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Procedura : 2017/3003(RSP)
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Testi presentati :

RC-B8-0695/2017

Discussioni :

PV 14/12/2017 - 5.3
CRE 14/12/2017 - 5.3

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PV 14/12/2017 - 8.3
CRE 14/12/2017 - 8.3

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P8_TA(2017)0498

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Giovedì 14 dicembre 2017 - Strasburgo
El Salvador: i casi di donne perseguite per aver abortito
P8_TA(2017)0498RC-B8-0695/2017

Risoluzione del Parlamento europeo del 14 dicembre 2017 su El Salvador: i casi di donne perseguite per aver subito un aborto spontaneo (2017/3003(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visti gli articoli 2 e 3 del trattato sull'Unione europea (TUE),

–  visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare gli articoli 8, 19, 157 e 216 e l'articolo 218, paragrafo 6, secondo comma, lettera a),

–  visto il capitolo 7 del piano d'azione UE-CELAC (Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici) 2015-2017 sul genere,

–  visti la dichiarazione e la piattaforma d'azione di Pechino, adottate il 15 settembre 1995 alla quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne, e i successivi documenti finali adottati alle sessioni speciali delle Nazioni Unite di Pechino +5 (2000), Pechino +10 (2005), Pechino +15 (2010) e Pechino +20 (2015),

–  vista la dichiarazione del trio di presidenza dell'UE – Estonia, Bulgaria e Austria – del 19 luglio 2017 sulla parità tra donne e uomini,

–  vista la sua risoluzione del 14 dicembre 2016 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2015 e sulla politica dell'Unione europea in materia(1),

–  visto il regolamento (CE) n. 1567/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 luglio 2003, sul sostegno alle politiche e alle azioni riguardanti la salute e i diritti riproduttivi e sessuali nei paesi in via di sviluppo(2),

–  visto il quinto obiettivo di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite ("miglioramento della salute materna"),

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite del 1979 sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna,

–  viste la revisione del febbraio 2017 dei diritti delle donne in El Salvador e le sue osservazioni conclusive, a cura del Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione contro le donne,

–  visti gli articoli 6, 24 e 39 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo,

–  vista la Convenzione contro la tortura, di cui El Salvador è paese firmatario dal 1996,

–  visto l'articolo 144 del Costituzione della Repubblica di El Salvador, il quale afferma che i trattati internazionali conclusi con altri Stati o con altre organizzazioni internazionali costituiscono leggi della Repubblica e che, in caso di conflitto tra il trattato e la legge, prevale il trattato,

–  visto il quadro per l'uguaglianza di genere e l'emancipazione femminile: trasformare la vita delle donne e delle ragazze attraverso le relazioni esterne dell'UE 2016-2020,

–  vista la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (convenzione di Istanbul),

–  vista la dichiarazione resa l'11 maggio 2015 dal gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla questione della discriminazione nei confronti delle donne nella legislazione e nella pratica,

–  vista la Convenzione interamericana sulla prevenzione, la repressione e l'eliminazione della violenza contro le donne (convenzione di Belém do Pará),

–  visto il decreto legislativo salvadoregno n. 520 ("Legge speciale generale per una vita senza violenza per le donne"),

–  visti gli articoli 133, 135 e 136 del codice penale salvadoregno,

–  vista la dichiarazione dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra'ad Al Hussein, del 17 novembre 2017 a conclusione della sua missione in El Salvador,

–  visto l'articolo 1 della Costituzione della Repubblica di El Salvador,

–  viste la legge di El Salvador sull'uguaglianza, l'equità e l'eliminazione delle discriminazioni nei confronti delle donne, adottata nel 2016, la legge su una vita senza violenza per le donne, adottata nel 2012, nonché la legge sulla protezione generale di bambini e adolescenti (LEPINA), adottata nell'aprile 2009, in virtù della quale è demandato al ministero dell'Istruzione il compito di educare al genere e alla salute riproduttiva, come pure di contrastare la discriminazione delle donne nel sistema di istruzione,

–  visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che l'uguaglianza di genere costituisce un valore cardine dell'UE; che il diritto alla parità di trattamento e alla non discriminazione è un diritto fondamentale sancito dai trattati e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e dovrebbe essere pienamente rispettato, promosso e applicato tanto nella legislazione, nella pratica e nella giurisprudenza quanto nella vita quotidiana;

B.  considerando che agli articoli 36 e 37 delle osservazioni conclusive della sua revisione della situazione dei diritti delle donne in El Salvador, il Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione contro le donne chiede l'abrogazione delle leggi punitive sull'aborto in vigore nel paese;

C.  considerando che dal 2000 almeno 120 donne in El Salvador sono state perseguite per aborto od omicidio a seguito della morte del feto avvenuta negli ultimi mesi di gravidanza, che 26 di loro sono state condannate per omicidio e 23 per aborto, e che tutte le donne condannate stanno scontando pene estremamente lunghe, anche se non sono considerate criminali secondo le norme internazionali; che la maggior parte di tali donne è giovane, povera, ha un'istruzione limitata e proviene da comunità remote; che al momento esistono due casi pendenti soggetti a un procedimento penale; che dopo che la donna ha trascorso gli ultimi dieci anni in carcere, il 13 dicembre 2017 il caso di Teodora del Carmen Vásquez è stato riesaminato dal tribunale di seconda istanza e l'appello è stato respinto, mentre la condanna di Evelyn Beatriz Hernandez Cruz è stata confermata nell'ottobre 2017;

D.  considerando che le donne conosciute come "Las 17" sono quelle che hanno subito le condanne più severe, essendo state punite con decenni di carcere tra il 2000 e il 2011; che un esiguo numero di queste donne è stato rilasciato dopo che i tribunali hanno ribaltato le sentenze precedenti;

E.  considerando che la violenza basata sul genere è un grave problema in El Salvador e che, stando ai dati, ogni tre ore una donna subisce aggressioni sessuali, i casi di stupro si traducono spesso in gravidanze indesiderate e si registra un numero sconvolgente di femminicidi, di cui solo il 5 % è oggetto di procedimenti giudiziari;

F.  considerando che i dipendenti pubblici di qualsiasi autorità, compresi ospedali e cliniche, hanno l'obbligo di segnalare le pazienti sottoposte a cure ostetriche di emergenza, il che costituisce una violazione del diritto del paziente alla riservatezza e crea un clima di stigmatizzazione per le donne; che, a causa di detto obbligo di segnalazione, le donne che subiscono gravi complicanze durante la gravidanza decidono di non ricorrere all'assistenza sanitaria per timore di essere perseguite e imprigionate; che la mancata segnalazione è considerata reato;

G.  considerando che il tasso di omicidi basati sul genere che riguardano donne e ragazze in El Salvador è spaventosamente elevato; che nel 2015 e nel 2016 sono state uccise 1 097 donne, mentre tra gennaio e giugno 2017 ne sono state uccise 201; che, stando all'Organizzazione di donne salvadoregne per la pace (ORMUSA), lo scorso anno la polizia nazionale civile di El Salvador ha registrato 3 947 denunce di aggressione sessuale, di cui 1 049 erano casi di stupro, anche all'interno della famiglia, mentre 1 873 vittime erano minorenni o classificate come "incapaci";

H.  considerando che El Salvador presenta un elevato tasso di gravidanze in età adolescenziale, il che è determinato anche dalla mancanza di educazione sessuale nelle scuole; che gli abusi sessuali e gli stupri sono i principali fattori di gravidanze precoci; che, secondo il ministero della Salute, nel 2015 sono stati registrati 1 445 casi di gravidanze di ragazze di età compresa tra 10 e 14 anni;

I.  considerando che nel 1998 El Salvador ha configurato come reato l'aborto in qualsivoglia circostanza, anche quando la gravidanza presenta complicanze che mettono in pericolo la vita della donna o della ragazza, nonché in caso di stupro, incesto o feto non vitale; che, inoltre, nel 1999 è stata approvata una modifica costituzionale che riconosce l'embrione come essere umano "dal momento del concepimento"; che qualsiasi persona che esegua o si autoprocuri un aborto, anche prima della fase fetale, può pertanto essere condannata a una pena compresa tra due e otto anni, anche se in molti casi i pubblici ministeri hanno aumentato l'accusa a "omicidio aggravato", per il quale sono previsti fino a 50 anni di carcere; che la legislazione che potenzialmente consente l'aborto in tali circostanze è bloccata nell'Assemblea nazionale dall'ottobre 2016, anche se sono in corso discussioni per compiere progressi ulteriori;

J.  considerando che El Salvador continua a negare alle donne e alle ragazze l'accesso all'aborto sicuro e legale sulla base di motivi religiosi, culturali e di altro tipo, violando il loro diritto alla salute, alla vita e all'integrità fisica e psicologica;

K.  considerando che di recente il ministero dell'Istruzione ha elaborato materiale volto a integrare la salute sessuale e riproduttiva nei programmi scolastici nazionali ma che, a causa della resistenza opposta da varie forze, nella sua versione definitiva rivista, tale materiale si concentra invece sull'astinenza sessuale, nonostante il 42 % delle ragazze abbia una gravidanza prima di compiere 20 anni;

L.  considerando che in America Latina il rischio di mortalità materna è quattro volte maggiore per le adolescenti di età inferiore a 16 anni; che il 65 % dei casi di fistola ostetrica si verifica nelle gravidanze di adolescenti, con gravi ripercussioni sulle loro vite, compresi gravi problemi di salute ed esclusione sociale; che le gravidanze precoci sono anche pericolose per il nascituro, dal momento che si registra un tasso di mortalità superiore del 50 % rispetto alla media; che fino al 40 % delle donne nella regione ha subito violenza sessuale; che il 95 % degli aborti effettuati in America Latina avviene in condizioni di non sicurezza;

M.  considerando che, secondo i dati del ministero della Salute, tra il 2011 e il 2015 14 donne sono morte per complicanze legate all'aborto, 13 donne sono morte per gravidanza ectopica e 63 donne sono morte a causa dell'attuale legislazione in materia di aborto; che il suicidio è causa di morte per il 57 % delle donne in gravidanza di età compresa tra 10 e 19 anni; che molte donne hanno paura di chiedere assistenza medica quando presentano complicanze legate alla gravidanza, il che provoca più decessi di quelli che si potrebbero evitare; che ciò riguarda in particolare le donne che dispongono di risorse economiche minime e non possono accedere ai servizi concernenti la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti;

N.  considerando che secondo Human Rights Watch e Amnesty International, le donne che hanno subito aborti spontanei o hanno dato alla luce bambini nati morti in El Salvador sono spesso perseguite perché sospettate di aver abortito; che in tali casi le donne sono spesso segnalate dal personale medico e sono quindi arrestate mentre si trovano ancora in ospedale;

O.  considerando che gli esperti delle Nazioni Unite hanno avvertito che la decisione delle autorità salvadoregne comporta una grave violazione del diritto alla vita, alla salute e all'integrità fisica e mentale delle donne e delle ragazze, danneggiando in tal modo le loro opportunità economiche e sociali;

P.  considerando che nel marzo 2015 il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali ha chiesto a El Salvador di rivedere e modificare la legislazione in materia di aborto per garantirne la compatibilità con altri diritti, come il diritto alla salute e alla vita; che la violenza fisica, sessuale e psicologica contro le donne costituisce una grave violazione dei diritti umani;

Q.  considerando che El Salvador ha partecipato attivamente alla 61a sessione della Commissione dell'ONU sulla condizione femminile; che tutte le parti dovrebbero continuare a promuovere la piattaforma d'azione di Pechino delle Nazioni Unite per quanto riguarda, tra l'altro, l'accesso all'istruzione e alla sanità quali diritti umani di base e ai diritti sessuali e riproduttivi;

R.  considerando che gli organi di sorveglianza dei trattati delle Nazioni Unite, compresi il comitato dei diritti dell'uomo e il comitato per l'eliminazione della discriminazione contro le donne, hanno esortato vari paesi dell'America Latina a prevedere deroghe alle leggi restrittive in materia di aborto in caso di pericolo per la vita o la salute della donna, di grave malformazione del feto e di gravidanza risultante da stupro o incesto;

S.  considerando che l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra'ad Al Hussein, ha espresso preoccupazione per la situazione delle donne e delle ragazze in El Salvador a seguito della sua visita nel paese nel novembre 2017; che l'Alto commissario ha invitato El Salvador ad applicare una moratoria sull'attuazione dell'articolo 133 del codice penale e a riesaminare i casi delle donne detenute per reati relativi all'aborto;

T.  considerando che la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, la Convenzione sui diritti del fanciullo e il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali hanno esplicitamente riconosciuto il legame esistente tra l'aborto illegale praticato in maniera non sicura e gli elevati tassi di mortalità materna; che la Convenzione contro la tortura stabilisce che gli Stati in cui vige un divieto assoluto di aborto in qualsivoglia circostanza espongono le donne e le ragazze a situazioni di umiliazione e di trattamento crudele;

U.  considerando che nell'esame periodico l'ONU ha formulato dieci raccomandazioni allo Stato salvadoregno esortandolo a conformare la propria legge sull'aborto alle norme internazionali in materia di diritti umani, raccomandazioni che sono state respinte in toto dal governo;

V.  considerando che le regole minime delle Nazioni Unite sul trattamento delle donne detenute e le misure non detentive per le donne autrici di reato (regole di Bangkok) stabiliscono che alle donne con responsabilità di cura dei figli e a quelle incinte dovrebbero essere inflitte, laddove possibile e opportuno, pene non detentive;

W.  considerando che tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile figura l'obiettivo di prevenire le gravidanze non pianificate e ridurre il numero dei casi di maternità in età adolescente mediante l'accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva;

1.  esprime profonda preoccupazione per la situazione dei diritti umani delle ragazze e delle donne, ivi compresi la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti, in El Salvador e condanna tutte le forme di violenza contro le donne; ricorda che esse costituiscono una grave violazione dei diritti umani e della dignità delle donne e delle ragazze; sottolinea che l'articolo 7 dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale (ratificato da El Salvador il 3 marzo 2016), definisce la gravidanza forzata come un crimine contro l'umanità e una forma di violenza contro le donne basata sul genere, il che costituisce una grave violazione dei diritti umani e della dignità delle donne e delle ragazze;

2.  respinge con fermezza la condanna e l'incarcerazione di donne e ragazze che hanno dato alla luce bambini nati morti o subito aborti spontanei e chiede il loro rilascio immediato e incondizionato; ritiene che nessuno dovrebbe essere incarcerato sulla base di sentenze simili;

3.  condanna l'incriminazione delle donne per la pratica dell'aborto, i lunghi periodi di detenzione preventiva e l'applicazione di sanzioni penali sproporzionate alle donne che desiderano abortire, nonché la detenzione delle donne che si recano in ospedale in cerca di assistenza a seguito di segnalazioni effettuate dal personale sanitario alle autorità per timore di essere penalizzati a loro volta;

4.  condanna la configurazione assoluta dell'aborto come reato, prevista dagli articoli 133, 135 e 136 del codice penale salvadoregno, e le conseguenze gravi e discriminatorie che essa comporta per le donne costrette a ricorrere a mezzi non sicuri per abortire, esponendosi in questo modo a seri rischi per la salute e la sopravvivenza; esorta l'Assemblea legislativa di El Salvador ad attenersi alle raccomandazioni dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra'ad Al Hussein, e alle raccomandazione della Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna di applicare una moratoria sulla sua attuazione;

5.  invita El Salvador a provvedere affinché le donne e le ragazze possano disporre di un accesso sicuro e legale all'aborto; esorta, in questo contesto, l'Assemblea legislativa di El Salvador a sostenere il disegno di legge che introduce modifiche agli articoli 133, 135 e 136 del codice penale volte a depenalizzare l'aborto, almeno nei casi in cui la gravidanza pone rischi per la vita o la salute fisica e mentale di una donna o ragazza incinta, di grave malformazione del feto o di gravidanza risultante da stupro o incesto;

6.  invita le autorità di El Salvador a introdurre una moratoria sull'applicazione della legge in vigore e a riesaminare la detenzione delle donne accusate per aver subito un aborto spontaneo, per aver dato alla luce un bambino nato morto o per reati relativi all'aborto, onde favorirne il rilascio, a garantire il giusto processo nei procedimenti relativi all'aborto, a consentire alle donne sui cui gravano accuse di attendere il processo fuori dal carcere e a garantire il segreto professionale per tutto il personale sanitario e la riservatezza per i pazienti; condanna qualsivoglia misura punitiva adottata nei confronti delle donne e delle ragazze che desiderano abortire, nonché degli operatori sanitari e di altri soggetti che aiutano ad accedere all'aborto e a praticarlo e chiede l'eliminazione di tali misure;

7.  ricorda che il governo di El Salvador ha l'obbligo di tutelare i diritti dei propri cittadini e di garantire lo Stato di diritto nel rispetto del principio della presunzione di innocenza, secondo cui gli individui sotto processo dovrebbero essere considerati innocenti fino a quando non ne sia accertata la colpevolezza e l'onere della prova dovrebbe spettare alle autorità responsabili dell'azione penale e non al singolo convenuto, in linea con lo Statuto di Roma che El Salvador ha ratificato; esorta le autorità di El Salvador a somministrare formazione in materia di genere ai funzionari pubblici, compresi i membri dell'apparato giudiziario; esorta il SEAE e la Commissione a sostenere e finanziare tali sforzi;

8.  condanna le condizioni disumane nelle carceri, come la tortura, l'isolamento e la sospensione delle visite dei familiari; invita il governo salvadoregno a ratificare il protocollo opzionale della Convenzione contro la tortura, quale misura per prevenire la tortura e altri trattamenti inumani e degradanti in tutte le carceri e strutture di detenzione; chiede che organizzazioni internazionali indipendenti possano aver accesso ai centri di detenzione; esorta le autorità salvadoregne a migliorare le condizioni delle donne incarcerate, garantendo loro l'accesso a prodotti per l'igiene, rispettando così i loro diritti umani fondamentali;

9.  ricorda al governo e ai membri dell'apparato giudiziario che sono tenuti a rispettare le norme internazionali in materia di parità di accesso alla giustizia e i principi che garantiscono a tutti gli individui un processo equo, e che la colpa può essere determinata solo sulla base dell'esame di prove concrete e sufficienti; chiede che il governo metta a disposizione fondi pubblici adeguati per sostenere le spese di rappresentanza legale di coloro che non possono permetterselo;

10.  esorta l'apparato giudiziario a far sì che Teodora del Carmen Vásquez ed Evelyn Beatriz Hernandez Cruz siano sottoposte a un giusto processo, con tutte le garanzie, e a revocare le sentenze pronunciate su di loro; esprime solidarietà nei confronti della campagna "Las 17", condotta da donne che hanno scontato ingiustamente fino a quaranta anni di prigionia in quanto accusate di ciò che costituisce aborto spontaneo, l'aver dato alla luce un bambino nato morto e per altre complicanze ostetriche; estende la sua solidarietà a ogni singola donna salvadoregna perseguita per motivi analoghi o condannata per "omicidio aggravato"; chiede alle autorità competenti di riesaminare tutti i casi al fine di concedere loro la grazia;

11.  esprime forti preoccupazioni per l'elevato numero di gravidanze di minori in El Salvador; esorta le autorità salvadoregne a rispettare i loro obblighi internazionali e a tutelare i diritti umani, garantendo che tutte le ragazze abbiano accesso a ogni tipo possibile di informazioni e servizi medici per gestire le gravidanze ad alto rischio conseguenti a uno stupro;

12.  deplora il fatto che i corpi delle donne e delle ragazze, in particolare i loro diritti relativi alla salute sessuale e riproduttiva, rimangano a tutt'oggi un campo di battaglia ideologico e invita El Salvador a riconoscere i diritti inalienabili delle donne e delle ragazze all'integrità fisica e all'autonomia decisionale per quanto concerne, tra l'altro, il diritto di accedere alla pianificazione familiare volontaria e all'aborto sicuro e legale; ritiene che il divieto generale concernente l'aborto terapeutico e l'aborto nei casi di gravidanze conseguenti a stupro e incesto, così come il rifiuto di fornire assistenza sanitaria gratuita nei casi di stupro costituiscano una tortura;

13.  loda l'adozione della "Legge speciale generale per una vita senza violenza per le donne", avvenuta a seguito di un votazione trasversale unanime delle deputate all'Assemblea legislativa di El Salvador e ricorda alle autorità salvadoregne la necessità di attuarla appieno, segnatamente per quanto riguarda l'impegno a proteggere le donne e le ragazze dalla violenza;

14.  si compiace della recente adozione da parte di El Salvador di una politica relativa alla salute sessuale e riproduttiva e del nuovo programma "Ciudad Mujer", che ha favorito lo sviluppo di servizi per 1,5 milioni di donne in tutto il paese, soprattutto attraverso la sensibilizzazione e la diffusione di informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti; sostiene gli sforzi compiuti ed esorta il governo di El Salvador a garantire l'accesso alle informazioni e ai servizi relativi ai moderni metodi contraccettivi, nonché a provvedere affinché nelle scuole pubbliche venga impartita un'educazione sessuale completa;

15.  sollecita il Consiglio a intensificare i propri lavori nell'ottica di consentire all'UE di ratificare e attuare la convenzione di Istanbul, onde garantire coerenza tra l'azione interna ed esterna dell'UE per quanto concerne la violenza contro minori, donne e ragazze;

16.  invita il Consiglio a includere la questione dell'aborto sicuro e legale negli orientamenti dell'UE relativi allo stupro e alla violenza contro donne e ragazze; sottolinea che l'accesso universale alla salute, in particolare alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, costituisce un diritto umano fondamentale;

17.  invita i capi di Stato e di governo dell'UE-CELAC ad ampliare, in occasione del loro vertice, il capitolo relativo alla violenza di genere contenuto nel piano d'azione dell'UE-CELAC, nell'ottica di stabilire un calendario di azioni e misure attuative per garantire la dovuta diligenza per quanto concerne la prevenzione, le indagini e le sanzioni per tutti gli atti di violenza contro le donne e al fine di offrire un adeguato indennizzo alle vittime;

18.  si compiace degli sforzi compiuti dalla delegazione dell'UE in El Salvador volti a dialogare con le autorità nazionali in materia di diritti delle donne, compresa la configurazione dell'aborto come reato; insiste sul fatto che alla questione debba essere attribuita un'elevata priorità ed esorta il SEAE a riferire regolarmente al Parlamento in merito alle azioni condotte in questo settore; insiste sulla necessità che la delegazione dell'UE fornisca tutto il sostegno del caso alle donne attualmente incarcerate per reati relativi all'aborto, anche attraverso visite regolari, e alle loro famiglie e offra assistenza legale;

19.  ricorda all'UE gli impegni assunti nell'ambito del quadro per l'uguaglianza di genere e l'emancipazione femminile attraverso le relazioni esterne dell'UE 2016-2020; chiede al SEAE di seguire in loco i casi di riesame e alla Commissione di garantire che la cooperazione europea allo sviluppo persegua un approccio fondato sui diritti umani, ponendo in particolare evidenza l'uguaglianza di genere e la lotta a qualsiasi forma di violenza nei confronti delle donne e delle ragazze; invita gli Stati membri e le istituzioni dell'UE a potenziare il sostegno accordato ai difensori dei diritti umani in loco e alle ONG impegnate in El Salvador a favore dei diritti di donne e ragazze, in particolare per quanto riguarda la salute sessuale e riproduttiva e i diritti relativi e la pianificazione familiare, e ad accrescere il finanziamento a loro favore;

20.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alle autorità di El Salvador, all'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, al Parlamento centroamericano, al Parlamento latinoamericano, all'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana e al Segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani.

(1) Testi approvati, P8_TA(2016)0502.
(2) GU L 224 del 6.9.2003, pag. 1.

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