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Procedura : 2015/2320(INI)
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Ciclo del documento : A8-0248/2016

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A8-0248/2016

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PV 14/09/2016 - 19
CRE 14/09/2016 - 19

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PV 15/09/2016 - 11.12
CRE 15/09/2016 - 11.12
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P8_TA(2016)0359

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Giovedì 15 settembre 2016 - Strasburgo
Come sfruttare al meglio le potenzialità in termini di creazione di posti di lavoro delle piccole e medie imprese (PMI)?
P8_TA(2016)0359A8-0248/2016

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 settembre 2016 su come realizzare al meglio il potenziale di creazione di posti di lavoro delle piccole e medie imprese (PMI) (2015/2320(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare gli articoli 173 e 49,

–  vista la comunicazione della Commissione del 3 marzo 2010 dal titolo "Europa 2020: una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva", (COM(2010)2020),

–  visto lo Small Business Act (COM(2008)0394),

–  vista la comunicazione della Commissione concernente l'adeguatezza della regolamentazione dell'Unione europea (COM(2013)0685),

–  visto il piano d'azione "Imprenditorialità 2020" della Commissione,

–  vista la comunicazione della Commissione "Un piano d'azione per migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti" (COM(2011)0870),

–  vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Verso una ripresa fonte di occupazione" (COM(2012)0173),

–  visto il Piano europeo per gli investimenti,

–  vista la sua risoluzione del 14 giugno 2012 "Verso una ripresa fonte di occupazione"(1),

–  vista la sua risoluzione del 5 febbraio 2013 dal titolo "Migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti"(2),

–  vista la sua risoluzione del 15 aprile 2014 dal titolo "Come può l'UE contribuire a un ambiente favorevole in cui imprese, aziende e start-up creino posti di lavoro?"(3),

–  vista la direttiva relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento (direttiva 2011/7/UE),

–  visto il programma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI),

–  visto il programma di ricerca e innovazione dell'UE "Orizzonte 2020",

–  visto il programma per la competitività delle imprese e delle PMI (COSME),

–  vista la sua risoluzione del 17 aprile 2014, dal titolo "Il processo di consultazione dei 10 atti legislativi più gravosi e lo snellimento della regolamentazione UE sulle PMI"(4),

–  vista la relazione della Commissione dal titolo "Ridurre al minimo indispensabile gli oneri normativi che gravano sulle PMI – Adeguare la normativa dell'UE alle esigenze delle microimprese " (COM(2011)0803),

–  vista la "Relazione annuale 2013/2014 della Commissione sulle PMI europee – Una ripresa parziale e fragile",

–  vista la relazione Eurofound di gennaio 2013 dal titolo "Nate per essere globali: il potenziale di creazione di posti di lavoro nelle nuove imprese internazionali",

–  vista la relazione Eurofound del 2013 dal titolo "Public policy and support for restructuring in SMEs" (Strategia e sostegno pubblici per il risanamento delle PMI),

–  vista la relazione Eurofound del 2016 dal titolo "Relazione annuale 2015 dell'Osservatorio sulla ristrutturazione in Europa (ERM): creazione di posti di lavoro nelle PMI",

–  vista la relazione di Eurofound del 2012 dal titolo "Misure di carattere pubblico a sostegno del lavoro autonomo e della creazione di posti nelle microimprese e nelle imprese individuali",

–  vista la relazione di Eurofound del 2011 dal titolo "Le PMI durante la crisi: occupazione, relazioni industriali e partenariati locali",

–  vista la relazione di Eurofound del 2011 dal titolo "Rappresentanza dei lavoratori a livello di stabilimento in Europa",

–  vista la relazione di Eurofound del 2014 dal titolo "Il dialogo sociale nelle micro e piccole imprese",

–  vista l'indagine 2015 della Commissione europea sull'accesso al credito delle imprese (SAFE),

–  vista la "Relazione annuale 2014/2015 della Commissione sulle PMI europee – Le PMI riprendono ad assumere",

–  vista la sua risoluzione del 10 settembre 2015 sulla creazione di un mercato del lavoro competitivo nell'Unione europea del XXI secolo: adeguamento delle competenze e delle qualifiche in funzione della domanda e delle prospettive occupazionali, un modo per uscire dalla crisi(5),

–  vista la sua risoluzione dell'8 luglio 2015 sull'iniziativa per favorire l'occupazione verde: sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro(6),

–  vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2012 "sulle piccole e medie imprese (PMI): competitività e opportunità commerciali"(7),

–  vista la raccomandazione 2003/361/CE della Commissione relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie imprese,

–  vista l'indagine Eurobarometro del 2015 sul tema "Internazionalizzazione delle piccole e medie imprese",

–  visto lo studio 2015 dell'OCSE dal titolo "Finanziamento delle PMI e degli imprenditori 2015 – Quadro di valutazione OCSE",

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e i pareri della commissione per i bilanci e della commissione per lo sviluppo regionale (A8-0248/2016),

A.  considerando che le PMI (nel 2014 le imprese di questo tipo in attività nell'UE-28 erano 22,3 milioni(8)) creano più posti di lavoro rispetto ad altre imprese del settore privato, fornendo circa due terzi di tutta l'occupazione del settore privato nell'UE e che gli imprenditori e le PMI danno un contributo importante e positivo alla crescita e allo sviluppo socioeconomici dell'UE; che sostenere le PMI equivale a lottare contro la disoccupazione europea e in particolare la disoccupazione giovanile, rispettivamente pari all'8,9 % e al 19,4 %(9); e che il numero di disoccupati (circa 23 milioni di persone nel 2015) rimane a livelli storici;

B.  considerando che nel 2014 le PMI hanno contribuito notevolmente all'aumento dell'occupazione, con una percentuale che ha raggiunto il 71 % nell'economia commerciale non finanziaria;

C.  considerando che la creazione di posti di lavoro nelle PMI è influenzata da diversi fattori interni ed esterni, e che tra questi ultimi figurano come condizioni essenziali una concorrenza gestibile (anche da parte di multinazionali e dell'economia sommersa), degli oneri amministrativi e dei costi complessivi di produzione ragionevoli, nonché l'accesso a finanziamenti e a una manodopera qualificata;

D.  considerando che, in base alle ricerche condotte di recente da Eurofound, le PMI inclini a creare posti di lavoro sono spesso giovani, innovative e attive a livello internazionale, sono situate in aree urbane, sono gestite da dirigenti qualificati e seguono strategie di crescita e investimento globali;

E.  considerando che le PMI svolgono un ruolo importante per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale contribuendo anche a una crescita più intelligente, più sostenibile e più inclusiva; considerando l'importanza del tessuto delle PMI sul territorio, soprattutto nelle zone rurali;

F.  considerando che, sebbene il 90 % della crescita mondiale sia prodotta fuori dall'UE, appena il 13 % delle PMI ha registrato attività internazionali al di fuori dell'UE;

G.  considerando le differenti caratteristiche delle PMI all'interno dell'UE, ad esempio in termini di dimensioni e di impatto sulle economie nazionali, e i motivi storici alla base di tali differenze;

H.  considerando la scarsità e la disparità in termini di competenze all'interno dell'UE, nonché i flussi di competenze provenienti principalmente da Stati membri entrati nell'UE dopo l'allargamento del 2004 e da paesi della zona euro colpiti dalla crisi e diretti verso altri Stati membri, che hanno creato regioni periferiche caratterizzate da una ridotta disponibilità di lavoratori qualificati, colpite dal fenomeno della fuga di cervelli;

I.  considerando che, nonostante le norme del mercato interno, persistono significative differenze all'interno dell'UE in termini di quadri normativi delle PMI, in particolare per quanto riguarda i livelli di certezza dei futuri sviluppi della normativa e, in generale, della qualità giuridica delle norme;

J.  considerando che i rappresentanti delle PMI segnalano che gli alti costi della manodopera costituiscono una delle maggiori restrizioni alla creazione di occupazione e attendono una riduzione di detti costi, e che i costi della manodopera più elevati sono stati registrati nei sistemi caratterizzati da una regolamentazione e una burocrazia eccessive;

K.  considerando che le PMI hanno maggiori difficoltà ad assorbire le norme regolamentari rispetto alle grandi imprese a causa della loro struttura più modesta;

L.  considerando che la rappresentanza dei lavoratori e il dialogo sociale non sono diffusi nelle PMI quanto lo sono nelle imprese più grandi e che le organizzazioni sindacali di alcuni paesi premono affinché sia aumentata la rappresentanza dei lavoratori nelle PMI, ad esempio, incoraggiando l'istituzione di comitati aziendali nelle PMI(10);

M.  considerando che l'economia sociale e solidale offre lavoro a oltre 14 milioni di persone, ossia a circa il 6,5 % dei lavoratori dell'UE; che nell'UE esistono 2 milioni di imprese dell'economia sociale e solidale, che costituiscono il 10 % delle imprese dell'Unione; e che le imprese sociali hanno dimostrato di resistere alla crisi economica;

N.  considerando che le PMI resistono meglio alla crisi economica in termini di perdita di posti di lavoro e che, in particolare, le cooperative dell'industria e dei servizi hanno dimostrato una maggiore resilienza alla crisi del 2008 rispetto ad altre imprese degli stessi settori;

O.  considerando che i trasferimenti di impresa ai dipendenti organizzati in forma cooperativa rappresentano una tipologia di trasferimento di impresa efficace, come dimostrato dagli elevati tassi di sopravvivenza(11);

P.  considerando che troppi posti di lavoro restano vacanti a causa della scarsa mobilità della forza lavoro e dell'inadeguatezza di alcuni sistemi di istruzione e formazione rispetto alla realtà attuale del mercato del lavoro;

Q.  considerando che il settore verde ha consentito una creazione netta di posti di lavoro in Europa durante la recessione e che le PMI con un piano di azione a lungo termine nell'economia verde creano posti di lavoro più resilienti alle attuali esternalità dell'economia globalizzata(12);

R.  considerando le difficoltà generalizzate nel reperire dati sugli accordi contrattuali e sull'organizzazione del lavoro nelle PMI;

S.  considerando che, secondo Eurofound, in molti paesi le condizioni di lavoro, compreso l'orario di lavoro, sono spesso concordate in modo più informale e sono più flessibili nelle PMI rispetto alle imprese più grandi; che l'impatto iniziale della crisi sembra aver portato a un aumento delle flessibilità "interne" esistenti, poiché le organizzazioni cercano di far fronte alle richieste e alle mutevoli condizioni esterne;

T.  considerando che la BCE sostiene che la crisi del debito sovrano ha aumentato i costi di finanziamento delle banche nei paesi della zona euro colpiti dalla crisi, che in seguito sono stati sostenuti dalle PMI sotto forma di tassi di interesse più alti o prestiti più modesti;

U.  considerando che il bilancio dell'UE dovrebbe essere usato per stimolare la creazione di un'occupazione di lungo periodo qualificata e di qualità e il potenziale delle PMI di creare posti di lavoro dignitosi e sostenibili;

V.  considerando che l'accesso ai finanziamenti rappresenta ancora uno degli ostacoli principali alla creazione e alla crescita delle PMI, in particolare nel caso delle imprese dell'economia sociale, vista, fra l'altro, la mancanza di una gamma sufficientemente diversificata di strumenti di debito e di capitale di rischio in tutta l'Unione, necessaria lungo il percorso di crescita di una società;

W.  considerando che, per ragioni storiche, alcune società hanno una percezione negativa degli imprenditori, che si riflette in alcuni casi anche in un trattamento discriminatorio da parte dei governi ai danni del settore delle PMI, in confronto, ad esempio, alle condizioni vantaggiose previste in tali paesi per gli investimenti stranieri, in particolare per le multinazionali;

X.  considerando che le condizioni di disparità tra le multinazionali e le PMI sono dovute anche alla pratica del trasferimento dei profitti in paesi considerati paradisi fiscali;

Y.  considerando che gli studi della Commissione non forniscono una valutazione dettagliata dell'impatto potenziale del futuro partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) sulle PMI nei diversi Stati membri;

Potenziale di creazione di posti di lavoro e forza lavoro qualificata

1.  ricorda che le PMI costituiscono quasi il 99 % delle imprese europee e rappresentano quindi la colonna portante dell'economia dell'UE;

2.  ritiene che, al fine di garantire migliori condizioni per la creazione di posti di lavoro di qualità nel settore delle PMI, gli Stati membri e la Commissione debbano affrontare i seguenti problemi, presenti in misura disuguale a seconda degli Stati membri e delle regioni: carenza di competenze, valutazione insufficiente delle esigenze future in termini di competenze, squilibri tra domanda e offerta di competenze, fuga di cervelli, oneri normativi superflui e incertezza normativa in tutti i settori, dialogo insufficiente tra i soggetti interessati del mercato del lavoro, accesso limitato ai finanziamenti e agli appalti pubblici, scarsa capacità di innovazione e di accesso alle nuove tecnologie, sostegno insufficiente alle PMI nell'ambito delle politiche in materia di investimenti pubblici, economia sommersa e frodi, e la posizione privilegiata delle multinazionali;

3.  ritiene che affrontare i problemi strutturali sopra citati comporterebbe, tra l'altro, una concorrenza più leale e l'estensione del contributo sociale e della base imponibile a un numero maggiore di operatori economici, con conseguente possibilità per gli Stati membri di finanziare politiche favorevoli alla creazione di posti di lavoro in particolare nelle PMI, garantendo inoltre una concorrenza leale tra Stati e condizioni di mercato più eque;

4.  sottolinea la necessità di un quadro normativo che incoraggi gli investimenti che favoriscono sia una crescita sostenibile sia posti di lavoro di qualità;

5.  riconosce che, tra gli altri aspetti, il costo della manodopera in quanto fattore dell'attività imprenditoriale, ha effetti sul potenziale di creazione di posti di lavoro delle PMI e può influenzare la loro competitività; sottolinea, a tale riguardo, che la pressione fiscale dovrebbe essere trasferita dal lavoro ad altre fonti di imposizione meno nocive per l'occupazione e la crescita, garantendo al contempo un'adeguata previdenza sociale;

6.  sottolinea che occorre raggiungere un elevato livello di protezione dei lavoratori e che l'abbassamento del costo della manodopera ottenuto riducendo la tutela dei lavoratori non dovrebbe rappresentare un metodo per ridurre la disoccupazione; avverte inoltre che ridurre la retribuzione e i diritti dei lavoratori potrebbe indurre maggiori deflussi di competenze e mettere a repentaglio la sicurezza del lavoro, esponendo le PMI a carenze di lavoratori qualificati, creando al contempo precarietà in Europa; considera che un aumento della flessibilità del mercato del lavoro non dovrebbe comportare una riduzione della protezione dei lavoratori, in quanto non rafforza il potenziale di creazione di posti di lavoro delle PMI;

7.  ritiene che l'inutile accademizzazione di determinate professioni non contribuisca a risolvere il problema della scarsità di personale qualificato nelle PMI; è d'avviso che l'istruzione e la formazione professionale, in particolare i sistemi duali gestiti in collaborazione con le PMI, dovrebbero ricevere un maggiore sostegno pubblico; sottolinea che i sistemi d'istruzione e formazione professionale duali sono uno strumento importante per ridurre la disoccupazione giovanile e invita a sostenere le PMI che formano giovani lavoratori qualificati dando un contributo significativo all'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro e nella società; precisa che un sistema di formazione duale adottato in uno Stato membro non può essere semplicemente replicato in un altro Stato membro;

8.  invita gli Stati membri a favorire lo sviluppo di una forte cultura imprenditoriale, integrando le competenze correlate nell'insegnamento e nella formazione;

9.  ritiene che i sistemi di apprendistato all'interno delle PMI dovrebbero essere promossi dagli Stati membri, anche attraverso incentivi fiscali e finanziari e tramite quadri di qualità, che prevedano un'adeguata tutela della salute e della sicurezza; ricorda che le PMI hanno esigenze di competenze molto specifiche; sottolinea che, a tale proposito, è necessario incoraggiare anche i programmi di formazione duale e la combinazione di istruzione e opportunità di tirocinio, poiché svolgono un ruolo economico e sociale fondamentale in quanto strumenti di promozione di pari opportunità per tutti i cittadini;

10.  esorta gli Stati membri a creare forme di cooperazione che coinvolgano tutti i livelli di governo, il tessuto imprenditoriale (comprese le imprese legate all'economia sociale), i sindacati, gli istituti di istruzione e altre parti interessate, in prospettiva dell'adattamento dei loro sistemi di istruzione e formazione al fine di combattere il disallineamento tra le competenze/qualifiche e le esigenze del mercato del lavoro, in particolare quelle delle PMI; invita a incoraggiare le attività di formazione più informali, incluse la formazione sul posto di lavoro e la condivisione di conoscenze tra i membri del personale;

11.  sottolinea il ruolo chiave svolto dalle imprese, incluse le PMI e le microimprese, nella collaborazione con i responsabili politici e con le parti sociali volta a trasformare i sistemi educativi e i programmi di formazione professionale in Europa per quanto riguarda i metodi didattici e la struttura del piano di studi al fine di prestare maggiore attenzione allo sviluppo delle competenze lavorative per il XXI secolo, in particolare in termini di competenze informatiche, pensiero critico, risoluzione di problemi e lavoro di squadra; sottolinea, a tale proposito, l'importanza di esperienze pratiche e concrete;

12.  sottolinea l'importanza di colmare il deficit di competenze con cui si misurano le PMI innovative; ritiene che la Commissione debba porre l'accento sulla facilitazione della formazione e dell'istruzione pertinenti, in grado di contribuire a colmare il deficit di competenze in materia di TIC, che sono essenziali per le PMI innovative;

13.  ritiene che, ai fini dell'incontro fra domanda e offerta di lavoro, gli Stati membri debbano porre in essere riforme dei sistemi scolastici che tengano conto del mutato contesto sociale, avendo riguardo all'importanza dell'insegnamento e dell'apprendimento di una o più lingue e delle innovazioni tecnologiche;

14.  invita gli Stati membri a offrire agli insegnanti una formazione appropriata e ad assicurare loro un aggiornamento professionale continuo al fine di promuovere metodi didattici aggiornati e lo sviluppo delle capacità e delle competenze richieste dalla società del XXI secolo;

15.  invita ad adottare anche misure aggiuntive per l'integrazione della generazione degli ultracinquantenni nel mercato del lavoro, nelle imprese e nell'istruzione o nella formazione, allo scopo di evitare una disoccupazione a lungo termine e il rischio di esclusione sociale per tale categoria di lavoratori e per le loro famiglie;

16.  ritiene che le PMI svolgano un ruolo importante nelle creazione di posti di lavoro verdi; esorta a investire ulteriormente nella capacità delle PMI di trasformare le sfide ecologiche in opportunità commerciali;

17.  riconosce la crescente importanza del lavoro autonomo e delle microimprese, che svolgono un ruolo fondamentale nella promozione dell'innovazione e dell'imprenditorialità; esprime tuttavia preoccupazione per il crescente fenomeno del falso lavoro autonomo diffuso in tutta l'UE, che non dovrebbe essere considerato in termini positivi come un contributo al "crescente numero di micro-imprese", ma che, anzi, è foriero di precarietà dell'occupazione, di condizioni di lavoro sfavorevoli e di una previdenza sociale ridotta o inesistente, e mina l'immagine dell'imprenditorialità, rendendo molte persone vulnerabili e creando in questo modo nuovi problemi sociali che devono essere affrontati;

18.  sottolinea che gli oneri amministrativi della regolamentazione a carico dei lavoratori autonomi e delle microimprese sono sproporzionatamente più elevati rispetto a quelli previsti per le imprese più grandi; ritiene, a tale proposito, che qualsiasi misura in materia di "lavoratori autonomi fittizi" debba essere mirata a un obiettivo preciso e non debba creare oneri amministrativi superflui per le persone fisiche;

19.  esprime preoccupazione per la precarietà delle condizioni di lavoro di un elevato numero di lavoratori autonomi e per l'aumento del loro livello di povertà; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere reti di collaborazione per le microimprese e le piccole imprese sotto forma di cooperative (ad esempio, sotto forma di cooperative di produttori individuali, cooperative di liberi professionisti, cooperative di PMI, cooperative di occupazione e attività), poiché tali reti rafforzano notevolmente la sostenibilità e il potenziale occupazionale delle unità che le costituiscono;

20.  prende atto del piano di investimenti per l'Europa, progettato per creare nuovi posti di lavoro e promuovere l'innovazione e la competitività, e auspica che il portale dei progetti di investimento europei, che costituisce una riserva trasparente di progetti in cui è possibile investire nell'UE, aiuti gli investitori a orientarsi verso le opportunità esistenti, a favore del finanziamento delle PMI e dello sviluppo di start-up in quanto modalità importante e sostenibile per ridurre il tasso di disoccupazione e promuovere l'occupazione di qualità a lungo termine; chiede, pertanto, che nel portale dei progetti di investimento europei siano incluse categorie diverse con soglie appropriate al fine di permettere alle PMI e alle start-up di beneficiare appieno di tale strumento;

21.  ricorda che l'UE si è impegnata a rafforzare la propria base industriale fissando l'obiettivo che la produzione industriale rappresenti almeno il 20 % del PIL europeo entro il 2020, obiettivo che dovrebbe essere aumentato al 30 % entro il 2030; ritiene che si tratti di un prerequisito essenziale per migliorare effettivamente la situazione dell'occupazione in Europa;

22.  mette in evidenza il ruolo di una regolamentazione lungimirante e di una facilitazione dei processi nel quadro dei rapidi sviluppi nel settore delle PMI ad alto contenuto di innovazione e di conoscenza, comprese le imprese dell'economia sociale e l'imprenditoria cooperativa, sottolineandone il ruolo nell'ambito della specializzazione intelligente, in considerazione dell'agenda urbana dell'UE e in vista del patto di Amsterdam e del ruolo delle strutture di collegamento e coordinamento come il partenariato europeo per l'innovazione;

23.  osserva che le PMI negli Stati che non dispongono di banche per gli investimenti pubblici possono essere svantaggiate rispetto a quelle situate in Stati con banche per gli investimenti di proprietà pubblica, dal momento che una valutazione di interesse pubblico non costituisce una priorità per gli istituti bancari privati;

24.  invita gli Stati membri a rafforzare la legislazione in materia di parità di accesso delle PMI agli appalti pubblici;

25.  invita gli Stati membri a promuovere la creazione e lo sviluppo di società cooperative, poiché l'esperienza ha dimostrato che esse resistono meglio alle crisi e sono meno soggette a perdite occupazionali rispetto all'impresa media, e creano posti di lavoro di qualità non delocalizzati; invita la BEI e la Commissione a mantenere informato il Parlamento circa le misure concrete finora adottate per potenziare l'accesso al finanziamento delle cooperative e delle imprese sociali;

26.  ritiene che le politiche nazionali e dell'UE non debbano concentrarsi solamente sulle PMI, sulle start-up e sulla creazione di nuovi posti di lavoro nelle PMI e invita la Commissione e gli Stati membri a continuare a sostenere il trasferimento delle imprese in quanto tale strumento permette di mantenere i posti di lavoro esistenti nelle PMI a rischio di chiusura; invita a promuovere i trasferimenti di imprese ai dipendenti organizzati in cooperativa, poiché questo tipo di trasferimento d'impresa ha dato buoni risultati;

27.  invita la Commissione a coinvolgere maggiormente le autorità degli Stati membri e regionali, le strutture di formazione e di istruzione di terzo livello, le associazioni della società civile, le imprese, i sindacati e le istituzioni finanziarie, al fine di promuovere e utilizzare appieno le fonti di finanziamento dell'UE (quali ad esempio EFSI, FSE, FESR, COSME, Orizzonte 2020 ed Erasmus+), offrendo così il proprio contributo al superamento delle difficoltà di accesso alle informazioni, alle consulenze e ai finanziamenti, che figurano tra i principali ostacoli alla crescita e al potenziale di creazione di occupazione delle PMI; sottolinea inoltre l'importanza dei programmi transfrontalieri di sostegno alle PMI nel quadro dell'iniziativa europea di ricerca EUREKA, al fine di facilitare la cooperazione tra PMI e istituti di ricerca; invita la Commissione e gli Stati membri a migliorare il coordinamento dei diversi strumenti di finanziamento per le PMI;

28.  sottolinea, a tale proposito, che ad oggi la formazione e l'informazione su queste opportunità è infinitesimale rispetto alle effettive necessità e alle molteplici opportunità che tali fondi possono rappresentare;

29.  invita la Commissione a creare campagne di promozione dinamiche ed efficaci presso i punti di contatto nazionali, rivolte esclusivamente alle PMI, per lo strumento "Corsia veloce per l'innovazione" ("Fast Track to Innovation") del programma Orizzonte 2020;

30.  invita le PMI (comprese le microimprese) e le autorità locali e regionali a sfruttare appieno le opportunità esistenti di combinare i Fondi strutturali e d'investimento europei (fondi SIE) e il FEIS, in considerazione del fatto che si tratta di due strumenti complementari; raccomanda di combinare i fondi SIE e il FEIS in piattaforme di investimento tematiche e multinazionali e invita la Commissione e il gruppo BEI a intensificare i loro sforzi per la creazione di tali piattaforme, al fine di promuovere i prodotti del gruppo BEI e migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti;

31.  sottolinea la necessità di incrementare gli investimenti nella ricerca, nell'innovazione, nella formazione qualificata e nello sviluppo onde stimolare il potenziale di crescita qualitativa e di creazione di occupazione delle PMI europee; evidenzia che 75 miliardi di EUR sono stati destinati al sostegno alle PMI nell'ambito dello Sportello delle PMI del FEIS; accoglie con favore il successo del finanziamento delle PMI a titolo del FEIS fra i progetti finora approvati;

32.  chiede alla Commissione, nell'ambito della revisione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020, di trovare il modo di compensare integralmente i tagli operati a favore del FEIS nella dotazione del programma Orizzonte 2020, vista la sua importanza in materia di sviluppo economico e di creazione di posti di lavoro, specialmente per le PMI;

33.  accoglie con favore la transizione verso l'utilizzo di strumenti finanziari per il sostegno delle PMI, ma ritiene che la concessione dei finanziamenti dovrebbe essere mantenuta laddove svolge un ruolo fondamentale e necessario per promuovere l'innovazione, lo sviluppo e la ricerca, indispensabili per creare occupazione e per il futuro successo economico dell'Europa;

34.  esorta gli Stati membri e la Commissione, nel quadro di un approccio globale al sostegno alle PMI, a compiere progressi significativi entro il 2017 verso l'ulteriore semplificazione dei finanziamenti dell'UE sul fronte dell'attuazione, della gestione e del monitoraggio/controllo dei progetti, in particolare introducendo una procedura di appalto pubblico elettronico uniforme per tutta l'UE, una coesione elettronica totale, un sistema di audit unico basato sul principio del rischio, la riduzione degli obblighi relativi ai dati e alle informazioni e l'eliminazione della sovraregolamentazione tramite un'ottimizzazione normativa su vasta scala; sottolinea, tuttavia, la necessità di assicurare il corretto equilibrio tra semplificazione, da un lato, e individuazione e prevenzione delle irregolarità, frodi incluse, dall'altro; chiede alla Commissione di presentare proposte di modifica legislativa dei regolamenti sulla politica di coesione in sede di riesame/revisione intermedia, allo scopo di facilitare l'accesso ai finanziamenti per le PMI e, in particolare, per le start-up che desiderano ampliarsi; ricorda che, secondo i calcoli della Commissione, si potrebbero risparmiare annualmente fino a 50 miliardi di EUR con l'appalto pubblico elettronico europeo, la trasparenza e la diminuzione dei costi amministrativi;

35.  invita la Commissione, prima di avviare un dibattito approfondito con il Parlamento sul futuro quadro finanziario e sulla politica di coesione per il periodo post-2020, a realizzare studi quantitativi pertinenti sull'impatto delle politiche e degli strumenti di sostegno alle PMI; ritiene che ciò consentirebbe di svolgere un lavoro preparatorio attraverso il monitoraggio dei risultati e una valutazione della loro efficacia rispetto ad altri interventi che non sono orientati alle imprese al di sotto di una determinata dimensione;

36.  sottolinea l'importanza dell'accesso agli strumenti di sostegno dell'UE in materia di finanziamento e ai servizi pubblici elettronici per le PMI situate nei centri urbani minori e nelle zone rurali, al fine di migliorare il loro potenziale occupazionale e di contribuire allo sviluppo economico nelle aree a rischio di spopolamento;

37.  invita le PMI a colmare, tra l'altro, il divario di genere nel mercato del lavoro in termini di occupazione e retribuzione, segnatamente fornendo e sostenendo strutture per l'infanzia, congedi per assistenza, orari di lavoro flessibili per coloro che prestano assistenza, nonché assicurando la parità di retribuzione a parità di lavoro tra lavoratrici e lavoratori;

38.  invita gli Stati membri ad assicurare la fornitura di infrastrutture locali per l'infanzia al fine di permettere ai genitori di accedere più facilmente alla forza lavoro;

39.  invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la formazione e l'insegnamento delle TIC (tecnologie dell'informazione e della comunicazione) e delle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) al fine di dotare sia la forza lavoro attuale che quella futura delle necessarie competenze informatiche; incoraggia la Commissione e gli Stati membri a sostenere programmi, come i corsi aperti online, che forniscano competenze informatiche ai giovani disoccupati e alla generazione dei lavoratori di oltre 50 anni e degli anziani attivi;

40.  sottolinea l'esigenza di stabilire incentivi mirati per le start-up, le PMI e le microimprese al fine di favorire la loro costituzione e gestione, nonché la necessità di facilitare l'assunzione di manodopera qualificata e la formazione dei dipendenti;

41.  ritiene che la mobilità europea nell'ambito dell'apprendistato e della formazione professionale vada ulteriormente rafforzata;

42.  incoraggia gli Stati membri, le amministrazioni regionali, gli istituti d'istruzione e le parti sociali a creare opportunità affinché i giovani possano acquisire competenze imprenditoriali e a valorizzare e riconoscere l'istruzione e le competenze informali; sottolinea inoltre l'importanza del tutoraggio per i giovani imprenditori e le PMI in fase iniziale al fine di migliorare i tassi di riuscita e di sostenibilità delle imprese;

43.  crede fermamente che il diploma di maestro artigiano debba essere mantenuto;

44.  accoglie con favore il programma "Erasmus per giovani imprenditori", che aiuta a dotare i giovani imprenditori delle conoscenze e delle competenze necessarie per avviare e/o gestire con successo un'impresa; ritiene che gli Stati membri e la Commissione dovrebbero impegnarsi ulteriormente per far conoscere meglio questo programma tra i gruppi destinatari, aiutando un maggior numero di giovani a sviluppare la propria impresa e ad avere successo;

45.  invita gli Stati membri ad adottare quadri legislativi favorevoli che promuovano e sostengano l'occupazione dei giovani in seno alle PMI o li incoraggino ad avviare una propria attività, grazie anche ad un maggiore accesso all'informazione e alla consulenza su misura, all'agevolazione dell'accesso ai crediti e alle possibilità di finanziamento e alla creazione di sportelli unici; ritiene che tali quadri debbano altresì prevedere la promozione di programmi di tirocinio per studenti cosicché possano vivere una prima esperienza concreta in una PMI beneficiando di una protezione sociale adeguata;

46.  osserva che sarebbe necessario adottare misure che facilitino la convalida delle esperienze di apprendimento informale e il riconoscimento delle qualifiche e dei diplomi in tutta Europa, inclusi i diplomi e i certificati online come quelli rilasciati dai corsi online aperti e di massa, al fine di permettere ai professionisti di contribuire con la loro conoscenza e le loro competenze in tutta Europa;

47.  accoglie con favore la proposta legislativa della Commissione in materia di insolvenza delle imprese, che prevede altresì procedure di ristrutturazione precoce e l'offerta di una "seconda possibilità", al fine di affrontare la paura del fallimento e garantire agli imprenditori una seconda opportunità;

48.  evidenzia la lunga tradizione europea in materia di responsabilità sociale delle imprese e il fatto che le imprese socialmente responsabili rappresentino tuttora un esempio; sottolinea che le PMI possono svolgere un ruolo importante nell'assicurare una crescita sostenibile in termini ambientali, sociali ed economici;

Quadro normativo favorevole e stabile

49.  sollecita gli Stati membri a evitare una regolamentazione eccessiva che limiti la competitività e il potenziale di creazione di posti di lavoro delle imprese; ritiene che rimuovere l'onere normativo e amministrativo superfluo, sviluppando contemporaneamente una regolamentazione solida e sostenibile, segnatamente grazie al ricorso sistematico al test delle PMI, e un'applicazione efficace in tutti gli Stati membri, costituisca il modo giusto per abbassare i costi per le PMI e aumentare il loro potenziale di creazione di posti di lavoro; insiste sul fatto che ciò non deve recare danno alla tutela dei lavoratori;

50.  è del parere che un quadro normativo favorevole e stabile, compresa la chiarezza intrinseca delle norme, sia una condizione preliminare essenziale per la creazione di occupazione sostenibile e di qualità nelle PMI; ritiene che tale certezza normativa debba comprendere, tra gli altri elementi, il diritto contrattuale e la regolamentazione fiscale e sociale, la protezione dei lavoratori, così come le normative fiscali, nonché la certezza del diritto e l'efficacia procedurale; ritiene che sia possibile raggiungere una maggiore stabilità normativa attraverso un coinvolgimento continuo delle parti sociali nel processo decisionale;

51.  invita la Commissione e gli Stati membri a tenere presente che se le PMI ritengono che i requisiti amministrativi siano eccessivi, occorre prevedere in modo sistematico misure volte a ridurre al minimo tali oneri e ostacoli, pur garantendo un'adeguata tutela dei lavoratori in termini di salute e sicurezza; sottolinea a tale riguardo che ostacoli specifici necessitano di soluzioni personalizzate, tenendo conto della grande varietà di PMI;

52.  sottolinea l'importanza di una pubblica amministrazione all'interno degli Stati membri favorevole alle PMI, efficace, flessibile e reattiva, al fine di promuovere i valori imprenditoriali, facilitare la crescita delle PMI e consentire loro di raggiungere il loro pieno potenziale di creazione di posti di lavoro di alta qualità;

53.  invita la Commissione a facilitare uno scambio efficiente di migliori prassi tra gli Stati membri per quanto riguarda i loro differenti contesti normativi per le PMI; accoglie con favore a questo proposito la rete dei rappresentanti delle PMI, il cui ruolo è di migliorare il processo di consultazione con le PMI nazionali e la cooperazione tra i paesi dell'UE; incoraggia inoltre una cooperazione tra le PMI, le autorità locali e il settore dell'istruzione, che può essere vantaggiosa per la creazione di raggruppamenti e di incubatori di imprese e quindi aumentare il loro potenziale di creazione di posti di lavoro; incoraggia le PMI a aderire a organizzazioni rappresentative al fine di far sentire la propria voce a livello nazionale ed europeo, come avviene per la maggior parte delle multinazionali; incoraggia altresì le associazioni delle PMI a sostenere maggiormente le PMI e a svolgere un ruolo più incisivo in qualità di parti sociali affidabili;

54.  invita gli Stati membri a rivedere le norme che interessano le PMI e ad applicare pienamente il principio del "Pensare anzitutto in piccolo", al fine di rimuovere gli ostacoli immotivati cui le PMI devono fare fronte e conseguire la certezza normativa e fiscale quale condizione preliminare per la stabilità e la qualità dei posti di lavoro;

55.  sottolinea l'importanza di soddisfare la condizionalità ex-ante relativa allo Small Business Act, con l'obiettivo di migliorare il contesto e le procedure amministrative per lo sviluppo delle imprese e l'imprenditorialità nonché l'utilizzo delle opportunità di finanziamento per le PMI;

56.  ritiene che sia necessario porre rimedio alla sperequazione fisiologica fra le PMI e le multinazionali per consentire alle PMI di impiegare risorse aggiuntive e creare, insieme agli investimenti pubblici, posti di lavoro di qualità;

57.  invita gli Stati membri a incentivare mediante sgravi fiscali la crescita e lo sviluppo dei settori degli investitori informali, dei fondi a favore del capitale di avviamento e degli operatori di mercato in fase di avviamento;

58.  richiama l'attenzione sulle disparità e gli squilibri regionali in termini di accesso delle PMI ai finanziamenti provenienti dalle banche di promozione nazionali, dai programmi finanziati dall'UE e da altri organismi di finanziamento privati e pubblici; chiede che sia stabilita una parità di condizioni per tutte le PMI – con un'attenzione particolare alle regioni meno sviluppate, più povere e più periferiche e a quelle interessate da gravi problemi di spopolamento e/o di dispersione, come pure ai paesi sottoposti a vincoli finanziari ed economici – per quanto concerne l'accesso ai finanziamenti provenienti dagli strumenti finanziari sostenuti dall'UE, ricorrendo al contempo a intermediari;

59.  ritiene che solo facilitando l'accesso al finanziamento attraverso il fattore di correzione per le PMI si possa creare una situazione finanziaria stabile per le PMI che consenta la crescita e quindi salvaguardi i posti di lavoro;

60.  sottolinea che il microcredito, principalmente destinato a microimprenditori e a persone in posizione svantaggiata che desiderino intraprendere un'attività di lavoro autonomo, rappresenta un modo per superare gli ostacoli che impediscono l'accesso ai servizi bancari tradizionali; si dichiara favorevole a iniziative intelligenti di semplificazione volte ad accrescere l'efficacia della valutazione dei progetti che necessitano di microcrediti; sarebbe inoltre favorevole a misure di responsabilità destinate a intermediari finanziari che non aumentino il carico o i costi in modo irragionevole;

61.  richiama l'attenzione sui rischi di insolvenza e fallimento delle PMI che subiscono ritardi di pagamento; invita la Commissione e gli Stati membri a migliorare l'attuazione della direttiva sui ritardi di pagamento; invita, inoltre, gli Stati membri a tenere in considerazione meccanismi finanziari adeguati, quali le garanzie bancarie;

62.  invita la Commissione a istituire un quadro normativo europeo al fine di agevolare la creazione di mercati paneuropei di finanziamento e investimento collettivi;

63.  invita la Commissione ad agevolare la cartolarizzazione dei prestiti alle microimprese e alle PMI al fine di aumentarne il credito disponibile;

64.  invita la Commissione e gli Stati membri a migliorare il quadro normativo delle imprese sociali;

65.  riconosce l'importanza di tenere conto della situazione, delle esigenze specifiche e delle difficoltà in relazione alla conformità delle microimprese e delle piccole imprese nell'attuazione delle misure in materia di SSL a livello aziendale; evidenzia che le attività di sensibilizzazione, lo scambio di buone prassi, la consultazione, le guide di facile uso e le piattaforme online sono estremamente importanti per aiutare le PMI e le microimprese a rispettare in maniera più efficace i requisiti normativi in materia di SSL; invita la Commissione, l'agenzia EU-OSHA e gli Stati membri a continuare a mettere a punto strumenti pratici e linee guida che favoriscano, agevolino e migliorino il rispetto, da parte delle PMI e delle microimprese, degli obblighi in materia di salute e sicurezza sul lavoro;

66.  accoglie con favore l'introduzione negli Stati membri dello strumento interattivo online per la valutazione dei rischi (OiRA) dell'EU-OSHA, nonché gli altri strumenti elettronici che agevolano la valutazione dei rischi e mirano a promuovere la conformità e una cultura della prevenzione, in particolare nelle microimprese e nelle piccole imprese; esorta gli Stati membri a ricorrere a finanziamenti europei per le azioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro a livello generale e per lo sviluppo di strumenti elettronici volti, nello specifico, a sostenere le PMI;

67.  invita la Commissione, in fase di revisione del quadro strategico, a continuare a tenere presenti la natura e la situazione specifica delle PMI e delle microimprese, onde aiutarle a soddisfare gli obiettivi fissati in materia di salute e sicurezza sul lavoro;

68.  invita la Commissione ad adottare, se del caso e nel quadro delle raccomandazioni specifiche per paese del Semestre europeo, un approccio differenziato per migliorare l'ambiente per le PMI, tenendo conto delle circostanze specifiche del paese e delle peculiari differenze strutturali delle regioni dell'UE al fine di promuovere una maggiore coesione economica, sociale e territoriale; invita inoltre la Commissione a concentrare la propria attenzione sulle PMI, e in particolare le microimprese;

69.  osserva che l'obiettivo tematico 3 –"Migliorare la competitività delle PMI" – ha portato gli Stati membri a porre l'accento sul miglioramento del potenziale di crescita e di creazione di posti di lavoro delle PMI nei programmi operativi; evidenzia che né future crisi impreviste a livello di UE né iniziative importanti dovrebbero comportare una diminuzione degli impegni o dei pagamenti relativi all'obiettivo tematico 3 e degli strumenti pertinenti previsti dalla rubrica 1b del bilancio generale dell'UE; riconosce che le PMI hanno una dotazione insufficiente di capitale proprio e sottolinea pertanto che sarebbe opportuno ridurre al minimo i ritardi nei pagamenti delle fatture inerenti alla politica di coesione al fine di ridurre i rischi di insolvenza; esorta, di conseguenza, la Commissione e gli Stati membri a migliorare ulteriormente la rapidità dei pagamenti alle PMI;

70.  osserva che sia la relazione annuale sulle PMI europee 2014/2015 sia l'analisi annuale della crescita 2016 rivelano divergenze regionali nel contesto delle PMI e altre disparità che necessiterebbero di un'efficace risposta da parte degli Stati membri prima della conclusione del periodo di programmazione, unitamente a sforzi volti a portare avanti l'internazionalizzazione delle PMI attraverso la rimozione degli ostacoli non tariffari;

71.  invita gli Stati membri che attuano un decentramento limitato della gestione dei finanziamenti dell'UE a spostare verso le autorità locali la capacità amministrativa, in termini di sistemi di assistenza tecnica e di supporto locale e regionale per le PMI e le microimprese, compreso il rafforzamento dell'accesso ai finanziamenti e delle soluzioni di informazione, in quanto ciò permetterà di ottenere risultati e tassi di assorbimento più equilibrati a livello regionale, in particolare nelle regioni meno sviluppate.

72.  sottolinea la necessità di affiancare agli incubatori di impresa anche gli sviluppatori di impresa così da rendere le start-up uno strumento importante per la creazione di posti di lavoro duraturi e per mantenere il potenziale all'interno delle aziende scoraggiando "la vendita di un'idea importante" per puro profitto;

73.  evidenzia la necessità di facilitare l'accesso al mercato unico rimuovendo le barriere amministrative ingiustificate ancora esistenti e lottando contro la concorrenza sleale, le distorsioni del mercato, il falso lavoro autonomo e le società di comodo; invita gli Stati membri a garantire alle PMI condizioni eque di accesso ai loro mercati nazionali, in particolare nella fornitura di servizi transfrontalieri; plaude, a tale proposito, alla speciale attenzione prestata alle PMI nell'ambito della strategia per il mercato unico del 2015 ed esorta la Commissione e gli Stati membri a portare avanti le iniziative positive adottando misure specifiche e concrete per le PMI;

74.  invita gli Stati membri ad adottare quadri legislativi favorevoli alla costituzione di imprese, come metodo per affrontare il problema dell'economia sommersa, che colpisce in particolare le PMI, e ad avvalersi appieno della nuova piattaforma al fine di contrastare il lavoro non dichiarato; riconosce che la recessione e le misure attuate in molti Stati membri hanno contribuito alla crescita dell'economia sommersa;

75.  è fermamente convinto dell'impossibilità di integrare i rifugiati nel mercato del lavoro senza un sostegno attivo e su vasta scala da parte delle microimprese e delle piccole e medie imprese dell'UE;

76.  sottolinea che una formazione linguistica esaustiva dei rifugiati è della massima importanza; mette in rilievo che questa dovrebbe iniziare quanto prima e che le competenze linguistiche professionali sono essenziali per l'integrazione nelle imprese;

77.  segnala che sono necessari ulteriori sforzi e incentivi al fine di incoraggiare e facilitare la creazione di PMI, e segnatamente di imprese sociali e microimprese, da parte di persone provenienti da gruppi vulnerabili, nonché di lottare contro le discriminazioni in questo ambito; sottolinea che lo sviluppo delle competenze e la consulenza lungo tutto l'arco della vita rappresentano strumenti importanti per garantire le pari opportunità; ritiene che le autorità competenti degli Stati membri debbano offrire alle PMI servizi di assistenza e collocamento per l'integrazione dei gruppi vulnerabili nel mercato del lavoro;

78.  chiede che le microimprese e le PMI non siano in alcun modo obbligate a fornire informazioni non finanziarie sul loro impegno sociale volontario; sottolinea che tale divulgazione può generare costi burocratici sproporzionati che potrebbero compromettere l'impegno sociale delle imprese, anziché promuoverlo;

79.  segnala di aver chiarito inequivocabilmente, nella sua risoluzione del 6 febbraio 2013(13) sulla responsabilità sociale delle imprese (RSI), che, in una società libera, nessuna iniziativa benefica può essere resa obbligatoria in nome della RSI; è fermamente convinto che, se la RSI dovesse diventare obbligatoria, le persone sarebbero meno propense a sostenere le opere caritatevoli;

80.  sottolinea che il settore del lavoro temporaneo deve essere considerato in modo differenziato e come particolarmente importante per le PMI;

Parità di condizioni

81.  osserva che, in alcuni casi, la politica di concorrenza dell'UE potrebbe condurre a vantaggi principalmente a beneficio dei grandi operatori del mercato caratterizzati da economie di scala maggiori rispetto alle PMI; sottolinea a questo proposito che le norme dell'UE in materia di concorrenza devono garantire pari condizioni per le piccole, medie e grandi imprese onde supplire alla carenza di economie di scala delle PMI, consentendo in tal modo la loro internazionalizzazione e dando impulso al loro potenziale di creazione di posti di lavoro, in particolare nell'ambito di nuovi accordi commerciali internazionali;

82.  fa appello agli Stati membri affinché gli organismi pubblici limitino la fornitura di servizi innanzitutto al proprio ambito di competenza, in modo da evitare una distorsione della concorrenza nei confronti delle PMI a causa del loro statuto fiscale speciale;

83.  precisa che, attraverso l'Europa, le PMI sono caratterizzate da diversi modelli di impresa e da differenti forme giuridiche e che sarebbe opportuno garantire condizioni di parità per tutte le PMI, inclusi gli operatori dell'economia sociale;

84.  ritiene che la disparità di accesso ai mercati, alle informazioni, ai servizi di consulenza, ai servizi pubblici, alle competenze e ai finanziamenti delle PMI in tutto il territorio dell'UE, oltre ad essere dannosa per le loro prospettive di creazione di posti di lavoro, sia il risultato di una serie di differenze strutturali in termini di dimensioni e prestazioni aziendali; ritiene, quindi, che tali differenze debbano essere prese in considerazione in fase di valutazione della politica di concorrenza dell'UE e del funzionamento del mercato interno;

85.  ritiene che, se una PMI è considerata un datore di lavoro ambito grazie alle buone condizioni di lavoro e di occupazione che offre, potrà assicurarsi un notevole vantaggio competitivo per quanto riguarda l'assunzione di personale qualificato;

86.  ritiene che la normativa tuteli l'interesse generale e miri a raggiungere diversi obiettivi come l'instaurazione di un mercato equo e concorrenziale, la tutela dei lavoratori, la protezione della salute e della sicurezza, la promozione dell'innovazione, la salvaguardia dell'ambiente naturale; sottolinea pertanto la necessità di disporre di un quadro normativo chiaro ed efficace che non comporti oneri burocratici inutili per le PMI che lo devono applicare;

87.  osserva che, nelle regioni in cui lo sviluppo economico si concentra sulla capacità di attrarre investimenti esteri diretti (IED), alle multinazionali potrebbero essere riservati in alcuni casi trattamenti preferenziali sul piano legislativo; ritiene che dovrebbero essere altresì esaminati i trattamenti preferenziali riservati alle multinazionali al fine di ridurre il loro potenziale impatto negativo sulle PMI, garantendo la parità di condizioni per queste ultime e il potenziamento della loro capacità di creazione di posti di lavoro; riconosce inoltre che molte PMI vengono create per sostenere le multinazionali e i loro dipendenti attraverso la fornitura di prodotti e servizi della catena di approvvigionamento; sottolinea la necessità di monitorare da vicino il rispetto dei diritti dei lavoratori in tali casi e accoglie positivamente anche la decisione dell'OCSE di promuovere la trasparenza nel sistema fiscale internazionale e invita ad attuare in modo rapido le misure in materia di erosione della base imponibile e trasferimento degli utili;

88.  invita gli Stati membri ad adottare il principio della tassazione del reddito nel luogo in cui viene generato e altre misure volte a contrastare le pratiche di trasferimento degli utili delle multinazionali al fine di garantire parità di condizioni per le PMI e, di conseguenza, assicurare il loro potenziale di creazione di posti di lavoro;

89.  osserva che un quadro normativo migliorato e un'efficace applicazione della legislazione possono contribuire ad affrontare la questione dell'economia sommersa e dell'evasione fiscale;

90.  è del parere che gli accordi commerciali con i paesi terzi dovrebbero tenere conto delle differenze strutturali specifiche delle regioni dell'UE nel settore delle PMI in tutta l'Unione e dovrebbero valutare il loro l'impatto sulle future prospettive occupazionali nonché sui diritti dei lavoratori e sulla retribuzione dei dipendenti delle PMI;

91.  invita la Commissione a effettuare una valutazione d'impatto per quanto riguarda le implicazioni dell'accordo di partenariato trans-atlantico su commercio e investimenti (TTIP) proposto e della concessione alla Cina dello status di economia di mercato, in termini di quantità e qualità dei posti di lavoro nel settore delle PMI in tutti gli Stati membri; sottolinea che tale valutazione d'impatto dovrebbe includere un'analisi dettagliata delle categorie di PMI e dei settori che potrebbero essere influenzati;

92.  prende atto delle opportunità del mercato unico digitale; sottolinea tuttavia la necessità di una valutazione delle prospettive, dei benefici e delle sfide per le PMI in termini di crescita e potenziale di creazione di posti di lavoro nei diversi Stati membri, nonché dell'impatto sui lavoratori e sui sistemi di sicurezza sociale; raccomanda alla Commissione di creare le condizioni necessarie per una trasposizione graduale e l'adattamento delle PMI al mercato unico digitale;

93.  ritiene che la promozione della digitalizzazione nel settore pubblico (e-government) e una maggiore disponibilità della banda larga nelle zone isolate ridurrebbero i costi di avviamento e di gestione delle PMI, con un conseguente ulteriore aumento del loro potenziale di creazione di posti di lavoro;

94.  incoraggia le PMI a promuovere il telelavoro e lo smart working, strumenti efficaci per contrastare i costi materiali delle aziende e consentire nel contempo ai lavoratori di conciliare al meglio la vita professionale e familiare;

95.  accoglie con favore la presenza di portali d'informazione specificamente rivolti alle PMI, come ad esempio il portale "Finanziamenti" disponibile sul sito "La tua Europa", e invita la Commissione a migliorarne ulteriormente la funzionalità e l'accessibilità e a trasformarli in strumenti più interattivi; sottolinea, in particolare, l'importanza di organizzare in modo efficace il nuovo sportello digitale unico che, come annunciato nella strategia per il mercato unico, costituirà un punto di accesso online per il reperimento di tutti i servizi e le informazioni riguardanti il mercato unico;

o
o   o

96.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU C 332 E del 15.11.2013, pag. 81.
(2) GU C 24 del 22.1.2016, pag. 2.
(3) Testi approvati, P7_TA(2014)0394.
(4) Testi approvati, P7_TA(2014)0459.
(5) Testi approvati, P8_TA(2015)0321.
(6) Testi approvati, P8_TA(2015)0264.
(7) GU C 68 E del 7.3.2014, pag. 40.
(8) Annual Report on European SMEs 2014/2015 (Relazione annuale 2014/215 sulle PMI europee) (http://ec.europa.eu/growth/smes/business-friendly-environment/performance-review/index_en.htm)
(9) Dati di febbraio 2016 (http://ec.europa.eu/eurostat/documents/2995521/7225076/3-04042016-BP-EN.pdf/e04dadf1-8c8b-4d9b-af51-bfc2d5ab8c4a).
(10) Relazione di Eurofound del 2011 dal titolo "Rappresentanza dei lavoratori a livello di stabilimento in Europa".
(11) Pubblicazione del CECOP del 2013 dal titolo "Business Transfers to Employees under the Form of a Cooperative in Europe" (Trasferimenti di imprese ai dipendenti organizzati in forma cooperativa in Europa).
(12) Testi approvati, P8_TA(2015)0264.
(13) GU C 24 del 22.1.2016, pag.33.

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