Risoluzione del Parlamento europeo del 4 febbraio 2016 sulla relazione 2015 sulla Serbia (2015/2892(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le conclusioni della presidenza del Consiglio europeo di Salonicco, del 19 e 20 giugno 2003, concernenti la prospettiva di adesione dei paesi dei Balcani occidentali all'Unione europea,
– vista la decisione 2008/213/CE del Consiglio, del 18 febbraio 2008, relativa ai principi, alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato europeo con la Serbia e che abroga la decisione 2006/56/CE(1),
– visto il parere della Commissione del 12 ottobre 2011 sulla domanda di adesione della Serbia all'Unione europea (SEC(2011)1208),
– visto l'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) tra le Comunità europee e i loro Stati membri e la Repubblica di Serbia, entrato in vigore il 1° settembre 2013,
– visti la risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia del 22 luglio 2010 sulla questione della conformità al diritto internazionale della dichiarazione unilaterale d'indipendenza relativamente al Kosovo, e la risoluzione A/RES/64/298 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 9 settembre 2010, che prende atto del contenuto del parere e plaude alla disponibilità dell'UE a favorire il dialogo tra Serbia e Kosovo,
– viste la dichiarazione e le raccomandazioni della quarta riunione della commissione parlamentare di stabilizzazione e di associazione UE-Serbia del 7-8 ottobre 2015,
– visto l'esito della conferenza ad alto livello sulla rotta del Mediterraneo orientale e dei Balcani occidentali tenutasi l'8 ottobre 2015 in Lussemburgo,
– viste le conclusioni del Consiglio giustizia e affari interni sulle misure per gestire le crisi dei rifugiati e della migrazione del 9 novembre 2015 e le conclusioni del Consiglio affari esteri sulla migrazione del 12 ottobre 2015,
– visto il piano di 17 punti concordato nella riunione del 25 ottobre 2015 sulla rotta migratoria dei Balcani occidentali tenutasi tra i leader degli Stati membri dell'UE e degli Stati non appartenenti all'UE interessati dall'afflusso di rifugiati e migranti,
– vista la relazione 2015 della Commissione sui progressi compiuti dalla Serbia del 10 novembre 2015 (SWD(2015)0211),
– vista la sua risoluzione dell'11 marzo 2015 sulla relazione 2014 relativa ai progressi compiuti dalla Serbia(2),
– vista la sua risoluzione del 15 aprile 2015 sulla Giornata internazionale dei rom – zingarofobia in Europa e riconoscimento, da parte dell'UE, della giornata commemorativa del genocidio dei rom durante la Seconda guerra mondiale(3),
– viste le conclusioni del Consiglio del 15 dicembre 2015 sull'allargamento e la stabilizzazione e i processi di associazione,
– visto il lavoro svolto da David McAllister come relatore permanente sulla Serbia della commissione per gli affari esteri,
– visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che il Consiglio europeo del 28 giugno 2013 ha deciso di avviare i negoziati di adesione con la Serbia; che la prima conferenza intergovernativa (CIG) ha avuto luogo il 21 gennaio 2014; che il processo di screening è stato completato nel marzo 2015; che la Serbia aveva costituito la sua squadra negoziale al completo nel mese di settembre 2015;
B. considerando che nella sua relazione del 2015 sulla Serbia, la Commissione riferisce sui progressi compiuti dal paese nei confronti dell'integrazione europea, valutando il suo impegno per quanto concerne il rispetto dei criteri di Copenaghen e la condizionalità del processo di stabilizzazione e associazione; che la Commissione ha elaborato la relazione secondo un nuovo approccio che permette di indicare molto più chiaramente ai paesi in questione i settori da privilegiare;
C. considerando che la Serbia, come ogni paese che aspiri a diventare membro dell'UE, deve essere giudicata in base ai suoi meriti nel soddisfare, attuare e rispettare la stessa serie di criteri, e che l'impegno dei paesi nei confronti delle riforme necessarie, nonché la qualità di queste ultime, determinano il calendario per l'adesione;
D. considerando che la Serbia ha compiuto passi importanti verso la normalizzazione delle relazioni con il Kosovo, che sono sfociati nel primo accordo sui principi che disciplinano la normalizzazione delle relazioni del 19 aprile 2013; considerando che quattro accordi importanti sono stati conclusi il 25 agosto 2015; considerando che i progressi nei negoziati di adesione della Serbia devono andare di pari passo con i progressi nel processo di normalizzazione delle relazioni con il Kosovo, conformemente al quadro negoziale; che resta essenziale compiere ulteriori sforzi per ammorbidire in modo permanente tali relazioni; che è della massima importanza che tutti gli accordi siano pienamente attuati da entrambe le parti;
E. considerando che la Serbia è diventato il 33° Stato partecipante al meccanismo di protezione civile dell'UE nel mese di luglio 2015;
F. considerando che l'UE ha sottolineato la necessità di rafforzare la governance economica, lo Stato di diritto e le capacità della pubblica amministrazione in tutti i paesi dei Balcani occidentali;
G. considerando che l'UE ha posto lo Stato di diritto al centro della sua politica di allargamento;
H. considerando che, dal gennaio 2015, la Serbia presiede l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE);
1. plaude all'avvio dei negoziati e all'apertura dei capitoli 32 (Controllo finanziario) e 35 (Varie – Punto I- Normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo) alla Conferenza intergovernativa del 14 dicembre 2015 a Bruxelles; accoglie con favore l'impegno continuo della Serbia nel processo di integrazione europea; invita la Serbia a promuovere attivamente tale decisione strategica presso il pubblico serbo; rileva con soddisfazione che la Serbia ha avviato un ambizioso programma di riforme; invita la Serbia ad affrontare con decisione e fermezza le riforme sistemiche e socioeconomiche; esorta vivamente la Serbia a prestare particolare attenzione ai suoi giovani nell'ambito dell'attuazione delle sue riforme;
2. accoglie con favore le misure preparatorie adottate dalla Serbia per avviare efficacemente i negoziati di adesione con la conclusione del processo di screening e la preparazione e presentazione di piani d'azione globali per i capitoli 23 (Sistema giudiziario e diritti fondamentali) e 24 (Giustizia, libertà e sicurezza); esprime l'auspicio che tali capitoli possano essere aperti all'inizio del 2016; sottolinea che negoziati approfonditi dei capitoli 23 e 24 sono essenziali per affrontare le riforme che devono essere effettuate e attuate nei settori della giustizia e dei diritti fondamentali e della giustizia, libertà e sicurezza; ricorda che i progressi compiuti in questi settori dovranno andare di pari passo con i complessivi progressi nei negoziati; sottolinea che i negoziati sul capitolo 35 sono di importanza cruciale per i progressi compiuti dalla Serbia sulla strada dell'integrazione nell'UE; ritiene, a tale proposito, che la piena normalizzazione delle relazioni tra la Serbia e il Kosovo sia una condizione importante per l'adesione della Serbia all'UE;
3. sottolinea che la completa attuazione della legislazione e delle politiche rimane un indicatore fondamentale di un processo di integrazione di successo; incoraggia i leader politici della Serbia a proseguire con le riforme necessarie per l'allineamento con le norme dell'UE; invita la Serbia a migliorare la pianificazione, il coordinamento e il monitoraggio dell'attuazione delle nuove norme e politiche;
4. si compiace dei progressi realizzati dalla Serbia per quanto riguarda il contesto imprenditoriale, la riduzione del deficit di bilancio, e il mercato del lavoro, compresi il diritto del lavoro e la politica per l'occupazione; incoraggia le autorità serbe a migliorare ulteriormente il clima degli investimenti in tutta la Serbia e a ridurre le disparità economiche e sociali tra le sue regioni, a garantire la tutela degli investimenti esteri e a risolvere le controversie di lunga data relative agli investimenti e, pur riconoscendo i progressi compiuti nella ristrutturazione delle imprese pubbliche, sottolinea l'importanza di ulteriori passi avanti in materia e della trasparenza del processo di privatizzazione; sottolinea la necessità che la Serbia allinei la propria legislazione in materia di controllo degli aiuti di Stato all'acquis;
5. plaude ai progressi compiuti in materia di riforme economiche, progressi che hanno migliorato la situazione di bilancio della Serbia, e invita la Commissione a continuare a sostenere il governo nei suoi piani per effettuare ulteriori riforme, in particolare affrontando gli squilibri fiscali e le riforme dei settori principali dell'economia;
6. plaude all'approccio costruttivo della Serbia nell'affrontare la crisi migratoria; rileva tuttavia che occorre promuovere un approccio costruttivo con i paesi vicini; osserva che la Serbia rappresenta un partner dell'UE essenziale e collaborativo nei Balcani e che pertanto è indispensabile che l'Unione fornisca risorse e un opportuno sostegno finanziario; prende atto con soddisfazione dei sostanziali sforzi compiuti dalla Serbia per garantire, con il sostegno dell'UE ed internazionale, accoglienza e aiuti umanitari a favore dei cittadini di paesi terzi; invita la Serbia ad aumentare rapidamente le proprie capacità di accoglienza; prende atto della necessità di riforme globali intese a razionalizzare l'intero sistema di asilo e ad allinearlo con l'acquis dell'UE e le norme internazionali; rileva che la Serbia ha adottato ulteriori misure per trattare le richieste di asilo infondate presentate da cittadini serbi negli Stati membri dell'UE e nei paesi associati dello spazio Schengen; invita la Serbia a contribuire ad un'ulteriore diminuzione delle richieste infondate; sottolinea che le capacità e le risorse disponibili per il reinserimento dei rimpatriati restano limitate;
7. invita la Serbia a compiere maggiori sforzi e ad allineare progressivamente la sua politica estera e di sicurezza a quella dell'UE, compresa la sua politica nei confronti della Russia; in tale contesto, deplora la conduzione di esercitazioni militari congiunte di Serbia e Russia; accoglie con favore la partecipazione attiva della Serbia nelle operazioni internazionali di mantenimento della pace;
Stato di diritto
8. sottolinea l'importanza fondamentale dei principi dello Stato di diritto; sottolinea la fondamentale importanza di un sistema giudiziario indipendente; osserva che, se è vero che sono stati compiuti alcuni progressi in campo giudiziario, segnatamente con l'adozione di regole per la valutazione dei magistrati e dei procuratori, l'interferenza politica resta elevata; osserva che gli organi giudiziari professionali richiedono risorse adeguate; invita le autorità ad attuare la strategia nazionale di riforma giudiziaria, come previsto nel piano d'azione per il capitolo 23, e a garantire che il sistema giudiziario sia indipendente, nonché che il lavoro dei giudici e dei procuratori sia libero da ingerenze politiche; invita il governo ad adottare una nuova legge sul gratuito patrocinio e a introdurre cambiamenti giuridici per affrontare la qualità e la coerenza della pratica e della formazione giudiziaria; esprime preoccupazione per il continuo arretrato di cause giudiziarie, nonostante il programma di riduzione attuato dalla Corte Suprema di Cassazione, ed esorta la Serbia a compiere ulteriori passi al fine di aumentare la fiducia nel sistema giudiziario;
9. ricorda al governo serbo di attuare la legge sulla riabilitazione in modo completo e non discriminatorio; propone al governo serbo di apportare ulteriori modifiche alla legge sulla restituzione per rimuovere tutti gli ostacoli procedurali e giuridici alla restituzione in natura;
10. osserva che nella regione dilagano la corruzione e la criminalità organizzata, che rappresentano altresì un ostacolo allo sviluppo democratico, sociale ed economico della Serbia; prende atto che sono stati compiuti alcuni progressi nella lotta alla corruzione, che tuttavia rimane elemento preoccupante nello scenario serbo, attraverso la continua applicazione della legislazione e l'adozione della legge sulla protezione dei dipendenti che denunciano irregolarità; sottolinea la necessità di costituire una casistica delle indagini e dei rinvii a giudizio in materia di corruzione, compresa la corruzione ad alto livello, nonché la necessità di coordinare e monitorare la piena attuazione della strategia anti-corruzione, conformemente al piano d'azione per il capitolo 23, in tutte le principali istituzioni; invita le autorità a garantire che l'Agenzia anti-corruzione e il Consiglio anti-corruzione siano in grado di svolgere pienamente ed efficacemente il proprio mandato e che le istituzioni statali diano seguito alle loro raccomandazioni; ritiene che una strategia regionale e una cooperazione rafforzata tra tutti i paesi della regione siano essenziali per affrontare tali questioni con maggiore efficacia; invita le istituzioni accademiche, unitamente alle autorità statali e ai funzionari pubblici, ad adottare norme in materia al fine di indagare sui casi di plagio e prevenire futuri episodi;
11. invita le autorità serbe a modificare e ad attuare la sezione del codice penale dedicata ai reati economici e di corruzione per fornire un quadro penale credibile e prevedibile; ribadisce, ancora una volta, la propria profonda preoccupazione per le disposizioni e l'attuazione dell'articolo 234 del codice penale in materia di abuso di posizioni di responsabilità; chiede, ancora una volta, un riesame indipendente e completo dei casi riclassificati in materia di abuso di posizioni di responsabilità, in modo da poter interrompere immediatamente i procedimenti giudiziari iniqui di lunga data;
12. rileva che è indispensabile un maggiore sforzo nella lotta contro la criminalità organizzata e che deve essere costituito un registro delle condanne definitive conformemente al piano d'azione per il capitolo 24; invita la Commissione e gli Stati membri a fornire il sostegno di esperti al fine di stabilire un quadro istituzionale e le competenze per combattere efficacemente la criminalità organizzata; chiede, a tale riguardo, una cooperazione diretta tra le autorità di contrasto di Serbia e Kosovo e gli uffici di contatto a Belgrado e Pristina;
Democrazia
13. prende atto degli sforzi per il miglioramento del processo di consultazione in seno al parlamento e per l'ulteriore potenziamento della partecipazione del parlamento al processo negoziale di adesione all'UE; continua a nutrire preoccupazione per l'ampio ricorso a procedure d'urgenza nell'adozione della legislazione, compresa la legislazione legata al processo di adesione all'UE, poiché tali procedure non sempre consentono un'adeguata consultazione delle parti interessate e del pubblico più in generale; evidenzia che il controllo dell'esecutivo da parte del parlamento deve essere ulteriormente rafforzato; sottolinea l'importanza della partecipazione attiva e costruttiva di forze di opposizione al processo decisionale e alle istituzioni democratiche; sottolinea che il finanziamento dei partiti politici deve essere trasparente e in linea con le più rigorose norme internazionali;
14. sottolinea l'importanza del lavoro delle organizzazioni della società civile in una società democratica; rileva che la cooperazione tra il governo e le organizzazioni della società civile è migliorata; incoraggia le autorità serbe ad adottare ulteriori misure volte a garantire un dialogo trasparente tra la società civile e le istituzioni statali e ad aumentare efficacemente il coinvolgimento dei rappresentanti della società civile e delle minoranze nazionali nel processo decisionale; esorta le autorità a garantire un adeguato sostegno finanziario per un efficiente funzionamento delle organizzazioni della società civile; chiede una comunicazione tempestiva e trasparente nei confronti dei cittadini, delle organizzazioni e del pubblico in generale sui progressi nel processo dei negoziati di adesione e invita a facilitare la loro ampia partecipazione al processo in questione;
15. ribadisce il proprio appello al governo serbo ad affrontare con compiutezza le raccomandazioni delle missioni di osservazione elettorale OSCE/ODIHR, in particolare quelle che garantiscono la trasparenza del finanziamento della campagna elettorale e dei processi elettorali; esorta le autorità ad indagare in maniera appropriata sui casi verificatisi durante elezioni comunali e altri eventi di campagna elettorale che sono stati caratterizzati da violenze e denunce di intimidazioni e irregolarità;
16. ribadisce l'importanza di organi di regolamentazione indipendenti, ivi compreso un mediatore, per garantire il controllo e la responsabilità dell'esecutivo; esorta le autorità a fornire al mediatore pieno sostegno, sul piano politico e amministrativo, per lo svolgimento del suo lavoro e ad astenersi dall'esporlo a critiche ingiustificate;
17. accoglie con favore l'adozione di un piano d'azione globale di riforma della pubblica amministrazione, di una legge sul controllo delle ispezioni, di una strategia nazionale per la formazione delle amministrazioni locali e della legge sul numero massimo di dipendenti del settore pubblico, e ne chiede l'attuazione immediata; sottolinea la necessità di depoliticizzare e professionalizzare la pubblica amministrazione e di rendere più trasparenti le procedure di assunzione e di licenziamento al fine di garantire la professionalità, la neutralità e la continuità della pubblica amministrazione;
Diritti umani
18. si compiace che la Serbia sia dotata di un quadro giuridico e istituzionale adeguato per la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali; rileva, tuttavia, che permangono carenze nella realizzazione di tale tutela, in particolare per quanto riguarda la lotta alla discriminazione dei gruppi vulnerabili, tra cui le persone con disabilità, le persone affette da HIV/AIDS e le persone LGBTI; plaude al successo della marcia per l'orgoglio LGBTI del 20 settembre 2015; sottolinea tuttavia che le discriminazioni e le violenze ai danni delle persone LGBTI continuano a destare preoccupazione; incoraggia, a tale proposito, il governo a dar seguito alla raccomandazione CM/Rec(2010) del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa agli Stati membri; esprime preoccupazione per il numero di attacchi ai danni di membri di gruppi vulnerabili non ancora oggetto di indagini approfondite; esprime altresì preoccupazione per il persistente problema della violenza domestica; sollecita le autorità a promuovere attivamente il rispetto dei diritti umani di tutti;
19. esprime preoccupazione per la mancanza di progressi nel miglioramento della situazione riguardante la libertà di espressione e dei mezzi d'informazione; osserva con apprensione le continue pressioni politiche che compromettono l'indipendenza dei media e danno luogo a una crescente autocensura negli organi d'informazione; è preoccupato per il fatto che i giornalisti debbano far fronte a pressioni politiche, intimidazioni, violenze e minacce nell'esercizio della loro professione; invita le autorità ad indagare su tutti i casi di attacchi nei confronti di giornalisti e organi d'informazione che hanno suscitato vive proteste da parte della International Journalist Association; ribadisce che la nuova legge sui mezzi d'informazione deve essere applicata integralmente; sottolinea la necessità di una completa trasparenza nella proprietà dei media e nel loro finanziamento, nonché della non discriminazione per quanto riguarda le campagne pubblicitarie pubbliche;
20. esprime profonda preoccupazione per le ripetute indiscrezioni dei media su indagini penali in corso, in violazione della presunzione di innocenza; invita la autorità serbe a procedere a indagini serie sui diversi casi emblematici su cui i media hanno divulgato prove di presunti illeciti;
Rispetto e tutela delle minoranze
21. sottolinea l'importanza dei consigli delle minoranze nazionali nel loro ruolo di promozione dei diritti delle minoranze nazionali e della loro natura democratica, e sollecita altresì un finanziamento adeguato e verificabili a favore di essi; si compiace dell'impegno assunto dalla Serbia di elaborare un piano d'azione specifico per le minoranze nazionali, il quale perfezionerà l'attuazione e lo sviluppo delle prassi e del quadro giuridico sulle minoranze nazionali; reitera la sua richiesta alla Serbia di garantire che il livello dei diritti e delle competenze acquisiti sia preservato nel processo di allineamento giuridico alla decisione della Corte costituzionale della Serbia e sollecita la rapida approvazione della legge sui consigli delle minoranze nazionali ai fini di chiarirne lo statuto giuridico e precisarne la giurisdizione; esprime profonda preoccupazione circa la possibile interruzione della trasmissione di programmi nelle lingue minoritarie a seguito dell'annunciata privatizzazione dei media; invita la Serbia a intensificare i propri sforzi in merito a un'attuazione coerente ed efficace della legislazione sulla tutela delle minoranze nazionali e sul trattamento non discriminatorio delle stesse in tutto il paese, in particolare per quanto concerne l'istruzione, segnatamente il finanziamento e la traduzione tempestivi dei libri di testo nella lingua madre delle minoranze, l'utilizzo delle lingue minoritarie, la rappresentanza nella pubblica amministrazione e negli organi rappresentativi a livello locale, regionale e nazionale, nonché l'accesso ai media e ai servizi religiosi nelle lingue minoritarie; invita il governo della Serbia ad attuare tutti i trattati internazionali e gli accordi bilaterali in materia di diritti delle minoranze;
22. osserva che la diversità culturale della Vojvodina contribuisce anche all'identità della Serbia; sottolinea che l'autonomia della Vojvodina non dovrebbe essere indebolita e ricorda che la legge sulle risorse della Vojvodina andrebbe approvata senza ulteriori indugi, secondo quanto sancito dalla Costituzione;
23. invita le autorità serbe ad attuare misure concrete per migliorare la situazione dei Rom, in particolare in materia di rilascio di documenti personali, istruzione, alloggi, assistenza sanitaria e occupazione; invita inoltre le autorità serbe ad assicurare una rappresentanza equa ai Rom nelle istituzioni pubbliche e nella vita pubblica, anche prestando particolare attenzione all'inclusione delle donne Rom; evidenzia che la politica per l'integrazione dei Rom deve essere ulteriormente rafforzata e che, tenendo conto delle violenze subite da rappresentanti di ONG per le minoranze, va affrontata in modo efficace la discriminazione; attende pertanto con vivo interesse le misure della futura strategia e del piano d'azione sull'inclusione dei Rom; si compiace, in tale contesto, della "dichiarazione di Priština" che invita i governi e le organizzazioni internazionali, intergovernative e della società civile ad applicare pienamente i principi di non discriminazione e di parità nei loro sforzi e iniziative per la promozione e il rispetto dei diritti dei Rom;
Cooperazione regionale e relazioni di buon vicinato
24. si compiace dell'approccio costruttivo adottato del governo serbo nelle relazioni con i paesi vicini, dato che ciò ha consentito di ottenere progressi sostanziali sia nella cooperazione regionale che nell'instaurazione di relazioni più strette con l'UE; esorta la Serbia a continuare a costruire rapporti di buon vicinato; invita la Serbia a promuovere relazioni di buon vicinato e la risoluzione pacifica delle controversie, in particolare promuovendo un clima di tolleranza e condannando tutte le forme di retorica dell'odio o guerrafondaia e astenendosi da gesti quali l'accoglienza favorevole riservata alle persone condannate per crimini di guerra; osserva che le controversie e le questioni pendenti, in particolare le questioni relative alla demarcazione dei confini, alla successione, alla restituzione dei beni culturali e alla divulgazione degli archivi jugoslavi, dovrebbero essere risolte in linea con il diritto internazionale e con i principi riconosciuti, anche attraverso l'attuazione di accordi giuridicamente vincolanti, tra cui l'accordo sulle questioni in materia di successione; osserva che le vertenze bilaterali dovrebbero essere affrontate nelle prime fasi del processo di adesione, in conformità con il diritto internazionale; evidenzia il ruolo costruttivo che la Serbia svolge nel quadro del "Processo di Berlino" e dell'iniziativa dei sei paesi dei Balcani occidentali e la relativa agenda di connettività; si compiace delle altre iniziative incentrate sul futuro dei Balcani occidentali, in particolare il processo di Brdo, che si sta dimostrando un importante quadro di cooperazione sia in campo politico che tecnico; ritiene che la cooperazione concreta nei settori di reciproco interesse possa contribuire alla stabilizzazione dei Balcani occidentali; accoglie con favore, a tale proposito, la prima riunione ministeriale congiunta Serbia - Bosnia-Erzegovina tenutasi il 4 novembre 2015 a Sarajevo; invita la Serbia a promuovere ulteriormente la stabilizzazione e il rafforzamento istituzionale della Bosnia-Erzegovina attraverso i suoi contatti già esistenti e le buone relazioni di vicinato con il paese; ribadisce il suo invito alle autorità serbe ad avviare ulteriori misure in materia di cooperazione transfrontaliera con i vicini Stati membri dell'UE, compresi i programmi di cooperazione transfrontaliera e transnazionale 2014-2020 e la strategia dell'UE per la regione del Danubio; plaude all'idea di avviare negoziati per la firma di un trattato sulle relazioni di buon vicinato con i suoi vicini e auspica che ciò possa dare origine a sviluppi più positivi nel contesto regionale; accoglie con favore la riunione di cooperazione dei primi ministri di Bulgaria, Romania e Serbia per le infrastrutture energetiche e di trasporto;
25. incoraggia la Serbia a rafforzare la collaborazione con il Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia (ICTY), in uno spirito di riconciliazione e relazioni di buon vicinato; sottolinea l'importanza di una strategia nazionale globale per la gestione interna dei crimini di guerra; esorta le autorità a continuare a lavorare sulla questione del destino delle persone scomparse, nonché sulla definizione di un sistema di risarcimento per le vittime e le loro famiglie, intesa come importante condizione preliminare per la riconciliazione, garantendo il diritto dei familiari delle vittime di sapere quale sia stata la sorte dei loro familiari scomparsi; segnala che la legge sulle vittime civili andrebbe approvata senza indugi ingiustificati dato che l'attuale legislazione non riconosce diverse tipologie di vittime di crimini di guerra; rileva che permangono controversie, in particolare nel contesto delle diverse interpretazioni di fatti storici recenti; ribadisce il proprio sostegno nei confronti dell'iniziativa RECOM, commissione regionale per l’accertamento dei fatti e la divulgazione della verità sui crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti umani commessi nell'ex Jugoslavia;
26. plaude alla pubblicazione di un progetto di strategia nazionale sui crimini di guerra, che stabilisce piani per procedere al perseguimento dei crimini commessi durante gli anni '90 nell'ex Jugoslavia; sottolinea la necessità di rafforzare e depoliticizzare le istituzioni serbe che si occupano dei crimini di guerra; chiede alla Serbia che sia istituito un efficace sistema di protezione dei testimoni e delle vittime e che sia riconosciuto alle vittime e alle loro famiglie il diritto al risarcimento; sollecita un miglioramento della cooperazione regionale nei casi di crimini di guerra; reitera il proprio appello alla Serbia di riesaminare la propria legislazione sulla giurisdizione nei procedimenti relativi a crimini di guerra in uno spirito di riconciliazione e di buon vicinato con la Commissione e con i suoi vicini;
27. accoglie con favore il continuo impegno della Serbia nel processo di normalizzazione delle relazioni con il Kosovo, e l'adozione definitiva, il 25 agosto 2015, di accordi fondamentali, in particolare per quanto riguarda l'istituzione dell'Associazione/Comunità dei comuni a maggioranza serba in Kosovo, l'energia, le telecomunicazioni, il ponte di Mitrovica; esorta la Serbia ad attuare rapidamente la propria parte di tali accordi e ad avviare un dialogo costruttivo con il Kosovo per la formulazione e l'attuazione di accordi futuri; osserva che sono stati compiuti progressi anche in altri importanti settori, quali la polizia e la protezione civile, l'assicurazione dei veicoli, le dogane, le modalità di collegamento e i registri catastali; ribadisce che i progressi nel dialogo dovrebbero essere misurati in base alla sua attuazione sul campo; invita la Serbia e il Kosovo ad astenersi dalla retorica negativa e a procedere alla piena attuazione, in buona fede e in modo tempestivo, di tutti gli accordi già raggiunti e a portare avanti con determinazione il processo di normalizzazione; invita i governi e le istituzioni dell'UE a continuare gli sforzi per comunicare e spiegare le disposizioni degli accordi raggiunti al fine di avvicinare le comunità di etnia albanese e serba in Kosovo; elogia gli sforzi della comunità imprenditoriale guidata dalle camere di commercio per contribuire alla normalizzazione delle relazioni, avviando un dialogo tra le camere di commercio della Serbia e del Kosovo, per affrontare gli ostacoli all'esercizio di un'attività tra le due parti e facilitare i contatti e la cooperazione tra imprese; invita la Commissione a sostenere il mantenimento e lo sviluppo di tali attività in futuro; incoraggia la Serbia e il Kosovo ad individuare nuovi ambiti di dialogo con l'obiettivo di migliorare le condizioni di vita della popolazione e completare la normalizzazione delle relazioni; invita il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a effettuare una valutazione dei progressi compiuti dalle due parti nell'adempimento dei rispettivi obblighi; esorta la Serbia ad agire in uno spirito di buon vicinato e si augura che la questione del rifiuto della domanda di adesione del Kosovo all'UNESCO non ostacoli il dialogo e l'ulteriore integrazione del Kosovo nelle organizzazioni regionali e internazionali e che la cooperazione e gli sforzi per la tutela del patrimonio culturale proseguiranno; sollecita Belgrado e Priština a mantenere relazioni di buon vicinato; si compiace della ripresa dei colloqui tra il primo ministro serbo Vučić e il primo ministro kosovaro Mustafa il 27 gennaio 2016; rileva che i problemi discussi comprendevano il riconoscimento reciproco dei diplomi universitari e professionali nonché il miglioramento dei collegamenti stradali e ferroviari; sottolinea che i progressi compiuti sul campo andranno a vantaggio dell'intera regione;
28. appoggia, nel contesto del processo di Berlino, la creazione del Forum della società civile dei Balcani occidentali, che offre ai rappresentanti della società civile della regione la possibilità di scambiare idee, esprimere le loro preoccupazioni e formulare raccomandazioni concrete agli organi decisionali e chiede che tale processo prosegua nel corso del prossimo vertice previsto a Parigi nel 2016 e che vengano organizzati workshop preparatori per le organizzazioni della società civile della regione;
Energia, ambiente e trasporto
29. sottolinea che la Serbia, in quanto parte contraente della Comunità dell'energia, deve rimanere attiva in seno alle istituzioni della Comunità dell'energia e continuare ad attuare l'acquis al fine di costruire reti energetiche sicure e sostenibili; invita le autorità serbe ad avviare l'attuazione degli obiettivi definiti nella strategia per lo sviluppo del settore energetico, dal momento che non vi sono investimenti significativi nel settore delle energie rinnovabili; incoraggia la Serbia a sviluppare la concorrenza nel mercato del gas e ad adottare misure per migliorare l'allineamento all'acquis nei settori delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica e la invita a puntare maggiormente sull'energia verde; invita la Commissione a sostenere il governo serbo nei propri sforzi volti a ridurre la dipendenza del paese dalle importazioni energetiche e diversificare l'approvvigionamento di gas della Serbia; osserva che il pacchetto IPA II 2015 adottato di recente comprende in particolare un programma con una dotazione di 155 milioni di EUR per contribuire a finanziare la realizzazione di grandi progetti infrastrutturali regionali nei settori dell'energia e dei trasporti nei Balcani occidentali; esorta la Serbia ad allinearsi con la media degli impegni dell'UE in materia di cambiamenti climatici e con l'accordo raggiunto a Parigi in occasione della COP 21;
30. invita il governo serbo, vista l'importanza del gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) per l'ulteriore sviluppo della cooperazione transfrontaliera tra gli Stati membri dell'UE e i loro vicini, a mettere a punto il necessario quadro giuridico che consenta la partecipazione della Serbia al GECT;
31. esprime preoccupazione per la mancata applicazione della normativa sui rifiuti e invita le autorità serbe a intensificare gli sforzi per chiudere e bonificare le discariche di rifiuti abusive e a sviluppare una politica credibile di riduzione dei rifiuti, in linea con la direttiva quadro sui rifiuti;
32. accoglie con favore il piano di ricostruzione, potenziamento e ammodernamento di parte della rete ferroviaria e incoraggia le autorità serbe a continuare e a migliorare ulteriormente il trasporto pubblico in cooperazione con i paesi vicini;
o o o
33. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché al governo e al parlamento della Serbia.