Risoluzione del Parlamento europeo del 27 ottobre 2016 sul servizio volontario europeo e la promozione del volontariato in Europa (2016/2872(RSP))
Il Parlamento europeo,
– vista la decisione del Consiglio, del 27 novembre 2009, relativa all'Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva (2011)(1),
– vista la comunicazione della Commissione, del 20 settembre 2011, dal titolo "Politiche dell'UE e volontariato: riconoscere e promuovere le attività di volontariato transfrontaliero nell'UE" (COM(2011)0568),
– vista l'agenda politica per il volontariato in Europa dell'Alleanza dell'Anno europeo del volontariato 2011,
– vista la raccomandazione del Consiglio, del 20 dicembre 2012, sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale(2),
– vista la sua risoluzione del 10 dicembre 2013 su volontariato e attività volontaria in Europa(3),
– vista la definizione di volontario proposta dall'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) nel suo Manuale sulla misurazione del volontariato (2011);
– vista la sua risoluzione del 12 giugno 2012 su "Riconoscere e promuovere le attività di volontariato transfrontaliero nell'UE"(4),
– vista la sua risoluzione del 22 aprile 2008 sul contributo del volontariato alla coesione economica e sociale(5),
– vista la Carta europea dei diritti e delle responsabilità dei volontari(6),
– vista l'interrogazione alla Commissione sul volontariato e il servizio volontario europeo (O-000107/2016 – B8-1803/2016),
– visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. ricordando che nel 2016 il servizio volontario europeo compie 20 anni e che in questi due decenni sono stati sostenuti 100 000 volontari;
B. evidenziando che l'Anno europeo del volontariato 2011, fortemente sostenuto dal Parlamento, ha costituito un'importante opportunità politica per evidenziare il valore aggiunto del volontariato in Europa e che adesso, cinque anni dopo, il Parlamento dovrebbe riflettere sull'impatto che tale iniziativa ha esercitato, in termini di valore aggiunto, sullo sviluppo delle politiche e sul modo in cui il volontariato è integrato nei programmi chiave europei, quali Erasmus+ e il relativo servizio volontario europeo;
C. ricordando che l'Anno europeo del volontariato 2011 ha fornito l'impulso e il contesto per la creazione e/o la revisione di numerosi quadri nazionali e giuridici in materia di volontariato in tutta Europa; sottolineando che, tuttavia, l'Europa non dispone ancora di una politica coordinata in materia di volontariato con un unico punto di contatto in seno alle istituzioni dell'UE;
D. ricordando che le attività di volontariato sono intraprese per libera scelta, volontà e motivazione individuali, senza fini di lucro; sottolineando che esse possono essere considerate percorsi di solidarietà e costituiscono un modo per rispondere a necessità e preoccupazioni umane, sociali o ambientali;
E. considerando che il volontariato è un fattore chiave per la cittadinanza attiva e la democrazia, nonché per lo sviluppo personale, incarnando valori europei quali la solidarietà e la non discriminazione, e che esso contribuisce anche a potenziare la democrazia partecipativa e a promuovere i diritti umani all'interno e all'esterno dell'UE;
F. sottolineando che il volontariato ha valore e importanza in quanto una delle manifestazioni di solidarietà più evidenti, che promuove e agevola l'inclusione sociale, sviluppa il capitale sociale e produce trasformazioni nella società; che il volontariato contribuisce sia allo sviluppo di una società civile dinamica, capace di offrire soluzioni creative e innovative alle sfide comuni, sia alla crescita economica e che, pertanto, merita di essere misurato in modo specifico e mirato in termini di capitale economico e sociale;
G. ricordando che affinché un maggior numero di cittadini europei si impegni nel volontariato è fondamentale creare un ambiente favorevole, garantendo quindi che l'infrastruttura del volontariato disponga di risorse eque, anche nel caso delle organizzazioni di volontari, al fine di sostenere i volontari e le loro attività;
H. evidenziando che il volontariato richiede una combinazione di meccanismi di sostegno e/o adeguate strutture organizzative, in cui siano definiti i diritti e le responsabilità dei volontari e del volontariato;
I. sottolineando che tutti dovrebbero avere diritto a un accesso equo alle opportunità di volontariato e alla protezione da ogni tipo di discriminazione, come pure alla conciliazione delle attività di volontariato con la propria vita privata e professionale, in modo da poter disporre di una certa flessibilità nell'attività di volontariato;
J. evidenziando che il riconoscimento del valore sociale ed economico del volontariato è fondamentale anche per promuovere incentivi adeguati per tutte le parti interessate e aumentare, quindi, la quantità, la qualità e l'impatto del volontariato;
K. ricordando che il concorso per la Capitale europea del volontariato premia i risultati dei comuni di tutta Europa nell'ambito del riconoscimento e del sostegno delle attività dei volontari nelle rispettive zone;
L. sottolineando che il nuovo programma Erasmus+ continua a offrire opportunità di finanziamento e sostegno ai progetti di volontariato, in particolare grazie al servizio volontario europeo, e che la DG ECHO ha avviato il programma "Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario" allo scopo di fornire un sostegno pratico ai progetti di assistenza umanitaria; riconoscendo che il nuovo quadro finanziario pluriennale dell'UE per il periodo 2014-2020 ha garantito la destinazione di taluni fondi dell'UE al volontariato e che in particolare il programma "Europa per i cittadini", attualmente gestito dalla DG HOME, ha mantenuto il volontariato tra le sue priorità; osservando che, tuttavia, le organizzazioni di volontariato continuano a disporre di un accesso molto limitato ad altri importanti fondi dell'UE, quali i Fondi strutturali e di investimento europei;
M. ricordando che la risposta dell'UE all'attuale crisi dei rifugiati è un esempio pertinente e un simbolo palese dell'importanza dei volontari e del modo in cui essi incarnano i valori europei, contribuiscono alla resilienza e sono pronti a offrire soluzioni flessibili e pragmatiche alle sfide comuni;
1. riconosce che il volontariato è una manifestazione di solidarietà, libertà e responsabilità che contribuisce al rafforzamento della cittadinanza attiva e allo sviluppo umano personale e che esso rappresenta uno strumento essenziale per l'inclusione e la coesione sociale, la formazione, l'istruzione e il dialogo interculturale, in grado di fornire nel contempo un importante contributo alla diffusione dei valori europei; sottolinea che i suoi benefici sono altresì riconosciuti nelle attività di volontariato effettuate con i paesi terzi, quale strumento strategico per favorire la comprensione reciproca e le relazioni interculturali;
2. evidenzia l'importanza di predisporre un quadro europeo per le attività di volontariato, che definisca i diritti e i doveri, e che agevoli la mobilità e il riconoscimento delle competenze; incoraggia gli Stati membri che non hanno ancora definito un quadro giuridico per i volontari ad avvalersi delle raccomandazioni contenute nell'agenda politica per il volontariato in Europa e della Carta europea dei diritti e delle responsabilità dei volontari;
3. incoraggia gli Stati membri a mettere in pratica processi di convalida concreti nel quadro della raccomandazione del Consiglio del 2012, onde assicurare una migliore comprensione e una maggiore comparabilità delle competenze e delle esperienze; chiede che ogni futura iniziativa nell'ambito del passaporto europeo delle competenze e dell'Europass attribuisca maggiore importanza al volontariato in quanto forma di apprendimento informale e non-formale; rammenta che il volontariato aiuta ad acquisire abilità e competenze che possono favorire l'accesso al mercato del lavoro; sottolinea che i volontari non dovrebbero mai essere considerati o utilizzati come manodopera sostitutiva;
4. osserva che in Europa quasi 100 milioni di cittadini di tutte le età sono volontari e che il loro lavoro contribuisce alla produzione di circa il 5 % del PIL; invita la Commissione a tenere conto del valore economico dei beni e servizi forniti dai volontari, attraverso l'elaborazione di strategie più incentrate sul volontariato;
5. propone di sostenere e concretizzare l'idea di rendere il contributo volontario in termini di tempo ammissibile come cofinanziamento per le sovvenzioni dell'UE, come recentemente proposto dalla Commissione nell'ambito della proposta di nuovo regolamento finanziario;
6. invita Eurostat a sostenere gli Stati membri in tale esercizio al fine di garantire la raccolta di dati comparativi in Europa, anche sviluppando indicatori e metodi di misurazione comuni a livello dell'UE per valutare l'impatto sociale del volontariato; esorta gli Stati membri ad adottare il sistema messo a punto dall'Organizzazione internazionale del lavoro per misurare il valore economico del volontariato;
7. incoraggia gli Stati membri che non lo hanno ancora fatto a istituire programmi nazionali di servizio volontario dotati di risorse adeguate e a migliorare l'accesso a informazioni di qualità sulle opportunità di volontariato a livello nazionale e locale, in particolare attraverso le reti informative esistenti e le informazioni tra pari, nonché a creare piatteforme nazionali di servizio civile, che dovrebbero altresì promuovere le opportunità di volontariato internazionale per le persone di ogni età;
8. invita la Commissione a promuovere lo sviluppo di una politica europea più coordinata in materia di volontariato, prevedendo di istituire un punto di contatto unico in seno alla Commissione, che consenta l'interazione tra le iniziative e i programmi individuali e migliori l'accesso ai programmi di volontariato;
9. chiede alla Commissione di condurre uno studio sui programmi nazionali di servizio volontario, nonché sui corpi di servizio civile e di solidarietà e sul contesto attuale per i potenziali volontari tra gli Stati membri, onde agevolare la comprensione reciproca e la diffusione delle buone pratiche e favorire la creazione di un servizio civile europeo complementare alle opportunità già esistenti, il tutto nell'ottica di promuovere la cittadinanza dell'UE;
10. prende atto dell'idea della Commissione di istituire i corpi di solidarietà dell'UE, una nuova iniziativa europea di volontariato per i giovani; invita la Commissione a valutare il valore aggiunto di tale iniziativa per assistere il lavoro già compiuto dalla società civile e a garantire la partecipazione delle organizzazioni di volontariato nella sua progettazione; sottolinea altresì la necessità di accertarsi che l'attuazione dell'iniziativa non comprometta le dotazioni già destinate ad altri programmi;
11. manifesta il proprio sostegno alla Commissione e agli Stati membri nella celebrazione del 20o anniversario del servizio volontario europeo; insiste che il programma del servizio volontario europeo arreca beneficio agli individui e alle organizzazioni coinvolti, come pure alla società nel suo insieme, e dovrebbe rafforzare la dimensione dell'impegno civico del programma Erasmus+; sottolinea l'importanza di promuovere il servizio volontario europeo tra tutti i giovani, specialmente quelli non ancora interessati al volontariato e alla mobilità, in modo da motivarli e favorire un nuovo atteggiamento, senza escludere le generazioni più adulte, che possono apportare un importante contributo, ad esempio in qualità di mentori;
12. incoraggia gli Stati membri a promuovere il servizio volontario europeo nei loro sistemi di istruzione e accademici, quale strumento per diffondere l'educazione alla solidarietà e all'impegno civico tra le giovani generazioni;
13. rammenta che il servizio volontario europeo si basa su offerte di volontariato di qualità e si ispira alla Carta del volontariato e ai principi della Carta della qualità sulla mobilità dell'apprendimento, e che occorre che si basi su una struttura che incoraggia le organizzazioni di volontariato a diventare organizzazioni di accoglienza, fornendo loro finanziamenti e formazione adeguati, potenziando al contempo il ruolo delle organizzazioni di coordinamento che supportano un gran numero di organizzazioni di accoglienza, per esempio a livello di amministrazione e di formazione;
14. rammenta che il servizio volontario europeo dovrebbe consentire un accesso rapido e agevole al programma e, pertanto, chiede una semplificazione dell'attuale sistema di presentazione delle domande;
15. sottolinea la necessità di rafforzare il follow-up e la dimensione locale dopo un'esperienza di volontariato all'estero, fornendo sostegno non solo prima della partenza, ma anche al ritorno, sotto forma di formazioni di orientamento e integrazione successive;
16. esorta le autorità nazionali, regionali e locali a rendere disponibili finanziamenti adeguati, a snellire le procedure amministrative e a fornire incentivi fiscali per le organizzazioni e le reti di volontariato, in particolare le piccole organizzazioni con risorse limitate;
17. insiste sulla necessità di offrire di un tutoraggio di qualità nell'intero processo grazie a una gestione responsabile dei volontari e rendendo questi ultimi consapevoli della propria responsabilità nei confronti dell'organizzazione e della comunità;
18. invita la Commissione a migliorare e rimodellare la strategia di comunicazione sul servizio volontario europeo, evidenziando il valore sociale, umano e civile del volontariato;
19. sottolinea il ruolo dell'invecchiamento attivo nel volontariato e sostiene il rafforzamento del ruolo dei cittadini giovani e meno giovani nell'impegno civico in Europa, sfruttando l'impulso fornito dall'Anno europeo delle attività di volontariato (2011) e dall'Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni (2012);
20. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.