Risoluzione del Parlamento europeo del 15 febbraio 2017 sulla relazione 2016 della Commissione sulla Bosnia-Erzegovina (2016/2313(INI))
Il Parlamento europeo,
– visto l'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra,
– visto il protocollo di adeguamento dell'ASA tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, per tener conto dell'adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea, siglato il 18 luglio 2016 e firmato il 15 dicembre 2016,
– vista la domanda di adesione all'Unione europea presentata dalla Bosnia-Erzegovina il 15 febbraio 2016,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 19-20 giugno 2003 sui Balcani occidentali e l'allegata "Agenda di Salonicco per i Balcani occidentali: procedere verso l'integrazione europea",
– viste le conclusioni del Consiglio del 20 settembre 2016 sulla domanda di adesione della Bosnia-Erzegovina all'UE,
– viste le conclusioni della Presidenza dell'Unione europea del 13 dicembre 2016,
– viste la prima riunione della commissione parlamentare di stabilizzazione e di associazione (SAPC) UE-Bosnia-Erzegovina, tenutasi a Sarajevo il 5-6 novembre 2015, e le prime riunioni del consiglio di stabilizzazione e di associazione e del comitato di stabilizzazione e associazione tra la Bosnia-Erzegovina e l'UE tenutesi rispettivamente l'11 e il 17 dicembre 2015,
– viste la dichiarazione finale del presidente del vertice di Parigi dei Balcani occidentali del 4 luglio 2016 e le raccomandazioni delle organizzazioni della società civile per il vertice di Parigi 2016,
– vista la dichiarazione congiunta del 1° agosto 2016 del Vicepresidente/Alto rappresentante (VP/AR) e del commissario per la politica europea di vicinato e i negoziati di allargamento, avente per oggetto l'accordo delle autorità della Bosnia-Erzegovina sulle misure chiave per il cammino del paese verso l'UE,
– vista la dichiarazione congiunta del 17 settembre 2016 del VP/AR e del commissario per la politica europea di vicinato e i negoziati di allargamento, a seguito della decisione della Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina in merito alla giornata della Republika Srpska (RS),
– vista la comunicazione della Commissione del 9 novembre 2016 intitolata "Comunicazione 2016 sulla politica di allargamento dell'UE" (COM(2016)0715), accompagnata dal documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato "Bosnia and Herzegovina 2016 Report" (relazione 2016 sulla Bosnia-Erzegovina) (SWD(2016)0365),
– vista la relazione speciale della Corte dei conti europea intitolata "L'assistenza di preadesione dell'UE per rafforzare la capacità amministrativa nei Balcani occidentali: un meta-audit"(1),
– vista la cinquantesima relazione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dell'Alto rappresentante per l'attuazione dell'accordo di pace sulla Bosnia-Erzegovina(2),
– vista la dichiarazione di novembre 2016 rilasciata a nome dell'Unione europea e dei suoi Stati membri da S. E. João Vale de Almeida, capo della delegazione dell'Unione europea alle Nazioni Unite, in occasione del dibattito svoltosi in seno al Consiglio di sicurezza sul tema della situazione in Bosnia-Erzegovina,
– visti il programma di riforme 2015-2018 per la Bosnia-Erzegovina adottato nel luglio 2015 e il meccanismo di coordinamento adottato dal Consiglio dei ministri della Bosnia-Erzegovina e dai governi della Federazione della Bosnia-Erzegovina e della Republika Srpska il 23 agosto 2016,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul paese,
– visto l'articolo 52 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A8-0026/2017),
A. considerando che l'Unione europea mantiene il proprio impegno per la prospettiva UE della Bosnia-Erzegovina e per la sua integrità territoriale, sovranità e unità; che sono stati compiuti progressi nel percorso di integrazione nell'UE; che il Consiglio ha chiesto alla Commissione di elaborare un parere sulla domanda di adesione della Bosnia-Erzegovina;
B. considerando che il 9 dicembre 2016, a Sarajevo, il Commissario per la politica europea di vicinato e i negoziati di allargamento ha consegnato il questionario alle autorità della Bosnia-Erzegovina;
C. considerando che la sospensione delle misure commerciali autonome sarà revocata non appena sarà stato firmato e applicato in via provvisoria il protocollo sull'adattamento dell'accordo di stabilizzazione e di associazione;
D. considerando che, con l'agenda di riforme 2013-2018 per la Bosnia-Erzegovina, le autorità a tutti i livelli hanno riconosciuto la necessità urgente di avviare un processo di risanamento e di ammodernamento dell'economia, al fine di creare nuovi posti di lavoro e promuovere una crescita economica sostenibile, efficiente, socialmente equa e costante; che la Bosnia-Erzegovina ha dimostrato impegno e disponibilità a intraprendere ulteriori riforme socioeconomiche necessarie per ridurre un tasso di disoccupazione ancora troppo alto per i giovani;
E. considerando che un apparato giudiziario indipendente, funzionale e stabile è importante per garantire lo Stato di diritto e i progressi sulla via dell'adesione all'UE;
F. considerando che permangono alcuni punti critici quanto alla sostenibilità del processo di riconciliazione; che i progressi del processo di adesione all'UE faciliteranno una maggiore riconciliazione;
G. considerando che la Bosnia-Erzegovina non ha ancora attuato le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) relative alle cause Sejdić-Finci, Zornić e Pilav;
H. considerando che la corruzione, anche ai più alti livelli, continua a essere diffusa;
I. considerando che ci sono ancora 74 000 sfollati interni e un numero significativo di rifugiati dalla Bosnia-Erzegovina nei paesi limitrofi, in tutta Europa e in tutto il mondo, nonché 6 808 persone scomparse;
J. considerando che l'istruzione è essenziale per creare e promuovere una società tollerante e inclusiva, nonché per favorire la comprensione culturale, religiosa ed etnica nel paese;
K. considerando che la Bosnia-Erzegovina ha firmato la Convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero (Espoo, 1991);
L. considerando che i (potenziali) paesi candidati saranno giudicati in base ai loro meriti e che la rapidità e la qualità delle necessarie riforme determineranno il calendario di adesione;
1. accoglie con favore l'esame da parte del Consiglio della domanda della Bosnia-Erzegovina di adesione all'UE, nonché la consegna del questionario e attende con vivo interesse il parere della Commissione sul merito di tale domanda; invita le autorità competenti della Bosnia-Erzegovina, a tutti i livelli, a impegnarsi attivamente in questo processo e a cooperare e a coordinarsi nell'ambito della partecipazione al processo per il parere della Commissione, rispondendo alle richieste di informazioni di quest'ultima con un unico insieme di risposte coerenti; sottolinea che questo esercizio fungerà anche da prova di funzionalità dello Stato; ribadisce che il processo di adesione all'UE è un processo inclusivo che coinvolge tutti i soggetti interessati;
2. apprezza e accoglie con favore il ruolo della presidenza tripartita nel creare un incentivo affinché tutti gli altri attori istituzionali, a tutti i livelli, si adoperino per svolgere i propri rispettivi ruoli nel processo globale di avvicinamento del paese all'UE;
3. plaude ai progressi compiuti nell'attuazione del programma di riforme 2015-2018 nonché alla determinazione del paese a portare avanti ulteriormente le riforme istituzionali e socioeconomiche; ricorda che l'approccio rinnovato dell'UE nei confronti della Bosnia-Erzegovina è stato determinato dal difficile contesto socioeconomico e dalla crescente insoddisfazione tra i cittadini; osserva che la situazione è relativamente migliorata, ma sottolinea che è necessaria un'attuazione armonizzata ed efficace del programma di riforme in linea con il piano di azione, al fine di ottenere un cambiamento reale in tutto il paese e apportare miglioramenti tangibili alla vita dei cittadini della Bosnia-Erzegovina;
4. invita a mantenere lo slancio riformistico per trasformare la Bosnia-Erzegovina in uno Stato pienamente efficace, inclusivo e funzionale basato sullo Stato di diritto, che garantisca l'uguaglianza e la rappresentanza democratica di tutti i popoli e i cittadini che la compongono; si duole del fatto che gli sforzi di riforma comuni sono ancora spesso ostacolati da divisioni etniche e politiche, causate da tendenze disgregatrici profondamente radicate, che ostacolano il normale sviluppo democratico del sistema federale, e dall'ulteriore politicizzazione delle amministrazioni pubbliche; sottolinea, inoltre, che la Bosnia-Erzegovina non sarà un candidato con buone prospettive di adesione all'Unione europea fintantoché non siano state definite adeguate condizioni istituzionali; esorta tutti i leader politici a lavorare per apportare le modifiche necessarie, compresa la riforma della legge elettorale, tenendo conto tra l'altro dei principi formulati nelle sue precedenti risoluzioni, tra cui i principi del federalismo, del decentramento e della rappresentazione legittima, in modo da garantire a tutti i cittadini la possibilità di presentarsi come candidati, di essere eletti e di occupare cariche a tutti i livelli politici, su basi paritetiche; ritiene essenziale mantenere il consenso sull'integrazione nell'UE e progredire in maniera concertata sul fronte dello Stato di diritto, ivi comprese la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e la riforma dell'apparato giudiziario e della pubblica amministrazione; sottolinea parimenti la necessità di continuare a concentrarsi in modo efficace sulle riforme politiche e istituzionali, che dovrebbero rimanere la priorità;
5. plaude all'accordo per l'istituzione di un meccanismo di coordinamento per le questioni relative all'UE volto a migliorare la funzionalità e l'efficienza del processo di adesione, anche per quanto riguarda l'assistenza finanziaria dell'UE, e a consentire una migliore interazione con l'UE; chiede una rapida attuazione di tale accordo; chiede inoltre una cooperazione e una comunicazione efficaci tra tutti i livelli di governo e con l'UE, al fine di facilitare l'allineamento e l'attuazione dell'acquis, e di fornire risposte soddisfacenti alle richieste di informazioni della Commissione in tutto il processo per il parere; ritiene inaccettabile che il governo della Republika Srpska stia cercando di istituire canali paralleli di comunicazione adottando disposizioni in materia di segnalazione diretta alla Commissione; chiede un ulteriore rafforzamento del ruolo e delle capacità della Direzione per l'integrazione europea, affinché questa possa assumere pienamente le sue funzioni di coordinamento nell'attuazione dell'ASA e, in generale, nel processo di adesione;
6. esprime soddisfazione per la firma del protocollo di adeguamento dell'ASA, entrato in applicazione in via provvisoria dal 1° febbraio 2017 e che ripristina automaticamente le misure commerciali autonome che erano state sospese dal 1° gennaio 2016; auspica una ratifica rapida e agevole del protocollo;
7. si rammarica del fatto che, a causa dei tentativi di introdurre il blocco etnico nelle modalità di voto della commissione parlamentare di stabilizzazione e di associazione (SAPC), il regolamento interno di tale commissione non è stato ancora adottato e che, di conseguenza, la Bosnia-Erzegovina rimane l'unico paese candidato all'adesione nel quale non è stato possibile costituire regolarmente tale commissione; esorta gli organi che presiedono il parlamento della Bosnia-Erzegovina a trovare senza indugi una soluzione al fine di conformarsi alle prescrizioni del quadro istituzionale e giuridico dell'Unione europea e garantire un reale controllo parlamentare del processo di adesione; ricorda che l'ASA richiede l'adozione del regolamento e che la sua mancata adozione costituisce una violazione diretta dell'attuazione dell'ASA;
8. accoglie positivamente alcuni miglioramenti apportati alla legislazione elettorale in linea con le raccomandazioni dell'OSCE-ODIHR; constata che le elezioni locali del 2 ottobre 2016 si sono svolte nell'insieme in modo ordinato; si rammarica del fatto che, dopo sei anni, i cittadini di Mostar siano ancora privati del diritto democratico di eleggere i propri rappresentanti locali a causa dei continui disaccordi tra i leader politici; esorta a una rapida attuazione della sentenza della Corte costituzionale su Mostar, modificando la legislazione elettorale e lo statuto della città; condanna fermamente l'inaccettabile violenza nei confronti dei funzionari elettorali a Stolac e invita le istituzioni competenti a risolvere la situazione nel rispetto dello Stato di diritto, indagando su tutti gli atti di violenza e le irregolarità elettorali e perseguendo i responsabili; prende atto dell'annullamento delle elezioni a Stolac da parte della commissione elettorale centrale della Bosnia-Erzegovina e chiede che si tengano nuove elezioni secondo norme democratiche, in maniera pacifica e in un clima di tolleranza;
9. si rammarica che il dichiarato impegno politico a combattere la corruzione non si sia tradotto in risultati tangibili; sottolinea che manca una casistica di casi di alto profilo e che il quadro giuridico e istituzionale volto a contrastare la corruzione sistemica, come quella connessa al finanziamento dei partiti politici, gli appalti pubblici, il conflitto di interessi e la dichiarazione patrimoniale, è debole e inadeguato; riconosce i progressi compiuti nell'adozione dei piani d'azione anti-corruzione e nell'istituzione di organi di prevenzione della corruzione a vari livelli di governo e invita a una coerente e rapida attuazione di tali decisioni; osserva con preoccupazione che la frammentazione e la debole cooperazione tra i vari organismi ostacolano l'efficacia delle misure anti-corruzione; chiede che sia introdotta una maggiore specializzazione professionale all'interno delle forze di polizia e dell'apparato giudiziario attraverso appropriati canali di coordinamento; sottolinea la necessità di sviluppare una casistica di controlli efficaci del finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali, di elaborare procedure trasparenti in materia di assunzioni nel settore pubblico in senso lato, nonché di eliminare la corruzione dal ciclo degli appalti pubblici;
10. sottolinea che i risultati del censimento del 2013 costituiscono una base importante da cui partire per rispondere in maniera adeguata al questionario della Commissione e sono essenziali per una programmazione socioeconomica efficace; plaude alla valutazione finale effettuata dall'operazione di controllo internazionale, secondo la quale il censimento in Bosnia-Erzegovina è stato nel suo complesso condotto nel rispetto delle norme internazionali; deplora che la Republika Srpska abbia rifiutato di riconoscere la legittimità dei risultati del censimento e che le autorità della Republika Srpska abbiano pubblicato i propri risultati, diversi rispetto a quelli confermati dall'agenzia di statistica della Bosnia-Erzegovina; esorta le autorità della Republika Srpska a riconsiderare il loro approccio; invita le agenzie statistiche della Bosnia-Erzegovina a compiere progressi significativi in questo campo essenziale e ad allineare le proprie statistiche e metodologie alle norme di Eurostat;
11. ricorda che una pubblica amministrazione professionale, efficace e meritocratica costituisce la spina dorsale del processo di integrazione per qualsiasi paese che aspiri a divenire membro dell'Unione europea; è preoccupato per la frammentazione e la politicizzazione che continuano a caratterizzare la pubblica amministrazione, ostacolando le riforme istituzionali e legislative e rendendo macchinosa e costosa l'erogazione dei servizi pubblici ai cittadini; chiede con urgenza un approccio più armonizzato all'elaborazione e al coordinamento delle politiche tra tutti i livelli di governo, la depoliticizzazione della pubblica amministrazione e del settore pubblico, una migliore pianificazione a medio termine e una strategia chiara in materia di gestione delle finanze pubbliche;
12. ribadisce la propria preoccupazione per la permanente frammentazione in quattro diversi sistemi giuridici; sottolinea l'esigenza di affrontare rapidamente tutte le carenze ancora in essere dell'apparato giudiziario, di rafforzare l'efficienza e l'indipendenza della magistratura, anche attraverso la sua depoliticizzazione, di combattere la corruzione nell'apparato giudiziario e di attuare procedure adeguate di esecuzione delle decisioni dei tribunali; sollecita una rapida adozione del piano d'azione per l'attuazione della riforma del settore giudiziario per il periodo 2014-2018; invita alla piena attuazione delle leggi in materia di tutela dei minori e di accesso effettivo alla giustizia da parte dei minori; plaude all'adozione della legge sul patrocinio gratuito a livello statale e all'introduzione da parte del Consiglio superiore della magistratura di orientamenti sulla prevenzione dei conflitti di interessi, sull'elaborazione di piani d'integrità e sui provvedimenti disciplinari;
13. invita a incrementare l'efficienza complessiva dell'apparato giudiziario, aumentando la trasparenza e l'obiettività del processo di selezione dei nuovi giudici e pubblici ministeri, nonché a rafforzare i meccanismi di responsabilità e di integrità nel sistema giudiziario; sottolinea la necessità di rafforzare i meccanismi di prevenzione dei conflitti di interessi e di istituire meccanismi per la trasparenza delle relazioni finanziarie e delle dichiarazioni patrimoniali nel sistema giudiziario; rileva l'importante ruolo del dialogo strutturato sulla giustizia nella gestione delle carenze dell'apparato giudiziario della Bosnia-Erzegovina; chiede una soluzione legislativa che consenta di registrare l'efficienza del trattamento dei procedimenti giudiziari in tutto il territorio della Bosnia-Erzegovina;
14. si rammarica che un elevato numero di decisioni della Corte costituzionale non siano attuate, compresa, in particolare, la decisione in merito al diritto democratico fondamentale dei cittadini di Mostar di votare alle elezioni comunali; chiede una rapida attuazione di tutte tali decisioni; sottolinea, in particolare, la decisione della Corte costituzionale relativa alla giornata della Republika Srpska, che è stata contestata nel referendum del 25 settembre 2016; ritiene che ciò costituisca una grave violazione dell'accordo di pace di Dayton e un attacco alla magistratura e allo Stato di diritto; sottolinea la necessità del dialogo anziché di iniziative unilaterali; sottolinea che la retorica e le azioni nazionaliste e populiste costituiscono seri ostacoli allo sviluppo e che il rispetto dello Stato di diritto e del quadro costituzionale del paese è di capitale importanza per avanzare nel cammino verso l'UE e mantenere la pace e la stabilità in Bosnia-Erzegovina;
15. condanna fermamente la legge ancora vigente sull'ordine pubblico nella Republika Srpska, che mina i diritti democratici fondamentali della libertà di riunione, della libertà di associazione e della libertà dei media, nonché la disposizione sulla pena di morte nella Republika Srpska; sollecita la piena attuazione della legge sulla libertà di accesso alle informazioni; esorta le autorità ad attuare rapidamente il protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla criminalità informatica relativo all'incriminazione degli atti di natura razzista e xenofoba commessi attraverso l'uso di sistemi informatici;
16. esorta i leader di tutte le parti ad astenersi dalla retorica separatista, nazionalista e secessionista che divide la società, nonché dalle azioni che rappresentano una sfida per la coesione, la sovranità e l'integrità del paese; chiede che piuttosto essi si impegnino seriamente in riforme in grado di migliorare la situazione socioeconomica di tutti i cittadini della Bosnia-Erzegovina, di creare uno Stato democratico, inclusivo e funzionante e di avvicinare il paese all'UE;
17. sottolinea l'importanza della recente decisione della Corte costituzionale in merito al principio dello status costituente e dell'uguaglianza dei tre popoli costitutivi nell'eleggere i propri rappresentanti politici legittimi in base alla rappresentanza legittima e proporzionale all'interno della Camera dei popoli della Federazione di Bosnia-Erzegovina;
18. rileva una soddisfacente cooperazione in materia di crimini di guerra con il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (ICTY) ed esorta a rafforzare la cooperazione regionale per il trattamento delle cause per crimini di guerra; esprime preoccupazione per l'applicazione di norme giuridiche diverse nel trattamento delle suddette cause; si compiace che si stia affrontando l'arretrato delle cause nazionali per crimini di guerra e che sia stato compiuto qualche ulteriore progresso nel perseguire con successo i crimini di guerra che hanno comportato violenze sessuali; accoglie con favore l'accordo firmato tra la delegazione dell'Unione europea e il ministero delle Finanze e del tesoro della Bosnia-Erzegovina per il finanziamento delle attività delle procure e dei tribunali del paese connesse al trattamento dei crimini di guerra;
19. condanna fermamente la decisione dell'ottobre 2016 dell'Assemblea nazionale della Republika Srpska di esprimere apprezzamento ad ex leader della Republika Srpska condannati per crimini di guerra; chiede con urgenza di promuovere il rispetto delle vittime dei crimini di guerra e la riconciliazione; ricorda a tutti i leader politici e alle istituzioni della Bosnia-Erzegovina la loro responsabilità di valutare con obiettività i fatti accaduti in tempo di guerra nel perseguimento della verità, della riconciliazione e di un futuro di pace e di evitare abusi giudiziari per fini politici;
20. plaude ai progressi compiuti per quanto riguarda il perseguimento dei crimini di guerra che hanno comportato violenze sessuali ed esorta le autorità competenti a garantire un migliore accesso alla giustizia da parte delle vittime di violenza sessuale, anche mettendo a disposizione il patrocinio gratuito, rafforzando i servizi psicosociali e sanitari e migliorando i sistemi di risarcimento e di seguito; invita a garantire che i diritti al risarcimento delle vittime di violenza sessuale siano riconosciuti in modo coerente;
21. constata alcuni progressi relativamente ai rifugiati e agli sfollati interni che avevano acquisito tale status a causa della guerra in Bosnia, per quanto riguarda la reintegrazione nelle proprietà e i diritti di occupazione nonché la ricostruzione delle case; invita le autorità competenti a facilitare il loro rientro sostenibile, l'accesso all'assistenza sanitaria, all'impiego, alla protezione sociale e all'istruzione e a rivolgere ulteriore attenzione al risarcimento dei danni per le proprietà che non possono essere restituite;
22. esprime preoccupazione riguardo al numero tuttora elevato di persone disperse in seguito alla guerra; invita le autorità competenti ad affrontare con maggior vigore la questione del loro destino irrisolto, anche intensificando la cooperazione tra le due entità; sottolinea che detta questione è di fondamentale importanza per la riconciliazione e la stabilità nella regione;
23. esprime preoccupazione per la situazione del sistema sanitario in Bosnia-Erzegovina, uno dei più soggetti alla corruzione nel paese; chiede alle autorità di vigilare per prevenire discriminazioni nell'accesso alle cure mediche;
24. constata alcuni progressi nella lotta alla criminalità organizzata; è tuttavia preoccupato per l'assenza di un approccio coerente nell'affrontare la criminalità organizzata a causa della pluralità dei piani d'azione predisposti dai vari organismi di contrasto a diversi livelli; sottolinea la necessità di rafforzare ulteriormente il quadro della cooperazione tra gli organismi; valuta favorevolmente le indagini congiunte, ma sollecita operazioni maggiormente coordinate e un migliore scambio di informazioni; invita a potenziare le capacità degli organi di contrasto anche nel campo dell'antiterrorismo; sollecita le autorità ad adottare misure nella lotta contro il finanziamento del terrorismo e il riciclaggio di denaro e a rafforzare la capacità di condurre indagini finanziarie; plaude alla sottoscrizione dell'accordo di cooperazione operativa e strategica con Europol per la lotta alla criminalità transfrontaliera attraverso, tra l'altro, lo scambio di informazioni e la pianificazione congiunta di attività operative; incoraggia altresì la conclusione di un accordo di cooperazione con Eurojust;
25. insiste sulla necessità di progredire nella lotta contro la tratta di esseri umani; esorta la Federazione a modificare rapidamente il codice penale per bandire la tratta di esseri umani in tutte le sue forme, le cui vittime, per l'80 % dei casi, sono donne e ragazze;
26. invita a rafforzare meccanismi di raccolta, condivisione e analisi dei dati sulla migrazione, dal momento che le statistiche mostrano una tendenza crescente di persone che giungono in Bosnia-Erzegovina dai paesi con un elevato rischio in termini migratori; esorta le autorità competenti a trattare tutti i rifugiati e i migranti che richiedano asilo o che attraversino il suo territorio in conformità del diritto internazionale e dell'UE, e a sviluppare ulteriormente il quadro regolamentare in materia di migrazione e di asilo, a rafforzare il coordinamento interistituzionale e a costruire le capacità necessarie; invita la Commissione a continuare a collaborare con tutti i paesi dei Balcani occidentali sulle questioni legate alla migrazione, al fine di garantire il rispetto delle norme e degli standard europei e internazionali;
27. rileva che la polarizzazione politica del paese, congiuntamente al degrado delle condizioni socioeconomiche, in particolare per i giovani, alimenta il pericolo di diffusione del radicalismo; invita a moltiplicare urgentemente gli sforzi per combattere la radicalizzazione e ad adottare ulteriori misure per individuare, prevenire e contrastare il flusso di combattenti stranieri (i "foreign fighter"), nonché canali di finanziamento non tracciabili destinati a promuovere ulteriore radicalizzazione, anche attraverso la stretta collaborazione con i servizi competenti degli Stati membri dell'UE e dei paesi della regione e l'applicazione delle leggi in materia; chiede un migliore coordinamento tra i servizi di intelligence e di sicurezza e le forze di polizia; incoraggia a risolvere con fermezza e a reprimere i casi di incitazione all'odio e la diffusione di ideologie estremiste attraverso i media sociali; chiede la rapida introduzione di programmi di deradicalizzazione e di prevenzione della radicalizzazione dei giovani in collaborazione con la società civile, attraverso un'educazione completa ai diritti umani che contribuisca a smantellare la retorica sulla radicalizzazione e a costruire la coesione sociale tra i bambini e i giovani; incoraggia a questo proposito una maggiore partecipazione dei giovani al processo politico democratico; esorta le autorità competenti a combattere l'estremismo religioso; osserva con preoccupazione l'esistenza di comunità radicalizzate nel paese e mette in evidenza il ruolo importante dei leader religiosi, degli insegnanti e del sistema di istruzione nel suo complesso sulla questione; sottolinea inoltre la necessità di fornire strumenti per la reintegrazione e la riabilitazione nella società, nonché di migliorare e rafforzare gli strumenti di deradicalizzazione;
28. prende atto dell'impegno attivo della commissione parlamentare mista per la sicurezza e la difesa nel garantire il controllo democratico sulle forze armate della Bosnia-Erzegovina; rileva con preoccupazione le ingenti scorte di armi e munizioni non registrate detenute illegalmente dalla popolazione ed esorta all'eliminazione totale di tali armi; manifesta preoccupazione altresì per la diffusa presenza di armi inadeguatamente conservate e di grandi scorte di munizioni e di armi sotto la responsabilità delle forze armate; sottolinea l'importanza di combattere il traffico di armi ed esorta a rafforzare la cooperazione tra l'Unione europea e la Bosnia-Erzegovina a tal fine; sollecita un approccio globale alle sfide che ancora restano aperte per quanto riguarda lo sminamento del paese entro il 2019;
29. reputa essenziale incrementare la partecipazione del pubblico al processo decisionale e coinvolgere in modo più efficace i cittadini, ivi compresi i giovani, nel processo di adesione all'UE; ribadisce il proprio invito ad attuare, a tutti i livelli di governo, meccanismi di consultazione pubblica trasparenti e inclusivi con le organizzazioni della società civile e a introdurre procedure trasparenti e non discriminatorie per l'assegnazione di finanziamenti pubblici a tali organizzazioni; osserva che la società civile è frammentata e debole sul piano istituzionale e finanziario, con le relative conseguenze sulla sua sostenibilità e indipendenza; chiede ulteriore sostegno da parte dell'UE, migliori meccanismi di coordinamento tra il governo e le organizzazioni della società civile, compresa la messa a punto di un quadro strategico di cooperazione, nonché un coinvolgimento più concreto delle organizzazioni della società civile nel processo di adesione all'Unione; condanna il ripetersi di campagne diffamatorie e attacchi violenti ai danni dei rappresentanti delle organizzazioni della società civile e dei difensori dei diritti umani;
30. sottolinea la necessità di un miglioramento sostanziale del quadro strategico, giuridico, istituzionale e politico per il rispetto dei diritti umani; chiede che siano adottati una strategia nazionale in materia di diritti umani e di non discriminazione e ulteriori provvedimenti per garantire l'efficace attuazione degli strumenti internazionali per i diritti umani firmati e ratificati dalla Bosnia-Erzegovina; chiede che sia adottata rapidamente la legge sulla riforma del difensore civico della Bosnia-Erzegovina; invita a rispettare le raccomandazioni della Commissione internazionale di coordinamento e della Commissione di Venezia nell'adottare tale legge; manifesta preoccupazione per il funzionamento non corretto dell'ufficio del difensore civico, principalmente a causa della carenza di risorse umane adeguate e delle pesanti limitazioni di bilancio; invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a livello federale e nella Republika Srpska ad agevolare il lavoro del difensore civico per i diritti umani;
31. esprime preoccupazione per le perduranti discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità nei settori dell'occupazione, dell'istruzione e dell'accesso all'assistenza sanitaria; chiede che sia adottato un piano d'azione nazionale unico sui diritti delle persone con disabilità; invita a elaborare una strategia completa e integrata per l'inclusione sociale e la rappresentanza della comunità rom; invita a orientare meglio gli interventi di assistenza sociale per raggiungere le fasce di popolazione più vulnerabili; plaude al fatto che alcuni governi e parlamenti hanno iniziato a discutere il tema dei diritti delle persone LGBTI e a elaborare misure specifiche per la loro protezione; invita a garantire la sicurezza e il diritto di riunione delle comunità LGBTI; valuta con favore le modifiche alla legge anti-discriminazione della Bosnia-Erzegovina che estendono all'età, alla disabilità, all'orientamento sessuale e all'identità di genere i motivi di discriminazione contemplati; chiede che tale legge sia adeguatamente messa in atto; accoglie con favore l'introduzione del divieto dei reati generati dall'odio nelle modifiche del codice penale della Federazione della Bosnia-Erzegovina; esorta a inserire nei programmi di studio e di formazione degli ufficiali di polizia, dei pubblici ministeri e dei giudici una formazione sui reati generati dall'odio e a migliorare la cooperazione tra le forze di polizia e gli organi giudiziari nel perseguire i casi di reati generati dall'odio; esorta nuovamente ad abrogare la norma sulla pena di morte che figura nella Costituzione della Republika Srpska;
32. esorta a impegnarsi per rafforzare ulteriormente i sistemi di tutela dell'infanzia al fine di prevenire e affrontare la violenza, l'abuso, l'abbandono e lo sfruttamento dei minori; raccomanda di aumentare lo stanziamento di risorse per la prevenzione e di potenziare ulteriormente il coordinamento tra la comunità e il governo nella tutela dei minori; esorta all'attuazione del piano d'azione della Bosnia-Erzegovina sui minori 2015-2018;
33. rileva che il quadro normativo per la tutela delle minoranze è in gran parte costituito e in linea con la convenzione quadro del Consiglio d'Europa per la tutela delle minoranze nazionali; plaude alla riattivazione del Consiglio delle minoranze nazionali della Federazione della Bosnia-Erzegovina; esprime preoccupazione per il fatto che, a causa della persistente assenza di coordinamento tra Stato ed enti, non si attuino le leggi vigenti e non sia ancora stata adottata la piattaforma strategica sulle minoranze nazionali a livello statale; deplora il persistere della scarsa presenza e partecipazione delle minoranze nazionali ai dibattiti pubblici e politici e nei media;
34. invita ad adoperarsi ulteriormente per promuovere la parità di genere, aumentare la partecipazione delle donne alla vita politica e pubblica e all'occupazione, migliorarne la situazione socioeconomica e rafforzare in generale i diritti delle donne; osserva che le disposizioni giuridiche che prevedono la realizzazione dell'uguaglianza tra donne e uomini sono sostanzialmente in vigore, ma la loro attuazione continua a essere inefficace; rileva con preoccupazione che esiste ancora una discriminazione occupazionale legata alla maternità e che entità e cantoni non hanno armonizzato la normativa in materia di maternità e congedo parentale; evidenzia, inoltre, che le attuali misure attive per il mercato del lavoro volte a sostenere l'impiego di persone disoccupate da lungo tempo e di gruppi vulnerabili, quali le persone con disabilità, non sono attuate in maniera efficace; sottolinea l'importanza di aumentare il tasso di completamento dell'istruzione primaria e secondaria delle ragazze, in particolare delle ragazze provenienti da comunità rom;
35. sottolinea l'importanza di un'effettiva attuazione della legislazione in materia di prevenzione e di lotta contro la violenza basata sul genere, in conformità con le convenzioni internazionali firmate e ratificate dalla Bosnia-Erzegovina in materia di prevenzione e di lotta contro la violenza domestica; accoglie con favore l'impegno delle autorità competenti ad attuare la convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica; chiede di armonizzare la legislazione e le politiche pubbliche con tale convenzione; invita a informare le donne sopravvissute alla violenza in merito alle forme di sostegno e assistenza disponibili e a istituire centri di crisi per le vittime di stupro o di altre forme di violenza sessuale; esprime preoccupazione per la mancata registrazione sistematica dei casi di violenza di genere;
36. deplora il fatto che la Bosnia-Erzegovina continua a violare la Convenzione europea dei diritti dell'uomo omettendo di eseguire le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) nelle cause Sejdić-Finci, Zornić e Pilav; chiede con fermezza di compiere urgentemente passi avanti a tale riguardo per far progredire la prospettiva UE del paese; sottolinea che l'esecuzione di tali sentenze contribuirebbe a costituire una società funzionale e democratica in cui siano garantiti pari diritti a tutti i cittadini; ribadisce che la mancata esecuzione di dette sentenze comporta una palese discriminazione dei cittadini della Bosnia-Erzegovina ed è incompatibile con i valori dell'UE;
37. è preoccupato per i casi di pressioni politiche e di intimidazioni nei confronti dei giornalisti, tra cui aggressioni fisiche e verbali, anche perpetrate da funzionari di alto livello o ex funzionari, nonché per la mancanza di trasparenza nella proprietà dei media; esprime inoltre preoccupazione per l'uso dei procedimenti civili per diffamazione nei confronti di organi di stampa e giornalisti critici; sottolinea la necessità di compiere indagini sulle aggressioni a danno di giornalisti e di garantire un adeguato seguito giudiziario; invita le autorità a condannare fermamente tutti gli attacchi nei confronti di giornalisti e organi di stampa e ad assicurare che tali casi siano indagati a fondo e i responsabili siano assicurati alla giustizia; esorta ad adottare altre misure necessarie per garantire il pieno rispetto della libertà di espressione, della libertà di stampa e della libertà di accesso alle informazioni, sia online sia offline; esorta le autorità della Bosnia-Erzegovina ad adottare misure urgenti per salvare i media di servizio pubblico dal collasso; invita le autorità competenti a garantire l'indipendenza e la stabilità finanziaria delle tre emittenti di servizio pubblico, nonché l'indipendenza politica, operativa e finanziaria dell'autorità di regolamentazione delle comunicazioni; invita le autorità competenti a garantire il pluralismo dei media e la trasmissione dei programmi in tutte le lingue ufficiali della Bosnia-Erzegovina; chiede di completare il passaggio al digitale e di elaborare una strategia in materia di banda larga;
38. rimane preoccupato per la persistente frammentazione, segregazione, inefficienza e complessità del sistema d'istruzione; chiede l'adozione di una base comune nazionale per i programmi scolastici che contribuisca alla coesione nel paese; chiede un migliore coordinamento tra i diversi livelli di governance dell'istruzione al fine di promuovere un sistema di istruzione inclusivo e non discriminatorio e stimolare la cooperazione in campo culturale, religioso ed etnico; esorta le autorità a promuovere i principi della tolleranza, del dialogo e della comprensione interculturale tra i diversi gruppi etnici; esorta all'adozione di misure concrete per migliorare l'efficienza del sistema di istruzione e per eliminare le pratiche di segregazione, garantendo al contempo il diritto a pari opportunità di educazione in tutte le lingue ufficiali della Bosnia-Erzegovina; continua a essere preoccupato per l'elevata percentuale di persone che abbandonano prematuramente l'istruzione e la formazione e per i tassi costantemente elevati di abbandono scolastico tra gli alunni rom; si rammarica per la lentezza con cui si procede ad affrontare e risolvere la questione delle "due scuole sotto lo stesso tetto", delle scuole monoetniche e altre forme di segregazione e discriminazione nelle scuole;
39. apprezza le misure volte a modernizzare la legislazione del lavoro, a migliorare il contesto imprenditoriale e a cercare di eliminare le debolezze del settore finanziario nel quadro del programma di riforme; rileva altresì con soddisfazione l'aumento dell'occupazione regolare e le iniziative intraprese per rafforzare il coordinamento delle politiche economiche; valuta positivamente il programma triennale del meccanismo di finanziamento ampliato (EFF) concordato con il FMI, che dovrebbe migliorare ulteriormente il clima imprenditoriale, ridimensionare l'amministrazione e salvaguardare il settore finanziario; continua a rammaricarsi dell'assenza di uno spazio economico unico e unificato, che nuoce al contesto imprenditoriale, agli investimenti esteri diretti e alle PMI; invita ad affrontare tali questioni a livello nazionale attraverso politiche industriali e per le PMI armonizzate e coordinate; chiede con urgenza alle autorità competenti di definire misure coordinate volte a rafforzare lo Stato di diritto, semplificare le procedure di esecuzione dei contratti e combattere la corruzione nell'economia;
40. si rallegra della leggera riduzione della disoccupazione; rimane preoccupato, tuttavia, per il fatto che la disoccupazione continua ad essere in larga parte di carattere strutturale e che la disoccupazione giovanile rimane elevata, il che produce tassi altissimi di fuga dei cervelli; esorta la Bosnia-Erzegovina a partecipare attivamente ai vari programmi istituiti per i giovani nella regione, come quelli compresi nel quadro dell'agenda positiva per la gioventù dei Balcani occidentali o l'Ufficio di cooperazione giovanile regionale (RYCO); invita le autorità competenti a rafforzare ulteriormente la legislazione esistente e a introdurre politiche attive per il mercato del lavoro rivolte in particolare ai giovani, alle donne, ai gruppi vulnerabili, compresi i rom, e ai disoccupati di lunga durata e atte a rafforzare le capacità dei servizi per l'impiego;
41. deplora che le leggi in materia di lavoro di entrambe le entità siano state adottate mediante la procedura d'urgenza e senza un dialogo adeguato con le parti sociali; rileva che i diritti sindacali e del lavoro sono ancora limitati e sottolinea l'importanza di rafforzare e armonizzare ulteriormente tali leggi in tutto il paese; ricorda che la Bosnia-Erzegovina ha firmato varie convenzioni dell'OIL in cui, tra l'altro, sono riconosciuti i principi del dialogo sociale e dell'importanza della cooperazione tra le parti sociali; sottolinea l'importanza di rafforzare e armonizzare ulteriormente le leggi in materia di salute e sicurezza in tutto il paese; evidenzia inoltre la necessità di riformare e armonizzare i sistemi di tutela sociale frammentati, al fine di promuovere la coesione sociale e di assicurare la protezione sociale alle fasce più vulnerabili;
42. osserva che sono stati conseguiti alcuni progressi nell'ulteriore allineamento di politiche e normative nel settore della tutela ambientale; chiede che si compiano sforzi significativi per l'attuazione e l'applicazione adeguate e sistematiche della legislazione vigente; sottolinea la necessità di adottare una strategia nazionale per il ravvicinamento dell'acquis ambientale, di migliorare il quadro normativo e di rafforzare le capacità amministrative e di controllo; rileva che la normativa che disciplina l'accesso alle informazioni ambientali e la partecipazione del pubblico ai processi decisionali deve essere allineata all'acquis; esorta a realizzare con urgenza l'allineamento con l'acquis dell'UE nell'ambito della protezione della natura; sottolinea che la progettazione e la costruzione di impianti e progetti idroelettrici richiedono la conformità alla legislazione internazionale e dell'UE in materia di ambiente; esorta a non realizzare progetti idroelettrici in ambienti naturali protetti, e ad assicurare che non siano dannosi per la natura; sottolinea la necessità della partecipazione del pubblico e della consultazione della società civile nei progetti pertinenti; esprime preoccupazione per lo scarso progresso nella risoluzione della questione dell'eccessivo inquinamento ambientale transfrontaliero generato dal funzionamento della raffineria di Bosanski Brod;
43. evidenzia che i progetti prioritari dell'UE concordati sull'interconnessione della trasmissione del gas e dell'elettricità con i paesi limitrofi sono stati bloccati a causa della mancata intesa politica su una strategia energetica nazionale; chiede, a questo proposito, di adottare una strategia nazionale per l'energia, nonché un quadro normativo per il gas in conformità del terzo pacchetto energia, in modo da consentire la revoca delle sanzioni della Comunità europea dell'energia; esorta ad approvare una legge sul gas naturale volta ad aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento; esorta le autorità a garantire l'allineamento alle norme e agli obiettivi strategici internazionali e dell'UE nel settore dell'energia e del cambiamento climatico;
44. rileva le carenze del paese in materia di infrastruttura e chiede che si continui a investire in progetti volti a migliorare i collegamenti di trasporto interni della Bosnia-Erzegovina e con i paesi vicini; esorta la Bosnia-Erzegovina a impegnarsi appieno nell'attuazione dell'agenda dell'UE per la connettività; plaude all'adozione, a luglio 2016, della strategia quadro e del piano d'azione per i trasporti a livello nazionale per il periodo 2015-2030; sottolinea che ciò consentirebbe alla Bosnia-Erzegovina di accedere allo strumento di assistenza preadesione (IPA) II; invita le autorità ad allineare il quadro normativo in materia di trasporti con la legislazione pertinente dell'Unione europea, a creare catene di trasporto funzionali ed eliminare le strozzature nel corridoio Vc, nonché ad osservare le norme in materia di appalti e il principio della trasparenza nella selezione degli aggiudicatari, al fine di prevenire abusi e corruzione;
45. si compiace del costante ruolo costruttivo e proattivo della Bosnia-Erzegovina nel promuovere la cooperazione bilaterale e regionale; chiede ulteriori sforzi per risolvere le questioni bilaterali in sospeso, compresa la demarcazione dei confini con la Serbia e la Croazia e i casi di inquinamento transfrontaliero; elogia la Bosnia-Erzegovina per aver ulteriormente aumentato il tasso di allineamento con le dichiarazioni e le decisioni pertinenti dell'UE nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune (PESC), passato dal 62% al 77%; lamenta la decisione da parte delle autorità della Bosnia-Erzegovina di non sostenere le misure restrittive dell'UE nei confronti della Russia, in seguito all'annessione illegale della Crimea da parte della Russia; ricorda alle autorità della Bosnia-Erzegovina che l'allineamento della politica estera è un elemento essenziale dell'adesione all'UE; reputa importante coordinare la politica estera della Bosnia-Erzegovina con quella dell'UE e che l'Unione rimanga attivamente impegnata nel preservare la sicurezza nella Bosnia-Erzegovina; accoglie con favore il protrarsi della presenza dell'operazione ALTHEA, che conserva i mezzi per contribuire alla capacità di deterrenza delle autorità della Bosnia-Erzegovina, qualora la situazione lo richieda, concentrandosi nel contempo sullo sviluppo di capacità e sulla formazione; accoglie inoltre con favore la proroga, a novembre 2016, del mandato di EUFOR da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per un altro anno;
46. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al VP/AR, al Consiglio, alla Commissione, alla Presidenza della Bosnia-Erzegovina, al Consiglio dei ministri della Bosnia-Erzegovina, all'Assemblea parlamentare della Bosnia-Erzegovina, ai governi e ai parlamenti delle entità della Federazione della Bosnia-Erzegovina e della Republika Srpska e del distretto di Brčko, nonché ai governi dei 10 cantoni.