Risoluzione del Parlamento europeo del 13 aprile 2016 sull'UE in un contesto globale in evoluzione - Un mondo maggiormente connesso, contestato e complesso (2015/2272(INI))
Il Parlamento europeo,
– visti l'articolo 3, paragrafi 1, 2 e 5, l'articolo 21, in particolare i paragrafi 1, 2, la lettera h) e il paragrafo 3, secondo capoverso, gli articoli 8, 22, 24, 25, 26, l'articolo 42, in particolare il paragrafo 7, e l'articolo 46 del trattato sull'Unione europea (TUE),
– visto l'articolo 222 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
– vista la strategia europea per la sicurezza del 2003 e la relazione del 2008 sulla sua attuazione,
– vista la relazione del vicepresidente/Alto rappresentante (VP/AR) intitolata "L'UE in un contesto globale in evoluzione - Un mondo maggiormente connesso, contestato e complesso",
– vista la comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante intitolata "L'approccio globale dell'UE alle crisi e ai conflitti esterni" (JOIN(2013)0030),
– vista la comunicazione della Commissione, intitolata "Agenda europea sulla sicurezza" (COM(2015)0185),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'Alto rappresentante dal titolo "Riesame della politica europea di vicinato" (JOIN(2015)0050),
– vista la risoluzione del Parlamento europeo, del 21 maggio 2015, sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune (conformemente alla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune)(1),
– vista la sua risoluzione del 21 gennaio 2016 sulla clausola di difesa reciproca (articolo 42, paragrafo 7, TUE)(2),
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2013 (EUCO 217/13) e del 25 e 26 giugno 2015 (EUCO 22/15), nonché le conclusioni del Consiglio sulla PSDC del 18 maggio 2015 (8971/15),
– vista la decisione (PESC) 2015/1835 del Consiglio, del 12 ottobre 2015, che fissa lo statuto, la sede e le modalità di funzionamento dell'Agenzia europea per la difesa(3),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'Alto rappresentante dal titolo "Strategia dell'Unione europea per la cibersicurezza: un ciberspazio aperto e sicuro" (JOIN(2013)0001),
– vista la strategia per la sicurezza marittima dell'Unione europea, adottata dal Consiglio dell'Unione europea il 24 giugno 2014,
– viste la dottrina strategica 2010 della NATO e la dichiarazione del vertice NATO in Galles del 2014,
– vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2015 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell'Unione europea in materia(4),
– visti il quadro strategico e il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia, adottati dal Consiglio "Affari esteri" il 25 giugno 2012,
– vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2015 sull'esportazione di armi: attuazione della posizione comune 2008/944/PESC(5),
– vista l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre 2015, e l'accordo di Parigi sul cambiamento climatico,
– vista la lettera della commissione per il commercio internazionale,
– visto l'articolo 52 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per lo sviluppo (A8-0069/2016),
A. considerando che molte delle sfide e delle minacce attuali e future per l'UE sono complesse e interconnesse e provengono da attori statali e non statali, tanto dall'interno quanto dall'esterno dei confini comuni; che occorre collegare i contesti locali, regionali e globali; che occorrono una volontà politica e una leadership forti per un'azione comune risoluta da parte dell'UE e dei suoi Stati membri per rispondere proattivamente, collettivamente ed efficacemente a tali sfide, salvaguardare i valori dell'UE e il suo modello sociale e trasformare l'UE in un attore efficace e più strategico e contribuire alla sicurezza globale; che la strategia globale dell'UE sulla politica estera e di sicurezza deve gettare le basi per tale sviluppo, definendo il livello politico di ambizione dell'UE quale attore internazionale;
B. considerando che l'UE deve avere piena consapevolezza del deterioramento nel suo ambiente strategico immediato e delle relative conseguenze a lungo termine; che il moltiplicarsi e la simultaneità delle crisi, che hanno conseguenze sempre più immediate sul territorio dell'UE, implicano che nessuno Stato membro può affrontarle da solo e che, per garantire la propria sicurezza, gli europei dovrebbero assumersi le loro responsabilità collettivamente;
C. considerando che le minacce identificate nella strategia europea per la sicurezza del 2003, ossia terrorismo, armi di distruzione di massa, conflitti regionali, fallimento dello Stato e criminalità organizzata, sono ancora, nella maggior parte dei casi, valide; che l'UE affronta attualmente numerose sfide aggiuntive, gravi e impreviste, come i tentativi di potenze revisioniste di ridisegnare i confini con la forza violando il diritto internazionale e di sfidare l'ordine globale basato su regole, il cambiamento climatico, la lenta crescita economica, gli importanti flussi migratori e dei rifugiati, e la più ingente crisi di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale, oltre agli sviluppi tecnologici nel settore spaziale e cibernetico, alla criminalità finanziaria, alla proliferazione nucleare e alla corsa agli armamenti, alle operazioni belliche e alle minacce informatiche e ibride;
D. considerando che l'architettura europea in materia di sicurezza si è basata sull'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE); che l'UE svolge un ruolo centrale nell'ambito dell'OSCE;
E. considerando che, alla luce del deterioramento della sicurezza regionale, l'UE deve dare priorità alla stabilizzazione dei paesi limitrofi, senza tuttavia rinunciare ai propri impegni sul piano internazionale; che le crisi sul fronte della sicurezza alle porte dell'UE sono aggravate e influenzate dalle tendenze mondiali, e che, per converso, un'efficace gestione della sicurezza regionale è un presupposto indispensabile ai fini della capacità dell'UE di agire a livello globale;
F. considerando che il 26 giugno 2015, il Consiglio europeo ha affidato all'Alto rappresentante il compito di continuare il processo di riflessione strategica al fine di preparare una strategia globale dell'UE in materia di politica estera e di sicurezza, in stretta collaborazione con gli Stati membri, da sottoporre al Consiglio europeo entro giugno 2016;
G. considerando che una risposta rapida ed efficiente da parte dell'UE alle minacce richiede una forte solidarietà tra gli Stati membri, il superamento delle barriere e delle mentalità compartimentate all'interno delle istituzioni e presso le rappresentanze estere del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e degli Stati membri, nonché lo stanziamento di risorse di bilancio adeguate e flessibili, per sostenere la realizzazione degli interessi dell'UE; che una strategia europea efficace richiede innanzitutto una volontà politica forte e un sentimento di unità d'intenti condiviso tra gli Stati membri, al fine di creare e utilizzare strumenti realmente europei;
H. considerando che le minacce di varia natura rivolte contro singoli Stati membri devono essere considerate come minacce all'Unione nel suo insieme ed esigono una forte unità e solidarietà tra gli Stati membri e una politica estera e di sicurezza comune coerente;
I. considerando che l'approccio globale e il ricorso coerente e coordinato agli strumenti politici esterni e interni dell'UE dovrebbe essere il fulcro della nuova strategia; che le esportazioni di armi da parte dell'UE non possono essere considerate come facenti parte degli interessi diretti dell'UE in materia di sicurezza e che occorre tenere conto della posizione comune 2008/944/PESC nel contesto dello sviluppo di una strategia globale dell'UE; che l'Unione ha l'obiettivo primario di promuovere i suoi valori contribuendo alla pace, alla sicurezza e allo sviluppo sostenibile della Terra, oltre che alla solidarietà e al rispetto reciproco dei popoli; che tali obiettivi fondamentali non devono essere trascurati quando l'Unione intraprende azioni volte all'attuazione delle proprie politiche interne ed esterne; che anche quando l'Unione agisce per promuovere i propri interessi commerciali deve sempre adoperarsi al fine di assicurare la coerenza delle proprie azioni con il perseguimento dei suoi obiettivi relativi al mantenimento della pace e alla salvaguardia dei diritti umani;
J. considerando che l'UE, in un ambiente internazionale tanto volatile e incerto, deve disporre di un'autonomia strategica che le consenta di garantire la sua sicurezza e di promuovere i suoi interessi e valori;
K. considerando che è necessario porre la sicurezza umana al centro della strategia globale dell'UE e tenere pienamente conto della prospettiva di genere nell'ambito della sicurezza e della risoluzione 1325 delle Nazioni Unite;
L. considerando che l'UE, dopo l'adozione della strategia europea per la sicurezza del 2003, si è posta l'obiettivo di conseguire un ordine internazionale basato su un multilateralismo efficace e su norme di diritto internazionale;
M. considerando che la nuova strategia deve essere in linea con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile;
N. considerando che alla futura strategia dovrebbero fare seguito relazioni annuali di attuazione e che essa dovrebbe includere i seguenti obiettivi, da elaborare ulteriormente in forma di "sottostrategie" che stabiliscono disposizioni specifiche per i diversi settori di intervento;
Difendere l'Unione europea
1. constata che l'obiettivo dell'Unione europea è di promuovere la pace, i propri valori e il benessere delle popolazioni, garantendo al contempo la sicurezza dei suoi cittadini e del suo territorio; sottolinea che l'azione esterna dell'Unione è improntata ai principi sanciti all'articolo 21 TUE; evidenzia che l'UE deve pertanto garantire la sua resilienza sia interna che esterna e la sua capacità di anticipare, prevenire e risolvere le sfide e le minacce prevedibili, oltre a essere pronta ad agire rapidamente in presenza di crisi imprevedibili, nonché la sua capacità di riprendersi da vari tipi di attacchi, oltre a tutelare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e delle materie prime, tenendo conto al contempo degli effetti dei cambiamenti climatici, che devono essere affrontati con urgenza, grazie all'assunzione di un ruolo guida da parte dell'UE nell'azione globale per il clima e nella promozione dello sviluppo sostenibile;
2. ritiene che, per far fronte ad un contesto globale in evoluzione, la strategia dell'UE dovrebbe articolarsi intorno a:
a)
l'identificazione e la definizione di un ordine di priorità nell'affrontare le minacce e le sfide;
b)
la definizione delle risposte da adottare in relazione ad esse;
c)
la determinazione delle risorse da destinarvi;
3. sottolinea che le frontiere di ogni Stato membro sono le frontiere dell'Unione e in quanto tali devono essere difese;
4. è dell'opinione che l'UE, quale attore globale, abbia un ruolo chiave nel sostenere i principi sanciti dal diritto internazionale sui diritti umani, in particolare i principi di universalità e indivisibilità dei diritti umani; ritiene pertanto che i diritti umani debbano essere significativamente integrati nella nuova strategia globale al fine di realizzare pienamente il quadro strategico dell'UE, gli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani e il piano d'azione per i diritti umani e la democrazia; evidenzia, a tale proposito, la necessità di consultare sempre la società civile dell'UE, degli Stati membri e dei paesi terzi per fare in modo che l'esperienza e le conoscenze dei professionisti e dei difensori dei diritti umani possano informare e rendere più incisiva la politica estera e di sicurezza dell'UE; chiede all'UE e agli Stati membri di assicurare che la politica estera dell'UE adotti un approccio strategico in materia di diritti umani che ponga l'accento su azioni e risultati concreti e dimostri la coerenza dell'impegno assunto dall'UE in merito ai diritti umani nei vari paesi e nelle varie regioni, a prescindere dalle preoccupazioni in materia di sicurezza, politica estera, commercio, energia, aiuti, o da altre questioni;
5. ritiene che sia essenziale individuare i reali interessi condivisi in materia di politica estera di tutti i 28 Stati membri dell'UE in ogni regione del mondo e in ogni pertinente settore politico; sottolinea inoltre che il solo fatto di dare visibilità a tali interessi condivisi può notevolmente rafforzare l'UE quale attore nell'ambito della politica estera; invita il VP/AR ad affidare al SEAE il compito di effettuare una mappatura di tali interessi specifici e contribuire a definire gli obiettivi strategici e operativi che possano direttamente condurre a risultati concreti;
6. ritiene che gli Stati Uniti siano il partner strategico chiave dell'Unione europea; constata che l'UE e i suoi Stati membri devono essere più uniti e pronti ad assumersi una maggiore responsabilità per la loro sicurezza e difesa territoriale collettive, facendo minore affidamento sugli Stati Uniti, in particolare nel vicinato europeo; sottolinea che l'alleanza transatlantica deve rimanere un pilastro fondamentale in un sistema globale basato sulle regole; invita pertanto l'UE e gli Stati membri a potenziare le loro capacità di difesa, per essere pronti a rispondere a un ampio spettro di minacce e di rischi civili, militari e ibridi in sinergia con la NATO, e ad avvalersi pienamente delle disposizioni del trattato di Lisbona sulla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC);
7. esorta, di conseguenza, l'UE a rafforzare la cooperazione coerente e strutturata nell'ambito della ricerca per la difesa, della base industriale e della difesa informatica attraverso la messa in comune e la condivisione e altri progetti di cooperazione, al fine di utilizzare i bilanci nazionali per la difesa in modo più efficiente, a conseguire l'obiettivo collettivo di dedicare il 2 % della spesa destinata alla difesa al finanziamento della ricerca e ad avviare un programma di ricerca e tecnologia nel settore della difesa, finanziato dall'UE nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP); considera che il ruolo dell'Agenzia europea per la difesa deve essere rafforzato e le sue risorse incrementate per consentirle di intervenire con maggiore efficacia; ritiene anche che gli Stati membri dovrebbero assumersi maggiori responsabilità ai fini della creazione di capacità europee urgentemente necessarie e contribuire all'autonomia strategica dell'UE, aumentare la loro spesa per la ricerca militare attraverso l'AED e rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa europea (EDITB) e il mercato europeo della difesa; chiede che sia reso più trasparente e responsabile l'utilizzo dei bilanci della sicurezza e della difesa da parte degli Stati membri; invita altresì gli Stati membri a provvedere affinché siano messe a disposizione capacità adeguate per svolgere le missioni di cui all'articolo 43 TUE, ivi comprese le pertinenti missioni di pace delle Nazioni Unite; sottolinea inoltre che è necessario migliorare gli scambi di intelligence e sviluppare una capacità previsionale e di intelligence realmente europea, che preveda la presenza di meccanismi di controllo adeguati;
8. chiede al VP/AR di affrontare la mancanza di chiarezza della clausola di difesa reciproca di cui all'articolo 42, paragrafo 7 TUE, e di definire le linee guida nonché le modalità della sua attuazione, al fine di consentire agli Stati membri di rispondere in modo efficace quando viene invocata;
9. critica aspramente la Commissione per non aver portato a termine nei tempi previsti i compiti che le sono stati assegnati dal Consiglio europeo nel 2013 per quanto concerne l'annunciata tabella di marcia per un regime globale di sicurezza dell'approvvigionamento a livello di UE, il previsto Libro verde sul controllo delle capacità industriali di difesa e di sicurezza a carattere sensibile, il controllo degli appalti della difesa e della sicurezza e gli appalti aggiudicati da un governo a un altro governo nel settore della difesa;
10. prende atto della decisione (PESC) 2015/1835 del Consiglio, del 12 ottobre 2015; invita il capo dell'Agenzia europea per la difesa e il VP/AR a informare il Parlamento, indicando in che modo questa decisione del Consiglio rifletta la richiesta reiterata del Parlamento di rafforzare l'AED finanziando i costi del personale e di esercizio attraverso il bilancio dell'Unione;
11. ritiene che uno degli obiettivi principali dovrebbe essere la transizione verso unità militari multinazionali raggruppate su base permanente, forze di difesa congiunte e la definizione di un quadro per la politica di difesa comune, che porti, infine, a una Unione europea della difesa; chiede, a tale proposito, l'istituzione di un quartier generale militare permanente dell'UE per migliorare la capacità di gestione militare delle crisi, e garantire la pianificazione di emergenza e l'interoperabilità delle forze e degli equipaggiamenti; chiede agli Stati membri di rafforzare la cooperazione nel campo della difesa a livello collettivo, bilaterale e di raggruppamenti regionali; sostiene l'adozione di un Libro bianco sulla difesa dell'UE, sulla base della strategia globale dell'UE;
12. ritiene che l'attuazione attuale dell'articolo 42, paragrafo 7, TUE dovrebbe servire da catalizzatore per liberare il potenziale di tutte le disposizioni del trattato relative alla sicurezza e alla difesa;
13. sottolinea l'importanza fondamentale del rafforzamento della cooperazione UE-NATO, che dovrebbe garantire il coordinamento tra le operazioni, e sostiene l'istituzione di capacità europee che rafforzino la NATO nella difesa territoriale e siano in grado di condurre autonomamente operazioni di intervento oltre i confini dell'UE; sottolinea che la PSDC dovrebbe rafforzare il pilastro europeo della NATO e garantire che i membri europei della NATO rispettino realmente gli impegni assunti in tale consesso; suggerisce di combinare i concetti di gruppi tattici dell'UE e di Forza di reazione della NATO; ricorda che i contributi militari dovrebbero essere fondati sul principio della solidarietà tra gli Stati membri dell'UE;
14. sottolinea che i controlli sulle esportazioni di armi costituiscono parte integrante della politica estera e di sicurezza dell'UE e devono ispirarsi ai principi sanciti dall'articolo 21 TUE, in particolare la promozione della democrazia e dello Stato di diritto e il mantenimento della pace, la prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della sicurezza internazionale; ricorda che è fondamentale garantire coerenza tra le esportazioni di armi e la credibilità dell'UE come sostenitore globale dei diritti umani; è profondamente convinto che una più efficace attuazione degli otto criteri della posizione comune rappresenterebbe un importante contributo allo sviluppo della strategia globale dell'UE;
15. invita gli Stati membri a rispettare la posizione comune sulle esportazioni di armi e a interrompere il commercio di armi con i paesi terzi che non soddisfano i criteri ivi elencati;
16. sostiene un ulteriore approfondimento della governance efficiente di ambiti globali comuni, come i mari, l'aria, lo spazio e il ciberspazio;
17. prende atto del crescente ruolo della tecnologia nelle nostre società e ritiene che la politica dell'UE debba rispondere alla rapida evoluzione dello sviluppo tecnologico; sottolinea, a tale riguardo, il ruolo fondamentale e legittimante che Internet e le tecnologie possono svolgere nell'ambito dello sviluppo, della democratizzazione e dell'emancipazione dei cittadini in tutto il mondo e sottolinea pertanto quanto sia importante che l'UE si adoperi per promuovere e salvaguardare l'accesso libero e aperto a Internet e per proteggere i diritti digitali;
18. sottolinea che l'impatto delle tecnologie dovrebbe anche riflettersi nella strategia globale e nelle iniziative in materia di sicurezza informatica, e che il miglioramento dei diritti umani deve essere inserito come parte integrante in tutte le politiche e i programmi dell'UE, ove del caso, per favorire la protezione dei diritti umani, la promozione della democrazia, lo Stato di diritto e la buona governance, nonché la risoluzione pacifica dei conflitti;
Stabilizzare il "grande vicinato" dell'Europa
19. ritiene che, per essere più efficace e credibile in quanto attore globale, l'UE dovrebbe assumersi maggiori responsabilità e concentrare l'attenzione sull'esigenza di colmare il vuoto di sicurezza nelle zone limitrofe e nel grande vicinato, e creare condizioni di stabilità e prosperità fondate sullo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, affrontando necessariamente le cause profonde delle guerre e dei conflitti attuali, dei flussi migratori e della crisi dei rifugiati;
20. è convinto che l'UE dovrebbe impegnarsi più a fondo nelle attività diplomatiche di allentamento della tensione, in special modo nel vicinato meridionale; ritiene che la nuova strategia debba comprendere soluzioni che mostrino in che modo l'UE possa prendere le mosse dal recente accordo nucleare con l'Iran per promuovere un ulteriore rafforzamento della fiducia e altri accordi regionali in materia di sicurezza, che possono anche basarsi sull'esperienza dell'Europa nell'ambito degli assetti regionali di sicurezza, come la Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE), e degli accordi, come l'Atto finale di Helsinki;
21. è del parere che per costruire la stabilità e la pace, promuovere la sicurezza umana, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e la democratizzazione, l'UE debba tenere fede ai suoi impegni di allargamento e d'integrazione, sulla base di politiche destinate a incentivare la crescita economica e società inclusive, e proseguire la cooperazione con paesi strettamente associati nel contesto della politica europea di vicinato (PEV) appena riveduta; ricorda che, ai sensi dell'articolo 49 TUE, ogni Stato europeo che rispetti i criteri di Copenaghen, che sono saldi e non negoziabili, e i principi di democrazia e rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani e delle minoranze e che garantisca lo Stato di diritto, può chiedere di diventare membro dell'Unione; ritiene che l'UE dovrebbe sempre mantenere un impegno coerente e sistematico nei confronti sia del vicinato orientale che di quello meridionale;
22. è d'avviso che l'attuale crisi dei rifugiati richieda un approccio europeo olistico e un'azione urgente e concertata, che utilizzi strumenti sia esterni che interni; chiede una strategia a lungo termine e la gestione sostenibile delle politiche in materia di asilo, migrazione e riammissione sulla base di principi comuni e solidarietà e con la debita considerazione per i diritti umani e la sicurezza degli individui; chiede il rafforzamento del sistema Schengen, della Guardia costiera e di frontiera europea e di Frontex; in tale contesto, chiede alla Commissione di proporre soluzioni efficaci e sostenibili; ritiene che, a tal fine, l'UE dovrebbe promuovere un approccio più pratico e globale per l'assistenza all'Africa, al Medio Oriente e ai paesi e alle regioni fragili ed inclini alla guerra;
23. ritiene che una diplomazia multilaterale inclusiva sotto il coordinamento e la leadership del VP/AR sia uno strumento essenziale per la risoluzione dei conflitti e la gestione delle crisi sia nel vicinato che a livello globale; sottolinea che occorre rafforzare l'orientamento strategico, la coerenza e le sinergie positive tra le politiche d'azione esterna e le politiche interne, sempre più interconnesse a livello di Unione, all'interno degli Stati membri e tra il SEAE e la Commissione;
Rafforzare la governance globale multilaterale
24. ritiene che l'UE debba essere un attore globale costruttivo e resiliente con un'ottica regionale, dotato dei mezzi civili e militari necessari, e aspirare a essere un organo normativo, che contribuisce all'istituzione e al rafforzamento di una governance globale multilaterale efficiente con l'obiettivo di rafforzare la democrazia, il buon governo, lo Stato di diritto e i diritti umani; sottolinea che la PSDC è una componente cruciale ai fini della prevenzione e della risoluzione delle crisi;
25. invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a perseguire un approccio globale/congiunto/integrale nella propria azione esterna e a tenere conto del legame inscindibile tra sicurezza interna ed esterna; a tale proposito, invita l'UE a sviluppare sinergie tra sicurezza, sviluppo, commercio, diritti umani, attività di promozione della democrazia e azione esterna dell'UE e a includere tali politiche nella sua strategia globale; insiste sul necessario perseguimento degli obbiettivi relativi alla non proliferazione, alla promozione della pace e alla salvaguardia dei diritti umani anche quando l'Unione intraprende azioni di tipo commerciale;
26. ricorda il ruolo significativo e crescente che la sicurezza energetica avrà nell’ambito dello sviluppo interno dell’UE e dei suoi rapporti con partner locali, regionali e internazionali; chiede una rapida e completa realizzazione dei cinque pilastri dell'Unione dell'energia; ritiene che sia nell'interesse strategico dell'UE dotare la Commissione della prerogativa di co-negoziare e co-firmare tutti i contratti relativi alle forniture di energia importata e prodotta da paesi terzi;
27. sottolinea la necessità di una volontà politica negli Stati membri di mostrare maggiore flessibilità in questioni relative alla PSDC per imprimere un forte slancio in quest'ambito; sostiene la costituzione di una formazione del Consiglio dei ministri destinata alla difesa, oltre a riunioni regolari del Consiglio europeo sulla difesa; sollecita gli Stati membri disponibili a stabilire una cooperazione strutturata permanente nell'ambito della difesa (PESCO); evidenzia, a tale proposito, la necessità di superare i limiti strutturali legati in particolare alla valutazione dei bisogni, delle capacità (civili e militari) e del finanziamento comune; ritiene che il ricorso alla PESCO e all'articolo 44 TUE costituiscano i canali istituzionali più appropriati per far avanzare realisticamente questa politica comune;
28. sostiene il principio secondo il quale gli Stati membri dell'UE dovrebbero impegnarsi a utilizzare almeno il 2 % del loro PIL per la spesa per la difesa entro il 2024, al fine di conseguire le necessarie e adeguate capacità civili e militari per realizzare gli obiettivi della PESC/PSDC, valorizzando allo stesso tempo le economie di scala mediante la cooperazione e lo sviluppo comune e riducendo le disparità tra gli Stati membri;
29. sottolinea che il rafforzamento della cooperazione con gli attori globali e regionali contro le minacce e le sfide globali è necessario per creare un ordine globale basato su norme; ritiene che la collaborazione bilaterale su questioni settoriali specifiche con gli attori regionali interessati consenta la condivisione dei valori europei e contribuisca alla crescita e allo sviluppo; ricorda che le minacce globali hanno spesso una causa locale e che, conseguentemente, la loro soluzione richiede il coinvolgimento di attori locali; constata che l'istituzione di relazioni più strette con gli attori non statali, con i governi locali e regionali e la società civile è anch'essa cruciale per garantire un approccio generale a sfide globali quali il cambiamento climatico e il terrorismo e che si debba rivedere il modo in cui l'UE forma e definisce i partenariati allo scopo di incrementare il senso di titolarità dei partner e sviluppare ulteriormente un approccio che coinvolga molteplici parti interessate;
30. ritiene che il dialogo con i principali attori a livello mondiale e regionale – Stati, organizzazioni e istituzioni – debba basarsi sui principi fondamentali e gli interessi strategici dell'Unione, il rispetto del diritto internazionale, e obiettivi e interessi comuni ben definiti, tenendo conto del loro peso strategico e del loro potenziale contributo per affrontare le minacce e le sfide globali; è del parere che i progetti di connettività possano svolgere un ruolo cruciale nella costruzione di rapporti forti e stabili con i principali partner dell'Europa;
31. chiede un rafforzamento del dialogo con le autorità e le strutture regionali allo scopo di creare sinergie sostenibili per la pace, la sicurezza, la prevenzione dei conflitti e la gestione delle crisi, e un potenziamento del sostegno ai paesi soggetti a forti pressioni a motivo di crisi regionali, segnatamente l'impegno a costruire istituzioni stabili e resilienti e una società inclusiva per far leva sugli accordi commerciali e settoriali al fine di promuovere la sicurezza, la stabilità e la prosperità e perseguire strategie regionali a vasto raggio;
32. condanna il fatto che regimi autocratici e repressivi abbiano sempre più successo nella loro capacità di indebolire od ostacolare i diritti umani, lo sviluppo, la democrazia e lo sviluppo di una società civile attiva; sollecita il VP/AR ad occuparsi di questa tendenza globale negativa nel contesto della strategia globale;
33. constata che la prosperità dell'Unione è determinata dalla sua capacità di rimanere innovativa e competitiva nonché di trarre beneficio da un'economia globale ad alta velocità; ritiene che l'UE debba utilizzare tutti i suoi strumenti politici in modo coerente, per creare condizioni esterne favorevoli alla crescita sostenibile dell'economia europea; è d'avviso che l'UE debba essere un attore impegnato e attivo, promuovere il libero ed equo scambio e gli investimenti, garantire i canali commerciali e un maggiore accesso ai mercati di tutto il mondo e tutelare la stabilità del sistema finanziario globale, promuovendo elevati standard di regolamentazione e governance;
34. constata che, per raggiungere gli obiettivi indicati in precedenza, l'UE deve potenziare la cooperazione con un'ONU riformata e disporsi a influenzare e a orientare l'azione nei forum mondiali sulla governance di quei settori in cui risiedono gli interessi strategici e la sicurezza dell'UE, nonché approfondire i partenariati con gli altri attori globali e regionali, rivitalizzare i partenariati strategici trasformandoli in efficaci strumenti di politica estera, compresi i partenariati con gli attori non statali; ritiene che l'UE debba anche rafforzare la diplomazia europea, potenziare le proprie capacità operative per prevenire i conflitti, sostenere la democrazia e la pace, gestire le crisi e costruire alleanze attraverso la mediazione e il dialogo, nonché promuovere e legittimare la società civile; incoraggia l'approfondimento della cooperazione tra l'UE e le Nazioni Unite e tra l'UE e l'UA nelle operazioni di sostegno alla pace; sottolinea che gli approcci in materia di risoluzione dei conflitti dovrebbero essere integrati, nella misura del possibile, nell'ambito di soluzioni multilaterali concordate, tenendo in debita considerazione le molteplici dimensioni interessate da tali interventi con riferimento al mantenimento e rafforzamento della pace, allo sviluppo sostenibile, alla lotta alle cause profonde delle migrazioni e al rispetto dei diritti umani;
35. ricorda il ruolo fondamentale dell'Unione nel settore degli aiuti allo sviluppo, e chiede agli Stati membri di onorare il loro impegno a destinare lo 0,7 % del loro PIL all'aiuto pubblico allo sviluppo; chiede all'UE di promuovere un approccio più pragmatico agli aiuti favorendo il ricorso al sostegno al bilancio; invita gli Stati membri a compiere ogni sforzo per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile;
36. sottolinea che non vi è sviluppo senza sicurezza così come non vi è sicurezza senza sviluppo; evidenzia che la politica di sviluppo dell'Unione europea deve pertanto essere un elemento essenziale della strategia globale dell'Unione in materia di politica estera e di sicurezza;
37. accoglie con favore l'obiettivo della nuova strategia globale dell'UE in materia di politica estera e di sicurezza di essere onnicomprensiva, migliorare la coerenza tra le politiche interne ed esterne e rafforzare il coordinamento tra le istituzioni e con gli Stati membri; ricorda l'obbligo ai sensi del trattato di rispettare il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS) e di evitare le contraddizioni tra le politiche per lo sviluppo e le politiche non attinenti allo sviluppo che hanno un impatto sui paesi in via di sviluppo; invita pertanto gli Stati membri e la Commissione a introdurre e consolidare sistemi di coordinamento tra i rispettivi ministeri e l'intero Collegio dei Commissari e a coinvolgere ulteriormente i parlamenti nazionali nell'agenda sulla CPS, ed esorta l'UE a rafforzare un meccanismo di coordinamento per l'identificazione delle possibili implicazioni delle politiche per gli obiettivi di sviluppo, integrando sin dall'inizio gli aspetti dello sviluppo nelle iniziative strategiche e introducendo una misurazione più sistematica degli impatti e dei progressi relativi alla CPS; chiede, a tale riguardo, la creazione di mezzi di ricorso efficaci per le vittime nei casi in cui sia chiaro che le giurisdizioni nazionali non sono in grado di far fronte alle politiche attuate da entità estere;
38. si compiace del fatto che il nesso fra pace e sviluppo sia stato debitamente preso in considerazione nella nuova Agenda 2030 e che, conseguentemente, sia stato introdotto l'obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) 16 sulla pace e la giustizia; invita l'UE e gli Stati membri a considerare prioritarie, tra l'altro, le iniziative connesse con la realizzazione dell'OSS 16 (diritti umani, buon governo, costruzione della pace e della democrazia) e a garantire che questi siano tra i settori focali dei Programmi indicativi nazionali (PIN) nell'ambito della programmazione della cooperazione allo sviluppo;
39. chiede una revisione del consenso europeo sullo sviluppo quale importante contributo a una strategia dell'UE aggiornata, coerente e globale; sottolinea che una tale revisione dovrebbe tenere conto delle nuove sfide globali, occuparsi dell'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile da parte dell'UE e ribadire valori fondamentali quali il rispetto dei diritti umani, con una particolare attenzione ai diritti dei gruppi vulnerabili quali le ragazze, le donne e le persone con disabilità, la democrazia e lo Stato di diritto, ma anche principi chiave di efficacia dello sviluppo, quali la titolarità delle strategie di sviluppo dei paesi partner, la responsabilità rafforzata per quanto riguarda i sistemi nazionali dei paesi partner e la differenziazione sulla base delle necessità, come pure criteri di rendimento basati sugli obiettivi di sviluppo sostenibile; insiste affinché l'Unione europea faccia tutto il possibile per rafforzare la complementarità fra tutti gli attori dello sviluppo onde sfruttare pienamente il potenziale della politica europea di sviluppo e accelerare così la realizzazione dell'agenda di sviluppo per il 2030;
40. rileva con preoccupazione la crescente insostenibilità del debito, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo; invita la Commissione a rafforzare il principio della responsabilità comune di chi concede e assume prestiti, e a seguire e promuovere efficacemente in tutti i suoi settori politici i principi della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) sulla concessione e la sottoscrizione responsabili di prestiti; invita a tale proposito l'UE e i suoi Stati membri a partecipare in modo costruttivo ai lavori delle Nazioni Unite in vista di un meccanismo internazionale per la ristrutturazione del debito sovrano;
41. si rammarica che non esista a tutt'oggi un quadro normativo che stabilisca, per le imprese, obblighi in materia di rispetto dei diritti umani e delle norme sociali e ambientali, il che consente a taluni Stati e a talune imprese di aggirarli impunemente; invita l'UE e i suoi Stati membri a partecipare attivamente ai lavori del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite e del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) in vista di un trattato internazionale che attribuisca alle imprese transnazionali la loro responsabilità in caso di abusi dei diritti umani e di violazioni delle norme ambientali;
42. sostiene l'idea di una ridefinizione delle relazioni dell'UE con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico tramite la promozione di una politica di parità delle parti, il rispetto dello spazio politico democratico dei governi dei paesi sovrani affinché prendano decisioni strategiche a beneficio delle loro popolazioni, nonché il potenziamento del principio di buon governo e dei diritti umani quali elementi essenziali dell'accordo post-Cotonou, nonché tramite un consolidamento efficace dei legami tra gli obiettivi di sviluppo dell'UE in materia di commercio, sicurezza, cambiamento climatico e migrazione affinché si rafforzino reciprocamente; chiede l'introduzione di poteri di controllo formali in relazione al Fondo europeo di sviluppo, eventualmente per il tramite di un accordo interistituzionale a carattere vincolante a norma dell'articolo 295 del trattato di Lisbona; chiede un partenariato UE-ACP post-2020 equo e ambizioso basato sui principi di titolarità e di rispetto reciproco fra partner con pari diritti e doveri, che sia maggiormente incentrato sulle sfide e sugli interessi comuni e che risulti meglio adattato per apportare un reale cambiamento in funzione degli auspici di entrambe le parti e delle sfide cui devono far fronte; chiede all'Unione europea di promuovere gli strumenti del commercio estero con i paesi ACP, in particolare gli accordi di partenariato economico (APE), per apportare un reale cambiamento alla sicurezza e alla prosperità di entrambe le parti;
43. sottolinea che l'UE deve continuare a sviluppare e intensificare i propri sforzi per promuovere lo sviluppo economico e la resilienza nel suo vicinato e nelle regioni che sono essenziali per gli interessi dell'Unione; ricorda che le piccole e medie imprese sono la principale fonte di occupazione, e che facilitare il loro lavoro è pertanto fondamentale per favorire lo sviluppo economico;
44. invita il VP/AR, la Commissione e gli Stati membri a stabilire un collegamento chiaro tra la strategia globale dell'UE e la struttura e le priorità del bilancio dell'UE, compreso in materia di risorse proprie potenziate, a stanziare le risorse necessarie per la sua attuazione e ad utilizzare al meglio le dotazioni di bilancio disponibili attraverso una migliore cooperazione e un'azione coordinata negli ambiti della diplomazia, dello sviluppo, del commercio, dell'energia e della difesa;
Coinvolgere l'UE, i parlamenti nazionali e i cittadini europei
45. sottolinea che la strategia globale dovrebbe essere rivista ogni cinque anni, in concomitanza con la formazione del nuovo Parlamento europeo e della nuova Commissione, in modo da consentire di verificare se i suoi obiettivi e le sue priorità sono ancora in linea con le minacce e l'ambiente di sicurezza e consentire al nuovo VP/AR di procedere a una revisione;
46. sottolinea che le azioni dell'UE sono soggette alla supervisione del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali e che il Parlamento europeo svolge un ruolo cruciale nella valutazione regolare e approfondita dell'azione esterna delle istituzioni dell'UE; ritiene che i parlamenti nazionali potrebbero essere maggiormente coinvolti in questo esercizio di valutazione; ricorda che il Parlamento europeo è un partner fondamentale del VP/AR nel dare forma alle relazioni esterne dell'UE e nell'affrontare le attuali sfide, incluso il monitoraggio delle azioni in materia di politica estera dell'UE; chiede che le relazioni annuali sull'attuazione della strategia siano presentate al Parlamento europeo;
47. è del parere che il Parlamento debba svolgere pienamente il proprio ruolo nell'ambito degli sforzi dell'UE volti a prevenire i conflitti,
48. sottolinea l'importanza di coinvolgere attivamente i parlamenti nazionali nel processo, attraverso un più accurato controllo congiunto insieme al Parlamento europeo durante le sessioni della conferenza interparlamentare per la PESC/PSDC;
49. esorta con vigore i responsabili politici europei a collaborare con i cittadini, la società civile, l'industria e le autorità locali e regionali riguardo alla necessità e ai vantaggi di offrire un quadro più solido per la sicurezza dell'Europa;
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50. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al Servizio europeo per l'azione esterna.