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Procedura : 2017/2931(RSP)
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Ciclo del documento : B8-0595/2017

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B8-0595/2017

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PV 15/11/2017 - 7
CRE 15/11/2017 - 7

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P8_TA(2017)0442

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Mercoledì 15 novembre 2017 - Strasburgo
Situazione dello Stato di diritto e della democrazia in Polonia
P8_TA(2017)0442B8-0595/2017

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 novembre 2017 sulla situazione dello Stato di diritto e della democrazia in Polonia (2017/2931(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visti i trattati dell'Unione europea, in particolare gli articoli 2, 3, 4, 6 e 7 del trattato sull'Unione europea (TUE),

–  vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  vista la Costituzione della Repubblica di Polonia,

–  viste la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) e la relativa giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo,

–  vista la comunicazione della Commissione, dell'11 marzo 2014, relativa a un nuovo quadro dell'UE per rafforzare lo Stato di diritto (COM(2014)0158),

–  vista la sua risoluzione del 13 aprile 2016 sulla situazione in Polonia(1),

–  vista la sua risoluzione del 14 settembre 2016 sui recenti sviluppi in Polonia e il loro impatto sui diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea(2),

–  vista la raccomandazione della Commissione, del 21 dicembre 2016, relativa allo Stato di diritto in Polonia(3) complementare alla sua raccomandazione del 27 luglio 2016, che tiene conto degli ultimi sviluppi in Polonia alla luce della nomina del nuovo presidente del Tribunale costituzionale,

–  vista la terza raccomandazione della Commissione, del 26 luglio 2017, sullo Stato di diritto(4), nella quale esprime forti preoccupazioni in merito alla prevista riforma della magistratura in Polonia, che a suo avviso amplifica la minaccia sistemica allo Stato di diritto in Polonia già identificata nel quadro della procedura relativa allo Stato di diritto avviata dalla Commissione nel gennaio 2016,

–  viste la risposta del governo polacco del 20 febbraio 2017, con la quale respinge l'ipotesi che esista una minaccia sistemica allo Stato di diritto in Polonia, e la risposta del 29 agosto 2017, con la quale respinge le obiezioni della Commissione concernenti le riforme della magistratura e contesta la sua competenza a valutare il sistema giudiziario,

–  viste le procedure d'infrazione avviate dalla Commissione nei confronti della Polonia, in particolare la procedura del 29 luglio 2017 e il parere motivato del 12 settembre 2017 relativi alla legge sull'organizzazione dei tribunali ordinari, in cui si dichiara l'incompatibilità della legge polacca con il diritto dell'UE, segnatamente l'articolo 157 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), la direttiva 2006/54/CE sull'uguaglianza di genere in materia di occupazione e l'articolo 19, paragrafo 1, TUE in combinato disposto con l'articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  visti gli scambi di opinioni che hanno avuto luogo con Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione, in sede di commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni in data 22 marzo, 31 agosto e 6 novembre 2017,

–  visti gli scambi di opinioni sullo Stato di diritto in Polonia che hanno avuto luogo durante le riunioni del Consiglio Affari generali del 16 maggio e 25 settembre 2017,

–  visti il parere della Commissione di Venezia, del 14 ottobre 2016, sulla legge relativa al Tribunale costituzionale, e la dichiarazione del 24 gennaio 2017 con la quale il presidente della Commissione di Venezia esprime profonda preoccupazione per l'aggravarsi della situazione in Polonia,

–  vista la rimozione in data 18 maggio 2017 di tre verdetti dal sito web del Tribunale costituzionale e dalla sua banca dati giuridica online, relativi alle sentenze del 9 marzo 2016, K 47/15 (che dichiara l'incostituzionalità delle modifiche adottate dal Parlamento polacco alla legge sul Tribunale costituzionale), dell'11 agosto 2016, K 39/16 (che contesta la legalità delle principali disposizioni della seconda legge che modifica il funzionamento del Tribunale costituzionale) e del 7 novembre 2016, K 44/16 (sulla legalità della nomina del presidente e del vicepresidente del Tribunale costituzionale),

–  vista l'adozione, nel giugno e luglio 2017, da parte del parlamento polacco di quattro leggi concernenti la riforma della magistratura, segnatamente: la legge recante modifica della legge sulla Scuola nazionale polacca dei giudici e dei pubblici ministeri, della legge sull'organizzazione dei tribunali ordinari e di alcune altre leggi ("legge sulla Scuola nazionale polacca della magistratura"); la legge recante modifica della legge sul Consiglio nazionale della magistratura e di alcune altre leggi ("legge sul Consiglio nazionale della magistratura"); la legge recante modifica della legge sull'organizzazione dei tribunali ordinari ("legge sull'organizzazione dei tribunali ordinari"); e la legge sulla Corte suprema, che ha sollevato forti preoccupazioni per quanto concerne la violazione della separazione dei poteri e la fine dell'indipendenza della magistratura,

–  vista la lettera del Presidente del Parlamento europeo, del 18 luglio 2017, con la quale esprime le preoccupazioni sollevate dall'ampia maggioranza dei leader dei gruppi politici parlamentari in merito all'adozione delle leggi sulla riforma della magistratura,

–  vista la decisione del presidente polacco, del 27 luglio 2017, di porre il proprio veto a due leggi controverse approvate dal parlamento polacco quello stesso mese e che minacciavano seriamente l'indipendenza della magistratura in Polonia,

–  viste le due proposte del presidente polacco concernenti il Consiglio nazionale della magistratura e la Corte suprema, che fanno emergere dubbi circa la loro conformità alla Costituzione polacca e nelle quali non viene affrontato il problema della separazione dei poteri o dell'indipendenza della magistratura,

–  vista la decisione del Tribunale costituzionale polacco, del 24 ottobre 2017, che determina l'incostituzionalità delle norme previste per l'elezione dei presidenti della Corte suprema e dell'Assemblea generale dei giudici della Corte suprema,

–  visti l'ordinanza provvisoria emessa dalla Corte di giustizia dell'Unione europea il 27 luglio 2017 nella causa C-441/17, mirante a porre fine all'abbattimento di alberi su larga scala nella foresta di Białowieża, alla quale il governo polacco non ha dato attuazione, e il timore che il proseguimento delle attività di abbattimento possa causare "danni gravi e irreparabili" alla foresta durante il tempo che la Corte impiegherà per trattare la causa,

–  viste le ordinanze provvisorie dell'8 giugno 2017 emesse dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per porre fine ai rimpatri sommari verso la Bielorussia e le proposte avanzate nel gennaio 2017 dal ministro dell'Interno per modificare la legge sui cittadini stranieri, che destano preoccupazioni circa la loro compatibilità con il diritto europeo e internazionale,

–  vista la legge sulle riunioni pubbliche, quale emendata nel dicembre 2016, che prevede limitazioni eccessive del diritto di riunione, riconoscendo priorità alle cosiddette "riunioni regolari/cicliche" dedicate a eventi patriottici, religiosi e storici, nonché la possibilità per le autorità di vietare le contromanifestazioni,

–  vista la legge sull'Istituto nazionale per la libertà – Centro per lo sviluppo della società civile, del 15 settembre 2017, che pone l'accesso al finanziamento pubblico per le organizzazioni della società civile, inclusi i fondi dell'UE, sotto il controllo governativo, destando preoccupazioni quanto all'adeguato finanziamento delle ONG, in particolare le organizzazioni a favore dei diritti delle donne,

–  viste le relazioni elaborate da alcune ONG internazionali sullo Stato di diritto e i diritti fondamentali in Polonia, tra cui la relazione di Amnesty International del 19 ottobre 2017 dal titolo "Poland: On the streets to defend human rights" (Polonia: in strada per difendere i diritti umani), e la relazione di Human Rights Watch del 24 ottobre 2017 dal titolo "Eroding Checks and Balances - Rule of Law and Human Rights Under Attack in Poland" (Erosione del sistema di pesi e contrappesi – Stato di diritto e diritti umani sotto attacco in Polonia),

–  visti i pareri dell'OSCE/ODIHR del 5 maggio 2017 sul progetto di modifiche della legge sul Consiglio nazionale della magistratura e di alcune altre leggi in Polonia, del 22 agosto 2017, sul disegno di legge polacco relativo all'Istituto nazionale per la libertà – Centro per lo sviluppo della società civile, e del 30 agosto 2017 su talune disposizioni del disegno di legge sulla Corte suprema polacca, in cui si segnala l'intrinseca incompatibilità delle disposizioni proposte con le norme internazionali e gli impegni assunti nei confronti dell'OSCE,

–  viste le osservazioni conclusive sulla settima relazione periodica della Polonia, adottata dal Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani il 31 ottobre 2016, in cui si esorta la Polonia a intraprendere misure volte a tutelare l'indipendenza del Tribunale costituzionale e della magistratura, nonché a definire più precisamente il reato di terrorismo, in modo da evitare eventuali abusi,

–  visti l'intervento del Canada in seno al Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, del 9 maggio 2017, nell'ambito della revisione periodica universale della Polonia, e la lettera in data 23 ottobre 2017 dell'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani alla Polonia,

–  viste le osservazioni preliminari sulla visita ufficiale in Polonia, il 27 ottobre 2017, del relatore speciale delle Nazioni Unite relative all'indipendenza dei giudici e degli avvocati, nelle quali si esprime preoccupazione per la situazione dell'indipendenza della magistratura in Polonia,

–  vista la risoluzione 2188 (2017) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, dell'11 ottobre 2017, dal titolo "New threats to the rule of law in Council of Europe member States: selected examples" (Nuove minacce allo Stato di diritto negli Stati membri del Consiglio d'Europa: alcuni esempi),

–  viste le continue proteste di massa contro le politiche e le leggi approvate dal governo, in particolare la "protesta nera" dell'ottobre 2016, che ha evitato che fossero apportate modifiche alla legge vigente sull'aborto, la "marcia della libertà" del 6 maggio 2017 e le proteste del luglio 2017 a seguito dell'adozione delle leggi sulla riforma della magistratura,

–  viste la legge del giugno 2017 che limita l'accesso alla pillola contraccettiva di emergenza per le donne e le ragazze, la scheda informativa dell'OMS del giugno 2017 che giudica sicura la pillola contraccettiva di emergenza e ne raccomanda la disponibilità quale elemento necessario dell'assistenza sanitaria in ambito riproduttivo, nonché la decisione di esecuzione della Commissione, del 7 gennaio 2015, che modifica l'autorizzazione all'immissione in commercio accordata dalla decisione C(2009)4049 a "ellaOne – ulipristal acetato", un medicinale per uso umano,

–  visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che l'UE si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze; che questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini; che il referendum del 2003 ha sancito l'adesione del popolo polacco a tali valori;

B.  considerando che l'articolo 9 della Costituzione polacca afferma che la Repubblica di Polonia rispetta il diritto internazionale in quanto vincolante;

C.  considerando che l'azione dell'UE poggia sulla presunzione di fiducia reciproca, ossia sul fatto che gli Stati membri agiscano in conformità della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali sanciti dalla CEDU e dalla Carta dei diritti fondamentali;

D.  considerando che lo Stato di diritto è uno dei valori comuni sui quali si fonda l'UE e che la Commissione, di concerto con il Parlamento e il Consiglio, è tenuta in virtù dei trattati a garantire il rispetto dello Stato di diritto quale valore fondamentale dell'Unione, come pure ad assicurare il rispetto del diritto, dei valori e dei principi dell'UE;

E.  considerando che detti principi comprendono: la legalità, incluso un processo trasparente, responsabile e democratico di emanazione delle leggi; la certezza del diritto; il divieto di arbitrarietà del potere esecutivo; l'indipendenza e l'imparzialità del giudice; un controllo giurisdizionale effettivo, anche per quanto riguarda il pieno rispetto dei diritti fondamentali e l'uguaglianza dinanzi alla legge;

F.  considerando che l'indipendenza della magistratura è sancita dall'articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali e dall'articolo 6 della CEDU ed è un requisito essenziale del principio democratico della separazione dei poteri, che trova riscontro anche nell'articolo 10 della Costituzione polacca;

G.  considerando che è opportuno tutelare la libertà di associazione; che una società civile vivace e il pluralismo dei mezzi di informazione svolgono un ruolo determinante nel promuovere una società aperta e pluralistica e la partecipazione del pubblico al processo democratico, come pure nel rafforzare la responsabilità dei governi; che le ONG dovrebbero ricevere finanziamenti adeguati;

H.  considerando che il rifiuto del governo polacco di dare attuazione all'ordinanza della Corte di giustizia dell'Unione europea sull'abbattimento di alberi nella foresta di Białowieża, come pure quello di rispettare le ordinanze provvisorie della Corte europea dei diritti dell'uomo per quanto riguarda i rimpatri verso la Bielorussia rappresentano segnali evidenti del mancato rispetto da parte della Polonia dei trattati dell'UE;

I.  considerando che decine di manifestanti sono stati sottoposti a processo ai sensi del codice per i reati minori e, in alcuni casi, ai sensi del codice penale; che, secondo quanto riferito, oltre 300 persone avrebbero ricevuto un ordine di comparizione da parte della polizia in relazione alla loro partecipazione alle manifestazioni dell'ottobre 2017;

J.  considerando che, secondo la Carta dei diritti fondamentali, la CEDU e la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, la salute sessuale e riproduttiva delle donne è connessa a molteplici diritti umani, tra cui il diritto alla vita e alla dignità, la libertà da trattamenti disumani e degradanti, il diritto di accesso all'assistenza sanitaria, il diritto al rispetto della vita privata, il diritto all'istruzione e il divieto di discriminazione, il che trova riscontro anche nella Costituzione polacca;

K.  considerando che negare l'accesso ai servizi concernenti la salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, compreso l'aborto sicuro e legale, costituisce una violazione dei diritti fondamentali delle donne; che il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha chiesto alla Polonia di astenersi dall'adottare qualsiasi riforma legislativa che si potrebbe configurare come retrocessione di una legislazione già restrittiva per quanto riguarda l'accesso delle donne all'aborto sicuro e legale; che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato la Polonia in più occasioni, a causa dell'interpretazione restrittiva di tale diritto da parte del paese;

1.  sottolinea che è di fondamentale importanza sostenere i valori comuni europei sanciti all'articolo 2 TUE e nella Costituzione polacca, nonché garantire i diritti fondamentali stabiliti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;

2.  ribadisce la posizione espressa nelle sue risoluzioni del 13 aprile 2016 e del 14 settembre 2016; riafferma, in particolare, le sue preoccupazioni riguardo ai rapidi sviluppi legislativi che stanno avendo luogo in numerosi settori senza consultazioni adeguate o senza la possibilità di effettuare una revisione costituzionale indipendente e legittima, con il rischio di pregiudicare in modo sistematico i diritti umani fondamentali, il sistema democratico di pesi e contrappesi nonché lo Stato di diritto; esprime ancora una volta preoccupazione per il fatto che tali cambiamenti stiano interessando i mezzi d'informazione pubblici, il diritto penale, la legge sulle forze di polizia, la legge sulla pubblica amministrazione, la legge contro il terrorismo, la legge sulle ONG, la legge in materia di asilo nonché la libertà di riunione e i diritti delle donne;

3.  deplora con fermezza e con crescente preoccupazione il fatto che non sia stata ancora trovata una soluzione di compromesso per il fondamentale problema del corretto funzionamento del Tribunale costituzionale della Polonia (la sua indipendenza e legittimità nonché la pubblicazione e attuazione delle sue sentenze), il che pregiudica gravemente la Costituzione polacca, la democrazia e lo Stato di diritto nel paese; rileva con profondo rammarico che il governo polacco rifiuta di tenere conto delle critiche costruttive mosse dai cittadini polacchi e dalle istituzioni nazionali, internazionali e dell'UE, e che non sono state annunciate azioni per affrontare tale problema;

4.  esprime profonda preoccupazione per la nuova formulazione della legislazione concernente la magistratura polacca, soprattutto per quanto riguarda la possibilità che essa pregiudichi in modo strutturale l'indipendenza del potere giudiziario e indebolisca lo Stato di diritto in Polonia;

5.  osserva che il 27 luglio 2017 il presidente Duda ha posto il veto a due leggi controverse che erano state approvate dal parlamento polacco, in quanto incompatibili con la Costituzione, sostenendo che minacciavano seriamente l'indipendenza della magistratura nel paese; chiede un ampio dibattito a livello nazionale con tutte le parti interessate per quanto riguarda la riforma giudiziaria, che dovrebbe difendere lo Stato di diritto e rispettare il diritto dell'UE e le norme europee in materia di indipendenza della magistratura; invita il presidente polacco a firmare le nuove leggi soltanto qualora garantiscano pienamente l'indipendenza del potere giudiziario;

6.  sostiene le raccomandazioni sullo Stato di diritto formulate dalla Commissione nonché la procedura di infrazione da essa avviata nei confronti della Polonia per le violazioni del diritto dell'Unione; prende atto della decisione della Commissione di monitorare, in qualità di custode dei trattati, la situazione in Polonia e il seguito dato alle sue raccomandazioni dalle autorità polacche, pur continuando a offrire pieno sostegno al paese affinché ricerchi soluzioni adeguate per rafforzare lo Stato di diritto;

7.  esorta il governo e il parlamento della Polonia a dare piena attuazione a tutte le raccomandazioni della Commissione e della Commissione di Venezia, nonché ad astenersi dal realizzare qualsiasi riforma che possa mettere a rischio il rispetto dello Stato di diritto, in particolare l'indipendenza della magistratura; chiede, a tale proposito, di rinviare l'adozione di qualsiasi legge fino a quando la Commissione e la Commissione di Venezia non avranno condotto un'adeguata valutazione;

8.  invita il governo polacco a rispettare l'ordinanza temporanea della Corte di giustizia dell'Unione europea, del 27 luglio 2017, di cui alla causa C-441/17 e a sospendere immediatamente l'abbattimento di alberi su larga scala nella foresta di Białowieża, che rischia di provocare danni gravi e irreversibili a questo sito che è patrimonio mondiale dell'UNESCO; chiede al governo polacco di fermare i rimpatri sommari verso la Bielorussia, in modo da rispettare le ordinanze provvisorie e vincolanti della CEDU dell'8 giugno 2017, e di garantire che chi manifesta l'intenzione di chiedere asilo o protezione internazionale ai confini polacchi goda del pieno accesso alla procedura di asilo in Polonia, in linea con gli obblighi internazionali e il diritto dell'UE;

9.  invita il governo polacco a rispettare il diritto alla libertà di riunione, cancellando dall'attuale legge sulle riunioni pubbliche le disposizioni che conferiscono priorità alle riunioni "cicliche" approvate dal governo; esorta le autorità ad astenersi dall'applicare sanzioni penali a coloro che partecipano a riunioni pacifiche o a contromanifestazioni, nonché a ritirare le eventuali accuse penali contro i manifestanti pacifici;

10.  chiede al governo polacco di abrogare la legge sulla creazione di un Istituto nazionale per la libertà – Centro per lo sviluppo della società civile, la quale impedisce l'accesso ai finanziamenti pubblici da parte di gruppi importanti della società civile, come pure di assicurare che la distribuzione dei fondi pubblici alla società civile avvenga in modo equo, imparziale e trasparente, garantendo la rappresentanza pluralistica;

11.  esprime preoccupazione per le notizie diffuse dagli organi di informazione riguardo al fatto che leader dell'opposizione e della società civile sarebbero sorvegliati dalla polizia ed esorta le autorità polacche a condurre un'indagine su tali notizie e a rispettare pienamente la vita privata di tutti i cittadini;

12.  invita il governo polacco ad adottare una posizione ferma per quanto riguarda i diritti delle donne e delle ragazze, offrendo senza discriminazioni una contraccezione gratuita e accessibile nonché mettendo a disposizione i mezzi di contraccezione di emergenza senza prescrizione medica; chiede, in tale contesto, l'abrogazione della legge che limita l'accesso delle donne e delle ragazze alla pillola contraccettiva di emergenza;

13.  critica fermamente qualsiasi proposta legislativa che potrebbe proibire l'aborto in casi di malformazione grave o mortale del feto; sottolinea che l'accesso universale all'assistenza sanitaria, compresi la salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, costituisce un diritto umano fondamentale; ribadisce con fermezza il proprio sostegno a favore delle organizzazioni per i diritti delle donne, le quali sono state di recente oggetto di azioni legali;

14.  chiede al governo polacco di rispettare tutte le disposizioni concernenti lo Stato di diritto e i diritti fondamentali sanciti dai trattati, dalla Carta dei diritti fondamentali, dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dalle norme internazionali in materia di diritti umani, come pure di impegnarsi direttamente in un dialogo con la Commissione;

15.  invita la Commissione a informare il Parlamento con regolarità, in maniera puntuale e trasparente, circa i progressi compiuti e le azioni intraprese;

16.  è del parere che l'attuale situazione in Polonia rappresenti un evidente rischio di violazione grave dei valori di cui all'articolo 2 TUE; incarica la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni di elaborare, a norma dell'articolo 83, paragrafo 1, lettera a), del regolamento del Parlamento europeo, una relazione specifica al fine di votare in Aula una proposta motivata in cui si inviti il Consiglio ad agire ai sensi dell'articolo 7, paragrafo 1, TUE;

17.  ribadisce la necessità di un regolare processo di monitoraggio e dialogo, con il coinvolgimento di tutti gli Stati membri, per salvaguardare i valori fondamentali dell'UE di democrazia, diritti fondamentali e Stato di diritto, prevedendo la partecipazione di Consiglio, Commissione e Parlamento, come indicato nella sua risoluzione del 25 ottobre 2016 con una raccomandazione alla Commissione sull'istituzione di un meccanismo dell'UE in materia di democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali(5) (patto DSD);

18.  invita il governo polacco ad adottare misure adeguate in relazione alla marcia xenofoba e fascista che si è svolta a Varsavia sabato 11 novembre 2017, e a condannarla fermamente;

19.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio, al presidente, al governo e al parlamento della Polonia nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa e all'OSCE.

(1) Testi approvati, P8_TA(2016)0123.
(2) Testi approvati, P8_TA(2016)0344.
(3) Raccomandazione (UE) 2017/146 della Commissione, del 21 dicembre 2016, relativa allo Stato di diritto in Polonia complementare alla raccomandazione (UE) 2016/1374 (GU L 22 del 27.1.2017, pag. 65).
(4) Raccomandazione (UE) 2017/1520 della Commissione, del 26 luglio 2017, relativa allo Stato di diritto in Polonia complementare alle raccomandazioni (UE) 2016/1374 e (UE) 2017/146 (GU L 228 del 2.9.2017, pag. 19).
(5) Testi approvati, P8_TA(2016)0409.

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