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Procedura : 2016/2754(RSP)
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RC-B8-0755/2016

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PV 09/06/2016 - 4.2

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P8_TA(2016)0275

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Giovedì 9 giugno 2016 - Strasburgo
Tagikistan: situazione dei prigionieri di coscienza
P8_TA(2016)0275RC-B8-0755/2016

Risoluzione del Parlamento europeo del 9 giugno 2016 sul Tagikistan: la situazione dei prigionieri di coscienza (2016/2754(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visti gli articoli 7, 8 e 9 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,

–  vista la sua risoluzione del 17 settembre 2009 sulla conclusione di un accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica del Tagikistan, dall'altra(1),

–  vista la sua risoluzione del 15 dicembre 2011 sullo stato di attuazione della strategia dell'UE per l'Asia centrale(2),

–  viste le conclusioni del Consiglio del 22 giugno 2015 sulla strategia dell'UE per l'Asia centrale,

–  vista la sua risoluzione del 13 aprile 2016 sull'attuazione e la revisione della strategia UE-Asia centrale(3),

–  vista la dichiarazione dell'UE del 18 febbraio 2016, destinata all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, sui procedimenti penali in atto nel Tagikistan nei confronti del Partito della rinascita islamica del Tagikistan (IRPT),

–  viste le conclusioni della visita effettuata in Tagikistan dal rappresentante speciale dell'UE per l'Asia centrale, del 18 settembre 2015,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 3 giugno 2016 dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulle sentenze di ergastolo pronunciate dalla Corte suprema del Tagikistan nei confronti dei vicesegretari dell'IRPT,

–  viste le osservazioni preliminari formulate dal relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto alla libertà di opinione e di espressione il 9 marzo 2016, al termine della sua visita in Tagikistan,

–  viste le raccomandazioni formulate nell'ambito dell'esame periodico universale nei confronti del Tagikistan in occasione della 25a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, svoltasi il 6 maggio 2016,

–  visti i dialoghi annuali UE-Tagikistan in materia di diritti umani,

–  visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, che garantisce la libertà di espressione, la libertà di riunione, il diritto al rispetto della vita personale, privata e familiare delle persone e il diritto all'uguaglianza, e che vieta la discriminazione nel godimento di tali diritti,

–  vista la conferenza regionale sulla prevenzione della tortura, svoltasi dal 27 al 29 maggio 2014, e la conferenza regionale sul ruolo della società nella prevenzione della tortura, svoltasi dal 31 maggio al 2 giugno 2016,

–  visto il piano d'azione del Tagikistan dell'agosto 2013 per l'attuazione delle raccomandazioni formulate dal comitato contro la tortura,

–  visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che il 17 settembre 2009 il Parlamento europeo ha espresso il proprio parere conforme sulla conclusione di un accordo di partenariato e di cooperazione (APC) tra la Comunità europea e la Repubblica del Tagikistan; che l'APC, firmato nel 2004, è entrato in vigore il 1º gennaio 2010; che, in particolare, l'articolo 2 afferma che "il rispetto dei principi democratici e dei diritti umani fondamentali [...] è alla base delle politiche interna ed estera delle Parti e costituisce un elemento fondamentale del presente accordo";

B.  considerando che, a partire dal 1992, la cooperazione UE-Tagikistan è stata ampliata fino a includere un ampio ventaglio di settori, tra cui i diritti umani e la democrazia, che costituiscono il fondamento stesso di qualsiasi partenariato;

C.  considerando che l'UE ha un interesse vitale a intensificare la cooperazione politica, economica e in materia di sicurezza, come pure lo sviluppo sostenibile e la cooperazione a favore della pace, con l'Asia centrale mediante una relazione UE-Tagikistan forte e aperta fondata sullo Stato di diritto, sulla democrazia e sui diritti umani;

D.  considerando che Abubakr Azizkhodzhaev, noto uomo d'affari dalle opinioni critiche nei confronti del governo, è detenuto dal febbraio 2016 dopo aver sollevato alcuni problemi di rilievo riguardanti la corruzione nelle pratiche commerciali; che egli è stato accusato, a norma dell'articolo 189 del codice penale del Tagikistan, di istigazione all'odio nazionale, razziale, regionale o religioso;

E.  considerando che i membri dell'opposizione politica del Tagikistan sono stati sistematicamente oggetto di persecuzione; che nel settembre 2015 il Partito della rinascita islamica del Tagikistan (IRPT) è stato messo al bando dopo essere stato collegato a un tentativo fallimentare di colpo di Stato, avvenuto in precedenza quello stesso mese, sotto la guida di un generale, Abdukhalim Nazarzoda, che è stato ucciso assieme a 37 dei suoi sostenitori; che le autorità hanno già arrestato circa 200 membri dell'IRPT;

F.  considerando che nel febbraio 2016 la Corte suprema ha dato inizio ai procedimenti a carico di 13 membri del consiglio politico dell'IRPT, nonché di altre quattro persone associate al partito, con l'accusa di "estremismo" a causa del loro presunto coinvolgimento negli attentati del settembre 2015; che numerosi membri dell'IRPT sono stati arrestati e devono affrontare un procedimento penale senza la garanzia di un processo equo; che Zaid Saidov, uomo d'affari e noto esponente dell'opposizione, è stato condannato a 29 anni di carcere nei procedimenti penali connessi alla sua candidatura alle elezioni presidenziali del novembre 2013; che Umarali Kuvatov è stato ucciso a Istanbul nel marzo 2015 e che un altro attivista, Maksud Ibragimov, è stato pugnalato e rapito in Russia prima di essere rinviato in Tagikistan e condannato, nel luglio 2015, a 17 anni di reclusione;

G.  considerando che il 2 giugno 2016 la Corte suprema di Dušanbe ha condannato all'ergastolo Mahmadali Hayit e Saidumar Hussaini, vicesegretari del partito IRPT messo al bando, con l'accusa di essere stati i mandanti di un tentativo di colpo di Stato avvenuto nel 2015; che altri 11 membri dell'IRPT sono stati condannati a pene detentive; che tre parenti del leader dell'IRPT, Muhiddin Kabiri, sono stati incarcerati per la mancata denuncia di un reato non specificato; che il processo non è stato trasparente e ha rappresentato una violazione del diritto degli imputati di avere un equo processo;

H.  considerando che diversi avvocati che si sono offerti di assumere la difesa degli imputati dell'IRPT hanno ricevuto minacce di morte e sono stati arrestati, detenuti e incarcerati; che gli arresti di Buzurgmehr Yorov, Nodira Dodajanova, Nuriddin Mahkamov, Shukhrat Kudratov e di Firuz e Daler Tabarov sollevano preoccupazioni sostanziali riguardo al rispetto delle norme internazionali per quanto riguarda l'indipendenza degli avvocati, i processi celebrati a porte chiuse e l'accesso limitato alla rappresentanza legale; che anche numerosi giornalisti sono stati detenuti e sottoposti a maltrattamenti e intimidazioni; che la libertà di parola, l'accesso ai media e il pluralismo politico e ideologico, anche in materia di religione, devono essere riconosciuti conformemente alla Costituzione del Tagikistan;

I.  considerando che la legge del 2015 sulla Advokatura ha imposto agli avvocati difensori una nuova certificazione completa e ha introdotto una serie di limitazioni riguardo ai soggetti idonei all'esercizio della professione forense, spianando pertanto la strada a eventuali ingerenze nell'indipendenza della professione di avvocato;

J.  considerando che le recenti modifiche della legge sulle associazioni pubbliche, in vigore dal 2015, ostacolano il funzionamento della società civile, imponendo la pubblicazione dei dati finanziari delle fonti di finanziamento delle ONG;

K.  considerando che la delegazione del Parlamento europeo per l'osservazione delle elezioni parlamentari in Tagikistan ha evidenziato, nella sua dichiarazione del 2 marzo 2015, gravi carenze;

L.  considerando che la stampa, i siti Internet, i media sociali e i fornitori di servizi Internet in Tagikistan operano in un clima di restrizione in cui è diffusa l'autocensura; che il governo si avvale di leggi e norme restrittive sui media per limitare l'informazione indipendente e impone frequentemente blocchi ai media online e alle reti dei media sociali;

M.  considerando che nel febbraio 2015, nella relazione che ha fatto seguito alla sua missione in Tagikistan nel febbraio 2014, il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti ha sollevato preoccupazioni per i continui casi di tortura, maltrattamenti e impunità;

N.  considerando che l'indice della corruzione in Tagikistan rimane a livelli preoccupanti;

O.  considerando che lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) è un importante strumento di finanziamento inteso a sostenere lo Stato di diritto, la buona governance e i diritti umani nel paese e nella regione;

P.  considerando che il 22 maggio 2016 in Tagikistan si è tenuto un referendum di riforma costituzionale che consente al presidente in carica, Emomali Rahmon, di ricandidarsi senza limiti;

1.  chiede il rilascio di tutti coloro che sono detenuti sulla base di accuse di matrice politica, tra cui Abubakr Azizkhodzhaev, Zaid Saidov, Maksud Ibragimov, i vicesegretari dell'IRPT Mahmadali Hayit e Saidumar Hussaini e altri 11 membri dello stesso partito;

2.  esorta le autorità tagike a revocare le condanne e a procedere al rilascio dei legali, tra cui Buzurgmehr Yorov, Nodira Dodajanova, Nuriddin Mahkamov, Shukhrat Kudratov, Firuz e Daler Tabarov;

3.  sottolinea l'importanza delle relazioni tra l'UE e il Tagikistan e del rafforzamento della cooperazione in tutti i settori; evidenzia l'interesse dell'UE per una relazione sostenibile con il Tagikistan in termini di cooperazione politica ed economica; sottolinea che le relazioni politiche ed economiche con l'UE sono profondamente legate alla condivisione dei valori relativi al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, come previsto dall'accordo di partenariato e di cooperazione;

4.  esprime forte preoccupazione per l'aumento dei casi di detenzione e arresto di avvocati che si occupano di diritti umani, di esponenti dell'opposizione politica e dei loro parenti, nonché per le restrizioni della libertà dei media e delle comunicazioni mobili e via Internet e la limitazione dell'espressione religiosa;

5.  esorta le autorità del Tagikistan a garantire processi equi, aperti e trasparenti agli avvocati difensori e agli esponenti politici, a fornire le tutele sostanziali e le garanzie procedurali previste dagli obblighi internazionali del Tagikistan e ad autorizzare lo svolgimento di nuove indagini da parte delle organizzazioni internazionali in merito a tutte le denunce di violazioni della dignità e dei diritti umani; chiede che tutti i prigionieri e i detenuti abbiano accesso a servizi legali indipendenti e possano usufruire del diritto di incontrare regolarmente i loro familiari; rammenta che, per ogni sentenza emessa, devono essere presentate prove chiare che giustifichino le accuse penali mosse contro l'imputato;

6.  invita il governo tagiko a consentire ai gruppi di opposizione di operare liberamente e di esercitare le libertà di riunione, associazione, espressione e religione, conformemente alle norme internazionali in materia di diritti umani e alla Costituzione del Tagikistan;

7.  sottolinea che la lotta legittima contro il terrorismo e l'estremismo violento non deve essere usata come pretesto per reprimere l'attività dell'opposizione, impedire la libertà di espressione o ostacolare l'indipendenza della magistratura; rammenta il dovere di garantire le libertà fondamentali di tutti i cittadini tagiki e di difendere lo Stato di diritto;

8.  invita il parlamento tagiko a tener conto delle opinioni dei media indipendenti e della società civile nel valutare la proposta di modifica della legge sui media in merito alle licenze per i media; chiede alle autorità tagike di cessare di imporre blocchi ai siti web di informazione;

9.  chiede alle autorità tagike di rispettare il diritto internazionale, con particolare riferimento alla legge sulle associazioni pubbliche e alla legge sull'avvocatura e l'esercizio della professione forense; invita il governo tagiko a garantire che tutti i legali, compresi i difensori di attivisti per i diritti umani, membri dell'IRPT, vittime della tortura e clienti accusati di estremismo, possano esercitare la propria attività liberamente, senza timore di subire minacce o vessazioni;

10.  accoglie con favore l'adozione di diverse misure positive da parte del governo tagiko, come la depenalizzazione della diffamazione e dell'oltraggio avvenuta nel 2012, e chiede che il codice penale del paese sia attuato adeguatamente; si compiace della firma dell'atto legislativo che introduce modifiche al codice di procedura penale e alla legge sulle procedure e le condizioni di detenzione di indagati e imputati e invita le autorità tagike a garantire l'attuazione tempestiva di tali disposizioni legislative;

11.  accoglie con favore i dialoghi annuali UE-Tagikistan in materia di diritti umani, che dovrebbero trattare anche il contenuto della presente risoluzione; sottolinea l'importanza di svolgere dialoghi efficaci e orientati ai risultati tra l'UE e le autorità tagike in materia di diritti umani, quale strumento per agevolare la distensione della situazione politica nel paese e l'avvio di riforme globali;

12.  invita l'Unione europea, e in particolare il Servizio europeo per l'azione esterna, a seguire attentamente l'attuazione dello Stato di diritto in Tagikistan, in particolare per quanto concerne il diritto di associazione e il diritto di formare partiti politici, nel contesto delle prossime elezioni parlamentari del 2020, a manifestare le preoccupazioni alle autorità tagike ove necessario, a offrire assistenza e a riferire periodicamente al Parlamento; invita la delegazione dell'UE a Dušanbe a continuare a svolgere un ruolo attivo;

13.  incoraggia le autorità del Tagikistan a garantire un seguito e un'attuazione adeguati alle raccomandazioni formulate nell'ambito dell'esame periodico universale;

14.  esprime profonda preoccupazione per il diffuso ricorso alla tortura ed esorta il governo del Tagikistan ad mettere in atto il piano d'azione adottato nell'agosto 2013 per l'attuazione delle raccomandazioni formulate dal comitato contro la tortura;

15.  prende atto delle conclusioni della missione di osservazione inviata dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa in occasione delle elezioni parlamentari del 1o marzo 2015 in Tagikistan, in cui si afferma che tali elezioni si sono svolte in uno spazio politico limitato e non hanno garantito parità di condizioni ai candidati, e invita le autorità tagike a dar seguito per tempo a tutte le raccomandazioni espresse in tali conclusioni;

16.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Servizio europeo per l'azione esterna, al Consiglio, alla Commissione, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, al rappresentante speciale dell'UE per l'Asia centrale, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, nonché al governo del Tagikistan e al presidente del Tagikistan, Emomali Rahmon.

(1) GU C 224 E del 19.8.2010, pag. 12.
(2) GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 91.
(3) Testi approvati, P8_TA(2016)0121.

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