati che trovano rifugio in comunità ospitanti, e a tenere nel debito conto l'istruzione secondaria al fine di non escludere gli adolescenti dall'istruzione;

20.  accoglie con favore la crescente attenzione rivolta a livello internazionale al tema dell'istruzione nelle situazioni di emergenza e in particolare l'annuncio del Commissario europeo responsabile per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi dell'intenzione di destinare il 4% del bilancio per gli aiuti umanitari dell'UE all'istruzione dei minori in situazioni di emergenza entro il 2019;

21.  esorta gli Stati membri dell'Unione europea ad appoggiare l'obiettivo della Commissione di aumentare la quota di fondi umanitari stanziati a favore dell'istruzione nelle situazioni di emergenza al 4% del bilancio di aiuti umanitari dell'Unione, per assicurare un investimento minimo inteso a garantire l'accesso a un'istruzione di qualità per i minori nelle situazioni di emergenza e nelle crisi di lunga durata; li invita inoltre a potenziare l'attenzione e i finanziamenti destinati all'istruzione nelle loro azioni umanitarie, sottolineando tuttavia che ciò non deve andare a discapito di altre necessità primarie; invita l'Unione europea a promuovere tra i paesi interessati le migliori prassi in termini di preparazione e strategie di risposta, al fine di sostenere l'istruzione in caso di crisi e di fornire assistenza nella costruzione di capacità, per esempio mediante programmi di sostegno al bilancio;

22.  sottolinea che le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione hanno assunto un ruolo sempre più importante nel settore dell'istruzione in situazioni di emergenza e possono migliorare le attività degli operatori in questi contesti, tra l'altro attraverso piattaforme di e-learning ed e-teaching;

23.  sottolinea che l'incremento dei fondi umanitari, sebbene necessario, non sarà sufficiente a colmare la mancanza di finanziamenti; chiede all'Unione europea e agli altri donatori di attribuire maggiore rilevanza all'istruzione nell'ambito della cooperazione allo sviluppo negli Stati fragili, allo scopo di migliorare la resilienza dei sistemi scolastici nazionali; invita la Commissione, gli Stati membri e gli altri soggetti umanitari a contribuire a rafforzare l'istruzione pubblica universale, inclusa l'istruzione secondaria e superiore, quale modalità per coordinare la programmazione della risposta alle emergenze con una programmazione a lungo termine per lo sviluppo sostenibile;

24.  invita l'Unione europea a sostenere gli impegni dei governi dei paesi terzi a sviluppare quadri giuridici nazionali per la resilienza, la prevenzione e la gestione delle catastrofi e dei rischi sulla base del programma sulle leggi, le norme e i principi internazionali di risposta alle catastrofi e a garantire l'esistenza di una capacità di gestione dei rischi a livello di pubblica amministrazione, settori industriali e società civile al fine di garantire il ritorno dei minori a scuola;

25.  sottolinea l'importanza del settore privato quale potenziale fonte di finanziamenti innovativi per l'istruzione, al fine di colmare il potenziale divario tra i servizi educativi e di formazione professionale offerti e la futura domanda del mercato del lavoro; auspica nuove alleanze e nuove modalità di partenariato con il settore privato nei processi educativi, che possano costituire fonti sostenibili di innovazione e flessibilità tecnologica e assumere numerose forme, tra cui la fornitura di strutture edilizie, dispositivi tecnologici, programmi di e-learning e il trasporto e l'alloggio dei docenti;

26.  mette in evidenza il fatto che l'istruzione nelle situazioni di emergenza e un contesto fragile rappresentano un ambito concreto in cui è necessario che gli operatori umanitari e gli attori che partecipano allo sviluppo collaborino al fine di assicurare il collegamento tra l'aiuto d'emergenza, il risanamento e lo sviluppo; invita la Commissione a mettere a punto meccanismi per rispondere efficacemente a tale sfida nell'ambito delle proprie iniziative e quelle dei suoi partner e a partecipare alla piattaforma internazionale intesa a creare strumenti specifici per l'istruzione nelle situazioni di emergenza in vista del vertice umanitario mondiale del 2016; sostiene il coordinamento dei fondi esistenti e l'istituzione di un meccanismo di finanziamento globale per l'istruzione nelle situazioni di emergenza;

27.  invita l'Unione europea e i suoi Stati membri a mettere in evidenza la problematica dei minori nelle situazioni di emergenza e di crisi protratta presso il vertice umanitario mondiale, assicurando che riceva un'attenzione adeguata nel documento finale; li invita inoltre a promuovere norme comuni per un quadro di apprendimento e la divulgazione delle migliori prassi su modalità di apprendimento alternative, ad esempio materiali per l'apprendimento autodidatta e a distanza; sottolinea che dovrebbero essere sviluppati meccanismi, strumenti e capacità per allineare i piani e i bilanci per l'istruzione nell'arco della risposta umanitaria, del ricupero/transizione e dello sviluppo;

28.  sottolinea che, alla luce del numero di crisi umanitarie in costante aumento e del più elevato numero di persone sfollate dalla seconda guerra mondiale ad oggi, la comunità internazionale dovrebbe considerare l'istruzione come un elemento centrale della propria risposta umanitaria, poiché essa rappresenta un catalizzatore in grado di aumentare l'efficacia dell'intera risposta umanitaria e anche di contribuire allo sviluppo a medio e a lungo termine delle popolazioni interessate;

29.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

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