Risoluzione del Parlamento europeo del 15 novembre 2017 su un piano d'azione per la natura, i cittadini e l'economia (2017/2819(RSP))
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Un piano d'azione per la natura, i cittadini e l'economia" (COM(2017)0198),
– vista la sua risoluzione del 2 febbraio 2016 sulla revisione intermedia della strategia dell'UE sulla biodiversità(1),
– visto il controllo dell'adeguatezza della legislazione dell'UE sulla tutela della natura (direttive Uccelli e Habitat) (SWD(2016)0472),
– vista la relazione speciale n. 1/2017 della Corte dei conti europea dal titolo "Occorre fare di più per realizzare appieno le potenzialità della rete Natura 2000",
– vista la relazione della Commissione dal titolo "Relazione basata sulle direttive Habitat e Uccelli dell'UE 2007-2012: lo stato della natura nell'UE",
– viste le statistiche di Eurostat del novembre 2016 sulla biodiversità,
– viste le conclusioni del Consiglio del 19 giugno 2017 sul piano d'azione dell'UE per la natura, i cittadini e l'economia(2);
– vista l'interrogazione alla Commissione su un piano d'azione per la natura, i cittadini e l'economia (O-000067/2017 – B8-0608/2017),
– visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che solo la metà circa delle specie di uccelli protette e una percentuale ancora inferiore delle altre specie e degli altri habitat protetti nell'Unione godono attualmente di un buono stato di conservazione, e che appena il 50 % di tutti i siti Natura 2000 sono soggetti a piani di gestione che prevedono obiettivi e misure di conservazione;
B. considerando che le direttive sulla tutela della natura svolgono un ruolo importante nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal piano strategico per la biodiversità 2011-2020 della convenzione sulla diversità biologica (CBD), dall'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dall'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici;
C. considerando che, secondo la valutazione dell'Agenzia europea dell'ambiente dal titolo "2015 State of Nature in the EU" (Lo stato della natura nell'UE nel 2015), le principali pressioni e minacce indicate dagli Stati membri sono l'agricoltura e la modifica delle condizioni naturali per quanto riguarda gli ecosistemi terrestri e l'uso di risorse biologiche (pesca) e l'inquinamento per quanto riguarda gli ecosistemi marini; che tutte queste attività sono di natura antropica e hanno un impatto profondo e dannoso sulla natura;
D. considerando che le statistiche del 2016 di Eurostat sulla biodiversità evidenziano che per tutte le 167 specie di uccelli comuni dell'UE è stata registrata una diminuzione globale dal 1990 al 2014(3);
Osservazioni generali
1. accoglie con favore il piano d'azione per la natura, i cittadini e l'economia, che rappresenta un passo nella direzione giusta per realizzare gli obiettivi delle direttive sulla tutela della natura;
2. constatata tuttavia con preoccupazione che gli obiettivi della strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020 e della convenzione sulla diversità biologica non saranno raggiunti in assenza di ulteriori sforzi immediati e sostanziali; sottolinea che gli obiettivi della strategia dell'UE sulla biodiversità 2010 non sono stati raggiunti;
3. rileva che ecosistemi sani e resilienti sono maggiormente in grado di attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici e adattarvisi e, pertanto, limitare il riscaldamento globale; constata che essi resistono meglio agli eventi meteorologici estremi e si riprendono più facilmente da essi, offrendo una vasta gamma di benefici da cui dipendono le popolazioni;
4. osserva che attualmente, in Europa, quasi un quarto delle specie selvatiche rischia l'estinzione e molti ecosistemi si sono deteriorati a tal punto da non essere più in grado di svolgere le loro preziose funzioni; rileva che questa situazione comporta ingenti perdite sociali ed economiche per l'UE, dal momento che le principali cause della perdita di biodiversità – ossia il deterioramento degli habitat, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, l'introduzione e la propagazione di specie esotiche invasive e il cambiamento climatico – sono in aumento, annullando gli effetti positivi delle iniziative volte a prevenire tale fenomeno;
5. rileva che il piano d'azione mira ad "accelerare il progresso verso l'obiettivo della strategia Europa 2020 di arrestare e invertire la perdita di biodiversità e il degrado dei servizi ecosistemici"; si rammarica tuttavia per l'assenza di altri riferimenti alla strategia sulla biodiversità fino al 2020 o alle conclusioni della sua revisione intermedia;
6. ribadisce la necessità di compiere ulteriori sforzi sostanziali e continui per raggiungere gli obiettivi stabiliti per il 2020 e invita la Commissione e gli Stati membri ad attribuirvi maggiore priorità politica;
7. sottolinea la necessità di garantire la piena e scrupolosa attuazione della legislazione dell'Unione sulla tutela della natura;
8. sottolinea che, oltre a progressi sostanziali nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, dell'inquinamento atmosferico e di altre sostanze inquinanti come pure nel miglioramento dell'efficienza energetica e dei materiali, servono ulteriori azioni degli Stati membri miranti a dare piena attuazione alle politiche concordate onde proteggere più efficacemente la biodiversità, le risorse naturali e la salute pubblica;
9. pone l'accento sulla necessità di una maggiore integrazione tra le politiche e le conoscenze per conseguire l'obiettivo di vivere bene nel rispetto dei limiti del nostro pianeta, in linea con la visione a lungo termine del 7° programma di azione in materia di ambiente;
10. si rammarica per l'orizzonte temporale limitato del piano d'azione e invita la Commissione ad avviare senza indugio i lavori sulla prossima strategia in materia di biodiversità per il periodo successivo al 2020;
Partecipazione di tutti gli attori
11. valuta positivamente i quattro settori prioritari individuati dal piano d'azione e sottolinea la necessità di una partecipazione attiva di tutti i pertinenti attori a livello nazionale, regionale e locale affinché le azioni concrete che saranno intraprese affrontino in maniera efficace le carenze riscontrate nell'attuazione delle direttive Uccelli e Habitat;
12. rammenta che, nella relazione speciale n. 1/2017, la Corte dei conti europea ha constatato che il coordinamento tra le autorità responsabili e le altre parti interessate negli Stati membri non era sufficientemente sviluppato;
13. invita la Commissione a fornire un sostegno efficace agli attori nazionali e regionali nel quadro dell'attuazione della legislazione sulla tutela della natura e ai fini del miglioramento delle ispezioni ambientali, anche attraverso lo sviluppo delle competenze e delle capacità e una migliore assegnazione delle risorse;
14. valuta positivamente il fatto che la Commissione intenda aggiornare i documenti di orientamento esistenti ed elaborarne di nuovi in tutte le lingue ufficiali dell'UE, al fine di promuovere una maggiore comprensione della legislazione sul campo e di aiutare le autorità pubbliche ad applicarla correttamente, e invita la Commissione, a tal proposito, a coinvolgere e consultare tutte le parti interessate in questo processo;
15. sottolinea il ruolo svolto dalla società civile nell'assicurare una migliore attuazione della legislazione dell'Unione sulla tutela della natura e pone l'accento sull'importanza delle disposizioni della convenzione di Aarhus a tale riguardo;
16. invita la Commissione a presentare una nuova proposta legislativa concernente norme minime in materia di accesso al controllo giurisdizionale e a effettuare una revisione del regolamento di Aarhus che attua la convenzione per quanto riguarda l'azione dell'Unione, al fine di tener conto della recente raccomandazione del comitato di controllo dell'osservanza della convenzione di Aarhus;
17. valuta positivamente il fatto che, senza pregiudicare gli obiettivi e le esigenze di conservazione definiti nelle direttive sulla tutela della natura, gli approcci di attuazione flessibili che tengono conto delle circostanze nazionali specifiche contribuiscono a ridurre e a eliminare progressivamente i conflitti e i problemi non necessari sorti tra tutela della natura e attività socioeconomiche, nonché ad affrontare le sfide pratiche derivanti dall'applicazione degli allegati delle direttive;
18. invita la Commissione a chiarire il ruolo del Comitato delle regioni per quanto concerne le attività di sensibilizzazione e la promozione della partecipazione e dello scambio di conoscenze a livello locale;
Specie e habitat protetti
19. sottolinea che gli Stati membri devono garantire che le zone Natura 2000 non subiscano deterioramenti e attuare misure di conservazione al fine di mantenere o ripristinare uno stato di conservazione soddisfacente per le specie e gli habitat protetti;
20. chiede la piena attuazione delle direttive sulla tutela della natura onde garantire che le azioni di conservazione intraprese siano in linea con i più recenti progressi tecnici e scientifici;
21. si rammarica che il piano d'azione non presenti una strategia prioritaria e azioni concrete per migliorare la protezione degli impollinatori (in particolare nel quadro degli sforzi volti ad affrontare i rischi per la salute e a contrastare le specie parassite, segnatamente la varroa), il coordinamento delle attività di ricerca, l'armonizzazione dei metodi di analisi e la condivisione dei dati scientifici sugli impollinatori a livello europeo, come richiesto in una precedente risoluzione del Parlamento europeo;
22. esorta nuovamente la Commissione a presentare una strategia dell'UE per la protezione e la conservazione degli impollinatori in pericolo, che affronti in modo completo e trasversale la questione fondamentale dei preoccupanti tassi di mortalità degli impollinatori in Europa, in particolare delle api, che forniscono inestimabili servizi ambientali ed economici;
23. propone di rendere obbligatorie a livello dell'Unione le misure contro la varroa, di sostenere la formazione degli apicoltori riguardo ai metodi di protezione delle api e di incoraggiare le autorità locali e regionali, come pure gli agricoltori e tutti i cittadini, a favorire la diffusione delle specie vegetali, segnatamente delle piante da fiori, nelle zone rurali e urbane per aumentare la disponibilità di piante mellifere;
24. ricorda che l'uccisione illegale degli uccelli, in particolare di quelli delle specie migratorie nel Mediterraneo e dei rapaci in alcuni Stati membri, continua a destare preoccupazione; sottolinea la necessità di un piano coordinato a livello europeo, basato su dati scientifici, per la gestione delle specie di uccelli migratori che attraversano più Stati membri;
25. chiede che sia assicurata la piena ed efficace attuazione del regolamento sulle specie esotiche invasive e che il bilancio dell'UE preveda risorse adeguate a tal fine; sottolinea che l'inserimento di una specie nell'elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale deve basarsi su una valutazione del rischio armonizzata e standardizzata; ritiene che la gestione delle specie esotiche invasive rappresenti una priorità urgente, in special modo nei siti Natura 2000; valuta positivamente la piattaforma online "Rete europea per le informazioni sulle specie esotiche" (EASIN), che agevola l'accesso ai dati su tali specie;
26. sottolinea che la tutela del nostro ambiente naturale condiviso in Europa è essenziale tanto per le nostre economie quanto per il nostro benessere; evidenzia che secondo le stime la rete Natura 2000 ha un valore economico di 200-300 miliardi di euro l'anno e può generare reddito per le comunità locali attraverso il turismo e le attività ricreative e che ecosistemi sani forniscono servizi essenziali quali l'acqua dolce, lo stoccaggio del carbonio, gli insetti impollinatori e la protezione contro le inondazioni, le valanghe e l'erosione costiera(4); sottolinea pertanto che da un punto di vista economico è sensato investire nella rete Natura 2000;
27. ricorda che i siti marini della rete Natura 2000 sono molto meno affermati rispetto a quelli terrestri; invita gli Stati membri interessati ad affrontare questo problema e la Commissione a facilitare la necessaria cooperazione con i paesi terzi per migliorare la protezione dell'ambiente nelle zone marine;
28. accoglie con favore l'azione volta a integrare i servizi ecosistemici nel processo decisionale; si rammarica tuttavia dell'assenza nel piano d'azione di un'iniziativa concreta per impedire perdite nette di biodiversità;
Collegamenti con altri settori di intervento
29. sottolinea l'urgente necessità di agire sui principali fattori di perdita di biodiversità che sono la distruzione e la degradazione degli habitat, causati soprattutto dall'eccessivo consumo del suolo, dall'inquinamento, dall'agricoltura intensiva, dall'uso dei pesticidi chimici di sintesi, dalla diffusione di specie alloctone e dai cambiamenti climatici, e sottolinea altresì la necessità di garantire coerenza tra le diverse politiche dell'Unione;
30. sottolinea che il controllo dell'adeguatezza ha messo in luce la necessità di migliorare la coerenza con la politica agricola comune (PAC) ed evidenzia l'allarmante declino delle specie e degli habitat legato all'agricoltura; invita la Commissione a condurre una valutazione dell'impatto della PAC sulla biodiversità;
31. ribadisce che una delle sei priorità fondamentali per lo sviluppo rurale nell'UE consiste nel ripristino, nella salvaguardia e nel potenziamento degli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura, ivi compreso nelle zone Natura 2000; rammenta i molteplici sforzi compiuti dalle parti interessate nel settore dell'agricoltura, soprattutto nel contesto dell'attuazione delle misure di inverdimento introdotte al momento della revisione della PAC nel 2013;
32. ribadisce il suo invito alla Commissione e agli Stati membri affinché assicurino che i fondi della PAC siano reindirizzati dal sovvenzionamento di attività associate alla perdita di biodiversità verso il finanziamento di pratiche agricole sostenibili dal punto di vista ambientale e il mantenimento della biodiversità correlata;
33. invita inoltre la Commissione e gli Stati membri a esplorare, insieme ai proprietari e agli utilizzatori dei terreni, la possibilità di istituire cosiddetti "servizi verdi e blu" (gestione del paesaggio, della natura e delle risorse idriche) dietro pagamento in base a tassi di mercato;
34. osserva che, in alcune regioni d'Europa, specie identificate nella direttiva Habitat come bisognose di protezione speciale hanno raggiunto un buono stato di conservazione e potrebbero pertanto mettere in pericolo altre specie selvatiche e animali domestici, perturbando in tal modo l'equilibrio naturale dell'ecosistema; invita la Commissione a mettere a punto una procedura di valutazione affinché in determinate regioni sia possibile modificare lo status di protezione delle specie non appena raggiunto l'auspicato stato di conservazione;
35. ricorda che la coesistenza tra l'uomo e i grandi carnivori, soprattutto il lupo, può avere in certe regioni ripercussioni negative sullo sviluppo sostenibile degli ecosistemi e delle zone rurali abitate, in particolare per quanto riguarda l'agricoltura tradizionale e il turismo sostenibile, nonché altre attività socio-economiche; invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure concrete per affrontare tali questioni, in modo da non mettere a repentaglio lo sviluppo sostenibile delle zone rurali, riconoscendo nel contempo la flessibilità disponibile nell'ambito della direttiva Habitat;
36. invita la Commissione a sostenere misure quali la formazione degli agricoltori sulla protezione del bestiame contro i grandi carnivori e la condivisione delle migliori prassi sulla protezione del bestiame negli Stati membri;
37. deplora che la PAC non sia stata sviluppata per proteggere la pastorizia, pratica agricola tradizionale in via di estinzione, che è un importante strumento storico di gestione degli habitat e della conservazione della natura; chiede che il piano d'azione sostenga un quadro di sviluppo per la pastorizia nella rete Natura 2000;
38. invita la Commissione a valutare, in particolare, una gestione adattiva delle catture quale buona prassi per gestire in modo sostenibile le popolazioni di uccelli acquatici sufficientemente abbondanti nell'UE e preservare quelle in diminuzione nell'UE;
39. sottolinea le ingenti perdite di biodiversità nelle zone marine e ritiene che la politica comune della pesca (PCP) dovrebbe promuovere la biodiversità e modelli di produzione e di consumo sostenibili; chiede una valutazione dell'impatto della PCP sulla biodiversità;
Finanziamento
40. accoglie con favore la relazione della Corte dei conti europea sulla rete Natura 2000 e concorda con la valutazione ivi contenuta secondo cui i fondi dell'UE non sono stati mobilitati in misura sufficiente per sostenere la gestione della rete;
41. sottolinea che la responsabilità del finanziamento delle zone Natura 2000 incombe principalmente agli Stati membri ed evidenzia che con ogni probabilità è stata la mancanza di finanziamenti ad aver maggiormente contribuito alle lacune nell'attuazione delle direttive sulla tutela della natura, come rilevato dal controllo dell'adeguatezza;
42. sottolinea che la possibilità di introdurre nuovi meccanismi finanziari a favore della conservazione della biodiversità per raggiungere gli obiettivi stabiliti per il 2020 è compromessa a causa dei termini temporali dell'attuale quadro finanziario pluriennale (QFP); chiede la massima utilizzazione dei mezzi esistenti, compresi lo strumento finanziario per l'ambiente (LIFE), la PAC e i fondi strutturali;
43. plaude alla futura proposta della Commissione volta a incrementare del 10 % la dotazione a favore della natura e della biodiversità nel quadro del programma LIFE;
44. sottolinea che in vista del prossimo QFP servono ulteriori lavori preparatori in termini sia di riesame che di previsione, nell'ottica di garantire finanziamenti adeguati per la conservazione della natura, la biodiversità e l'agricoltura sostenibile nei siti Natura 2000; ritiene che un riesame completo della spesa passata, che ponga l'accento sugli insegnamenti tratti in termini di risultati delle misure attuate in precedenza, sarebbe fondamentale a tale riguardo;
45. chiede che nel prossimo QFP siano inclusi nuovi meccanismi finanziari per la conservazione della biodiversità; invita la Commissione a garantire che i futuri strumenti finanziari per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e regionale prevedano una dotazione specifica per la biodiversità e la gestione della rete Natura 2000, che sono gestite congiuntamente dalle autorità ambientali nazionali e regionali;
46. invita la Commissione ad adeguare più efficacemente i regimi di finanziamento agli obiettivi di Natura 2000 e a introdurre indicatori di prestazione trasversali relativi a Natura 2000 per tutti i pertinenti fondi UE; invita la Commissione a introdurre inoltre un meccanismo di controllo della spesa relativa a Natura 2000 al fine di aumentare la trasparenza, l'obbligo di rendiconto e l'efficacia, integrando tali aspetti nel prossimo QFP;
47. ribadisce che il programma Natura 2000 è generalmente finanziato attraverso il cofinanziamento; invita gli Stati membri a incrementare sostanzialmente i finanziamenti a favore di Natura 2000, onde fissare tassi di cofinanziamento di maggiore attrattiva e ottimizzare l'utilizzo dei fondi, e ad adottare misure volte a ridurre gli oneri amministrativi per i richiedenti e i beneficiari dei progetti;
48. sottolinea il potenziale del finanziamento pubblico-privato per sviluppare servizi ecosistemici, infrastrutture verdi e altri ambiti legati al capitale naturale e valuta positivamente il fatto che lo strumento di finanziamento del capitale naturale continuerà a sostenere i progetti relativi alla biodiversità nel periodo di attuazione 2017-2019;
49. invita la Commissione a promuovere e proporre mezzi per il finanziamento e lo sviluppo di piani di gestione transfrontalieri per le specie di grandi carnivori e chiede inoltre un esame approfondito del ruolo dei grandi carnivori e l'eventuale introduzione di misure di aggiustamento per garantire la conservazione della biodiversità, del paesaggio agricolo e della pratica secolare di far pascolare il bestiame nelle regioni di montagna;
Infrastrutture verdi
50. accoglie positivamente l'impegno assunto nell'ambito del piano d'azione al fine di fornire orientamenti per sostenere lo sviluppo di infrastrutture verdi per una migliore connettività delle zone Natura 2000, ma ribadisce il suo appello a favore di una vera e propria proposta per lo sviluppo di una rete transeuropea per le infrastrutture verdi (TEN-G);
51. sottolinea l'importanza che le autorità competenti degli Stati membri, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate pertinenti, utilizzino in modo più efficace i processi di pianificazione integrata dello spazio, migliorino la comprensione trasversale delle TEN-G attraverso conoscenze specifiche al settore e rendano possibile il finanziamento di una maggiore connettività e delle infrastrutture verdi in generale attraverso i fondi per lo sviluppo rurale e regionale; rileva che questi criteri dovrebbero guidare il QFP post-2020 per la pianificazione delle opere infrastrutturali; osserva che il concetto di infrastrutture verdi contribuisce anche all'istituzione di un'economia sostenibile mantenendo i vantaggi degli ecosistemi e mitigando nel contempo gli effetti negativi delle infrastrutture dei trasporti e dell'energia;
52. sottolinea che dev'essere analizzato il ruolo delle infrastrutture verdi nell'attenuazione degli impatti delle catastrofi naturali collegate ai cambiamenti meteorologici e climatici, dato che tali infrastrutture contribuiscono a mitigare gli effetti negativi di fenomeni meteorologici e climatici estremi, che figurano fra le catastrofi naturali più rovinose e con il più alto bilancio di morti in Europa e nel mondo;
o o o
53. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione.