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Procedura : 2016/2992(RSP)
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RC-B8-1261/2016

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PV 24/11/2016 - 8.3

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P8_TA(2016)0446

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Giovedì 24 novembre 2016 - Strasburgo
Caso di Ildar Dadin, prigioniero di coscienza in Russia
P8_TA(2016)0446RC-B8-1261/2016

Risoluzione del Parlamento europeo del 24 novembre 2016 sul caso di Ildar Dadin, prigioniero di coscienza in Russia (2016/2992(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti relazioni, raccomandazioni e risoluzioni sulla Russia, in particolare le sue raccomandazioni al Consiglio del 23 ottobre 2012 concernente l'applicazione di restrizioni comuni in materia di visti ai funzionari russi coinvolti nel caso Sergei Magnitsky(1); viste le sue risoluzioni del 13 giugno 2013 sullo Stato di diritto in Russia(2), e del 13 marzo 2014 sulla Russia: condanna dei manifestanti coinvolti nei fatti di Piazza Bolotnaja(3); la raccomandazione al Consiglio del 2 aprile 2014 concernente l'applicazione di restrizioni comuni in materia di visti ai funzionari russi coinvolti nel caso Sergei Magnitsky(4); e le risoluzioni del 23 ottobre 2014 sulla chiusura della ONG "Memorial" (vincitrice del premio Sacharov 2009) in Russia(5), del 12 marzo 2015 sull'assassinio del leader di opposizione russo Boris Nemcov e sullo stato della democrazia in Russia(6), del 10 giugno 2015 sullo stato delle relazioni UE-Russia(7), e del 10 settembre 2015 sulla Russia, in particolare sui casi di Eston Kohver, Oleg Sentsov e Olexander Kolchenko(8),

–  visti i risultati del vertice UE-Russia del 3 e 4 giugno 2013 e le consultazioni in materia di diritti umani del 19 maggio 2013,

–  vista la costituzione russa, in particolare l'articolo 29, che tutela la libertà di espressione, e l'articolo 31, che include il diritto di riunirsi pacificamente,

–  visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che agli inizi di dicembre 2015 l'attivista di opposizione russo Ildar Dadin è stato condannato a tre anni di carcere per aver organizzato una serie di proteste e assemblee pacifiche contro la guerra e che si tratta della prima persona in Russia a essere condannata in applicazione di una severa legge sulle riunioni pubbliche adottata nel 2014;

B.  considerando che Ildar Dadin è stato condannato a tre anni di reclusione, pena superiore a quella di due anni raccomandata dal pubblico ministero; che la sentenza è stata ridotta in appello a due anni e mezzo;

C.  considerando che, durante la prigionia in corso nella colonia penale numero 7 in Carelia, il sig. Dadin ha riferito di avere ripetutamente subito torture, percosse, trattamenti inumani e minacce di morte per mano delle autorità russe;

D.  considerando che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha approvato la richiesta dell'avvocato del sig. Dadin e costretto la Federazione russa a garantire un'indagine effettiva, a trasferire il sig. Dadin in un penitenziario diverso e ad assicurargli la comunicazione con il suo avvocato;

E.  considerando che quello di Ildar Dadin non è un caso isolato e che da resoconti credibili in materia di diritti umani emerge il ricorso sistematico a tortura, maltrattamenti e trattamento inumano nel sistema penale russo; che gli autori e i mandanti delle torture e dei maltrattamenti delle persone in carcere o in strutture penali e detentive spesso godono di impunità;

F.  considerando che il 3 novembre 2016 Thorbjørn Jagland, segretario generale del Consiglio d'Europa, ha espresso ad Alexander Konovalov, ministro della giustizia della Federazione Russa, la propria preoccupazione per le accuse di maltrattamento ai danni di Ildar Dadin;

G.  considerando che il numero di prigionieri politici in Russia è aumentato considerevolmente negli ultimi anni e attualmente, secondo il centro per i diritti umani Memorial, ammonta a 102, tra i quali Alexander Kostenko Fedorovic, Ivan Nepomnyaschih, Dmitry Buchenkov, Vladimir Ionov, Maxim Panfilov e altri; che nel 2015 è risultato che la Russia ha violato la convenzione europea dei diritti dell'uomo 109 volte, in altre parole più di qualsiasi altro paese;

H.  considerando che nel 2015 sono stati registrati 197 decessi in custodia di polizia, di cui 109 causati da "improvviso peggioramento delle condizioni di salute" e 62 da suicidi, il che è indizio di abusi, torture e maltrattamenti generalizzati di detenuti nel sistema penitenziario della Federazione russa;

I.  considerando che il 26 ottobre 2016 un tribunale di Mosca ha inflitto una multa di 300 000 rubli al Centro analitico Yuriy Levada (Centro Levada), una delle tre principali organizzazioni che studiano l'opinione pubblica in Russia, per non essersi registrato come "agente straniero";

J.  considerando che il Presidente Putin ha recentemente firmato un ordine in base al quale la Russia si rifiuta d'ora in poi di partecipare allo Statuto di Roma della Corte penale internazionale (CPI); che in una dichiarazione il ministero degli esteri russo ha descritto il lavoro della CPI come "inefficace e unilaterale" e ha espresso preoccupazione per la sua indagine sugli eventi dell'agosto 2008 in Ossezia del Sud; che i procuratori della CPI hanno pubblicato un rapporto sul sito web della Corte in cui si afferma che l'occupazione russa è accompagnata da molestie e intimidazioni nei confronti dei tatari di Crimea;

K.  considerando che nell'ottobre 2016 il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha deciso di non rieleggere la Russia come membro, dopo che più di 80 organizzazioni impegnate nel campo dei diritti umani e degli aiuti internazionali avevano firmato una lettera sollecitando i membri delle Nazioni Unite a bloccare l'elezione della Russia a detto organismo;

1.  chiede il rilascio immediato e incondizionato di Ildar Dadin e di tutte le persone detenute sulla base di accuse false o infondate o per aver esercitato il proprio diritto alla libertà di espressione e di riunione;

2.  esprime profonda preoccupazione per il fatto che il codice penale della Federazione Russa è stato modificato mediante un articolo che impone nuove restrizioni ai raduni pubblici e prevede che tali raduni siano considerati reato;

3.  sollecita le autorità russe a condurre un'indagine approfondita e trasparente, cui partecipino esperti indipendenti in materia di diritti umani, in merito alle accuse di torture e maltrattamenti formulate da Ildar Dadin; chiede un'indagine indipendente sulle accuse di torture, abusi e trattamenti degradanti e inumani commessi da funzionari statali nelle strutture di detenzione, nelle prigioni e nei campi di lavoro russi;

4.  invita la Federazione russa, a questo proposito, a effettuare una profonda revisione del suo sistema penitenziario al fine di intraprendere una riforma radicale del sistema e ad applicare pienamente le norme concordate in base alle pertinenti convenzioni internazionali;

5.  esprime solidarietà con le persone arrestate in Russia e nei territori temporaneamente occupati dell'Ucraina, inclusi i tatari di Crimea, sulla base di accuse false e infondate, e chiede il loro immediato rilascio;

6.  ricorda alla Russia l'importanza del pieno rispetto dei suoi obblighi giuridici internazionali, in quanto membro del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, nonché dei diritti umani fondamentali e dello Stato di diritto, come sancito da diversi trattati e accordi internazionali che la Russia ha firmato e di cui è parte; sottolinea che la Federazione russa può essere considerata un partner affidabile nel settore della cooperazione internazionale solo se rispetta i suoi obblighi nell'ambito del diritto internazionale; esprime a tale proposito preoccupazione per il decreto presidenziale con cui la Russia si ritira dallo Statuto di Roma della Corte penale internazionale;

7.  invita il governo russo ad adottare misure concrete e immediate per conformarsi a tutte le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti della Russia; si rammarica, a tale riguardo, del fatto che la Federazione russa, in una nuova legislazione adottata nel dicembre 2015, abbia autorizzato la sua Corte costituzionale a ribaltare le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo;

8.  esorta il Consiglio a definire una politica unitaria nei confronti della Russia che vincoli i 28 Stati membri e le istituzioni dell'UE a un forte messaggio comune sul ruolo dei diritti umani nelle relazioni UE-Russia e sul rispetto del diritto internazionale; invita il VP/AR, congiuntamente al SEAE e alla Commissione, a elaborare una strategia sostanziale e concreta a sostegno della società civile russa e delle sue organizzazioni, facendo uso dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani;

9.  invita il Consiglio ad adottare una serie di sanzioni mirate per punire i responsabili del maltrattamento di Ildar Dadin e di altri attivisti per i diritti umani;

10.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al servizio europeo per l'azione esterna, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa nonché al Presidente, al governo e al parlamento della Federazione russa.

(1) GU C 68 E del 7.3.2014, pag. 13.
(2) GU C 65 del 19.2.2016, pag. 150.
(3) Testi approvati, P7_TA(2014)0253.
(4) Testi approvati, P7_TA(2014)0258.
(5) GU C 274 del 27.7.2016, pag. 21.
(6) GU C 316 del 30.8.2016, pag. 126.
(7) GU C 407 del 4.11.2016, pag. 35.
(8) Testi approvati, P8_TA(2015)0314.

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