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Procedura : 2015/2791(RSP)
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B8-0255/2016

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Giovedì 25 febbraio 2016 - Bruxelles
Apertura dei negoziati in vista di un accordo di libero scambio UE-Tunisia
P8_TA(2016)0061B8-0255/2016

Risoluzione del Parlamento europeo del 25 febbraio 2016 sull'avvio di negoziati per un accordo di libero scambio tra l'Unione europea e la Tunisia (2015/2791(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visto l'avvio di negoziati per un accordo di libero scambio tra l'Unione europea e la Tunisia annunciato il 13 ottobre 2015,

–  visti l'articolo 21 del trattato sull'Unione europea (TUE) e gli articoli 207 e 218 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  viste la dichiarazioni della Commissaria Cecilia Malmström del 13 ottobre 2015 a Tunisi in occasione dell'apertura dei negoziati sull'accordo di libero scambio completo e approfondito tra l'Unione europea e la Tunisia,

–  vista la decisione del 9 ottobre 2015 di attribuire il premio Nobel per la pace 2015 al Quartetto per il dialogo nazionale che rappresenta la società civile tunisina,

–  viste le conclusioni del Consiglio dell'Unione europea del 20 luglio 2015 sulla Tunisia(1),

–  vista la raccomandazione n. 1/2015 del Consiglio di associazione UE-Tunisia, del 17 marzo 2015, relativa all'attuazione del piano d'azione UE-Tunisia (2013-2017) per la realizzazione del partenariato privilegiato nell'ambito della politica europea di vicinato(2),

–  vista la decisione n. 534/2014/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, relativa alla concessione di un'assistenza macrofinanziaria alla Tunisia(3), nonché alla messa a disposizione di una prima rata il 26 aprile 2015,

–  viste le analisi effettuate da Ecorys relative all'impatto del commercio sullo sviluppo sostenibile a sostegno dei negoziati per un accordo di libero scambio globale e approfondito tra l'Unione europea e la Tunisia(4),

–  visti la valutazione dell'impatto sullo sviluppo sostenibile (SIA) relativa alla zona di libero scambio euromediterranea (ZLSEM), la relazione definitiva del progetto SIA della ZLSEM e il progetto di consultazione realizzato nel settembre 2007 dall'Impact Assessment Research Centre (centro di ricerca sullo studio di impatto) dell'Institute for Development Policy and Management (istituto per la politica e la gestione dello sviluppo) dell'università di Manchester(5),

–  visti gli accordi di associazione euromediterranei tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Tunisia dall'altra(6),

–  vista la comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del mercoledì 18 novembre 2015, dal titolo: "Riesame della politica europea di vicinato",

–  viste le sue precedenti risoluzioni sull'Unione per il Mediterraneo e i paesi del vicinato meridionale, in particolare la sua risoluzione del 10 maggio 2012 dal titolo "Commercio per il cambiamento: Strategia dell'Unione europea in materia di commercio e di investimento per il Mediterraneo meridionale dopo le rivoluzioni della primavera araba"(7),

–  vista la proposta di risoluzione della commissione per il commercio internazionale,

–  visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che le relazioni eurotunisine sono strette e di lunga data e che l'Unione europea è il primo partner commerciale della Tunisia e la Tunisia il 34° partner dell'Unione;

B.  considerando che il primo accordo di cooperazione commerciale tra i due partner risale al 1969 e che la Tunisia è stato il primo paese del Mediterraneo meridionale a firmare un accordo di associazione con l'Unione europea nel 1995;

C.  considerando che il 13 ottobre 2015 l'Unione europea e la Tunisia hanno avviato negoziati per un accordo di libero scambio ambizioso sulla base del mandato adottato il 14 dicembre 2015 all'unanimità dagli Stati membri dell'UE e che un primo ciclo nazionale si è tenuto dal 19 al 22 ottobre 2015;

D.  considerando che le discussioni preliminari tra l'Unione europea e la Tunisia sull'accordo di libero scambio globale e approfondito sono durate quattro anni e che la Tunisia ha istituito una commissione nazionale per definire le proprie priorità;

E.  considerando che l'approfondimento delle relazioni commerciali eurotunisine attraverso la conclusione di un partenariato commerciale ambizioso rappresenta un'opportunità di crescita e di ravvicinamento delle economie della Tunisia e dell'Unione europea; che detto partenariato deve concorrere alla stabilizzazione politica e democratica della Tunisia;

F.  considerando che il partenariato commerciale si inserisce nel contesto più ampio delle relazioni di vicinato tra l'Unione europea e la Tunisia, rette dall'accordo mediterraneo di associazione del 1995 che prevede la creazione di una zona di libero scambio e disposizioni sull'agricoltura e i servizi; che il Consiglio di associazione UE-Tunisia il 17 marzo 2015 ha adottato un nuovo piano d'azione per attuare il partenariato privilegiato al fine di pervenire a un livello elevato di integrazione economica; che il riesame della politica europea di vicinato deve promuovere i valori e gli interessi comuni dell'Unione e della Tunisia, uno sviluppo socioeconomico solidale e la creazione di posti di lavoro per i giovani nonché portare a una stabilizzazione economica;

G.  considerando che la Tunisia, culla di eventi noti con la denominazione di "Primavera araba", è l'unico paese della regione del Vicino e Medio Oriente e dell'Africa del nord in cui è stato attuato un processo di transizione democratica e politica e a tale titolo rappresenta un esempio per l'intera regione;

H.  considerando che la stabilità politica e lo sviluppo economico vanno di pari passo e che tale accordo di commercio deve avere lo scopo di offrire opportunità concrete all'economia tunisina e a quella europea;

I.  considerando che, parallelamente a detti negoziati, l'Unione europea deve proseguire e intensificare il suo aiuto alla Tunisia e fornirle un'assistenza finanziaria e tecnica adeguata e appropriata nel corso dei negoziati e poi dell'attuazione delle disposizioni dell'accordo innescando un partenariato effettivo in cui poter tenere in conto gli interessi delle popolazioni delle due sponde del Mediterraneo;

J.  considerando che la Tunisia e l'Unione europea hanno tutto l'interesse a promuovere e rafforzare i processi di integrazione regionale "Sud-Sud" tra la Tunisia e i paesi vicini, in particolare attraverso l'accordo di Agadir; che i negoziati eurotunisini di libero scambio devono integrare tali sforzi;

K.  considerando che la transizione democratica tunisina è tuttora un esempio per gli altri paesi della regione; che il 26 gennaio 2014 l'Assemblea nazionale costituente ha adottato la nuova Costituzione per la Tunisia, che essa è esemplare in materia di protezione dei diritti e delle libertà; che il 21 dicembre 2014 Beji Caïd Essebsi è stato eletto Presidente della Repubblica tunisina a seguito di un voto libero, trasparente e pluralista;

L.  considerando che la società civile tunisina, attraverso il suo dinamismo e il suo livello di istruzione, svolge un ruolo chiave nella transizione del paese verso la democrazia; che essa deve continuare a essere strettamente associata al processo di deliberazione politica, compresi i negoziati in atto;

M.  considerando che l'attribuzione del premio Nobel per la pace al Quartetto del dialogo nazionale tunisino è un riconoscimento degli sforzi compiuti per consolidare la democrazia e un incoraggiamento a proseguire su questa strada; che occorre assolutamente concludere un accordo esemplare in grado di risolvere le perplessità espresse dalla società civile;

Constatazione della situazione economica, politica e sociale in Tunisia

1.  condanna fermamente gli attentati terroristi commessi in Tunisia negli ultimi mesi con vittime assai numerose; ritiene che la Tunisia sia confrontata con una minaccia terrorista molto elevata e ricorda che l'attentato del 24 novembre 2015 era diretto contro un bus della guardia presidenziale, mentre gli attacchi terroristi del 26 giugno 2015 a Sousse e l'attentato del 18 marzo 2015 al museo del Bardo hanno gravemente compromesso le prospettive turistiche dell'estate 2015, laddove il turismo e i settori a esso collegati rappresentano il 15% del PIL del paese; esprime tutte la sua solidarietà nei confronti della Tunisia e ribadisce il suo sostegno alle autorità tunisine nella loro lotta contro il terrorismo, nel rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto;

2.  constata che l'economia tunisina deve affrontare notevoli difficoltà, che il tasso di crescita del PIL era del 2,3% nel 2014, il tasso di disoccupazione nel 2015 è pari al 15% della popolazione attiva, che il 28,6% dei diplomati dell'istruzione superiore sono senza lavoro e che la disoccupazione tra i giovani tunisini è in aumento;

3.  evidenzia che esiste un palese squilibrio demografico ed economico tra l'Unione europea e la Tunisia e che esso giustifica una strategia asimmetrica e progressiva nei negoziati;

4.  segnala che la Tunisia si distingue per notevoli disparità regionali tra la capitale Tunisi e le altre regioni del paese, con divari di sviluppo assai marcati tra la costa e le zone centrali del paese, segnatamente per quanto riguarda i tassi di disoccupazione e l'accesso alle strutture sanitarie e all'istruzione, e che tali divari potrebbero essere aggravati dai cambiamenti climatici;

5.  segnala che in Tunisia il mercato del lavoro presenta disparità tra i diversi settori interessati dall'accordo commerciale i quali, ove non colmati, rischiano di comportare un eccesso di manodopera nel settore agricolo e la soppressione di altri settori importanti per la diversificazione economica in Tunisia come l'industria manifatturiera o mineraria;

6.  osserva che il processo di transizione democratica della Tunisia è il più avanzato nella regione e il paese ha scelto un modello politico e di sviluppo economico unico tra i paesi della sponda sud del Mediterraneo e chiede alla Commissione di tenere in piena considerazione tale aspetto nei negoziati; ritiene che l'Unione debba adottare tutte le misure possibili per sostenere la Tunisia nella sua transizione democratica verso una società stabile e pluralista;

7.  osserva che la Tunisia si trova in un contesto regionale molto instabile, specialmente per il conflitto in Libia e le violenze sporadiche in Algeria, due paesi limitrofi;

8.  constata che la Tunisia ha accolto più di un milione e ottocentomila profughi libici e che questo numero corrisponde in proporzione al 16% della popolazione totale della Tunisia;

Condizioni per la riuscita di un accordo commerciale tra l'Unione europea e la Tunisia

9.  accoglie con favore l'apertura di negoziati nell'autunno 2015 per la conclusione di un accordo di libero scambio tra l'Unione europea e la Tunisia, sulla base del mandato adottato nel 2011 dal Consiglio all'indomani della "Primavera araba"; osserva che dopo il 2011 la Tunisia ha consolidato la sua transizione democratica con la proclamazione della sua nuova Costituzione il 26 gennaio 2014 e con l'organizzazione di elezioni legislative e presidenziali realizzate rispettivamente il 26 ottobre e il 23 novembre 2014;

10.  ritiene che l'accordo abbia una portata che va oltre la dimensione esclusivamente commerciale e che esso debba tassativamente avere l'obiettivo di contribuire alla stabilità della Tunisia, al consolidamento della sua democrazia e al rilancio della sua economia, con effetti positivi sui prezzi al consumo e l'occupazione, sulle retribuzioni dei lavoratori qualificati e non qualificati e sulla riduzione delle disparità; chiede che il contenuto dell'accordo corrisponda a tali sfide essenziali prima della sua conclusione;

11.  sollecita i negoziatori a concludere un accordo progressivo e asimmetrico tenendo in conto le notevoli disparità tra le due parti, a dimostrare flessibilità, dinamismo, innovazione, trasparenza e capacità di adattamento, a tenere presente il fatto che l'accordo, vantaggioso per le due parti, deve avvenire in primo luogo a beneficio dell'economia e delle società tunisina ed europea, ovviamente nel rispetto delle specificità, delle sensibilità, delle culture e delle sfere socioeconomiche locali, senza alterazioni nel commercio intraregionale della Tunisia con i paesi della regione;

12.  si compiace del fatto che il governo tunisino abbia presentato un piano di riforme economiche articolato in cinque anni (2015-2020) volto a ridurre il tasso di disoccupazione, le disparità regionali nel paese e diversificare il tessuto economico; ritiene che l'accordo di libero scambio debba essere conforme agli obiettivi del piano;

13.  segnala che si tratta del primo negoziato commerciale di tale portata per la Tunisia e pertanto occorre che l'apertura dei settori economici tunisini sia progressiva, graduale e asimmetrica e che essa preveda periodi transitori per i settori sensibili, escludendo dai negoziati taluni prodotti ritenuti sensibili dalle parti;

14.  ritiene essenziale che la Tunisia riceva all'Unione europea un aiuto sostanziale di tipo finanziario, tecnico e di assistenza alla negoziazione commerciale per attuare in modo corretto le diverse disposizioni dell'accordo di libero scambio; chiede che l'aiuto finanziario sia erogato in modo trasparente e rechi vantaggi effettivi ai destinatari;

15.  accoglie con favore il sostegno fornito dalla Banca europea per gli investimenti a numerosi progetti in Tunisia; sottolinea che il sostegno concorre alla diversificazione economica della Tunisia e alla creazione di posti di lavoro, in particolare per i giovani;

16.  si compiace del fatto che l'UE abbia fatto della Tunisia uno dei paesi prioritari della sua politica di vicinato nei confronti dei paesi del Mediterraneo meridionale e che abbia fornito un prestito di 300 milioni di euro alla Tunisia a titolo dell'assistenza macrofinanziaria per l'attuazione di riforme economiche;

17.  chiede tuttavia all'Unione europea, al pari dei suoi Stati membri, della BEI e della BERS, di continuare a essere al fianco dei tunisini e di ottimizzare i suoi programmi di aiuti e assistenza, anche con l'introduzione di misure commerciali distinte eccezionali al fine di accompagnare la Tunisia nel consolidamento del suo processo democratico; si compiace dell'attuazione di "partenariati per la trasformazione della Tunisia" da parte di alcuni Stati membri; invita l'Unione europea a proseguire il suo programma di riduzione delle disuguaglianze regionali in materia di accesso alle cure di prima necessità in Tunisia;

18.  invita l'Unione europea a tenere in conto la situazione specifica della Tunisia nell'ambito dei negoziati, segnatamente per quanto riguarda la fragile transizione democratica e le differenze di sviluppo economico tra l'Unione e la Tunisia, tenendo sempre presente che le migliori soluzioni sono quelle a vantaggio di entrambe le parti;

19.  chiede alla Commissione di provvedere a che i negoziati producano rapidamente vantaggi concreti per le economie europea e tunisina nei settori centrali e per tutti gli operatori interessati, segnatamente le PMI e le microimprese;

20.  sottolinea che l'accordo deve contribuire allo sviluppo e alla diversificazione dell'economia tunisina, attualmente incentrata sull'agricoltura, nonché alla riduzione delle disparità regionali, e deve apportare benefici concreti a tutti i tunisini e a tutti gli europei;

21.  si compiace del fatto che la Tunisia abbia avviato importanti riforme sociali ed economiche, insiste affinché tali riforme continuino anche durante il periodo dei negoziati per permettere al paese di trarre pieno vantaggio dall'accordo;

22.  ritiene che l'accordo dovrebbe contribuire all'approfondimento della cooperazione economica tra l'UE e la Tunisia, già molto avanzata grazie all'abolizione delle tariffe doganali sui prodotti industriali conformemente all'accordo di associazione; propone la nuova denominazione di "partenariato economico tra l'Unione europea e la Tunisia";

23.  sollecita vivamente la Commissione e il governo tunisino a dare avvio a un processo chiaro e netto di partecipazione della società civile tunisina e di quella europea nel corso dell'intero ciclo negoziale e fare prova d'innovazione; si compiace a tale titolo del ruolo della società civile tunisina nel primo ciclo di negoziati e chiede che le consultazioni siano aperte e trasparenti e tengano in maggiore considerazione la diversità dei componenti della società civile tunisina, facendo riferimento alle prassi migliori, alla luce di quelle maturate nel contesto di negoziati analoghi;

24.  accoglie con favore, al riguardo, l'istituzione, da parte del ministero del commercio e dell'artigianato, di un sito internet dedicato alla comunicazione dell'accordo di libero scambio globale e approfondito al pubblico nonché l'intenzione dei negoziatori di pubblicare il testo in versione trilingue; ritiene che la società civile tunisina potrebbe anche essere associata ai negoziati tramite un comitato di supervisione delle analisi d'impatto;

25.  chiede al Consiglio di rendere pubblico il mandato negoziale adottato dagli Stati membri all'unanimità il 14 dicembre 2011;

26.  auspica l'instaurarsi di un dialogo regolare durante l'intero periodo di negoziati tra parlamentari tunisini e europei; si compiace, a tale proposito, della creazione di una commissione parlamentare mista (CPM) UE-Tunisia che svolgerà un ruolo essenziale consentendo ai parlamentari europei e tunisini di incontrarsi regolarmente e di effettuare un reale monitoraggio dei negoziati dell’accordo di libero scambio;

27.  auspica che tale dialogo permetta di valutare meglio le aspettative e le preoccupazioni di entrambe le parti e quindi di migliorare i termini dell'accordo;

28.  ribadisce che l’Unione per il Mediterraneo sostiene lo sviluppo di progetti concreti nella regione e può, in tal senso, fornire consulenza durante i negoziati dell'accordo;

29.  chiede che studi di impatto e valutazioni settoriali, rigorosi e trasparenti siano condotte da entrambe le parti, compresi il Parlamento europeo con la partecipazione di esperti tunisini, sugli effetti dell'accordo in vari settori, in particolare i servizi, gli appalti pubblici, la competitività delle PMI, l'occupazione, l'agricoltura, l'ambiente o qualsiasi altro settore prioritario; nota che la Tunisia desidera ricorrere fin dall'inizio a specialisti tunisini per garantire la credibilità delle cifre dello studio d'impatto in Tunisia;

30.  chiede che questi studi d'impatto e valutazioni settoriali siano finanziati dall'Unione europea e che, in linea con la richiesta di più organizzazioni della società civile tunisina, siano eventualmente preceduti da una valutazione ex post degli effetti socioeconomici dell'accordo di associazione del 1995;

31.  esorta la Commissione a stabilire quanto prima la natura mista o esclusiva dell'accordo e le chiede di associare, sin dalle prime discussioni, i parlamenti nazionali degli Stati membri;

32.  sottolinea che le condizioni ambientali nel bacino del Mediterraneo, in particolare la scarsità d'acqua, che danneggia le attività agricole, devono essere prese in considerazione nei negoziati e che bisogna promuovere un modello economico sostenibile sul piano ambientale e nella gestione delle risorse naturali;

33.  sottolinea che i negoziati commerciali con la Tunisia si inseriscono nel contesto più ampio delle relazioni commerciali euromediterranee; insiste affinché la decima conferenza ministeriale sul commercio dell'Unione per il Mediterraneo che viene rinviata sine die dal 2013 si riunisca a breve per esaminare le sfide commerciali della regione e le priorità di lavoro da stabilire per i prossimi anni;

Approccio settoriale alla negoziazione

34.  chiede che l'accordo privilegi il settore dei servizi, che rappresenta un notevole potenziale di crescita per l'economia tunisina e dovrebbe attirare gli investimenti strategici; ritiene che poiché questo negoziato commerciale è il primo di queste dimensioni per la Tunisia, il capitolo sui servizi dovrebbe individuare esplicitamente i settori in cui le parti intendono assumere impegni in materia di accesso al mercato o di trattamento nazionale;

35.  ribadisce che il settore pubblico riveste un'importanza fondamentale per la Tunisia e che concentra la maggior parte dell'occupazione qualificata tunisina;

36.  ricorda che la Tunisia dispone di numerose "start-up", di micro imprese e di PMI molto dinamiche nel settore delle alte tecnologie e chiede che l'accordo favorisca le loro capacità di sviluppo e di internazionalizzazione; prende atto della richiesta dei tunisini di inserire nell'accordo disposizioni ambiziose ed equilibrate sul commercio on line;

37.  invita entrambe le parti a promuovere, anche attraverso iniziative comuni, la crescita dell'occupazione, condizione essenziale per la ripresa economica e la stabilità politica in Tunisia;

38.  ritiene che l'accordo debba essere vantaggioso per i piccoli produttori e piccoli imprenditori in Tunisia, che sono indispensabili al tessuto economico tunisino; incoraggia lo sviluppo di un dialogo regolare tra imprenditori, organizzazioni professionali e enti di formazione, che consentirà in particolare di promuovere le migliori prassi e di meglio comprendere le difficoltà e le aspettative di ciascuno;

39.  ritiene che nell'ambito della negoziazione di un capitolo sulla concorrenza, occorre agire con cautela, progressività e flessibilità, dato il carattere strategico degli aiuti di Stato per lo sviluppo economico della Tunisia;

40.  ribadisce l'importanza di sviluppare camere di commercio bilaterali, che rappresenterebbero consessi permanenti in grado di consentire ai diversi attori di sviluppare partenariati tra di loro e sviluppare le loro attività economiche e commerciali;

41.  invita la Commissione ad agevolare il rilascio di visti di breve durata per l'esercizio dei servizi di tipo "Move IV" che richiedono lo spostamento di persone per un periodo di tempo limitato e a precise condizioni stabilite da contratti o nella legislazione nazionale; sottolinea che nessun elemento dell'accordo deve impedire all'Unione europea e ai suoi Stati membri di applicare misure volte a regolamentare l'ingresso o il soggiorno temporaneo di persone fisiche nel loro territorio, ivi comprese le misure necessarie per garantire la circolazione ordinata delle persone fisiche al di là delle loro frontiere, attraverso l'istituzione di condizioni di ingresso;

42.  auspica che questo accordo contribuisca a instaurare e mantenere in Tunisia un clima favorevole e di incentivazione agli investimenti a lungo termine nei settori economici chiave, dinamici e a forte valore aggiunto come il turismo, l'energia, comprese le fonti di energia rinnovabili, i servizi di alta tecnologia, l'economia digitale e lo scambio dei dati; invita la Commissione a includere un capitolo sugli investimenti per agevolare gli investimenti esteri diretti tra l'UE e la Tunisia e ad accelerare la creazione del meccanismo euromediterraneo di facilitazione del commercio e degli investimenti che consentirà la raccolta di informazioni e di dati pertinenti, rafforzerà i partenariati commerciali e andrà a beneficio in particolare della Tunisia;

43.  ritiene che l'accordo dovrebbe includere disposizioni sugli appalti pubblici negoziando con cautela il grado di apertura sia europeo sia tunisino e tenendo conto della struttura e delle condizioni specifiche dell’economia tunisina;

44.  ritiene che l'Unione europea e la Tunisia abbiano tutto da guadagnare da un miglior accesso reciproco ai rispettivi mercati agricoli e che l'accordo debba contribuire a ridurre i dazi doganali, eliminare le barriere non tariffarie e migliorare le procedure di esportazione;

45.  nota che la Tunisia ha posto l'accento sullo sviluppo dell'agricoltura biologica e ritiene che, attraverso l'accordo, i prodotti tunisini provenienti da questo tipo di agricoltura debbano avere la possibilità di accedere a nuovi mercati;

46.  auspica che i negoziati non incidano sull'economia dell'una o dell'altra delle due parti; invita l'Unione europea e la Tunisia di tener conto del fatto che esistono diversi settori agricoli sensibili per entrambe le parti, dei quali dovranno essere concordati, nel corso dei negoziati, elenchi completi con periodi transitori e quote adeguate, e se necessario la loro esclusione dall’ambito dei negoziati;

47.  incoraggia la Commissione a negoziare l'istituzione di norme rigorose e di elevata qualità in campo sanitario e fitosanitario e a risolvere i problemi veterinari e di controllo delle carni e degli ortofrutticoli sussistenti in Tunisia; invita la Commissione a prevedere disposizioni specifiche di assistenza tecnica per aiutare i produttori tunisini a rispettare gli standard sanitari e fitosanitari più vincolanti dell'Unione europea;

48.  ritiene che l'accordo debba contribuire a definire norme di elevata qualità in materia di sviluppo sostenibile, in particolare negli standard sociali;

49.  si aspetta che il governo tunisino e le istituzioni europee elaborino disposizioni adeguate per definire chiaramente l'origine, la provenienza e la tracciabilità dei prodotti tunisini e garantire maggiore trasparenza ai produttori, agli intermediari e ai consumatori;

50.  auspica che l'accordo includa un ambizioso capitolo sui settori dei diritti di proprietà intellettuale, tra cui il riconoscimento e la protezione rafforzata delle indicazioni geografiche, garantendo un pieno e completo riconoscimento delle indicazioni geografiche dell'UE e della Tunisia, la tracciabilità dei prodotti e la protezione del know-how dei produttori;

51.  invita la Commissione a estendere la protezione delle indicazioni geografiche ai prodotti non agricoli, in particolare per tale accordo, poiché la Tunisia le riconosce da parte sua;

52.  auspica che l'accordo consenta all'industria tunisina di modernizzarsi e acquisire competenze, al fine di coprire settori più ampi delle catene di approvvigionamento dei prodotti lavorati e quindi di far ricorso a competenze più elevate e di assumere localmente personale meglio qualificato;

53.  invita la Commissione a inserire nell'accordo un ambizioso capitolo sull'energia e le materie prime ai fini di una maggiore cooperazione nei settori dell'elettricità, del gas, eolico, solare e delle altre fonti di energia rinnovabili;

54.  auspica che in occasione di tale accordo sia rafforzata la cooperazione scientifica tra le università, i centri di ricerca e gli istituti di formazione in Europa e in Tunisia per la ricerca, l'innovazione, lo sviluppo di nuove tecnologie e, più in generale, per la cultura e l'istruzione, e che tali iniziative possano altresì contribuire a sostenere il mercato del lavoro tunisino;

55.  plaude al fatto che la Tunisia sia stata inclusa nel programma di ricerca europeo Orizzonte 2020 e sollecita la Commissione e il governo tunisino a inserire nell'accordo un ambizioso capitolo sullo sviluppo sostenibile che promuova norme sociali e del lavoro elevate, conformemente alle disposizioni delle convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e agli standard ambientali previsti dagli accordi multilaterali in materia;

56.  ricorda che la Tunisia ha ratificato tutte le convenzioni dell'OIL, ma che, secondo un organo di controllo indipendente, deve intensificare i suoi sforzi per promuovere norme del lavoro rigorose; auspica che l'ALS assista la Tunisia a sviluppare norme sociali e di lavoro più protettive, in particolare per quanto concerne il rispetto dei diritti sindacali; auspica che l'ALS, nel contesto tunisino di transizione democratica e di minaccia terroristica, incoraggi il rafforzamento dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali, in particolare della libertà di associazione, di espressione e di informazione;

57.  invita la Commissione a includere nel testo dell'accordo la clausola relativa ai diritti umani, in virtù della quale l'Unione europea può sospendere unilateralmente l'applicazione dell'accordo in caso di violazione dei diritti umani da parte di una parte contraente;

58.  invita le parti a considerare l'introduzione di una clausola sulla buona governance fiscale ispirandosi ai lavori della piattaforma per la buona governance fiscale della Commissione europea, al fine di evitare situazioni di doppia non tassazione;

59.  si compiace dell'interesse condiviso a approfondire il partenariato per la mobilità istituito il 3 marzo 2014 e desidera che venga concluso un accordo di agevolazione del rilascio dei visti e un accordo di riammissione;

60.  in caso di danno effettivo o eventuale nei confronti di uno o più settori commerciali interessati dall'accordo, invita le istituzioni europee ad adottare misure compensative adeguate;

o
o   o

61.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) Conclusioni 11076/15 RELEX 626 del Consiglio dell'Unione europea del 20.7.2015.
(2) GU L 151 del 18.6.2015, pag. 25.
(3) GU L 151 del 21.5.2014, pag. 9.
(4) http://www.trade-sia.com/tunisia/the-study/?lang=fr.
(5) http://www.sia-trade.org/emfta.
(6) GU L 97 del 30.3.1998, pag. 2.
(7) GU C 261 E del 10.9.2013, pag. 21.

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