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Procedura : 2016/2891(RSP)
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RC-B8-1051/2016

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PV 05/10/2016 - 8.6
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P8_TA(2016)0377

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Mercoledì 5 ottobre 2016 - Strasburgo
Necessità di una politica europea di reindustrializzazione alla luce dei recenti casi di Caterpillar e Alstom
P8_TA(2016)0377RC-B8-1051/2016

Risoluzione del Parlamento europeo del 5 ottobre 2016 sulla necessità di una politica europea di reindustrializzazione alla luce dei recenti casi di Caterpillar e Alstom (2016/2891(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare gli articoli 9, 151, 152, l'articolo 153, paragrafi 1 e 2, e l'articolo 173,

–  visti gli articoli 14, 27 e 30 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  vista la direttiva 98/59/CE del Consiglio, del 20 luglio 1998, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di licenziamenti collettivi(1),

–  visti il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) e il trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare l'articolo 5, paragrafo 3, TUE e il protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità,

–  visti la comunicazione della Commissione del 31 marzo 2005 "Ristrutturazioni e occupazione – Anticipare e accompagnare le ristrutturazioni per ampliare l'occupazione: il ruolo dell'Unione europea" (COM(2005)0120) e il parere del Comitato economico e sociale europeo del 14 dicembre 2005,

–  vista la comunicazione della Commissione del 23 novembre 2010 dal titolo "Un'agenda per nuove competenze e l'occupazione: un contributo europeo verso la piena occupazione" (COM(2010)0682),

–  visto il regolamento (UE) n. 1309/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (2014-2020) e che abroga il regolamento (CE) n. 1927/2006(2),

–  vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2013 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti l'informazione e la consultazione dei lavoratori, l'anticipazione e la gestione delle ristrutturazioni(3),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 13 dicembre 2013, relativa a un quadro UE per la qualità nell'anticipazione dei cambiamenti e delle ristrutturazioni (COM(2013)0882),

–  vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2014 sulla reindustrializzazione dell'Europa per promuovere la competitività e la sostenibilità(4),

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 18 aprile 2012 dal titolo "Sfruttare il potenziale di occupazione offerto dall'economia verde" (SWD(2012)0092),

–  vista la comunicazione della Commissione del 22 gennaio 2014 dal titolo "Per una rinascita industriale europea" (COM(2014)0014),

–  vista la comunicazione della Commissione del 14 ottobre 2015 dal titolo "Commercio per tutti – Verso una politica commerciale e di investimento più responsabile" (COM(2015)0497),

–  visti la comunicazione della Commissione del 10 ottobre 2012 dal titolo "Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica" (COM(2012)0582) e l'obiettivo di reindustrializzazione del 20%,

–  vista la sua risoluzione del 16 dicembre 2015 sullo sviluppo di un'industria europea sostenibile dei metalli comuni(5),

–  vista la sua risoluzione del 9 giugno 2016 sulla competitività dell'industria ferroviaria europea(6),

–  visto l'articolo 123, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.  considerando che esiste ormai un'assoluta necessità di coerenza tra le diverse politiche dell'UE per definire una vera e propria politica industriale, in particolare alla luce dei casi Caterpillar e Alstom;

B.  considerando che il 2 settembre 2016 Caterpillar Holding ha annunciato un vasto piano di ristrutturazione su scala mondiale; che nell'ambito di tale piano il sito di Gosselies è stato costretto a chiudere i battenti, con il conseguente licenziamento di 2 500 lavoratori diretti e la messa a rischio di circa 4 000 posti di lavoro dell'indotto;

C.  considerando che la riduzione dei costi di produzione tra il 2013 e il 2015 ha reso i prodotti dello stabilimento di Gossielies più attraenti di quelli provenienti dai paesi terzi; che Caterpillar ha comunque deciso di procedere alla chiusura dello stabilimento e di spostare la produzione in stabilimenti con norme di tutela sociale e ambientale inferiori a quelle applicabili alle imprese europee;

D.  considerando che, date l'importanza e la dimensione europea del caso, la Commissione ha deciso di istituire una task force che raggruppi i servizi competenti affinché funga da interlocutore nel processo di chiusura di Caterpillar;

E.  considerando che i due stabilimenti in oggetto non sono gli unici interessati dalla ristrutturazione e che sono previsti ulteriori licenziamenti presso altri stabilimenti Alstom in Spagna e in Italia, come pure presso lo stabilimento Caterpillar in Irlanda del Nord;

F.  considerando che l'industria ferroviaria è la struttura portante dell'industrializzazione europea, con oltre 175 anni di storia; che il tasso di crescita annuo dei mercati dell'industria ferroviaria accessibili dovrebbe attestarsi sul 2,8 % fino al 2019; che l'industria ferroviaria europea dà lavoro direttamente a 400 000 persone nell'Unione, molte delle quali lavorano in PMI; che un'industria ferroviaria europea forte e innovativa è essenziale per il passaggio al trasporto su rotaia, che è necessario per conseguire gli obiettivi climatici ed energetici dell'Unione;

G.  considerando che l'industria manifatturiera rappresenta il 65% della spesa delle aziende per il settore R&S e che il rafforzamento della nostra base industriale è pertanto indispensabile per mantenere competenze e know-how nell'Unione; che per la realizzazione dello sviluppo digitale, una delle priorità del piano Juncker, occorre una solida base industriale;

H.  considerando che l'industria europea come quella rappresentata da Alstom e Caterpillar presenta un elevato valore aggiunto, con competenze riconosciute; che attualmente questo settore fondamentale e strategico per l'Unione si trova ad affrontare un'agguerrita concorrenza mondiale da parte di paesi che esportano prodotti più economici sul mercato europeo mediante una politica aggressiva e in rapida espansione su tutti i continenti, spesso beneficiando del sostegno politico e finanziario dei loro governi;

I.  considerando che, alla luce del recente caso Alstom, la Commissione intende condurre uno studio prospettivo della durata di 15 anni (2030) sull'evoluzione del settore ferroviario in Europa, che comprenda diversi scenari relativamente agli obiettivi ambientali degli Stati membri dell'UE, unitamente a uno studio sull'incidenza dei diversi scenari in termini di posti di lavoro, professioni e competenze; che la Commissione deve dar seguito in tempi brevi alle raccomandazioni formulate nella risoluzione del Parlamento sull'industria ferroviaria dell'Unione per garantire posti di lavoro sicuri e sostenibili e una crescita inclusiva; che l'eventuale seguito dovrebbe essere agevolato da un dialogo costante con le parti interessate e includere tutti i capitoli della risoluzione;

J.  considerando che la Commissione si era impegnata a presentare nel 2013 una relazione completa sull'applicazione del quadro di qualità; ricordando, in tale contesto, la richiesta rivolta alla Commissione di presentare, previa consultazione delle parti sociali interessate, una proposta di atto normativo sull'informazione e la consultazione dei lavoratori, l'anticipazione e la gestione delle ristrutturazioni;

K.  considerando che le imprese europee devono mantenersi competitive e preservare la propria capacità di investire in Europa e che si trovano confrontate altresì a sfide sociali e ambientali che devono affrontare, restando nel contempo un riferimento mondiale in materia di responsabilità sociale e ambientale;

L.  considerando che alcune imprese hanno perseguito strategie incentrate unicamente sui rendimenti finanziari a breve termine, che tendono a ripercuotersi negativamente sull'innovazione, sugli investimenti in R&S, sull'occupazione e sull'aggiornamento delle competenze;

M.  considerando che una politica dell'innovazione ambiziosa, che favorisca la fabbricazione di prodotti di alta qualità, innovativi ed efficienti sotto il profilo energetico, e che promuova processi sostenibili consentirà all'Unione di contare sulle proprie forze in un contesto mondiale sempre più competitivo;

N.  considerando che il commercio delle macchine da costruzione nell'Unione ha subito negli ultimi anni forti perturbazioni legate al calo degli investimenti pubblici e privati, ma anche a causa dell'aumento dei costi di produzione imputabile al rincaro delle materie prime;

O.  considerando che il commercio equo e solidale di prodotti industriali deve rispettare i diritti dei lavoratori e le norme ambientali; che gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica rappresentano un importante motore per gli investimenti nei prodotti industriali, in grado di creare circoli virtuosi; che l'innovazione e gli investimenti in R&S, occupazione e aggiornamento delle competenze sono elementi essenziali per una crescita sostenibile;

P.  considerando che è stato dimostrato che l'innovazione della produzione ha ricadute positive sulla crescita dell'occupazione in tutte le fasi del ciclo economico-industriale; che la partecipazione dei lavoratori alle misure di innovazione e alla definizione di strategie può nettamente migliorare il successo economico;

Q.  considerando che il comparto più avanzato e sostenibile del settore siderurgico, che realizza prodotti tecnologici di alto valore, rispetta la salute dei lavoratori e delle popolazioni circostanti, garantisce norme ambientali rigorose e svolge un ruolo importante nella strategia industriale europea;

R.  considerando che la perdita del know-how e delle competenze dei lavoratori evidenzia la necessità che l'Europa conservi la capacità industriale necessaria per soddisfare il proprio fabbisogno, senza dipendere da produttori di paesi terzi;

1.  esprime piena solidarietà e sostegno a tutti i dipendenti di Caterpillar e Alstom e alle loro famiglie, nonché ai lavoratori dell'indotto interessati, e deplora gli effetti deleteri di tali chiusure sull'economia e sulle collettività locali; chiede l'adozione di misure a sostegno di tali lavoratori e della loro economia locale e di aiutare le regioni interessate a far fronte a questa difficile situazione economica e sociale;

2.  è convinto che le imprese europee debbano essere considerate un valore strategico per la competitività e la sostenibilità dell'Unione; sottolinea che soltanto un'industria forte e resiliente nonché una politica industriale orientata al futuro permetteranno all'Unione di far fronte alle varie sfide che l'attendono, tra cui la sua reindustrializzazione, la sua transizione verso la sostenibilità e la creazione di un'occupazione di qualità; sottolinea che la Commissione e gli Stati membri devono prevedere meglio siffatte situazioni socioeconomiche e garantire la competitività del tessuto industriale europeo;

3.  ricorda che l'Europa è un'economia sociale di mercato che mira a conseguire una crescita economica sostenibile e inclusiva; deplora l'assenza di una reale politica industriale dell'Unione che tuteli anche i sui lavoratori; chiede pertanto alla Commissione di porre in essere una vera e propria strategia industriale europea a lungo termine in modo da conseguire l'obiettivo di garantire che il 20 % del prodotto interno lordo provenga dal settore industriale, come previsto dalla strategia Europa 2020;

4.  esorta gli Stati membri a garantire un'idonea protezione sociale e adeguate condizioni di lavoro, nonché una retribuzione che garantisca una vita dignitosa, e ciò o per via legislativa o mediante contratti collettivi, come pure ad assicurare una tutela efficace dal licenziamento senza giusta causa;

5.  ricorda che la crisi economica in Europa ha dimostrato che le industrie che investono di più nell'innovazione, nelle attività di R&S, nell'efficienza energetica, nell'economia circolare ecc., sono quelle che resistono meglio; sottolinea, in tale contesto, l'impatto negativo del calo degli investimenti pubblici e privati e della contrazione del consumo interno, i quali dovrebbero essere invece incoraggiati per stimolare la crescita;

6.  ritiene che qualsiasi politica di reindustrializzazione dell'UE debba annoverare tra i suoi elementi fondamentali la riduzione degli oneri amministrativi e dei costi di adempimento gravanti sulle imprese nonché l'abrogazione delle norme superflue, continuando nel contempo a garantire elevati livelli di protezione dei consumatori, dei lavoratori, della salute e dell'ambiente;

7.  chiede che tale politica industriale dell'UE si fondi su obiettivi e indicatori chiari – tra cui obiettivi ambiziosi in materia di efficienza energetica, risorse e clima – e su un approccio basato sul ciclo di vita e sull'economia circolare; sottolinea che essa dovrebbe includere una combinazione intelligente di misure relative all'offerta e alla domanda intese a rilocalizzare l'economia nell'UE e a renderla più resiliente e meno dipendente dalle risorse; sottolinea che essa dovrebbe orientare gli investimenti verso la creatività, le competenze, l'innovazione e le tecnologie sostenibili e promuovere la modernizzazione della base industriale europea attraverso una politica attenta alla catena del valore che includa le industrie di base e i loro attori regionali e locali; ritiene che un tale approccio potrebbe apportare benefici in termini di efficienza dei costi all'industria europea e all'economia europea nel suo complesso;

8.  sottolinea che molti anni di interventi a sostegno delle banche e dei mercati mobiliari dell'UE non hanno avuto un impatto sui posti di lavoro né hanno migliorato le prospettive economiche; ritiene che l'intervento pubblico dovrebbe essere riorientato abbandonando l'eccessivo stimolo all'offerta per passare a politiche concertate volte a stimolare la domanda, anche attraverso misure fiscali e garanzie di aumenti salariali;

Politica commerciale: un elemento chiave per la parità di condizioni

9.  sottolinea che, sebbene numerosi settori dell'economia dell'UE siano in gran parte aperti ai concorrenti dei paesi terzi, tali paesi hanno introdotto diverse barriere che discriminano le imprese europee; sottolinea che i concorrenti dei paesi terzi, in particolar modo della Cina, stanno procedendo a un'espansione rapida e aggressiva in Europa e in altre regioni del mondo, spesso con un forte sostegno politico e finanziario da parte del loro paese d'origine; sottolinea che tali pratiche possono costituire una forma di concorrenza sleale e minacciare posti di lavoro in Europa; sottolinea che la Cina non soddisfa i cinque criteri stabiliti dall'UE per definire lo status di economia di mercato;

10.  esorta la Commissione a definire una politica commerciale dell'Unione che sia conforme ai suoi obiettivi industriali e che tenga conto della necessità di garantire l'occupazione industriale in Europa ed evitare nuove delocalizzazioni e un'ulteriore deindustrializzazione; invita la Commissione ad assicurare condizioni di parità per gli operatori di mercato europei ed extraeuropei, garantendo in tal modo una concorrenza leale per tutti;

11.  ricorda la necessità di trovare un rapido accordo sulla revisione delle norme relative agli strumenti di difesa commerciale, al fine di rafforzarli considerevolmente, migliorandone la reattività ed efficacia; chiede alla Commissione di tenere conto dei potenziali effetti sociali ed economici per la competitività delle imprese dell'Unione derivanti dal riconoscimento dello status di economie di mercato ai paesi con economia dirigistica o economia non di mercato;

12.  sottolinea la necessità di evitare che la politica commerciale dell'UE promuova pratiche anticoncorrenziali, tra cui il dumping ambientale e, in particolare, il dumping di prodotti a basso costo e di qualità scadente, che mettono a rischio le norme europee e colpiscono le industrie stabilite nell'UE; invita la Commissione a esaminare i meccanismi di adeguamento alle frontiere onde garantire condizioni di parità nell'elaborazione delle politiche per realizzare la strategia Europa 2020 e quale mezzo per evitare il dumping ambientale, lo sfruttamento dei lavoratori e la concorrenza sleale;

13.  invita la Commissione e gli Stati membri a realizzare studi sui negoziati commerciali, utilizzando un approccio regionale e settoriale, che dovrebbe anche migliorare la comprensione dell'incidenza sull'occupazione e le industrie europee;

14.  evidenzia la recente tendenza di imprese che riportano produzione e servizi in Europa e le opportunità che ne conseguono per la crescita e la creazione di posti di lavoro; invita la Commissione a valutare in che modo l'UE può creare un ambiente ospitale per aiutare le imprese a cogliere le opportunità offerte da questo "rimpatrio";

Politica della concorrenza: un elemento fondamentale per le imprese dell'UE

15.  chiede alla Commissione di sviluppare un quadro europeo aperto e competitivo per attrarre e mantenere gli investimenti privati, preservare le importanti catene del valore dell'UE e creare posti di lavoro di qualità, al fine di recare benefici tangibili per i cittadini dell'Unione;

16.  rileva altresì la necessità di adattare meglio le norme sugli aiuti di Stato affinché favoriscano l'innovazione e la sostenibilità e soddisfino gli obiettivi di promozione di un elevato livello di occupazione e delle politiche sociali, conformemente all'articolo 9 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

17.  sottolinea che l'industria europea è esposta alla concorrenza mondiale; esorta dunque vivamente la Commissione a prendere urgentemente il mercato mondiale come riferimento nella sua analisi all'atto di definire i mercati geografici, anziché limitare tale analisi ai mercati interni, consentendo in tal modo alle industrie europee di dar vita a partenariati R&S o ad alleanze strategiche; chiede, in questo contesto, che sia attuata una ristrutturazione delle grandi aziende manifatturiere europee per consentire l'emergere di operatori economici con sufficiente massa critica per far fronte alla concorrenza internazionale;

Appalti pubblici: uno strumento che necessita di miglioramenti

18.  chiede alla Commissione di migliorare l'attuazione della normativa UE in materia di appalti pubblici; ricorda che le norme UE consentono di respingere le offerte anormalmente basse o in cui il valore sia realizzato per oltre il 50% al di fuori dell'Unione europea;

19.  ritiene che gli appalti pubblici e l'etichettatura ecologica abbiano un ruolo da svolgere nella diffusione di prodotti, servizi e innovazioni sostenibili e a favore di una solida base industriale in Europa; chiede uno sforzo concertato da parte degli Stati membri e della Commissione per garantire che le amministrazioni aggiudicatrici basino le loro decisioni di appalto sul principio dell'offerta economicamente più vantaggiosa;

Migliorare l'uso dei fondi UE, delle attività di R&S e dell'innovazione: promuovere una nuova politica industriale

20.  invita la Commissione a sviluppare, di concerto con gli Stati membri, una strategia dell'Unione per una politica industriale coerente e globale finalizzata alla reindustrializzazione dell'Europa, anche sulla base della digitalizzazione (in particolare l'integrazione delle tecnologie intelligenti e della robotica in catene di valore industriali), della sostenibilità, dell'efficienza energetica e di risorse adeguate; chiede, a tal fine, una maggiore cooperazione e convergenza tra gli Stati membri in materia fiscale, sociale e di bilancio onde facilitare l'emergere di progetti industriali comuni; ritiene che il quadro europeo di regolamentazione dovrebbe consentire alle imprese di adattarsi ai cambiamenti e adottare azioni preventive al fine di contribuire alla creazione di posti di lavoro, alla crescita e alla convergenza regionale;

21.  esorta la Commissione a collaborare con i vari comparti industriali per garantire il miglior uso possibile dei Fondi strutturali e d'investimento europei – in particolare del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) – a sostegno di progetti di R&S a livello regionale;

22.  ritiene che i fondi dell'UE offrano buone opportunità per finanziare gli investimenti sostenibili nelle infrastrutture energetiche e dei trasporti pubblici e l'impiego intelligente delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione; chiede un miglioramento nell'attuazione dei vari criteri, in particolare per quanto riguarda i criteri occupazionali, ambientali e sociali, ai fini dell'utilizzo dei fondi UE e di tutti gli strumenti finanziari gestiti attraverso la Banca europea per gli investimenti (BEI);

23.  chiede che si definisca un'agenda UE della specializzazione intelligente e che si privilegino le attività di R&S nei settori in cui l'Unione può assumere un ruolo guida; chiede strumenti concreti che permettano all'Unione e agli Stati membri di mettere in comune gli sforzi in materia di R&S per consentire l'assorbimento dei risultati nell'economia locale; ritiene che il nesso tra ricerca e imprese sia fondamentale per rafforzare la competitività industriale dell'Unione; invita in tal senso la Commissione e gli Stati membri a promuovere e incoraggiare attivamente l'intensificazione della collaborazione tra centri di ricerca, università e imprese; chiede di migliorare il contesto per la ricerca mediante un incremento dei fondi per le attività di ricerca, sviluppo e innovazione, rafforzando inoltre l'interconnessione dei vari programmi di finanziamento dell'UE e nazionali;

24.  invita la Commissione e la BEI a concentrarsi soprattutto sulle regioni più colpite dalla deindustrializzazione e ad accelerare il sostegno a favore di progetti in tali regioni, garantendo nel contempo il sostegno ai progetti sostenibili e di alta qualità; ritiene che vada ulteriormente esplorata la possibilità di aumentare i prestiti strategici e mirati concessi dalla BEI per progetti di innovazione e trasformazione industriale, in particolare nel settore manifatturiero e nei relativi servizi; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire un migliore accesso ai finanziamenti per le imprese dell'Unione, in particolare per le microimprese e le PMI, migliorandone in tal modo le capacità di realizzazione dei progetti, e a garantire loro migliori servizi di consulenza e di assistenza tecnica;

25.  chiede alla Commissione di studiare, in coordinamento con gli Stati membri, in che modo potrebbe essere possibile una riconversione economica, garantendo nel contempo che le imprese si assumano pienamente la propria responsabilità ambientale, rispettino il diritto ambientale e attuino norme ambientali elevate; esige che le imprese bonifichino i siti chiusi entro un lasso di tempo ragionevole e facilitino per le autorità locali le modalità di recupero degli stessi;

26.  invita la Commissione a valutare la possibilità di agevolare lo scambio delle migliori pratiche tra gli Stati membri sul modo migliore di affrontare la chiusura delle imprese, incoraggiandole a esaminare gli esempi contenuti nelle disposizioni giuridiche al fine di cercare, per quanto possibile, di organizzare la ricerca di un acquirente o la vendita del sito al fine di mantenere gli stabilimenti in produzione nonostante la cessazione dell'attività stabilita dai proprietari originari;

27.  ritiene che debba essere impedita l'elusione fiscale, tra cui il trasferimento di attività materiali e immateriali o di servizi tra imprese a prezzi inadeguati (prezzo di trasferimento), che è anche il risultato della mancanza di coordinamento europeo in materia fiscale e commerciale; chiede una maggiore cooperazione e convergenza tra gli Stati membri in materia fiscale, sociale e di bilancio;

Ristrutturazione socialmente responsabile e creazione di occupazione di qualità in settori orientati al futuro

28.  si compiace dell'iniziativa adottata da alcune amministrazioni locali, in collaborazione con le parti sociali, come nel caso di Alstom, di promuovere progetti sperimentali per i lavoratori e le imprese in fase di ristrutturazione, al fine di garantire possibilità di evoluzione professionale mediante la formazione e altre misure in modo da mantenere un'occupazione di qualità;

29.  sottolinea la cruciale necessità di sviluppare competenze tecniche, in particolare nel settore manifatturiero, come pure la necessità di promuovere l'importanza di personale tecnico qualificato; ritiene che per sfruttare al massimo il potenziale occupazionale netto dell'economia verde sia fondamentale offrire agli attuali lavoratori opportunità adeguate per acquisire le nuove competenze richieste dall'economia circolare; ricorda che una forza lavoro competente è importante per la sostenibilità della produzione; sottolinea l'importanza di promuovere migliori sinergie tra sistemi di istruzione, università e mercato del lavoro, comprese l'esposizione al luogo di lavoro e la cooperazione con le imprese nella creazione di "cluster" innovativi;

30.  invita tutte le autorità competenti a garantire la piena conformità con la normativa nazionale ed europea in materia di informazione e consultazione dei lavoratori da parte di tutti i soggetti in causa, in particolare in caso di ristrutturazioni, nonché a garantire la protezione dell'ambiente e la sicurezza sul lavoro;

31.  sottolinea la necessità che le imprese rispettino i loro obblighi giuridici in conformità del diritto europeo e nazionale, privilegiando l'informazione e la consultazione dei lavoratori e la possibilità di esaminare le alternative proposte dalle parti sociali;

32.  ritiene che qualsiasi operazione di ristrutturazione dovrebbe essere spiegata e motivata alle parti interessate, ove opportuno, anche per quanto riguarda la scelta delle misure previste in relazione agli obiettivi e alle soluzioni alternative; chiede un dialogo locale con la partecipazione di tutte le parti interessate per discutere delle migliori soluzioni possibili in caso di ristrutturazioni;

33.  sottolinea l'importanza di un dialogo sociale costante, a tutti i livelli, basato sulla fiducia reciproca e sulla responsabilità condivisa, come uno dei migliori strumenti per trovare soluzioni consensuali e prospettive comuni all'atto di anticipare, prevenire e gestire il processo di ristrutturazione;

34.  evidenzia la necessità, in caso di ristrutturazioni, di tutelare i lavoratori interessati in termini condizioni di salute e di lavoro, sicurezza sociale, riqualificazione e reinserimento nel mercato del lavoro;

35.  osserva che la ristrutturazione ha un impatto molto più ampio della mera impresa interessata, con effetti imprevedibili sulle comunità e sul tessuto economico e sociale degli Stati membri;

36.  invita la Commissione a consultare le parti sociali sull'efficacia della legislazione in materia di licenziamenti collettivi alla luce dei casi Caterpillar e Alstom;

37.  deplora la progressiva finanziarizzazione dell'economia reale, incentrata su una prospettiva finanziaria a breve termine piuttosto che sul mantenimento di uno strumento industriale innovativo capace di offrire posti di lavoro di qualità e sostenibili e vantaggi a lungo termine per la società; deplora che tale approccio abbia determinato la perdita di numerosi di posti di lavoro nel settore manifatturiero; invita la Commissione a consultare le parti sociali sull'opportunità di una revisione della legislazione vigente in materia di licenziamenti collettivi, tenendo in considerazione gli aspetti legati ai casi Caterpillar e Alstom, in particolare per quanto concerne la partecipazione alla procedura di tutti i lavoratori e i subappaltatori, e su misure efficaci per evitare licenziamenti collettivi illegali non fondati su reali esigenze economiche, ivi inclusa la possibilità di infliggere sanzioni, ad esempio di sospendere l'accesso ai programmi finanziati dall'UE o esigere il rimborso degli aiuti pubblici erogati;

38.  invita la task force della Commissione a esaminare il modo in cui è stata eseguita la procedura di consultazione con il comitato aziendale europeo (CAE); chiede alla Commissione, alla luce delle indagini, di valutare la necessità di rivedere la direttiva sui CAE;

39.  rileva che il FEG costituisce uno strumento fondamentale dell'Unione, nell'era della globalizzazione, per sostenere gli Stati membri nelle loro politiche di riqualificazione professionale dei lavoratori e ricostituire il tessuto economico di una regione per quanto riguarda i lavoratori che subiscono gli effetti negativi della globalizzazione o della crisi economica; ricorda l'importanza delle raccomandazioni formulate dal Parlamento europeo nella sua risoluzione del 15 settembre 2016 sulle attività, l'incidenza e il valore aggiunto del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione tra il 2007 e il 2014(7),

40.  sottolinea tuttavia che il FEG è uno strumento che reagisce solo quando gli esuberi si sono già verificati, e che occorrono maggiori sforzi da parte degli Stati membri e dell'UE per creare il contesto economico e normativo idoneo a favorire la competitività e creare posti di lavoro sostenibili a lungo termine;

41.  invita la Commissione a informarlo in merito alla sua strategia per i principali comparti industriali europei, in particolare il settore delle forniture ferroviarie e il settore dei macchinari, al fine di creare un contesto di mercato più favorevole, e ad indicare le azioni che intende intraprendere per salvaguardare l'occupazione di qualità, il know-how e gli investimenti in Europa;

42.  osserva che nei casi di ristrutturazione i lavoratori giovani e anziani sono più spesso presi di mira per gli esuberi rispetto alle altre fasce di età; sottolinea che in caso di esuberi i datori di lavoro devono rispettare la legislazione antidiscriminazione, soprattutto nel campo della discriminazione fondata sull'età;

43.  rileva che la transizione verso un'economia verde ha un notevole potenziale in fatto di creazione di posti di lavoro locali che non possono essere trasferiti e in settori che non possono essere delocalizzati; osserva che vi sono prove concrete che dimostrano l'impatto positivo che la transizione verde avrà, nell'insieme, sull'occupazione, a riprova del fatto che le attività economiche sostenibili, come il risparmio energetico, sono a più alta intensità di lavoro rispetto alle attività che sostituiscono e potrebbero consentire alle regioni di diventare più autosufficienti;

o
o   o

44.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio.

(1) GU L 225 del 12.8.1998, pag. 16.
(2) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 855.
(3) GU C 440 del 30.12.2015, pag. 23.
(4) Testi approvati, P7_TA(2014)0032.
(5) Testi approvati, P8_TA(2015)0460.
(6) Testi approvati, P8_TA(2016)0280.
(7) Testi approvati, P8_TA(2016)0361.

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