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Procedura : 2017/2663(RSP)
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B8-0535/2017

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CRE 03/10/2017 - 10

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Mercoledì 4 ottobre 2017 - Strasburgo
Eliminazione del matrimonio infantile
P8_TA(2017)0379B8-0535/2017

Risoluzione del Parlamento europeo del 4 ottobre 2017 sull'eliminazione del matrimonio infantile (2017/2663(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, in particolare l'articolo 16, e tutti gli altri trattati e strumenti delle Nazioni Unite riguardanti i diritti umani,

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989,

–  vista la sua risoluzione del 27 novembre 2014 sul 25° anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia(1),

–  visto l'articolo 16 della Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna,

–  visto l'articolo 23 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,

–  visto l'articolo 10, paragrafo 1, del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali,

–  visto l'articolo 3 del trattato sull'Unione europea,

–  vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare l'articolo 9,

–  visto il documento di lavoro congiunto dal titolo "Gender Equality and Women's Empowerment: Transforming the Lives of Girls and Women through EU External Relations 2016-2020" (Parità di genere ed emancipazione femminile: trasformare la vita delle donne e delle ragazze attraverso le relazioni esterne dell'UE 2016-2020)",

–  viste le conclusioni del Consiglio del 26 ottobre 2015 relative al piano d'azione sulla parità di genere 2016-2020,

–  visto il piano d'azione dell'Unione europea per i diritti umani e la democrazia (2015-2019),

–  visti gli orientamenti dell'UE in materia di promozione e tutela dei diritti del bambino (2017) – "Non lasciare indietro nessun bambino",

–  visto il Consenso europeo in materia di sviluppo, che evidenzia l'impegno dell'UE a integrare i diritti umani e la parità di genere, in linea con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile,

–  visti gli articoli 32, 37 e 59, paragrafo 4, della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (convenzione di Istanbul),

–  vista la relazione del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) del 2012 dal titolo "Marrying Too Young – End Child Marriage" (Troppo giovani per sposarsi – Porre fine al matrimonio infantile),

–  visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che l'UE è impegnata a promuovere i diritti dei minori e che i matrimoni infantili, precoci e forzati costituiscono una violazione di tali diritti; che l'UE è impegnata a tutelare e promuovere globalmente i diritti del bambino nel quadro della sua politica esterna, conformemente alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e ai relativi protocolli opzionali nonché ad altri trattati e norme internazionali pertinenti;

B.  considerando che i matrimoni infantili, precoci e forzati sono considerati una pratica dannosa a norma del diritto internazionale in materia di diritti umani e sono frequentemente associati a gravi forme di violenza sulle donne e le ragazze, compresa la violenza nel contesto familiare;

C.  considerando che i matrimoni infantili, precoci e forzati hanno un effetto devastante sulla realizzazione e l'esercizio globale dei diritti delle donne e delle ragazze, così come sulla loro salute, compresi gravi rischi di complicazioni durante la gravidanza e infezioni da HIV; che tali matrimoni espongono le ragazze ad abusi sessuali, violenza domestica e persino a delitti d'onore;

D.  considerando che il ripristino e l'ampliamento della cosiddetta norma "global gag" destano profonda preoccupazione, dal momento che tale norma riduce i finanziamenti destinati ad organizzazioni come l'UNFPA che offrono alle ragazze vittime di matrimoni infantili servizi relativi alla pianificazione familiare e alla salute sessuale e riproduttiva, al fine di contribuire alla riduzione del rischio di contrazione dell'HIV e di complicazioni durante le gravidanze giovanili;

E.  considerando che i matrimoni infantili, precoci e forzati rappresentano un atto di fondamentale diniego del diritto a disporre autonomamente del proprio corpo e della propria integrità fisica;

F.  considerando che i matrimoni infantili costituiscono una forma di matrimonio forzato dal momento che i bambini, vista la loro età, sono innatamente privi della capacità di acconsentire pienamente, liberamente e consapevolmente al matrimonio o all'età in cui sposarsi;

G.  considerando che nei paesi in via di sviluppo una ragazza su tre si sposa prima di compiere 18 anni, mentre una su nove prima dei 15 anni; che i soggetti più a rischio sono le ragazze, che rappresentano l'82 % dei minori interessati;

H.  considerando che, a causa delle forti pressioni sociali affinché dimostrino la loro fertilità, le spose bambine sono maggiormente esposte a gravidanze precoci e frequenti; che nei paesi a basso e medio reddito le complicazioni durante la gravidanza e il parto sono la principale causa di morte tra le ragazze di età compresa tra 15 e 19 anni;

I.  considerando che esiste una correlazione tra i matrimoni infantili, precoci e forzati e alti tassi di mortalità infantile, un minore ricorso alla pianificazione familiare e gravidanze indesiderate, e che generalmente tali matrimoni segnano la fine del percorso scolastico delle ragazze; che l'abolizione dei matrimoni infantili, precoci e forzati è un elemento ben radicato nell'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 5 e nel traguardo 5.3 dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; che è chiaramente riconosciuto che tali matrimoni rappresentano un ostacolo alla parità di genere e all'emancipazione femminile;

J.  considerando che l'abolizione dei matrimoni infantili, precoci e forzati figura tra le priorità dell'azione esterna dell'UE in materia di promozione dei diritti delle donne, inclusi i diritti umani;

K.  considerando che nei paesi in via di sviluppo oltre il 60 % delle spose bambine non ha ricevuto alcuna istruzione formale e che tale mancanza costituisce una forma di discriminazione di genere; che il matrimonio infantile nega ai bambini in età scolastica il diritto di ricevere gli insegnamenti necessari per il loro sviluppo personale, per prepararsi all'età adulta e per contribuire alla comunità;

L.  considerando che il problema non riguarda soltanto i paesi terzi, ma anche gli Stati membri dell'UE;

M.  considerando che recentemente l'UE ha deciso di sottoscrivere la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (convenzione di Istanbul);

N.  considerando che detta convenzione, oltre a classificare i matrimoni forzati come forma di violenza nei confronti delle donne, chiede che l'atto di forzare un minore a contrarre matrimonio e l'atto di attirare un minore in un altro paese per costringerlo a contrarre matrimonio siano qualificati come reato;

O.  considerando che esiste un numero esiguo di statistiche disponibili a livello nazionale, unionale e internazionale per dimostrare la portata del problema dei matrimoni infantili, precoci e forzati negli Stati membri dell'UE(2);

P.  considerando che con la recente crisi migratoria sono emersi nuovi casi di matrimoni infantili conclusi all'estero, alcuni dei quali riguardavano bambini di età inferiore a 14 anni;

Q.  considerando che i minori, sposandosi, hanno più probabilità di abbandonare gli studi o di vivere in condizioni di povertà;

R.  considerando che in situazioni di conflitto armato e di instabilità l'incidenza dei matrimoni infantili, precoci e forzati è significativamente maggiore;

1.  rammenta il legame tra un approccio basato sui diritti, che contempla tutti i diritti umani, e la parità di genere, e ricorda che l'UE rimane impegnata a promuovere, tutelare e realizzare tutti i diritti umani nonché ad attuare pienamente ed efficacemente la piattaforma di azione di Pechino, la convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW), la convenzione di Istanbul e il piano di azione dell'UE sulla parità di genere e l'emancipazione femminile;

2.  sottolinea che il matrimonio infantile costituisce una violazione dei diritti dei minori nonché una forma di violenza contro donne e ragazze; evidenzia che, in quanto tale, deve essere condannato;

3.  invita l'UE e gli Stati membri a conseguire gli obiettivi dell'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile al fine di combattere più efficacemente le pratiche dannose e assicurare che i responsabili rispondano dei loro atti; invita l'UE e gli Stati membri a collaborare con UN Women, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, l'UNFPA e altri partner per richiamare l'attenzione sulla questione dei matrimoni infantili, precoci e forzati, incentrando gli sforzi sull'emancipazione delle donne, in particolare attraverso l'istruzione, l'emancipazione economica e una maggiore partecipazione ai processi decisionali, nonché sulla tutela e la promozione dei diritti umani di tutte le donne e le ragazze, anche nell'ambito della salute sessuale e riproduttiva;

4.  invita l'UE e gli Stati membri a incrementare l'accesso ai servizi sanitari, anche nell'ambito della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti, per le donne e le spose bambine;

5.  invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ad avvalersi di tutti gli strumenti disponibili, attraverso lo sviluppo di politiche, programmi e normative, ivi inclusi i dialoghi politici e in materia di diritti umani, la cooperazione bilaterale e multilaterale, la strategia "Commercio per tutti", l'SPG+ e altri strumenti, onde affrontare e ridurre la pratica dei matrimoni infantili, precoci e forzati;

6.  invita l'UE e gli Stati membri ad applicare norme giuridiche unificate per quanto concerne la procedura per far fronte alla questione dei matrimoni infantili, anche in vista della ratifica della Convenzione di Istanbul;

7.  invita l'UE e gli Stati membri a collaborare con le autorità di contrasto e i sistemi giudiziari nei paesi terzi nonché a fornire assistenza a livello tecnico e di formazione onde contribuire all'adozione e all'attuazione di normative che vietino i matrimoni precoci e forzati e prevedano, tra l'altro, un'età minima per contrarre matrimonio;

8.  sottolinea la necessità di predisporre misure speciali di riabilitazione e assistenza per le spose bambine, per consentire loro di reinserirsi nei percorsi di istruzione e formazione e di sottrarsi alle pressioni familiari e sociali connesse al matrimonio precoce;

9.  evidenzia la necessità di stanziamenti di bilancio destinati a programmi di prevenzione dei matrimoni infantili, che mirino a creare un contesto in cui le ragazze possano realizzare appieno il proprio potenziale, in particolare attraverso i programmi formativi, sociali ed economici per le ragazze che non frequentano la scuola, i sistemi di protezione dei minori, i centri di accoglienza per donne e ragazze, la consulenza legale e il supporto psicologico;

10.  accoglie con favore i progetti sviluppati nell'ambito del programma Daphne, incentrati sull'assistenza alle vittime e la prevenzione dei matrimoni infantili, precoci e forzati; ritiene che tali progetti debbano essere rafforzati e dotati di finanziamenti adeguati;

11.  chiede di prestare un'attenzione particolare ai minori provenienti dalle comunità svantaggiate e sottolinea la necessità di concentrarsi sulla sensibilizzazione, l'istruzione e l'emancipazione economica, quali modalità per affrontare il problema;

12.  pone l'accento sulla necessità di elaborare e porre in essere procedure specifiche volte a garantire la tutela dei minori tra i rifugiati e i richiedenti asilo, conformemente alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo; invita i paesi di accoglienza ad assicurare che i minori rifugiati abbiano pieno accesso all'istruzione e a promuoverne per quanto possibile l'integrazione e l'inclusione nei sistemi d'insegnamento nazionali;

13.  chiede di porre in essere procedure speciali all'interno dei centri di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo, in modo da identificare i casi di matrimoni infantili, precoci e forzati e aiutare le vittime;

14.  sottolinea che è necessario monitorare in modo adeguato e armonizzato i casi di matrimoni infantili negli Stati membri dell'UE, nonché raccogliere dati disaggregati per genere onde poter valutare al meglio la portata del problema;

15.  evidenzia la forte discrepanza tra casi ufficialmente registrati e casi di potenziali vittime che chiedono assistenza, il che sta ad indicare che molti casi di matrimoni infantili potrebbero passare inosservati alle autorità; chiede che gli operatori sociali, gli insegnanti e altro personale a contatto con le potenziali vittime ricevano una formazione specifica e manuali su come individuare le vittime e avviare le procedure per fornire loro assistenza;

16.  invita a rafforzare i progetti e le campagne speciali che fanno parte dell'azione esterna dell'UE in materia di matrimoni infantili, precoci e forzati; evidenzia la necessità di prestare un'attenzione particolare alle campagne di sensibilizzazione e a quelle incentrate sull'istruzione e sull'emancipazione delle donne e delle ragazze nei paesi dell'allargamento e nel vicinato europeo;

17.  sottolinea che l'Unione dovrebbe sostenere e incoraggiare i paesi terzi affinché garantiscano la partecipazione attiva della società civile e assicurino ai minori vittime di matrimoni infantili, precoci e forzati e ai loro rappresentanti un accesso indipendente alla giustizia in modo consono all'età;

18.  pone l'accento sulla necessità di finanziare, nell'ambito dell'assistenza umanitaria, i progetti incentrati sulla prevenzione della violenza di genere e sull'istruzione in situazioni di emergenza, al fine di ridurre la pressione sulle vittime di matrimoni infantili, precoci e forzati;

19.  evidenzia che è necessario individuare i fattori di rischio associati ai matrimoni infantili nelle crisi umanitarie, coinvolgendo le adolescenti, nonché integrare il sostegno alle ragazze sposate in ogni risposta umanitaria sin dall'inizio delle crisi;

20.  condanna fermamente la reintroduzione e l'espansione della cosiddetta norma "global gag" e il suo impatto sull'assistenza sanitaria e sui diritti globali delle donne e delle ragazze; ribadisce il suo appello all'UE e agli Stati membri affinché colmino il divario finanziario lasciato dagli Stati Uniti nell'ambito della salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, sfruttando i fondi per lo sviluppo a livello nazionale e dell'UE;

21.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU C 289 del 9.8.2016, pag. 57.
(2) http://fileserver.wave-network.org/home/ForceEarlyMarriageRoadmap.pdf

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