Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 marzo 2016 sulla relazione annuale 2014 sulla tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea – Lotta contro la frode (2015/2128(INI))
Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo 325, paragrafo 5, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),
– viste le sue risoluzioni sulle precedenti relazioni annuali della Commissione e dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF),
– visti la relazione della Commissione del 31 luglio 2015 dal titolo "Tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea – Lotta contro la frode – Relazione annuale 2014" (COM(2015)0386) e i documenti di lavoro dei servizi della Commissione che la accompagnano (SWD(2015)0151, SWD(2015)0152, SWD(2015)0153, SWD(2015)0154, SWD(2015)0155 e SWD(2015)0156),
– vista la relazione annuale 2014 dell'OLAF,
– vista la relazione di attività 2014 del comitato di vigilanza dell'OLAF,
– vista la relazione annuale della Corte dei conti sull'esecuzione del bilancio per l'esercizio 2014, corredata delle risposte delle istituzioni,
– vista la comunicazione della Commissione dell'8 ottobre 2015 dal titolo "Tutela del bilancio dell'UE fino alla fine del 2014" (COM(2015)0503),
– visto il parere del Comitato economico e sociale europeo, del 16 settembre 2015, dal titolo "Lotta alla corruzione nell'UE: rispondere alle preoccupazioni delle imprese e della società civile" (CCMI/132),
– vista la relazione della Commissione del 3 febbraio 2014 dal titolo "Relazione dell'Unione sulla lotta alla corruzione" (COM(2014)0038),
– visto il regolamento (UE) n. 250/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, che istituisce un programma per la promozione di azioni nel settore della tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea (programma Hercule III) e che abroga la decisione n. 804/2004/CE(1),
– vista la proposta della Commissione del 17 luglio 2013 di un regolamento del Consiglio che istituisce la Procura europea (COM(2013)0534),
– visto il regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 settembre 2013, relativo alle indagini svolte dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e che abroga il regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (Euratom) n. 1074/1999 del Consiglio(2),
– vista la proposta della Commissione dell'11 luglio 2012 concernente una direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell'Unione mediante il diritto penale (COM(2012)0363),
– visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio(3),
– viste la sua risoluzione del 15 settembre 2011 sugli sforzi dell'Unione europea per lottare contro la corruzione(4), la sua dichiarazione del 18 maggio 2010 sugli sforzi dell'Unione per lottare contro la corruzione(5) e la comunicazione della Commissione del 6 giugno 2011 dal titolo "La lotta contro la corruzione nell'UE" (COM(2011)0308),
– visto il regolamento (CE, Euratom) n. 2988/95 del Consiglio, del 18 dicembre 1995, relativo alla tutela degli interessi finanziari delle Comunità(6),
– vista la relazione 2015 sul divario dell'IVA commissionata dalla Commissione europea,
– vista la relazione speciale della Corte dei conti europea sugli appalti pubblici nell'ambito della spesa dell'UE nel settore della coesione,
– vista la sentenza della Corte di giustizia europea nella causa C-105/14 - Taricco e altri,
– visto l'articolo 52 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e i pareri della commissione per il commercio internazionale, della commissione per lo sviluppo regionale, della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni e della commissione per gli affari costituzionali (A8-0026/2016),
A. considerando che gli Stati membri e la Commissione hanno una responsabilità condivisa per quanto riguarda l'attuazione di circa l'80% del bilancio dell'Unione; che gli Stati membri sono i principali responsabili per la riscossione delle risorse proprie, in particolare sotto forma di IVA e dazi doganali;
B. considerando che una sana spesa pubblica e la tutela degli interessi finanziari dell'Unione dovrebbero essere elementi fondamentali della politica dell'Unione europea al fine di aumentare la fiducia dei cittadini garantendo che il loro denaro venga utilizzato in modo corretto, efficiente ed efficace; che tale sana gestione finanziaria dovrebbe essere combinata con un approccio "uso ottimale di ogni euro";
C. considerando che la realizzazione di buone prestazioni implica apporti, realizzazioni, risultati ed effetti che sono periodicamente valutati attraverso controlli delle prestazioni;
D. considerando che la diversità dei sistemi giuridici e amministrativi degli Stati membri determina un contesto difficile in cui superare le irregolarità e combattere le frodi e che pertanto occorre che la Commissione si attivi per moltiplicare ulteriormente gli sforzi affinché la lotta alle frodi e alla corruzione trovi effettiva applicazione e conduca a risultati maggiormente tangibili e più soddisfacenti;
E. considerando che l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha la responsabilità di tutelare gli interessi finanziari dell'Unione indagando su frodi, corruzione e qualsiasi altra attività illecita; che il suo comitato di vigilanza è stato istituito per rafforzare e garantire l'indipendenza dell'OLAF attraverso il monitoraggio periodico dell'attuazione della sua funzione investigativa; che, in particolare, il comitato di vigilanza sorveglia gli sviluppi relativi all'applicazione delle garanzie procedurali e alla durata delle indagini, alla luce delle informazioni fornite dal direttore generale conformemente all'articolo 7, paragrafo 8, del regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013;
F. considerando che la corruzione colpisce tutti gli Stati membri e costa all'economia dell'UE circa 120 miliardi di EUR l'anno, come indicato nella prima relazione della Commissione sulla politica dell'Unione in materia di lotta alla corruzione, pubblicata nel febbraio 2014;
G. considerando che la corruzione può contribuire a finanziare le attività delle reti di criminalità organizzata o del terrorismo in Europa; che la corruzione compromette inoltre la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nei processi democratici;
H. considerando che, oltre al presupposto di civiltà fondato su principi etici connaturati allo Stato di diritto, la lotta contro la frode e la corruzione contribuisce alla competitività dell'Unione nell'economia globale;
1. prende atto della relazione della Commissione dal titolo "Tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea – Lotta contro la frode – Relazione annuale 2014"; chiede alla Commissione, nelle sue relazioni annuali sulla protezione degli interessi finanziari dell'Unione, di rispondere alle domande formulate dal Parlamento in modo più rapido;
Individuazione e notifica delle irregolarità
2. constata che il totale delle irregolarità segnalate ammonta a un importo pari a circa 3,24 miliardi di EUR; sottolinea che l'impatto finanziario complessivo delle irregolarità fraudolente e non fraudolente segnalate nel 2014 è maggiore del 36% rispetto al 2013, mentre il numero di tali irregolarità è aumentato del 48%; sottolinea che 2,27 miliardi di EUR delle irregolarità rilevate riguardano la spesa e rappresentano l'1,8% del totale dei pagamenti;
3. sottolinea che, su un totale di 16 473 irregolarità segnalate alla Commissione nel 2014, 1 649 erano di natura fraudolenta, per un importo di 538,2 miliardi di EUR; rileva che le irregolarità di natura fraudolenta legate alla spesa ammontavano a 362 milioni di EUR, pari allo 0,26% del totale dei pagamenti e che quelle legate alle entrate ammontavano a 176,2 milioni di EUR, pari allo 0,88% dell'importo lordo delle risorse proprie tradizionali (RPT) riscosse nel 2014;
4. sottolinea che l'impatto finanziario complessivo delle irregolarità non fraudolente segnalate nel 2014 è maggiore del 47% rispetto al 2013, mentre il loro numero è diminuito del 5%; constata altresì che le irregolarità di natura non fraudolenta legate alla spesa riguardavano l'1,54% del totale dei pagamenti e che quelle legate alle entrate interessavano il 3,66% dell'importo lordo delle risorse proprie tradizionali (RPT) riscosse nel 2014;
5. esorta la Commissione ad assumersi la piena responsabilità per il recupero degli importi indebitamente versati a carico del bilancio unionale, nonché per una migliore riscossione delle risorse proprie, e a definire principi di rendicontazione uniformi in tutti gli Stati membri al fine di raccogliere dati adeguati, comparabili e precisi;
6. segnala che le irregolarità non fraudolente sono spesso riconducibili a una conoscenza insufficiente di norme e requisiti complessi; è del parere che la semplificazione delle norme e delle procedure da parte degli Stati membri e della Commissione ridurrà il numero di tali irregolarità; ritiene che la lotta alle irregolarità, comprese quelle fraudolente, presupponga la sensibilizzazione di tutti gli organi istituzionali a livello europeo, nazionale, regionale e locale e dell'opinione pubblica in generale; rileva l'importanza cruciale di instaurare una cultura della lotta alle frodi e della loro prevenzione all'interno di tutte le istituzioni e di tutti gli organi coinvolti nell'esecuzione dei fondi e invita gli Stati membri a incentivare lo scambio di buone prassi;
7. ricorda che, al fine di riportare le finanze su una base più sostenibile, gli Stati membri sono attualmente impegnati in un'opera di risanamento e rigore di bilancio, e ritiene fermamente che tutte le risorse disponibili vadano destinate a investimenti negli Stati membri con l'obiettivo di stimolare una crescita economica sostenibile; è d'avviso che occorra adottare tutte le misure del caso per prevenire e bloccare ogni attività fraudolenta nell'ambito della politica commerciale e dei relativi stanziamenti, grazie alla combinazione di tutti gli strumenti politici pertinenti (ad esempio, le indagini penali, lo sviluppo di modelli di analisi affidabili e gli sforzi per ovviare alle carenze e alle lacune connesse a una politica insufficiente della Commissione); invita gli Stati membri a intensificare ulteriormente gli sforzi per garantire che le risorse a titolo del bilancio dell'Unione siano impiegate correttamente per progetti che contribuiscono alla crescita e all'occupazione in Europa, e per riscuotere le obbligazioni doganali a seguito della scoperta di frodi; evidenzia, più in generale, che la lotta al commercio illecito e ai flussi finanziari illeciti deve continuare a essere una massima priorità per l'Unione e gli Stati membri;
8. plaude all'adozione da parte della Commissione di una strategia pluriennale di lotta contro la frode che contribuisce a correggere le differenze significative nel numero di irregolarità segnalate da ciascuno Stato membro;
Entrate – risorse proprie
9. osserva con preoccupazione che, nel 2014, la quantità di RPT colpite da frodi è stata più alta del 191% rispetto al 2013 e che nel 2014 la somma colpita da irregolarità non fraudolente è stata più alta del 146% rispetto all'anno precedente;
10. esprime preoccupazione per il fatto che, con il 24%, il tasso medio di recupero RPT per Stato membro, per irregolarità sia fraudolente sia non fraudolente per il 2014 registra il suo punto storicamente più basso; sollecita gli Stati membri a recuperare più rapidamente gli importi dovuti ed esorta in particolare gli Stati membri che devono ancora recuperare le somme più elevate a migliorare il loro processo di recupero;
11. esprime preoccupazione per il divario dell'IVA e la perdita stimata nella riscossione dell'IVA che, nel 2013, è stata pari a 168 miliardi di EUR; sottolinea il fatto che, in 13 dei 26 Stati membri presi in esame nel 2014, la perdita media stimata in termini di IVA è stata superiore al 15,2%; ricorda che la Commissione non ha accesso allo scambio di informazioni tra gli Stati membri in vista di prevenire e combattere le frodi cosiddette "carosello"; invita tutti gli Stati membri a partecipare a Eurofisc in tutti i suoi ambiti di attività per agevolare lo scambio di informazioni al fine di contribuire a combattere le frodi; ribadisce che alla Commissione spetta la competenza di controllare e sorvegliare le misure adottate dagli Stati membri; invita la Commissione a fare pieno uso dei suoi poteri esecutivi al fine di controllare e aiutare gli Stati membri nella loro lotta contro l'elusione fiscale e le frodi in materia di IVA; prende atto del fatto che, dal 2013, la Commissione utilizza il meccanismo di reazione rapida per occuparsi di frodi dell'IVA su vasta scala e improvvise;
12. incoraggia la Commissione a sviluppare un meccanismo in grado di motivare le imprese a versare regolarmente le imposte invece di eluderle;
13. constata che il numero di centri di coordinamento sostenuti da Eurojust ed Europol è in crescita; accoglie con favore i risultati delle operazioni transfrontaliere Vertigo 2 e 3 e la cooperazione efficiente tra autorità di contrasto e giudiziarie di Germania, Polonia, Paesi Bassi, Regno Unito, Belgio, Spagna, Repubblica ceca e Svizzera, che ha consentito di neutralizzare reti criminali responsabili di frodi pari a circa 320 milioni di EUR di gettito fiscale, compresa l'IVA;
14. esprime preoccupazione per quanto riguarda i controlli doganali e la relativa riscossione delle imposte che costituiscono una risorsa propria del bilancio dell'Unione; ricorda che sono le autorità doganali degli Stati membri a effettuare i controlli per appurare se gli importatori rispettino la normativa su tariffe e importazioni e sottolinea che la Corte dei conti ha riscontrato che la qualità di tali controlli varia tra uno Stato membro e l'altro; invita la Commissione ad aggiornare nuovamente la Guida all'audit doganale, pubblicata nel 2014, per eliminare le carenze individuate dalla Corte dei conti, quali, ad esempio, questioni relative al trattamento delle importazioni sdoganate in altri Stati membri;
Spese
15. rileva con preoccupazione che il numero di irregolarità legate alla spesa notificate come fraudolente nel 2014 è diminuito solo del 4% dopo un aumento del 76% nel 2013; sollecita le autorità competenti ad adottare tutte le misure necessarie per diminuire il numero di irregolarità fraudolente, sebbene non a scapito delle norme di controllo;
16. esprime preoccupazione per il costante aumento del numero di irregolarità non fraudolente segnalate relative ai fondi dell'Unione gestiti direttamente, in termini sia di numero di casi che di importi in questione; è sorpreso del fatto che, nel 2014, il numero di irregolarità fraudolente segnalate sia quadruplicato rispetto al precedente esercizio e chiede alla Commissione di fornire spiegazioni dettagliate e di avviare le azioni necessarie per contrastare tale tendenza;
17. è preoccupato quindi per il fatto che nel 2014 il settore dello sviluppo rurale ha registrato il numero più elevato di irregolarità fraudolente, con l'aumento maggiore rispetto al 2013; ricorda che circa il 71% del totale delle irregolarità fraudolente notificate per le risorse naturali (agricoltura, sviluppo rurale e pesca) riguarda l'Ungheria, l'Italia, la Polonia e la Romania;
18. riconosce che il tasso di recupero degli Stati membri per il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) è inferiore alla media generale e che, alla fine del 2014, era stata recuperata meno della metà delle irregolarità rilevate nel 2009; sottolinea le notevoli differenze tra le capacità degli Stati membri di recuperare le somme relative ai pagamenti irregolari rilevati nell'ambito della politica agricola comune e sollecita Bulgaria, Francia, Grecia e Slovacchia a migliorare significativamente i loro risultati; riconosce che il meccanismo di compensazione (norma del 50/50) fornisce un forte incentivo agli Stati membri per recuperare presso i beneficiari i pagamenti indebiti nell'ambito del FEAGA quanto più rapidamente possibile; deplora che il 2014 sia stato il terzo anno consecutivo caratterizzato da una crescita dei casi di irregolarità fraudolente in relazione al FEAGA e il quarto anno consecutivo caratterizzato da una crescita del numero di casi fraudolenti segnalati nell'ambito dello sviluppo rurale; sottolinea la necessità di un più rapido recupero dei fondi;
19. rileva che le irregolarità collegate alla politica comune della pesca nel 2014 sono tornate ad un livello paragonabile al 2012 dopo un picco di un anno nel 2013; constata che la categoria di irregolarità più frequentemente rilevata nel periodo 2010-2014 è stata quella della "non ammissibilità agli aiuti dell'azione/progetto", seguita dalle "violazioni delle norme sugli appalti pubblici";
20. rileva che, rispetto al periodo di programmazione 2007-2013 della politica di coesione, il numero di irregolarità segnalate come fraudolente è diminuito del 5% nel 2014 rispetto al 2013, con 306 casi segnalati; è seriamente preoccupato per l'aumento superiore a 115 milioni di EUR (76%) degli importi interessati da irregolarità fraudolente nel 2014 rispetto al 2013, dovuto principalmente ad un forte aumento (660%) degli importi interessati nell'ambito del fondo di coesione; prende atto del fatto che su 74 casi di frodi accertate nella politica di coesione tra il 2008 e il 2014, 61 (82%) sono stati segnalati da tre Stati membri, ovvero Germania (42 casi), Polonia (11 casi) e Slovenia (8 casi); esprime preoccupazione per il fatto che 14 Stati membri abbiano un rapporto di frodi pari allo 0% per tale periodi, il che potrebbe far sorgere interrogativi circa l'efficienza dei loro sistemi di controllo;
21. è altresì preoccupato per il fatto che il tempo complessivo che intercorre nell'ambito della coesione tra il verificarsi di un'irregolarità, la sua individuazione e la sua segnalazione finale alla Commissione è aumentato a 3 anni e 4 mesi; rammenta che, una volta individuata l'irregolarità, prendono avvio ulteriori procedure (ordini di riscossione, indagini OLAF, ecc.); esorta la Commissione a lavorare con gli Stati membri per migliorare l'efficienza della loro individuazione e segnalazione;
22. accoglie con favore il calo complessivo delle irregolarità segnalate in materia di assistenza preadesione (APA); deplora la sempre crescente tendenza in materia di irregolarità registrate nello strumento di preadesione (SPA) dal 2010, sia in termini di cifre che del numero di casi, che vede la Turchia come principale responsabile di questo sviluppo negativo e invita la Commissione ad adoperarsi al meglio per migliorare la situazione, in particolare tenendo conto del previsto rafforzamento della cooperazione tra UE e Turchia;
Problemi individuati e misure necessarie
Migliore segnalazione
23. constata con preoccupazione che, nonostante i numerosi inviti del Parlamento per la definizione di principi di segnalazione uniforme in tutti gli Stati membri, la situazione resta molto insoddisfacente ed esistono ancora differenze significative nel numero di irregolarità fraudolente e non fraudolente segnalate da ogni Stato membro; ritiene che questo problema crei un quadro distorto della reale situazione circa il livello delle violazioni e la tutela degli interessi finanziari dell'Unione; esorta la Commissione a impegnarsi seriamente per risolvere il problema dei diversi approcci da parte degli Stati membri per l'individuazione delle irregolarità e delle interpretazioni non omogenee nell'applicazione del quadro giuridico dell'Unione;
24. accoglie con favore l'impegno della Commissione a pubblicare ogni sei mesi una relazione anticorruzione dell'Unione e attende di leggere la prossima relazione nei primi mesi del 2016; chiede alla Commissione di aggiungere un capitolo sui risultati delle istituzioni dell'Unione europea nella lotta contro la corruzione, con ulteriori analisi effettuate a livello di istituzioni dell'Unione sulle politiche attuate, al fine di identificare fattori essenziali specifici, ambiti vulnerabili e fattori di rischio che possono condurre alla corruzione;
25. invita la Commissione ad armonizzare il quadro per la segnalazione dei "sospetti casi di frode" e a istituire norme sulla segnalazione di tutte le azioni giudiziarie intraprese dagli Stati membri riguardo al potenziale utilizzo fraudolento delle risorse dell'Unione, esigendo che la segnalazione indichi in modo specifico le azioni giudiziarie adottate sulla base delle raccomandazioni giudiziarie dell'OLAF;
26. invita la Commissione a sviluppare un sistema di indicatori rigorosi e criteri uniformi di facile applicazione in base ai requisiti fissati nel programma di Stoccolma per misurare il livello di corruzione negli Stati membri e valutarne le politiche anticorruzione; è preoccupato per il grado di attendibilità e qualità dei dati provenienti dagli Stati membri; invita pertanto la Commissione a lavorare a stretto contatto con gli Stati membri per garantire l'offerta di dati completi, accurati e attendibili, senza dimenticare l'obiettivo della completa attuazione del meccanismo di audit unico; invita la Commissione a elaborare un indice della corruzione per classificare gli Stati membri;
27. invita la Commissione a fornire agli Stati membri, in sede di valutazione annuale dei risultati ottenuti nella lotta contro la corruzione, indicazioni precise per agevolare una progressiva e continua implementazione degli obblighi assunti da ciascuno Stato in materia di anti-corruzione;
28. rinnova l'invito alla Commissione affinché presenti rapidamente una proposta legislativa concernente il livello minimo di protezione per gli informatori nell'UE; invita le istituzioni europee a modificare lo statuto per garantire che questo non solo obblighi formalmente i funzionari a segnalare le irregolarità, ma preveda altresì una protezione adeguata per gli informatori; invita le istituzioni europee che non lo hanno fatto e altri organismi ad applicare senza indugi l'articolo 22 quater dello Statuto; chiede fermamente che tutte le istituzioni dell'UE adottino norme interne in merito alle segnalazioni di illeciti da parte dei dipendenti e ai loro obblighi, incentrati sulla protezione dei segnalanti; ritiene che tali norme vadano estese in maniera esplicita agli informatori che segnalano casi di frode in relazione ad accordi internazionali, ivi compresi accordi commerciali;
29. sottolinea l'importanza dell'accesso alle informazioni e della trasparenza delle attività di lobbismo, nonché dell'utilizzo dei finanziamenti dell'Unione per sostenere il lavoro di organizzazioni indipendenti in tale ambito;
30. ritiene che il livello di trasparenza potrebbe aumentare grazie alla creazione di una "impronta legislativa" per l'attività di lobbying nell'Unione, con l'obiettivo di passare da un registro unionale volontario a uno obbligatorio per tutte le attività di lobbying rispetto a qualsiasi istituzione dell'Unione;
31. esorta la Commissione a mantenere la propria politica rigorosa sulle interruzioni e sospensioni dei pagamenti, in conformità della pertinente base giuridica; si compiace del fatto che la Commissione abbia adottato una nuova decisione sul sistema di allarme rapido (SAR); attende con interesse la creazione di un sistema globale di diagnosi precoce e di esclusione che verrà proposto dalla Commissione; invita la Commissione, inoltre, a provvedere a una migliore informazione degli Stati membri e delle autorità locali circa l'attuazione della sua politica, tenendo presente che questo processo non dovrebbe essere compromesso da considerazioni politiche;
32. chiede pertanto di applicare in modo trasversale l'articolo 325 TFUE a tutte le politiche dell'Unione e non solo di reagire alle frodi, ma anche di prevenirle; chiede di rispettare l'articolo 325 TFUE, segnatamente il paragrafo 5 sulle relazioni annuali, che ad oggi hanno un anno di ritardo; chiede di semplificare in particolare l'utilizzo delle sovvenzioni europee nel quadro della politica di coesione; chiede di seguire le procedure dettate dalle convenzioni e di ratifica degli accordi tra l'Unione e i paesi e gli organismi terzi in materia di lotta contro la frode a livello regionale e internazionale; chiede di dare seguito alle raccomandazioni per un piano d'azione di cui alla risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2013 sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro: raccomandazioni in merito ad azioni e iniziative da intraprendere(7), in particolare per quanto riguarda la raccomandazione 130 (visibilità delle misure adottate dagli Stati membri per lottare contro la frode e la criminalità organizzata) e il paragrafo 131 (piano d'azione generale per il periodo 2014-2019 di contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione e al riciclaggio di denaro – punti da i) a xxi)); chiede che siano presentati i primi risultati dell'attuazione della direttiva sulla falsificazione monetaria; chiede inoltre di fornire più ampie informazioni sugli strumenti di lotta contro la corruzione usati dall'OLAF e sul coordinamento delle procedure attuate dagli Stati membri per il recupero degli importi percepiti in modo fraudolento;
33. chiede che l'Unione europea presenti domanda di adesione al Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d'Europa;
34. si compiace del fatto che nel 2014 fossero in vigore 48 accordi concernenti l'assistenza amministrativa reciproca in 71 paesi, e che siano in corso negoziati con altri 49 paesi, tra cui importanti partner commerciali quali Stati Uniti e Giappone, e chiede che il Parlamento europeo sia costantemente tenuto informato dell'evoluzione di tali negoziati; sottolinea che, per salvaguardare gli interessi finanziari dell'Unione e combattere efficacemente la frode, occorre innanzitutto garantire che la legislazione vigente sia effettivamente applicata e che tutte le parti rispettino i relativi impegni internazionali, comprese le pertinenti clausole antifrode e anticorruzione che prevedono sanzioni; incoraggia la Commissione a continuare a cooperare con altri paesi sulla questione relativa alle misure antifrode e a mettere a punto nuovi accordi di cooperazione amministrativa; invita la Commissione a continuare a includere disposizioni antifrode e anticorruzione in tutti gli accordi internazionali dell'Unione, in modo da preparare il terreno per una cooperazione rafforzata nella lotta contro la criminalità organizzata, la tratta di esseri umani e altre forme di commercio illegale o illecito;
35. si compiace del ruolo fondamentale svolto dal programma di assistenza macrofinanziaria (AMF) dell'Unione nell'incoraggiare le riforme da parte dei paesi con cui l'Unione vanta i legami commerciali più stretti; chiede che la Commissione continui a riferire al Parlamento e agli Stati membri, onde garantire che tutti i fondi siano spesi in piena conformità con il regolamento di base e secondo modalità compatibili con la coesione regionale e la promozione della stabilità regionale, limitando in tal modo il rischio di un utilizzo improprio dei crediti rimborsabili; chiede una valutazione a lungo termine degli effetti che i programmi di AMF comportano per la lotta alla corruzione e alla frode nei paesi beneficiari.
36. rinnova il proprio appello alle Corti dei conti di tutti gli Stati membri affinché rendano pubbliche le dichiarazioni nazionali che documentano l'utilizzo dei fondi dell'Unione;
37. invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare, ai rispettivi livelli, banche dati interconnesse sulle irregolarità nell'ambito della politica di coesione, ivi comprese le irregolarità collegate agli appalti pubblici, in quanto tali banche dati possono fornire una base per un'analisi significativa ed esaustiva della frequenza, della gravità e delle cause delle irregolarità, nonché degli importi interessati dalle irregolarità fraudolente; sottolinea la necessità che gli Stati membri provvedano affinché siano trasmessi alla Commissione dati accurati e comparabili con modalità adeguate e tempestive, evitando un incremento sproporzionato degli oneri amministrativi;
Migliori controlli
38. sottolinea la natura complessa delle irregolarità; ritiene che la Commissione e gli Stati membri debbano adottare un'azione decisa contro le irregolarità fraudolente; ritiene opportuno contrastare le irregolarità non fraudolente mediante misure amministrative, e in particolare, attraverso requisiti più trasparenti e semplici, maggiore assistenza tecnica agli Stati membri da parte della Commissione e scambi rafforzati delle buone prassi e degli insegnamenti appresi; ritiene indispensabile armonizzare la metodologia di calcolo dei tassi di errore a livello unionale e degli Stati membri;
39. accoglie con favore il fatto che i "controlli comunitari" ex ante ed ex post stiano individuando sempre più casi di irregolarità e ritiene quindi che tali controlli vadano ulteriormente promossi;
40. invita le autorità competenti degli Stati membri a porre in essere controlli migliori e a utilizzare tutte le informazioni disponibili per evitare errori e pagamenti irregolari riguardo ai fondi dell'Unione;
41. incoraggia la Commissione a rafforzare ulteriormente il proprio ruolo di vigilanza attraverso l'audit, le attività di controllo e di ispezione, i piani d'azione correttivi e le lettere di avvertimento; invita gli Stati membri ad intensificare gli sforzi e a sfruttare il loro potenziale per rilevare e correggere gli errori prima di chiedere il rimborso alla Commissione; sottolinea a tale riguardo il valore particolare che riveste l'azione preventiva al fine di evitare erogazioni, in quanto elimina la necessità di intraprendere successivamente un'azione di recupero dei fondi sottratti;
42. Reitera il suo invito alla Commissione a elaborare un sistema di scambio d'informazione tra le autorità competenti per permettere un controllo incrociato delle registrazioni contabili concernenti le transazioni tra due o più Stati membri al fine di evitare frodi transnazionali nell'ambito dei Fondi strutturali e di investimento, assicurando in tal modo un approccio orizzontale alla protezione degli interessi finanziari dell'Unione Europea;
43. si compiace del fatto che tutti i servizi della Commissione abbiano sviluppato e attuato le proprie strategie antifrode nel 2014; invita le agenzie, le agenzie esecutive e le imprese comuni dell'Unione a fare altrettanto; sottolinea il ruolo dei servizi di coordinamento antifrode (AFCOS) nella lotta alle frodi; accoglie con favore l'adozione di strategie nazionali antifrode da parte di Bulgaria, Grecia, Croazia, Malta e Slovacchia e invita le agenzie, le agenzie esecutive e le imprese comuni dell'UE a fare altrettanto; invita la Commissione a monitorare attentamente l'attuazione delle SNAF;
44. auspica altresì il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione sulle modalità di gestione dei fondi; chiede che il personale delle autorità coinvolte nella gestione dei fondi, in particolare quello degli AFCOS, segua una formazione completa affinché tali autorità sviluppino proprie strategie nazionali di lotta contro la frode;
45. accoglie con favore i risultati positivi del primo riepilogo annuale del programma Hercule III; esprime preoccupazione per il fatto che il bilancio previsto possa essere insufficiente; richiede ulteriori informazioni basate sulle prestazioni, in particolare sul contributo delle 55 conferenze e sessioni di formazione all'efficacia delle azioni intraprese dagli Stati membri per contrastare le frodi, la corruzione e qualsiasi altra attività illegale che leda gli interessi finanziari dell'Unione;
46. ribadisce che, ai sensi dell'articolo 325, paragrafo 2, TFUE, gli Stati "adottano, per combattere contro la frode che lede gli interessi finanziari dell'Unione, le stesse misure che adottano per combattere contro la frode che lede i loro interessi finanziari"; è del parere che tale disposizione non venga rispettata nell'Unione; ritiene che la Commissione dovrebbe sviluppare una politica orizzontale sulla lotta contro la frode e la corruzione; sottolinea che la Commissione è altresì responsabile di un uso efficace dei finanziamenti e la invita a definire requisiti interni di risultato;
47. ritiene necessario un maggiore coinvolgimento dei cittadini dell'Unione nelle fasi di programmazione e controllo, tramite strumenti informativi di facile accesso, soprattutto nei casi di finanziamento di grandi infrastrutture; invita la Commissione a valutare l'idea di un bilancio partecipativo al fine di coinvolgere i cittadini nel monitoraggio della spesa dei fondi europei e a creare uno sportello elettronico di segnalazione delle frodi accessibile;
48. segnala che la definizione, la classificazione, l'accertamento e il censimento delle irregolarità continuano a variare tra gli Stati membri come pure al loro interno, principalmente a causa delle divergenze nelle definizioni di irregolarità; reputa necessaria una maggiore armonizzazione e accoglie positivamente, al riguardo, il regolamento delegato della Commissione dell'8 luglio 2015 sulla notifica delle irregolarità, che integra il regolamento recante disposizioni comuni; invita la Commissione e gli Stati membri a delineare strategie coerenti per il trattamento delle irregolarità e per la lotta contro le frodi nella politica di coesione; pone in rilievo le misure preventive e correttive adottate dalla Commissione allo scopo di prevenire le irregolarità fraudolente, compresa la sospensione di 193 pagamenti nell'ambito della politica di coesione;
49. ricorda che il regolamento recante disposizioni comuni prevede che le autorità di gestione adottino misure efficaci e proporzionate per la lotta antifrode, che dovrebbero essere integrate nelle strategie nazionali antifrode; sollecita la Commissione a rafforzare l'azione preventiva; plaude, in tale contesto, alla creazione di un sistema di individuazione precoce dei rischi e chiede in particolare che siano potenziate le capacità tecniche e amministrative delle autorità di gestione, al fine di garantire sistemi di controllo più rigorosi in grado di ridurre i rischi di frode e di migliorare la capacità di individuazione, anche nelle regioni meno sviluppate, senza imporre un eccessivo onere finanziario e amministrativo; sottolinea che la prevenzione dovrebbe comportare un'opera di costante formazione e supporto del personale responsabile della gestione e nel controllo dei fondi in seno alle autorità competenti, come pure lo scambio di informazioni e delle migliori prassi; ricorda il ruolo decisivo delle autorità locali e regionali e delle parti interessate nel contrastare la frode, garantire la trasparenza e prevenire i conflitti di interesse;
50. apprezza la decisione della Commissione di condurre nel 2018 una valutazione intermedia per verificare se la nuova architettura normativa della politica di coesione prevenga e riduca ulteriormente il rischio di irregolarità, comprese quelle fraudolente, e attende con interesse la presentazione di informazioni dettagliate circa l'impatto delle nuove normative sugli strumenti di gestione e controllo, per quanto concerne sia il rischio di irregolarità e frodi, sia l'attuazione globale della politica;
51. chiede alla Commissione e alla Corte dei conti di migliorare la trasparenza dei dati sui controlli fornendo informazioni più dettagliate sugli Stati membri con le migliori e le peggiori prestazioni in ciascun ambito politico e settore, al fine di consentire agli attori di identificare gli ambiti in cui occorre maggiore aiuto e definire le azioni pertinenti di conseguenza;
Direttiva PIF e regolamento che istituisce la Procura europea
52. accoglie con favore la dichiarazione della Commissione nella sua relazione annuale sulla protezione degli interessi finanziari (PIF) dell'Unione relativa al 2014, secondo la quale sia la direttiva PIF sia il regolamento concernente l'istituzione di una Procura europea (regolamento EPPO) "consentirebbe[ro] di completare e consolidare il quadro giuridico e rafforzerebbe[ro] notevolmente la lotta contro la frode"; ribadisce la propria convinzione circa l'urgente necessità di adottare quanto prima la direttiva PIF, che dovrebbe includere l'IVA nel suo ambito di applicazione e definire chiaramente le infrazioni PIF, le norme di minima per le pene detentive massime applicabili e le norme di minima in materia di prescrizione; ricorda la causa Taricco, nell'ambito della quale la Corte di giustizia richiama l'attenzione sul fatto che le frodi in materia di IVA rientrano in effetti nella definizione di frode PIF contenuta nella convenzione PIF del 1995;
53. sottolinea che anche il regolamento che istituisce la Procura europea dovrebbe essere adottato rapidamente e chiede che il Consiglio spieghi i motivi alla base del ritardo registrato nei negoziati;
Appalti pubblici
54. rileva che il livello di irregolarità derivanti dall'inosservanza delle norme in materia di appalti pubblici continua a essere elevato; invita gli Stati membri a recepire rapidamente nel diritto nazionale la direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici(8), che rende obbligatori gli appalti elettronici e introduce obblighi in materia di comunicazione e monitoraggio per reprimere le frodi appalti e altre gravi irregolarità; invita la Commissione a rendere obbligatoria la pubblicazione di tutta la documentazione relativa ai beneficiari e in particolare ai subappaltatori;
55. chiede alla Commissione di applicare rigorosamente le misure riguardanti il potere discrezionale e l'esclusione negli appalti pubblici, svolgendo in ciascun caso verifiche appropriate riguardo ai precedenti, e di applicare criteri di esclusione al fine di escludere le imprese in caso di conflitto d'interessi, condizione essenziale per tutelare la credibilità delle istituzioni;
56. sottolinea che il mancato rispetto delle norme sugli appalti pubblici è stata una significativa fonte di errore per il periodo di programmazione 2007-2013, compresa l'elusione delle norme sugli appalti pubblici attraverso il frazionamento dei contratti in appalti più piccoli per non superare le soglie e l'utilizzo di procedure non appropriate; sottolinea che le nuove direttive sugli appalti pubblici devono essere applicate entro aprile 2016; sottolinea che la riduzione dell'incidenza delle irregolarità esige una corretta applicazione delle direttive da parte degli Stati membri; chiede pertanto alla Commissione di definire orientamenti per la corretta attuazione delle direttive; invita la Commissione a monitorare attentamente l'attuazione delle direttive; ritiene che le condizionalità ex ante abbiano il potenziale per migliorare gli appalti pubblici; sottolinea la necessità di norme trasparenti e accessibili;
57. esprime preoccupazione per la mancanza di piena trasparenza riguardo al finanziamento dei grandi progetti infrastrutturali; invita la Commissione a valutare la presentazione di una proposta intesa a rendere obbligatoria la pubblicazione di tutti i resoconti finanziari e i progetti relativi alle grandi opere pubbliche, compresa la documentazione relativa ai subappaltatori;
58. chiede alla Commissione di rendere pubblici tutti i documenti attinenti al progetto di collegamento ferroviario ad alta velocità Lione-Torino e ai relativi finanziamenti;
59. invita la Commissione a sviluppare una banca dati sulle irregolarità, in grado di fornire una base per un'analisi significativa e completa della frequenza, della gravità e delle cause degli errori in materia di appalti pubblici; invita le autorità competenti degli Stati membri a sviluppare e ad analizzare le proprie banche dati sulle irregolarità, comprese quelle registrate in materia di appalti pubblici, e a collaborare con la Commissione per fornire tali dati in una forma e in un momento che faciliti il lavoro della Commissione;
60. mette in discussione la natura non fraudolenta del numero crescente di errori gravi commessi nell'ambito delle procedure degli appalti pubblici e chiede alla Commissione di mantenersi particolarmente vigile in merito, non solo avviando un dialogo con gli Stati membri al fine della migliore applicazione delle direttive nuove ed esistenti in materia di appalti pubblici, ma anche presentando i casi pertinenti all'OLAF per un ulteriore esame;
61. ricorda che in situazioni di emergenza quale l'utilizzo dei fondi per i rifugiati si verificano spesso deroghe alle normali procedure di appalto, ricorrendo all'accesso diretto ai fondi; si rammarica che per tali motivi si siano spesso verificati abusi; invita la Commissione a vigilare più efficacemente sull'utilizzo di tali deroghe e sulla pratica diffusa di parcellizzazione degli appalti al fine di non superare le soglie che consentono di evitare le regolari procedure di appalto;
62. prende atto che, nella relazione speciale n. 10/2015 dal titolo "Occorre intensificare gli sforzi per risolvere i problemi degli appalti pubblici nell'ambito della spesa dell'UE nel settore della coesione", la Corte dei conti analizza le procedure correlate agli appalti pubblici; rileva che l'inosservanza delle normative in materia di appalti pubblici dà luogo a errori, i quali possono comportare ritardi nell'attuazione e rettifiche finanziarie; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire entro la fine del 2016 il pieno rispetto delle condizionalità ex-ante concernenti l'effettiva attuazione del diritto in materia di appalti pubblici; invita gli Stati membri a provvedere a un recepimento adeguato e rapido del pacchetto delle direttive concernenti gli appalti pubblici del 2014;
63. sollecita gli Stati membri e la Commissione a sfruttare appieno le opportunità offerte dalla tecnologia informatica negli appalti pubblici, ivi compresi gli strumenti informatici per gli appalti elettronici, lo scambio di buone prassi e la valutazione preventiva del rischio; esprime apprezzamento per lo strumento informatico di allerta in caso di frode, Arachne, sviluppato dalla Commissione e inteso a individuare i progetti più rischiosi sulla base di una serie di indicatori di rischio, e invita gli Stati membri a utilizzare tale strumento;
Bilancio basato sulle prestazioni e approccio "ottimizzazione della spesa"
64. sottolinea l'importanza di dare l'esempio e accoglie con entusiasmo l'approccio interistituzionale per l'attuazione di un bilancio basato sulle prestazioni; invita la Commissione ad adottare la progettazione, la realizzazione e la fase di controllo del quadro finanziario pluriennale in base al principio di bilancio basato sulle prestazioni;
65. rileva l'importanza di misure aggiuntive e costanti per evitare irregolarità fraudolente, ma ribadisce anche il suo invito all'adozione di una nuova metodologia incentrata sulle prestazioni invece che sulla valutazione formalistica dei programmi, in linea con il principio di un bilancio dell'Unione incentrato sui risultati; invita la Commissione a rafforzare le proprie attività in relazione all'applicazione degli indicatori di efficienza ed efficacia e a non concentrare l'attenzione esclusivamente sul tasso di errore; chiede altresì alla Commissione di non occuparsi solo delle tre categorie principali - economia, efficienza ed efficacia – ma di iniziare a rivolgere l'attenzione anche al nuovo trittico (ecologia, eguaglianza e etica);
66. chiede l'inclusione obbligatoria di una valutazione ex ante del valore aggiunto ambientale, economico e sociale nella procedura di selezione dei progetti da finanziare, sia all'interno che all'esterno dell'Unione, e che i risultati di tali valutazioni nonché i parametri utilizzati siano resi pubblici e pienamente accessibili;
67. constata che l'attività di segnalazione nell'ambito delle prestazioni è ancora scarsa e che occorre valutare periodicamente i parametri degli apporti (mezzi finanziari, umani, materiali, organizzativi o regolamentari necessari all'attuazione del programma), le realizzazioni (i prodotti del programma), i risultati (gli effetti immediati del programma) e gli effetti (i cambiamenti a lungo termine nella società);
68. accoglie con favore la creazione di una rete di punti di contatto nazionali degli Stati membri e l'integrazione degli obiettivi della lotta alla corruzione nel processo di governance economica del semestre europeo;
69. esorta la Commissione a pubblicare senza indugio la valutazione concernente tutti gli accordi con le imprese del settore del tabacco, allo scopo di accertarne l'efficienza in termini di lotta contro frodi e contraffazioni che ledono gli interessi finanziari dell'Unione, e a valutare l'opportunità di rinnovare accordi di questo tipo.
70. sottolinea il ruolo della Corte dei conti, delle istituzioni superiori di controllo (ISC), della Commissione e delle autorità di gestione nel controllare la regolarità e i risultati della spesa pubblica; invita la Corte dei conti e la Commissione a migliorare ulteriormente la loro cooperazione con gli ISC degli Stati membri, al fine di ampliare la portata e la proporzione dei fondi e dei progetti sottoposti ad audit;
Il contrabbando di tabacco e le merci contraffatte
71. esprime preoccupazione per quanto rilevato dal Mediatore europeo(9), secondo cui, con l'eccezione della DG Salute, la Commissione non stava pienamente applicando le norme e le linee guida dell'OMS dell'ONU in materia di trasparenza e lobby del tabacco; è del parere, pertanto, che siano state compromesse la credibilità e la serietà della Commissione;
72. esorta tutte le istituzioni competenti dell'Unione ad attuare l'articolo 5, paragrafo 3, della convenzione quadro dell'OMS per la lotta al tabagismo, in conformità con le raccomandazioni contenute nelle relative linee guida; esorta la Commissione a pubblicare immediatamente i suoi accordi di valutazione con le industrie del tabacco e una valutazione d'impatto sull'attuazione della Convenzione quadro sul controllo del tabacco; chiede alla Commissione di assicurare la piena trasparenza sugli accordi concernenti il tabacco e gli eventuali rinnovi degli stessi e sollecita gli Stati membri a riferire periodicamente sulle spese sostenute in relazione ai fondi ricevuti a seguito di tali accordi;
73. accoglie con favore i risultati positivi di numerose operazioni doganali congiunte (ODC) che hanno visto la collaborazione di OLAF e degli Stati membri con vari servizi di paesi terzi e hanno determinato il sequestro, tra l'altro, di 1,2 milioni di prodotti contraffatti, tra cui profumi, ricambi auto, dispositivi elettronici e 130 milioni di sigarette; sottolinea che il contrabbando di merci fortemente tassate è causa di ingenti perdite di entrate a danno dei bilanci dell'Unione e degli Stati membri e che, secondo le stime, per il solo contrabbando di sigarette, i mancati introiti diretti in termini di dazi doganali ammontano a oltre 10 miliardi di EUR l'anno; ricorda che il traffico di merce contraffatta infligge danni sia alle entrate dell'Unione europea e dei suoi Stati membri sia alle imprese europee;
74. esprime forte preoccupazione per il crescente fenomeno del contrabbando, della tratta e di altre forme di commercio illegale e illecito, che incidono non solo sulla riscossione dei dazi doganali da parte degli Stati membri e, di conseguenza, sul bilancio dell'Unione, ma sono anche strettamente connessi alla criminalità organizzata internazionale, alle minacce per i consumatori e agli effetti nefasti sul funzionamento del mercato unico, e compromettono quindi la parità di condizioni per tutte le imprese concorrenti, in particolare le PMI; chiede pertanto un maggiore coordinamento tra l'OLAF, le autorità doganali e le autorità di vigilanza del mercato al fine non solo di lottare contro detti problemi, ma anche di contrastare il commercio di prodotti che violano le norme dell'Unione in materia di proprietà intellettuale;
75. sottolinea l'importanza di operare una distinzione tra i medicinali generici regolari e i farmaci contraffatti fraudolenti onde evitare di interrompere la produzione e il commercio legittimo dei medicinali generici, e invita nuovamente tutti gli Stati membri che hanno firmato ma non ancora ratificato il protocollo delle Nazioni Unite sull'eliminazione del commercio illegale dei prodotti derivati dal tabacco a completare quanto prima la procedura di ratifica;
Indagini e ruolo dell'OLAF
76. prende atto del ruolo dell'OLAF, nell'ambito di varie ODC, nella prevenzione di perdite per il bilancio dell'Unione e chiede all'OLAF di inserire nelle sue future relazioni annuali maggiori informazioni e cifre concrete riguardo al suo contributo alla tutela delle entrate del bilancio dell'Unione;
77. accoglie con favore le riunioni interistituzionali annuali tra Consiglio, Commissione, Parlamento, OLAF e il suo comitato di vigilanza; insiste sulla necessità di una presidenza di turno tra le tre istituzioni europee; invita la Commissione a sostenere l'iniziativa del Parlamento e sollecita il Consiglio a riconsiderare la sua posizione negativa al riguardo;
78. rinnova il proprio appello relativo alla relazione annuale 2013 relativa alla tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea(10), affinché le questioni in sospeso tra l'OLAF e il suo comitato di vigilanza siano rapidamente risolte; ribadisce che né l'OLAF né il suo comitato di vigilanza possono adempiere in modo efficace ai loro obblighi legali nelle condizioni di cooperazione limitata che si registrano attualmente; rileva con preoccupazione la mancanza di progressi e ritiene pertanto inaccettabile la situazione attuale; invita la Commissione a svolgere appieno il suo ruolo ed a lavorare attivamente su una soluzione a lungo termine da mettere in atto senza indugio;
79. è del parere che il comitato di vigilanza dovrebbe, per una questione di coerenza con il suo mandato, disporre di personale autonomo, distaccato dall'amministrazione di OLAF, e godere di autonomia finanziaria; invita OLAF a concedere al comitato di vigilanza l'accesso ai documenti che quest'ultimo reputi necessari a svolgere il proprio compito in conformità del suo mandato; esorta la Commissione ad avanzare una proposta di modifica in tal senso del regolamento OLAF;
80. constata un'incongruenza tra le informazioni raccolte dall'OLAF da fonti pubbliche e private negli Stati membri riguardo alle frodi (relazione OLAF 2014) e l'estrema disomogeneità dei livelli di recupero finanziario raccomandati dall'OLAF agli Stati membri; invita la Commissione a sostenere iniziative intese ad aumentare il tasso di recupero nei casi di frode.
81. esorta la Commissione a garantire la piena trasparenza di tutte le richieste delle procure nazionali di revocare l'immunità del personale dell'OLAF, compreso il suo direttore generale;
82. accoglie con favore la dimostrata efficacia delle indagini sull'origine svolte dell'OLAF per quanto riguarda l'ammissibilità delle misure tariffarie preferenziali e invita gli Stati membri a tenere conto dei risultati di tali indagini e ad adottare tutte le misure necessarie e opportune in conformità alle disposizioni della normativa doganale dell'UE; chiede alla Commissione, al fine di evitare perdite per il bilancio dell'Unione dovute all'importazione di merci non aventi diritto al trattamento tariffario preferenziale nell'ambito dei regimi di scambio preferenziale (RSP), di continuare a verificare che gli Stati membri migliorino l'efficacia dei loro sistemi di gestione del rischio e delle strategie di controllo sulla base delle comunicazioni di assistenza reciproca; chiede altresì alla Commissione di dare seguito all'impegno da essa assunto di effettuare valutazioni ex post sugli RSP aventi un importante impatto economico, sociale e ambientale, prevedendo un sistema d'informazione periodica da parte dei paesi beneficiari in materia di gestione e controllo dell'origine preferenziale;
83. rileva che il perseguimento generale di reati, quali frode, corruzione, riciclaggio di denaro, criminalità organizzata e altre attività illegali che ledono gli interessi finanziari dell'Unione, costituisca una conditio sine qua non per l'efficace funzionamento dell'Unione europea; sottolinea la necessità di dare un seguito sistematico alle raccomandazioni dell'OLAF; è del parere che il seguito dato alle suddette raccomandazioni esiga diritti procedurali per l'OLAF nelle legislazioni nazionali affinché tali raccomandazioni siano rispettate e prese in considerazione dalle autorità nazionali;
84. chiede alla Commissione di chiarire i motivi principali per cui gli Stati membri non stanno dando seguito ai presunti casi di frode che ledono gli interessi finanziari dell'Unione europea, come sottoposti loro da OLAF;
o o o
85. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, alla Corte di giustizia dell'Unione europea, alla Corte dei conti europea, all'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e al comitato di vigilanza dell'OLAF.