Risoluzione del Parlamento europeo del 27 ottobre 2016 su come può la PAC migliorare la creazione di occupazione nelle zone rurali (2015/2226(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione "Occupazione nelle zone rurali: colmare il divario occupazionale" (COM(2006)0857),
– visto l'articolo 52 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e i pareri della commissione per l'occupazione e gli affari sociali nonché della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A8-0285/2016),
A. considerando che le zone rurali rappresentano oltre il 77 % del territorio dell'UE e che in tali zone molti posti di lavoro, in gran parte non delocalizzabili, sono legati all'agricoltura e all'industria agroalimentare;
B. considerando che l'agricoltura e l'industria agroalimentare rappresentano il 6 % del PIL dell'UE, 15 milioni di imprese e 46 milioni di posti di lavoro;
C. considerando che, da parecchi decenni, in molti paesi europei il numero di agricoltori nelle zone rurali è drasticamente diminuito, così come il loro reddito e quello degli altri lavoratori agricoli, e che l'occupazione agricola in tali zone continua a declinare; che tra il 2005 e il 2014, si è registrata una riduzione di quasi un quarto (-23,6%) della manodopera agricola nell'UE-28(1);
D. considerando che l'agricoltura continua a occupare la maggior parte del territorio europeo, ma che essa rappresenta solo una piccola parte della popolazione attiva residente nelle zone rurali; che la diversificazione dell'uso delle terre nelle zone rurali, che combina una funzione economica produttiva e una di ambiente di vita a uso residenziale, ricreativo e di preservazione e conservazione degli spazi naturali, rappresenta un elemento significativo per la dinamica e l'occupazione nei diversi territori rurali dell'Unione; che, se in alcuni territori si assiste da diversi anni a un'inversione demografica dei flussi migratori e a un aumento della popolazione, segnale di un desiderio di campagna associato per lo più a un fenomeno di periurbanizzazione, vi è anche una tendenza al declino nei territori molto meno prosperi, che soffrono di isolamento e sono meno portatori di sviluppo e di occupazione;
E. considerando che molte zone rurali sono confrontate a numerose sfide, tra le quali il basso livello dei redditi, una tendenza demografica negativa, mancanza di posti di lavoro e l'elevato tasso di disoccupazione, lo sviluppo rallentato del settore terziario, la scarsa capacità di trasformazione dei prodotti alimentari, competenze ridotte e capitale limitato;
F. considerando che più di nove europei su dieci ritengono che l'agricoltura e le zone rurali rivestono importanza per il loro futuro;
G. considerando che per le attività agricole il reddito per unità di lavoro è relativamente basso e che ciò è fonte di preoccupazione;
H. considerando che la crisi economica ha colpito tutte le parti dell'Europa, ma nessuna più delle zone rurali;
I. considerando che di fronte all'attuale crisi economica, l'UE ha fatto dell'occupazione – in particolare tramite il FEIS – una delle sue priorità fondamentali e che, in tale contesto, la PAC deve essere resa più efficace e la sua legittimità deve essere riaffermata in quanto uno dei principali strumenti dell'azione europea in tema di mantenimento e creazione di occupazione e di competitività nelle zone rurali, principalmente nel settore agricolo; che, in questo contesto, è necessario valutare in che misura la PAC incida sulla creazione e il mantenimento dell'occupazione nelle zone rurali;
J. considerando che è di fondamentale importanza mantenere i due pilastri della PAC, poiché il primo pilastro impedisce l'uscita dal settore delle aziende piccole e a conduzione familiare e mantiene l'occupazione nel settore agricolo, mentre i fondi del secondo pilastro assicurano la creazione di occupazione in altri ambiti quali il turismo, la trasformazione alimentare e altri settori correlati;
K. considerando che l'agricoltura europea si trova dinanzi a una serie di sfide in materia di produzione e sicurezza alimentare, ambientale, di biodiversità, sostenibilità, energia e cambiamenti climatici e che occorre assolutamente rafforzare il collegamento tra società e agricoltura, sviluppare soluzioni innovative per affrontare tali sfide, assicurare la resilienza e la competitività del settore e rivedere gli obiettivi di un'autentica politica pubblica che vada a beneficio di tutti, in quanto essa costituisce uno degli aspetti di maggior rilievo dell'integrazione europea;
L. considerando che la riterritorializzazione dell'agricoltura – con il necessario ancoraggio della produzione e dell'occupazione a un determinato territorio – è stata troppo a lungo trascurata e che è nostro dovere mantenere in vita un'agricoltura fatta di uomini e di donne, legata al loro territorio, attività centrale per il mantenimento di zone rurali dinamiche e ricche di posti di lavoro; che tale riterritorializzazione consente altresì di garantire un sano equilibrio di sviluppo tra mondo urbano e rurale;
M. considerando che l'agricoltura urbana e periurbana svolge un ruolo crescente e suscita un interesse sempre maggiore e che il modello di consumo sta cambiando, combinando diversi fattori, ivi compresi un'impronta ambientale minima, una produzione locale di elevata qualità e il riconoscimento del valore del lavoro svolto dai produttori piccoli e regionali;
N. considerando che gli elementi che hanno strutturato l'ultima riforma della PAC hanno consentito di riorientare e ripartire in maniera più equa gli aiuti tra gli Stati membri e i diversi settori agricoli e hanno confermato il ruolo economico e di stabilizzatore sociale della politica agricola comune nei confronti delle aziende agricole e delle zone rurali;
O. considerando che, sebbene gli studi abbiano dimostrato che i pagamenti diretti previsti dal primo pilastro non creano direttamente posti di lavoro, essi svolgono un ruolo fondamentale nel mantenere l'occupazione e nel legare gli agricoltori alla terra; che qualora tale sostegno fosse revocato, il 30 % degli agricoltori europei sarebbe costretto a cessare le attività e ad abbandonare il settore agricolo; che tali pagamenti mantengono in vita i piccoli agricoltori e le zone rurali;
P. considerando che gli aiuti mediante pagamenti diretti agli agricoltori nelle zone periferiche, che lavorano su terreni svantaggiati o marginali, sono fondamentali per garantire non solo che tali agricoltori continuino a lavorare la terra e abbiano un livello di sussistenza dignitoso, ma anche che la terra sia protetta e svolga un ruolo nell'attrarre il turismo in tali zone;
Q. considerando che l'obiettivo primario del primo pilastro della PAC riformata è la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare, il che contribuisce al mantenimento dell'occupazione esistente in agricoltura e che vi è l'esigenza di garantire una più equa distribuzione dei pagamenti del primo pilastro per massimizzare l'impatto positivo di tale aiuto;
R. considerando che, tenuto conto dell'esperienza, sono possibili altre vie di sviluppo agricolo che danno migliori risultati in termini di qualità degli alimenti, di prestazione agronomica, ambientale e socioeconomica, che è importante sostenere e promuovere la diversità dei sistemi agricoli e che le piccole e medie aziende, generalmente più diversificate, innovative e altamente flessibili, sono spesso ben organizzate sotto forma di gruppi di produttori agricoli e cooperative, a beneficio delle comunità nelle quali sono insediate e, quindi, a sostegno di un'economia rurale che è al centro dello sviluppo dell'agricoltura europea;
S. considerando che la crisi attuale dimostra che, nel contesto di una politica agricola comune orientata al mercato, è essenziale mantenere un'organizzazione comune dei mercati agricoli e definire nuovi strumenti di regolamentazione adeguati al fine di garantire la stabilità dei prezzi e il mantenimento dell'occupazione e del reddito agricolo;
T. considerando che gli agricoltori europei operano in un mercato sempre più mondializzato e sono quindi esposti maggiormente alla volatilità dei prezzi rispetto ad altri settori;
U. considerando che il sistema di pagamento attuale nella catena di fornitura alimentare non garantisce una distribuzione sostenibile del valore aggiunto e spesso fa sì che i ricavi dei produttori primari non siano nemmeno sufficienti a coprirne i costi;
V. considerando che, rispetto alle zone urbane, solitamente le zone rurali sono caratterizzate da livelli di disoccupazione statisticamente più elevati e da redditi considerevolmente inferiori per i residenti, nonché da infrastrutture meno attraenti e da un accesso più limitato ai servizi, la cui prestazione comporta costi elevati a causa di una densità demografica e di un'accessibilità inferiori;
W. considerando che la creazione di posti di lavoro nelle zone rurali deve iscriversi nel quadro di una politica sostenibile compatibile con gli specifici territori e prevedere il mantenimento e lo sviluppo di attività agricole e attività indirettamente connesse ai settori agricoli e forestali, nonché delle attività rurali, le quali rinsaldano i legami tra i diversi attori sul piano sociale, della solidarietà e del miglioramento dell'ambiente;
X. considerando che il futuro delle zone rurali non dipende in maniera esclusiva dallo sviluppo del settore agricolo, ma è anche legato alla diversificazione e al mantenimento di altre attività economica quali la silvicoltura, l'artigianato e lo sviluppo di piccole e medie imprese e di capacità di produzione integrate, turismo rurale, attività ricreative, educative e sportive (ad esempio equestri), impiego sostenibile delle risorse agricole e forestali (rifiuti compresi) per la produzione di energia rinnovabile o di biomateriali e prodotti basati su procedimenti ecologici; che sono necessarie politiche locali decentrate e integrate, collegate agli aspetti socioeconomici e all'identità rurale e culturale, nonché un reale sistema territoriale che ricerchi sinergie e sappia costruire congiuntamente sulla base delle risorse rurali ricorrendo ad approcci collettivi e intersettoriali, tra cui l'uso di altri fondi UE per stimolare lo sviluppo rurale e l'occupazione, assicurando nel contempo il mantenimento dell'infrastruttura rurale;
Y. considerando che a tal fine è indispensabile porre l'accento sul fatto che numerosi posti di lavoro, comprendenti servizi di produzione alimentare e altri servizi diversi, quali la conservazione e la gestione del paesaggio e delle risorse idriche, sono specifici dell'attività agricola (e silvicola), vincolati al territorio e non delocalizzabili;
Z. considerando che occorre sostenere in particolare le piccole aziende agricole a conduzione familiare, ovvero i singoli agricoltori che, da soli o con altri, gestiscono la propria azienda in modo responsabile, indipendente ed efficace e sono in grado di affrontare eventuali difficoltà adeguando la propria produzione e/o i propri metodi di produzione e diversificando le proprie attività per fare fronte ai costanti cambiamenti strutturali del settore agricolo;
AA. considerando che le potenzialità delle donne che lavorano e/o gestiscono imprese nelle zone agricole e rurali dovrebbero essere analizzate, integrandole e valorizzandole in tutte le politiche dell'UE, le quali non dovrebbero mai penalizzarle, poiché in tal modo si getterà la base necessaria affinché le donne veicolino sviluppo e innovazione, aiutando tutto il settore ad uscire dalla crisi; che le donne dovrebbero essere coinvolte nei piani di sviluppo del settore a livello locale e regionale, in modo che questi ultimi possano trarre beneficio dalle loro esigenze, esperienze e visioni, e che le donne dovrebbero ricevere le competenze necessarie per partecipare attivamente all'elaborazione dei suddetti piani;
AB. considerando che nel 2010 solo il 7,5% degli agricoltori aveva meno di 35 anni e oltre 4,5 milioni di quanti gestiscono attualmente aziende agricole ne hanno oltre 65, e che gli articoli 50 e 51 del regolamento (UE) n. 1307/2013 nell'ambito della PAC contengono disposizioni a sostegno del ricambio generazionale nel settore agricolo;
AC. considerando che in molti Stati membri l'accesso delle donne provenienti da zone rurali al mercato del lavoro è limitato, nell'agricoltura come in altri settori, che esse sono oggetto di un divario retributivo maggiore che in altri settori, e che nonostante ciò esse svolgono un ruolo di estrema importanza per lo sviluppo e la vita sociale delle zone rurali e, in particolare, nelle aziende agricole in cui si pratica una diversificazione delle attività (agriturismo, prodotti di qualità, attività ricreative, educative, sportive, e altri servizi); che l'imprenditorialità femminile può rappresentare un importante pilastro sotto il profilo economico e ambientale per lo sviluppo sostenibile delle zone rurali; che l'ineguale accesso alle terre costituisce un fattore che limita le possibilità delle donne di sviluppare un'attività imprenditoriale nel settore agricolo; che, in media, il 29% delle aziende agricole in Europa è gestito da donne;
AD. considerando che il numero di varietà vegetali coltivate a livello industriale è limitato e che le varietà e le razze locali svolgono un ruolo nel conservare la biodiversità, nonché nel mantenere i mezzi di sostentamento degli abitanti nelle regioni e la produzione locale;
AE. considerando che è necessario rendere maggiormente attrattivo l'ambiente rurale per le nuove generazioni, favorendo una formazione che punti all'innovazione a alla modernizzazione nella professione e nelle tecnologie;
AF. considerando che la FAO ha messo a punto un quadro universale di valutazione della sostenibilità dei sistemi agroalimentari (SAFA);
AG. considerando che il FEASR può essere utilizzato per le azioni di formazione professionale e acquisizione delle competenze nei diversi settori di attività nelle zone rurali;
Nel quadro della PAC attuale
1. invita tutti gli Stati membri a fornire ai giovani agricoltori prospettive a lungo termine al fine di affrontare il problema dello spopolamento rurale, ad attuare una strategia globale di ricambio generazionale e, a tale scopo, a utilizzare appieno tutte le possibilità offerte dalla nuova PAC per sostenere i giovani agricoltori e i nuovi agricoltori, anche al di fuori dell'ambito familiare, in particolare mediante gli aiuti per i giovani agricoltori del primo e secondo pilastro e agevolando l'insediamento di nuovi agricoltori di età superiore ai 40 anni; osserva che tali disposizioni devono inoltre essere integrate e coerenti con le disposizioni pertinenti delle politiche nazionali (in materia di politica fondiaria, fiscale e sociale, ecc.), compreso il sostegno a titolo degli articoli 50 e 51 del regolamento (UE) n. 1307/2013;
2. osserva che la maggior parte dei pagamenti diretti della PAC vanno alle aziende agricole più ricche, e che solo il 13% dei beneficiari ha ricevuto il 74% dei pagamenti diretti della PAC nel 2014; ritiene che ciò non contribuisca a creare occupazione nel settore agricolo, in quanto solo le piccole aziende agricole quelle che richiedono un maggiore impiego di manodopera e il 53% dei lavoratori agricoli lavora in aziende classificate come di dimensioni economiche ridotte; chiede una migliore distribuzione dei pagamenti della PAC a favore dei piccoli agricoltori;
3. invita gli Stati membri a intensificare il sostegno alle piccole e medie aziende, in particolare ricorrendo maggiormente al pagamento ridistributivo; invita a prevedere altresì meccanismi di premio per le aziende organizzate in modo efficiente e per quelle che utilizzano gli strumenti giuridici di aggregazione fra imprese;
4. ritiene che la PAC debba tenere maggiormente conto dei territori geograficamente svantaggiati (zone di montagna, territori oltremare, zone ultraperiferiche, zone naturali sensibili, ecc.) poiché il mantenimento dell'agricoltura rappresenta un vettore fondamentale dello sviluppo economico, sociale e ambientale, incentrato sull'occupazione; reputa tuttavia che la PAC debba anche considerare le nuove dinamiche di dispersione urbana e assistere i territori interessati da tale fenomeno a fare fronte ai vincoli connessi alle loro peculiarità;
5. ricorda che gli Stati membri hanno fatto ampio uso della possibilità di concedere pagamenti accoppiati – che consentendo lo sviluppo della produzione e rendendola stabile assicurano l'occupazione nelle zone svantaggiate – e li invita ad aumentare la quota di questo tipo di sostegno per gli agricoltori attivi, a renderlo più flessibile e a impiegarlo maggiormente ai fini di un miglior approvvigionamento di proteine vegetali dell'Unione, materia prima per cui essa dipende attualmente dalle importazioni provenienti da paesi terzi; ritiene che il livello di pagamento accoppiato volontario potrebbe essere altresì modulato in funzione del livello di occupazione richiesto dalla coltura interessata, sostenendo maggiormente le produzioni che impiegano una maggiore manodopera;
6. osserva che l'attuale periodo di programmazione, conformemente al programma di sviluppo rurale, consente di erogare aiuti mirati per coltivare varietà locali e allevare razze locali, promuovendo l'occupazione regionale e mantenendo la biodiversità; invita gli Stati membri a introdurre meccanismi che consentano ai gruppi e alle organizzazioni di produttori e di agricoltori che coltivano e allevano varietà e razze locali di ricevere aiuti mirati;
7. ricorda che la necessaria attuazione della dimensione ambientale degli aiuti diretti deve contestualizzarsi nel quadro della sostenibilità e della redditività delle aziende e contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro e al loro mantenimento, tra l'altro nell'ambito della conservazione della biodiversità, dell'agriturismo e della gestione delle zone rurali, ad esempio presso tenute agricole e dimore storiche; invita l'UE ad assicurare la semplificazione e a far sì che le regolamentazioni in materia ambientale possano essere attuate in modo semplice, comprensibile e senza difficoltà; osserva che la dimensione ambientale non deve portare a una riduzione o all'abbandono della produzione agricola, particolarmente sensibile nelle zone montane e periferiche;
8. è del parere che, di fronte al fenomeno di aumento della mortalità delle api domestiche rilevato in diversi paesi membri dell'UE e al ruolo fondamentale svolto da tale impollinatore per la sicurezza alimentare e l'economia di diverse filiere vegetali, l'Unione dovrebbe sostenere maggiormente tale settore, adottando una vera e propria strategia europea di ripopolamento delle api; ritiene che ciò non richiederebbe grandi investimenti e creerebbe numerosi posti di lavoro, sia mediante la diversificazione delle attività nelle aziende agricole esistenti, che mediante la creazione di nuove aziende agricole specializzate che, secondo gli esperti, avrebbero bisogno di 200 alveari ciascuna per funzionare e la cui vocazione primaria sarebbe la produzione di regine selezionate e di sciami, e in seguito di miele, un prodotto di cui l'Unione è estremamente carente; considera tale approccio, fondato su diverse strategie europee – innovazione, inclusione sociale, creazione di posti di lavoro – perfettamente in linea con la volontà di orientare la politica agricola comune e lo sviluppo dell'agricoltura verso una maggiore sostenibilità;
9. osserva che per mantenere l'occupazione agricola il settore deve rivolgersi verso nuovi strumenti di gestione del rischio e utilizzare maggiormente strumenti quali le organizzazioni di produttori nell'ambito dell'OCM unica e del secondo pilastro al fine di rispondere al meglio alla volatilità e alla domanda del mercato mondiale; ritiene che le misure di mercato e le misure di crisi eccezionali previste dall'OCM unica e dal secondo pilastro devono essere attuate in modo molto più rapido e volontarista, con il necessario adattamento del bilancio unionale alla situazione specifica delle regioni ultraperiferiche, delle zone montane e degli altri territori che presentano sfide per la competitività, al fine di limitare gli effetti negativi delle riduzioni di prezzo sui redditi; sottolinea che le misure anticrisi attuate non hanno conseguito appieno i loro obiettivi e dovrebbero tenere in maggior considerazione l'infrastruttura e le competenze degli Stati membri; sprona la Commissione, alla luce delle recenti crisi, a sviluppare sistemi di intervento più rapidi ed efficaci, che siano in grado di prevenire gli effetti più negativi;
10. invita la Commissione a utilizzare appieno il potenziale delle misure eccezionali di cui agli articoli da 219 a 222 del regolamento (UE) n. 1308/2013;
11. ritiene che, per svolgere il ruolo di rete di sicurezza, i prezzi d'intervento debbano essere regolarmente adeguati in funzione dell'evoluzione dei costi di produzione, consentendo di intervenire sui redditi e il mantenimento dell'attività dei produttori, come anche sull'occupazione; auspica che l'Unione predisponga strumenti di prevenzione, sulla falsariga dell'osservatorio del latte, in tutti i maggiori settori di produzione al fine di sorvegliare i mercati, consentendo di orientare la produzione e di intervenire in caso di crisi grazie a strumenti di gestione del mercato flessibili e reattivi, da attivare in caso di necessità;
12. riconosce che filiere corte che collegano gli agricoltori ai produttori locali possono stimolare la creazione di occupazione in ambiente rurale e sottolinea che i regimi di qualità, le indicazioni geografiche e l'agricoltura biologica rappresentano un'opportunità per sviluppare il settore agroalimentare e creare potenziale occupazione in ambito rurale e devono essere non solo protette, ma anche sviluppate per creare nuovi posti di lavoro e preservare la cultura e l'identità regionali; sottolinea la necessità di migliorare l'accesso a più ampi mercati per tali prodotti, nonché di introdurre misure a favore della qualità, di promozione e di protezione per migliorarne la commercializzazione e l'inclusione tra i prodotti turistici generali di una data area geografica; ricorda, alla luce delle proposte legislative in discussione, che le ripercussioni positive sull'economia sono basate sulla fiducia che il consumatore ripone in tali prodotti, che non dovrebbe essere minata da modifiche che potrebbero essere percepite come un abbassamento della loro qualità; evidenzia inoltre che i processi per raggiungere tali standard qualitativi possono essere onerosi, e dovrebbero essere semplificati;
13. raccomanda che il settore prioritario per la creazione di posti di lavoro nell'ambito della priorità 6 del secondo pilastro venga maggiormente impiegato dagli Stati membri, al pari delle misure sul trasferimento delle conoscenze, la formazione professionale e continua (compresi l'apprendistato, la formazione sul lavoro e la riconversione dei lavoratori agricoli), volti a consentire il passaggio ad altre attività agricole, e delle misure di consulenza e sostegno alla gestione, per migliorare i risultati economici e ambientali delle aziende agricole; invita la Commissione e gli Stati membri a fornire sostegno alla formazione a favore degli agricoltori e dei lavoratori agricoli e rurali affinché essi possano divenire più versatili e in grado di diversificare le proprie attività e iniziative, e a rafforzare l'innovazione;
14. osserva che gli attuali programmi di sviluppo rurale sono molto meno incentrati su progetti sociali a difesa dell'occupazione rispetto a quelli del periodo di programmazione precedente (2007-2013), cosa imputabile alle misure che gli Stati membri hanno scelto di adottare nell'ambito dei loro programmi di sviluppo rurale e ai minori fondi disponibili per le misure che agiscono direttamente sull'occupazione; invita a una maggiore flessibilità nell'attuazione della politica di sviluppo rurale;
15. ritiene che occorra semplificare l'applicazione della politica di sviluppo rurale e adottare approcci più coerenti, sulla falsariga di quelli plurifondo, ed evitare che gli Stati membri e la Commissione impongano controlli amministrativi e finanziari troppo minuziosi;
16. chiede agli Stati membri di pubblicizzare maggiormente le potenzialità del secondo pilastro della PAC per la diversificazione delle attività nelle zone rurali (ad esempio agriturismo, produzione di energia rinnovabile);
17. ricorda che il fattore di rischio inerente all'innovazione non è adeguatamente considerato dalle politiche sia nazionali che unionali, il che rappresenta un ostacolo per l'innovazione e la creazione di occupazione, in particolare per molti attori che non dispongono di una copertura finanziaria sufficiente a realizzare i propri progetti innovativi;
18. sottolinea che lo sviluppo rurale e la creazione di posti di lavoro vanno di pari passo e invita pertanto gli Stati membri e le regioni a massimizzare il potenziale delle autorità locali e regionali, in quanto livello di governo che meglio conosce le sfide e le opportunità della propria area, a conseguire gli obiettivi del secondo pilastro e rispettare le priorità della PAC, compresi la promozione dell'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico; ricorda la possibilità di incentrare i programmi di sviluppo rurale nonché i programmi operativi sulla creazione e il mantenimento di posti di lavoro e sul miglioramento dei servizi in ambito rurale, e chiede alla Commissione di assisterli nel conseguire tale obiettivo; sottolinea la necessità dell'adeguamento ai modelli di economia partecipativa (sharing economy) nelle zone rurali al fine di aumentare l'occupazione, rendere più efficienti le attività agricole e ridurre i costi;
19. invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere le imprese e le cooperative operanti nell'economia sociale, comprese le aziende agricole sociali(2), in modo da favorire l'integrazione sociale e l'occupazione nelle zone rurali; prende atto delle azioni intraprese a norma dell'iniziativa per l'imprenditoria sociale e invita la Commissione a promuovere il contributo dell'economia sociale allo sviluppo rurale, ad esempio attraverso un piano d'azione per l'economia sociale;
20. sottolinea che alle azioni a sostegno dello sviluppo demografico e di zone rurali a misura di famiglia dovrebbe essere attribuito maggior rilievo, al fine di sostenere le famiglie e facilitare la conciliazione della vita familiare e professionale, anche in relazione alle questioni connesse al mercato del lavoro e allo sviluppo economico nelle zone rurali;
21. sottolinea la necessità di promuovere misure e politiche attive che mettano in evidenza il ruolo positivo della migrazione nel rilanciare la crescita economica e favorire la coesione sociale nelle zone rurali;
22. invita la Commissione e gli Stati membri a mettere in campo politiche di valorizzazione delle zone rurali attraverso lo sviluppo del turismo che, se adeguatamente strutturato e incentivato, può costituire un volano per la crescita culturale, sociale ed economica di zone che possiedono importanti risorse naturali, paesaggistiche, culturali ed agroalimentari; sottolinea che lo sviluppo turistico delle zone rurali e la diversificazione delle attività agricole (didattica, culturale, ricreativa) costituiscono anche un incentivo alle nuove generazioni affinché "riprendano in mano" le campagne, con uno spirito d'iniziativa e d'imprenditorialità orientato all'innovazione e alla valorizzazione delle produzioni caratteristiche;
23. sottolinea che è essenziale creare sinergie tra i diversi settori politici, con l'aiuto del FEASR e di altri fondi UE, per affrontare la sfida dell'occupazione delle zone rurali e restituire all'agricoltura un ruolo chiave riconosciuto nelle dinamiche territoriali; osserva che i fondi del secondo pilastro potrebbero essere impiegati come strumento finanziario dinamico per creare maggiori sinergie con fonti e programmi di finanziamento alternativi, rendendoli accessibili alle zone rurali per aumentare la connettività, la competitività, la diversificazione economica e sostenere l'imprenditorialità, tenendo conto del mantenimento della cultura e dell'identità rurale;
24. sottolinea che le piccole aziende a conduzione propria sono sottoposte a sempre maggiore pressione dall'acquisto di terreni agricoli da parte di investitori; sottolinea che preservare le zone coltivate e l'accesso alle terre è un fattore essenziale per la creazione e l'ampliamento delle aziende agricole ed essenziale per il mantenimento dei posti di lavoro nelle zone rurali; osserva che la relazione della Commissione sulle esigenze dei giovani agricoltori, del novembre 2015, evidenzia che la disponibilità di terreni da acquistare e da affittare rappresenta il maggior problema che i giovani agricoltori e i nuovi agricoltori si trovano ad affrontare; invita pertanto gli Stati membri a condividere le buone pratiche e mettere a punto strumenti che rendano possibile l'accesso alla terra nelle zone rurali caratterizzate da un elevato tasso di disoccupazione, ad esempio attraverso l'uso e la gestione partecipativi dei terreni agricoli, in conformità delle prassi nazionali, o la creazione di un sistema per gestire e fornire le informazioni sui terreni inutilizzati o che potrebbero essere usati per l'agricoltura, del quale i giovani agricoltori e le donne potrebbero servirsi in linea prioritaria;
25. ritiene importante che i programmi di sviluppo rurale favoriscano maggiormente le relazioni tra il mondo rurale e urbano, al fine di incentivarne la cooperazione, aprire sbocchi alle imprese presenti sui territori rurali indispensabili al loro sviluppo e alla creazione di posti di lavoro; è del parere che nel rapporto urbano-rurale i villaggi rurali rivestano una notevole importanza, consentendo l'accesso ai servizi di base ai residenti delle zone rurali adiacenti, e che a tal fine gli Stati membri debbano quindi promuovere nell'ambito delle proprie politiche territoriali i servizi all'interno dei villaggi rurali;
26. invita a definire norme vincolanti volte ad assicurare pagamenti equi nella catena di fornitura alimentare tra i produttori, i grossisti e i trasformatori di prodotti alimentari, onde assicurare che gli agricoltori si vedano riconoscere una parte adeguata del valore aggiunto, sufficiente per consentire loro di condurre un'agricoltura sostenibile;
27. sottolinea che il settore della silvicoltura, attualmente non adeguatamente sfruttato in Europa, costituisce una significativa fonte di occupazione che è opportuno valorizzare nelle sue diverse forme lungo l'intera filiera del legno; osserva che l'Unione registra un notevole disavanzo nell'approvvigionamento di legno, che rende necessario investire nelle infrastrutture necessarie allo sviluppo del settore;
28. sottolinea che l'accesso alla terra è un requisito essenziale per l'istituzione e l'ampliamento di un'impresa agricola; evidenzia che l'accesso alla terra rappresenta il maggiore problema tra i giovani agricoltori per l'avvio di un'impresa agricola;
Sul futuro della PAC dopo il 2020
29. sottolinea che le procedure della PAC devono essere semplificate e che essa deve continuare a disporre di risorse sufficienti, mantenendole almeno al livello attuale che ne riflette il significativo valore aggiunto, per poter effettivamente svolgere il suo ruolo sul lungo termine a favore dell'occupazione nell'ambito di un'agricoltura e una silvicoltura europee diversificate, promuovendo lo sviluppo sostenibile e l'attrattiva delle zone rurali; sottolinea che la politica di sviluppo rurale – che consente di agire in modo più diretto ed efficace sulla riduzione dell'esclusione sociale tra gli abitanti delle zone rurali e per la promozione dell'occupazione e del dinamismo dei territori rurali – dovrà essere progressivamente rafforzata, senza rimettere in discussione il sostegno del primo pilastro che dovrà essere riorganizzato, tra l'altro per garantire un miglior funzionamento e una maggiore stabilità dei mercati, indispensabile a garantire i redditi agricoli, il modello agricolo e la sicurezza alimentare europei, assicurando nel contempo che le zone rurali mantengano la propria attrattiva (con particolare riguardo alla qualità della vita) rispetto alle zone urbane;
30. sottolinea che all'interno della PAC dovrebbero rivestire una grande importanza gli strumenti di ammodernamento e di investimento, i quali garantiscono la competitività dei settori economici situati nelle zone rurali (tra cui l'agro-alimentare, l'energia, la trasformazione, i servizi, il settore sociale) in maniera sostenibile, nel rispetto delle norme ambientali, garantendo così il mantenimento dei posti di lavoro; ricorda che tali strumenti consentiranno inoltre di ridurre ulteriormente i divari tra gli Stati membri e tra le regioni per quanto concerne lo sviluppo agricolo e rurale;
31. evidenzia la rilevanza del settore turistico in quanto fonte di reddito per le aziende agricole (ad esempio, vacanze in fattoria); invita gli Stati membri e la Commissione a definire programmi intesi a sostenere gli investimenti e l'imprenditorialità; ritiene importante appoggiare le aziende agricole interessate attraverso campagne turistiche;
32. prende atto delle misure di semplificazione della PAC attuate finora, ma invita la Commissione a continuare a sviluppare e attuare misure per introdurre principi di proporzionalità e flessibilità in relazione alla riduzione degli oneri amministrativi della PAC e all'incremento della produttività agricola;
33. sottolinea che esistono limiti a quanto si può realizzare nell'ambito della PAC, dato che il suo obiettivo primario è la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare, e che affrontare in modo efficace le numerose sfide relative alla creazione e al mantenimento dei posti di lavoro nelle zone rurali richiederà un più ampio approccio trasversale a livello sia regionale, sia degli Stati membri;
34. chiede alla Commissione di sostenere un modello agricolo europeo competitivo e sostenibile, basato su aziende a conduzione familiare, diversificato e multifunzionale, che dia la priorità al mantenimento sul territorio di posti di lavoro pagati equamente, con enfasi particolare sui territori con vincoli specifici quali riconosciuti nell'articolo 349 TFUE e, nell'ambito della produzione alimentare e non alimentare, al garantire l'approvvigionamento alimentare e la sicurezza dei prodotti al fine di tutelare la salute;
35. invita gli Stati membri a sviluppare strumenti di osservazione e regolamentazione al fine di acquisire una migliore conoscenza dei mercati fondiari e di poter porre fine ai fenomeni su vasta scala di concentrazione o accaparramento dei terreni e degli strumenti di produzione;
36. sottolinea la necessità di incoraggiare lo sviluppo, la commercializzazione e la vendita di prodotti agricoli di alta qualità; chiede iniziative per aprire nuovi mercati e introdurre programmi operativi per i prodotti e campagne di commercializzazione al fine di garantire la diversificazione dei prodotti e la competitività della filiera alimentare europea;
37. ritiene che la PAC debba tenere conto dell'agricoltura europea in tutte le sue forme e di tutti i territori rurali, compresi i più svantaggiati e fragili (quali le zone di montagna e le regioni ultraperiferiche), al fine di garantire una valorizzazione ottimale di tutte le risorse; ritiene che ciò comporti anche la riabilitazione dei terreni agricoli abbandonati;
38. sottolinea che la diversificazione dei mercati agricoli e regionali di nicchia aumenta e garantisce l'occupazione nelle zone rurali; chiede iniziative a sostegno della diversificazione delle aziende agricole (ad esempio commercializzazione diretta dei prodotti agricoli) e dell'economia rurale in generale (ad esempio agevolando il passaggio dal lavoro nel settore agricolo ad altri ambiti di occupazione);
39. ritiene che i fondi della futura PAC dovranno fornire maggiore sostegno al fine di rallentare la perdita di piccole e medie aziende e imprese agricole riunite in organizzazioni di produttori le quali, essendo di solito più diversificate, efficienti e autonome, nonché più facilmente trasferibili, sono più efficaci in termini di creazione di valore aggiunto e di posti di lavoro sui territori e costituiscono un importante pilastro economico e sociale delle rispettive regioni, nonché continuare a fornire sostegno ad hoc ai territori con vincoli specifici quali riconosciuti dall'articolo 349 del TFUE;
40. osserva che i pagamenti diretti della PAC dovrebbero essere destinati esclusivamente a persone la cui attività principale è l'agricoltura;
41. sottolinea che, nelle regioni ultraperiferiche, la ricerca di soluzioni di impiego in caso di contrazione economica risulta compromessa dalla mancanza di interconnessione e, data l'importanza dell'agricoltura in queste regioni, ritiene che i fondi della futura PAC dovranno discriminare positivamente i territori con vincoli specifici riconosciuti nel TFUE, il che avrà un effetto moltiplicatore sulla promozione di altre attività collegate, come l'agro-industria, il turismo, la conservazione della natura, la produzione energetica e l'economia circolare in modo complementare alla strategia plurifondo; evidenzia che questa strategia dovrà tenere in considerazione i fattori di differenziazione positiva presentati dalle regioni ultraperiferiche, che potranno in questo modo costituire un laboratorio per soluzioni originali e innovative in agricoltura applicabili ad altri contesti meno estremi e più ampi, per la struttura delle imprese, le condizioni del suolo e climatiche e la biodiversità caratteristica;
42. ritiene che l'agricoltura di gruppo debba essere promossa e sostenuta finanziariamente, in quanto essa consente di ridurre i costi di produzione delle aziende, in particolare le spese di meccanizzazione, e favorisce altresì la solidarietà tra gli agricoltori, il trasferimento di innovazioni, di know-how e di buone pratiche, generando un dinamismo propizio allo sviluppo e all'occupazione;
43. invita la Commissione a incentivare la diversificazione e la competitività delle piccole imprese agricole anche relativamente all'agricoltura sociale e all'agricoltura orientata al servizio;
44. sottolinea che è importante che la PAC fornisca maggiore sostegno agli aspetti positivi dell'agricoltura in termini di occupazione e di ambiente e appoggi in modo più efficace l'agricoltura biologica e biodinamica e tutti gli altri metodi di produzione sostenibili, comprese l'agricoltura e l'agrosilvicoltura integrate, nel quadro dell'agroecologia, il che richiede di semplificare gli attuali regolamenti e di adottare, per il futuro, regolamenti comprensibili, di facile attuazione e che non pongano difficoltà; ritiene che il valore di tali aspetti positivi in termini di occupazione e di ambiente riguardino l'intera società, e rappresentino una componente da inserire nei redditi agricoli;
45. ricorda il positivo esempio fornito dai bio-distretti, ovvero aree in cui vengono valorizzati, attraverso un insieme coordinato di azioni, i prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento locali ottenuti secondo metodi biologici e tutta quella parte di indotto economico che ne deriva (imprese del settore agroalimentare, gastronomico e turistico), dato che questo strumento ha già dimostrato di poter portare benefici al reddito locale e di favorire la difesa del suolo attraverso la conservazione del paesaggio e delle produzioni tradizionali;
46. sottolinea le potenzialità dell'agricoltura e dei sistemi alimentari sostenibili, in particolare l'agricoltura biologica, nonché di una gestione sostenibile del suolo, delle acque, della biodiversità e delle infrastrutture rurali per preservare e creare posti di lavoro dignitosi nell'agricoltura ed economie rurali floride;
47. ritiene che garantire la sicurezza alimentare nell'Unione europea debba continuare ad essere l'azione prioritaria principale della futura PAC, senza trascurare i mercati esterni; ritiene a questo proposito che gli accordi di libero scambio possano presentare un reale rischio, oltre che possibili opportunità, per il settore agricolo europeo, e che essi non dovrebbero condurre a una concorrenza sleale nei confronti delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni, né pregiudicare le economie e i posti di lavoro locali;
48. ritiene che, per migliorare l'organizzazione attualmente inadeguata nel settore ortofrutticolo, dovrebbero essere ripristinate le sovvenzioni dell'UE a favore degli investimenti nelle organizzazioni di produttori ortofrutticoli di nuova costituzione;
49. sottolinea che, in un contesto di grande incertezza sul futuro dei prezzi agricoli, volatili e di basso livello, l'Unione europea deve raggiungere gli obiettivi della PAC previsti dal trattato, agendo maggiormente per correggere gli effetti erratici dei mercati ove questi siano in dissesto e assicurando la resilienza e la competitività del settore agricolo mediante l'istituzione di reti di sicurezza e di sistemi di prevenzione e di gestione delle crisi che consentano di assicurare l'equilibrio tra offerta e domanda, nonché creare strumenti di gestione del rischio basati su sistemi nuovi e innovativi e coinvolgendo gli agricoltori stessi nel finanziamento; ritiene che dovrebbe essere aumentata la quota di finanziamenti destinata alle misure volte a stabilizzare i mercati agricoli e, in particolare, che la PAC debba altresì rafforzare i sistemi assicurativi, in grado di tutelare gli agricoltori dai rischi climatici, sanitari ed economici; ritiene che di fronte ai rischi connessi al cambiamento climatico, l'Unione europea debba fare tutto il possibile per valorizzare il ruolo positivo che può svolgere l'agricoltura, mediante strumenti che vanno dall'agronomia e una migliore gestione del suolo a una migliore cattura di CO2, e che è importante fornire assistenza tecnica e finanziaria gli agricoltori per consentire loro di modificare progressivamente le loro pratiche e di innovare;
50. sottolinea inoltre che i pagamenti diretti dovrebbero rimanere uno strumento della PAC dopo il 2020, per sostenere e stabilizzare i redditi agricoli, compensare i costi connessi al rispetto delle norme elevate dell'UE (relativamente ai metodi di produzione e in particolare ai requisiti ambientali), nonché mantenere la produzione agricola nelle regioni meno favorite; evidenzia inoltre che essi dovrebbero mirare a garantire la stabilità economica dell'agricoltura, come pure la sicurezza alimentare e ambientale; sottolinea in tale contesto che l'allineamento dei tassi dei pagamenti diretti è essenziale per garantire condizioni di concorrenza eque sul mercato unico dell'UE e per l'utilizzo sostenibile delle risorse agricole a livello dell'UE;
51. ritiene che, considerato che il livello di cooperazione tra gli agricoltori presenta differenze significative nei singoli Stati membri e che la mancanza di cooperazione pregiudica la capacità degli agricoltori di far fronte a situazioni di crisi e alle pressioni del mercato, la PAC dovrebbe promuovere globalmente lo sviluppo della cooperazione tra agricoltori, in particolare nei settori della produzione e della trasformazione;
52. invita gli Stati membri a dare la priorità, nell'ambito del secondo pilastro della PAC, al partenariato europeo per l'innovazione (PEI); invita la Commissione a dare priorità a Orizzonte 2020 e ad assicurare agli agricoltori un migliore accesso alle possibilità di finanziamento del PEI, al fine di sostenere pratiche agricole e silvicole innovative e sostenibili per la produzione di beni e la fornitura di servizi nel settore alimentare e non alimentare (energie rinnovabili, bioeconomia, agriturismo, che rappresentano nuove prospettive per gli agricoltori per l'approvvigionamento di materie prime nell'era industriale post-petrolifera) e di valorizzare tutte le risorse di ogni territorio rurale;
53. esprime la propria ferma convinzione che anche in futuro sarà necessario promuovere la formazione professionale continua per gli agricoltori e i lavoratori agricoli, nonché garantire che siano diffuse le conoscenze e le innovazioni scientifiche, assicurando in tal modo la capacità di adattarsi a un contesto in cambiamento e agevolando lo svolgimento di attività economiche;
54. ritiene che gli approcci "dal basso verso l'alto" (bottom-up) allo sviluppo locale di tipo Leader/CLLD si siano dimostrati efficaci non solo in termini di posti di lavoro creati, ma anche di bassi livelli di spesa pubblica per posto di lavoro generato, e dovrebbero pertanto essere ulteriormente rafforzati, promossi e attuati in tutti gli Stati membri attraverso approcci plurifondo e rafforzando il ruolo delle autorità locali e regionali; sottolinea in particolare il ruolo dei responsabili dei gruppi di azione locale (GAL) in qualità di sostegno tecnico e di servizio per assistere iniziative di avviamento di progetti favorevoli all'occupazione; chiede che tali GAL possano usufruire della più ampia autonomia possibile per essere più efficaci; aggiunge che occorre creare meccanismi atti ad assicurare una partecipazione significativa delle parti sociali e invita la Commissione a presentare modelli di buone pratiche riguardo a progetti transnazionali Leader II;
55. osserva che la difficoltà di accesso alle informazioni relative alla programmazione e ai finanziamenti nazionali e UE pertinenti rappresenta un ostacolo allo sviluppo dell'economia rurale;
56. chiede che gli investimenti previsti nel quadro della politica di sviluppo rurale a sostegno dell'occupazione nelle zone rurali siano privilegiati in funzione dell'occupazione, delle variazioni dei tassi di disoccupazione, dell'efficienza delle aziende destinatarie e dalla creazione di incentivi per l'assunzione di dipendenti e raccomanda che i programmi di sviluppo rurale comprendano il rafforzamento del microfinanziamento, che è particolarmente utile nel sostenere l'avviamento di imprese agricole e non agricole;
57. sottolinea che l'importanza del secondo pilastro per la creazione di occupazione può essere rafforzata consentendo una maggiore flessibilità a seconda delle esigenze specifiche della regione;
58. ritiene che, per il futuro, sia necessario continuare a sviluppare sistemi alimentari di alta qualità, basati sul territorio, che forniscano prodotti alimentari grezzi o trasformati, promuovendo la responsabilità dei cittadini e la partecipazione delle parti interessate – raggruppate insieme tra produttori, trasformatori, distributori e consumatori, oppure tra produttori e comunità di consumatori, o ancora raggruppando tutti gli operatori economici dei settori agroalimentari e del turismo gastronomico – in iniziative qualitative e contrattuali, volte ad assicurare l'approvvigionamento e la sicurezza alimentari, ma anche a un giusto compenso, affinché gli agricoltori possano vivere dignitosamente del proprio lavoro e garantire l'occupazione nella propria azienda; ritiene che tali sistemi alimentari possano in particolare, ma non solo, assumere la forma di circuiti brevi e/o di mercati di prossimità; ritiene che in futuro occorra destinare più fondi dell'UE allo sviluppo e al funzionamento di certi regimi speciali di qualità alimentare e all'ulteriore sviluppo della gastronomia europea di fama mondiale; ritiene indispensabile, a tal fine, adeguare meglio il quadro normativo delle gare d'appalto pubbliche, affinché gli enti locali possano favorire le produzioni locali;
59. richiama l'attenzione sulla necessità di sostenere ulteriormente l'agricoltura e la creazione di posti di lavoro nel settore agricolo nelle aree più svantaggiate e in quelle alle frontiere esterne dell'UE;
60. ritiene che le forme collettive multipartenariali che raggruppano agricoltori e altri attori del mondo rurale debbano essere favorite, in quanto consentono di sviluppare numerose attività che creano posti di lavoro diretti e indiretti, quali la strutturazione delle filiere alimentari e non alimentari di prossimità e l'istituzione di diversi servizi (turismo rurale, cura dello spazio privato e pubblico, ecc.);
61. ritiene che la Commissione e gli Stati membri dovrebbero incentivare gli agricoltori, mediante la PAC e altre politiche, a diversificare le proprie fonti di reddito, isolandosi così dalle flessioni del mercato; è del parere che una tale diversificazione potrebbe comprendere l'ecoturismo, lo sviluppo di energie rinnovabili come quella solare ed eolica, l'aggiunta di valore ai prodotti agricoli mediante la lavorazione e rivendite di prodotti agricoli;
62. chiede alla Commissione di fornire maggiore sostegno alle cooperative locali al fine di aiutarle a riprendere il controllo sui prezzi e sui loro prodotti;
63. osserva che il settore del turismo offre importanti opportunità di reddito e di occupazione diretta e indotta nell'agricoltura e nelle zone rurali, consentendo di valorizzare il patrimonio storico, culturale, gastronomico, paesaggistico e ambientale di ogni regione; rileva altresì che l'attrattiva turistica non si basa solo sulla notorietà storica di alcune regioni, ma sempre più sulla qualità dei prodotti alimentari, dei paesaggi e dell'ambiente; ritiene che per tutte queste ragioni il settore del turismo debba essere maggiormente sostenuto dalla politica di sviluppo rurale;
64. sottolinea che le sfide connesse al cambiamento climatico e all'ambiente richiedono di effettuare importanti investimenti pubblici e privati che creano posti di lavoro, con la comparsa di nuovi mestieri, al fine di garantire il mantenimento e la preservazione delle risorse rurali e il ripristino della qualità degli ecosistemi degradati, di lottare più efficacemente contro le inondazioni e gli incendi, nonché di tutelare al meglio la qualità delle acque, del suolo, dell'aria e della biodiversità; osserva che ciò sicuramente implica una cooperazione tra l'agricoltura e gli altri attori del mondo rurale, ma offre nuove opportunità di diversificazione dei redditi per l'agricoltura;
65. invita la Commissione a valutare l'impatto sociale dell'attuale crisi del settore agricolo, in particolare in termini di perdita di posti di lavoro, soprattutto nelle zone rurali; invita gli Stati membri a prendere in esame modalità per migliorare la competitività del settore agricolo affinché esso possa creare posti di lavoro e generare un valore aggiunto che sia condiviso equamente dall'intero comparto agricolo e agroalimentare, assicurando una concorrenza equa e riducendo al minimo i danni causati dal dumping sociale e dalle condizioni di lavoro precarie e atipiche che colpiscono in modo sproporzionato alcuni gruppi; osserva che spesso i membri delle famiglie attive nel settore agricolo non hanno uno status sociale o un riconoscimento giuridico e non sono coperti da un sistema di previdenza sociale; sottolinea che le imprese agricole devono essere conformi alla legislazione nazionale in materia sociale e occupazionale; ritiene che l'eventuale introduzione di condizionalità supplementari nei pagamenti del primo pilastro della PAC aumenti considerevolmente gli oneri amministrativi a carico degli agricoltori e limiti le loro potenzialità in termini di creazione di posti di lavoro; chiede un ruolo più rilevante per le parti sociali e per le autorità di gestione e chiede agli Stati membri di garantire che tutti i lavoratori nel settore agricolo, a tempo pieno o tempo parziale, siano coperti da un sistema di previdenza sociale; invita gli Stati membri a recepire la direttiva 2014/36/UE sui lavoratori stagionali nella legislazione nazionale; chiede che le autorità nazionali per la salute e la sicurezza ricevano risorse per diffondere informazioni relative alla sicurezza nelle aziende agricole;
66. invita la Commissione a introdurre gli indicatori proposti dalla FAO nella sua valutazione della sostenibilità dei sistemi agroalimentari (SAFA), in particolare quelli orientati all'occupazione e al benessere sociale;
67. rammenta che, in media, gli agricoltori europei possiedono solo 12 ettari di terra e che il 70% delle aziende agricole ha una superficie inferiore a cinque ettari; osserva che, a causa delle loro dimensioni e della loro struttura, le aziende agricole non possono sempre permettersi di assumere dipendenti a tempo pieno o altamente qualificati; incoraggia pertanto la Commissione e gli Stati membri a mettere in atto misure intese a promuovere i raggruppamenti di datori di lavoro;
68. ritiene indispensabile assicurare la presenza di servizi pubblici e privati per garantire l'attrattiva dei territori rurali e consentire in essi il mantenimento e lo sviluppo dell'occupazione; è del parere che gli abitanti delle zone rurali abbiano diritto alla parità di accesso a servizi pubblici di qualità quali istruzione, previdenza sociale e assistenza sanitaria; ritiene fondamentale che tutti i livelli – poteri locali e (ove presenti) regionali – e il settore privato locale cooperino per promuovere gli investimenti e garantire che le zone rurali e isolate dispongano delle infrastrutture essenziali quali i trasporti pubblici e privati, un approvvigionamento energetico sicuro e una tecnologia a banda larga veloce e affidabile, nonché di regimi di finanziamento e di credito per gli imprenditori, le PMI e le microimprese rurali, senza cui le imprese e le famiglie nelle zone rurali saranno costantemente svantaggiate e la migrazione verso le zone urbane proseguirà;
69. ritiene che, considerando le recenti epidemie animali e i recenti scandali in materia di sicurezza degli alimenti, come le infezioni da E-coli del 2011, lo scandalo della carne equina del 2013 e quello attuale del miele adulterato, si debbano aumentare considerevolmente gli stanziamenti per la sicurezza degli alimenti e dei mangimi, di cui al terzo capitolo del quadro finanziario pluriennale, in quanto l'importo di 1,93 miliardi di EUR destinato all'attuale periodo di sette anni è totalmente inadeguato;
70. sottolinea che gli agricoltori sono altamente soggetti ai costi amministrativi relativi alla PAC, i quali variano notevolmente tra gli Stati membri; invita la Commissione e gli Stati membri ad alleggerire l'onere amministrativo snellendo la burocrazia e semplificando la PAC, garantendone inoltre una trasposizione efficace in termini di costo;
71. sottolinea che l'accesso a servizi di base quali l'istruzione, l'assistenza sanitaria e l'alloggio e la continuità di tali servizi rappresentano presupposti indispensabili per un ambiente favorevole alla creazione di posti di lavoro e per rispondere ai bisogni vitali delle popolazioni residenti nelle zone rurali;
72. ritiene indispensabile chiedere alle autorità pubbliche di creare nelle zone rurali servizi di consulenza e di assistenza alla gestione agricola al fine di ammodernare l'agricoltura europea;
73. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere e facilitare la parità delle donne nel mercato del lavoro e la conciliazione tra vita personale e professionale nelle zone rurali, in particolare per quanto riguarda i salari, i diritti pensionistici e previdenziali, la promozione di nuove qualifiche e l'apertura di nuove prospettive e opportunità di lavoro per le donne in campo agricolo e non, in linea con il principio di parità e di non discriminazione nelle politiche e nei programmi dell'UE; chiede inoltre che siano meglio sfruttate le opportunità di piattaforme d'informazione online mirate, di azioni e regimi di sostegno per donne agricoltrici nuove entranti e già avviate e per le donne nelle zone rurali, in particolare nel contesto del FEASR e di altri fondi unionali che sostengono lo sviluppo di progetti, e di aiutare a mantenere infrastrutture e servizi essenziali per la vita quotidiana in ambito rurale, contribuendo a limitare l'esodo delle donne dalle zone rurali; richiama inoltre l'attenzione sulla necessità, soprattutto nelle zone rurali, di strategie sostenibili per mantenere, incoraggiare e sostenere le iniziative imprenditoriali delle donne, le reti e le organizzazioni femminili e il loro ruolo nel processo decisionale nel settore agricolo e nelle zone rurali; chiede altresì un accesso facilitato all'istruzione, al finanziamento e all'informazione al fine di facilitare le iniziative imprenditoriali delle donne (ad esempio attraverso l'imprenditoria elettronica), così come la proprietà di imprese e il loro sviluppo da parte delle donne;
74. invita gli Stati membri a rafforzare il ruolo delle parti sociali e delle organizzazioni di assistenza sociale che collaborano con le autorità in materia di controllo dell'applicazione della legislazione sul lavoro, lotta contro il lavoro sommerso e rispetto delle norme di sicurezza e di previdenza sociale per facilitare l'integrazione socio-economica dei lavoratori e dei lavoratori migranti, comprese le donne lavoratrici stagionali, migranti e rifugiate; chiede l'istituzione di un meccanismo per garantire la partecipazione delle donne a tutti i livelli del processo;
75. rammenta che l'area di produzione agricola nell'UE è in diminuzione anno dopo anno; sottolinea che la conservazione delle aree coltivabili è essenziale per garantire posti di lavoro nel mondo rurale; invita gli Stati membri a promuovere un accesso migliore alle terre nelle zone con elevati tassi di disoccupazione e in tale contesto sollecita azioni da realizzare per assicurare che le giovani agricoltrici abbiano accesso al credito e siano in grado di partecipare alla gestione dell'assetto territoriale;
76. richiama l'attenzione sul fatto che il 42% della manodopera agricola è costituita da donne; chiede alla Commissione di rivedere la definizione di azienda agricola a conduzione familiare nell'ottica di agevolare l'accesso delle donne alla formazione e alla consulenza professionale, nonché al capitale e agli utili;
77. invita le autorità nazionali, regionali e locali competenti ad incoraggiare la partecipazione delle donne ai gruppi d'azione locali e lo sviluppo di partenariati locali nel quadro del programma Leader nonché a garantire una partecipazione equilibrata sotto il profilo del genere nei consigli di amministrazione;
o o o
78. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.