Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Procedura : 2017/2124(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A8-0383/2017

Testi presentati :

A8-0383/2017

Discussioni :

PV 05/02/2018 - 18
CRE 05/02/2018 - 18

Votazioni :

PV 06/02/2018 - 5.6
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P8_TA(2018)0025

Testi approvati
PDF 198kWORD 61k
Martedì 6 febbraio 2018 - Strasburgo
Relazione annuale della Banca centrale europea per il 2016
P8_TA(2018)0025A8-0383/2017

Risoluzione del Parlamento europeo del 6 febbraio 2018 sulla relazione annuale della Banca centrale europea per il 2016 (2017/2124(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la relazione annuale della Banca centrale europea per il 2016,

–  visto l'articolo 284, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  visto lo statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea (BCE), in particolare gli articoli 3 e 15,

–  visto l'articolo 3 del trattato sull'Unione europea (TUE),

–  vista la relazione del gruppo ad alto livello sulle risorse proprie (relazione Monti),

–  vista la procedura per gli squilibri macroeconomici (PSM),

–  visto l'articolo pubblicato sul Bollettino economico della BCE dal titolo "I tassi di interesse sui prestiti delle IFM e il meccanismo di trasmissione in tempi di politica monetaria non convenzionale" (Numero 1/2017),

–  vista la relazione del Comitato economico e sociale europeo del 2017 sull'industria e la politica monetaria europee,

–  vista la relazione di Transparency International dal titolo "Two sides of the same coin? Independence and accountability of the European Central Bank" (Due facce della stessa medaglia? Indipendenza e responsabilità della Banca centrale europea),

–  vista la pagina di presentazione sul sito della BCE dal titolo "Cos'è la moneta?",

–  visto l'accordo della BCE in materia di sostegno di emergenza alla liquidità, pubblicato il 19 giugno 2017,

–  vista la raccomandazione 2010/191/UE della Commissione, del 22 marzo 2010, relativa alla portata e agli effetti del corso legale delle banconote e delle monete in euro(1),

–  visto l'articolo 11 del regolamento (CE) n. 974/98 del Consiglio, del 3 maggio 1998, relativo all'introduzione dell'euro(2),

–  visto l'articolo 128, paragrafo 1, TFUE, sul corso legale dell'euro,

–  visto il discorso del presidente della BCE del 6 aprile 2017,

–  visto l'articolo 127, paragrafo 5, TFUE,

–  visto l'articolo 127, paragrafo 2, TFUE,

–  viste le risposte della BCE ai contributi offerti dal Parlamento europeo nell'ambito della sua risoluzione sul rapporto annuale della BCE per il 2015(3),

–  visto l'articolo 132, paragrafo 1, del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari (A8-0383/2017),

A.  considerando che nella sua riunione del 9 e 10 marzo 2016, il Consiglio direttivo della BCE ha adottato ulteriori misure per conseguire l'obiettivo principale della stabilità dei prezzi e l'obiettivo secondario del sostegno all'economia attraverso la politica monetaria, fra cui: 1) una riduzione dei tassi di interesse di riferimento e un minore tasso di interesse sui depositi, fissato a -0,4 %; 2) un aumento degli acquisti mensili nell'ambito del programma di acquisto di attività (PAA) a 80 miliardi di euro; 3) l'inclusione di un nuovo programma di acquisto per il settore societario (CSPP) nell'ambito del PAA per l'acquisto di obbligazioni di qualità più elevata (investment grade) denominate in euro emesse da società non bancarie stabilite nella zona euro; e 4) una nuova serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO), con scadenza a quattro anni;

B.  considerando che nella sua riunione del 7 e 8 dicembre 2016 il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di estendere l'orizzonte del PAA a un ritmo mensile ridotto (da 80 miliardi di EUR a 60 miliardi di EUR) da aprile 2017 a dicembre 2017, o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché il Consiglio direttivo non riscontrerà un aggiustamento durevole dell'evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione;

C.  considerando che i membri del Comitato esecutivo della BCE hanno costantemente sottolineato l'importanza di attuare riforme che consentano di accrescere la produttività nella zona euro, nonché politiche di bilancio favorevoli alla crescita nel quadro del Patto di stabilità e crescita;

D.  considerando che, in base alle proiezioni macroeconomiche formulate nel settembre 2017 dagli esperti dell'Eurosistema, il tasso d'inflazione annuo nella zona euro misurato in base all'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) è stimato all'1,5 % nel 2017, all'1,2 % nel 2018 e all'1,5 % nel 2019;

E.  considerando che l'obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) è il mantenimento della stabilità dei prezzi, definita dal Consiglio direttivo della BCE come l'aumento annuo misurato dall'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) per la zona euro, su livelli inferiori ma prossimi al 2 % nel medio periodo; che le previsioni della BCE sono state di gran lunga inferiori al suo obiettivo di medio periodo riguardante l'inflazione in ciascuno dei quattro anni dal 2013 e che oggi la BCE prevede che l'inflazione non raggiungerà tale obiettivo prima del 2020;

F.  considerando che la BCE ritiene che le dinamiche relative alla bassa inflazione siano in gran parte il risultato, tra altri fattori, di una crescita modesta dei salari e di bassi prezzi dell'energia;

G.  considerando che l'articolo 127, paragrafo 5, TFUE prevede che il SEBC contribuisca al mantenimento della stabilità finanziaria;

H.  considerando che nel 2016 l'utile netto della BCE ammontava a 1,19 miliardi di EUR rispetto a un importo di 1,08 miliardi di EUR nel 2015;

I.  considerando che il maggiore contributo a tale utile netto è dato dagli interessi attivi sui titoli detenuti per finalità di politica monetaria;

J.  considerando che i tassi di crescita e di disoccupazione restano notevolmente disomogenei dal punto di vista geografico, determinando una pericolosa fragilità per l'economia e minacciando il sano sviluppo;

K.  considerando che l'articolo 123 TFUE e l'articolo 21 dello statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea stabiliscono il divieto di facilitazione creditizia ai governi;

L.  considerando che l'aumento del numero di imprese FinTech ha potenzialità significative in termini di ampliamento dell'inclusione finanziaria nella zona euro, il che, inoltre, accresce la necessità di vigilanza e monitoraggio a livello micro e macroprudenziale;

1.1.Quadro generale

1.  sottolinea che, in conformità dell'articolo 7 dello statuto della BCE, né la BCE, né una banca centrale nazionale, né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai governi degli Stati membri né da qualsiasi altro organismo; sottolinea, pertanto, l'indipendenza della Banca centrale europea nel suo ruolo di autorità monetaria della zona euro, quale prevista dal trattato; ribadisce, tuttavia, la necessità di maggiore responsabilità e trasparenza, in modo proporzionato al suo livello di indipendenza;

2.  riconosce altresì la natura federale della BCE che esclude i veti nazionali e l'interferenza dei governi e le ha consentito di agire con fermezza in varie questioni, per esempio nel contribuire ad affrontare la crisi;

3.  prende atto del contributo che la politica monetaria accomodante perseguita dalla BCE, tra cui i suoi bassi tassi d'interesse e il programma di acquisto di titoli, nel periodo 2012-2016 ha fornito alla ripresa economica ciclica e alla creazione di posti di lavoro, prevenendo altresì la deflazione, preservando condizioni di finanziamento favorevoli per le imprese e le famiglie e mantenendo la stabilità finanziaria e il corretto funzionamento dei sistemi di pagamento; è, tuttavia, preoccupato per le conseguenze degli interventi prolungati di politica monetaria non convenzionale per i singoli risparmiatori e l'equilibrio finanziario dei regimi pensionistici e assicurativi e per la creazione di bolle speculative che dovrebbero essere attentamente monitorate dalla BCE e ridotte al minimo;

4.  esprime preoccupazione per il fatto che le banche della zona euro non abbiano utilizzato le condizioni vantaggiose offerte dalla BCE per rafforzare le loro basi patrimoniali bensì, secondo la Banca dei regolamenti internazionali, per pagare notevoli dividendi talvolta superiori al livello degli utili non distribuiti;

5.  resta preoccupato per i livelli ancora considerevoli di attività non negoziabili e di titoli garantiti da attivi posti a garanzia dell'Eurosistema nel quadro delle operazioni di rifinanziamento; ribadisce la sua richiesta alla BCE di fornire informazioni sulle banche centrali che hanno accettato tali titoli e di divulgare i metodi di valutazione di tali attivi; sottolinea che tale divulgazione sarebbe utile ai fini del controllo parlamentare dei compiti di vigilanza conferiti alla BCE;

6.  osserva con preoccupazione che gli squilibri di TARGET2 stanno nuovamente aumentando nella zona euro, nonostante la riduzione degli squilibri commerciali, il che indica un deflusso continuo di capitali dalla periferia della zona euro;

Stabilità dei prezzi

7.  ricorda che, secondo Eurostat, nel 2016 l'inflazione media nella zona euro si è attestata soltanto allo 0,2 %, mentre l'inflazione calcolata escludendo i prezzi dell'energia è risultata pari allo 0,9 %; osserva inoltre che, come indicato nel rapporto annuale della BCE per il 2016, l'inflazione di fondo ha continuato a non mostrare una convincente tendenza al rialzo nel 2016;

8.  rileva che si prevede che l'inflazione nella zona euro rimanga al di sotto del 2 % almeno fino al 2020, nonostante la politica monetaria molto accomodante seguita dalla BCE, il che fa pensare che l'economia della zona euro non stia funzionando a piena capacità mentre, tra gli altri fattori, il recente apprezzamento del tasso di cambio dell'euro rende più difficile raggiungere la stabilità dei prezzi;

9.  prende atto della valutazione propria della BCE in base alla quale, senza il suo pacchetto di misure, l'inflazione sarebbe stata mediamente inferiore quasi dello 0,5 % rispetto al tasso attualmente previsto per il periodo 2016-2019;

10.  conviene con la BCE che, a livello di Stati membri, sono altresì necessarie una combinazione equilibrata di politiche nazionali di bilancio sane e favorevoli alla crescita, basate sul pieno rispetto del patto di stabilità e crescita, compresa la sua flessibilità, nonché riforme socialmente equilibrate e ambiziose volte ad aumentare la produttività, per trasformare l'attuale ripresa ciclica in uno scenario di sviluppo economico strutturale a lungo termine che sia duraturo, sostenibile e solido;

11.  ritiene che, viste le attuali carenze dei canali di trasmissione della politica monetaria, la BCE debba garantire il raggiungimento della stabilità dei prezzi, definita dal Consiglio dei governatori della BCE come un tasso d'inflazione inferiore ma prossimo al 2 %; è del parere che la BCE deve comunque valutare attentamente i benefici e gli effetti collaterali della sua politica, in particolare in particolare in relazione agli interventi previsti per la lotta alla deflazione; ritiene che, per creare certezza e fiducia nei confronti dei mercati finanziari, sia opportuno che la BCE si concentri su una comunicazione chiara e concisa delle sue misure di politica monetaria;

12.  ritiene che la crisi in corso abbia evidenziato la necessità di diversificare i fondamenti teorici alla base del quadro politico all'interno delle banche centrali; chiede alla BCE di analizzare, nel suo prossimo rapporto annuale, l'impatto della crisi sull'evoluzione del suo quadro teorico;

Crescita economica e occupazione

13.  ricorda che, a norma delle disposizioni dell'articolo 2 del suo statuto e dell'articolo 127 TFUE e di quanto ulteriormente specificato all'articolo 282 TFUE, la BCE, fatto salvo l'obiettivo principale della stabilità dei prezzi, deve sostenere "le politiche economiche generali dell'Unione" al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti nell'articolo 3 TUE;

14.  prende atto che la crescita del PIL nella zona euro è stata stabile ma modesta, sebbene favorevole rispetto agli anni precedenti, attestandosi al 2 % nel 2015 e all'1,8 % nel 2016; osserva che le previsioni economiche della Commissione dell'autunno 2017 indicano tassi di crescita del PIL del 2,2 % nel 2017 e del 2,3 % nel 2018;

15.  sottolinea che, secondo la relazione annuale 2016 della BCE, gli investimenti sono aumentati a un ritmo lievemente inferiore rispetto all'anno precedente; sottolinea che gli sforzi della politica monetaria della BCE continuano a non avere un impatto tangibile sugli investimenti dell'economia dell'UE; osserva che questa assenza di impatto sta avendo conseguenze particolarmente negative nelle regioni periferiche dell'Unione;

16.  sottolinea con rammarico che, secondo le prospettive economiche mondiali del FMI di aprile 2017, nel 2016 il margine di potenziale produttivo della zona euro è stato pari a -1,2 % del PIL potenziale, un divario che rimarrà negativo fino al 2019 e sta quindi a indicare che il PIL della zona euro sarà inferiore al potenziale durante il periodo considerato;

17.  prende atto che, secondo la BCE, la sua politica monetaria è stata fondamentale per la ripresa economica ciclica nella zona euro, che è stata e continua a essere essenzialmente trainata, tra altri fattori, dalla domanda interna, sostenuta da condizioni di finanziamento favorevoli e dal miglioramento dei mercati del lavoro e dalle riforme varate in alcuni Stati membri a sostegno della produttività e della competitività e ha inoltre beneficiato nel contempo della caduta dei prezzi del petrolio che contribuirà cumulativamente alla crescita con una percentuale pari all'1,7 % nel periodo 2016-2019;

18.  ritiene che, come ha osservato il presidente della BCE, la politica monetaria da sola non è sufficiente a sostenere la ripresa economica, né può contribuire a risolvere i problemi strutturali dell'economia europea, a meno che non sia accompagnata da politiche a lungo termine a livello di Stati membri ben definite, socialmente equilibrate ed eque a sostegno della crescita e della competitività, abbinate a una sana politica di bilancio nell'ambito del patto di stabilità e crescita; concorda, inoltre, con la BCE sul fatto che sia necessario approfondire l'architettura istituzionale dell'UEM per sostenere le riforme in parola e rendere la zona euro più resistente agli shock macroeconomici;

19.  deplora che, nonostante il calo della disoccupazione che è passata dal 10,5 % nel dicembre 2015 al 9,6 % nel dicembre 2016, molti paesi della zona euro continuino a soffrire di un elevato livello di disoccupazione e che la domanda aggregata nella zona euro rimanga modesta, anche tenuto conto del fatto che il persistere delle diseguaglianze nell'UE potrebbe essere dannoso a uno sviluppo economico sano e inclusivo; chiede, pertanto, l'attuazione di politiche che siano finalizzate ad aumentare la produttività e pongano l'accento sulle competenze che favoriscono l'ulteriore creazione di posti di lavoro di qualità, nonché aumenti salariali;

20.  prende atto dell'analisi della relazione annuale della BCE sugli effetti distributivi delle politiche della BCE; incoraggia la BCE a continuare a esaminare l'effetto distributivo della propria politica monetaria, anche in materia di disparità di reddito, e a tenere conto di tale ricerca nel contesto dell'elaborazione della politica monetaria;

21.  sottolinea che, al fine di garantire la piena efficacia della politica monetaria, gli attuali squilibri delle partite correnti devono essere corretti con adeguate politiche economiche e di bilancio e riforme volte ad aumentare la produttività;

Erogazione di crediti e vigilanza bancaria

22.  rileva che sebbene nel 2016 l'aggregato monetario M1 sia cresciuto dell'8,8 %, l'M3 continua a crescere soltanto del 5 % annuo, il che dimostra che la trasmissione della politica monetaria non è pienamente efficace e indica anomalie monetarie nonché l'assenza di un'adeguata erogazione dei crediti; sottolinea, pertanto, l'importanza dell'Unione dei mercati dei capitali (UMC) che potrebbe offrire una modalità alternativa di finanziamento dell'economia durante le crisi bancarie;

23.  riconosce che la politica monetaria ha permesso di ridurre in una certa misura i costi del credito e ha contribuito a migliorare l'accesso ai finanziamenti per le imprese e le famiglie della zona euro, con ripercussioni soprattutto in alcuni Stati membri, come indicato dalla relazione annuale della BCE per il 2016 in cui si afferma che il costo del denaro per famiglie della zona euro continua a variare tra i diversi paesi; ritiene, pertanto, che l'effetto di tale politica sia limitato a causa della domanda modesta di crediti, il persistere di problemi strutturali nei sistemi bancari di alcuni Stati membri e della mancanza di fiducia tra gli stessi istituti finanziari;

24.  incoraggia un ulteriore miglioramento dell'accesso al credito da parte delle PMI, garantendo l'inclusività nello sviluppo economico;

25.  si compiace che dal 2015 i tassi dei microprestiti abbiano continuato a diminuire a un ritmo più rapido di quelli dei prestiti di maggiore entità, contribuendo a ridurre ulteriormente il differenziale tra i prestiti di modesta entità e quelli più ingenti; rileva inoltre che il differenziale tra i tassi dei prestiti di modesta entità e di quelli più ingenti è ormai simile in tutti i paesi della zona euro;

26.  osserva che un periodo prolungato caratterizzato da una curva dei rendimenti quasi piatta del tasso d'interesse potrebbe pregiudicare la stabilità e la redditività del sistema bancario; concorda comunque con la valutazione della BCE secondo cui la redditività di una banca dipende, in ultima analisi, dal suo modello imprenditoriale nonché dalla sua struttura e dal suo bilancio, a prescindere dai bassi tassi di interesse; rileva altresì che il settore bancario dell'UE è caratterizzato dalla diversità, non ultimo a causa delle specificità nazionali che a loro volta contribuiscono alla stabilità del sistema finanziario;

27.  riconosce che, sebbene l'attuale politica dei bassi tassi di interesse abbia temporaneamente un effetto positivo sul livello di prestiti deteriorati (NPL), i rischi elevati relativi ai prestiti deteriorati dovrebbero essere efficacemente affrontati in modo strutturale; prende atto degli sforzi della BCE e del meccanismo di vigilanza unico (MVU) nel vigilare e assistere le banche della zona euro a ridurre la loro esposizione ai crediti deteriorati, e in particolare gli orientamenti della BCE per le banche sui crediti deteriorati del marzo 2017 e le sue azioni riguardanti singole banche, nonché il piano d'azione approvato dal Consiglio ECOFIN l'11 luglio 2017, fatti salvi i poteri del Parlamento in materia di legislazione di livello 1; sottolinea che una corretta attuazione del piano d'azione del Consiglio richiede uno sforzo congiunto da parte delle banche, le autorità di regolamentazione, le autorità di vigilanza e le autorità nazionali; chiede che siano effettuate prove di stress caratterizzate da un'ampia copertura, pertinenza metodologica e solidità; raccomanda l'attento monitoraggio degli sviluppi sui mercati immobiliari; ritiene che qualsiasi misura supplementare dovrebbe garantire il pieno rispetto delle prerogative del Parlamento europeo;

Programma di acquisto per il settore societario (CSPP)

28.  si compiace dei miglioramenti apportati dalla BCE nella diffusione dell'elenco dei titoli detenuti dall'Eurosistema nel quadro del CSPP della BCE, ma osserva che per lo più tale programma avvantaggia direttamente le grandi imprese;

29.  invita la BCE a continuare a garantire la piena trasparenza divulgando i volumi degli acquisti effettuati nel quadro del CSPP per ciascuna impresa dopo un lasso di tempo ragionevole; chiede inoltre alla BCE di pubblicare tutti i dati relativi al CSPP in un unico foglio elettronico facilmente consultabile che possa agevolare la responsabilità pubblica del programma; sottolinea che in qualsiasi caso è opportuno garantire la piena trasparenza circa il termine del programma; invita altresì la BCE a rendere pubblici i criteri di applicazione concernenti l'idoneità all'acquisto delle obbligazioni societarie delle PMI nell'ambito del CSPP, per evitare possibili distorsioni della concorrenza di mercato; sottolinea che l'ammissibilità delle obbligazioni, e non le dimensioni delle imprese emittenti, è soggetta a criteri di gestione dei rischi;

Ulteriori sfide

30.  osserva che la BCE, in quanto istituzione dell'UE, è vincolata dall'accordo di Parigi;

31.  concorda sul fatto che un mercato dei capitali ben funzionante, diversificato e integrato sosterrebbe la trasmissione della politica monetaria unica; è del parere che l'Unione dei mercati dei capitali (UMC) dovrebbe svolgere un ruolo fondamentale nell'espansione della massa di capitale nell'UE; chiede il graduale, tempestivo e pieno completamento e attuazione dell'UMC;

32.  prende atto del parere positivo della BCE sull'istituzione del sistema europeo di assicurazione dei depositi (EDIS) quale terzo pilastro di un'Unione bancaria; sottolinea il ruolo fondamentale dell'assicurazione dei depositi nel consolidare la fiducia e garantire la medesima sicurezza dei depositi all'interno dell'Unione bancaria; sottolinea che l'EDIS potrebbe contribuire ulteriormente a migliorare e a salvaguardare la stabilità finanziaria; riconosce che la condivisione del rischio e la sua riduzione devono andare di pari passo;

33.  prende atto delle riflessioni della Commissione sulla creazione di un attivo europeo sicuro per l'Unione bancaria della zona euro;

34.  prende atto della decisione del consiglio direttivo della BCE relativamente alla raccomandazione di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica l'articolo 22 dello statuto del SEBC e della BCE, adottata il 23 giugno 2017, allo scopo di fornire la base giuridica per il ruolo dell'Eurosistema quale banca centrale di emissione nel contesto della proposta di riforma dell'architettura di vigilanza delle controparti centrali di compensazione (CCP), in modo da conferire alla BCE le competenze necessarie per regolamentare l'attività dei sistemi di compensazione, incluse le controparti centrali, per contrastare in maniera efficace i rischi presentati da tali sistemi per il buon funzionamento dei sistemi di pagamento e l'attuazione della politica monetaria unica; sta attualmente valutando la raccomandazione, e attende con vivo interesse le discussioni su tale proposta;

Moneta fisica e valute digitali

35.  concorda con la BCE sull'importanza del denaro fisico quale moneta a corso legale, dato che l'euro è l'unica moneta avente corso legale all'interno della zona euro, e ricorda a tutti gli Stati membri della zona euro che l'accettazione delle banconote e delle monete in euro deve costituire la norma nelle operazioni al dettaglio, fatto salvo il diritto di tali Stati membri a introdurre limiti massimi ai pagamenti in contanti allo scopo di contrastare il riciclaggio di denaro, la frode fiscale e il finanziamento del terrorismo e la criminalità organizzata; propone che l'Eurosistema emetta banconote commemorative di Carlo Magno aventi anch'esse corso legale;

36.  prende atto delle discussioni in corso in merito alla "moneta digitale della banca centrale" o al "denaro digitale" che si potrebbe mettere a disposizione di un'ampia gamma di controparti, fra cui le famiglie; invita la Commissione e la BCE a studiare tali regimi al fine di migliorare l'accesso del pubblico ai sistemi di pagamento, oltre al denaro contante, nonché le potenziali sfide che interessano il monopolio della BCE per l'emissione del denaro; sottolinea che i progressi compiuti nel campo delle valute virtuali non devono condurre a restrizioni ai pagamenti in contanti o all'abolizione dei contanti;

37.  sottolinea l'importanza della sicurezza informatica per il settore finanziario; si compiace dell'attività svolta dalla BCE in questo ambito, compreso l'avvio di un progetto pilota per la segnalazione di incidenti informatici significativi nel febbraio 2016 e la collaborazione nel quadro del G7;

Rendicontabilità e trasparenza

38.  chiede alla BCE di continuare a fornire il necessario sostegno alla Grecia, e a qualsiasi altro Stato membro, nel riesame del completamento del programma di assistenza finanziaria; ritiene che tale sostegno potrebbe comprendere, fatta salva la sua autonomia, l'inclusione dei titoli di Stato greci nell'ambito del PSPP, sulla base dei criteri di ammissibilità applicati a tutti gli Stati membri, e l'estensione del programma CBPP3 a persone giuridiche di diritto pubblico e privato greche in base agli stessi criteri di ammissibilità;

39.  invita la BCE, in collaborazione con le autorità europee di vigilanza, a valutare tutte le conseguenze del recesso del Regno Unito dall'UE e a essere pronta a preparare il trasferimento delle banche e delle loro attività nella zona euro; ritiene sia di fondamentale importanza rafforzare la sorveglianza per la compensazione dell'euro al di fuori della zona euro, per evitare lacune nella vigilanza e problemi di stabilità finanziaria; si accinge a discutere in commissione la proposta della Commissione recante modifica del regolamento EMIR per quanto riguarda la vigilanza delle CCP, pubblicata nel giugno 2017, al fine di realizzare tale rafforzamento;

40.  osserva che il gruppo ad alto livello sulle risorse proprie ha identificato i profitti della BCE derivanti dal signoraggio come una delle possibili nuove risorse proprie del bilancio dell'UE; sottolinea che la trasformazione di questi profitti in una risorsa propria dell'Unione europea richiederebbe una modifica allo statuto del SEBC e della BCE, così come adeguamenti atti a poter gestire la situazione specifica degli Stati membri non appartenenti alla zona euro;

41.  ritiene che l'indipendenza della BCE, e quindi il suo grado di responsabilità, debba essere compatibile con la sua importanza; sottolinea che le responsabilità e i compiti della BCE richiedono trasparenza nei confronti del grande pubblico e un maggiore obbligo di rendiconto nei confronti del Parlamento; sottolinea la necessità di presentare elenchi di candidati in modo da permettere al Parlamento di svolgere il suo ruolo istituzionale nel quadro della nomina del presidente, del vicepresidente e degli altri membri del comitato esecutivo della BCE;

42.  ricorda che il dialogo monetario è un importante strumento per assicurare la trasparenza delle decisioni di politica monetaria nei confronti del Parlamento e, di conseguenza, del grande pubblico; accoglie con favore la costante presenza e il dialogo con il presidente della BCE e con altri membri del Comitato esecutivo nell'ambito del dialogo monetario e di altri consessi; ritiene che il dialogo monetario potrebbe essere ulteriormente migliorato, anche attraverso un suo rilancio per rafforzare l'orientamento, l'interattività e l'importanza dello scambio di opinioni con il presidente della BCE e gli altri membri del comitato esecutivo nel quadro del dialogo monetario e altri formati, in linea con le raccomandazioni e i riscontri di esperti monetari commissionati dalla commissione per i problemi economici e monetari nel marzo 2014; invita inoltre i funzionari della BCE a proseguire la prassi positiva di fornire risposte per iscritto quando restano in sospeso questioni dopo gli scambi di opinioni;

43.  accoglie con favore la decisione del 2016 della BCE di pubblicare nella sua relazione annuale i propri riscontri al contributo fornito dal Parlamento e incoraggia la BCE a proseguire i suoi sforzi in materia di trasparenza, al fine di illustrare al meglio le misure di politica monetaria; ricorda la sua richiesta alla BCE di aggiungere un capitolo o un allegato al suo rapporto annuale che fornisca un riscontro completo alla relazione del Parlamento sull'anno precedente;

44.  chiede alla BCE di garantire l'indipendenza dei membri del suo Comitato di audit interno; esorta la BCE, al fine di prevenire conflitti di interesse, a pubblicare le dichiarazioni di interessi finanziari dei membri del suo Consiglio direttivo; esorta la BCE a garantire che il comitato etico non sia presieduto da un ex presidente o da altri membri del Consiglio direttivo della BCE, né da persone potenzialmente soggette a conflitti di interesse; chiede al Consiglio direttivo della BCE di attenersi al regolamento e al codice di condotta del personale dell'UE e imporre ai propri membri uscenti un periodo di astensione professionale di due anni al termine del mandato; sottolinea che i membri del Consiglio direttivo della BCE dovrebbero, in linea di principio, astenersi dallo svolgere simultaneamente il ruolo di membri di forum o di altre organizzazioni che includano dirigenti di banche controllate dalla BCE, a meno che tale appartenenza non sia conforme alle prassi vigenti a livello globale e la BCE non vi partecipi assieme ad altre banche centrali quali la Federal Reserve degli Stati Uniti o la Banca del Giappone; ritiene che in tali casi la BCE dovrebbe prendere adeguate misure per evitare possibili interferenze con il suo ruolo di vigilanza e non dovrebbe partecipare alle discussioni concernenti singole banche sottoposte alla sua vigilanza; prende atto delle raccomandazioni del Mediatore europeo del 15 gennaio 2018 per quanto riguarda l'appartenenza del Presidente della Banca centrale europea e dei membri dei suoi organi decisionali al "Gruppo dei Trenta";

45.  invita la BCE ad adottare una politica chiara e pubblica sulla segnalazione di irregolarità;

46.  osserva che l'attuale politica d'impiego della BCE riguardante gli agenti temporanei, basata su contratti temporanei ripetitivi, può dar luogo a instabilità nell'ambiente di lavoro e compromettere la coesione professionale nell'ambito della stessa BCE; esprime preoccupazione per i presunti casi di clientelismo e per il livello elevato di malcontento tra i dipendenti della BCE; prende atto e si compiace delle iniziative della BCE per affrontare tali problemi, anche attraverso un dialogo rafforzato con i rappresentanti del personale, e la incoraggia a portare avanti tali sforzi; invita la BCE a garantire parità di trattamento e pari opportunità a tutto il suo personale, come pure condizioni di lavoro dignitose all'interno dell'istituzione;

47.  accoglie con favore gli sforzi della BCE volti a migliorare la chiarezza e la trasparenza in relazione alla concessione di assistenza di liquidità di emergenza e la determinazione dei relativi prezzi, in linea con l'accordo sulla liquidità di emergenza del maggio 2017; sottolinea che la messa a disposizione di liquidità da parte di una banca centrale a istituti della zona euro potrebbe essere ulteriormente chiarita;

48.  accoglie con favore la prassi della BCE di pubblicare le proprie decisioni di applicazione generale, i regolamenti, le raccomandazioni e i pareri, riducendo quindi il numero di esenzioni dall'obbligo di divulgazione; chiede alla BCE di aumentare la sua trasparenza nei confronti del pubblico, anche attraverso consultazioni pubbliche, laddove la pubblicazione non alteri in modo significativo il funzionamento dei mercati;

49.  sottolinea che la funzione di vigilanza della BCE e il suo ruolo nella politica monetaria non dovrebbero essere confusi e causare conflitti d'interesse nello svolgimento dei suoi compiti principali;

o
o   o

50.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e alla Banca centrale europea.

(1) GU L 83 del 30.3.2010, pag. 70.
(2) GU L 139 dell'11.5.1998, pag. 1.
(3) https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/20170410_feedback_on_the_input_provided_by_the_european_parliament.en.pdf?384c7fc03ceda115fe0e9aa7cf378e07

Ultimo aggiornamento: 28 settembre 2018Note legali - Informativa sulla privacy