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Procedura : 2015/2220(INI)
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A8-0051/2016

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PV 12/04/2016 - 18
CRE 12/04/2016 - 18

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Mercoledì 13 aprile 2016 - Strasburgo
Attuazione e revisione della strategia UE-Asia centrale
P8_TA(2016)0121A8-0051/2016

Risoluzione del Parlamento europeo del 13 aprile 2016 sull'attuazione e revisione della strategia UE-Asia centrale (2015/2220(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la quarta relazione, del 13 gennaio 2015, sui progressi compiuti nell'attuazione della strategia dell'UE per l'Asia centrale adottata nel 2007,

–   viste le conclusioni del Consiglio sulla strategia dell'UE per l'Asia centrale, adottate dal Consiglio Affari esteri il 22 giugno 2015,

–  visti gli impegni annunciati nella riunione ministeriale UE-Asia centrale tenutasi a Bruxelles il 20 novembre 2013,

–  visto il comunicato congiunto della quinta conferenza ad alto livello UE-Asia centrale in materia di cooperazione nel settore energetico e idrico, tenutasi a Milano il 12 e 13 ottobre 2015,

–  visti i risultati della riunione dell'OSCE sull'attuazione della dimensione umana, tenutasi a Varsavia dal 21 settembre al 2 ottobre 2015,

–  visti il processo di Istanbul sulla sicurezza e la cooperazione regionali per un Afghanistan sicuro e stabile, lanciato in Turchia nel 2011, e la conferenza ministeriale dal titolo "Cuore dell'Asia", tenutasi a Kabul il 14 giugno 2012 finalizzata alla sua attuazione,

–  visti il sostegno e la valutazione positiva della commissione per gli affari esteri nei confronti del nuovo rappresentante speciale dell'UE per l'Asia centrale, Peter Burian, nel corso della sua audizione il 1° giugno 2015,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla regione, in particolare la risoluzione del 20 febbraio 2008 su una strategia comunitaria per l'Asia centrale(1) e la risoluzione del 15 dicembre 2011 sullo stato di attuazione della strategia dell'UE per l'Asia centrale(2),

–  vista la sua risoluzione del 29 aprile 2015 sulle relazioni speciali della Corte dei conti nel contesto del discarico alla Commissione per l'esercizio 2013(3), in particolare la parte II vertente sulla relazione speciale n. 13/2013 della Corte dei conti dal titolo "L'assistenza allo sviluppo fornita dall'UE all'Asia centrale",

–  visti la sua risoluzione del 29 aprile 2015 recante le osservazioni che costituiscono parte integrante delle decisioni sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2013, sezione III – Commissione e agenzie esecutive(4), e in particolare il paragrafo 240,

–  vista la sua risoluzione del 12 giugno 2012 sull'impegno nella cooperazione nel settore della politica energetica con i partner al di là delle nostre frontiere: un approccio strategico per un approvvigionamento energetico sicuro, sostenibile e competitivo(5),

–  vista la sua risoluzione del 22 novembre 2012 sul ruolo della politica di sicurezza e di difesa comune in caso di crisi di natura climatica e disastri naturali(6),

–  vista la sua risoluzione del 13 marzo 2014 sulle priorità dell'UE per la 25ª sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani(7),

–  vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2012 sulla revisione della strategia dell'UE in materia di diritti umani(8),

–  vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2012 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2011 e sulla politica dell'Unione europea in materia(9),

–  vista la sua risoluzione, del 17 giugno 2010, sulla politica dell'Unione europea a favore dei difensori dei diritti umani(10),

–  vista la sua risoluzione dell'8 settembre 2015 su "Diritti umani e tecnologia: impatto dei sistemi di sorveglianza e di individuazione delle intrusioni sui diritti umani nei paesi terzi"(11),

–  vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2012 su "Una strategia di libertà digitale nella politica estera dell'UE"(12),

–  vista la sua risoluzione dell'11 novembre 2010 sul rafforzamento dell'OSCE – ruolo dell'UE(13),

–  vista la sua risoluzione del 22 novembre 2012 recante le sue raccomandazioni al Consiglio, alla Commissione e al Servizio europeo per l'azione esterna sui negoziati per un accordo di partenariato e cooperazione rafforzato UE-Kazakhstan(14),

–  vista la sua risoluzione del 15 marzo 2012 sul Kazakhstan(15),

–  vista la sua risoluzione del 18 aprile 2013 sulla situazione in materia di diritti dell'uomo in Kazakhstan(16),

–  vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2015 sul Kirghizistan, legge contro la propaganda omosessuale(17),

–  vista la sua posizione del 22 ottobre 2013 relativa alla posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione della decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla concessione di assistenza macro-finanziaria alla Repubblica del Kirghizistan(18),

–  vista la sua risoluzione dell'8 luglio 2010 sulla situazione nel Kirghizistan(19),

–  vista la sua risoluzione del 6 maggio 2010 sulla situazione nel Kirghizistan(20),

–  vista la sua risoluzione del 17 settembre 2009 sulla conclusione di un accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica del Tagikistan, dall'altra(21),

–  vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2014 sui diritti umani in Uzbekistan(22),

–  vista la sua risoluzione del 15 dicembre 2011 sul progetto di decisione del Consiglio relativo alla conclusione di un protocollo all'accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica dell'Uzbekistan, dall'altra, che modifica l'accordo per estendere le disposizioni dello stesso al commercio bilaterale dei tessili, tenendo conto della scadenza dell'accordo bilaterale sui tessili(23),

–  vista la sua risoluzione del 14 marzo 2013 sulle relazioni UE-Cina(24),

–  visto il piano d'azione sui diritti umani e la democrazia 2015-2019, adottato dal Consiglio il 20 luglio 2015,

–  visti gli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani per la libertà di espressione online e offline, adottati dal Consiglio Affari esteri il 12 maggio 2014,

–  vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite A/RES/53/144 "Declaration on the Right and Responsibility of Individuals, Groups and Organs of Society to Promote and Protect Universally Recognized Human Rights and Fundamental Freedoms" (Dichiarazione sul diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e proteggere le libertà fondamentali e i diritti umani universalmente riconosciuti), meglio conosciuta come "The Declaration on human rights defenders" (Dichiarazione sui difensori dei diritti umani),

–  visti i riesami attualmente in corso della strategia globale dell'UE per la politica estera e di sicurezza e della politica europea di vicinato,

–  visto l'articolo 21 TUE,

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per lo sviluppo, della commissione per il commercio internazionale e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A8-0051/2016),

A.  considerando che la strategia UE-Asia centrale è stata adottata in un contesto di crescente importanza della regione e di maggiore impegno dell'UE nel vicino Afghanistan, di allargamento della politica europea di vicinato alla regione del mar Caspio, di sostegno continuo dell'UE alle riforme e alla modernizzazione delle società post-sovietiche e di interessi dell'Unione in materia di sicurezza energetica; che essa ha altresì individuato le minacce e le sfide in materia di sicurezza che richiedono maggiore cooperazione tra l'Asia centrale e l'UE e i suoi Stati membri; che la strategia è stata attuata per quasi 8 anni;

B.  considerando che, nonostante il passato comune, l'Asia centrale è una regione eterogenea con un carattere multietnico e multiconfessionale; considerando la mancanza di fiducia reciproca e la tensione persistente relativamente all'uso e alla condivisione delle risorse naturali, che hanno finora compromesso lo sviluppo di una vera e propria cooperazione regionale;

C.  considerando che il rispetto della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani costituisce una condizione fondamentale per una più profonda cooperazione tra l'UE e i cinque paesi dell'Asia centrale nei settori di interesse reciproco, secondo la definizione stessa del termine "partenariato" contenuta negli accordi di partenariato e di cooperazione; che lo stato complessivo della democrazia e dei diritti umani nella regione rimane, in varia misura, insoddisfacente e preoccupante;

D.  considerando che le gravi lacune nello Stato di diritto, in relazione ai diritti umani e alle libertà fondamentali, ostacolano la possibilità dei paesi dell'Asia centrale di uno sviluppo sostenibile e di un buon governo a scapito delle loro società;

E.  considerando che i legami commerciali ed energetici migliorano la relazioni UE-Asia centrale e promuovono valori comuni quali lo Stato di diritto, il buon governo e il rispetto dei diritti umani; che il sistema SPG mira a diversificare le economie dell'Asia centrale;

F.  considerando che alcuni Stati membri hanno sviluppato e approfondito le relazioni bilaterali con alcuni dei paesi dell'Asia centrale; che l'UE necessita di un approccio uniforme e coerente nei confronti della regione, onde evitare sovrapposizioni e l'invio di segnali contrastanti e confusi;

G.  considerando che gli aiuti allo sviluppo dell'UE a favore dell'Asia centrale, segnatamente nel quadro dello Strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI), sono stati elevati a 1 miliardo di euro nel periodo 2014-2020, ossia del 56 % rispetto al periodo di programmazione 2007-2013;

H.  considerando che lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) rappresenta un importante strumento di finanziamento volto a sostenere le organizzazioni della società civile e la democratizzazione;

I.  considerando che nella regione va diffondendosi il fanatismo religioso, che si esprime nel sostegno all'IS/Daesh, ad Al Qaeda in Afghanistan e a Hizb-ut-Tahrir, e che molte persone sono partite dalla regione per unirsi alle fila dell'IS/Daesh in Siria e in Iraq;

J.  considerando che la regione rappresenta un'importante rotta di transito per gli stupefacenti provenienti dall'Afghanistan e destinati alla Russia e che alcuni gruppi locali sono dediti a tale commercio lucrativo che consente loro, grazie a corruzione e conflitti di interesse, di esercitare una forte influenza politica;

K.  considerando che l'istruzione svolge un ruolo fondamentale nel promuovere lo sviluppo stabile, sicuro e sostenibile della regione;

L.  considerando che nel giugno 2015 il Consiglio "Affari esteri" ha ribadito il proprio impegno a promuovere i diritti delle donne e ha concluso che l'emancipazione femminile nella regione rappresenta un elemento essenziale ai fini della stabilità a più lungo termine e della buona governance;

M.  considerando che i paesi dell'Asia centrale devono migliorare le disposizioni giuridiche e amministrative della loro politica in materia di asilo e che i processi di consultazione regionali, quali il processo di Almaty coordinato dall'UNHCR e dall'OIM, possono contribuirvi;

N.  considerando che gli effetti del surriscaldamento climatico sull'Asia centrale sono ancora in buona parte ignoti, ma che già ora risulta chiaro che i problemi nell'approvvigionamento idrico nei paesi a basse altitudini non faranno che peggiorare;

O.  considerando che la Russia e la Cina hanno forti legami con la regione e che vi esercitano una forte influenza, ma che l'UE dispone ancora di un ampio margine per migliorare la sua azione e cooperazione con i paesi dell'Asia centrale;

P.  considerando che le diverse associazioni di collaborazione regionale, come l'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (CSTO), l'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (SCO) e l'Unione economica eurasiatica (EEU), annoverano tra i propri membri paesi dell'Asia centrale e sono dominate dalla Russia e/o dalla Cina;

Q.  considerando che la regione è stata integrata nell'iniziativa "One Belt, One Road" (Una cintura, una rotta), segnatamente nella "New Silk Road Economic Belt" (Nuova cintura economica della via della seta), rafforzandone l'importanza strategica;

R.  considerando che la regione dell'Asia centrale comprende le repubbliche centroasiatiche dell'ex Unione sovietica, ma è anche esposta in modo significativo all'influenza di Russia, Cina, Mongolia, Iran e Afghanistan;

Disposizioni generali sugli impegni dell'UE

1.  sottolinea che l'UE ha un forte interesse strategico, politico ed economico a rafforzare le proprie relazioni bilaterali e multilaterali con tutti i paesi dell'Asia centrale sulla base dei valori comuni condivisi sanciti negli accordi di partenariato e di cooperazione in essere tra UE e Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan, e nell'accordo – sebbene non ancora in vigore – con il Turkmenistan;

2.  ribadisce che l'UE, come indicato nella strategia del 2007, ha un forte interesse in un'Asia centrale prospera, pacifica, democratica, stabile e inclusiva che funzioni come una regione sostenibile sotto il profilo economico e ambientale;

3.  osserva che l'approccio strategico finora adottato per strutturare le relazioni con gli Stati dell'Asia centrale ha dato prova di limitata sostenibilità e scarso successo; constata che le relazioni economiche tra l'UE e i paesi oggetto della strategia per l'Asia centrale non hanno conosciuto uno sviluppo significativo, che l'auspicata promozione della cooperazione e integrazione regionali degli Stati centro-asiatici attraverso il trasferimento di esperienze e norme da parte dell'UE ristagna;

4.  ritiene che non sia stato ancora registrato alcun progresso importante nei settori descritti nella presente risoluzione, ma auspica che le parti coinvolte – ossia l'Unione e i suoi Stati membri e i cinque Stati dell'Asia centrale – si adoperino seriamente al fine di conseguire le finalità e gli obiettivi di cui ai documenti e ai trattati ufficiali, che formano la base giuridica delle relazioni bilaterali e multilaterali dell'Unione con, rispettivamente, il Kazakhstan, il Kirghizistan, il Tagikistan, il Turkmenistan e l'Uzbekistan;

5.  accoglie con favore la revisione della strategia UE-Asia centrale effettuata dal SEAE, dalla Commissione e dal Consiglio nel 2015; ritiene tuttavia auspicabile che le priorità, gli obiettivi e i traguardi vengano allineati in modo più specifico agli interessi, alle esigenze e alle condizioni generali degli Stati partner dell'Asia centrale, tenendo conto delle differenze tra i paesi della regione e dell'unicità di ciascuno di essi, e vengano definiti in modo più preciso attraverso piani d'azione individuali e su misura, nonché vengano accompagnati da parametri di riferimento e indicatori con un calendario ragionevole per la loro realizzazione, onde consentire di adattare tali piani d'azione in modo più flessibile alle condizioni generali della regione e nel più breve tempo possibile;

6.  concorda sul fatto che la strategia adottata nel 2007 e i settori prioritari a lungo termine ivi definiti (rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, buon governo e democratizzazione, giovani e istruzione, sviluppo economico, commercio e investimenti, energia e trasporti, sostenibilità ambientale e acqua, minacce e sfide comuni in materia di sicurezza, dialogo interculturale) continuino a essere pertinenti e necessari per un impegno europeo concreto nella regione, in linea con gli obiettivi fissati nella strategia dell'Unione; plaude, comunque, all'approccio più mirato della revisione della strategia;

7.  prende atto con favore della revisione piuttosto ambiziosa della strategia; è d'accordo con il Consiglio nel definire la regione strategicamente importante e pertanto nel rafforzare l'effettiva collaborazione in materia di relazioni politiche, diplomatiche e commerciali e nel sostenere un'autentica transizione democratica; si compiace, a tale proposito, del fatto che l'assistenza allo sviluppo destinata dall'UE alla regione nel periodo 2014-2020 sia aumentata del 56 % e sia più mirata rispetto al periodo precedente;

8.   si compiace del fatto che la revisione sia stata discussa in occasione della riunione ministeriale UE-Asia centrale tenutasi il 21 dicembre 2015 ad Astana; è favorevole allo svolgimento di un vertice UE-Asia centrale finalizzato a promuovere gli obiettivi dell'UE nella regione e a esaminare questioni di interesse e di cooperazione;

9.  condivide il parere secondo cui occorrerebbe adottare un approccio differenziato, condizionale e basato su incentivi al fine di conseguire migliori risultati a livello sia bilaterale sia regionale; ritiene che i programmi regionali, come quelli in materia di gestione delle frontiere, di lotta agli stupefacenti e ai traffici illeciti e di trasporti ed energia, dovrebbero essere formulati ad hoc così da poter essere mirati alle parti interessate, compresi paesi della regione allargata, quali Afghanistan, Iran, Mongolia e Azerbaigian;

10.  invita a collaborare maggiormente, su base ad hoc, con le repubbliche dell'Asia centrale che desiderano spingersi oltre la strategia UE-Asia centrale;

11.   sottolinea che la cooperazione regionale rafforzata migliorerebbe la situazione economica e in termini di sicurezza nella regione; invita il SEAE e la Commissione, considerato che l'Asia centrale ha deboli legami interregionali, a sviluppare progetti che favoriscano tale cooperazione a favore dei paesi interessati a rafforzare tali legami;

12.  sottolinea che l'erogazione di finanziamenti dell'UE dovrebbe essere chiaramente basata su incentivi e prestazioni, tenendo conto dei risultati ottenuti rispetto a una serie di parametri di riferimento definiti per ciascun paese e in funzione di progressi misurabili, in particolare in materia di democratizzazione, prevenzione e contrasto della corruzione, elezioni libere e giuste, diritti umani, eliminazione del narcotraffico, rispetto del diritto del lavoro, buon governo, Stato di diritto, sviluppo, sicurezza umana e relazioni di buon vicinato;

13.  conviene sul fatto che l'impegno concreto e costruttivo e l'adozione di riforme democratiche e di programmi governativi possono essere considerati indicatori che contribuiscono ai risultati ottenuti in numerosi ambiti; esorta, tuttavia, la Commissione e il SEAE a basare le proprie valutazioni su fatti accertati sul campo;

14.  ribadisce la necessità di una maggiore visibilità politica dell'UE nella regione dell'Asia centrale; esorta l'UE e i suoi Stati membri a esprimersi con una sola voce, senza negoziati bilaterali che sovente indeboliscono i requisiti in materia di diritti umani, promuovendo la coerenza e il coordinamento delle politiche estere nella regione, e a introdurre tutti insieme la programmazione congiunta degli aiuti e dei progetti con gli Stati membri al fine di ottenere il massimo livello di impatto e di sinergia; esorta il Consiglio/il SEAE/la Commissione ad adottare un piano d'azione concreto con parametri misurabili che consenta di valutare correttamente i progressi realizzati in futuro; saluta positivamente il più elevato grado di coinvolgimento e di titolarità da parte degli Stati membri nei riguardi dell'attuazione della strategia;

15.  plaude al ripristino della carica di rappresentante speciale dell'Unione europea (RSUE) per l'Asia centrale dopo un vuoto di un anno, e si attende che il nuovo RSUE apporti un contributo importante all'attuazione della strategia per i paesi dell'Asia centrale e alla strutturazione dei rapporti con essi, garantendo la coerenza delle azioni esterne dell'Unione nella regione e comunicando la posizione dell'UE ai leader politici e alle società dell'Asia centrale;

16.  chiede al RSUE di concentrarsi sul rafforzamento della democrazia, dello Stato di diritto, del buon governo e del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, sulla promozione della cooperazione regionale, del dialogo e sulla facilitazione della risoluzione pacifica delle controversie in sospeso, sullo sviluppo di contatti non solo con i governi e i parlamenti ma anche con la società civile e i media, sul contributo alla prevenzione dei conflitti e sulla promozione della sicurezza regionale e di una solida gestione dell'ambiente e dei cambiamenti climatici, in particolare per quanto concerne le risorse idriche e di idrocarburi; chiede al RSUE di riferire oralmente e per iscritto al Parlamento sulle sfide principali, come previsto dall'articolo 36 del trattato e dal mandato del rappresentante stesso;

17.  chiede al SEAE, alla Commissione e al RSUE di rafforzare la presenza dell'UE in Asia centrale, garantendo una maggiore visibilità dell'UE tra la popolazione, la società civile, i media locali, le imprese e le comunità universitarie; esorta il SEAE a bilanciare la diplomazia discreta con una maggiore diplomazia pubblica;

18.   chiede al SEAE di fornire un'analisi periodica sull'Asia centrale, che tenga conto dell'eterogeneità del vicinato della regione, comprese le questioni riguardanti l'integrazione dell'Afghanistan e dell'Iran, e che adotti un approccio globale nei confronti del Mar Caspio;

19.  invita la Commissione a garantire sinergie, uniformità e coerenza tra le misure prese dalle organizzazioni internazionali quali l'OSCE, l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (ONUDC), l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e i diversi strumenti finanziari esterni dell'UE utilizzati nella regione, come lo Strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI), lo strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (ISP), lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) e lo Strumento di partenariato (PI), nonché a intensificare il coordinamento con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e la Banca europea per gli investimenti (BEI);

20.  invita l'UE a collaborare ai progetti di assistenza e di sviluppo promossi dagli Stati Uniti riguardanti l'ambiente, l'istruzione e la politica climatica, al fine di migliorare l'efficienza e raggiungere insieme un pubblico più ampio;

21.  chiede una più stretta cooperazione tra l'UE e l'OSCE sull'Asia centrale, in particolare nei settori dei diritti umani, della democratizzazione e della sicurezza, con l'obiettivo di unire e integrare, se del caso, i loro sforzi nella regione;

22.  incoraggia le delegazioni dell'UE in Asia centrale a sfruttare al massimo le loro potenzialità nel contribuire all'attuazione della strategia dell'UE, in particolare per quanto concerne il sostegno e l'impegno nei confronti della società civile;

23.  sostiene la costante cooperazione interparlamentare e sottolinea il ruolo della sua delegazione permanente per le relazioni con la regione nel monitorare l'attuazione degli accordi di partenariato e cooperazione (APC) con i paesi della regione;

Democratizzazione, diritti umani e Stato di diritto

24.  esorta il Consiglio, il SEAE e la Commissione ad attribuire grande importanza, mediante un impegno proattivo, alla promozione e al rafforzamento della democrazia, all'attuazione dei diritti civili, politici e umani, inclusi i diritti sociali codificati nel patto sociale delle Nazioni Unite, al consolidamento dello Stato di diritto, al buon governo e ai buoni atti amministrativi nei paesi centro-asiatici, onde creare le premesse per la sicurezza e la stabilità, la creazione di società aperte nei paesi in questione e, come risultato, fornire le migliori pratiche per affrontare le sfide e le pressioni interne ed esterne sul piano politico, economico e della sicurezza;

25.  sottolinea che il rispetto dei diritti umani e della democrazia deve essere al centro della strategia dell'Unione europea nel quadro della cooperazione prevista negli APC, il che comporta l'applicazione della clausola relativa ai diritti umani e alla democrazia; deplora che gli obblighi giuridici di difesa della democrazia e dello Stato di diritto contenuti negli APC non siano stati attuati correttamente, fatta eccezione per alcuni progressi realizzati in Kirghizistan;

26.  si rammarica del fatto che il rispetto complessivo per i principi democratici, i diritti umani e le libertà fondamentali non sia ancora sufficiente; deplora che la situazione complessiva dei diritti umani rimanga preoccupante, ma sottolinea tuttavia che in alcuni paesi della regione si sono avuti sviluppi positivi ancorché limitati, tra cui riforme legislative, maggiori sforzi tesi a impedire la tortura e iniziative finalizzate a eliminare il lavoro minorile e il lavoro forzato;

27.  sottolinea il valore aggiunto e l'ulteriore potenziale della piattaforma per lo Stato di diritto, coordinata dalla Germania e dalla Francia con il sostegno attivo della Finlandia e della Lettonia, nell'organizzazione di diversi eventi correlati al diritto costituzionale e amministrativo e alla formazione dei giudici; incoraggia gli altri Stati membri a svolgere un ruolo maggiormente proattivo in tal senso; insiste, tuttavia, affinché la piattaforma sia potenziata per includere una reale democratizzazione e le questioni relative ai diritti umani; chiede il pieno coinvolgimento e una più stretta collaborazione con la società civile in relazione a tale piattaforma; invita le ambasciate dell'UE e degli Stati membri a sostenere i partner non governativi realmente indipendenti;

28.  richiama l'attenzione sulle discrepanze esistenti tra l'adozione delle leggi e la loro attuazione concreta, risultanti in una scorretta valutazione dei progressi realizzati; esorta il SEAE/la Commissione a valutare i progressi in termini di risultati concreti anziché di valutazioni basate su normative o dichiarazioni;

29.  raccomanda che l'UE adatti la propria politica dei diritti umani e gli strumenti di finanziamento esterno, mantenendo come filo conduttore una riforma democratica coerente a lungo termine;

30.  condanna fermamente il perdurare delle persecuzioni di difensori dei diritti umani, di esponenti politici dell'opposizione e di giornalisti in Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kazakhstan e Kirghizistan, e chiede al SEAE di intervenire con tutti i mezzi a sua disposizione per agire tempestivamente in loro difesa;

31.  condanna gli attacchi contro i rappresentanti dell'opposizione in esilio da parte di alcuni regimi dell'Asia centrale, compresi gli omicidi e l'abuso delle procedure di estradizione attraverso l'Interpol; esorta gli Stati membri a garantire una migliore protezione e a evitare la loro deportazione conformemente al principio di non respingimento, che proibisce di consegnare quanti sono realmente vittime di persecuzioni ai loro persecutori;

32.  esorta al riguardo il SEAE a pronunciare dichiarazioni di inequivocabile condanna delle misure repressive adottate dai regimi dell'Asia centrale in nome della salvaguardia della sicurezza pubblica, pur riconoscendo le legittime preoccupazioni relative alla sicurezza;

33.  esorta il Consiglio il SEAE e la Commissione, nel quadro dell'ulteriore sviluppo delle relazioni, a sollecitare i partner centro-asiatici a ratificare quanto prima lo statuto di Roma della Corte penale internazionale e ad approvare e attuare le norme fondamentali e altre norme dell'ILO ancora in sospeso;

34.  comprende il rischio per la sicurezza posto dal ritorno dei combattenti stranieri che hanno combattuto nelle fila di Daesh, ma esprime profonda preoccupazione per la tendenza sempre più marcata ad attuare misure repressive nei confronti della società civile con il pretesto della sicurezza e della stabilità, il che a suo avviso non costituisce in nessun caso una risposta adeguata a questa minaccia, ivi incluse le denunce dubbie per attività terroristiche o le accuse vaghe di incitamento all'odio sociale, l'adozione delle cosiddette leggi sugli agenti stranieri, che stigmatizzano e limitano le attività delle ONG legittime che ricevono finanziamenti esteri, e il maggiore utilizzo di tecnologie di monitoraggio, sorveglianza, censura e filtraggio; ricorda ai paesi partner che una democrazia perfettamente funzionante deve rispettare la libertà di espressione e la pluralità dei media; sottolinea, a tale proposito, che la soppressione della libertà di espressione non contribuisce in alcun modo alla stabilità interna duratura; sottolinea che gli strumenti pertinenti dell'UE, come l'organizzazione di seminari periodici con il vasto pubblico e maggiori scambi, dovrebbero contribuire al rafforzamento della posizione dei cittadini e che molte delle comunità interessate sono attualmente più inclini a fare affidamento sui rapporti tra gruppi e clan o reti regionali controllati dall'élite al potere;

35.  invita i paesi della regione a non considerare la presenza delle ONG internazionali come una minaccia, ma come un arricchimento per la società, nonché ad assicurare a tali organizzazioni un accesso incondizionato agli istituti penitenziari per migliorare la trasparenza nell'esecuzione delle pene, soprattutto con riferimento alla collaborazione con gli organismi delle Nazioni Unite e della Croce rossa internazionale;

36.  esprime preoccupazione per il numero crescente di leggi nei paesi nella regione che limitano la libertà dei mezzi d'informazione, la libertà di espressione e la libertà di riunione e di associazione, e colpiscono i finanziamenti a favore della società civile (leggi sugli agenti stranieri) e la comunità LGBTI (leggi sulla propaganda LGBTI); ritiene che a tal riguardo l'UE dovrebbe includere tra le sue priorità, oltre alle libertà citate, anche la promozione della libertà di religione e credo e dei diritti delle donne, dei minori e delle minoranze;

37.  invita le autorità a compiere ulteriori sforzi per proteggere le minoranze etniche e religiose e le persone LGBTI nelle società dell'Asia centrale, per porre fine alle discriminazioni nei loro confronti e per far valere i diritti delle persone vulnerabili, in particolare le persone con disabilità;

38.  ricorda che la tutela e la promozione dei diritti dei minori costituiscono uno degli obiettivi fondamentali dell'UE e invita le autorità a sostenerne l'attuazione nel rispetto del diritto internazionale e delle norme internazionali, in particolare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia;

39.  accoglie positivamente l'istituzione dei dialoghi sui diritti umani con tutti e cinque i paesi dell'Asia centrale; segnala, tuttavia, la mancanza di trasparenza del processo, e chiede al vicepresidente/alto rappresentante di rivedere il ruolo, il mandato, gli obiettivi e il monitoraggio dei dialoghi sui diritti umani con i paesi della regione, e in particolare di coinvolgere tutte le parti interessate, inclusi i movimenti politici del riformismo islamico che si oppongono all'estremismo, e di introdurre meccanismi di monitoraggio sistematico dei diritti umani, nonché piani di emergenza qualora l'efficacia di tali meccanismi si rivelasse gravemente lacunosa; osserva che i dialoghi sui diritti umani sono importanti strumenti di impegno da parte dell'UE con i paesi dell'Asia centrale, consentendo di attuare strategie intelligenti, e che pertanto dovrebbero essere utilizzati in modo adeguato; chiede che tali dialoghi siano parte integrante di un impegno globale nell'ambito dei diritti umani nella regione; chiede a tale riguardo che le preoccupazioni concernenti i diritti umani siano sollevate e trasmesse a tutti i livelli, anche presso i capi di Stato e di governo; esorta l'UE a sollevare singoli casi concreti in modo coerente e pubblico;

40.  sottolinea l'importanza del meccanismo della revisione periodica universale del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite al fine di implementare significativamente la tutela dei diritti umani, il processo di democratizzazione e lo Stato di diritto in Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kazakhstan e Kirghizistan;

41.  ricorda ai governi dell'Asia centrale i loro impegni nell'ambito della dimensione umana dell'OSCE;

42.  plaude alle dichiarazioni del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, che ha lanciato un monito contro la contrazione dello spazio democratico durante la sua visita nella regione del mese di giugno 2015;

43.  rileva che non esiste di fatto nessun coordinamento tra le azioni dell'UE e degli USA nell'Asia centrale; incoraggia l'istituzione di legami di cooperazione più pratici; ritiene che un'azione congiunta possa essere utile soprattutto in settori quali la sicurezza umana e la promozione dei diritti umani;

Diritti delle donne e uguaglianza di genere

44.  riconosce che sebbene Uzbekistan, Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan siano confrontati a sfide specifiche per quanto concerne il miglioramento dei diritti umani, la regione si trova ad affrontare sfide comuni quanto all'approccio ai diritti delle donne e alla parità di genere e alla loro promozione;

45.  osserva che, nonostante tutti e cinque i paesi dell'Asia centrale abbiano ratificato la convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne (CEDAW), la loro cultura rimane di tipo patriarcale e a predominanza maschile, che in molti settori, tra cui l'accesso all'istruzione superiore, ad alcuni segmenti del mercato del lavoro e alla tutela giuridica e ai diritti, permangono gravi disparità tra uomini e donne, e che la violenza contro le donne è ancora un fenomeno diffuso in molte parti dell'Asia centrale e assume forme molteplici, tra cui la violenza domestica, il matrimonio per rapimento, la tratta di esseri umani, il matrimonio precoce e la violenza fisica; invita i cinque paesi a dare piena attuazione alla convenzione CEDAW; ribadisce che il sostegno fornito dall'Unione europea deve includere misure specifiche volte a eliminare la discriminazione nei confronti delle donne;

46.  osserva che le donne rivestono a pieno titolo un ruolo cruciale nella produzione agricola e nell'allevamento in tutti i paesi dell'Asia centrale e che la percentuale media delle donne che lavorano nel settore agricolo è pari al 58 %(25); invita tutti i paesi dell'Asia centrale a incoraggiare l'occupazione e l'imprenditoria femminile, segnatamente nelle zone rurali; chiede che i diritti economici e sociali e l'emancipazione di donne e bambine siano promossi e monitorati in quanto obiettivi centrali delle relazioni dell'UE con la regione;

47.  riconosce le misure adottate dai singoli paesi dell'Asia centrale per migliorare l'uguaglianza di genere, quali le modifiche agli articoli 154 e 155 del codice penale del Kirghizistan, entrate in vigore nel febbraio 2014 e volte a inasprire la pena per l'usanza ampiamente diffusa del matrimonio per rapimento; rileva tuttavia che la tutela dei diritti delle donne e la promozione della parità di genere continuano ad essere problematiche in tutta la regione; chiede alla Commissione di continuare a sostenere i paesi dell'Asia centrale nello sviluppo dei loro programmi a favore dei diritti delle donne, al fine di sviluppare e raggiungere la parità di genere e di garantire a tutti, compresi i soggetti più vulnerabili, il pieno godimento dei diritti umani;

48.  accoglie con favore la strategia sulla parità di genere del Kazakhstan e le 45 misure in ambito politico, sociale ed economico in essa contenute; invita la Commissione a continuare a sostenere i paesi dell'Asia centrale nello sviluppo dei loro programmi a favore dei diritti delle donne e sollecita un'attuazione più efficace della suddetta strategia; deplora la mancanza di una rappresentanza femminile negli organi pubblici decisionali kazaki, sebbene per le istituzioni politiche la legge prescriva una quota del 30%;

49.  invita il SEAE, nel quadro della revisione della sua strategia per l'Asia centrale e in linea con le sue priorità 2016-2020 e con i progressi già compiuti dai paesi centro-asiatici, a predisporre un piano d'azione esaustivo in materia di parità di genere, che contempli azioni concrete volte a migliorare i diritti e le condizioni di vita delle donne; ritiene opportuno incoraggiare ciascun paese dell'Asia centrale ad adottare una legislazione che vieti esplicitamente qualsiasi forma di violenza e discriminazione nei confronti delle donne, inclusa la violenza sessuale, fisica, fisiologica ed economica che impedisce loro di lavorare o di accedere ai conti bancari, alle carte di credito o ai mezzi di trasporto, tra le altre tattiche di isolamento; sottolinea che la sicurezza finanziaria è l'indicatore principale per determinare se una vittima di violenza domestica riuscirà a liberarsi e a sottrarsi a ulteriori violenze; invita i paesi dell'Asia centrale a considerare la violenza contro le donne un reato, a condurre indagini appropriate su tutti i casi segnalati e a porre in essere misure volte a garantire protezione, assistenza e accesso alla giustizia alle vittime, unitamente a meccanismi che assicurino l'applicazione della legge; osserva che il settore delle agenzie matrimoniali è relativamente importante in Asia centrale e invita i paesi della regione a valutare l'opportunità di disciplinare tali agenzie per tutelare al meglio dal rischio di sfruttamento le donne vulnerabili; invita i paesi dell'Asia centrale a organizzare campagne educative sul diritto a vivere senza violenza nonché iniziative di sensibilizzazione, rivolte all'intera società e in particolare ai leader religiosi, sull'assoluta necessità di ottenere il consenso di entrambi i partner durante la cerimonia nuziale;

50.  rileva che vi è uno scollamento tra legge e realtà e che, sebbene alcuni paesi dispongano di un codice giuridico che garantisce pari diritti quanto alla ripartizione della proprietà, sussiste tuttora una discriminazione a favore degli eredi maschi; è preoccupato per il fatto che la mancata registrazione legale dei matrimoni in Tajikistan pone le donne in una posizione particolarmente vulnerabile dopo il divorzio poiché, in base ai dati OCSE, ciò fa sì che, nell'80 % dei casi di divorzio, alle donne non vengano riconosciuti diritti di proprietà né gli alimenti per i figli;

51.  esorta l'UE a sostenere le organizzazioni della società civile impegnate nella difesa dei diritti umani e nella promozione della parità di genere nei paesi dell'Asia centrale, nonché a cooperare attivamente con le organizzazioni internazionali operanti nel campo della parità di genere quali l'OIL, l'OCSE e l'ONU, al fine di creare sinergie funzionali all'emancipazione femminile;

52.  constata che, per quanto riguarda gli incarichi ministeriali, le donne sono scarsamente rappresentate, con una percentuale che, nel 2015, risultava pari al 15 % di tali incarichi in Kirghizistan e al 5,7 % in Turkmenistan(26); incoraggia i paesi dell'Asia centrale e la Commissione a prestare attenzione anche alla partecipazione delle donne al processo decisionale, in particolare nella sfera politica, e raccomanda l'introduzione di un sistema di quote quale strumento per promuovere la partecipazione delle donne, in primo luogo in quanto candidate;

53.  invita i paesi dell'Asia centrale a promuovere la parità di accesso alle tecnologie della comunicazione e dell'informazione al fine di assicurare che il potenziale delle donne sia utilizzato per stimolare la crescita nelle economie locali e globali;

54.  raccomanda di sensibilizzare e formare il personale giudiziario alle tematiche di genere e richiama l'attenzione sulla necessità di punire gli autori di violenze di genere;

55.  sottolinea la necessità di organizzare corsi di formazione sulla violenza contro le donne e la tratta di esseri umani destinate alle forze di contrasto, ai pubblici ministeri e al personale giudiziario, nonché di istituire centri e case rifugio per le vittime, che offrano loro un sostegno psicologico e giuridico;

56.  sottolinea l'importanza di finanziare adeguatamente le istituzioni e gli organi preposti all'applicazione delle politiche in materia di parità di genere, nonché di garantire autonomia e finanziamenti alle organizzazioni della società civile impegnate a favore dei diritti delle donne;

Istruzione e giovani - scambi interpersonali

57.  sottolinea che l'istruzione è uno dei settori chiave in cui l'UE deve incentrare la propria azione a lungo termine in Asia centrale; ritiene che l'istruzione sia un pilastro di integrazione fondamentale e un fattore di sviluppo democratico, economico e sociale per tutti i paesi dell'Asia centrale; sostiene il lavoro svolto dalla piattaforma dell'istruzione dell'Asia centrale attraverso programmi istituzionali ed educativi che forniscono sostegno tecnico e dialogo nel quadro di seminari (come Bishkek 2014); accoglie con favore, in questo contesto, l'iniziativa della Lettonia di organizzare la prima riunione ministeriale UE-Asia centrale in materia di istruzione e l'impegno della Lettonia e della Polonia di guidare il programma regionale sull'istruzione, a seguito di una deludente riluttanza a lungo termine da parte di alcuni Stati membri in tal senso; invita l'UE e i suoi Stati membri a contribuire attivamente alla realizzazione dei rispettivi obiettivi proposti durante la presidenza lettone nella prima metà del 2015; considera gli investimenti nell'istruzione inclusiva e di qualità il modo più efficace per migliorare gradualmente la situazione socio-economica della regione;

58.  incoraggia la Commissione ad affrontare le carenze individuate a livello della piattaforma dell'istruzione dell'Asia centrale, come l'equità dell'accesso all'istruzione, i problemi connessi alla "fuga dei cervelli" e la formazione dei gruppi svantaggiati e vulnerabili quali le ragazze, i bambini con disabilità e i minori appartenenti a minoranze;

59.  esorta l'UE a dedicare maggiore attenzione alla promozione della qualità dell'istruzione tra i giovani nei paesi dell'Asia centrale, dati gli effetti positivi in termini di inclusione sociale, coesione sociale e stabilità nonché ai fini della costruzione di società democratiche sostenibili, in quanto forma migliore di prevenzione contro l'estremismo violento e la radicalizzazione tra i giovani della regione; ritiene che ciò costituisca una priorità, data la sfida del "boom demografico giovanile", laddove coloro di età pari o inferiore a 14 anni costituiscono il 25-35 % della popolazione; chiede che sia prestata maggiore attenzione ai progetti transfrontalieri per la riconciliazione interculturale e lo sviluppo nella Valle di Fergana;

60.  accoglie con favore l'aumento delle iscrizioni scolastiche a livello primario e secondario, rilevando l’importanza di continuare in tale direzione; si compiace che il numero di donne e di uomini che hanno completato la scuola primaria e secondaria sia quasi identico; sottolinea l'importanza dell'accesso delle donne alla formazione professionale e universitaria, in particolare in Uzbekistan e in Tagikistan, dove sussiste ancora un notevole divario tra il numero di uomini e donne iscritti nell’istruzione terziaria;

61.  sottolinea l'importanza dell'accesso delle donne alla formazione professionale e all'istruzione universitaria, anche facendo in modo che un maggior numero di esse intraprenda studi superiori in campo scientifico e tecnologico, ed esorta il rappresentante speciale dell'Unione europea a incoraggiare incentivi in proposito; ritiene che l'UE dovrebbe intensificare la sua azione in questo campo, ad esempio mediante l'organizzazione di corsi di formazione per gli insegnanti e la fornitura di materiale didattico; chiede che si adottino misure per modernizzare il settore dell'istruzione pubblica, promuovere gli scambi accademici internazionali e garantire la partecipazione delle donne su un livello di parità; ritiene che occorra mettere a punto programmi di formazione sulla parità di genere destinati agli operatori del settore dell'istruzione;

62.  ritiene che il ruolo positivo dell'UE nella regione dovrebbe essere promosso attraverso l'istruzione e i contatti interpersonali; ricorda l'importanza dei programmi di scambio internazionale dell'UE, quali Erasmus +, Erasmus Mundus ed Erasmus Tempus, nella promozione della mobilità positiva, del dialogo interculturale tra l'UE e l'Asia centrale e nel fornire opportunità di responsabilizzazione agli studenti che beneficiano di tali programmi, avvicinando in tal modo le due culture; plaude al fatto che l'UE abbia stanziato 115 milioni di euro a favore del programma di cooperazione in materia scolastica Erasmus + nella regione; invita tutte le pertinenti parti interessate a livello dell'UE e degli Stati membri a valutare e rafforzare gli attuali meccanismi concernenti i programmi di studio/le borse di studio e gli scambi di giovani professionisti tra l'UE e la regione dell'Asia centrale, in particolare nel settore della tecnologia e delle scienze applicate;

63.  si compiace del fatto che tutti e cinque i paesi dell'Asia centrale abbiano seguito da vicino il processo di Bologna attuando molte riforme nazionali negli ultimi anni;

64.  invita la Commissione a promuovere la partecipazione degli scienziati, degli istituti e delle imprese dell'Asia centrale nei progetti di ricerca collaborativa e di innovazione finanziati nel quadro del programma Orizzonte 2020;

Integrazione economica, scambi commerciali e sviluppo sostenibile

65.  osserva le caratteristiche comuni derivanti dalla storia più antica, in particolare quelle legate alla via della seta, alla colonizzazione da parte delle tribù turche e all'avvento dell'Islam; osserva inoltre che i cinque paesi della regione hanno raggiunto stadi diversi di sviluppo: il Kazakhstan sta emergendo come un soggetto di primaria importanza nella regione e le sue relazioni con l'UE avanzano costantemente, il Kirghizistan e il Tagikistan sono molto più poveri, ma sono relativamente aperti e presentano un certo livello di coinvolgimento della società civile; osserva altresì che si stanno anche sviluppando i rapporti dell'UE con l'Uzbekistan, mentre il Turkmenistan resta il paese più chiuso della regione, privo di una società civile indipendente vera e propria;

66.  evidenzia altresì la notevole diversità esistente nella regione, in particolare per quanto riguarda la disponibilità di risorse naturali, quali combustibili fossili e terre coltivabili, e i livelli attuali di sviluppo umano ed economico dei vari paesi, in parte dipendenti dalla disparità nella ripartizione di dette risorse; sottolinea l'importanza di tener conto, da un lato, delle differenze culturali presenti all'interno della regione e, dall'altro, dell'interdipendenza tra i paesi della regione;

67.  riconosce il possibile impatto positivo di un nuovo impulso alla cooperazione economica tra l'UE e l'Asia centrale nell'ambito della modernizzazione e della democratizzazione nella regione;

68.  ritiene che la diversificazione economica della regione offra valore aggiunto in termini di sviluppo, stabilità e sicurezza regionali, tenendo conto degli equilibri sociali, economici e ambientali; reputa essenziale modernizzare e sviluppare infrastrutture sostenibili nel campo dei trasporti interni e dell'energia, soprattutto nelle zone rurali, migliorare l'accesso ad internet ad alta velocità e favorire lo sviluppo della connettività interregionale; ritiene che il risanamento ambientale e lo sviluppo sostenibile dovrebbero essere elementi altrettanto prioritari per lo sviluppo della regione, e sottolinea l'importanza degli scambi commerciali per la loro promozione; è favorevole al potenziamento del sostegno dell'UE per la gestione delle risorse nei paesi dell'Asia centrale e per la promozione della cooperazione transfrontaliera tra di essi;

69.  è preoccupato per il ristagno e la disomogeneità dello sviluppo economico, l'assenza di trasparenza statale e la conseguente corruzione, il malgoverno, la debolezza del quadro istituzionale, la mancanza di rispetto per lo Stato di diritto e lo scarso coinvolgimento della società civile, aspetti che promuovono il clientelismo e aggravano i problemi di corruzione e assenza di efficienza statale;

70.  sottolinea la crescente importanza delle relazioni commerciali tra l'UE e l'Asia centrale, laddove l'UE rappresenta oggi il primo partner commerciale della regione; evidenzia la necessità di assicurare che l'UE intensifichi ulteriormente le relazioni commerciali e di investimento con i paesi dell'Asia centrale; segnala, al riguardo, che i paesi dell'Asia centrale devono profondere maggiori sforzi per contrastare la corruzione e promuovere un ambiente stabile in modo da attirare investimenti esteri;

71.  è del parere che le relazioni economiche e commerciali con i paesi dell'Asia centrale debbano crescere di pari passo e mai a scapito dello Stato di diritto, della democrazia, dei diritti umani e delle libertà fondamentali; ricorda a tal fine l'importanza di attivare le disposizioni contemplate nelle pertinenti clausole degli accordi commerciali stipulati dall'UE qualora l'altra parte contraente violi i diritti umani;

72.  sottolinea che lo sviluppo economico inclusivo e sostenibile è tra le priorità chiave della strategia; sottolinea che è necessario che i paesi dell'Asia centrale promuovano politiche attive volte a ridurre la povertà e a contrastare l'esclusione sociale; rileva il profondo impatto negativo che il rallentamento economico in Russia e in Cina, le attuali tensioni geopolitiche e il conflitto in Ucraina hanno sulla regione; sottolinea, al riguardo, che il peggioramento delle tendenze economiche in conseguenza della riduzione dei prezzi delle materie prime, della svalutazione del rublo e del calo delle rimesse dei migranti in Russia, molti dei quali stanno tornando nei loro paesi di origine senza lavoro, pongono sfide socio-economiche serie per la regione; osserva che, in questo contesto, il tasso di crescita della regione dopo il 2014 dovrebbe risultare pressoché dimezzato rispetto al tasso medio dei dieci anni precedenti;

73.  esorta la Commissione a sviluppare programmi volti a favorire il reinserimento sociale e occupazionale dei rimpatriati dall'estero e un dialogo più forte in materia di migrazione e di mobilità;

74.  sottolinea la necessità di una strategia UE-Asia centrale che non si basi su interessi geostrategici, ma che sia concepita per sviluppare una società partecipativa e democratica, caratterizzata dalla libertà di associazione per i sindacati e da una società civile attiva, nonché per promuovere l'uguaglianza di genere e l'emancipazione femminile, soprattutto nelle aree rurali;

75.  sottolinea che, nonostante la rapida crescita economica degli ultimi anni, la regione si trova ad affrontare elevati tassi di povertà, una marcata disparità di reddito e una diminuzione dell'aspettativa di vita, soprattutto nelle aree rurali dove vive l'80-90 % della popolazione; evidenzia che il processo di privatizzazione nel corso della transizione economica ha tralasciato, in larga misura, le regioni montagnose; pone in rilievo che tale situazione si ripercuote particolarmente sulle donne in dette regioni, poiché molti uomini si spostano nelle città in cerca di occupazione, lasciando alle donne l'intero onere dei compiti agricoli e delle responsabilità familiari;

76.  sottolinea l'importanza di rendere la strategia coerente con gli impegni globali, in particolare con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata il 25 settembre 2015 in occasione del vertice sullo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite;

77.  incoraggia a integrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) nel programma di sviluppo dell'UE nella regione; ribadisce che l'integrazione degli OSS si tradurrà in uno sviluppo globale maggiormente sostenibile nella regione dell'Asia centrale;

78.  sottolinea l'importanza di assicurare che l'UE colga l'opportunità della cooperazione allo sviluppo per promuovere il rispetto dei diritti umani e conseguire gli OSS, in modo da incrementare il livello degli scambi e degli investimenti in tutti i paesi della regione e potenziare il ruolo e il coinvolgimento delle parti sociali nella società civile;

79.  ritiene che gli aiuti allo sviluppo dovrebbero essere erogati soltanto ai paesi realmente impegnati a favore della riduzione della povertà, dell'equità, del progresso socio-economico sostenibile e del rispetto dei diritti umani, e ritiene altresì che tali paesi debbano dimostrare di disporre di politiche anticorruzione efficaci, consentendo all'UE di monitorare l'attuazione delle azioni corrispondenti; mette in discussione, a tale riguardo, la logica e il rapporto costo/efficacia degli aiuti concessi al Turkmenistan e all'Uzbekistan; chiede che tale politica sia rivista in caso di miglioramenti; incoraggia l'alto rappresentante/vicepresidente a promuovere progressi in questo ambito; si rammarica del fatto che, a causa degli elevati livelli di corruzione e della burocrazia inefficace, la capacità di assorbimento degli aiuti sia molto bassa e le sue implicazioni positive siano molto limitate;

80.  osserva che l'attuale revisione è stata deliberatamente scissa dall'esercizio di programmazione 2014-2020 dello strumento per la cooperazione allo sviluppo dell'Asia centrale concluso nel 2014, in modo da evitare confusioni o sovrapposizioni mantenendo al contempo la coerenza dell'azione dell'UE nella regione;

81.  lancia un appello affinché l'assistenza allo sviluppo si incentri sullo sviluppo rurale e sull'agricoltura sostenibile, in particolare per allontanarsi dalle monocolture quali la coltura del cotone;

82.  invita l'UE a monitorare l'efficacia della sua assistenza tecnica e finanziaria a favore della riforma del settore pubblico nei paesi dell'Asia centrale;

83.  invita a coordinare le politiche di sviluppo dell'UE e le attività degli Stati membri nella regione; sollecita una stretta cooperazione in materia di politiche per lo sviluppo con gli Stati Uniti nel quadro del nostro partenariato per uno sviluppo sostenibile; invita altresì alla cooperazione con la Cina e la Russia ai fini dello sviluppo della regione dell'Asia centrale;

84.  tiene conto della risolutezza della Cina nella regione e del cambiamento del suo ruolo da partner commerciale esterno a mediatore per la governance economica regionale, compresa la fornitura regionale di beni collettivi;

85.  ritiene che le sinergie tra il Fondo europeo per gli investimenti strategici e l'iniziativa della Cina "One Belt One Road " saranno uno strumento importante per favorire lo sviluppo economico e sociale nella regione;

86.  osserva altresì che due paesi, vale a dire il Kazakhstan e il Kirghizistan, hanno aderito alla nuova Unione economica eurasiatica avviata dalla Russia;

87.  auspica una stretta cooperazione dell'UE con i fondi e le agenzie delle Nazioni Unite e con la Banca mondiale;

88.   prende atto del continuo sostegno finanziario settoriale in Kirghizistan e Tagikistan, e invita la Commissione e il SEAE a definire e applicare condizioni solide e obiettivamente verificabili per i programmi di sostegno al bilancio continui, in particolare; prende atto tuttavia che ciò deve essere accompagnato da criteri più rigidi, tra cui un vigoroso programma di riforme ed efficaci misure anti-corruzione; sottolinea che il sostegno al bilancio dell'UE non dovrebbe essere utilizzato per il finanziamento diretto dei servizi pubblici di base (ad esempio l'istruzione elementare e secondaria, l'assistenza sanitaria di base e le infrastrutture di base), che è una responsabilità primaria delle autorità; ritiene, piuttosto, che gli aiuti dell'UE dovrebbero essere collegati alle prestazioni delle autorità in questo senso e che il sostegno al bilancio dell'UE dovrebbe incoraggiare lo sviluppo di servizi pubblici avanzati in settori quali la ricerca, l'innovazione, l'istruzione universitaria, le infrastrutture innovative, ecc.

89.  accoglie con favore l'incremento dell'assistenza macro-finanziaria e chiede che lo strumento in questione sia impiegato secondo rigorosi criteri costi-benefici e sulla base di analisi d'impatto precise e attente agli effetti di ricaduta; sottolinea, alla luce dei punti salienti delle relazioni sui progressi registrati nella strategia, l'importanza della partecipazione degli Stati membri nell'attuazione dell'assistenza dell'UE al fine di conseguire un impatto maggiore e risultati migliori;

90.  accoglie con favore la richiesta da parte del Kirghizistan di applicare le disposizioni GSP+ e auspica che il Tagikistan e l'Uzbekistan possano seguirne l'esempio;

91.  ritiene importante che tutti i paesi dell'Asia centrale rispettino le norme dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e aderiscano all'OMC;

92.  riconosce, in linea con le conclusioni dell'OCSE, la particolare importanza dei programmi volti a collegare gli investimenti diretti esteri e le PMI (business linkage programmes –BLP), quali strumenti di diversificazione e di massimizzazione degli effetti indiretti degli investimenti che consentono ai paesi dell'Asia centrale di collegare più strettamente gli investimenti diretti esteri alle rispettive economie nazionali, rafforzando la loro competitività e, allo stesso tempo, assicurando l'accesso ai mercati internazionali, al finanziamento, alle tecnologie e alle capacità di gestione; invita a tale proposito i governi degli Stati dell'Asia centrale ad avviare siffatti programmi e ad aumentare la partecipazione delle parti interessate ai BLP già esistenti; sottolinea che, al fine di garantire che la produzione locale risponda agli standard internazionali di qualità, devono essere messe in atto misure complementari, quali l'offerta di programmi di formazione che aiutino le PMI a modernizzare le competenze del proprio personale o l'assistenza alle PMI affinché adottino gli standard di qualità riconosciuti a livello internazionale;

93.  pone l'accento sul fatto che per garantire uno sviluppo economico sostenibile nella regione è essenziale approfondire l'integrazione regionale, aumentare gli scambi intraregionali, puntare sulla rete di trasporti e sui servizi logistici, migliorare il contesto economico e legislativo, nonché il quadro normativo, in particolare per le PMI;

94.  ricorda i numerosi casi di tubercolosi infettiva nella regione dell'Asia centrale; sottolinea l'importanza della continuità della somministrazione della terapia anti-tubercolosi nei paesi emergenti che non beneficiano più dell'aiuto bilaterale dell'UE, in considerazione dello sviluppo di resistenze ai medicinali in certi ceppi di tubercolosi;

Energia, ambiente, acqua e trasporti

95.  sottolinea la necessità di un dialogo più intenso sullo sviluppo delle infrastrutture, comprese le reti dell'energia e dei trasporti, nonché le connessioni Internet di elevata capacità;

96.   riconosce che la cooperazione energetica è un settore prioritario nelle relazioni tra UE e Asia centrale; considera la regione come una potenziale fonte di sicurezza energetica supplementare per l'UE, in particolare per quanto concerne le potenzialità di una maggiore cooperazione con il Kazakhstan e il Turkmenistan; ricorda che è importante che l'UE disponga di un approvvigionamento energetico sicuro, stabile e a prezzi accessibili, conformemente alla sua Unione per l'energia e anche alla luce della sua importanza per la sicurezza globale dell'Unione; sottolinea, di conseguenza, che è necessario che l'approvvigionamento energetico e la diversificazione siano un elemento chiave della strategia UE-Asia centrale, e invita l'UE a intensificare gli sforzi verso l'integrazione del mercato dell'energia, che rappresenta un interesse reciproco per realizzare la diversificazione energetica; invita a tale proposito a moltiplicare gli sforzi per realizzare l'obiettivo di espandere il corridoio Sud all'Asia centrale e il gasdotto Trans-Caspio; sottolinea, tuttavia, che gli accordi e i dialoghi in ambito energetico devono essere accompagnati da elementi importanti in materia di diritti umani;

97.  prende atto del sostegno dell'UE nei confronti dei progetti energetici che potrebbero ampliare il corridoio meridionale del gas anche attraverso le rotte transcaspiche ed eventualmente iraniane; invita, tuttavia, l'UE a condurre studi di fattibilità completi di tali progetti, comprese le valutazioni di impatto ambientale e sociale;

98.  sostiene la promozione, da parte dell'UE, delle energie rinnovabili, dell'efficienza energetica e dell'integrazione dei mercati energetici in Asia Centrale con quelli dei paesi vicini nonché dell'UE;

99.  ribadisce la sua opinione secondo cui il reinvestimento degli utili derivanti dalle risorse naturali è fondamentale per uno sviluppo socio-economico sostenibile;

100.  incoraggia a migliorare il coordinamento e a rinvigorire gli sforzi nell'ambito della fondamentale piattaforma regionale per l'acqua e l'ambiente, guidata dall'Italia e dalla Romania;

101.  invoca un ruolo proattivo maggiore da parte dell'UE in termini di sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale; sottolinea in tale contesto l'importanza dei principi di sostenibilità ambientale durante l'estrazione e la lavorazione delle risorse naturali nella regione promossi dall'iniziativa per la trasparenza nelle industrie estrattive (EITI); constata che solo il Kazakhstan e il Kirghizistan si conformano all'iniziativa EITI nella regione, mentre lo status di candidato del Tagikistan è stato temporaneamente sospeso nel 2015;

102.  osserva con preoccupazione che, oltre ai crescenti effetti dei cambiamenti climatici, persiste una molteplicità di problemi ambientali allarmanti ereditati dal periodo sovietico, come quelli relativi a una contaminazione nucleare non monitorata e continua negli ultimi decenni e all'urgente azione di bonifica dei siti di sperimentazione nucleare, alle attività industriali ed estrattive, allo sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali, al degrado del suolo e dell'ecosistema, all'inquinamento atmosferico, alla desertificazione e, soprattutto, al perdurare di una catastrofica politica di gestione delle risorse idriche; esorta la Commissione, a tal proposito, a intensificare l'assistenza tecnica, a prestare assistenza nella mobilitazione delle risorse e a mettere a disposizione il know-how e le migliori pratiche europei per affrontare tali problemi;

103.  esorta l'UE a continuare a fornire assistenza finanziaria e tecnica che tenga conto delle questioni sanitarie, umanitarie, ambientali, economiche e in materia di sensibilizzazione relative alla conseguenze dei test nucleari effettuati dall'URSS presso il sito di sperimentazione nucleare di Semipalatinsk (SNTS), nel Nord-Est del Kazakhstan, vicino alla città di Semey (precedentemente conosciuto come Semipalatinsk);

104.  accoglie con favore e incoraggia ulteriori sforzi in termini di adattamento e resilienza ai cambiamenti climatici ed esorta i paesi dell'Asia centrale a contribuire in modo costruttivo al buon esito della conferenza di Parigi 2015 sul clima;

105.  invita l'UE a intensificare ulteriormente i propri programmi di prevenzione delle catastrofi e di costruzione della resilienza nell'Asia centrale in quanto regione particolarmente soggetta a catastrofi naturali, con minacce gravi in termini di catastrofi ambientali e cambiamenti climatici;

106.  manifesta profonda preoccupazione per la massiccia moria di mandrie di antilopi saiga del Kazakhstan nel mese di maggio 2015; esorta l'UE a contribuire con azioni in ambito di ricerca e ambiente alla prevenzione di eventuali casi futuri;

107.  invita l'UE ad adoperarsi ulteriormente nella promozione della cooperazione tra gli Stati dell'Asia centrale in materia di gestione delle risorse idriche;

108.  incoraggia l'UE a considerare prioritaria e a mobilitare ulteriormente la sua "diplomazia dell'acqua" allo scopo di favorire una migliore gestione transfrontaliera delle risorse idriche e fare opera di mediazione nella risoluzione delle controversie, anche per quanto riguarda la promozione di un quadro aperto ed efficace, in particolare nel caso della diga di Rogun; esorta a tale proposito l'UE a stimolare e accelerare una maggiore adesione alle convezioni internazionali e ai principi giuridici in materia di risorse idriche condivise;

109.  invita i paesi della regione, qualora ancora non l'abbiano fatto, a procedere alla firma e alla ratifica delle Convenzioni delle Nazioni Unite di Espoo e di Aarhus sui conflitti idrici e a coinvolgere la società civile nell'applicazione di tali Convenzioni;

110.  chiede un rinnovato impegno per far fronte alle conseguenze drammatiche della catastrofe ambientale del prosciugamento del lago d'Aral; esorta la Commissione a incrementare il suo sostegno a favore del Fondo internazionale per il salvataggio del lago d'Aral e invita il SEAE a includere questa problematica tra le priorità nei suoi rapporti regolari con l'Uzbekistan;

111.  ricorda che la costruzione di un sistema di infrastruttura stradale e ferroviaria strategica, moderna e interoperabile lungo tutta la via della seta costituisce un interesse vitale per la Cina, l'UE e la Russia e che l'adeguata integrazione di questa regione attraverso un'infrastruttura moderna e affidabile rappresenterebbe un'importante opportunità, non solo per una maggiore integrazione economica regionale ma anche per la promozione della mobilità dei cittadini e degli scambi multiculturali, il che, a sua volta, creerebbe un clima migliore per far progredire lo Stato di diritto e la democrazia;

112.  ribadisce che l'UE è pronta a offrire la propria esperienza e il proprio know-how per promuovere l'adozione e l'applicazione di norme in materia di sicurezza e ambiente per tutti i modi di trasporto e per agevolare i collegamenti lungo il corridoio di trasporto Europa-Caucaso-Asia centrale; sostiene in particolare i continui sforzi dell'UE volti a sviluppare un trasporto aereo e marittimo sicuro in Asia centrale;

113.  incoraggia un ulteriore coordinamento dell'UE con la politica dei trasporti della Cina nella regione;

Cooperazione regionale, sfide in materia di sicurezza e gestione delle frontiere

114.  incoraggia l'UE a intensificare il dialogo sull'Asia centrale con le pertinenti organizzazioni regionali e internazionali, nonché con i vicini dei paesi dell'Asia centrale e gli altri Stati attivi nella regione;

115.  incoraggia l'UE a migliorare la connettività individuando, insieme ai paesi dell'Asia centrale, ambiti ove sia possibile instaurare una cooperazione più intensa, segnatamente per quanto riguarda i trasporti e l'energia; sottolinea che occorre dare la priorità all'integrazione dei paesi dell'Asia centrale tra loro nonché sui mercati e nei corridoi internazionali;

116.  ritiene che l'Unione, in sinergia con gli Stati membri, debba continuare a promuovere politiche specifiche finalizzate all'integrazione regionale e alla creazione di fiducia, ma anche premiare attraverso una cooperazione rafforzata i progressi realizzati da singoli paesi o da gruppi di paesi dell'Asia centrale; ritiene che l'azione dell'UE debba essere mirata e attenta alle necessità e specificità dei singoli paesi; insiste sulla necessità di approfondire iniziative di dialogo politico, promuovendo azioni atte a creare fiducia fra i paesi della regione;

117.  considera il consolidamento dell'integrazione economica regionale un elemento importante per la stabilità regionale e la costruzione della pace;

118.  sottolinea l'importanza della cooperazione con l'OSCE e le Nazioni Unite in tutti i settori strategici;

119.  esorta l'UE a coinvolgere, su base ad hoc, anche la Mongolia in determinati aspetti della strategia dell'Unione per l'Asia centrale;

120.  riconosce che le principali minacce e sfide individuate nella strategia per l'Asia centrale rimangono pertinenti;

121.  ritiene che l'UE dovrebbe incoraggiare la cooperazione regionale, in particolare per quanto concerne le problematiche e le sfide comuni, e che l'interesse comune dovrebbe prevalere sull'eterogeneità dei paesi interessati;

122.  osserva che le questioni etniche irrisolte, l'assenza di prospettive di un trasferimento ordinato di poteri e la governance non inclusiva nei paesi dell'Asia centrale sono fonti di potenziale instabilità ed estremismo, e che, di conseguenza, gli interessi fondamentali dell'UE, perseguiti nel quadro della strategia per l'Asia centrale, sono seriamente messi in discussione;

123.  sostiene l'obiettivo a lungo termine dell'UE di trasformare il nascente dialogo ad alto livello in materia di sicurezza tra l'UE e l'Asia centrale in un autentico forum di cooperazione finalizzato ad affrontare le sfide di sicurezza comuni nella regione e al di là delle sue frontiere, quali gli effetti di ricaduta della guerra in Afghanistan, tra cui la minaccia dello Stato islamico, il traffico di stupefacenti, la tratta di esseri umani, l'estremismo violento e il terrorismo, nonché i rischi chimici, biologici, radiologici e nucleari (CBRN); sottolinea l'importanza e l'impatto positivo dei programmi di cooperazione regionale, tra cui quelli intesi a rafforzare la cooperazione transfrontaliera e la sicurezza dei confini quali il programma per la gestione delle frontiere in Asia Centrale (BOMCA) e il programma d'azione in materia di droga per l'Asia centrale (CADAP); ritiene che nell'ambito del dialogo occorra prestare attenzione alla sicurezza umana anziché alla mera sicurezza dello Stato; ribadisce la determinazione dell'UE a sviluppare ulteriormente i dialoghi regionali e bilaterali in materia di sicurezza con i paesi dell'Asia centrale, garantendo un maggiore coinvolgimento dell'Afghanistan in cooperazione con i partner regionali interessati, in particolare il centro regionale di diplomazia preventiva dell'ONU per l'Asia centrale (UNRCCA);

124.  prende atto dell'adozione del programma CADAP per il periodo 2014-2020; manifesta tuttavia preoccupazione per i livelli record di coltivazione di oppio e di traffico della sostanza dall'Afghanistan attraverso l'Asia centrale; chiede al SEAE/alla Commissione di affrontare la questione relativa al coinvolgimento della criminalità organizzata e di gruppi ristretti nel traffico di stupefacenti, e di contrastare gli effetti negativi sulla salute pubblica nella regione;

125.  raccomanda nuovamente di porre i programmi BOMCA e CADAP sotto l'egida dell'ISP anziché del DCI;

126.  esorta l'UE a portare avanti i programmi di sostegno regionale finanziati dall'ISP volti a prevenire i conflitti e a costruire la pace, compresa la promozione della riconciliazione tra comunità e interetnica, nonché a demarcare i confini in Asia centrale;

127.  plaude al progetto "Cooperazione transfrontaliera per la pace e lo sviluppo sostenibili" patrocinato dalla Svizzera e dall'UNDP, volto a creare un ambiente più favorevole alla pace e allo sviluppo sostenibili nelle zone transfrontaliere tra il Kirghizistan e il Tagikistan;

128.  sottolinea il ruolo dell'UNRCCA, che ha sede ad Ashgabat dal 2007, e quello dell'OSCE nella prevenzione dei conflitti nella regione;

129.  invita l'UE ad appoggiare le iniziative dell'UNRCCA e, sotto l'egida di tale Centro, a dedicare attenzione alle questioni idriche e ad avviare un dialogo tra i cinque paesi finalizzato a contrastare l'inquinamento transfrontaliero;

130.  chiede alla Commissione di tenere conto delle conseguenze negative che i problemi relativi all'accesso alle riserve idriche possono avere sulla stabilità e sulla sicurezza in Asia centrale, nonché di seguire da vicino tutti gli sviluppi;

131.  constata con preoccupazione che la relazione annuale 2015 sulla tratta degli esseri umani(27), a cura delle autorità statunitensi, ha inserito il Turkmenistan e l'Uzbekistan nella lista di controllo, il che significa che il numero di vittime della tratta di esseri umani è in aumento; invita il coordinatore anti-tratta dell'UE a sostenere il Turkmenistan e l'Uzbekistan nella lotta contro la tratta di esseri umani, la quale costituisce un affronto alla dignità umana e comporta spesso terrore psicologico e violenza fisica e va pertanto eradicata; chiede che gli Stati membri richiamino l'attenzione su questa importante tematica nei loro rapporti con tali paesi;

132.   sottolinea l'importanza della cooperazione tra l'UE e i paesi dell'Asia centrale nella prevenzione e nella lotta al terrorismo; manifesta profonda preoccupazione per le attività dell'organizzazione estremista Stato Islamico (IS), che recluta un numero crescente di cittadini dell'Asia centrale, spinti in parte dall'emarginazione politica e dalle fosche prospettive economiche, affinché si rechino in Medio Oriente per combattere o comunque sostenere IS, Al-Nusra e altre organizzazioni terroristiche ed estremiste; riconosce che, qualora una percentuale significativa di cittadini dell'Asia centrale radicalizzati dovesse ritornare nei paesi di origine, la sicurezza e la stabilità in tutta l'Asia centrale, l'Afghanistan, l'Iran, la Russia, la Cina e l'India rischiano di essere messe a repentaglio;

133.  incoraggia l'UE a far fronte, insieme ai governi dell'Asia centrale, alle sfide comuni del reclutamento di combattenti e sostenitori da parte dell'IS, concentrandosi sui fallimenti politici e amministrativi, ad esempio promuovendo la libertà religiosa, pur salvaguardando le costituzioni laiche e rivedendo le leggi e le politiche discriminatorie, attuando programmi di sensibilizzazione per uomini e donne, concentrandosi sull'occupazione dei giovani svantaggiati, dando la priorità alla riforma della polizia e garantendo un migliore coordinamento dei servizi di sicurezza, nonché traendo insegnamento dalle esperienze europee o asiatiche in materia di recupero e di reinserimento dei radicali islamici;

134.  ritiene che la cooperazione internazionale, anche con la Russia e la Cina, sia fondamentale per far fronte alla crescente minaccia di radicalizzazione islamista in Asia centrale; invita tutte le parti internazionali influenti nella regione a incoraggiare gli Stati dell'Asia centrale affinché effettuino uno sforzo concertato per coordinare meglio la cooperazione tra i loro servizi di sicurezza, anche per quanto concerne la condivisione dei dati di intelligence; sottolinea che tale cooperazione dovrebbe essere coerente con i loro impegni internazionali in materia di diritti umani;

135.  esprime profonda preoccupazione per il deterioramento della sicurezza nel Nord dell'Afghanistan e per le possibili ripercussioni sulla stabilità militare e politica della regione; plaude ai miglioramenti in termini di coerenza tra, rispettivamente, le strategie dell'UE per l'Afghanistan e l'Asia centrale; evidenzia tuttavia la necessità di collegare maggiormente l'approccio dell'UE nei confronti dell'Asia centrale all'Afghanistan e di adeguare le politiche esistenti alla strategia per l'Afghanistan post-2014; incoraggia il coinvolgimento dell'Afghanistan nei programmi volti alla stabilità e alla sicurezza nella regione; incoraggia i governi degli Stati dell'Asia centrale ad assumere un ruolo più proattivo e ad avviare una cooperazione più ampia nell'interesse della stabilità in Afghanistan; sottolinea la necessità di coordinare a livello regionale le strategie in materia di sicurezza umana, lotta al terrorismo, immigrazione e lotta al traffico di stupefacenti;

136.  invita il Consiglio, la Commissione e il SEAE a dare la priorità, nelle loro relazioni con gli Stati dell'Asia centrale, alla riforma del settore della sicurezza, inclusi maggiori finanziamenti e una migliore formazione, promuovendo la libertà religiosa nel quadro delle costituzioni laiche, gli aspetti preventivi della lotta contro il terrorismo e gli sforzi volti a recuperare gli ex jihadisti, in quanto si tratta di elementi che fanno parte di una strategia globale intesa a far fronte alla minaccia dell'estremismo islamico; si rammarica che, nonostante l'urgente necessità di una riforma del settore della sicurezza (SSR) nei paesi dell'Asia centrale, l'UE non sia riuscita a inserire tale riforma nella sua strategia; accoglie con favore, in tale contesto, i progressi ottenuti in Kazakhstan quale punto di partenza per una riforma a livello regionale; invita l'UE a sviluppare specifici programmi per la riforma del settore della sicurezza in Kirghizistan, ed eventualmente in Tagikistan, che si concentrino sullo Stato di diritto e sulle norme in materia di diritti umani nel settore della giustizia penale e della polizia civile;

137.  riconosce che le cinque repubbliche centro-asiatiche proseguono con la realizzazione della zona denuclearizzata in Asia centrale;

138.  chiede agli Stati membri di interpretare e attuare in maniera più uniforme così come di rispettare rigorosamente gli otto criteri sanciti nella posizione comune dell'UE del 2008 relativa al controllo delle esportazioni di armi; esprime preoccupazione, a tale riguardo, per il fatto che talune imprese europee eludano tale posizione comune a seguito della conclusione di accordi bilaterali da parte di alcuni Stati membri;

139.  chiede agli Stati membri di fermare l'esportazione di sistemi di sorveglianza intrusiva pronti all'uso verso i paesi della regione se sussistono ragioni sufficienti per ritenere che tali sistemi potrebbero essere utilizzati contro giornalisti, personalità politiche o difensori dei diritti umani; invita la Commissione a rivedere il sistema europeo di controllo delle esportazioni per evitare che tali sistemi intrusivi cadano nelle mani sbagliate;

Questioni specifiche per paese

140.  precisa che i successivi paragrafi, relativi ai singoli paesi, trattano esclusivamente le questioni prioritarie e non hanno pertanto carattere esaustivo;

Kazakhstan

141.  sottolinea che l'approfondimento delle relazioni politiche ed economiche dovrebbe basarsi su valori condivisi; osserva che il Kazakhstan è il primo partner dell'Asia centrale con cui l'UE ha negoziato e firmato un accordo rafforzato di partenariato e di cooperazione (EPCA); si aspetta, a seguito della messa a punto di tale accordo, un impegno attivo e concreto da parte del Kazakhstan sul fronte delle riforme politiche e democratiche, impegno derivante dagli obblighi e impegni assunti a livello internazionale; riconosce che il programma "100 passi" rappresenta un tentativo di avviare riforme urgenti nel paese;

142.  mette in rilievo, a tale proposito, le raccomandazioni del Parlamento europeo, del 22 novembre 2012, sui negoziati per un accordo di partenariato e cooperazione rafforzato UE-Kazakhstan, che sono fondamentali per l'approvazione del Parlamento europeo in riferimento alla conclusione del nuovo EPCA e per la futura cooperazione UE-Kazakhstan;

143.  è profondamente preoccupato per il crescente peggioramento della situazione nei settori della libertà dei mezzi d'informazione, della libertà di espressione e della libertà di associazione e riunione; ribadisce e sottolinea che i progressi concreti e tangibili nell'ambito delle riforme politiche sono stati collegati all'avanzamento dei negoziati sul nuovo EPCA; invita il Kazakhstan a compiere ogni sforzo per garantire che la sua legislazione sia in linea con gli standard del Consiglio d'Europa e garantisca la piena attuazione delle libertà fondamentali, senza restrizioni autoimposte; invita le autorità kazake ad adottare misure concrete ed efficaci volte ad attuare le raccomandazioni formulate dal relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di riunione pacifica e di associazione nel rapporto finale sulla sua missione in Kazakhstan del gennaio 2015; incoraggia il Kazakhstan, a tale proposito, a rivedere e modificare i suoi nuovi codici penali per quanto riguarda le sanzioni penali per la diffamazione, in quanto minano le libertà fondamentali; manifesta profonda preoccupazione per la legge sulle organizzazioni senza scopo di lucro, in quanto compromette l'indipendenza e mette persino in discussione l'esistenza stessa delle ONG in Kazakhstan, e ne chiede la revisione;

144.  ricorda al Kazakhstan gli impegni da esso assunti nel quadro dell'OSCE per quanto riguarda le riforme democratiche ed esorta il paese a essere all'altezza delle sue ambizioni di politica estera – in quanto membro del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani per il periodo 2013-2015, paese che nel 2017 ospiterà l'Esposizione universale e candidato ad un seggio non permanente in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per il periodo 2017-2018 – adottando importanti riforme politiche interne;

145.  sottolinea che, in base alle conclusioni preliminari della missione internazionale di osservazione dell'OSCE/ODIHR in occasione delle elezioni del 20 marzo 2016, il Kazakhstan ha ancora molta strada da fare per rispettare gli impegni assunti nei confronti dell'OSCE in materia di elezioni democratiche, sebbene si siano registrati taluni progressi; incoraggia le autorità kazake ad adottare le misure necessarie per dare piena attuazione a tutte le raccomandazioni OSCE/ODIHR;

146.  chiede la liberazione di tutti i prigionieri politici, compreso il leader del partito di opposizione Alga!, Vladimir Kozlov;

147.  riconosce il ruolo positivo svolto dal Kazakhstan nell'ospitare e agevolare i negoziati E3+3 – Iran 2013 sul programma nucleare iraniano, il contributo del paese alle iniziative mondiali in materia di sicurezza nucleare, tra cui il fatto di ospitare la nuova banca internazionale del combustibile nucleare, gestita dall'AIEA e operativa a partire dal 2017, il ruolo sperimentale di mediazione nell'ambito della crisi tra Russia e Ucraina e il contributo fornito alle consultazioni tra l'opposizione siriana;

148.  si compiace che nel 2015 il Kazakhstan abbia raggiunto la fase finale del processo di adesione all'OMC;

Kirghizistan

149.  si rammarica per i regressi del Kirghizistan, il paese della regione in cui l'UE ha riposto le maggiori aspettative per quanto concerne la concretizzazione delle ambizioni democratiche;

150.  elogia il Kirghizistan per i progressi dimostrati nelle recenti elezioni politiche; riconosce che le elezioni si sono svolte in modo pacifico e sono state caratterizzate da un maggiore livello di trasparenza; accoglie con favore le conclusioni della missione di osservazione elettorale dell'OSCE sulle elezioni politiche tenutesi in Kirghizistan il 4 ottobre 2015, che hanno evidenziato una vasta gamma di scelte a disposizione degli elettori e una campagna elettorale competitiva; manifesta tuttavia preoccupazione per la registrazione obbligatoria dei dati biometrici quale condizione preliminare per il voto, con conseguenti problemi significativi per il carattere inclusivo delle liste elettorali; evidenzia che, nonostante i primi segnali incoraggianti mostrati dal Kirghizistan nel perseguimento di riforme democratiche e nel passaggio a un vero sistema multipartitico, occorre un ulteriore impegno per sviluppare una democrazia parlamentare pienamente funzionante, in quanto si tratta di uno dei paesi pilota del sostegno dell'UE alla democrazia;

151.  si compiace che il Kirghizistan abbia ritirato il progetto di legge restrittiva sugli "agenti stranieri" e sulle persone LGBTI e chiede di respingere tutte le leggi che discriminino le persone LGBTI e prendano di mira la società civile;

152.   plaude al buon esito dell'elezione del Kirghizistan nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite per il periodo 2016-2018 e invita il paese a sfruttare in modo costruttivo la sua prossima condizione di membro per affrontare le questioni relative ai diritti umani;

153.  esorta la Commissione/il SEAE ad assistere il Kirghizistan nel rendere giustizia alle vittime degli scontri etnici del 2010;

Tagikistan

154.  esorta il Tagikistan a rispettare gli impegni internazionali in materia di diritti umani e a proteggere la libertà di riunione e l'indipendenza della professione forense; richiama l'attenzione sulla situazione problematica dei media dopo la firma, da parte del presidente, di un nuovo regolamento in base al quale tutte le informazioni sugli eventi ufficiali saranno trasmesse attraverso l'agenzia di informazione di Stato, limitando in tal modo l'accesso ad altri media; invita il Tagikistan ad astenersi da indebite interferenze nel lavoro delle ONG e a non attuare la normativa in materia di finanziamento delle ONG approvata di recente;

155.  esprime preoccupazione per la decisione di mettere al bando il Partito della rinascita islamica del Tagikistan, manifestazione di una tendenza inquietante volta a sopprimere forze politiche legittime e a mettere a tacere le voci critiche in nome delle preoccupazioni in materia di sicurezza; invita le autorità tagike a rispettare gli impegni dell'accordo di pace del 1997 e ad adottare le misure necessarie a garantire la libertà di espressione, il pluralismo e un contesto politico libero e aperto;

156.  prende atto delle conclusioni della missione di osservazione elettorale OSCE/ODIHR in occasione delle elezioni politiche in Tagikistan del 1° marzo 2015, secondo cui le elezioni "hanno avuto luogo in uno spazio politico limitato e non hanno garantito parità di condizioni ai candidati";

157.  continua a manifestare preoccupazione per l'inefficacia degli aiuti allo sviluppo dell'UE nel paese; esorta il SEAE/la Commissione a dare la priorità ai programmi finalizzati alla prevenzione della tortura nei centri di detenzione e alla libertà dei media in Tagikistan;

158.  si compiace dell'adesione del Tagikistan all'OMC, avvenuta nel marzo 2013;

Turkmenistan

159.  sottolinea che il Turkmenistan è firmatario della maggior parte dei principali accordi internazionali ed è pertanto soggetto all'obbligo di rispettare e proteggere i diritti umani in tutte le circostanze; esprime la propria disponibilità ad aumentare il sostegno dell'UE nel campo dei principi democratici e dei diritti umani, in particolare attraverso un pieno utilizzo dell'EIDHR e di altri strumenti per sostenere il processo di riforma nel paese;

160.  deplora che, nel periodo di osservazione, la situazione sul fronte dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali non sia pressoché cambiata nonostante alcuni sforzi legislativi in ambito politico, giudiziario, economico, sociale ed educativo; ritiene che la nuova legislazione dovrebbe essere sottoposta al riesame di esperti internazionali alla luce degli obblighi internazionali in materia di diritti umani;

161.  chiede al VP/AR e alla Commissione di prendere contatti con le autorità turkmene e di chiedere loro di adottare misure concrete tese a migliorare la situazione dei diritti umani e lo Stato di diritto, come previsto dall'articolo 21 TUE; chiede inoltre di continuare a sollevare a tutti i livelli le preoccupazioni in materia di diritti umani, oltre che nell'ambito dell'attuale dialogo sui diritti umani; ribadisce la sua richiesta al SEAE di potenziare quanto prima l'ufficio di collegamento di Ashgabat, trasformandolo in una delegazione dell'UE a pieno titolo in Turkmenistan, finalizzata, tra l'altro, all'interazione con la società civile e al monitoraggio della situazione dei diritti umani;

162.  sottolinea l'importanza di un continuo dialogo sui diritti umani, con particolare riguardo alla continua pressione per liberare le persone detenute per motivi politici e alle informazioni sul destino dei prigionieri scomparsi;

163.  riconosce che l'entrata in vigore dell'accordo di partenariato e cooperazione (APC) con il Turkmenistan contribuirà a sviluppare il pieno potenziale derivante dal consolidamento delle relazioni;

164.  invita il VP/AR a onorare l'accordo raggiunto con il suo predecessore relativamente al meccanismo di monitoraggio, consentendo al Parlamento di essere adeguatamente informato dal SEAE circa l'attuazione dell'APC, una volta entrato in vigore;

165.  accoglie con favore l'impegno rafforzato di recente dal Turkmenistan con l'UE nei settori di interesse comune; prende atto della presenza del paese alla riunione sull'attuazione della dimensione umana dell'OSCE del 2015 e della presenza turkmena ad alto livello alla 15a riunione annuale del comitato misto nel quadro dell'accordo interinale sugli scambi di ottobre 2015;

166.  invita il Turkmenistan a interrompere l'attuale campagna volta a rimuovere le antenne paraboliche e a bloccare l'accesso ad alcuni siti Internet, nonché a porre fine alle intimidazioni e vessazioni ai danni di giornalisti indipendenti e di attivisti della società civile;

Uzbekistan

167.  deplora che in Uzbekistan l'UE non persegua in maniera effettiva l'obiettivo della democratizzazione e ribadisce l'auspicio che l'Unione persegua attivamente tale obiettivo nel paese; constata il rifiuto del governo uzbeko di intraprendere riforme significative; incoraggia il VP/AR a elaborare una politica di impegno europeo decisivo, condizionato e coerente nei confronti dell'Uzbekistan;

168.  deplora la violazione sistematica e abituale dei diritti e delle libertà fondamentali, nonostante l'adozione di leggi migliori al riguardo e la ratifica di strumenti internazionali in materia di diritti umani; esorta le autorità uzbeke a compiere passi significativi per affrontare appieno le preoccupazioni e attuare efficacemente tutte le raccomandazioni del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, del comitato contro la tortura e del comitato dei diritti umani;

169.  insiste affinché le autorità uzbeke rilascino tutti coloro che sono stati imprigionati come rappresaglia per l'esercizio pacifico della libertà di espressione, associazione e riunione e sottolinea la necessità di prevenire i casi di tortura in carcere e indagare su di essi; manifesta preoccupazione per l'estensione arbitraria delle pene detentive; invita le autorità uzbeke a consentire alle ONG indipendenti che si occupano di diritti umani di lavorare senza ostacoli;

170.   si compiace che il paese abbia registrato alcuni progressi per quanto concerne l'eliminazione del lavoro minorile e, nello specifico, valuta positivamente il divieto in tal senso imposto dal governo; ricorda l'importanza di un controllo indipendente e obiettivo dell'attuazione di tale divieto; ribadisce la necessità di abolire i lavori forzati durante la raccolta annuale del cotone e incoraggia allo stesso tempo un ulteriore impegno, da parte del governo, affinché continui ad adoperarsi concretamente, ad esempio con un piano d'azione, al fine di eliminare il lavoro forzato, conformemente alle raccomandazioni dell'OIL e della Banca mondiale;

171.  ricorda che il Parlamento ha deciso di non prendere in considerazione l'approvazione del protocollo dell'APC tra UE e Uzbekistan che estende le disposizioni dell'accordo al commercio bilaterale dei tessili fintantoché non venga confermato che sono state attuate riforme concrete e che esse hanno prodotto risultati sostanziali, tali da garantire altresì che, oltre al lavoro minorile, in Uzbekistan sia effettivamente in via di eliminazione anche la pratica del lavoro forzato;

172.  ritiene, al riguardo, che una parte degli aiuti allo sviluppo erogati in passato dall'UE all'Uzbekistan, tra cui quelli finalizzati al rafforzamento delle capacità del suo parlamento, sia stata male indirizzata e dovrebbe essere riorientata verso settori più importanti quali lo sviluppo rurale o la gestione ambientale e idrica;

173.  esprime profonda preoccupazione per le attività del Movimento islamico dell'Uzbekistan, che ha giurato fedeltà allo Stato islamico nell'agosto 2015 e ha reclutato migliaia di jihadisti in Asia centrale;

o
o   o

174.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al SEAE, al rappresentante speciale dell'UE per l'Asia centrale e ai governi e parlamenti di Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.

(1) GU C 184 E del 6.8.2009, pag. 49.
(2) GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 91.
(3) GU L 255 del 30.9.2015, pag. 68.
(4) GU L 255 del 30.9.2015, pag. 27.
(5) GU C 332 E del 15.11.2013, pag. 28.
(6) GU C 419 del 16.12.2015, pag. 153.
(7) Testi approvati, P7_TA(2014)0252.
(8) GU C 434 del 23.12.2015, pag. 111.
(9) GU C 434 del 23.12.2015, pag. 87.
(10) GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 69.
(11) Testi approvati, P8_TA(2015)0288.
(12) GU C 434 del 23.12.2015, pag. 24.
(13) GU C 74 E del 13.3.2012, pag. 12.
(14) GU C 419 del 16.12.2015, pag. 159.
(15) GU C 251 E del 31.8.2013, pag. 93.
(16) GU C 45 del 5.2.2016, pag. 85.
(17) Testi approvati, P8_TA(2015)0008.
(18) Testi approvati, P7_TA(2013)0426.
(19) GU C 351 E del 2.12.2011, pag. 92.
(20) GU C 81 E del 15.3.2011, pag. 80.
(21) GU C 224 E del 19.8.2010, pag. 12.
(22) Testi approvati, P8_TA(2014)0040.
(23) GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 195.
(24) GU C 36 del 29.1.2016, pag. 126.
(25) Statistiche della Banca mondiale, 2012.
(26) Statistiche della Banca mondiale per il quinquennio 2011-2015.
(27) Redatta dal Dipartimento di Stato USA.

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