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Procedura : 2015/2285(INI)
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Ciclo del documento : A8-0030/2016

Testi presentati :

A8-0030/2016

Discussioni :

PV 24/02/2016 - 14
CRE 24/02/2016 - 14

Votazioni :

PV 25/02/2016 - 7.7
CRE 25/02/2016 - 7.7
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P8_TA(2016)0058

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Giovedì 25 febbraio 2016 - Bruxelles
Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: analisi annuale della crescita 2016
P8_TA(2016)0058A8-0030/2016

Risoluzione del Parlamento europeo del 25 febbraio 2016 sul Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: analisi annuale della crescita 2016 (2015/2285(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e gli articoli 136 e 148,

–  visto l'articolo 9 TFUE (clausola sociale orizzontale),

–  visto il regolamento (UE) n. 1175/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, che modifica il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche(1),

–  vista la direttiva 2011/85/UE del Consiglio, dell'8 novembre 2011, relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri(2),

–  visto il regolamento (UE) n. 1174/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulle misure esecutive per la correzione degli squilibri macroeconomici eccessivi nella zona euro(3),

–  visto il regolamento (UE) n. 1177/2011 del Consiglio, dell'8 novembre 2011, che modifica il regolamento (CE) n. 1467/97 per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi(4),

–  visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici(5),

–  visto il regolamento (UE) n. 1173/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, relativo all'effettiva esecuzione della sorveglianza di bilancio nella zona euro(6),

–  visto il regolamento (UE) n. 473/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sulle disposizioni comuni per il monitoraggio e la valutazione dei documenti programmatici di bilancio e per la correzione dei disavanzi eccessivi negli Stati membri della zona euro(7),

–  visto il regolamento (UE) n. 472/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sul rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri nella zona euro che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria(8),

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo 2010 e del 17 giugno 2010 nonché la comunicazione della Commissione del 3 marzo 2010 dal titolo: "Europa 2020: Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2010)2020),

–  vista la raccomandazione (UE) 2015/1184 del Consiglio, del 14 luglio 2015, relativa agli orientamenti di massima per le politiche economiche degli Stati membri e dell'Unione europea(9),

–  vista la decisione (UE) 2015/1848 del Consiglio, del 5 ottobre 2015, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione per il 2015(10),

–  visto il regolamento (UE) 2015/1017 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 giugno 2015, relativo al Fondo europeo per gli investimenti strategici, al polo europeo di consulenza sugli investimenti e al portale dei progetti di investimento europei e che modifica i regolamenti (UE) n. 1291/2013 e (UE) n. 1316/2013 – il Fondo europeo per gli investimenti strategici(11),

–  vista la comunicazione della Commissione del 13 gennaio 2015 dal titolo "Sfruttare al meglio la flessibilità consentita dalle norme vigenti del patto di stabilità e crescita" (COM(2015)0012),

–  vista la sua risoluzione del 24 giugno 2015 sulla verifica del quadro di governance economica: bilancio e sfide(12),

–  vista la relazione dal titolo "Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa" ("relazione dei cinque presidenti"),

–  vista la comunicazione della Commissione del 21 ottobre 2015 sulle tappe verso il completamento dell'Unione economica e monetaria (COM(2015)0600),

–  visto il comunicato dei leader del G20 in occasione del vertice di Adalia del 15 e 16 novembre 2015,

–  visto l'aggiornamento delle valutazioni della sostenibilità del personale dell'FMI per il processo di valutazione reciproca del G-20 sugli squilibri e la crescita ("Update of Staff Sustainability Assessments for the G-20 Mutual Assessment Process") (ottobre 2015),

–  visto l'accordo della COP 21 adottato il 12 dicembre 2015 in occasione della conferenza di Parigi sul clima,

–  viste le previsioni economiche della Commissione dell'autunno 2015,

–  visti gli studi e le analisi approfondite sul coordinamento delle politiche economiche nella zona euro nell'ambito del Semestre europeo elaborati per la commissione per i problemi economici e monetari (novembre 2015),

–  visti la comunicazione della Commissione del 26 novembre 2015 sull'analisi annuale della crescita 2016 (COM(2015)0690), la relazione 2016 sul meccanismo d'allerta (COM(2015)0691) e il progetto di relazione comune sull'occupazione (COM(2015)0700),

–  vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Programma di sostegno alle riforme strutturali per il periodo 2017-2020 e modifica i regolamenti (UE) n. 1303/2013 e (UE) n. 1305/2013 (COM(2015)0701),

–  vista la sua risoluzione del 25 novembre 2015 sulle decisioni anticipate in materia fiscale (tax ruling) e altre misure analoghe per natura o effetto(13),

–  vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2015 sul completamento dell'Unione economica e monetaria dell'Europa(14),

–  vista la raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro,

–  vista la discussione con i rappresentanti dei parlamenti nazionali sulle priorità del Semestre europeo per il 2016,

–  vista la relazione della Commissione del 14 dicembre 2015 sulle finanze pubbliche nell'UEM 2015 (Institutional Paper 014),

–  vista la discussione con la Commissione, in seno al Parlamento europeo, sul pacchetto del Semestre europeo – Analisi annuale della crescita 2016,

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e i pareri della commissione per i bilanci, della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e della commissione per lo sviluppo regionale (A8-0030/2016),

A.  considerando che la ripresa economica nell'Unione europea è in corso ma resta debole e disomogenea tra gli Stati membri e all'interno degli stessi, oltre a essere parzialmente determinata da fattori temporanei ed esterni, tra cui bassi prezzi del petrolio;

B.  considerando che alcuni Stati membri devono affrontare il problema persistente dei tassi di crescita molto bassi;

C.  considerando che la crescita economica globale sta rallentando, in un contesto di turbolenze economiche e finanziarie in numerose economie emergenti, il che comporta nuove sfide strategiche alle quali l'Unione si deve adeguare in modo appropriato;

D.  considerando che l'Europa risulta ancora interessata da un'importante carenza di investimenti, il che indebolisce notevolmente il potenziale di crescita dell'UE nel lungo termine, mentre cresce l'avanzo delle partite correnti della zona euro; che l'indebitamento pubblico e privato resta elevato in molti paesi sebbene si siano ridotti i disavanzi delle partite correnti; che diversi Stati membri dovrebbero intensificare gli sforzi al fine di attuare riforme strutturali significative;

E.  considerando che, nonostante diversi Stati membri abbiano registrato sensibili riduzioni dei disavanzi delle partite correnti e la riduzione del costo unitario del lavoro, nella maggior parte degli Stati membri il debito estero netto in percentuale del PIL non è diminuito;

F.  considerando che il tasso di occupazione sta migliorando, anche se non abbastanza per arginare in modo significativo la disoccupazione, in particolare quella giovanile e di lunga durata, e la povertà;

G.  considerando che, rispetto ai suoi concorrenti, l'Europa è lo spazio economico più dipendente dalle importazioni di risorse; che la creazione di una reale economia circolare in Europa è dunque una condizione necessaria per la futura crescita economica;

H.  considerando che la crisi del 2008 non era solo di natura ciclica ma anche strutturale, il che spiega i suoi effetti duraturi;

I.  considerando che la libera circolazione di persone, beni, servizi e capitali costituisce la pietra angolare della crescita economica sostenibile nel mercato unico dell'Unione europea;

J.  considerando che l'elusione e l'evasione fiscali nonché la pianificazione fiscale aggressiva hanno causato miliardi di perdite in termini di entrate potenziali per le finanze pubbliche di diversi Stati membri, il che è andato a vantaggio delle grandi imprese e ha compromesso le basi della solidarietà tra paesi e della concorrenza leale tra le imprese;

Combinazione di politiche

1.  accoglie con favore il pacchetto relativo all'analisi annuale della crescita 2016 e la proposta combinazione di politiche d'investimento, riforme strutturali e responsabilità fiscale, con l'obiettivo di promuovere livelli di crescita ancor più sostenuti e rafforzare la ripresa in Europa e la convergenza verso l'alto; sottolinea che, per ottenere una ripresa economica più solida e una prosperità sostenibile e ampiamente condivisa, sono necessari notevoli sforzi nazionali in termini di attuazione efficace delle riforme strutturali nonché un maggiore coordinamento a livello europeo;

2.  si compiace dei miglioramenti nelle finanze pubbliche, segnatamente della graduale riduzione del rapporto debito-PIL per l'UE e la zona euro e del calo dei disavanzi di bilancio; osserva tuttavia che il rapporto debito-PIL continua a crescere in molti Stati membri caratterizzati da una debole crescita del PIL nominale e una bassa inflazione e che vi sono ancora nove Stati membri sottoposti alla procedura per i disavanzi eccessivi; sottolinea che molti Stati membri dispongono di un limitato margine di bilancio per far fronte a eventuali nuovi shock economici e che andrebbe pertanto valutata la possibilità di potenziare il coordinamento a livello europeo onde sostenere il risanamento dei conti pubblici senza ostacolare la crescita;

3.  osserva che la competitività globale dell'Unione europea resta un obiettivo rilevante e sottolinea l'importanza delle riforme strutturali, degli investimenti in R&S, dell'efficienza sul piano delle risorse, dell'innovazione che stimola la produttività e della riduzione degli squilibri macroeconomici; ritiene, al tempo stesso, che il peggioramento delle prospettive globali richieda anche un rafforzamento della domanda interna al fine di rendere l'economia europea più resiliente; è preoccupato, nello specifico, per un eventuale rallentamento della domanda globale;

4.  reputa che gli squilibri macroeconomici vadano affrontati con uno sforzo coordinato che coinvolga tutti gli Stati membri, sulla base di riforme e investimenti pertinenti; evidenzia che ogni Stato membro deve tener fede alle proprie responsabilità in tal senso; osserva che gli elevati avanzi delle partite correnti implicano la possibilità di un aumento della domanda interna; sottolinea che gli elevati livelli di debito pubblico e privato rappresentano un'importante vulnerabilità e che per ridurli più velocemente occorrono politiche di bilancio responsabili unitamente ad una crescita maggiore;

5.  chiede che siano profusi ulteriori sforzi per sostenere la ripresa, stimolare la convergenza verso gli Stati che registrano i risultati migliori e correggere gli squilibri macroeconomici, anche aumentando la produttività e promuovendo gli investimenti;

6.  è confortato dai lievi miglioramenti negli indicatori del mercato del lavoro, pur riconoscendo che permane una forte divergenza fra gli Stati membri e la disoccupazione resta tuttora a livelli inaccettabilmente elevati; constata la necessità di consolidare ulteriormente i recenti miglioramenti incrementando, a titolo di esempio, la qualità dei posti di lavoro creati e la relativa produttività; chiede maggiori sforzi per incentivare gli investimenti nelle capacità, rendere il mercato del lavoro maggiormente inclusivo, creare posti di lavoro di qualità e ridurre la povertà, l'esclusione sociale e le crescenti disuguaglianze in termini di reddito e ricchezza, pur mantenendo la disciplina di bilancio; sottolinea che gli indicatori occupazionali dovrebbero avere il medesimo status di cui godono gli indicatori esistenti, in modo da consentire lo svolgimento di un'analisi approfondita e da evitare un approccio del tipo "due pesi, due misure", e che dovrebbero essere adeguatamente presi in considerazione nelle politiche e negli orientamenti dell'UE destinati agli Stati membri;

7.  accoglie con favore il rinnovamento degli orientamenti integrati di Europa 2020 e chiede che sia rafforzato il ruolo della strategia Europa 2020 nel guidare il Semestre europeo, in linea con gli obiettivi del trattato e la legislazione applicabile, e nell'impedire il ripetersi di una crisi del debito sovrano; sottolinea l'importanza di politiche e strumenti ambiziosi per garantire che l'Europa tragga il massimo vantaggio dalle transizioni in campo energetico e digitale, anche grazie a investimenti adeguati in RSI e competenze, riducendo il divario tra l'Europa e i suoi principali concorrenti mondiali in termini di produttività totale dei fattori; reputa fondamentale combattere le disuguaglianze economiche che agiscono da ostacolo a una crescita economica durevole; invita la Commissione a occuparsi delle riforme fiscali ecologiche nelle raccomandazioni specifiche per paese, anche nel contesto della responsabilità di bilancio; chiede un monitoraggio coerente ed olistico della convergenza verso i paesi con i risultati migliori in relazione agli obiettivi della strategia Europa 2020;

Investimenti

8.  chiede che il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) sia utilizzato, conformemente al proprio mandato, per massimizzare il sostegno ai progetti strategici che non avrebbero potuto essere finanziati con altri fondi; invita gli Stati membri e il veicolo FEIS a prevedere uno stretto coinvolgimento delle autorità locali e regionali nell'elaborazione delle riserve di progetti e delle piattaforme di investimento, con l'ausilio del Polo europeo di consulenza sugli investimenti e del Portale dei progetti di investimento europei; sottolinea altresì l'importanza di realizzare sinergie tra il FEIS e i Fondi strutturali e d'investimento europei;

9.  invita la Commissione e gli Stati membri a sfruttare appieno i Fondi strutturali e d'investimento europei (fondi SIE), in linea con la strategia Europa 2020, al fine di rafforzare la coesione e attenuare le divergenze nel mercato unico, consentendo a tutte le regioni di sviluppare i propri vantaggi concorrenziali e promuovendo ulteriori investimenti privati; ritiene che tali investimenti dovrebbero servire a creare una politica industriale coerente e prestare un'attenzione particolare alla creazione di posti di lavoro di qualità, in particolare per i giovani; sottolinea la necessità di un'adeguata capacità amministrativa, di un ruolo attivo delle regioni e di un migliore coordinamento a tutti i livelli di governo e tra di essi; chiede di valutare la necessità di un'ulteriore azione politica volta a ridurre il divario in termini di investimenti nell'Unione europea;

10.  è consapevole dell'attuale processo di riduzione dell'indebitamento nel settore privato; sottolinea che il tasso di investimento in Europa è ben al di sotto del periodo pre-crisi; mette in rilievo, in tale contesto, l'importanza di attuare rapidamente l'Unione bancaria e la riforma strutturale delle banche, nonché di stimolare gli investimenti azionari nelle PMI grazie all'Unione dei mercati dei capitali; chiede di avvalersi pienamente del FEIS e del programma COSME al fine di migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti; reputa che una maggiore prevedibilità delle norme nel mercato unico rafforzerebbe la fiducia degli investitori;

11.  sottolinea la necessità di maggiori investimenti nel capitale umano, in particolare nel campo dell'istruzione e dell'innovazione, anche nel contesto delle riforme del mercato del lavoro; sottolinea che occorre migliorare i sistemi di istruzione, formazione professionale e apprendimento permanente a livello nazionale e adeguarli alle nuove competenze e conoscenze richieste sul mercato del lavoro dell'Unione; evidenzia che tutti gli elementi summenzionati permetteranno all'innovazione di diventare un fattore chiave della crescita, della produttività e della competitività; invita gli Stati membri, in tale contesto, a migliorare la produttività degli investimenti pubblici;

12.  accoglie con favore i profili di investimento specifici per paese che individuano alcune delle principali sfide per gli investimenti nei singoli Stati membri; invita la Commissione e gli Stati membri a coinvolgere tutti i livelli di governo e le parti interessate nell'individuazione degli ostacoli agli investimenti, concentrandosi in particolare sul mercato interno, sulla debolezza della domanda interna e sulle riforme strutturali e mettendo a disposizione strumenti adeguati che riuniscano investimenti pubblici e privati; sottolinea l'importanza di ingenti livelli di investimenti produttivi ai fini di un processo di ripresa economica duratura tra gli Stati membri; rileva che in ogni paese occorre trovare un buon equilibrio tra le spese attuali, la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche e gli investimenti nel potenziale di crescita economica e che gli strumenti europei e del mercato unico, quali il FEIS e i fondi SIE, hanno un importante ruolo da svolgere per sostenere un buon livello di investimenti; evidenzia che deboli investimenti pubblici nel campo della ricerca e dell'innovazione in diversi paesi potrebbero fare cadere questi ultimi nella trappola del reddito medio;

Riforme strutturali

13.  ritiene che, dopo un lungo periodo di adeguamento macroeconomico, occorrerebbe concentrarsi sulla realizzazione di riforme strutturali e investimenti al fine di rafforzare il potenziale di crescita basato sull'occupazione di qualità e la produttività, promuovere sistemi di protezione sociale equi, solidi, efficienti e sostenibili sul piano finanziario nonché favorire una transizione sostenibile delle economie degli Stati membri verso una maggiore efficienza delle risorse;

14.  chiede riforme sostenibili dei mercati dei prodotti, dei servizi e del lavoro e, in relazione ai regimi pensionistici, chiede una regolamentazione di qualità, che promuova l'innovazione, la creazione di posti di lavoro e una concorrenza equa e a favore del benessere, senza indebolire la protezione dei consumatori;

15.  sottolinea l'importanza di una maggiore efficienza energetica e delle risorse, anche grazie allo sviluppo dell'economia circolare; sottolinea l'importanza di sviluppare ulteriormente un'autentica Unione dell'energia, basata sulla solidarietà, l'efficacia e la diversità senza ignorare le fonti autoctone di energia, ivi compresa quella rinnovabile; invita la Commissione a includere queste preoccupazioni nelle raccomandazioni specifiche per paese, là dove sono di maggior rilevanza per la competitività e la crescita sostenibile;

16.  chiede che siano adottati ulteriori provvedimenti per stimolare la creazione di posti di lavoro di qualità e creare mercati del lavoro resilienti con una minore segmentazione; sottolinea l'importanza di sistemi di protezione sociali sostenibili ed efficaci; ricorda che un fattore importante per mantenere la sostenibilità dei sistemi pensionistici è quello di assicurare un tasso di occupazione elevato;

17.  sottolinea la necessità di una pubblica amministrazione moderna, efficiente e vicina ai cittadini a tutti i livelli di governo nonché di norme trasparenti ed efficaci in materia di appalti pubblici; sottolinea l'importanza di adottare misure supplementari in vista di un'autentica amministrazione elettronica negli Stati membri e tra di essi; chiede alla Commissione e agli Stati membri di individuare e correggere le carenze nelle rispettive amministrazioni che potrebbero rivelarsi pregiudizievoli nelle situazioni di crisi;

18.  chiede un maggiore alleggerimento della pressione fiscale sul lavoro, che va deciso a livello nazionale, assicurando nel contempo la sostenibilità dei sistemi di protezione sociale;

19.  prende atto della proposta relativa al programma di sostegno alle riforme strutturali, che è concepito per rafforzare l'attuazione di riforme favorevoli alla crescita negli Stati membri e va stabilito nell'ambito della procedura legislativa ordinaria; ribadisce che incombe agli Stati membri la responsabilità di attuare le riforme strutturali;

Responsabilità di bilancio

20.  ribadisce la necessità di politiche di bilancio responsabili e favorevoli alla crescita, garantendo la sostenibilità del debito, tenendo conto del ciclo economico e dei divari tra i livelli di investimento e rispettando allo stesso tempo i diritti sociali dei cittadini; ricorda che l'elevato livello di indebitamento di alcuni Stati membri costituisce un rischio considerevole in caso di eventuali futuri shock nella zona euro; evidenzia che vanno intensificati gli sforzi volti ad accrescere la resilienza delle finanze pubbliche e a promuovere la crescita nei paesi con un elevato rapporto debito/PIL, al fine di riportare tali paesi su una traiettoria sostenibile;

21.  insiste sull'attuazione del patto di stabilità e crescita, facendo nel contempo pieno uso delle relative clausole di flessibilità esistenti, conformemente alla comunicazione della Commissione del 13 gennaio 2015 (COM(2015)0012), anche per sostenere maggiori investimenti e riforme strutturali nonché per far fronte alle minacce per la sicurezza e ai flussi di rifugiati;

22.  sottolinea la necessità di migliorare la riscossione delle imposte, contrastare la frode e l'evasione fiscali e imporre misure contro la pianificazione fiscale aggressiva e i paradisi fiscali, nonché la necessità di un migliore coordinamento delle politiche fiscali all'interno dell'UE; chiede che i sistemi fiscali siano efficaci e trasparenti al fine di incrementare la riscossione delle imposte, prevenire l'evasione fiscale e contrastare la criminalità organizzata; ritiene pertanto che le autorità fiscali e doganali debbano essere dotate di sufficienti risorse umane, materiali e finanziarie;

23.  sostiene le azioni razionali e specifiche per paese finalizzate a migliorare la qualità e l'efficienza della spesa pubblica e il suo carattere d'incentivo alla crescita, in particolare spostando le spese improduttive verso investimenti che favoriscano la crescita, senza tuttavia pregiudicare l'essenziale fornitura di servizi pubblici e sociali;

Attenzione specifica alla zona euro

24.  plaude alla raccomandazione sulla politica economica della zona euro, proposta dalla Commissione sei mesi prima delle raccomandazioni specifiche per paese, in quanto si tratta di un passo in avanti per approfondire il coordinamento politico a seguito della relazione dei cinque presidenti e delle pertinenti risoluzioni del Parlamento europeo;

25.  sottolinea che, dato il suo elevato livello di interdipendenza e l'unicità della sua politica monetaria, la zona euro è un'entità economica in cui la convergenza verso i paesi con i risultati migliori va promossa e sostenuta da un maggiore coordinamento delle politiche nazionali; pone l'accento sull'importanza che tutti governi nazionali rafforzino le azioni finalizzate ad attuare nei rispettivi Stati membri le riforme economiche e gli investimenti necessari per ridurre gli squilibri macroeconomici e prevenire gli eventuali effetti negativi delle politiche nazionali su altri Stati membri; chiede pertanto una valutazione approfondita degli squilibri macroeconomici e delle ricadute onde integrare la valutazione delle vulnerabilità specifiche per paese e del dialogo macroeconomico; insiste sulla piena coerenza tra la raccomandazione relativa alla zona euro e le raccomandazioni specifiche per paese;

26.  plaude alla maggiore attenzione riservata alla posizione di bilancio aggregata della zona euro, che non sposta l'attenzione dalle singole responsabilità degli Stati membri; ricorda che, nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi, il disavanzo di bilancio in uno Stato membro non può essere compensato da un avanzo di bilancio in un altro Stato; chiede, data la grande carenza di investimenti, il monitoraggio periodico dell'adeguatezza della posizione di bilancio aggregata;

27.  sostiene la raccomandazione di differenziare lo sforzo di bilancio dei singoli Stati membri tenendo conto delle loro rispettive posizioni rispetto agli obblighi e alle necessità di stabilizzazione di cui al patto di stabilità e crescita, nonché degli effetti di ricaduta; osserva che per molti Stati membri ciò implica il proseguimento di un risanamento di bilancio favorevole alla crescita; constata, d'altro canto, che alcuni paesi dispongono di un margine di bilancio sempre più ampio rispetto agli obblighi di cui al patto di stabilità e di crescita, che nella congiuntura attuale potrebbe essere impiegato per contribuire a sostenere l'economia nazionale;

28.  osserva che, mentre l'elevato avanzo delle partite correnti della zona euro costituisce un segnale positivo della sua competitività esterna, il suo attuale livello riflette anche una mancanza di investimenti interni, con effetti negativi sulla crescita e sull'occupazione; ritiene che una domanda interna più forte andrebbe a vantaggio di una crescita sostenibile della zona euro, e sarebbe preferibile anche da una prospettiva globale; è consapevole del fatto che l'avanzo delle partite correnti di alcuni Stati membri va di pari passo con gli effetti di ricaduta positivi su tutta la catena del valore, di cui gli altri Stati Membri possono beneficiare in svariati modi; prende atto, inoltre, del ruolo della moneta unica nell'aiutare i paesi più competitivi a mantenere avanzi elevati rispetto al resto del mondo; accoglie con favore la conclusione delle previsioni dell'inverno 2016 della Commissione secondo cui nel 2015 la crescita economica in alcuni Stati membri è stata trainata principalmente dalla domanda interna; ritiene importante che gli Stati membri con gli avanzi delle partite correnti più elevati continuino ad ampliare la loro domanda interna a loro vantaggio e nell'interesse generale; invita al contempo gli Stati membri meno competitivi ad attuare in modo efficace riforme strutturali ed effettuare investimenti di alta qualità allo scopo di modernizzare le loro economie e creare un clima imprenditoriale sostenibile per gli investimenti a lungo termine, in linea con la strategia Europa 2020; ritiene che sia questo il modo migliore per ridurre gli squilibri macroeconomici all'interno degli Stati membri, invece di una svalutazione interna che indebolisce la domanda e rallenta la crescita economica in tutta la zona euro;

29.  sottolinea la necessità di stimolare una reale convergenza economica e sociale, guidata da miglioramenti della produttività e dei fattori non di costo; sottolinea l'importanza del fatto che tutti gli Stati membri attuino in modo efficace riforme strutturali, migliorino la qualità della spesa pubblica e dispongano di una capacità d'investimento sufficiente, al fine di consentire una crescita equilibrata e sostenibile, il che è essenziale anche per ridurre il rapporto debito/PIL; riconosce che un elevato debito pubblico e privato riduce in modo significativo la capacità d'investimento e quindi rallenta la crescita;

30.  ricorda che la determinazione dei salari è una questione di contrattazione collettiva autonoma e invita i soggetti interessati a garantire un'evoluzione salariale responsabile e favorevole alla crescita che rispecchi l'aumento della produttività; invita in particolare i soggetti interessati dei paesi con disavanzi o quasi pareggio delle partite correnti a proseguire negli sforzi volti a rafforzare la produttività e a mantenere la competitività; invita al contempo i soggetti interessati dei paesi che hanno un avanzo elevato a utilizzare i risparmi in eccesso per sostenere la domanda interna e gli investimenti;

31.  chiede che siano adottate misure per prevenire una corsa al ribasso in termini di imposizione fiscale e norme sociali, che comporterebbe un aumento delle disuguaglianze; ricorda la necessità di mantenere la competitività internazionale sulla base della produttività e della convergenza verso l'alto; si compiace della crescente attenzione riservata a tre indicatori legati all'occupazione nel quadro di valutazione degli squilibri macroeconomici e chiede alla Commissione di equipararli agli altri; ritiene inoltre che l'analisi del quadro di valutazione degli indicatori occupazionali e sociali chiave e dei pertinenti indicatori di efficienza delle risorse dovrebbe essere adeguatamente presa in considerazione negli orientamenti strategici;

32.  prende atto delle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2015 sull'unione economica e monetaria e invita la Commissione a iniziare quanto prima a predisporre le misure a più lungo termine;

Un semestre europeo più efficace con una maggiore responsabilità democratica

33.  deplora la scarsa attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese e ritiene che, per migliorare l'attuazione, sia necessaria una migliore individuazione di priorità chiaramente articolate a livello europeo nonché il rafforzamento di un autentico dibattito pubblico e della volontà e dell'impegno politici a livello nazionale, fattori che porterebbero a una maggiore pertinenza e titolarità sul piano nazionale; accoglie con favore a tale riguardo le visite effettuate dai membri della Commissione negli Stati membri al fine di discutere il processo del semestre europeo e i relativi documenti;

34.  chiede che si raggiunga il giusto equilibrio tra l'elaborazione di raccomandazioni specifiche per paese incentrate su priorità chiave e la garanzia che tali raccomandazioni affrontino tutte le sfide chiave, compresa la necessità di evitare il ripetersi di una crisi del debito sovrano nonché di aumentare la competitività, la crescita e l'occupazione, tenendo conto degli obiettivi della strategia Europa 2020;

35.  si compiace del dibattito svoltosi il 15 dicembre 2015 in Aula con i presidenti della Commissione e dell'Eurogruppo relativamente al progetto di raccomandazione sulla zona euro, e chiede che tali dibattiti in Aula diventino un appuntamento regolare del semestre europeo; ritiene che tali dibattiti rafforzino e integrino il dialogo democratico esistente, in particolare il dialogo economico, contribuendo ad aumentare la responsabilità dell'esecutivo;

36.  sottolinea che il Consiglio europeo di primavera dovrebbe restare il momento centrale per la definizione delle priorità politiche; si compiace della discussione tenutasi con la Commissione in Aula sulle priorità dell'analisi annuale della crescita prima e dopo la sua adozione; ricorda che la definizione della politica economica in seguito alle raccomandazioni formulate dal Consiglio all'indirizzo degli Stati membri costituisce un atto esecutivo che deve essere sottoposto al controllo e al dibattito democratico del Parlamento europeo; invita pertanto il Consiglio ad adottare le raccomandazioni sulla zona euro e le conclusioni sul pacchetto dell'analisi annuale della crescita una volta che il Parlamento avrà potuto pronunciarsi in proposito; ribadisce la propria volontà di esaminare rapidamente tali documenti e di prendere una posizione ben prima del Consiglio europeo di primavera; accoglie con favore l'invito rivolto al Parlamento europeo affinché il suo Presidente renda nota la sua posizione al Consiglio europeo di primavera; sottolinea inoltre che il trattato prevede che il Parlamento europeo sia informato dell'adozione di raccomandazioni da parte del Consiglio nonché dei risultati della sorveglianza multilaterale;

37.  sottolinea l'importanza che i parlamenti nazionali tengano dibattiti sulle relazioni nazionali e sulle raccomandazioni specifiche per paese e che votino sui programmi di riforma nazionali nonché sui programmi di convergenza e di stabilità nazionali; invita gli Stati membri a coinvolgere in maniera strutturata le parti sociali, le autorità locali e regionali e altri soggetti interessati, sfruttando la tempestiva pubblicazione delle relazioni per paese; sottolinea il ruolo insostituibile delle parti sociali nell'ambito della determinazione dei salari e il ruolo vitale che esse dovrebbero svolgere nel più ampio dibattito economico, in particolare quando si tratta di promuovere la produttività; chiede inoltre una maggiore cooperazione dei parlamenti nazionali con il Parlamento europeo;

38.  esorta la Commissione ad avviare i negoziati in merito a un accordo interistituzionale sulla governance economica; insiste affinché questo accordo interistituzionale garantisca, nel quadro dei trattati, che la struttura del semestre europeo consenta un controllo parlamentare idoneo e periodico del processo, soprattutto per quanto riguarda le priorità dell'analisi annuale della crescita e le raccomandazioni relative alla zona euro;

Politiche di bilancio

39.  deplora l'assenza di una leva finanziaria sufficiente a causa della limitata dimensione del bilancio UE, mentre risulta impossibile modificare il sistema delle risorse proprie e vi è mancanza di coerenza fra le previsioni economiche, le priorità di politica economica e le procedure di bilancio annuali e pluriennali;

40.  evidenzia che il bilancio dell'UE contribuisce direttamente al conseguimento di due dei tre obiettivi dell'analisi annuale della crescita 2016 (rilanciare gli investimenti, proseguire le riforme strutturali, attuare politiche di bilancio responsabili, sincere e all'altezza degli impegni politici annunciati); si compiace della proposta della Commissione di utilizzare i fondi dell'UE a fini di assistenza tecnica a sostegno delle riforme strutturali;

41.  ritiene che il bilancio dell'UE potrebbe contribuire ad alleviare la pressione sui bilanci nazionali e sostenere gli sforzi di consolidamento di bilancio mediante l'introduzione di risorse proprie nonché una razionalizzazione delle spese; è fermamente convinto che la diversificazione delle forme di gestione dei fondi pubblici a livello di Unione consentirebbe di realizzare economie di scala e, quindi, di ridurre le spese, ad esempio nei settori diplomatico e militare, senza tuttavia rimettere in discussione il principio della gestione condivisa, in particolare per i fondi strutturali;

42.  ricorda che un bilancio dell'Unione in disavanzo è illegale; constata che gli Stati membri considerano il bilancio dell'Unione una variabile di aggiustamento dei bilanci nazionali;

43.  sottolinea che una maggiore integrazione nella zona euro è indispensabile al fine di completare l'Unione economica e monetaria (UEM) e che l'unione di bilancio è una pietra angolare del buon funzionamento dell'euro;

44.  chiede, per quanto riguarda la posizione del Parlamento sulla zona euro e la sua capacità finanziaria, di tener conto delle conclusioni della relazione d'iniziativa sulla capacità finanziaria della zona euro, che sarà elaborata nel corso del 2016;

45.  chiede alla Commissione di procedere con la revisione del quadro finanziario pluriennale (QFP) concordato a giugno 2013 nell'ambito di un accordo politico fra Parlamento, Commissione e Consiglio; sottolinea come l'inadeguatezza dell'attuale QFP sia stata resa evidente dalle crisi finanziarie e umanitarie che hanno colpito l'Unione tra il 2009 e il 2014; segnala inoltre la necessità di procedere a una riforma sostanziale della programmazione finanziaria dell'UE che tenga debitamente conto degli obiettivi, del finanziamento e della durata degli strumenti a disposizione.

Politiche in materia di ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare

46.  sottolinea che, affinché la riforma della normativa sui rifiuti e il piano d'azione per un'economia circolare possano favorire la transizione dell'economia europea a un modello circolare, è essenziale includere raccomandazioni a questo proposito nel processo del semestre europeo, al fine di promuovere la competitività, creare occupazione e generare una crescita sostenibile; raccomanda che i principi dell'economia circolare siano inseriti nelle raccomandazioni specifiche per paese;

47.  ribadisce la necessità di un quadro fiscale che valorizzi lo sviluppo di politiche sostenibili e che sia conforme al principio "chi inquina paga", dando i giusti segnali a favore di investimenti nell'efficienza delle risorse, nella modernizzazione dei processi di produzione e nella fabbricazione di prodotti più duraturi e più facilmente riparabili; ribadisce la necessità di eliminare gradualmente le sovvenzioni dannose per l'ambiente, comprese quelle a favore dei combustibili fossili, e di trasferire gli oneri fiscali dal lavoro all'inquinamento ambientale;

48.  ritiene importante valutare l'efficacia e la sostenibilità dei sistemi sanitari nel quadro del semestre europeo, è a favore di una transizione verso un approccio orientato ai risultati e reputa opportuno porre l'accento sulla prevenzione delle malattie e la promozione della salute; invita la Commissione a elaborare strumenti, insieme alle parti interessate, per monitorare i risultati nell'ambito della sanità, misurare l'accesso a servizi sanitari di elevata qualità e incoraggiare la trasparenza dei costi della ricerca in ambito medico, allo scopo di ridurre le divergenze sociali e le diseguaglianze in ambito sanitario tra gli Stati membri e all'interno di essi; invita la Commissione a tener conto degli effetti sanitari e fiscali a lungo termine delle misure relative ai programmi di prevenzione nelle raccomandazioni specifiche per paese;

49.  sottolinea l'importanza della sostenibilità del settore sanitario, che svolge un ruolo importante nell'economia complessiva dal momento che rappresenta l'8 % della forza lavoro totale in Europa e il 10 % del PIL dell'Unione europea, e della parità di accesso ai servizi sanitari per tutti i cittadini, in quanto la salute costituisce un fattore essenziale di stabilità, sostenibilità e ulteriore sviluppo degli Stati membri e della loro economia;

Politiche regionali

50.  rileva l'importanza degli investimenti dell'UE per le regioni meno sviluppate e l'importanza di assicurare che essi siano capaci di attrarre ulteriori investimenti, promuovendo in tal modo la coesione economica, sociale e territoriale;

51.  rileva i collegamenti esistenti tra gli obiettivi del processo del semestre europeo e la programmazione dei fondi SIE per il periodo 2014-2020, che si riflettono negli accordi di partenariato; ritiene pertanto che, a seguito alla riforma del 2014-2020, gli strumenti della politica di coesione potrebbero svolgere un ruolo molto importante nell'attuazione delle pertinenti RSP, sostenendo così le riforme strutturali e contribuendo alla realizzazione degli obiettivi strategici dell'UE, nonché all'attuazione effettiva degli accordi di partenariato; sottolinea, tuttavia, la natura pluriennale e a lungo termine dei programmi e degli obiettivi nell'ambito dei fondi SIE, che contrasta con il ciclo annuale del semestre europeo, e la necessità di coordinamento tra le priorità dell'Unione europea, da un lato, e le esigenze nazionali, regionali e locali, dall'altro;

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52.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, ai parlamenti nazionali e alla Banca centrale europea.

(1) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 12.
(2) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 41.
(3) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 8.
(4) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 33.
(5) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.
(6) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 1.
(7) GU L 140 del 27.5.2013, pag. 11.
(8) GU L 140 del 27.5.2013, pag. 1.
(9) GU L 192 del 18.7.2015, pag. 27.
(10) GU L 268 del 15.10.2015, pag. 28.
(11) GU L 169 dell'1.7.2015, pag. 1.
(12) Testi approvati, P8_TA(2015)0238.
(13) Testi approvati, P8_TA(2015)0408.
(14) Testi approvati, P8_TA(2015)0469.

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