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Procedura : 2017/2594(RSP)
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Ciclo del documento : B8-0381/2017

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B8-0381/2017

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PV 31/05/2017 - 14
CRE 31/05/2017 - 14

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PV 01/06/2017 - 7.11
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P8_TA(2017)0242

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Giovedì 1 giugno 2017 - Bruxelles
La resilienza quale priorità strategica dell'azione esterna dell'UE
P8_TA(2017)0242B8-0381/2017

Risoluzione del Parlamento europeo del 1° giugno 2017 sulla resilienza quale priorità strategica dell'azione esterna dell'UE (2017/2594(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visti l'articolo 21 del trattato sull'Unione europea (TUE) e gli articoli 208, 210 e 214 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  vista la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'EU (EUGS) pubblicata nel giugno 2016,

–  vista la comunicazione della Commissione del 3 ottobre 2012 dal titolo "L'approccio dell'Unione alla resilienza: imparare dalle crisi della sicurezza alimentare" (COM(2012)0586) e il documento di lavoro dei suoi servizi del 19 giugno 2013 dal titolo "Action plan for resilience in crisis-prone countries 2013-2020" (Piano d'azione per la resilienza nei paesi soggetti a crisi 2013-2020) (SWD(2013)0227),

–  viste le conclusioni del Consiglio del 28 maggio 2013 sull'approccio dell'Unione alla resilienza,

–  vista la risoluzione A/RES/70/1 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 25 settembre 2015, intitolata "Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development" (Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile), L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile,

–  vista la decisione della Conferenza di Parigi 1/CP.21 relativa all'entrata in vigore dell'Accordo di Parigi sul cambiamento climatico;

–  visto il quadro di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi 2015-2030, approvato dalla terza Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla riduzione del rischio di catastrofi, tenutasi a Sendai (Giappone) dal 14 al 18 marzo 2015,

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 16 giugno 2016 dal titolo "Action Plan on the Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030: A disaster risk-informed approach for all EU policies" (Piano d'azione sul quadro di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi 2015-2030: Un approccio consapevole dei rischi di catastrofi per tutte le politiche dell'UE) (SWD(2016)0205),

–  vista la relazione del Segretario generale della Nazioni Unite del 23 agosto 2016 sull'esito del vertice umanitario mondiale (A/71/353),

–  vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Vivere in dignità": dalla dipendenza dagli aiuti all'autonomia. sfollamenti forzati e sviluppo", del 26 aprile 2016 (COM(2016)0234),

–  viste le sue precedenti risoluzioni, in particolare quelle dell'11 dicembre 2013 sull'approccio dell'UE alla resilienza e la riduzione del rischio di catastrofi nei paesi in via di sviluppo: imparare dalle crisi della sicurezza alimentare(1), del 16 dicembre 2015 sui preparativi per il vertice umanitario mondiale: Sfide e opportunità per l'assistenza umanitaria(2), e del 14 febbraio 2017 sulla revisione del consenso europeo in materia di sviluppo(3),

–  vista l'interrogazione alla Commissione sulla resilienza come priorità strategica dell'azione esterna dell'UE (O-000033/2017 – B8-0313/2017),

–  vista la proposta di risoluzione della commissione per lo sviluppo,

–  visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che, secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), 1,6 miliardi di persone vivono in 56 paesi identificati come fragili(4); che le situazioni di fragilità hanno cause in gran parte umane; che le situazioni di fragilità aumentano la vulnerabilità delle popolazioni a causa di vari fattori quali conflitti e insicurezza, la mancanza di accesso all'assistenza sanitaria, i trasferimenti forzati, la povertà estrema, la disparità, l'insicurezza alimentare, le crisi economiche, la cattiva governance e la debolezza delle istituzioni, la corruzione e l'impunità, nonché le catastrofi naturali aggravate dall'impatto del cambiamento climatico; che rafforzare la resilienza è particolarmente importante nelle situazioni di fragilità che l'OCSE definisce lungo cinque dimensioni diverse ma collegate tra loro; economica, ambientale, politica, sicuritaria e sociale;

B.  considerando che il concetto di resilienza è utilizzato da anni nelle politiche dell'UE e di altre organizzazioni internazionali e risulta essere in espansione; che le conclusioni del Consiglio del 2013 sulla resilienza definiscono tale concetto come "la capacità di un individuo, una famiglia, una comunità, un paese o una regione di prepararsi a stress e shock, di sopportarli, adattarsi ad essi e riprendersi velocemente senza compromettere le prospettive di sviluppo a lungo termine";

C.  considerando che la strategia globale dell'UE per la politica estera e di sicurezza (EUGS) individua "la resilienza degli Stati e delle società a Est e a Sud" come una delle cinque priorità per l'azione esterna dell'UE e definisce come "la capacità di resilienza degli Stati e delle società di riformarsi, riuscendo così a resistere a crisi interne ed esterne e a riprendersi"; che l'EUGS afferma che "una società resiliente caratterizzata da democrazia, fiducia nelle istituzioni e sviluppo sostenibile è al centro di uno Stato resiliente";

D.  considerando che l'EUGS afferma inoltre che l'Unione europea "adotterà un approccio integrato alle sue politiche umanitaria, di sviluppo, migratoria, commerciale, di investimento, di infrastruttura, dell'istruzione, sanitaria e della ricerca" e, tra l'altro, porterà avanti politiche calibrate a sostegno di una governance inclusiva e responsabile, promuoverà i diritti umani, perseguirà approcci di titolarità locale, basati sui diritti, alla riforma dei settori della giustizia, della sicurezza e della difesa, sosterrà gli Stati fragili, combatterà la povertà e la disuguaglianza e promuoverà lo sviluppo sostenibile, approfondirà le relazioni con la società civile, promuoverà le politiche di riforma dei settori dell'energia e dell'ambiente e sosterrà le risposte sostenibili alla produzione alimentare e all'uso di acqua;

E.  considerando che è necessario un approccio sfaccettato alla resilienza nell'azione esterna dell'UE e che ciò può essere favorito aumentando, in linea con il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo, in particolare l'aiuto allo sviluppo e, se del caso, l'assistenza umanitaria, congiuntamente a politiche ambientali, con una chiara enfasi sulla riduzione della vulnerabilità e del rischio di catastrofi, come strumento fondamentale per ridurre le esigenze umanitarie; che la politica estera e di sicurezza dell'UE ha un ruolo fondamentale nel promuovere la resilienza, in particolare favorendo lo sviluppo sostenibile, i diritti umani e il dialogo politico mentre promuovendo i sistemi di allerta precoce e adoperandosi per la prevenzione di shock sociali e economici, quali fame, un aumento delle disuguaglianze, violazioni dei diritti umani e conflitti violenti e per la loro risoluzione quando si verificano;

F.  considerando che l'UE dovrebbe promuovere un approccio integrato alla sua azione esterna, al tempo stesso rafforzando il suo contributo allo sviluppo sostenibile e riconoscendo il mandato e gli obiettivi di ciascuna politica, come riconosciuto nei trattati; che ciò è particolarmente importante nelle situazioni di crisi e con riferimento all'azione umanitaria dell'UE che non può essere considerata uno strumento di gestione delle crisi e deve essere completamente guidata da principi di aiuto umanitario, di cui al consenso europeo sull'aiuto umanitario, e mirare ad una risposta umanitaria coerente, efficace e di qualità; che l'Unione europea dovrebbe continuare a promuovere il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario da parte di tutte le parti coinvolte in un conflitto;

G.  considerando che l'azione umanitaria dovrebbe rispettare una serie di norme e principi riconosciuti a livello internazionale che sono stati inseriti nel Codice di condotta per il movimento internazionale Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e le organizzazioni non governative durante le operazioni di soccorso in caso di catastrofe e ampiamente ripresi nella "Carta umanitaria"

H.  considerando che la promozione della resilienza deve essere intesa come uno sforzo di lunga durata integrato nella promozione dello sviluppo sostenibile, che sarà sostenibile soltanto se capace di resistere agli shock, alle sollecitazioni e al cambiamento; che nell'ambito della politica estera dell'UE e dei programmi di cooperazione allo sviluppo la promozione della resilienza deve essere adeguata al contesto e cercare di contribuire al rafforzamento delle strategie di resilienza nazionali di cui sono titolari i governi dei paesi partner che devono inoltre rendere conto ai loro cittadini;

I.  considerando che la comprensione del rischio, il rafforzamento della governance del rischio e investimenti in sistemi di allerta precoce e risposta rapida, la prevenzione e la riduzione del rischio di catastrofi, in linea con le priorità del quadro di Sendai, sono essenziali per la resilienza e quindi essenziali per la realizzazione degli OSM;

J.  considerando che l'accento sulle persone dovrebbe rimanere al centro dell'approccio dell'UE alla resilienza, anche collaborando, laddove possibile, con organismi e sviluppando capacità per sostenere questa attenzione a livello nazionale, regionale e locale e riconoscendo e sostenendo il ruolo centrale delle organizzazioni della società civile e delle comunità locali;

K.  considerando che disastri naturali o causati dall'uomo colpiscono in modo differente le donne, le ragazze, i ragazzi e gli uomini, con le disparità di genere che aggravano l'impatto di tensioni e crisi e ostacolano lo sviluppo sostenibile;

L.  considerando che donne e ragazze subiscono le maggiori conseguenze nelle crisi e nei conflitti; che donne e ragazze sono esposte in modo sproporzionato al rischio, con una perdita significativa dei mezzi di sostentamento, della sicurezza, e persino della vita, durante e in seguito a catastrofi; che donne e ragazze affrontano maggiori rischi dovuti allo sfollamento e all'interruzione di strutture di protezione e di sostegno; che in contesti legati alla crisi gli eventuali casi di stupro, sfruttamento sessuale e comportamenti a rischio aumentano considerevolmente la probabilità di gravidanze indesiderate, infezioni trasmesse per via sessuale e complicazioni relative alla salute riproduttiva;

M.  considerando che l'emancipazione delle donne è cruciale ai fini della promozione della resilienza; che per essere efficaci, completi e sostenibili i programmi devono rafforzare e migliorare la resilienza e coinvolgere le donne, indirizzandosi a competenze specifiche e a meccanismi di adattamento;

N.  considerando che la famiglia rappresenta una istituzione importante per lo svolgimento delle funzioni essenziali di produzione, consumo, riproduzione, e crescita connesse al potere sociale ed economico degli individui e delle società; che le famiglie e i loro componenti creano sistemi di sostegno amorevoli e il loro comportamento resiliente può riflettersi nel preservare una normale crescita dell'ottimismo, dell'intraprendenza e della determinazione a dispetto delle difficoltà; che questi punti di forza e queste risorse consentono agli individui di affrontare con successo le crisi e le sfide;

O.  considerando che l'approccio dell'UE alla resilienza nella sua azione esterna dovrebbe prestare una speciale attenzione alle esigenze delle categorie più vulnerabili della popolazione, compresi i più poveri, le minoranze, le popolazioni soggette a sfollamento forzato, le donne, i minori, i migranti, i sieropositivi, le persone LGBTI, le persone con disabilità e gli anziani;

1.  accoglie con favore il riconoscimento dell'importanza di promuovere la resilienza nell'EUGS facendone una priorità strategica dell'azione esterna dell'UE; accoglie con favore il positivo contributo che la maggiore attenzione a livello politico, diplomatico e di sicurezza nei confronti della resilienza può avere nei paesi partner, ma sottolinea che la resilienza non può limitarsi a queste dimensioni;

2.  riafferma l'esigenza per gli Stati membri dell'UE di rispettare i loro impegni nell'ambito dell'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) e di rafforzare la resilienza tramite i loro processi di strategia e pianificazione in materia di sviluppo e di aiuto umanitario; sottolinea l'importanza al riguardo della struttura di analisi dei sistemi di resilienza dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici che contribuisce a tradurre strategie in piani programmatici trasversali e multidimensionali più efficaci;

3.  ritiene che l'attuale approccio dell'UE alla resilienza, compresi gli impegni volti ad affrontare le cause all'origine delle crisi e della vulnerabilità, come indicato nella comunicazione della Commissione del 2012 e nelle conclusioni del Consiglio del 2013, rimanga essenzialmente valido e vada portato avanti, pur riconoscendo la necessità di integrare gli insegnamenti tratti dall'attuazione di tale politica nella nuova comunicazione congiunta; si chiede come la comunicazione prenderà in considerazione elementi provenienti da valutazioni dato che una importante valutazione è pianificata solo nel 2018; ritiene che il piano d'azione 2013-2020 per la resilienza dovrebbe essere pienamente attuato;

4.  sottolinea la natura multidimensionale (umana, economica, ambientale, politica, di sicurezza e sociale) della resilienza e si compiace del fatto che tale concetto sia sempre più importante nel quadro della politica estera e di sicurezza, della cooperazione allo sviluppo e dell'assistenza umanitaria dell'UE; sottolinea che il mandato distinto e gli obiettivi di ciascuna politica devono essere rispettati, promuovendo nel contempo una maggiore coerenza tra le politiche rispetto a uno sviluppo sostenibile; ricorda l'importanza di garantire il principio della coerenza delle politiche in materia di sviluppo in ogni azione esterna dell'UE verificando che le politiche dell'UE non pregiudichino gli sforzi dei paesi in via di sviluppo volti al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile;

5.  sottolinea in particolare la posizione speciale dell'assistenza umanitaria in quanto essa deve essere guidata esclusivamente dalle necessità ed essere attuata nel massimo rispetto dei principi umanitari fondamentali di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza e il rispetto dei diritti umani sancito dalla Convenzione di Ginevra e dai relativi protocolli aggiuntivi; sottolinea che il rispetto dei principi umanitari è essenziale per avere accesso alle popolazioni in stato di necessità e per la protezione degli operatori umanitari;

6.  si compiace del fatto che la fornitura di aiuti umanitari da parte dell'UE e degli Stati membri non dovrebbe essere soggetta alle restrizioni imposte da altri partner donatori per quanto riguarda le cure mediche necessarie, ivi compreso l'accesso all'aborto sicuro per le donne e le ragazze vittime di stupro o di incesto in conflitti armati, ma dovrebbe al contrario osservare il diritto internazionale umanitario;

7.  sottolinea il fatto che lo sviluppo della resilienza nei paesi partner costituisce un processo a lungo termine e che pertanto deve essere integrato in programmi di sviluppo che comprendano i segmenti più vulnerabili della popolazione e negli impegni finanziari; sottolinea che la nuova comunicazione congiunta dovrebbe riconoscere e sostenere la promozione della resilienza quale elemento essenziale delle strategie di sviluppo sostenibile dei paesi partner, in particolare nei paesi fragili; osserva che tali strategie devono essere specifiche al contesto e conformi ai principi di efficacia dello sviluppo, concordati a livello internazionale; la titolarità delle priorità di sviluppo da parte dei paesi partner che ricevono il sostegno (compreso l'allineamento con le strategie nazionali di sviluppo), l'attenzione ai risultati, i partenariati inclusivi e la trasparenza e la responsabilità; sottolinea, al riguardo, l'importante ruolo di controllo e vigilanza del Parlamento europeo, dei parlamenti nazionali e della società civile;

8.  esorta la Commissione a inserire la resilienza e la sua natura multidimensionale come elemento centrale nel suo dialogo politico con i paesi in via di sviluppo;

9.  sottolinea che è fondamentale per tutti che le azioni dell'UE mirate alla resilienza vengano programmate di concerto tra assistenza umanitaria e assistenza allo sviluppo al fine di garantire la massima complementarietà e fare in modo che gli interventi a breve termine pongano le basi per quelli a medio e lungo termine;

10.  sottolinea l'importanza di fornire assistenza tecnica ai paesi meno sviluppati e agli stati deboli, in particolare negli ambiti della gestione sostenibile del territorio, della conservazione degli ecosistemi e dell'approvvigionamento idrico, essendo questi temi fondamentali ai fini del raggiungimento dei benefici sia per l'ambiente che per le popolazioni da esso dipendenti;

11.  ricorda che i poveri sono coloro che molto probabilmente continuano a sentire le conseguenze rilevanti di catastrofi in termini di reddito e di benessere; insiste sul fatto che obiettivo primario e generale della cooperazione allo sviluppo dell'UE è quindi l'eliminazione della povertà nell'ambito dello sviluppo sostenibile al fine di garantire a tutti la dignità e una vita rispettabile;

12.  sottolinea l'importanza della riduzione del rischio di catastrofi nel rafforzamento della resilienza; invita l'UE a garantire che la promozione della resilienza nella nuova comunicazione congiunta sia conforme agli impegni e agli obiettivi assunti nel quadro di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi e attuati attraverso il piano d'azione di Sendai della Commissione europea volto a promuovere un approccio consapevole dei rischi di catastrofe per tutte le politiche dell'UE, e che siano destinate risorse sufficienti a questa priorità; sottolinea che la gestione del rischio è fondamentale per il raggiungimento dello sviluppo sostenibile ed esorta lo sviluppo di strategie inclusive locali e nazionali per la riduzione del rischio di catastrofi e lo sviluppo di un approccio alla gestione del rischio di catastrofi rivolto a tutte le società e a tutte le categorie di rischio, al fine di ridurre la vulnerabilità e migliorare la resilienza; esorta a rafforzare il legame tra riduzione del rischio di catastrofi, adattamento al cambiamento climatico, e politiche e iniziative urbane;

13.  chiede che la resilienza personale e della comunità e l'attenzione nei confronti dei gruppi vulnerabili, compresi i più poveri della società, le minoranze, le famiglie, le donne, i bambini, i migranti, i sieropositivi, le persone LGBTI, le persone con disabilità e gli anziani, rimanga un elemento chiave per la promozione della resilienza nell'ambito dell'azione esterna dell'UE; sottolinea il ruolo centrale svolto dalla società civile e dalle comunità locali nel rafforzamento della resilienza; sottolinea, inoltre, l'importanza di raccogliere e diffondere dati disaggregati per comprendere e affrontare la situazione dei gruppi vulnerabili;

14.  osserva che un consolidamento efficace della resilienza deve riconoscere l'importanza delle famiglie e sostenere la loro capacità di assorbimento delle crisi;

15.  esorta una programmazione a favore delle questioni di genere che rafforzi la partecipazione delle donne e risponda ai timori delle donne sviluppando la loro resilienza alle catastrofi e ai cambiamenti climatici, e che tuteli i diritti delle donne, compresi i diritti di proprietà e la sicurezza della proprietà fondiaria, anche per quanto riguarda acqua, foreste, alloggi e altri beni;

16.  invita a ulteriori sforzi volti a incrementare l'accesso delle donne e delle ragazze all'educazione alla salute e alla salute sessuale, alla pianificazione familiare, alle cure prenatali e alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti, segnatamente ad affrontare l'Obiettivo di sviluppo del millennio (OSM) 5, che non è stato in gran parte soddisfatto, sulla salute materna, compresa la riduzione della mortalità neonatale e infantile e l'eliminazione delle nascite ad alto rischio;

17.  sottolinea l'importanza di accesso all'assistenza sanitaria e ai servizi, quali acqua, sanità e igiene, in situazioni di emergenza, come pure a una pianificazione sanitaria a lungo termine della comunità;

18.  rileva la particolare sfida che gli sfollamenti forzati e protratti rappresentano per molti paesi fragili e colpiti da conflitti e per i loro vicini; sottolinea che la protezione delle persone sfollate deve essere garantita incondizionatamente e che il consolidamento della resilienza e dell'autonomia delle popolazioni colpite e delle loro comunità di accoglienza è di fondamentale importanza, come illustrato nella comunicazione della Commissione "Vivere in dignità"; ricorda l'importanza dell'autonomia nel favorire la dignità e la resilienza;

19.  sottolinea la necessità di ampliare la convenzione sui rifugiati e la convenzione di Kampala per proteggere e assistere gli sfollati in tutto il mondo e le persone vittime di cambiamenti climatici nonché per proteggerle da varie forme di violenza, come la tratta di esseri umani e la violenza di genere, perché potrebbero temere fondatamente di subire persecuzioni o essere a rischio di subire grave pregiudizio;

20.  riconosce la resilienza degli Stati come una dimensione importante della resilienza e sottolinea che la resilienza e la stabilità dei paesi deriva direttamente dal rispetto dei diritti umani, dalla forza della democrazia, dallo Stato di diritto e dalla buona governance, dalla fiducia nelle istituzioni e dalla responsabilità nei confronti dei cittadini del paese, ma soprattutto dal coinvolgimento dei cittadini singolarmente e nelle loro forme associative nell'individuare possibili soluzioni, obiettivi questi che, presi singolarmente e nel loro insieme, devono essere promossi e sostenuti nell'attuazione dell'EUGS; sottolinea l'importanza di promuovere servizi pubblici essenziali, quali l'istruzione, la salute, l'acqua potabile e i servizi igienico-sanitari, volti al miglioramento della capacità di recupero;

21.  sottolinea che il concetto di resilienza nell'azione esterna dell'UE dovrebbe mantenere una portata geografica mondiale; osserva che favorire la resilienza dovrebbe essere un obiettivo di promozione dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile nei paesi partner e non limitarsi alle aree geografiche alle prese con crisi della sicurezza aventi un immediato impatto sull'UE; sottolinea che la promozione della resilienza dovrebbe in ogni caso dare priorità e prestare particolare attenzione ai paesi meno sviluppati, agli Stati fragili e ai paesi soggetti a crisi ricorrenti e stagionali, affrontando le cause all'origine delle crisi, in particolare sostenendo attività di prevenzione e preparazione;

22.  sottolinea l'importanza dei sistemi di allerta rapida e delle capacità di risposta precoce come meccanismo per promuovere la resilienza e invita l'UE a intensificare i suoi sforzi in questo settore, in particolare promuovendo una più stretta cooperazione tra i diversi soggetti operanti sul campo, in particolare presso le delegazioni dell'UE, e sviluppando analisi congiunte nei contesti fragili e scambi all'interno di regioni particolarmente esposte al rischio di catastrofi naturali che devono fronteggiare rischi del genere, che permettano una migliore comprensione e una risposta più coordinata in tutte le politiche dell'UE e tra le istituzioni dell'UE e gli Stati membri;

23.  chiede che siano destinate risorse sufficienti alla promozione della resilienza, in linea con una delle priorità strategiche dell'UE; auspicherebbe una riflessione strategica in vista del prossimo quadro finanziario pluriennale sul modo in cui l'UE può utilizzare in modo più efficiente gli strumenti di finanziamento esterni esistenti e i meccanismi innovativi, continuando ad allinearli ai principi di efficacia dello sviluppo concordati a livello internazionale, per integrare sistematicamente la resilienza nelle strategie e nei programmi di sviluppo e assistenza; sottolinea che le azioni possono essere finanziate da diversi strumenti che operano in modo complementare e sottolinea che le risorse provenienti da strumenti di cooperazione allo sviluppo devono mantenere la riduzione della povertà come obiettivo fondamentale;

24.  sottolinea la necessità di rafforzare e sviluppare l'istruzione in materia di catastrofi e crisi e di migliorare la diffusione, la raccolta e la comunicazione di informazioni e la conoscenza che contribuiranno a rafforzare la resilienza collettiva e a promuovere cambiamenti comportamentali e una cultura di preparazione alle catastrofi;

25.  incoraggia una maggiore collaborazione tra il settore pubblico e privato in materia di resilienza; ricorda, in questo contesto, l'importanza della comunicazione della Commissione su "Un ruolo più incisivo del settore privato nella crescita inclusiva e sostenibile dei paesi in via di sviluppo"; invita la Commissione ad agevolare ulteriormente il coinvolgimento del settore privato creando incentivi e l'ambiente adatto per soggetti privati in modo che questi vengano coinvolti nel consolidamento della resilienza e riducano i rischi nei paesi partner;

26.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

(1)GU C 468 del 15.12.2016, pag. 120.
(2)Testi approvati, P8_TA(2015)0459.
(3)Testi approvati, P8_TA(2017)0026.
(4)OCSE (2016), States of Fragility 2016: Understanding violence, Edizioni OCSE, Parigi.

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