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Procedura : 2016/2032(INI)
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Ciclo del documento : A8-0222/2016

Testi presentati :

A8-0222/2016

Discussioni :

PV 14/09/2016 - 19
CRE 14/09/2016 - 19

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PV 15/09/2016 - 11.11
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P8_TA(2016)0358

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Giovedì 15 settembre 2016 - Strasburgo
Accesso al credito per le PMI e rafforzamento della diversità del finanziamento alle PMI nell'Unione dei mercati dei capitali
P8_TA(2016)0358A8-0222/2016

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 settembre 2016 sull'accesso al credito per le PMI e il rafforzamento della diversità del finanziamento alle PMI nell'Unione dei mercati dei capitali (2016/2032(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la sua risoluzione del 5 febbraio 2013 intitolata "Migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti"(1),

–  vista la sua risoluzione del 27 novembre 2014 sulla revisione degli orientamenti della Commissione in materia di valutazione d'impatto e sul ruolo del "test PMI"(2),

–  vista la sua risoluzione del 28 aprile 2016 sulla Banca europea per gli investimenti (BEI) – Relazione annuale 2014(3),

–  vista la sua risoluzione del 25 febbraio 2016 sulla relazione annuale della Banca centrale europea per il 2014(4),

–  vista la sua risoluzione del 9 luglio 2015 su "Costruire un'Unione dei mercati dei capitali"(5),

–  vista la sua risoluzione del 25 novembre 2015 sulle decisioni anticipate in materia fiscale (tax ruling) e altre misure analoghe per natura o effetto(6),

–  vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2016 sulla relazione annuale sulla politica di concorrenza dell'Unione europea(7),

–  vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2016 sul bilancio e le sfide concernenti la regolamentazione dell'UE in materia di servizi finanziari: impatto e via da seguire per un quadro di regolamentazione finanziaria dell'UE più efficiente ed efficace e per un'Unione dei mercati dei capitali(8),

–  vista la sua risoluzione dell'8 settembre 2015 sulle imprese a conduzione familiare in Europa(9),

–  vista la discussione del 13 aprile 2016 sulla base delle interrogazioni orali a nome dei gruppi PPE, S&D, ECR, ALDE e GUE/NGL sulla revisione del fattore di sostegno alle PMI(10),

–  vista la comunicazione della Commissione del 7 dicembre 2011 intitolata "Un piano d'azione per migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti" (COM(2011)0870),

–  vista la comunicazione della Commissione del 30 settembre 2015 intitolata "Piano di azione per la creazione dell'Unione dei mercati dei capitali" (COM(2015)0468),

–  vista la comunicazione della Commissione del 28 ottobre 2015 intitolata "Migliorare il mercato unico: maggiori opportunità per i cittadini e per le imprese" (COM(2015)0550),

–  vista la comunicazione della Commissione intitolata "Orientamenti sugli aiuti di Stato destinati a promuovere gli investimenti per il finanziamento del rischio"(11),

–  vista la direttiva 2011/7/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2011, relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali(12),

–  vista l'indagine della Banca centrale europea, del dicembre 2015, sull'accesso al credito delle imprese nella zona euro da aprile a settembre 2015,

–  visto il secondo documento di consultazione del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, del dicembre 2015, sulle revisioni del metodo standardizzato per il rischio di credito,

–  vista la relazione della Commissione, del 18 giugno 2015, sulla valutazione del regolamento (CE) n. 1606/2002, del 19 luglio 2002, relativo all'applicazione di principi contabili internazionali (COM(2015)0301),

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato " Il crowdfunding (finanziamento collettivo) nell'Unione dei mercati dei capitali dell'UE" (SWD(2016)0154),

–  vista la raccomandazione 2003/361/CE della Commissione, del 6 maggio 2003, relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie imprese(13),

–  visto il bollettino mensile della Banca centrale europea del luglio 2014(14),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 28 gennaio 2016, intitolata "Pacchetto anti-elusione: prossime tappe per assicurare un'imposizione effettiva e una maggiore trasparenza fiscale nell'UE (COM(2016)0023),

–  vista la proposta di regolamento relativo al prospetto da pubblicare per l'offerta al pubblico o l'ammissione alla negoziazione di titoli, presentata dalla Commissione il 30 novembre 2015 (COM(2015)0583),

–  vista la relazione dell'Autorità bancaria europea sulle PMI e sul fattore di sostegno alle PMI(15),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 22 luglio 2015, intitolata "Lavorare insieme per la crescita e l'occupazione: il ruolo delle banche nazionali di promozione a sostegno del piano di investimenti per l'Europa" (COM(2015)0361),

–  vista la relazione 2016 sul meccanismo di allerta, presentata dalla Commissione il 26 novembre 2015 (COM(2015)0691),

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e i pareri della commissione per i bilanci, della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione per la cultura e l'istruzione (A8-0222/2016),

A.  considerando che le microimprese, le piccole e medie imprese e le imprese a media capitalizzazione svolgono un ruolo importante per l'economia europea in termini di occupazione e crescita, e che alle PMI è attribuibile il 67 % dell'occupazione totale, il 71,4 % dell'aumento dell'occupazione e il 58 % del valore aggiunto nel settore non finanziario dell'UE nel 2014(16);

B.  considerando che nella legislazione dell'Unione non esiste attualmente una definizione unica e specifica delle PMI, se non le categorizzazioni di "piccole imprese" e "medie imprese" ai sensi della direttiva contabile;

C.  considerando che le PMI europee sono molto diversificate e comprendono un gran numero di microimprese, che spesso operano in settori tradizionali, e un numero crescente di nuove start-up e di imprese innovative a rapida crescita; che tali modelli d'impresa affrontano problemi diversi e hanno quindi esigenze finanziarie diverse;

D.  considerando che la maggioranza delle PMI europee operano soprattutto a livello nazionale; che sono relativamente poche le PMI impegnate in attività transfrontaliere all'interno dell'UE, mentre quelle che esportano al di fuori dell'Unione rappresentano un'esigua minoranza;

E.  considerando che il 77 % dei crediti residui alle PMI in Europa è fornito dalle banche(17);

F.  considerando che il finanziamento delle PMI dovrebbe avere una base quanto più ampia possibile, al fine di garantire un accesso ottimale delle PMI al credito in tutte le fasi di sviluppo dell'impresa; che ciò include un contesto normativo adeguato per tutti i canali di finanziamento quali, ad esempio, il finanziamento bancario, il finanziamento sui mercati dei capitali, le cambiali, il leasing, il finanziamento collettivo (crowdfunding), il capitale di rischio, il prestito peer to peer, ecc.;

G.  considerando che gli investitori istituzionali, come le compagnie di assicurazione, offrono un importante contributo al finanziamento delle PMI attraverso la trasmissione e la trasformazione dei rischi;

H.  considerando che, nella sua relazione del marzo 2016 sulle PMI e sul fattore di sostegno alle PMI, l'ABE ha constatato che non esiste alcuna prova che il fattore di sostegno alle PMI abbia fornito uno stimolo supplementare al credito alle PMI rispetto alle grandi imprese; che, tuttavia, ha riconosciuto che potrebbe essere troppo presto per trarre solide conclusioni, dati i limiti della sua valutazione, in particolare per quanto riguarda i dati disponibili, l'introduzione relativamente recente del fattore di sostegno alle PMI, il fatto che sviluppi concomitanti abbiano potuto ostacolare l'identificazione degli effetti del fattore di sostegno alle PMI e l'utilizzo delle grandi imprese come gruppo di controllo; che l'ABE ha invece constatato che, in generale, le banche meglio capitalizzate concedono più prestiti alle PMI e che la contrazione del credito interessa con maggiore probabilità le imprese più piccole e più giovani rispetto a quelle più grandi e più vecchie; che l'ABE osserva inoltre che il fattore di sostegno alle PMI è stato introdotto dal legislatore a scopo precauzionale per non compromettere i prestiti alle PMI;

I.  considerando che, nonostante si sia recentemente registrato un certo miglioramento, il finanziamento delle microimprese e delle piccole e medie imprese ha risentito maggiormente della crisi rispetto al finanziamento delle imprese di grandi dimensioni, e che le PMI della zona euro si sono trovate a far fronte – e, in una certa misura, continuano a far fronte – a un inasprimento delle richieste di garanzie da parte delle banche(18);

J.  considerando che sin dalla prima fase delle indagini sull'accesso al credito delle imprese, la "ricerca di clienti" rimane il problema principale per le PMI della zona euro, mentre l'"accesso al credito" occupa una posizione meno importante nella scala delle loro preoccupazioni; che l'ultima indagine, pubblicata nel dicembre 2015, mostra che la disponibilità di finanziamenti esterni per le PMI nella zona euro varia notevolmente da un paese all'altro; che l'accesso al credito rimane una preoccupazione maggiore per le PMI rispetto alle grandi imprese;

K.  considerando che le banche di promozione nazionali o regionali rivestono un ruolo importante nel catalizzare finanziamenti a lungo termine; che esse hanno intensificato le loro attività nell'intento di controbilanciare il necessario processo di riduzione dell'indebitamento nel settore delle banche commerciali; che esse rivestono un ruolo importante anche nell'attuazione degli strumenti finanziari dell'UE al di là dell'ambito di applicazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici;

L.  considerando che il miglioramento dell'accesso al credito per le PMI non dovrebbe determinare un indebolimento delle norme e delle regolamentazioni finanziarie;

M.  considerando che in Svizzera, la Banca WIR costituisce un sistema di valuta complementare al servizio delle PMI che operano principalmente nel settore ricettivo, nell'edilizia, nell'industria manifatturiera, nel commercio al dettaglio e nei servizi professionali; che il WIR offre un meccanismo di compensazione all'interno del quale le aziende possono acquistare le une dalle altre senza utilizzare i franchi svizzeri; che, tuttavia, il WIR è spesso utilizzato in combinazione con il franco svizzero per operazioni in doppia valuta; che gli scambi in WIR rappresentano una quota pari all'1-2 % del PIL della Svizzera; che il WIR si è rivelato anticiclico rispetto al PIL e ancora di più rispetto al numero di disoccupati;

N.  considerando che, dall'aprile 2015, la direttiva del 2011 sui ritardi di pagamento è stata correttamente recepita soltanto da 21 dei 28 Stati membri, nonostante il termine per il recepimento sia ormai superato da oltre due anni;

O.  considerando che, nella sua relazione del 2016 sul meccanismo di allerta, la Commissione avverte che, da un lato, "la crescita è diventata più dipendente dalla domanda interna, in particolare da una più marcata ripresa degli investimenti" e, dall'altro, "sebbene negli ultimi tempi i consumi si siano intensificati, la domanda interna rimane debole, in parte a motivo delle notevoli pressioni alla riduzione dell'indebitamento in diversi Stati membri";

P.  considerando che la direttiva 2004/113/CE del Consiglio vieta la discriminazione di genere nell'accesso a beni e servizi, inclusi i servizi finanziari; che l'accesso al credito è stato individuato quale uno dei principali ostacoli incontrati dalle imprenditrici; che le imprenditrici tendono ad avviare le imprese con capitali inferiori, a chiedere meno prestiti e a utilizzare capitali di famiglia anziché ricorrere a crediti o finanziamenti azionari;

Esigenze di finanziamento diverse in un settore delle PMI variegato

1.  riconosce la diversità delle PMI, comprese le microimprese, e delle imprese a media capitalizzazione negli Stati membri, una diversità che si riflette nei modelli commerciali, nelle dimensioni, nella posizione geografica, nel contesto socioeconomico, nelle fasi di sviluppo, nella struttura finanziaria, nella forma giuridica e nel diverso livello di formazione imprenditoriale;

2.  riconosce le sfide cui le PMI si trovano a far fronte, dovute alle differenze tra gli Stati membri e le regioni per quanto riguarda le condizioni di finanziamento e le esigenze delle PMI, in particolare la quantità e il costo dei finanziamenti disponibili, che sono influenzati da fattori specifici legati alle PMI e ai paesi e alle regioni in cui queste sono stabilite, comprese l'instabilità economica, una crescita lenta e una maggiore fragilità finanziaria; osserva inoltre che le PMI devono far fronte ad altre sfide, come l'accesso ai consumatori; sottolinea che i mercati dei capitali sono frammentati e regolamentati in modo diverso nell'UE e che parte dell'integrazione realizzata è andata persa a causa della crisi;

3.  sottolinea che la necessità di diversificare e migliorare le possibilità di finanziamento pubblico e privato proposte alle PMI non si limita alla fase di avvio, ma continua durante tutto il loro ciclo di vita, e osserva che occorre un approccio strategico a lungo termine per garantire il credito alle imprese; mette in evidenza che l'accesso al credito è altresì importante per il trasferimento delle imprese; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere le PMI in tale processo, anche nei primi anni di attività; sottolinea la necessità di un approccio diversificato e su misura in termini di regolamentazione e di iniziative da sostenere; osserva che non esiste una modalità di finanziamento adatta a tutti, e invita la Commissione a sostenere lo sviluppo di una vasta gamma di programmi, strumenti e iniziative ad hoc, onde sostenere le imprese nelle fasi di avviamento, crescita e trasferimento, tenendo conto delle loro dimensioni, del volume d'affari e del loro fabbisogno di finanziamenti; osserva che le imprese gestite da donne si occupano più spesso di servizi rispetto a quelle gestite da uomini e si basano su risorse immateriali; osserva che la bassa percentuale di donne alla guida di PMI è parzialmente riconducibile alle maggiori difficoltà di accesso al credito; si rammarica che lo strumento europeo Progress di microfinanza, il cui obiettivo è di promuovere la parità di opportunità tra donne e uomini, presenti un rapporto di 60:40 tra uomini e donne per quanto riguarda i microcrediti concessi nel 2013; chiede alla Commissione di garantire che i suoi programmi volti a facilitare l'accesso al credito per le PMI non penalizzino le imprenditrici;

4.  chiede alla Commissione di valutare le discriminazioni di cui sono vittime le PMI gestite da altri gruppi vulnerabili della società;

5.  ritiene che, per soddisfare al meglio le reali esigenze di finanziamento delle PMI e dell'economia reale e rendere possibile uno sviluppo sostenibile a lungo termine, il settore dei servizi finanziari debba essere diversificato, ben regolamentato e stabile e offrire un'ampia gamma di opzioni di finanziamento su misura con un buon rapporto costi-efficacia; sottolinea al riguardo l'importanza dei modelli bancari tradizionali, comprese le piccole banche regionali, le cooperative di risparmio e gli istituti pubblici; rileva a tale proposito la necessità di garantire che il miglioramento dell'accesso al credito per le microimprese e gli imprenditori autonomi sia trattato con la stessa attenzione;

6.  incoraggia le PMI a considerare l'intera UE come il loro mercato interno e a ricorrere, per le loro esigenze di finanziamento, alle possibilità offerte dal mercato unico; accoglie con favore le iniziative della Commissione a sostegno delle PMI e delle start-up all'interno di un mercato unico potenziato, ed esorta la Commissione a continuare a elaborare proposte adeguate alle esigenze delle PMI; ritiene che l'iniziativa Startup Europe debba fornire assistenza alle piccole imprese innovative, sostenendole fino a quando non siano diventate operative; sottolinea, in tale contesto, l'importanza della convergenza normativa e procedurale in tutta l'Unione e dell'attuazione dello "Small Business Act"; invita la Commissione a dare seguito allo "Small Business Act" onde aiutare ulteriormente le imprese a superare gli ostacoli di natura sia fisica che regolamentare; riconosce, in tale contesto, che l'innovazione rappresenta un fattore chiave per una crescita sostenibile e per l'occupazione nell'UE e che occorre prestare particolare attenzione alle PMI innovative; sottolinea che la politica di coesione e i fondi regionali dell'UE possono essere una fonte di finanziamento per le PMI; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire il coordinamento, la coerenza e le sinergie tra i diversi strumenti e programmi europei a favore delle PMI, come i fondi strutturali e d'investimento europei; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere un approccio globale alla diffusione delle informazioni in relazione a tutte le opportunità di finanziamento dell'UE; esorta gli Stati membri e la Commissione a realizzare progressi significativi sul fronte della semplificazione, al fine di rendere i finanziamenti più attraenti per le PMI;

7.  ricorda che un contesto giuridico ed economico più armonizzato a sostegno di pagamenti puntuali nelle operazioni commerciali è essenziale per l'accesso al credito; sottolinea, in tale contesto, i problemi finanziari che incontrano le PMI e la situazione di incertezza dei fornitori causata dai ritardi nei pagamenti da parte delle imprese più grandi e delle istituzioni e autorità pubbliche; chiede che, in sede di revisione della direttiva sui ritardi di pagamento, la Commissione valuti l'introduzione di misure specifiche volte a facilitare i pagamenti alle PMI; invita la Commissione a pubblicare la sua relazione sull'attuazione della direttiva sui ritardi di pagamento, prevista per il 16 marzo 2016, e a formulare, se del caso, nuove proposte per ridurre al minimo il rischio relativo ai pagamenti transfrontalieri e, in generale, di interruzione dei flussi finanziari;

8.  si compiace dell'iniziativa della Commissione volta a rilanciare i lavori per la creazione di un vero mercato europeo dei servizi finanziari al dettaglio attraverso la pubblicazione del Libro verde sui servizi finanziari al dettaglio (2015); chiede alla Commissione di prestare particolare attenzione alle specificità delle PMI e di assicurare che le attività transfrontaliere nel settore dei servizi finanziari al dettaglio si traducano in un migliore accesso al credito per le PMI;

9.  osserva che le start-up e le microimprese, in particolare, hanno difficoltà a ottenere finanziamenti adeguati e a identificare e soddisfare i requisiti regolamentari in ambito finanziario, soprattutto nella fase di sviluppo; osserva la mancanza di armonizzazione nella legislazione nazionale sulla costituzione delle PMI; incoraggia gli Stati membri a proseguire i loro sforzi per ridurre gli ostacoli amministrativi e creare sportelli unici che centralizzino tutti i requisiti normativi che interessano gli imprenditori; incoraggia gli Stati membri, la BEI e le banche di promozione nazionali, in tale contesto, a fornire informazioni sulle possibilità di finanziamento e i sistemi di garanzia dei prestiti;

10.  valuta positivamente l'iniziativa della Commissione volta a individuare le barriere e gli ostacoli ingiustificati per il settore finanziario, onde garantire finanziamenti all'economia reale, in particolare alle PMI e alle microimprese; sottolinea che la realizzazione di un mercato europeo dei capitali ben funzionante è una delle iniziative più importanti per il settore finanziario; sottolinea l'importanza di semplificare o modificare le norme che hanno dato luogo a conseguenze indesiderate per le PMI o che hanno inibito il loro sviluppo; sottolinea che ciò non dovrebbe determinare un inutile abbassamento degli standard normativi in ambito finanziario, pur permettendo una semplificazione della legislazione; sottolinea inoltre che le nuove proposte della Commissione non devono portare a una regolamentazione più complessa che può condizionare negativamente gli investimenti; ritiene che un approccio europeo alla regolamentazione finanziaria e all'Unione dei mercati dei capitali dovrebbe tenere debitamente conto degli sviluppi internazionali onde evitare inutili difformità e duplicazioni normative e fare dell'Europa un polo d'attrazione per gli investitori internazionali; sottolinea che l'economia europea deve attrarre un livello elevato di investimenti esteri diretti, compresi gli investimenti "greenfield", stimolando non solo i mercati dei capitali, ma anche il settore del private equity, nonché il capitale di rischio e gli investimenti nell'industria europea; ritiene altresì che la Commissione e gli Stati membri dovrebbero adottare un piano strategico a sostegno del finanziamento delle PMI ai fini della loro internazionalizzazione;

11.  ribadisce che la revisione delle norme in materia di appalti pubblici e contratti di concessione non dovrebbe pregiudicare l'accesso delle PMI e delle microimprese al mercato degli appalti;

12.  invita la Commissione e il Consiglio a prestare maggiore attenzione alle preoccupazioni delle PMI per quanto riguarda la domanda e a rifletterle in maniera più appropriata nella raccomandazione sulla politica economica della zona euro, nelle raccomandazioni specifiche per paese e nella valutazione ex post del rispetto delle raccomandazioni da parte degli Stati membri;

Prestiti bancari alle PMI

13.  riconosce che il prestito bancario costituisce tradizionalmente la principale fonte di finanziamento esterno per le PMI nell'Unione, dato che il finanziamento bancario rappresenta oltre tre quarti dei finanziamenti alle PMI, paragonato a meno della metà negli Stati Uniti, il che rende le PMI particolarmente vulnerabili a una contrazione dei prestiti bancari; osserva che la crisi finanziaria ha contribuito alla frammentazione dei finanziamenti bancari e delle condizioni di concessione del credito bancario; deplora il divario esistente, seppure in graduale attenuazione, tra le condizioni di credito per le PMI situate in diversi paesi della zona euro, il che riflette anche le differenze nella percezione del rischio e nelle condizioni economiche; osserva che l'Unione bancaria contribuisce a porre rimedio a tale frammentazione; invita gli Stati membri ad attuare pienamente la direttiva 2004/113/CE e a collaborare con il settore finanziario per quanto riguarda l'obbligo che essi hanno di garantire alle PMI un pieno ed equo accesso al prestito bancario; sottolinea il ruolo importante e ben sviluppato delle banche che possiedono conoscenze locali e regionali specifiche per la concessione di finanziamenti alle PMI, dati i loro rapporti di lungo periodo con tali imprese; mette in evidenza che, laddove esistano banche locali ben consolidate, queste si rivelano efficaci nella concessione di prestiti alle PMI e nell'evitare le perdite; sottolinea quindi l'importanza di sviluppare le banche locali;

14.  sottolinea che, mentre la digitalizzazione avanza ed emergono quindi nuove fonti di finanziamento, la presenza locale di istituti di credito tradizionali rimane essenziale per l'accesso delle PMI ai finanziamenti, soprattutto sulle isole e negli arcipelaghi, come pure nelle zone rurali, remote e periferiche;

15.  incoraggia le banche a considerare l'intera UE come il loro mercato interno e a sfruttare il potenziale del mercato unico per offrire finanziamenti alle PMI, comprese quelle che non hanno sede nello Stato membro in cui è domiciliata la banca in questione;

16.  incoraggia la Commissione a valutare la possibilità di introdurre programmi di "funding for lending" (finanziamento al credito) che metterebbero il denaro della BCE a disposizione delle banche al solo scopo di concedere prestiti alle PMI; invita la Commissione a valutare le possibilità di sviluppare nuove iniziative per attrarre gli investimenti;

17.  mette in evidenza il ruolo importante svolto dalle banche e dagli istituti di promozione nazionali e regionali nel finanziamento del settore delle PMI; ricorda il loro ruolo centrale nello sportello PMI del FEIS e il ruolo che svolgono nel coinvolgere gli Stati membri nei progetti del FEIS; ritiene che il FEIS rappresenti un'importante fonte di finanziamento per le PMI; ritiene che la BEI e il FEI dovrebbero intensificare i loro sforzi per fornire alle PMI le competenze necessarie per accedere ai finanziamenti e agli strumenti volti ad agevolare i contatti con gli investitori come, ad esempio, lo "European Angels Fund"; invita la Commissione a valutare il ruolo svolto dalle banche di promozione nazionali e regionali come catalizzatori di finanziamenti a lungo termine per le PMI e, in particolare, a individuare e diffondere le migliori pratiche, nonché a incoraggiare, su tale base, gli Stati membri a istituire banche di promozione nazionali e regionali laddove queste non siano ancora presenti; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere una crescita inclusiva e ad assicurare un coordinamento e una coerenza maggiori tra tutte le politiche di investimento dell'UE rivolte alle PMI, compresi il FEIS, i fondi regionali e il Fondo europeo per gli investimenti (FEI);

18.  ribadisce che è altresì importante migliorare la capacità e le possibilità di prestito delle banche alle PMI; sottolinea che il finanziamento attraverso i mercati dei capitali non basterà da solo a fornire finanziamenti sufficienti e soluzioni di finanziamento adeguate, compreso l'accesso delle PMI ai capitali; osserva che una diversificazione delle fonti di credito porterebbe a una maggiore stabilità del settore finanziario;

19.  sottolinea che un settore bancario sano, stabile e resiliente e un'Unione dei mercati dei capitali costituiscono un requisito indispensabile per potenziare l'accesso delle PMI al credito; sottolinea che il regolamento sui requisiti patrimoniali (CRR) e la direttiva sui requisiti patrimoniali (CRD IV) e, in particolare, il livello più elevato e la migliore qualità dei capitali, sono una risposta diretta alla crisi e costituiscono la base della ritrovata stabilità del settore finanziario; si compiace che la Commissione consideri i prestiti alle PMI come uno degli ambiti prioritari della revisione del CRR; osserva che la Commissione esamina la possibilità che in tutti gli Stati membri le cooperative di credito locali possano operare al di fuori dell'ambito di applicazione delle norme dell'UE sui requisiti patrimoniali delle banche; sottolinea la necessità di una legislazione prudente per le cooperative di credito volta ad assicurare sia la stabilità finanziaria, sia l'opportunità per queste ultime di erogare crediti a tassi competitivi;

20.  osserva i molteplici requisiti regolamentari imposti alle banche e i loro possibili effetti negativi sui prestiti alle PMI, pur ricordando che tali requisiti sono stati introdotti in risposta alla crisi finanziaria; sottolinea la necessità di evitare il requisito della doppia rendicontazione e la pluralità dei canali di rendicontazione e, più in generale, ogni onere amministrativo superfluo per gli enti creditizi, in particolare per le banche più piccole; invita la Commissione a valutare gli effetti dei requisiti regolamentari per le banche per quanto riguarda i prestiti alle PMI, con il sostegno dell'ABE e del meccanismo di vigilanza unico (SSM);

21.  osserva che i prestiti alle PMI non sono stati all'origine della crisi finanziaria; ricorda la decisione dei colegislatori di introdurre il fattore di sostegno alle PMI nel quadro del CRR e della CRD IV e che tale strumento è stato messo a punto per permettere di mantenere i requisiti patrimoniali per i prestiti alle PMI conformi ai livelli di Basilea II anziché di Basilea III; sottolinea l'importanza del fattore di sostegno alle PMI per mantenere e accrescere i prestiti bancari alle PMI; prende atto della relazione dell'ABE del marzo 2016 sul fattore di sostegno alle PMI; esprime preoccupazione per le possibili ripercussioni negative della sua soppressione; si compiace dell'intenzione della Commissione di mantenere il fattore di sostegno, continuare a valutarlo ed esaminare l'opportunità di innalzare la soglia per migliorare ulteriormente l'accesso delle PMI ai prestiti bancari; invita la Commissione a esaminare la possibilità di ricalibrare il fattore di sostegno, comprese le dimensioni e la soglia, nonché le possibili interazioni con altri requisiti normativi oltre a elementi esterni quali la posizione geografica e il contesto socioeconomico, al fine di potenziarne l'effetto; invita la Commissione a vagliare la possibilità di rendere il fattore permanente; invita il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (CBVB) a sostenere il fattore di sostegno alle PMI e a valutare la possibilità di ridurre i requisiti patrimoniali per le esposizioni verso le PMI;

22.  sottolinea che la valutazione prudente del rischio e l'analisi delle informazioni qualitative sono uno dei principali punti di forza delle banche, in particolare per quanto riguarda i prestiti complessi alle PMI; è del parere che la conoscenza e la consapevolezza delle peculiarità delle PMI nell'ambito della comunità bancaria dovrebbero essere ulteriormente migliorate; sottolinea il carattere riservato delle informazioni relative al credito che le banche ricevono in sede di valutazione dell'affidabilità creditizia delle PMI;

23.  accoglie con favore le varie iniziative in atto volte a migliorare la disponibilità di informazioni standardizzate e trasparenti sul credito concesso alle PMI, che possono rafforzare la fiducia degli investitori; sottolinea tuttavia la necessità di applicare il principio di proporzionalità nel richiedere tali informazioni sul credito;

24.  sottolinea che la proporzionalità è un principio guida al quale le istituzioni europee, le autorità europee di vigilanza e l'SSM devono attenersi nello sviluppo e nell'attuazione di regolamenti, norme, orientamenti e pratiche di vigilanza; invita la Commissione a fornire, in accordo con i colegislatori, ulteriori orientamenti alle autorità europee di vigilanza e alla BCE/all'SSM sulle modalità di applicazione del principio di proporzionalità, e a sollecitarne il rispetto, senza abbassare gli standard normativi attuali, pur permettendo la semplificazione della legislazione;

25.  sottolinea i vantaggi delle garanzie di terzi nei contratti di prestito per gli imprenditori; chiede che si tenga maggiormente conto di tali garanzie di terzi per quanto riguarda la valutazione dei rating del credito, come pure le norme prudenziali e le pratiche di vigilanza;

26.  ricorda che gli enti creditizi devono, su richiesta, fornire alle PMI una spiegazione delle loro decisioni di rating; invita la Commissione a valutare l'attuazione di tale disposizione e a rafforzare le disposizioni dell'articolo 431, paragrafo 4, del CRR, nonché a incoraggiare gli enti creditizi a fornire un riscontro alle PMI; osserva le discussioni che la Commissione sta attualmente conducendo con le parti interessate, al fine di migliorare la qualità e la coerenza di tali riscontri; osserva che questi potrebbero costituire il punto di partenza per trovare fonti di informazione e consulenza sui finanziamenti non bancari;

27.  osserva che i rating del credito sono un elemento importante e talvolta determinante nelle decisioni di investimento; richiama l'attenzione sull'esistenza, in alcuni Stati membri, di un sistema interno di valutazione del credito (ICAS) gestito dalle banche centrali nazionali per valutare l'idoneità delle garanzie e che consente alle PMI di ottenere una valutazione della loro affidabilità creditizia; invita la Commissione, la BCE e le banche centrali nazionali a esaminare ulteriormente se e come sia possibile utilizzare tali sistemi per aiutare le PMI ad accedere ai mercati dei capitali;

28.  invita la Commissione e l'ABE a fornire maggiori orientamenti sull'applicazione dell'attuale regolamentazione in materia di tolleranza; chiede alla Commissione di procedere a una valutazione d'impatto dell'attuale regime di tolleranza per i crediti in sofferenza; ricorda che i crediti in sofferenza nei bilanci delle banche ostacolano la concessione di nuovi prestiti, in particolare per le PMI; sottolinea che l'introduzione di un limite de minimis per violazioni non gravi contribuirebbe a impedire un calo inutile e ingiustificato dell'affidabilità creditizia delle PMI; prende atto della consultazione in corso del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria sulle definizioni di esposizioni deteriorate e tolleranza;

29.  osserva che le restrizioni all'acquisto di obbligazioni di Stato da parte delle banche o una ponderazione più alta di tali obbligazioni potrebbe far aumentare i costi del credito e accrescere il divario di competitività nell'UE, a meno che non siano rispettate determinate condizioni;

30.  prende atto delle misure adottate dalla BCE il 10 marzo 2016 e, in particolare, la nuova serie di quattro operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO II), che incentiveranno i prestiti bancari all'economia reale; sottolinea che le politiche monetarie da sole non sono sufficienti a rilanciare la crescita e gli investimenti e che devono essere accompagnate da politiche di bilancio e riforme strutturali adeguate;

31.  sottolinea l'importanza delle istituzioni pubbliche come alternativa alle banche private quale fonte di finanziamento per le PMI;

32.  invita la Commissione a tenere conto della proporzionalità per quanto riguarda il rimborso anticipato dei prestiti nell'UE, ad esempio fissando un tetto per limitare i costi per le PMI e attraverso una maggiore trasparenza nei contratti per le PMI;

Fonti non bancarie di finanziamento delle PMI

33.  invita gli Stati membri a promuovere una cultura del rischio e dei mercati dei capitali; ribadisce che l'educazione finanziaria delle PMI è fondamentale non soltanto per aumentare la concessione di prestiti bancari ma anche per estendere l'utilizzo e l'accettazione delle soluzioni proposte dai mercati dei capitali, nonché per incoraggiare le donne e i giovani ad avviare ed espandere le loro attività, rendendo possibile una migliore valutazione dei costi, dei benefici e dei rischi connessi; sottolinea l'importanza di requisiti chiari in materia di informazione finanziaria; incoraggia gli Stati membri a includere nozioni di base di educazione finanziaria ed etica imprenditoriale nei programmi scolastici e universitari, stimolando il coinvolgimento dei giovani nelle attività delle PMI; invita gli Stati membri e la Commissione a migliorare l'alfabetizzazione finanziaria e l'accesso a competenze e conoscenze finanziarie per le PMI e a far sì che le migliori pratiche vengano condivise; sottolinea tuttavia che le PMI hanno esse stesse una responsabilità a tale riguardo;

34.  mette in evidenza i benefici della locazione finanziaria per le PMI nella misura in cui rende disponibile il capitale aziendale per ulteriori investimenti nella crescita sostenibile;

35.  osserva che l'Unione dei mercati dei capitali rappresenta un'opportunità per colmare le carenze dell'attuale quadro normativo e per armonizzare la regolamentazione transfrontaliera; osserva che, se il credito bancario non soddisfa le esigenze finanziarie e commerciali delle PMI, si crea un vuoto di capitali; sottolinea che lo sviluppo dell'Unione dei mercati dei capitali e dell'Unione bancaria attualmente in corso deve essere accompagnato da continui sforzi tesi a far convergere i processi e le procedure dell'UE e a valutare il vigente quadro normativo per il settore finanziario, in particolare per quanto riguarda i suoi effetti sulle PMI e sulla stabilità macrofinanziaria e macroeconomica generale; sottolinea che sarebbe opportuno effettuare tale valutazione tenendo conto delle raccomandazioni sull'attuabilità delle misure introdotte; invita la Commissione a prevedere un quadro normativo adeguato e ad hoc per i soggetti che erogano finanziamenti alle PMI, che non sia oneroso per queste ultime e che conquisti anche la fiducia degli investitori; ritiene che in un'Unione dei mercati dei capitali approfondita e ben strutturata tutti i partecipanti al mercato aventi le stesse caratteristiche dovrebbero rispettare un insieme unico di norme, avere uguale accesso a un insieme di strumenti o servizi finanziari ed essere trattati allo stesso modo allorché operano sul mercato; accoglie con favore il piano d'azione della Commissione sull'Unione dei mercati dei capitali, che mira a garantire alle PMI un accesso agevolato a possibilità di finanziamento più diversificate; sottolinea che i modelli di finanziamento bancario e basato su fondi propri dovrebbero essere complementari;

36.  ricorda i costi considerevoli che le PMI devono sostenere per accedere ai mercati dei capitali, come i mercati obbligazionari e azionari; sottolinea la necessità di una regolamentazione proporzionata, con obblighi di informativa e requisiti di ammissione alla quotazione meno complessi e onerosi per le PMI al fine di evitare duplicazioni e ridurre il costo dell'accesso ai mercati dei capitali, senza tuttavia compromettere la tutela degli investitori e la stabilità finanziaria del sistema; prende atto dell'introduzione di un regime di informativa minima per le PMI nella proposta di regolamento relativo al prospetto presentata dalla Commissione e attualmente in discussione; osserva che la regolamentazione non dovrebbe creare ostacoli troppo elevati nel passaggio, ad esempio, da una categoria di una dimensione a un'altra o tra società quotate e non quotate; ritiene pertanto che si dovrebbe privilegiare un approccio in più fasi con un aumento graduale dei requisiti regolamentari; ricorda, in tale contesto, i mercati di crescita per le PMI previsti dalla MiFID II e sollecita una rapida attuazione di tale strumento;

37.  sottolinea l'importanza della trasparenza, della standardizzazione e della disponibilità al pubblico di informazioni relative al finanziamento delle PMI per le banche, gli investitori, le autorità di vigilanza e altre parti interessate, al fine di comprendere il profilo di rischio, prendere decisioni informate e ridurre i costi dei finanziamenti; ritiene che la creazione di una banca dati europea contenente informazioni sulle strategie imprenditoriali e sulle esigenze di finanziamento delle PMI, in cui queste ultime possano volontariamente inserire i propri dati e mantenerli aggiornati, potrebbe servire a tale scopo; invita la Commissione a valutare la possibilità di istituire un numero di identificazione unico per le PMI; richiama l'attenzione sul potenziale offerto dalle strutture che associano attori appartenenti al settore bancario e non bancario, per fornire assistenza alle PMI; accoglie con favore la strategia di informazione della Commissione per le PMI, in particolare l'identificazione delle capacità di sostegno e consulenza più pertinenti per le PMI che cercano finanziamenti alternativi in ciascuno Stato membro e promuovono esempi di migliori pratiche a livello di UE, nonché la valutazione delle possibilità per sostenere sistemi di informazione paneuropei che mettano in contatto le PMI e i fornitori di finanziamenti alternativi;

38.  ricorda che i principi contabili sono essenziali poiché stabiliscono il modo in cui le informazioni sono fornite alle autorità di vigilanza e agli investitori e in quanto gli oneri amministrativi imposti alle imprese variano in funzione dei principi contabili applicati; prende atto delle discussioni in corso sull'opportunità di elaborare principi contabili comuni specifici per le PMI e auspica ulteriori riflessioni al riguardo;

39.  sottolinea che le nuove tecnologie finanziarie innovative (FinTech) offrono la possibilità di garantire una migliore corrispondenza tra le PMI e i potenziali investitori; invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare lo sviluppo di iniziative nel campo delle FinTech e a valutare gli eventuali rischi e la necessità di un quadro regolamentare adeguato e armonizzato a livello di UE, senza soffocare l'innovazione;

40.  sottolinea la necessità di favorire l'innovazione attraverso piattaforme di prestito; incoraggia le banche a considerare l'utilizzo di tali tecnologie innovative come un'opportunità; sottolinea che le fonti di finanziamento alternative offrono, in particolare, soluzioni per le start-up, le imprenditrici e le PMI innovative; invita la Commissione a esaminare la necessità e le possibilità di un quadro armonizzato a livello di UE per le fonti di finanziamento alternative, allo scopo di aumentare la disponibilità di questo tipo di finanziamento per le PMI in tutta l'Unione; ricorda che, affinché il sistema sia efficiente, sia la PMI che il finanziatore devono essere pienamente consapevoli dei rischi e delle opportunità potenziali connessi al meccanismo di finanziamento; osserva che le leggi e le regolamentazioni vigenti sul finanziamento collettivo (crowdfunding) variano notevolmente da uno Stato membro all'altro e non sembrano aver favorito le attività transfrontaliere; si compiace della valutazione della Commissione del quadro esistente per il finanziamento collettivo; sostiene l'approccio adottato che consiste nel monitorare in maniera costante il mercato e gli sviluppi normativi e nell'incoraggiare un maggiore allineamento degli approcci normativi, condividere le migliori pratiche e facilitare gli investimenti transfrontalieri; ricorda nel contempo che il crowdfunding e il prestito peer-to-peer non dovrebbero essere soggetti a una regolamentazione eccessiva, che ne ostacolerebbe lo sviluppo; invita la Commissione a promuovere nuove piattaforme di finanziamenti di private equity, quali il finanziamento mezzanino e gli investitori informali (business angels); invita la Commissione a incoraggiare l'erogazione di prestiti sicuri alle imprese da parte di privati mediante prestiti peer-to-peer od obbligazioni al dettaglio; sottolinea la necessità di assicurare che queste nuove forme di finanziamento siano pienamente conformi alla legislazione finanziaria e fiscale pertinente, in modo che non diventino uno strumento di elusione fiscale od opacità finanziaria; mette in evidenza la necessità di rivedere l'attuale normativa in materia;

41.  osserva le proposte della Commissione relative a un quadro per la cartolarizzazione semplice, trasparente e standardizzata (STS) e la calibrazione dei requisiti prudenziali applicabili alle banche; prende atto che vi possono essere sia rischi che benefici associati alla cartolarizzazione delle PMI; rileva il possibile impatto di tali proposte sui prestiti bancari accordati alle PMI e sugli investimenti in queste ultime; sottolinea la necessità di trasparenza per quanto riguarda i rischi sottostanti e la necessità di contribuire alla stabilità del sistema finanziario;

42.  osserva che l'eterogeneità delle legislazioni nazionali in materia di insolvenza e la relativa incertezza giuridica costituiscono uno degli ostacoli agli investimenti transfrontalieri nelle PMI e nelle start-up; ritiene che norme semplificate e armonizzate in tale ambito sarebbero di sostegno alle start-up, alle microimprese e alle piccole e medie imprese e migliorerebbero il contesto imprenditoriale dell'UE; plaude pertanto alla decisione della Commissione di affrontare la questione attraverso una proposta legislativa, come indicato nel suo piano di azione per un'Unione dei mercati dei capitali, e attende con interesse questa futura proposta; ritiene che la Commissione dovrebbe prendere in considerazione diverse opzioni per l'attuazione di un regime di insolvenza dell'UE e formulare raccomandazioni agli Stati membri affinché possano adottare o attuare una normativa che preveda regimi di insolvenza efficaci e trasparenti e un processo di ristrutturazione tempestivo, nonché rimuovere gli ostacoli amministrativi e normativi imposti alle PMI, come indicato nelle raccomandazioni specifiche per paese;

43.  sottolinea il potenziale del finanziamento con capitale di rischio e venture capital, in particolare per le start-up non quotate e le PMI innovative; osserva che questi mercati sono poco sviluppati nell'UE; accoglie con favore l'iniziativa della Commissione di rivedere la normativa che disciplina il fondo europeo per il venture capital (EuVECA) e i fondi europei per l'imprenditoria sociale (EuSEF); sottolinea inoltre l'urgente necessità che la Commissione affronti il problema della frammentazione, in base ai confini nazionali, dell'intero settore europeo dei fondi d'investimento;

44.  sottolinea che il modo in cui sono concepite le strutture dell'imposta sulle società e dell'imposta sul reddito nonché gli eventuali sgravi fiscali incidono sulla capacità di autofinanziamento delle PMI; richiama l'attenzione sul fatto che in numerosi Stati membri la tassazione delle PMI e di alcune multinazionali differiscono notevolmente, il che ha un effetto negativo sulla competitività delle PMI e riduce considerevolmente l'efficacia dei finanziamenti di diversa origine destinati alle PMI; osserva che, a causa delle pratiche fiscali sleali utilizzate da alcune società multinazionali, le PMI subiscono un'imposizione fiscale fino al 30 % più elevata rispetto a quella cui sarebbero soggette se si applicassero pratiche fiscali leali, il che a sua volta si ripercuote sulla loro capacità di autofinanziamento; si compiace, in tale contesto, del pacchetto anti-elusione fiscale della Commissione, che mira a conseguire una tassazione più semplice, efficace ed equa nell'UE; sottolinea che gli Stati membri dovrebbero sforzarsi di istituire un sistema di tassazione equo, efficace e trasparente che attragga i finanziamenti e gli investimenti, al fine di creare migliori condizioni per l'avvio e lo sviluppo delle PMI; mette in evidenza la necessità di introdurre esenzioni finanziarie per le PMI, in particolare nella loro fase iniziale, per consentire alle imprese di disporre di fondi sufficienti per affrontare i periodi successivi del loro ciclo di vita; sottolinea la necessità di una politica di tassazione che riduca il carico fiscale globale e le imposte che gravano sul lavoro e sulle imprese; sottolinea l'importanza di correggere la distorsione fiscale esistente tra debito e capitale proprio;

45.  osserva che gli aiuti di Stato diretti, che non distorcono i benefici della concorrenza, sono talvolta necessari per garantire i finanziamenti di cui hanno bisogno le start-up, le microimprese e le piccole e medie imprese, in particolare dove le condizioni socioeconomiche non permettono altre fonti di accesso al credito; sottolinea l'importanza della trasparenza per quanto riguarda i regimi pubblici e gli aiuti di Stato a sostegno degli investimenti nelle PMI, nonché per la creazione di nuovi organismi di finanziamento e di investimento;

46.  incoraggia gli Stati membri ad analizzare e a fare tesoro dell'esperienza del WIR svizzero, creato nel 1934, che si basa un sistema di compensazione del credito tra le PMI, dato che il WIR è un efficace stabilizzatore macroeconomico in periodi di strette creditizie o crisi di liquidità;

47.  chiede alla Commissione di presentare una relazione annuale al Parlamento europeo, delineando lo stato delle iniziative di attuazione e il loro impatto sul miglioramento dell'accesso al credito per le PMI in Europa; invita la Commissione a includere, se del caso, la propria valutazione dell'orientamento strategico e le modifiche raccomandate;

48.  invita la Commissione a verificare gli strumenti esistenti, come i Fondi strutturali e altri programmi pertinenti, per valutare l'adeguatezza del sostegno finanziario fornito alle PMI in relazione agli obiettivi stabiliti e, se del caso, il loro effetto di attenuazione della crisi per le PMI;

49.  riconosce la crescente importanza che le microimprese e le PMI dei settori culturali e creativi rivestono per gli investimenti, la crescita, l'innovazione e l'occupazione, ma anche il loro ruolo fondamentale nel preservare e promuovere la diversità culturale e linguistica;

50.  sottolinea che sin da ottobre 2013, con la pubblicazione da parte della Commissione dei risultati dello studio "Survey on access to finance for cultural and creative sectors" (indagine sull'accesso ai finanziamenti per i settori culturali e creativi), erano emerse le enormi difficoltà di accesso al credito per le imprese culturali e creative, insieme a un buco finanziario per un ammontare stimato tra gli 8 e i 13,3 miliardi di EUR;

51.  mette in rilievo che, secondo dati Eurostat, nel 2014 il 2,9 % degli occupati nell'Unione europea, ossia 6,3 milioni di persone, lavoravano nei settori culturali e creativi, un dato paragonabile alla percentuale di occupati nel settore bancario e assicurativo; evidenzia inoltre che i settori culturali e creativi rappresentano quasi il 4,5 % dell'economia europea, con poco meno di 1,4 milioni di piccole e medie imprese che producono e diffondono contenuti culturali e creativi in tutta Europa, e che l'occupazione nei settori culturali e creativi è in continuo aumento dal 2008, essendo essi tra i settori dell'economia europea in più rapida crescita e generando circa il 4,2 % del PIL totale dell'UE;

52.  riconosce che la cultura e l'innovazione sono fattori cruciali per aiutare le regioni ad attrarre investimenti; mette in risalto il fatto che i posti di lavoro dei settori culturali e creativi sono difficilmente delocalizzati, poiché sono collegati a competenze culturali e storiche specifiche che contribuiscono anche a salvaguardare un'ampia gamma di arti e mestieri tradizionali; pone in rilievo l'importanza di sostenere le PMI che operano in lingue minoritarie o meno utilizzate, preservando e promuovendo la diversità culturale e linguistica dell'Europa, nonché l'importanza del sostegno ai giovani che creano progetti start-up aventi per oggetto la tutela della cultura e il patrimonio culturale;

53.  sottolinea che una maggiore promozione delle industrie culturali e creative e maggiori investimenti nel settore avranno effetti benefici creando nuovi posti di lavoro e contrastando l'alto tasso di disoccupazione giovanile, dato il gran numero di giovani che seguono studi in questo campo; rileva che, secondo uno studio recente, nei settori culturali e creativi lavorano più giovani tra i 15 e i 29 anni che in qualsiasi altro comparto economico (il 19,1 % del totale degli occupati in questi settori contro il 18,6 % nel resto dell'economia)(19); incoraggia gli Stati membri a rafforzare lo sviluppo delle competenze culturali e creative e a istituire reti per lo sviluppo delle capacità imprenditoriali che colleghino tra loro i sistemi di istruzione e formazione, le imprese creative e le istituzioni culturali e artistiche, in modo da favorire un approccio interdisciplinare; esorta l'UE e gli Stati membri ad ampliare le formule intese a incoraggiare il talento e lo sviluppo delle competenze nei settori culturali e creativi, ad esempio prevedendo sussidi innovativi e flessibili per sostenere la creatività e l'innovazione e lo sviluppo dei talenti;

54.  rileva che, secondo l'indagine condotta nel 2013 dalla Commissione, gli ostacoli all'accesso ai finanziamenti nei settori culturali e creativi hanno caratteristiche molto specifiche, nel senso che tali settori hanno maggiore difficoltà ad attrarre capitali e investimenti per varie ragioni, quali una base dati limitata, la carenza di informazioni facilmente accessibili sulle fonti di finanziamento, le insufficienti competenze imprenditoriali, la dipendenza dai programmi d'investimento pubblici e una mancanza di informazioni adeguate dovuta a problemi nella valutazione dei rischi e nella valorizzazione di beni immateriali come i diritti di proprietà intellettuale;

55.  sottolinea perciò che, per migliorare l'accesso ai finanziamenti nei settori culturali e creativi, sono necessarie soluzioni settoriali specifiche, occorre cioè sviluppare competenze specializzate nella valutazione dei rischi specifici rappresentati dalla mancanza di garanzie materiali, dalla dipendenza da attività immateriali e dell'aleatorietà della domanda di mercato in tempi di trasformazioni digitali; rileva che tali competenze specializzate sono necessarie sia nelle microimprese e nelle PMI che nelle istituzioni finanziarie; sottolinea che i diritti di proprietà intellettuale possono essere accettati come garanzie reali; mette in risalto l'importanza dell'esistenza di un quadro legislativo armonizzato nell'UE in materia di fiscalità e proprietà intellettuale, che potrebbe contribuire ad attrarre investimenti e finanziamenti per le PMI dei settori culturali e creativi;

56.  plaude, malgrado i forti ritardi, al varo dello strumento di garanzia del programma Europa creativa, che rappresenta una delle principali risposte alla pressante necessità di accesso al credito per progetti innovativi e sostenibili nei settori culturali e creativi e riguarda microimprese, PMI, piccole associazioni senza scopo di lucro e ONG, ed è uno dei mezzi fondamentali per garantire la necessaria equa remunerazione dei creatori; valuta positivamente l'iniziativa del sistema di formazione integrata che lo strumento di garanzia offre alle banche e agli intermediari finanziari; raccomanda vivamente che le misure necessarie siano poste in essere nel corso del 2016, secondo la proposta originaria della Commissione; ricorda che secondo la valutazione ex ante della Commissione si prevede che il deficit di finanziamenti superi il miliardo di euro l'anno, e rammenta che tale deficit rappresenta l'entità degli investimenti persi perché imprese con valide strategie aziendali e un buon profilo di rischio si vedono rifiutare un prestito o decidono di non chiederlo affatto per mancanza di garanzie reali sufficienti;

57.  accoglie con favore la relazione pubblicata di recente dal gruppo di esperti degli Stati membri dell'UE sull'accesso al finanziamento per i settori culturali e creativi, elaborata secondo il metodo di coordinamento aperto, e sottolinea che la Commissione deve dare attuazione alle raccomandazioni in essa contenute in modo da creare strumenti più efficaci e innovativi e anche da facilitare l'accesso ai finanziamenti;

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58.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU C 24 del 22.1.2016, pag. 2.
(2) Testi approvati, P8_TA(2014)0069.
(3) Testi approvati, P8_TA(2016)0200.
(4) Testi approvati, P8_TA(2016)0063.
(5) Testi approvati, P8_TA(2015)0268.
(6) Testi approvati, P8_TA(2015)0408.
(7) Testi approvati, P8_TA(2016)0004.
(8) Testi approvati, P8_TA(2016)0006.
(9) Testi approvati, P8_TA(2015)0290.
(10) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+CRE+20160413+ITEM-024+DOC+XML+V0//IT.
(11) GU C 19 del 22.1.2014, pag. 4.
(12) GU L 48 del 23.2.2011, pag. 1.
(13) GU L 124 del 20.5.2003, pag. 36.
(14) https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/art2_mb201407_pp79-97en.pdf.
(15) EBA/OP/2016/04 del 23 marzo 2016.
(16) Relazione annuale della Commissione sulle PMI europee 2014/2015.
(17) Indagine della BCE sull'accesso al credito delle imprese nella zona euro da aprile a settembre 2015.
(18) Indagine della BCE sull'accesso al credito delle imprese nella zona euro da aprile a settembre 2015.
(19) Cultural times – the first global map of cultural and creative industries, dicembre 2015.

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