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Procedura : 2018/2037(INI)
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Ciclo del documento : A8-0178/2018

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A8-0178/2018

Discussioni :

PV 28/05/2018 - 25
CRE 28/05/2018 - 25

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PV 30/05/2018 - 13.8
CRE 30/05/2018 - 13.8
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P8_TA(2018)0224

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Mercoledì 30 maggio 2018 - Strasburgo
Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura
P8_TA(2018)0224A8-0178/2018

Risoluzione del Parlamento europeo del 30 maggio 2018 sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura (2018/2037(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la comunicazione della Commissione del 29 novembre 2017 dal titolo "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura" (COM(2017)0713),

–  visti gli articoli 38 e 39 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) che istituiscono la politica agricola comune (PAC) e i suoi obiettivi,

–  visti gli articoli 40 e 42 TFUE che istituiscono un'organizzazione comune dei mercati (OCM) per i prodotti agricoli e stabiliscono la misura in cui le regole di concorrenza sono applicabili alla produzione e al commercio dei prodotti agricoli,

–  visto l'articolo 13 TFUE,

–  visto l'articolo 349 TFUE, che definisce lo statuto delle regioni ultraperiferiche e stabilisce le condizioni di applicazione dei trattati a tali regioni,

–  visto il regolamento (CE) n. 2017/2393 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2017, che modifica i regolamenti (UE) n. 1305/2013 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), (UE) n. 1306/2013 sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune, (UE) n. 1307/2013 recante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell'ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune, (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e (UE) n. 652/2014 che fissa le disposizioni per la gestione delle spese relative alla filiera alimentare, alla salute e al benessere degli animali, alla sanità delle piante e al materiale riproduttivo vegetale(1) ("regolamento omnibus"),

–  vista la direttiva 98/58/CE del Consiglio, del 20 luglio 1998, riguardante la protezione degli animali negli allevamenti(2),

–  visto il documento informativo della Corte dei conti europea (CCE) sul futuro della PAC, pubblicato il 19 marzo 2018,

–  viste la direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi(3) e la relazione della Commissione del 10 ottobre 2017 sui piani d'azione nazionali degli Stati membri e sui progressi realizzati nell'attuazione della direttiva 2009/128/CE sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi (COM(2017)0587),

–  vista la sua decisione, del 6 febbraio 2018, sulla costituzione, le attribuzioni, la composizione numerica e la durata del mandato della commissione speciale sulla procedura di autorizzazione dei pesticidi nell'Unione(4),

–  viste le relazione speciali della CCE n. 16/2017 dal titolo "Programmazione dello sviluppo rurale: sono necessarie minor complessità e maggiore concentrazione sui risultati" e n. 21/2017 dal titolo "L'inverdimento: un regime di sostegno al reddito più complesso, non ancora efficace sul piano ambientale",

–  visto il documento di riflessione della Commissione del 28 giugno 2017 sul futuro delle finanze dell'UE (COM(2017)0358),

–  vista la comunicazione della Commissione del 14 febbraio 2018, dal titolo "Un quadro finanziario pluriennale nuovo e moderno per un'Unione europea in grado di realizzare efficientemente le sue priorità post-2020" (COM(2018)0098),

–  vista la dichiarazione di Cork 2.0 del 2016 "Una vita migliore nelle aree rurali", formulata in occasione della Conferenza europea sullo sviluppo rurale,

–  vista la sua risoluzione del 3 maggio 2018 sulla situazione attuale e le prospettive future per i settori ovino e caprino nell'UE(5),

–  vista la sua risoluzione del 17 aprile 2018 su una strategia europea per promuovere le colture proteiche – incoraggiare la produzione di colture proteiche e leguminose nel settore agricolo europeo(6),

–  vista la sua risoluzione del 14 marzo 2018 sul prossimo QFP: preparazione della posizione del Parlamento in merito al QFP per il periodo successivo al 2020(7),

–  vista la sua risoluzione del 1° marzo 2018 sulle prospettive e le sfide per il settore dell'apicoltura dell'UE(8),

–  vista la sua risoluzione del 27 aprile 2017 sulla situazione relativa alla concentrazione dei terreni agricoli nell'UE: come agevolare l'accesso degli agricoltori alla terra?(9),

–  vista la sua risoluzione del 4 aprile 2017 sulle donne e il loro ruolo nelle zone rurali(10),

–  vista la sua risoluzione del 14 dicembre 2016 sugli strumenti della PAC intesi a ridurre la volatilità dei prezzi nei mercati agricoli(11),

–  vista la sua risoluzione del 27 ottobre 2016 su come può la PAC migliorare la creazione di occupazione nelle zone rurali(12),

–  vista la sua risoluzione del 7 giugno 2016 sulla promozione dell'innovazione e dello sviluppo economico nella futura gestione delle aziende agricole europee(13),

–  vista la sua risoluzione del 7 luglio 2015 sulle prospettive del settore lattiero-caseario dell'UE - bilancio dell'attuazione del pacchetto latte(14),

–  visto il parere del Comitato economico e sociale europeo su "Un'eventuale riforma in profondità della PAC"(15),

–  visto il parere del Comitato europeo delle regioni dal titolo "La PAC dopo il 2020"(16),

–  visti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (OSS), la maggior parte dei quali sono pertinenti alla PAC,

–  viste la relazione e le conclusioni del novembre 2016 della task force dei mercati agricoli dal titolo "Improving Market Outcomes – Enhancing the position of farmers in the supply chain" (Migliorare i risultati del mercato – Valorizzare la posizione degli agricoltori nella catena di approvvigionamento),

–  visto l'accordo di Parigi in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 21) del 2015 e, in particolare, gli impegni assunti dall'Unione europea come "contributi stabiliti a livello nazionale" (CLN) al fine di raggiungere gli obiettivi dell'accordo a livello mondiale,

–  vista la relazione della Commissione del 15 dicembre 2016 sull'attuazione del regime di sostegno per misure specifiche nel settore dell'agricoltura a favore delle regioni ultraperiferiche dell'Unione (POSEI) (COM(2016)0797),

–  visto il riesame dell'attuazione delle politiche ambientali, annunciato nel 2016 (COM(2016)0316), che è uno strumento volto a contribuire a offrire i vantaggi della legislazione e delle politiche ambientali dell'UE alle imprese e ai cittadini attraverso una migliore attuazione,

–  vista la lettera della commissione per il controllo dei bilanci,

–  visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e i pareri della commissione per lo sviluppo, della commissione per il commercio internazionale, della commissione per i bilanci e della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (A8-0178/2018),

A.  considerando che la comunicazione della Commissione su "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura" riconosce che la politica agricola comune (PAC) è una delle politiche più antiche e integrate nell'UE, è di importanza strategica globale e dovrebbe essere concepita in modo da consentire al settore agricolo e forestale dell'UE di rispondere alle richieste motivate dei cittadini non solo per quanto riguarda la sicurezza, la protezione, la qualità e sostenibilità alimentari, ma anche la cura dell'ambiente, la biodiversità e la protezione delle risorse naturali, l'azione in materia di cambiamenti climatici, lo sviluppo rurale, la sanità e elevati standard di benessere degli animali e l'occupazione;

B.  considerando che è oggi giocoforza constatare che la PAC deve essere riformata per rispondere in maniera più soddisfacente alle esigenze sia dei suoi primi destinatari, gli agricoltori, sia di tutti i cittadini;

C.  considerando che la PAC è di fondamentale importanza in Europa per circa 12 milioni di aziende agricole;

D.  considerando che i terreni agricoli rappresentano il 47 % del territorio europeo e che nell'UE ci sono 22 milioni di agricoltori e di lavoratori agricoli;

E.  considerando che gli obiettivi della PAC dovrebbero essere quelli di garantire la sicurezza e la sovranità alimentari nonché la resilienza e la sostenibilità dei sistemi e dei territori agricoli dell'UE;

F.  considerando che l'obiettivo generale dell'UE di un settore agricolo e forestale multifunzionale e diversificato, creatore di posti di lavoro, equo, basato su pratiche agricole sostenibili, che consenta di preservare aziende agricole di piccole dimensioni e a conduzione familiare redditizie, accessibili e tramandabili alle nuove generazioni, rimane fondamentale per fornire le esternalità positive e i beni pubblici (prodotti alimentari e non alimentari e servizi) che i cittadini europei esigono;

G.  considerando che è fondamentale arrestare e invertire l'attuale concentrazione del potere nelle mani del settore della grande distribuzione e della grande industria;

H.  considerando che le modifiche dell'attuale PAC devono basarsi sugli obiettivi strategici intesi a rafforzare la competitività e garantire alimenti sani e sicuri;

I.  considerando che per oltre 25 anni la PAC ha subito riforme periodiche, dettate dall'apertura dell'agricoltura europea ai mercati internazionali e dall'emergere di nuove sfide in ambiti quali l'ambiente e i cambiamenti climatici; che si rende ora necessario un altro passo in questo processo continuo di adeguamento, al fine di semplificare, modernizzare e riorientare tale politica, affinché possa garantire un reddito agli agricoltori e rispondere più efficacemente alle aspettative di tutta la società, soprattutto in materia di qualità e sicurezza alimentare, cambiamento climatico, sanità pubblica e occupazione, garantendo nel contempo la certezza giuridica e la sicurezza finanziaria per il settore, al fine di realizzare zone rurali sostenibili, affrontare il problema della sicurezza alimentare e garantire che gli obiettivi climatici e ambientali europei siano soddisfatti, nonché aumentare il valore aggiunto europeo;

J.  considerando che la Commissione, pur avendo intitolato la sua comunicazione sull'attuale riforma della PAC "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura", non ha fornito alcuna garanzia sul mantenimento del bilancio della PAC e che è essenziale affrontare questa questione prima della presentazione delle prossime proposte legislative; che queste ultime devono garantire che non vi sia una rinazionalizzazione della PAC, che il buon funzionamento del mercato unico non sia compromesso e che vi sia una reale semplificazione per i beneficiari, non solo a livello di UE ma anche a livello di Stati membri, regionale, locale e delle aziende agricole, nonché flessibilità e certezza giuridica per gli agricoltori e silvicoltori, garantendo al contempo che gli ambiziosi obiettivi ambientali e gli obiettivi della nuova PAC siano conseguiti senza aggiungere nuovi vincoli per gli Stati membri e quindi un nuovo livello di complessità, che comporterebbe ritardi nell'attuazione delle strategie nazionali;

K.  considerando che un nuovo modello di risultati di questo tipo dovrebbe garantire una relazione diretta tra l'UE e gli agricoltori europei;

L.  considerando che la PAC deve svolgere un ruolo importante nel rafforzare la produttività e la competitività del settore a lungo termine e nell'evitare la stagnazione e la volatilità dei redditi agricoli che, nonostante la concentrazione e l'intensificazione della produzione e l'aumento della produttività, sono mediamente ancora inferiori rispetto al resto dell'economia;

M.  considerando che i pagamenti diretti forniscono il primo livello sostanziale di stabilità e una rete di sicurezza per i redditi agricoli poiché rappresentano una parte tangibile dei redditi agricoli annui e addirittura il 100 % delle entrate delle aziende agricole in determinate regioni; che tali pagamenti dovrebbero continuare per aiutare gli agricoltori a competere a parità di condizioni con i paesi terzi;

N.  considerando che nuove catene di valore rurali nella bioeconomia possono offrire un buon potenziale in termini di crescita e posti di lavoro nelle zone rurali;

O.  considerando che i pagamenti diretti devono essere maggiormente destinati agli agricoltori, poiché questi ultimi sono le persone che contribuiscono alla stabilità e al futuro delle regioni rurali dell'UE e affrontano i rischi di mercato sotto il profilo economico;

P.  considerando che, negli ultimi anni, gli agricoltori hanno dovuto affrontare una crescente volatilità dei prezzi, che ha rispecchiato le fluttuazioni dei prezzi sui mercati globali e l'incertezza causata da sviluppi macroeconomici, da politiche esterne come quella commerciale, da questioni politiche e diplomatiche, da crisi sanitarie, da eccedenze in taluni settori europei, da cambiamenti climatici e dalla maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi nell'UE;

Q.  considerando che gli strumenti specifici per i settori mediterranei dovrebbero rimanere nel pilastro I;

R.  considerando che è essenziale fornire strumenti flessibili e reattivi per aiutare i settori sensibili e strategici ad affrontare i cambiamenti strutturali, quali gli impatti potenziali della Brexit o degli accordi commerciali bilaterali approvati con i principali partner dell'UE;

S.  considerando che le strategie settoriali per la frutta, gli ortaggi e il vino e l'apicoltura dovrebbero continuare a essere obbligatorie per i paesi produttori e che è opportuno mantenere le specificità dei relativi strumenti e norme;

T.  considerando che è essenziale garantire parità di condizioni, prezzi equi e un equo tenore di vita per tutti gli agricoltori in tutte le regioni e gli Stati membri dell'UE, garantendo in tal modo prezzi accessibili per cittadini e consumatori e assicurando la presenza di attività agricola in tutte le parti dell'Unione, ivi comprese le zone soggette a vincoli naturali; che è fondamentale promuovere il consumo e la disponibilità di alimenti di qualità e diete sane e sostenibili, rispettando al contempo gli impegni in materia di sostenibilità sociale e ambientale, azione per il clima, salute e benessere degli animali e delle piante e sviluppo equilibrato delle zone rurali;

U.  considerando che l'acqua e l'agricoltura sono intrinsecamente connesse e che la gestione sostenibile dell'acqua nel settore agricolo è essenziale per garantire una buona qualità e una produzione alimentare sufficiente, nonché la conservazione delle risorse idriche;

V.  considerando che la PAC necessita di strumenti adeguati per far fronte alla vulnerabilità dell'agricoltura ai cambiamenti climatici e, al tempo stesso, ridurre la pressione sulle riserve di acqua dolce esercitata dal settore, responsabile del 50 % del consumo di acqua dolce nell'UE;

W.  considerando che, a fini di maggiore equità e legittimità, è necessario prevedere un sistema di pagamenti aggiornato, più semplice ed equo;

X.  considerando che l'attuale PAC è priva degli strumenti necessari a garantire redditi adeguati necessari per una vita dignitosa degli agricoltori più anziani;

Y.  considerando che non esistono strumenti adeguati in grado di incoraggiare il trasferimento delle attività dalla vecchia generazione di agricoltori a quelle più giovani;

Z.  considerando che, secondo il documento di riflessione sul futuro della PAC pubblicato dalla CCE nel marzo 2018, nel 2010, per ogni 100 dirigenti di aziende agricole di età superiore ai 55 anni, se ne registravano 14 con meno di 35 anni, cifra che si era ridotta a 10.8 nel 2013; che l'età media degli agricoltori dell'UE è aumentata da 49,2 a 51,4 anni nel periodo compreso tra il 2004 e il 2013; che le aziende agricole più piccole sono per lo più quelle degli agricoltori anziani;

AA.  considerando che l'aumento del commercio mondiale comporta sia opportunità che sfide, legate, tra l'altro, all'ambiente, ai cambiamenti climatici, alla protezione delle risorse idriche, alla mancanza di terreni agricoli e al degrado dei suoli e richiede pertanto un adeguamento delle norme del commercio internazionale in modo da consentire la creazione di condizioni di parità basate su standard elevati, di condizioni eque e sostenibili per lo scambio di beni e servizi, nonché di meccanismi di difesa commerciale rinnovati ed efficienti, in conformità delle vigenti norme sociali, economiche, ambientali, sanitarie, fitosanitarie e di benessere degli animali dell'UE;

AB.  considerando che tali norme elevate devono essere mantenute e ulteriormente promosse a livello internazionale, in particolare nel quadro dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), in modo da tutelare gli interessi dei produttori e dei consumatori europei garantendo standard europei negli accordi commerciali per le importazioni;

AC.  considerando che circa l'80 % delle proteine necessarie nell'UE è importato da paesi terzi e che sinora nell'ambito della PAC non è stata attuata sinora una strategia minimamente sufficiente in materia di proteine;

AD.  considerando che, sebbene l'accento posto sulla ricerca e lo sviluppo sia per l'innovazione di prodotti che per processi efficienti in termini di risorse debba essere accolto con favore, occorre adoperarsi maggiormente per sviluppare la capacità di ricerca e le infrastrutture necessarie per tradurre i risultati della ricerca in pratiche alimentari, agricole e agroforestali sostenibili, grazie a un sostegno adeguato, nonché promuovere un approccio che coinvolga un gran numero di attori e si incentri sugli agricoltori, sostenuto da servizi per l'espansione dell'attività agricola indipendenti, trasparenti e finanziati con risorse sufficienti in tutti gli Stati membri e le regioni e mediante servizi di formazione e scambio di conoscenze a livello di Stato membro;

AE.  considerando che il sostegno agli investimenti diretti dovrebbe essere più efficacemente mirato alle duplici richieste di prestazioni economiche e ambientali e tenere conto delle esigenze degli agricoltori stessi;

AF.  considerando che l'UE dispone di diversi programmi spaziali (EGNOS e Galileo) e di osservazione terrestre (Copernicus) e che occorre sfruttarne al massimo il potenziale in termini di controllo dell'attuazione della PAC e di transizione dell'agricoltura europea verso un'agricoltura di precisione e verso una duplice prestazione ambientale ed economica delle aziende agricole;

AG.  considerando che la maggior parte della ricerca biotecnologica è ora situata al di fuori dell'UE ove si incentra in genere sulle questioni agroeconomiche non pertinenti per il settore dell'UE, comportando perdite potenziali degli investimenti e dispersività;

AH.  considerando che, sulla base delle esperienze recenti, promuovendo i processi naturali intesi a incrementare i rendimenti e la resilienza e traendo vantaggio dagli stessi, si ridurranno probabilmente i costi di produzione;

AI.  considerando che un settore agricolo, alimentare e forestale competitivo deve continuare a svolgere un ruolo incisivo nel conseguimento degli obiettivi dell'UE in materia di protezione ambientale e azione per il clima, definiti negli accordi internazionali come la COP21 e gli OSS delle Nazioni Unite, incentivando e remunerando gli agricoltori per il loro contributo e assistendoli mediante una riduzione degli oneri regolamentari e amministrativi inutili nelle misure che intraprendono;

AJ.  considerando che l'entità dell'aumento della temperatura superficiale media del pianeta, previsto nel XXI secolo, e le sue conseguenze immediate sulle condizioni climatiche richiedono un sistema alimentare sostenibile sul piano ambientale, che garantisca una produzione sicura e copiosa, senza vincolare l'Unione ad altri mercati;

AK.  considerando che è importante che la futura PAC sia coerente con gli OSS, l'accordo di Parigi e le politiche dell'UE, in particolare nei settori della sostenibilità, dell'ambiente, del clima, della sanità pubblica e dell'alimentazione;

AL.  considerando che l'agricoltura è uno dei settori dell'economia che dovrebbero contribuire all'obiettivo di riduzione, entro il 2030, delle emissioni di gas a effetto serra del 30 % rispetto ai livelli del 2005 nel quadro del regolamento sulla ripartizione degli sforzi;

AM.  considerando che i piccoli agricoltori rappresentano circa il 40 % delle aziende agricole dell'UE, ma ricevono soltanto l'8 % delle sovvenzioni a titolo della PAC;

AN.  considerando che i 17 OSS fissano obiettivi nuovi e chiari per la PAC per il periodo successivo al 2020;

AO.  considerando che la PAC ha progressivamente integrato gli obiettivi ambientali garantendo che le sue norme siano compatibili con i requisiti ambientali previsti dalla legislazione dell'Unione e che gli agricoltori rispettino detti requisiti e promuovano altresì pratiche agricole sostenibili a tutela dell'ambiente e della biodiversità;

AP.  considerando che il consumo di grassi saturi e di carni rosse nell'Unione rimane ben al di sopra dell'apporto nutrizionale raccomandato e che l'industria alimentare continua a contribuire in modo considerevole alle emissioni di gas a effetto serra e di azoto;

AQ.  considerando che i cicli di produzione chiusi, che si riferiscono ai processi di produzione, lavorazione e imballaggio effettuati nella stessa regione, mantengono il valore aggiunto nella regione in questione e assicurano pertanto maggiori posti di lavoro nell'area locale e dimostrano quindi il potenziale di rilanciare le zone rurali;

AR.  considerando che la PAC persegue obiettivi economici e ambientali inscindibili e che tale dualità deve essere preservata e rafforzata nel quadro della riforma del pilastro I e del dispositivo di inverdimento, a beneficio di una transizione verso un modello agricolo europeo sostenibile ed efficiente;

AS.  considerando che la futura PAC dell'Unione europea deve adoperarsi per conseguire una limitazione significativa dell'utilizzo di antibiotici nell'agricoltura e nel settore alimentare per rafforzare l'agricoltura sostenibile;

AT.  considerando che l'incremento della resilienza a lungo termine e della sostenibilità dei sistemi e dei territori agricoli andrà a beneficio dell'UE nel suo complesso;

AU.  considerando che la CCE ha sottolineato il fatto che, a causa dei requisiti dell'inverdimento, che spesso non fanno altro che rispecchiare pratiche già esistenti, i pagamenti verdi introdotti nell'ambito della riforma del 2013 generano maggiori complessità e burocrazia, sono difficili da comprendere e, a parere della CCE, non migliorano in modo significativo le prestazioni ambientali e climatiche della PAC a causa della loro concezione, e che questi sono elementi importanti di cui tenere conto nell'elaborazione della nuova architettura verde della PAC;

AV.  considerando che la CCE ha individuato lacune significative nell'attuazione del secondo pilastro, in particolare nel lungo processo di approvazione nonché nella natura complessa e burocratica dei programmi di sviluppo rurale;

AW.  considerando che la "metavalutazione" basata su dati comprovati condotta da controlli dell'adeguatezza ha dimostrato che le misure di inverdimento non hanno migliorato in modo significativo le prestazioni ambientali, in gran parte perché tali requisiti erano già stati raggiunti;

AX.  considerando che gli obiettivi della dichiarazione di Cork 2.0 per una vita migliore nelle aree rurali riguardano aree rurali dinamiche, multifunzionalità intelligenti, biodiversità all'interno e all'esterno dell'agricoltura e della silvicoltura, razze animali rare e colture protette, nonché agricoltura biologica, sostegno alle zone svantaggiate e impegni nel contesto di Natura 2000; che la dichiarazione sottolinea altresì l'importanza degli sforzi per evitare lo spopolamento delle zone rurali e il ruolo delle donne e dei giovani in questo processo, nonché la necessità di una migliore valorizzazione delle risorse endogene nelle aree rurali mediante l'attuazione di strategie integrate e di approcci multisettoriali che rafforzino l'impostazione dal basso (bottom up) e la creazione di sinergie tra gli attori, e rendono necessario investire nella sostenibilità economica delle zone rurali, conservare e gestire più efficacemente le risorse naturali, incoraggiare l'azione a favore del clima, promuovere la conoscenza e l'innovazione, rafforzare la governance dei territori rurali e semplificare la politica di sviluppo rurale e la sua attuazione;

AY.  considerando che è opportuno che la PAC tenga conto delle zone meno interessanti, quali le regioni caratterizzate da forte concorrenza tra sviluppo urbano e agricoltura, per le loro restrizioni supplementari sull'accesso ai terreni ai fini del mantenimento dell'agricoltura in tali zone;

AZ.  considerando che le zone svantaggiate, quali le regioni montagnose e ultraperiferiche, dovrebbero continuare a essere compensate dalla PAC per i costi supplementari associati ai loro vincoli specifici al fine di mantenere l'attività agricola in tali zone;

BA.  considerando che la PAC dovrebbe riconoscere debitamente i notevoli benefici ambientali apportati da taluni settori, come i settori ovino e caprino o le colture proteiche;

BB.  considerando che il settore dell'apicoltura è di fondamentale importanza per l'UE e fornisce un contributo significativo alla società sia dal punto di vista economico che ecologico;

BC.  considerando che è essenziale rafforzare ulteriormente la posizione degli agricoltori nella catena dell'approvvigionamento alimentare e garantire un'equa concorrenza nel mercato unico, con norme eque e trasparenti che tengano conto delle specificità dell'agricoltura in termini di relazioni tra la produzione e gli altri anelli della catena alimentare, sia a monte che a valle, e fornire incentivi per evitare in modo effettivo rischi e crisi, compresi strumenti di gestione attivi, capaci di far coincidere l'offerta e la domanda e che possano essere dispiegati a livello settoriale e da parte delle autorità pubbliche, come delineato nella relazione della task force sui mercati agricoli; che occorre prendere in considerazione e monitorare adeguatamente gli aspetti che esulano dall'ambito di applicazione della PAC e che incidono sulla competitività e sulla realizzazione di parità di condizioni per gli agricoltori;

BD.  considerando che le nuove sfide in materia di sicurezza e autonomia alimentare per l'agricoltura europea nell'ambito delle priorità politiche dell'UE, come indicato nel documento di riflessione della Commissione sul futuro delle finanze dell'UE, impongono al prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) di incrementare o mantenere costante la dotazione agricola in euro per coprire le sfide attuali e quelle nuove;

BE.  considerando che gli agricoltori, viste le previsioni da parte della società affinché questi modifichino le loro pratiche per diventare pienamente sostenibili, dovrebbero essere sostenuti in questa transizione con fondi pubblici;

BF.  considerando che qualsiasi modifica all'attuale PAC deve essere introdotta in modo tale da garantire la stabilità del settore, la certezza giuridica e la sicurezza della pianificazione per gli agricoltori e i proprietari di aziende forestali mediante periodi e misure di transizione adeguati;

BG.  considerando che il Parlamento deve svolgere un ruolo globale nel definire un chiaro quadro politico per mantenere l'ambizione comune a livello europeo e un dibattito democratico sulle questioni strategiche che hanno un impatto sulla vita quotidiana di tutti i cittadini quando si tratta dell'uso sostenibile delle risorse naturali, tra cui acqua, suolo e aria, della qualità del nostro cibo, della stabilità finanziaria dei produttori agricoli, della sicurezza alimentare, della sanità e della modernizzazione sostenibile delle pratiche agricole e igieniche, con l'obiettivo di istituire un contratto sociale a livello europeo tra produttori e consumatori;

BH.  considerando che è necessaria una rifusione della PAC per conseguire prestazioni che siano al livello della posta in gioco, che è assolutamente necessario permettere ai colegislatori di esercitare pienamente la propria missione entro un determinato arco di tempo e che occorre tener conto delle incertezze relative alla Brexit;

BI.  considerando che il futuro della sicurezza alimentare in Europa deve essere garantito sia per il Regno Unito che per l'UE a 27, adoperandosi al massimo al fine di minimizzare le turbative alla produzione e all'accesso al cibo per entrambe le parti; che occorre impegnarsi a fondo per assicurare un allineamento unitario delle norme di sicurezza ambientale e alimentare in modo da garantire che i cittadini del Regno Unito e quelli dell'UE non debbano far fronte ad alcuna riduzione della qualità degli alimenti e della sicurezza alimentare;

BJ.  considerando che una delle sei priorità fondamentali per lo sviluppo rurale nell'UE consiste nel ripristino, nella salvaguardia e nel potenziamento degli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura, anche nelle zone Natura 2000;

BK.  considerando che l'UE sta attualmente lavorando a una strategia in materia di proteine volta a promuovere l'autosufficienza mediante colture proteiche;

BL.  considerando che nel 2017, 124 milioni di persone erano colpite da grave insicurezza alimentare in 51 paesi e che ciò rappresenta un aumento di 16 milioni rispetto al 2016; che la maggior parte delle persone colpite dall'insicurezza alimentare vive in ambito rurale;

BM.  considerando che la parità tra donne e uomini rappresenta un obiettivo fondamentale dell'UE e dei suoi Stati membri; che molti dei ruoli svolti dalle donne nelle zone rurali contribuiscono a mantenere vitali le aziende agricole e dinamiche le comunità rurali; che gli sforzi per evitare lo spopolamento delle zone rurali sono collegati a opportunità per le donne e i giovani; che le donne delle zone rurali sono tuttora confrontate a numerose sfide, dal momento che le politiche agricole e di sviluppo rurale non integrano in misura sufficiente la dimensione di genere; che, sebbene il sesso di chi riceve i pagamenti diretti o beneficia dello sviluppo rurale non costituisca un indicatore affidabile dell'impatto dei programmi, le donne in quanto richiedenti o beneficiarie sono sottorappresentate;

BN.  considerando che, al fine di giustificare il bilancio della PAC ai contribuenti europei, il futuro finanziamento deve essere legato sia alla produzione di alimenti sicuri e di qualità, sia a un chiaro valore aggiunto sociale per quanto riguarda l'agricoltura sostenibile, a prestazioni ambientali e climatiche ambiziose, a norme in materia di sanità pubblica e di salute e benessere degli animali, nonché ad altri impatti sociali della PAC, al fine di creare una reale parità di condizioni all'interno e all'esterno dell'UE;

BO.  considerando che lo studio di Eurobarometro speciale n. 442 sugli atteggiamenti degli europei nei confronti del benessere degli animali indica che l'82 % dei cittadini europei crede che il benessere degli animali d'allevamento dovrebbe essere migliorato;

BP.  considerando che l'impiego di pesticidi, il degrado della biodiversità e i cambiamenti nell'ambiente agricolo potrebbero avere un impatto negativo sulla quantità degli insetti impollinatori e sulla varietà di specie impollinatrici; che le sfide affrontate dagli impollinatori, sia addomesticati che selvatici, sono significative e che l'impatto sull'agricoltura e sulla sicurezza alimentare dell'UE potrebbe essere dannoso a causa della dipendenza della maggior parte della produzione dell'UE dai servizi di impollinazione; che nel gennaio 2018 è stata avviata una consultazione pubblica nell'ambito dell'iniziativa dell'UE a favore degli impollinatori, volta a individuare l'approccio migliore e le misure necessarie per contrastare il declino degli impollinatori nell'UE;

BQ.  considerando la necessità di elaborare una misura specifica nell'ambito dello sviluppo rurale - incentrata sugli otto principi dell'Unione europea in materia di difesa integrata (IPM) - al fine di incoraggiare una riduzione dell'uso dei pesticidi e sostenere l'adozione di alternative non chimiche;

BR.  considerando che le zone svantaggiate, quali le regioni montagnose e ultraperiferiche, dovrebbero continuare a essere compensate dalla PAC per i costi supplementari associati ai loro vincoli specifici al fine di mantenere l'attività agricola in tali zone;

BS.  considerando che l'applicazione del quadro della PAC nelle regioni ultraperiferiche dovrebbe pienamente esaminare l'ambito di applicazione dell'articolo 349 TFUE, dal momento che tali regioni si trovano in una posizione di particolare svantaggio in termini di sviluppo socioeconomico, per quanto riguarda aspetti quali l'invecchiamento della popolazione e lo spopolamento; che il POSEI è uno strumento efficace, destinato a sviluppare e rafforzare la composizione delle filiere, rispondendo alle problematiche specifiche dell'agricoltura nelle regioni ultraperiferiche; che la Commissione, nella sua relazione del 15 dicembre 2016 al Parlamento e al Consiglio sull'attuazione del programma POSEI, conclude che "tenuto conto della valutazione del programma [POSEI], una modifica del regolamento di base (UE) n. 228/2013 non è ritenuta necessaria";

BT.  considerando che sia la gestione forestale che l'agroforestazione comprendente un piano superiore di vegetazione legnosa su pascoli o colture agricole, possono contribuire alla resilienza a livello di azienda agricola e di paesaggio nonché alle azioni necessarie in materia di ambiente e mitigazione dei cambiamenti climatici, fornendo prodotti forestali o agricoli o altri servizi ecosistemici, rafforzando pertanto gli obiettivi della PAC e consentendo all'economia circolare e alla bioeconomia di contribuire a nuovi modelli imprenditoriali a vantaggio di agricoltori e silvicoltori e delle zone rurali; che la strategia forestale dell'Unione europea promuove un approccio coerente e olistico alla gestione delle foreste nonché i vantaggi molteplici delle foreste e contempla l'intera catena di valore del settore forestale; sottolinea che la PAC svolge un ruolo cruciale nel conseguimento di questi obiettivi, e presta una particolare attenzione alle foreste della regione mediterranea, che risentono maggiormente dei cambiamenti climatici e sono più colpite da incendi, con conseguenti rischi per la biodiversità e la produzione agricola potenziale;

Una nuova relazione tra l'Unione europea, gli Stati membri, le regioni e gli agricoltori

1.  si compiace dell'intenzione di semplificare e modernizzare la PAC per il beneficio economico degli agricoltori e per rispondere alle aspettative dei cittadini, ma sottolinea che le priorità principali della riforma devono essere i principi sanciti dal trattato di Roma, l'integrità del mercato unico e il conseguimento di una politica veramente comune adeguatamente finanziata dall'UE, moderna e orientata ai risultati, che promuova l'agricoltura sostenibile e garantisca alimenti sicuri, di alta qualità e diversificati, e occupazione e sviluppo nelle zone rurali;

2.  prende atto della comunicazione della Commissione dal titolo "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura" e accoglie favorevolmente l'impegno a garantire che uno degli obiettivi della PAC consista nel migliorare e garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e contribuire agli obiettivi ambientali e climatici dell'UE;

3.  chiede una PAC che persegua, come priorità assoluta, la transizione di ciascuna azienda agricola europea verso un'impresa che coniughi norme di prestazione di carattere economico con norme di prestazione di carattere ambientale;

4.  sottolinea la necessità che la PAC mantenga la relazione essenziale tra legislatori, agricoltori e cittadini dell'UE; respinge qualsiasi possibilità di rinazionalizzare la PAC, il che aumenterebbe gli squilibri della concorrenza all'interno del mercato unico;

5.  evidenzia il ruolo assai rilevante delle piccole e medie aziende agricole e l'importanza di riconoscerlo e valorizzarlo;

6.  sottolinea che, sebbene la flessibilità di cui godono attualmente gli Stati membri in relazione alle opzioni definite nelle norme di base permetta di far fronte a situazioni specifiche, allo stesso tempo sta a dimostrare che alcune parti della PAC non possono più essere considerate comuni; evidenzia la necessità di rispettare le condizioni della concorrenza all'interno del mercato unico e garantire condizioni eque di accesso al sostegno per gli agricoltori in diversi Stati membri o addirittura in regioni diverse, nonché la necessità di trovare soluzioni adeguate ed efficaci al fine di ridurre al minimo i rischi di distorsione della concorrenza o i rischi per la coesione;

7.  ritiene che gli Stati membri dovrebbero poter beneficiare di un livello ragionevole di flessibilità, nell'ambito di un solido insieme comune di norme UE, requisiti fondamentali, strumenti d'intervento, controlli e stanziamenti finanziari concordati a livello UE dal colegislatore, al fine di garantire parità di condizioni per gli agricoltori e, in particolare, un approccio europeo al sostegno a titolo del primo pilastro, al fine di assicurare il rispetto di condizioni di concorrenza leale;

8.  è dell'opinione che, al fine di rendere l'applicazione della PAC più efficace e adattarla meglio alle realtà dei diversi modelli agricoli d'Europa, le scelte nazionali adottate nel quadro dell'insieme di strumenti definiti dall'UE e disponibili nell'ambito del primo e del secondo pilastro dovrebbero essere semplificate e che gli Stati membri dovrebbero elaborare, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, strategie nazionali coerenti, basate su elementi concreti, sulla base di obiettivi e indicatori UE concernenti i principali tipi di possibili strumenti di intervento, anch'essi da definire a livello dell'UE, e i loro criteri di selezione, all'interno di un quadro comune di regole ben definito, applicabile in tutta l'UE, nel debito rispetto delle norme e dei principi del mercato unico;

9.  sottolinea che la sussidiarietà aggiuntiva dovrebbe essere concessa solo a condizione che vi sia un solido insieme comune di norme, obiettivi, indicatori e controlli dell'UE;

10.  invita la Commissione a effettuare i necessari adeguamenti nella prossima PAC al fine di dar seguito alla richiesta del Parlamento di non utilizzare le sovvenzioni agricole per l'allevamento di tori da combattimento;

11.  pone in evidenza i rischi della sovraregolamentazione a livello nazionale e regionale e l'elevato grado di incertezza per gli agricoltori derivante dalla possibilità per gli Stati membri di stabilire autonomamente i propri piani nazionali e di rivedere le loro decisioni annualmente, a seconda delle posizioni adottate dai governi in carica; invita pertanto la Commissione a presentare ai colegislatori, insieme con le sue proposte legislative, un modello chiaro e semplice di piano strategico nazionale, al fine di consentire ai colegislatori di valutare la portata, il livello di dettaglio e il contenuto di tali piani, quali elementi essenziali dell'imminente proposta della Commissione, e a chiarire i criteri in base ai quali saranno valutate queste strategie nazionali;

12.  invita la Commissione a rendere disponibili strumenti intesi ad aumentare l'uso di sinergie tra il finanziamento della PAC e quello della politica di coesione;

13.  evidenzia la necessità che la futura PAC rispetti pienamente la ripartizione dei poteri all'interno di ciascuno Stato membro, spesso sancita dalle loro costituzioni, in particolare per quanto riguarda il rispetto delle competenze giuridiche delle regioni dell'UE nell'elaborazione, nella gestione e nell'attuazione delle politiche, ad esempio quella relativa al FEASR; sottolinea la necessità di garantire che gli agricoltori e gli altri beneficiari siano debitamente coinvolti in tutte le fasi dell'elaborazione delle politiche;

14.  accoglie con favore gli sforzi della Commissione per stabilire la progettazione, l'attuazione e il controllo di un approccio basato sui risultati al fine di promuovere le prestazioni anziché la conformità, garantendo al contempo un monitoraggio adeguato e basato sui rischi mediante indicatori chiaramente definiti, semplificati, meno burocratici (anche attraverso misure di prevenzione della sovraregolamentazione), solidi, trasparenti e misurabili a livello di UE, compresi controlli adeguati delle misure, della progettazione, dell'applicazione e delle sanzioni degli Stati membri; ritiene che sia necessario istituire criteri di base uniformi per la definizione di sanzioni simili in base ai casi di inosservanza equivalenti rilevati nell'applicazione delle diverse misure impiegate dagli Stati membri o dalle regioni per il conseguimento degli obiettivi generali comuni stabiliti dall'UE;

15.  sottolinea che un approccio unicamente basato sui risultati comporterebbe un rischio per gli Stati membri, i quali, in ragione delle rispettive situazioni specifiche, potrebbero non essere in grado di conseguire pienamente tutti i risultati definiti nei loro piani nazionali e potrebbero essere soggetti a riduzioni ex post delle loro dotazioni nazionali nonché a sospensioni dei finanziamenti;

16.  riconosce che il nuovo modello di risultati dovrà essere perfezionato e modificato nel corso di vari anni, in modo da garantire che gli agricoltori non siano penalizzati a causa del passaggio a un modello basato sui risultati;

17.  osserva, tuttavia, che un potenziale ritardo nell'adozione dei piani strategici della PAC può condurre a ritardi nei pagamenti e che tale eventualità deve essere evitata;

18.  rileva che, nell'ambito del primo pilastro, gli Stati membri possono procedere alla scelta dei programmi da un elenco prioritario stabilito dall'UE;

19.  chiede che sia elaborato un sistema di adeguamenti istituzionali e giuridici appropriati e necessari a modificare il modello di attuazione onde evitare costi aggiuntivi e un calo dell'assorbimento dei fondi negli Stati membri;

20.  ritiene che la raccolta delle informazioni debba basarsi su immagini satellitari e su banche dati del sistema integrato di gestione e di controllo anziché sulla trasmissione dei dati da parte dei singoli agricoltori;

21.  invita la Commissione a realizzare importanti sinergie tra i programmi faro dell'UE per lo spazio e la PAC, in particolare mediante il programma Copernicus, che è di interesse specifico per la comunità agricola in termini di cambiamenti climatici e monitoraggio ambientale;

22.  chiede misure che incrementino il riciclaggio dei nutrienti; chiede che la politica delle strutture agricole sia allineata ai regimi di sostegno ambientale, ad esempio combinando meglio le attività agricole e l'allevamento;

23.  chiede che il regime dei piccoli agricoltori semplificato sia preservato;

24.  ritiene che gli agricoltori il cui terreno è inferiore a cinque ettari dovrebbero avere la possibilità di aderire volontariamente al regime dei piccoli agricoltori;

25.  invita la Commissione a effettuare controlli e audit finanziari e dei risultati allo scopo di garantire che tali funzioni siano eseguite secondo le stesse norme stringenti e gli stessi criteri in tutti gli Stati membri, a prescindere dalla maggiore flessibilità degli Stati membri nella concezione e nella gestione dei programmi e, in particolare, al fine di assicurare un tempestivo esborso di fondi in tutti gli Stati membri alla totalità degli agricoltori e delle comunità rurali ammissibili, riducendo al minimo gli oneri amministrativi a carico dei beneficiari;

26.  ricorda che nella riforma precedente è stato difficile raggiungere un consenso sulla definizione di "agricoltore attivo"; ritiene pertanto che la produzione di un'azienda agricola (ad esempio il mantenimento della terra in un buono stato agricolo, l'attuazione di un'efficace prassi zootecnica e il contributo all'economia circolare) potrebbe essere una soluzione più mirata e misurabile ai fini di tale definizione;

27.  respinge la riduzione del 25 % del bilancio per lo sviluppo rurale delineata nella recente proposta del 2 maggio 2018 relativa al QFP 2021-2027; insiste sul fatto che eventuali tagli di bilancio nel settore dell'agricoltura e dello sviluppo rurale non devono comportare un abbassamento del livello di ambizione rispetto all'attuale PAC;

28.  è dell'opinione che tutti gli attori coinvolti nella procedura di controllo delle finanze dell'Unione, ivi compresa la Corte dei conti europea, debbano avere la stessa conoscenza in merito al sistema di controllo basato sulle prestazioni, affinché gli Stati membri o i beneficiari non debbano affrontare rettifiche finanziarie impreviste;

29.  sottolinea che gli agricoltori, in quanto imprenditori, dovrebbero disporre delle libertà imprenditoriali corrispondenti al fine di ottenere prezzi di mercato adeguati per i loro prodotti;

30.  evidenzia che gli agricoltori a tempo parziale e quelli con una combinazione di redditi non devono essere esclusi;

31.  plaude alla proposta della Commissione di concedere maggiore flessibilità agli Stati membri, alle regioni e agli agricoltori nel quadro di una soglia finanziaria più elevata per le norme agricole de minimis, facendo salva l'integrità del mercato interno;

32.  invita inoltre la Commissione a fornire agli Stati membri maggiore flessibilità nel quadro delle norme in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo, in modo da incoraggiare gli agricoltori a costituire volontariamente un risparmio precauzionale inteso ad affrontare meglio l'aumento dei rischi sanitari e di natura climatica nonché le crisi economiche;

33.  chiede, tuttavia, l'equa remunerazione dei beni pubblici forniti dalle microimprese e dalle piccole imprese agricole, ivi compresa la loro partecipazione a iniziative di cooperazione e a livello di comunità;

34.  invita gli Stati membri ad adoperarsi per conseguire migliori sinergie tra la PAC e altre politiche e fondi, quali i fondi di coesione, i fondi strutturali e altri fondi di investimento, al fine di creare un effetto moltiplicatore per le zone rurali;

35.  chiede un migliore coordinamento tra la PAC e le altre politiche e azioni dell'UE, in particolare con la direttiva 2000/60/CE, la direttiva 91/676/CEE e il regolamento (CE) n. 1107/2009, in modo da conseguire una protezione sostenibile delle risorse idriche, le cui quantità e qualità sono influenzate negativamente dall'agricoltura; chiede incentivi a sostegno dei progetti di cooperazione locale tra gli agricoltori e i fornitori di acqua allo scopo di rafforzare la tutela delle risorse idriche;

36.  osserva che, in alcuni Stati membri, numerosi comuni e regioni, pur avendo una natura rurale, non rientrano per ragioni amministrative nell'ambito di applicazione dei programmi di sviluppo rurale, il che li pone in una situazione di svantaggio;

37.  invita gli Stati membri a considerare approcci più flessibili al fine di non arrecare danno a dette regioni e ai relativi produttori;

Una PAC intelligente, efficiente, sostenibile ed equa al servizio degli agricoltori, dei cittadini, delle zone rurali e dell'ambiente

38.  ritiene necessario mantenere l'attuale architettura a due pilastri e sottolinea che i pilastri devono essere coerenti e complementari, e che il primo pilastro deve essere interamente finanziato con fondi dell'UE e costituire un mezzo efficace di sostegno al reddito, alle misure ambientali di base e al mantenimento delle attuali misure di mercato, mentre il secondo pilastro deve soddisfare le esigenze specifiche degli Stati membri; reputa tuttavia necessario, allo stesso tempo, incentivare gli agricoltori e gli altri beneficiari a intraprendere azioni intese a fornire beni pubblici ambientali e sociali che non sono remunerati dal mercato, e a rispettare le pratiche sia nuove che consolidate nel settore agricolo sulla base di criteri comuni, uniformi e oggettivi, pur consentendo agli Stati membri di adottare approcci specifici per tenere conto delle condizioni settoriali e locali; ritiene che tra le priorità principali figurino la transizione di tutte le aziende agricole europee verso la sostenibilità nonché la piena integrazione nell'economia circolare, conciliando i livelli delle prestazioni economiche con quelli delle prestazioni ambientali, senza alcun indebolimento delle norme sociali o occupazionali;

39.  ricorda alla Commissione che le finalità della PAC di cui all'articolo 39 TFUE sono: incrementare la produttività dell'agricoltura, assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, stabilizzare i mercati, garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e assicurare prezzi ragionevoli nelle consegne ai consumatori;

40.  sottolinea il potenziale delle innovazioni tecnologiche per un settore intelligente ed efficiente in grado di garantire la sostenibilità, segnatamente in merito all'utilizzo efficiente delle risorse, al monitoraggio dello stato di salute delle colture e degli animali e all'ambiente;

41.  chiede che la PAC agevoli e sostenga l'applicazione di dette innovazioni;

42.  ritiene che la futura architettura della PAC possa raggiungere i suoi obiettivi solo se sufficientemente finanziata; chiede, pertanto, che il bilancio della PAC venga aumentato o mantenuto in euro costanti nel prossimo QFP, al fine di realizzare le ambizioni di una PAC riveduta ed efficiente oltre il 2020;

43.  è del parere che un'ulteriore liberalizzazione del mercato e la correlata riduzione della protezione per gli agricoltori comporteranno la necessità di compensare il settore agricolo e in particolare le aziende agricole soggette a svantaggi competitivi, segnatamente difficoltà correlate all'uso del suolo agricolo o in zone montagnose, e che solo tali misure compensative possano garantire una gestione dei terreni agricoli estensiva e la tutela del paesaggio culturale;

44.  sottolinea che il bilancio della PAC dovrebbe essere adattato alle esigenze e alle sfide future, come quelle derivanti dagli effetti della Brexit e degli accordi di libero scambio conclusi dall'UE con i suoi principali partner commerciali;

45.  pone in evidenza il persistente divario di sviluppo tra le zone rurali di differenti regioni e Stati membri e ritiene pertanto che i criteri di coesione dovrebbero continuare a svolgere un ruolo importante nella ripartizione dei fondi del secondo pilastro tra gli Stati membri;

46.  sottolinea l'importanza di destinare risorse consistenti al secondo pilastro (politica di sviluppo rurale) nell'ambito del bilancio complessivo della PAC;

47.  reputa che gli agricoltori debbano essere sostenuti nella transizione verso una piena sostenibilità;

48.  ritiene che lo sviluppo di nuove politiche e nuovi obiettivi dell'UE non debba avvenire a scapito del successo della PAC e delle sue risorse;

49.  prende atto che il futuro bilancio della PAC è attualmente caratterizzato da incertezza;

50.  sottolinea che le risorse della PAC sono costituite dal denaro dei contribuenti di ciascuno Stato membro e che i contribuenti di tutta l'UE hanno il diritto di avere la garanzia che tali fondi siano esclusivamente utilizzati in maniera mirata e trasparente;

51.  ritiene che debbano essere evitate nuove linee relative allo sviluppo rurale che non siano accompagnate da finanziamenti supplementari;

52.  reputa necessario un sostegno più mirato ai diversi sistemi agricoli, in particolare alle piccole e medie aziende agricole a conduzione familiare e ai giovani agricoltori, per rafforzare le economie regionali attraverso un settore agricolo produttivo sotto il profilo economico, ambientale e sociale; ritiene che tale obiettivo possa essere conseguito attraverso un maggiore tasso di sostegno ridistributivo obbligatorio per i primi ettari di un'azienda, in base alle dimensioni medie delle aziende negli Stati membri, in considerazione della grande varietà delle dimensioni delle aziende in tutta l'UE; è d'avviso che, riflettendo le economie di scala, il sostegno alle aziende agricole di maggiori dimensioni dovrebbe essere decrescente, con limiti vincolanti da fissare a livello europeo, e con criteri di flessibilità che tengano conto della capacità delle aziende agricole o delle cooperative di generare un'occupazione stabile che mantenga la popolazione nei territori rurali; sostiene che le risorse rese disponibili attraverso la fissazione di massimali e la riduzione progressiva dovrebbero restare nello Stato membro o nella regione di provenienza;

53.  ritiene che sia essenziale assicurarsi che il sostegno sia mirato ai veri agricoltori, in particolare quelli che esercitano un'attività agricola per guadagnarsi da vivere;

54.  considera necessario mantenere un regime semplificato per i piccoli produttori in modo da agevolare loro l'accesso e la gestione dei pagamenti diretti a titolo della PAC;

55.  sottolinea la necessità di individuare gli elementi chiave di un sistema ben equilibrato, trasparente, semplice e obiettivo di sanzioni e incentivi, unitamente a un sistema trasparente e tempestivo per determinare l'ammissibilità dei beneficiari ai fondi pubblici per la fornitura di beni pubblici, che dovrebbe consistere di misure semplici, volontarie e obbligatorie ed essere orientato ai risultati per spostare così l'accento dalla conformità alle prestazioni effettive;

56.  evidenzia che gli agricoltori a tempo parziale e gli agricoltori con una combinazione di redditi, che animano in vario modo le zone rurali, si occupano di agricoltura per guadagnarsi da vivere e, dunque, sono anch'essi considerati agricoltori a tutti gli effetti ai sensi della comunicazione della Commissione;

57.  chiede che il sistema esistente per il calcolo dei pagamenti diretti nel primo pilastro, in particolare negli Stati membri in cui il valore dei diritti è ancora parzialmente calcolato sulla base dei riferimenti storici, sia modernizzato e sostituito da un metodo di calcolo dei pagamenti a livello di UE, il cui elemento di base sarebbe il sostegno al reddito degli agricoltori entro determinati limiti e che potrebbe aumentare di uno scatto insieme al contributo alla fornitura di beni pubblici, conformemente agli obiettivi dell'UE per il 2030, al fine di rendere il sistema più semplice e trasparente;

58.  plaude al regime di pagamento unico per superficie, uno strumento semplice, legittimo, trasparente e di facile attuazione che è stato applicato con successo in molti Stati membri; invita pertanto a mantenere il suddetto regime dopo il 2020 e raccomanda che sia utilizzato in tutti gli Stati membri e da tutti gli agricoltori dell'UE;

59.  sottolinea che tale regime consentirebbe di sostituire il sistema dei diritti all'aiuto, complesso sotto il profilo amministrativo, determinando una significativa semplificazione burocratica;

60.  ritiene che, al fine di garantirne l'efficacia a lungo termine, questi nuovi pagamenti non debbano diventare beni di scambio;

61.  chiede che la Commissione esamini la necessità delle richieste di pagamento per quanto riguarda la compatibilità con le norme dell'OMC;

62.  sottolinea che i fondi pubblici dell'attuale PAC, che finanziano le attività concrete degli agricoltori, sono soggetti a scrupolosi controlli su piccola scala;

63.  ritiene che i pagamenti debbano essere subordinati al rispetto di condizioni severe e comuni, ivi compresi risultati relativi all'ambiente e ad altri beni pubblici, come ad esempio posti di lavoro di qualità;

64.  ricorda che, nella sua risoluzione dal titolo "Situazione relativa alla concentrazione dei terreni agricoli nell'UE: come agevolare l'accesso degli agricoltori alla terra?", si riconosce che i pagamenti erogati in funzione dei terreni e senza essere subordinati a condizioni chiare comportano distorsioni del mercato fondiario e influenzano quindi la concentrazione di sempre più terreni agricoli nelle mani di pochi attori;

65.  precisa che i beni pubblici sono quei servizi che non sono disciplinati dalla legislazione ordinaria in materia di ambiente, cambiamenti climatici e benessere degli animali, tra cui, in particolare, la conservazione delle risorse idriche e la protezione della biodiversità, della fertilità del suolo, degli impollinatori, dello strato di humus e del benessere degli animali;

66.  sottolinea la necessità di un'equa distribuzione dei pagamenti diretti tra gli Stati membri, essenziale per il funzionamento del mercato unico, che deve tener conto di criteri oggettivi quali gli importi ricevuti dagli Stati membri a titolo del primo e del secondo pilastro, e del fatto che le condizioni naturali, occupazionali e socioeconomiche, il tenore generale di vita, i costi di produzione, in particolare il costo della terra, e il potere di acquisto non sono uniformi all'interno dell'UE;

67.  evidenzia che è possibile conseguire un aumento della convergenza dell'entità dei pagamenti diretti tra gli Stati membri solo incrementando in maniera adeguata il bilancio;

68.  sottolinea che i pagamenti diretti sono concepiti per sostenere gli agricoltori nell'ambito della produzione alimentare e della protezione delle norme in materia di ambiente e benessere degli animali;

69.  ritiene che, alla rigorosa condizione che sia garantita la parità di condizioni nel mercato unico, che sia prevenuta la distorsione della concorrenza (in particolare per quanto riguarda i prodotti di base), che sia garantita la conformità alle norme dell'OMC e che non sia compromesso il conseguimento degli obiettivi ambientali e climatici, i pagamenti a titolo del sostegno accoppiato facoltativo (SAF) debbano essere mantenuti, ma che la loro attivazione debba essere subordinata a una valutazione della Commissione; ritiene che il SAF funga da strumento per rispondere ai bisogni dei settori sensibili e conseguire obiettivi specifici relativi all'ambiente, al clima o alla qualità e alla commercializzazione dei prodotti alimentari, per incentivare le pratiche agricole che rispettano norme rigorose in materia ambientale e di benessere degli animali, per contrastare difficoltà specifiche, in particolare quelle derivanti dallo svantaggio competitivo strutturale delle regioni svantaggiate e montagnose, oltre a difficoltà di natura più temporanea che derivano, ad esempio, da un progressivo abbandono dal vecchio regime di diritti; ritiene che il SAF sia inoltre uno strumento per promuovere le produzioni strategiche in futuro, come le culture proteiche, e per compensare gli effetti degli accordi di libero scambio; sottolinea altresì che i pagamenti a titolo del SAF sono cruciali per mantenere la diversità della produzione agricola dell'Unione, l'occupazione nel settore agricolo e i sistemi di produzione sostenibili;

70.  chiede che i pagamenti a titolo del primo pilastro, compreso il sostegno accoppiato, siano limitati per ettaro e beneficiario all'equivalente del doppio della media dei pagamenti diretti dell'UE per ettaro, al fine di evitare distorsioni della concorrenza;

71.  ricorda che garantire il rinnovamento generazionale e la presenza di nuovi imprenditori agricoli è una sfida per l'agricoltura in molti Stati membri e che ogni strategia nazionale o regionale deve quindi affrontare la questione attraverso un approccio globale, mobilitando tutte le risorse finanziarie della PAC, compresi i pagamenti supplementari ai giovani agricoltori nel primo pilastro e misure per aiutarli a costituire le loro imprese nel secondo pilastro, che dovrebbero entrambi essere resi obbligatori per gli Stati membri, oltre al sostegno a titolo di nuovi strumenti finanziari, come ad esempio uno strumento per concedere l'accesso al capitale in caso di risorse limitate; sottolinea inoltre l'importanza delle misure nazionali per rimuovere gli ostacoli normativi ed economici e, al contempo, promuovere la pianificazione della successione e ad agevolare e incoraggiare accordi di collaborazione, quali i partenariati, l'agricoltura condivisa, l'allevamento a contratto e il leasing tra agricoltori anziani e giovani; ritiene che anche le norme in materia di aiuti di Stato dovrebbero tenere conto dell'importanza del rinnovamento generazionale e prevenire la scomparsa dell'agricoltura a conduzione familiare;

72.  ritiene che la nuova legislazione dell'Unione debba operare una distinzione più netta tra i criteri per l'ottenimento degli incentivi per i "giovani agricoltori" e quelli per gli "agricoltori all'inizio dell'attività" (in base all'età per i giovani agricoltori e in base agli anni trascorsi dalla creazione dell'azienda per gli agricoltori all'inizio dell'attività), in modo da rafforzare il potenziale di entrambi i gruppi di determinare un ricambio generazionale e un miglioramento delle condizioni di vita nelle zone rurali;

73.  esorta la Commissione e gli Stati membri a riconoscere che i nuovi cambiamenti sociali, tecnologici ed economici, come l'energia pulita, la digitalizzazione e le soluzioni intelligenti, hanno un impatto sulla vita rurale;

74.  invita la Commissione ad adoperarsi per migliorare la qualità della vita nelle zone rurali al fine di incoraggiare i cittadini, in particolare i giovani, a rimanere nelle zone rurali o a farvi ritorno; esorta la Commissione e gli Stati membri a sostenere lo sviluppo di nuovi servizi attraverso l'imprenditorialità, in particolare da parte delle donne e dei giovani;

75.  osserva con preoccupazione che la carenza di manodopera in diversi settori agricoli sta comportando la cessazione di alcune attività agricole; invita a fornire sostegno al fine di attrarre lavoratori verso l'agricoltura;

76.  pone l'accento sulla necessità di condividere i modelli che hanno avuto successo negli Stati membri e che riuniscono agricoltori più e meno giovani al fine di realizzare gli obiettivi in materia di rinnovamento generazionale;

77.  raccomanda di migliorare l'accesso ai finanziamenti attraverso tassi di interesse agevolati per i prestiti concessi ai nuovi agricoltori;

78.  rammenta che, per sviluppare comuni intelligenti, le aree e gli insediamenti rurali necessitano di una speciale attenzione e di sforzi integrati;

79.  chiede una migliore cooperazione con la BEI e il Fondo europeo per gli investimenti al fine di promuovere la creazione di strumenti finanziari dedicati ai giovani agricoltori in tutti gli Stati membri;

80.  chiede condizioni di parità al fine di apportare miglioramenti tecnologici significativi ai poli e alle reti rurali;

81.  sottolinea l'importanza dello sviluppo rurale, compresa l'iniziativa LEADER, nel migliorare le sinergie tra le diverse politiche e potenziare la competitività, nel promuovere economie efficaci e sostenibili, nel sostenere un'agricoltura e una silvicoltura sostenibili e multifunzionali e nel produrre beni e servizi alimentari e non alimentari che generino valore aggiunto e posti di lavoro; sottolinea l'importanza dello sviluppo rurale nel promuovere partenariati tra gli agricoltori, le comunità locali e la società civile e nel promuovere attività e opportunità imprenditoriali supplementari molto spesso non delocalizzabili, nell'agroindustria, l'agriturismo, la commercializzazione diretta, l'agricoltura sostenuta dalla comunità, la bioeconomia e la produzione sostenibile di bioenergia e di energie rinnovabili, tutti ambiti che contribuiscono a garantire il mantenimento dell'attività economica nelle regioni; sottolinea pertanto l'importanza di rafforzare il secondo pilastro sotto il profilo finanziario, aumentando così il potenziale di generare reddito, di contribuire a rispondere allo spopolamento, alla disoccupazione e alla povertà nonché di promuovere l'inclusione sociale, la fornitura di servizi sociali e il rafforzamento del tessuto socioeconomico nelle zone rurali, con l'obiettivo complessivo di migliorare la qualità della vita in tali zone;

82.  chiede alla Commissione di introdurre un approccio plurifondo agli investimenti nella legislatura successiva al 2020 in modo da garantire una corretta attuazione degli strumenti di sviluppo rurale integrati, come l'iniziativa dei comuni intelligenti;

83.  chiede la creazione di un nuovo fondo per lo sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD), sulla base dell'iniziativa LEADER e dell'esperienza maturata nel settore, destinando il 10 % di tutti i fondi strutturali agli obiettivi fissati dalle strategie locali di tipo partecipativo, senza alcuna distinzione tra i fondi strutturali, che dovrebbero essere mobilitati in modo decentrato;

84.  sottolinea che i programmi di sviluppo rurale dovrebbero avere un valore aggiunto per le aziende agricole e mantenere il loro importante ruolo nel facilitare azioni pluriennali concernenti pratiche innovative e misure agroambientali;

85.  osserva che, nell'ambito dell'iniziativa LEADER, è opportuno dedicare maggiore attenzione alle necessità e ai progetti delle micro aziende agricole a conduzione familiare, assicurando nel contempo un'adeguata assistenza finanziaria supplementare;

86.  rileva che è stato dimostrato che le zone rurali richiedono la concentrazione dell'attività agricola nelle mani di piccole e medie imprese di agricoltori e di agricoltrici;

87.  sottolinea l'importanza di mantenere un sostegno compensativo specifico per le aziende situate in zone svantaggiate, secondo le condizioni definite dagli Stati membri in funzione delle loro specificità locali;

88.  evidenzia inoltre che l'attuazione di strumenti finanziari a favore dello sviluppo rurale dovrebbe avvenire su base volontaria, mentre dovrebbero essere rafforzati gli investimenti nelle zone rurali;

89.  invita la Commissione a porre in essere le misure previste per l'iniziativa sui piccoli comuni intelligenti per conferire priorità ai piccoli comuni intelligenti nel quadro della prossima politica di sviluppo rurale;

90.  ritiene che il finanziamento dell'apicoltura nell'ambito del secondo pilastro dovrebbe essere più mirato e più efficace e che il nuovo quadro legislativo debba prevedere un nuovo programma di sostegno per gli apicoltori nell'ambito del primo pilastro, compreso il sostegno diretto per ciascuna colonia di api;

91.  sottolinea che le misure meno correlate all'agricoltura devono essere soggette a un tasso di cofinanziamento più elevato;

92.  invita la Commissione a introdurre un regime di condizionalità nuovo, coerente, rafforzato e semplificato nel primo pilastro, che permetta l'integrazione e l'attuazione dei vari tipi di azioni ambientali esistenti, come le attuali misure di condizionalità e di inverdimento; sottolinea che il criterio di base del primo pilastro, ossia conseguire lo sviluppo agricolo sostenibile, dovrebbe essere obbligatorio e stabilire chiaramente le misure e i risultati che si attendono dagli agricoltori al fine di garantire condizioni di parità e, contemporaneamente, una burocrazia minima a livello di impresa agricola nonché un controllo adeguato da parte degli Stati membri, tenendo conto delle condizioni locali; chiede inoltre un regime nuovo e semplice, che dovrebbe essere obbligatorio per gli Stati membri e facoltativo per le imprese agricole, basato su norme dell'UE che vadano oltre il criterio di base, al fine di incentivare la transizione degli agricoltori verso tecniche e pratiche sostenibili a favore del clima e dell'ambiente, e che siano coerenti con le misure agricole, ambientali e climatiche del secondo pilastro; è del parere che l'attuazione di tale regime dovrebbe essere stabilita nei piani strategici nazionali entro un quadro dell'UE;

93.  chiede alla Commissione di garantire che le misure agricole, ambientali e climatiche del secondo pilastro per lo sviluppo rurale continuino a compensare i costi supplementari e i mancati guadagni connessi all'attuazione volontaria di pratiche rispettose dell'ambiente e del clima da parte degli agricoltori, con la possibilità di aggiungere un incentivo per gli investimenti nella tutela ambientale, nella biodiversità e nell'efficienza delle risorse; reputa che tali programmi dovrebbero essere semplificati, meglio mirati e più efficaci, in modo che gli agricoltori possano contribuire efficacemente agli ambiziosi obiettivi politici in materia di tutela ambientale, biodiversità, gestione delle risorse idriche, azione per il clima e riduzione dei cambiamenti climatici, garantendo al contempo una burocrazia minima a livello di imprese agricole nonché un controllo adeguato da parte degli Stati membri, in funzione delle condizioni locali;

94.  chiede che, oltre alle aziende dedite a una produzione agricola puramente biologica di cui all'articolo 11 del regolamento (CE) n. 834/2007 ed esentate dagli "oneri dell'inverdimento" a norma dell'articolo 43 del regolamento (UE) n. 1307/2013, siano esentate anche le imprese che applicano misure agroambientali ai sensi del regolamento (UE) n. 1305/2013;

95.  insiste sul fatto che le regioni mediterranee dell'UE sono maggiormente vulnerabili all'impatto dei cambiamenti climatici, quali la siccità, gli incendi e la desertificazione, e che pertanto saranno necessari maggiori sforzi da parte degli agricoltori di queste regioni per adattare le loro attività a un ambiente in mutamento;

96.  ritiene che le future proposte legislative della Commissione debbano poter sostenere il maggior numero di agricoltori possibile nei loro sforzi di modernizzazione volti a conseguire uno sviluppo agricolo più sostenibile;

97.  invita, ai fini della semplificazione della PAC, a mantenere l'attuale deroga e a non imporre alle aziende più piccole, con una superficie inferiore ai 15 ettari, misure aggiuntive in materia di clima e ambiente nell'ambito della PAC;

98.  propone che questa nuova forma di inverdimento sia accompagnata da strumenti significativi, coordinati e più efficienti nell'ambito del secondo pilastro attraverso investimenti materiali e immateriali mirati (trasferimento di conoscenze, formazione, consulenza, scambio di know-how, creazione di reti e innovazione nel quadro dei partenariati europei per l'innovazione) come ulteriore motore di cambiamento;

99.  invita la Commissione ad assicurare che le sue proposte legislative per la riforma della PAC comprendano misure e strumenti adeguati per integrare la produzione di colture proteiche in sistemi migliorati di rotazione delle colture, in modo da superare l'attuale deficit proteico, incrementare i redditi degli agricoltori e affrontare le principali sfide cui l'agricoltura deve far fronte, come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e di fertilità del suolo nonché la tutela e la gestione sostenibile delle risorse idriche;

100.  ritiene che un importo minimo del bilancio totale disponibile del secondo pilastro dovrebbe essere stanziato a favore delle misure agricole, ambientali e climatiche, compresi l'agricoltura biologica, la cattura di CO2, lo stato di salute del suolo, la pianificazione della gestione dei nutrienti per proteggere la biodiversità e la diversità genetica negli animali e nelle piante; sottolinea, in tale contesto, l'importanza di mantenere i pagamenti nell'ambito di Natura 2000 e garantire che siano sufficienti per fungere da reale incentivo agli agricoltori;

101.  sottolinea la necessità di pagamenti nel quadro dello sviluppo rurale agli agricoltori ubicati in zone soggette a vincoli naturali e caratterizzate da condizioni climatiche difficili, forti pendenze o limitazioni in termini di qualità del suolo; chiede una semplificazione e un migliore approccio del piano per le zone soggette a vincoli naturali per il periodo successivo al 2020;

102.  ricorda che il Parlamento ha già sottolineato che il controllo dell'adeguatezza nella direttiva Natura mette in luce la necessità di migliorare la coerenza con la PAC ed evidenzia la preoccupante diminuzione di specie e habitat legata all'agricoltura; invita la Commissione a condurre una valutazione dell'impatto della PAC sulla biodiversità; chiede, inoltre, pagamenti più elevati nell'ambito di Natura 2000 al fine di incentivare maggiormente la protezione dei siti agricoli Natura 2000, i quali si trovano in condizioni molto precarie;

103.  chiede il rafforzamento e l'attuazione di misure per un'agricoltura intelligente sul piano climatico, in considerazione del futuro aumento degli effetti dei cambiamenti climatici sull'agricoltura in Europa;

104.  ritiene che la PAC debba gestire i rischi associati ai cambiamenti climatici e al degrado del suolo in tutto il paesaggio agricolo, investendo nella realizzazione di ecosistemi agricoli resilienti e robusti e nelle infrastrutture ecologiche allo scopo di creare strati attivi, contrastare l'erosione dei suoli, introdurre e prolungare la rotazione delle colture, inserire più alberi nel paesaggio e accrescere la diversità biologica e strutturale presso le aziende agricole;

105.  reputa opportuno sostenere e promuovere un utilizzo più ampio dei residui agricoli come fonte rinnovabile, efficiente e sostenibile di energia per le zone rurali;

106.  invita la Commissione a promuovere l'innovazione, la ricerca e la modernizzazione nell'agricoltura, la silvicoltura e il settore alimentare sostenendo un solido sistema di consulenza e formazione che sia più adatto alle esigenze dei beneficiari della PAC nello sviluppo delle loro pratiche verso una sostenibilità e una protezione delle risorse maggiori, e favorendo l'applicazione di tecnologie intelligenti al fine di rispondere più efficacemente alle sfide nei settori della salute, dell'ambiente e della competitività; sottolinea che la formazione e l'estensione agricola devono essere una precondizione nella concezione e nell'attuazione dei programmi in tutti gli Stati membri e che è fondamentale promuovere il trasferimento di know-how, i modelli di migliori prassi e gli scambi tra cooperative e organizzazioni dei produttori negli Stati membri, ad esempio mediante il sistema europeo della conoscenza e dell'informazione agricola (AKIS); ritiene che i metodi agroecologici e i principi alla base dell'agricoltura di precisione possano generare notevoli benefici per l'ambiente, aumentare il reddito degli agricoltori, razionalizzare l'utilizzo delle macchine agricole e incrementare in maniera significativa l'efficienza delle risorse;

107.  sottolinea l'importante necessità che la PAC, Orizzonte 2020 e gli altri regimi di finanziamento di sostegno incoraggino gli agricoltori a investire in nuove tecnologie adattate alle dimensioni della loro azienda, quali gli strumenti agricoli di precisione e digitali che migliorano la resilienza e l'impatto ambientale dell'agricoltura;

108.  invita la Commissione a stimolare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie innovative per tutti i tipi di aziende agricole indipendentemente dalla loro dimensione e produzione, convenzionale o biologica, per l'allevamento o la coltivazione di terreni, su piccola o grande scala;

109.  invita la Commissione a realizzare una PAC che consegua una maggiore innovazione, contribuisca a compiere progressi nella bioeconomia e offra soluzioni per la biodiversità, il clima e l'ambiente;

110.  invita la Commissione a concentrarsi sulla qualità della vita nelle zone rurali e a renderla attraente per tutte le persone, in particolare per le generazioni più giovani;

111.  ritiene che la digitalizzazione e l'agricoltura di precisione promosse nell'ambito della PAC non debbano aumentare la dipendenza degli agricoltori da contributi aggiuntivi o finanziamenti esterni né impedire il loro accesso alle risorse, ma debbano essere open source e sviluppate esclusivamente con la partecipazione degli agricoltori;

112.  chiede, fatta salva una ridefinizione dell'importo globale del sostegno dell'UE allo sviluppo rurale, che gli attuali programmi di sviluppo rurale, approvati in conformità dell'articolo 10, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1305/2013, continuino a essere applicati fino al 2024 o fino all'adozione di una nuova riforma;

113.  si compiace dell'impegno della Commissione a favore della promozione del concetto dei "piccoli comuni intelligenti" nell'UE, che consentirà, mediante uno sviluppo più coordinato delle diverse politiche, di rimediare in maniera esauriente all'insufficienza dei collegamenti a banda larga, delle opportunità di lavoro e della prestazione di servizi nelle aree rurali;

114.  chiede che siano adottati provvedimenti per affrontare il grave problema degli incidenti in azienda, che causano feriti e vittime nelle aziende agricole dell'UE, mediante misure nell'ambito del secondo pilastro volte a sostenere investimenti nella formazione e nelle misure di sicurezza;

115.  chiede che, nel quadro dello sviluppo di una strategia dell'UE per le colture proteiche, sia consentito un unico impiego di prodotti fitosanitari nel periodo che intercorre tra la fase precedente la semina e quella immediatamente successiva su tutti i terreni con colture proteiche;

116.  ritiene che gli investimenti in materia di innovazione, istruzione e formazione siano vitali per il futuro dell'agricoltura europea;

117.  sottolinea che un approccio basato sui risultati a livello di Stato membro e regionale e soluzioni innovative fornite da regimi di certificazione dovrebbero essere ulteriormente esaminati nel quadro della futura PAC, senza aggiungere burocrazia e controlli in loco;

118.  è fortemente favorevole all'introduzione di misure mirate di modernizzazione e miglioramento strutturale nel secondo pilastro, allo scopo di conseguire obiettivi prioritari come Digital Farming 4.0;

119.  invita la Commissione e gli Stati membri a proteggere e promuovere l'accesso dei piccoli agricoltori e gruppi emarginati alle sementi e ai mezzi di produzione agricola, nonché a proteggere e promuovere lo scambio di sementi, la proprietà pubblica delle stesse e le tecniche tradizionali e sostenibili che garantiscono il diritto umano a un'alimentazione e a una nutrizione adeguate;

120.  esorta la Commissione e gli Stati membri a porre maggiormente l'accento sulle opportunità imprenditoriali per i servizi a favore dei comuni e provenienti da questi ultimi;

121.  osserva che ciascuna azienda agricola è diversa e che pertanto sono necessarie soluzioni individuali;

Una posizione forte per gli agricoltori nel sistema alimentare globale

122.  invita la Commissione a mantenere l'attuale quadro dell'organizzazione comune di mercato unica (OCM unica) nel primo pilastro, compresi gli strumenti strategici specifici e le norme di commercializzazione, e a migliorare il programma dell'UE di distribuzione di frutta, ortaggi e latte nelle scuole; sottolinea l'importanza dei sistemi esistenti di gestione della produzione per prodotti specifici e del mantenimento di programmi settoriali individuali obbligatori (vino, frutta e ortaggi, olio di oliva e apicoltura) per i paesi produttori, con l'obiettivo ultimo di rafforzare la sostenibilità e la competitività di ciascun settore e di mantenere condizioni di parità, pur consentendo l'accesso a tutti gli agricoltori;

123.  ritiene che l'esperienza positiva e orientata al mercato dei programmi operativi dell'OCM unica nel settore della frutta e degli ortaggi, attuati dalle organizzazioni di produttori e finanziati sulla base del valore della produzione commercializzata, abbiano dimostrato la loro efficacia nel rafforzare la competitività e la strutturazione dei settori selezionati nonché nel migliorarne la sostenibilità; invita pertanto la Commissione a prendere in esame la possibilità di introdurre programmi operativi simili in altri settori; reputa che ciò potrebbe apportare un beneficio particolare alle organizzazioni di produttori che rappresentano gli allevatori del settore lattiero-caseario stabiliti nelle regioni montane e nelle regioni ultraperiferiche dell'Unione, i quali trasformano e immettono sul mercato prodotti di alta qualità e mantengono la produzione lattiero-casearia in questi territori difficili;

124.  rammenta che le disparità in termini di potere di mercato rappresentano un ostacolo particolare alla produzione in grado di coprire i costi nel settore lattiero-caseario;

125.  richiama l'attenzione sulla possibilità di introdurre il regime di riduzione volontaria della fornitura di latte nel quadro dell'OCM;

126.  chiede l'introduzione di un nuovo strumento di gestione dell'autoassistenza per l'olio di oliva che ne consenta la conservazione negli anni in cui si registra un eccesso di produzione, per immetterlo sul mercato quando la produzione è inferiore alla domanda;

127.  insiste sulla impellente necessità che la PAC futura sostenga gli agricoltori in modo più efficiente, equo e rapido al fine di far fronte alla volatilità dei prezzi e dei redditi dovuta al clima, alle condizioni meteorologiche avverse e ai rischi sanitari e di mercato, creando ulteriori incentivi e condizioni di mercato che stimolino lo sviluppo e l'utilizzo volontario degli strumenti di gestione del rischio e stabilizzazione (regimi di assicurazione, strumenti di stabilizzazione del reddito, meccanismi di accantonamento individuale e fondi di mutualizzazione), garantendo al contempo l'accessibilità per tutti gli agricoltori e la compatibilità con i regimi nazionali esistenti;

128.  chiede che sia fornito un sostegno migliore per aumentare la produzione di leguminose nell'UE e che sia concesso un aiuto specifico agli allevatori di ovini e caprini con sistemi estensivi, dati i vantaggi che tali settori comportano per l'ambiente e la necessità di ridurre la dipendenza dell'UE dalle importazioni di proteine per i mangimi;

129.  sottolinea che una PAC orientata al futuro dovrebbe essere concepita per rispondere meglio ai problemi sanitari gravi come quelli legati alla resistenza antimicrobica, alla qualità dell'aria e a un'alimentazione più sana;

130.  mette in risalto le sfide che la resistenza antimicrobica pone per la salute animale e umana; ritiene che il nuovo quadro giuridico debba promuovere attivamente una salute e un benessere migliori degli animali quale strumento per combattere la resistenza agli antibiotici, rafforzando così la protezione della salute pubblica e del settore agricolo nel suo complesso;

131.  richiama l'attenzione sul fatto che i rischi di mercato possono essere gestiti anche mediante un migliore accesso dei prodotti agricoli e alimentari dell'UE ai mercati delle esportazioni;

132.  insiste sull'importanza di rafforzare la posizione dei produttori primari all'interno della catena di approvvigionamento alimentare, in particolare garantendo un'equa distribuzione del valore aggiunto tra produttori, trasformatori e dettaglianti, introducendo le risorse e gli incentivi finanziari necessari a sostenere la creazione e lo sviluppo di organizzazioni economiche, sia verticali che orizzontali, come le organizzazioni dei produttori, comprese le cooperative, e le loro associazioni e organizzazioni interprofessionali, istituendo norme minime armonizzate per combattere le pratiche commerciali sleali e abusive nella catena di approvvigionamento alimentare e rafforzando la trasparenza dei mercati e gli strumenti di prevenzione delle crisi;

133.  sottolinea che conformemente agli obiettivi dell'articolo 39 TFUE e all'eccezione di cui all'articolo 42 TFUE, il regolamento omnibus ha chiarito il legame giuridico tra le disposizioni dell'OCM unica e le norme dell'UE in materia di concorrenza e ha introdotto nuove possibilità collettive per gli agricoltori preposte a potenziare il loro potere di negoziazione nella catena di approvvigionamento alimentare; ritiene che dette disposizioni siano essenziali nel quadro della futura PAC e dovrebbero essere ulteriormente migliorate;

134.  ritiene che, traendo insegnamenti dal funzionamento dei vari osservatori sul mercato dell'UE (latte, carne, zucchero e colture), tali strumenti debbano essere estesi ai settori che non sono ancora trattati ed essere ulteriormente sviluppati per offrire dati e previsioni affidabili agli operatori del mercato, al fine di fornire un allarme rapido e consentire azioni rapide e anticipatrici in caso di turbolenze del mercato onde prevenire le crisi;

135.  chiede il potenziamento del sostegno ai mercati locali e alle filiere alimentari corte e la loro promozione; sottolinea la necessità di sviluppare servizi locali legati alle filiere corte;

136.  invita la Commissione a chiarire ulteriormente e, se necessario, ad aggiornare le norme per le organizzazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali, in particolare per quanto riguarda la politica in materia di concorrenza, anche affinché le organizzazioni interprofessionali adottino misure e accordi per rispondere alle esigenze della società;

137.  sottolinea che gli strumenti storici di gestione dei mercati della PAC, vale a dire intervento pubblico e ammasso privato, hanno un effetto ridotto e insufficiente nel contesto delle economie globalizzate e che gli strumenti di gestione dei rischi non sono sempre sufficienti a far fronte a una significativa volatilità dei prezzi e a gravi perturbazioni del mercato;

138.  sottolinea pertanto la necessità che l'OCM unica continui a svolgere un ruolo significativo nell'ambito della futura PAC come rete di sicurezza nello stabilizzare rapidamente i mercati agricoli e nell'anticipare le crisi, e sottolinea l'importanza del regolamento omnibus nel permettere e incoraggiare, basandosi sugli insegnamenti tratti durante le ultime crisi del mercato in particolare nel settore lattiero-caseario, l'uso complementare di strumenti innovativi di gestione dei mercati e delle crisi, come gli accordi settoriali volontari, per gestire e, se del caso, ridurre l'offerta in termini quantitativi tra produttori, organizzazioni di produttori, associazioni di organizzazioni di produttori, organizzazioni interprofessionali e trasformatori (es. il regime dell'UE di riduzione della produzione del latte);

139.  accoglie con favore il lavoro attualmente svolto in merito a una strategia sostenibile dell'UE per le proteine;

140.  prende atto della necessità di creare mercati locali e regionali per le colture leguminose in tutta l'UE, di migliorare le prestazioni ambientali mediante coltivazioni a rotazione, riducendo al contempo anche la dipendenza dalle importazioni di mangimi, fertilizzati e pesticidi, e di aumentare la redditività e gli incentivi economici per passare a pratiche agricole più sostenibili;

141.  ritiene che le misure di gestione dell'offerta di formaggi e prosciutto a denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta o di vino abbiano dimostrato la loro efficacia nel migliorare la sostenibilità, la competitività e la qualità dei prodotti selezionati e dovrebbero pertanto essere mantenute e, se del caso, estese per includere tutti i prodotti con marchi di qualità, in linea con gli obiettivi della PAC;

142.  chiede una revisione approfondita dell'attuale meccanismo di riserva di crisi al fine di creare un fondo dell'UE attuabile e indipendente per le crisi agricole, che sia esente dal principio dell'annualità del bilancio, in modo da consentire storni di bilancio da un esercizio all'altro, in particolare quando i prezzi di mercato sono sufficientemente elevati, mantenendo nel contempo la riserva di crisi a un livello constante durante tutto il periodo del QFP, consentendo in tal modo azioni di prevenzione e risposte più rapide, coerenti ed efficaci unitamente all'utilizzo di strumenti di gestione del mercato e dei rischi in caso di gravi situazioni di crisi, comprese quelle che implicano conseguenze economiche per gli agricoltori dovute a questioni di salute degli animali, malattia delle piante e sicurezza alimentare, ma anche a quelle derivanti da shock esterni con un impatto sull'agricoltura;

143.  ritiene che, benché gli accordi commerciali siano vantaggiosi per alcuni settori agricoli dell'UE e per l'economia dell'UE nel suo complesso e necessari per rafforzare la posizione dell'Unione sul mercato agricolo globale, tali accordi suppongono anche varie sfide, in particolare per le piccole e medie imprese agricole e per i settori sensibili, che devono essere prese in considerazione, come il rispetto delle norme sanitarie, fitosanitarie, in materia di benessere degli animali, ambientali e sociali dell'UE, che richiedono coerenza tra la politica commerciale e taluni obiettivi della PAC e non devono causare l'indebolimento delle elevate norme europee o mettere a rischio i suoi territori rurali;

144.  sottolinea che l'applicazione di norme diverse aumenterebbe il rischio di esportazione della produzione interna dell'UE all'estero, a scapito dello sviluppo rurale, dell'ambiente e, in alcuni casi, della qualità degli alimenti;

145.  sottolinea che la necessità di meccanismi di salvaguardia rafforzati dovrebbe altresì informare i dibattiti in merito agli accordi commerciali futuri (Mercosur, Nuova Zelanda, Australia ecc.) e al loro impatto sull'agricoltura in Europa;

146.  sottolinea che, benché sia importante continuare ad adoperarsi per aumentare l'accesso al mercato per i prodotti agricoli europei, sono necessari meccanismi adeguati di protezione dell'agricoltura europea che tengano conto delle preoccupazioni specifiche di ciascun settore, come meccanismi di salvaguardia volti a evitare conseguenze socioeconomiche negative sui piccoli e medi agricoltori nell'Unione europea e nei paesi terzi, o la potenziale esclusione dei settori più sensibili dai negoziati e l'applicazione del principio di reciprocità nelle condizioni di produzione, in modo da garantire parità di condizioni tra gli agricoltori nell'UE e i loro concorrenti esteri; ribadisce che la produzione europea non deve essere danneggiata da importazioni di qualità inferiore e non conformi alle norme;

147.  invita la Commissione a considerare l'agricoltura come un'attività strategica e ad adottare un approccio agli accordi di libero scambio che non ne faccia una variabile di aggiustamento degli altri settori commerciali e che tuteli i settori chiave, quali la produzione del latte crudo;

148.  ritiene che le varie riforme della PAC che si sono succedute dagli anni Novanta del secolo scorso siano state influenzate, in larga misura, dalle esigenze del commercio internazionale e dell'OMC; ritiene altresì che dette riforme abbiano reso più competitivi i prodotti agricoli e il settore agroalimentare europei, ma che abbiano anche danneggiato gran parte del settore agricolo, esponendolo all'instabilità dei mercati mondiali; è del parere che sia giunto il momento di concentrare maggiormente l'attenzione sugli altri obiettivi della PAC, tra cui il tenore di vita degli agricoltori o questioni quali la salute, l'occupazione, l'ambiente e il clima, come invita a fare la comunicazione della Commissione sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura in Europa;

149.  sottolinea che la politica commerciale dell'UE deve essere coerente con le altre politiche dell'Unione, fra cui le politiche di sviluppo e ambientali, e favorire il raggiungimento degli OSS, e che può contribuire al conseguimento degli obiettivi della PAC, in particolare assicurando un equo tenore di vita alla popolazione agricola e prezzi ragionevoli delle derrate per i consumatori; sottolinea che il settore agroalimentare dell'UE dovrebbe cogliere le opportunità di crescita offerte dalle esportazioni dato che, secondo le stime, nel prossimo decennio il 90 % della domanda mondiale di prodotti agroalimentari proverrà dal di fuori dell'Europa; sottolinea che la PAC deve innanzi tutto far fronte alle necessità della società europea in ambito alimentare, ambientale e climatico, prima di concentrarsi sulla produzione per la vendita sul mercato agricolo internazionale; sottolinea che i cosiddetti paesi in via di sviluppo dovrebbero avere opportunità sufficienti per creare e mantenere un proprio settore agroalimentare solido;

150.  ritiene inoltre che i beni la cui produzione è associata alla deforestazione, all'accaparramento di terreni o risorse e alla violazione dei diritti umani non dovrebbero poter accedere al mercato dell'Unione europea;

151.  richiama l'attenzione sul nuovo consenso europeo in materia di sviluppo, in cui l'UE e i suoi Stati membri ribadiscono il loro impegno e riconoscono la fondamentale importanza di un effettivo rispetto del principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS), di cui all'articolo 208 TFUE, a norma del quale è necessario tenere conto degli obiettivi di cooperazione allo sviluppo in tutte le politiche dell'UE, compresi la politica agricola e il suo finanziamento, che potrebbero interessare i paesi in via di sviluppo in modo negativo; ritiene, in tale contesto, che la riforma della PAC debba rispettare il diritto dei paesi in via di sviluppo di definire le proprie politiche agricole e alimentari, senza pregiudicare le loro capacità di produzione alimentare e la loro sicurezza alimentare a lungo termine, in particolare nel caso dei paesi meno sviluppati;

152.  ricorda l'impegno dell'UE e dei suoi Stati membri di fronte agli OSS ed evidenzia che la coerenza della PAC con gli OSS è fondamentale, in particolare nel caso degli obiettivi n. 2 (porre fine alla fame), n. 5 (uguaglianza di genere), n. 12 (consumo e produzione responsabili), n. 13 (azione per il clima) e n. 15 (vita nell'ecosistema terrestre), ai quali la futura PAC deve allinearsi;

153.  chiede, in conformità del principio di efficienza di bilancio, coerenza e migliori sinergie tra la PAC e tutte le altre politiche e impegni internazionali dell'UE, in particolare nei settori dell'energia, dell'approvvigionamento idrico, dell'uso del suolo, della biodiversità e degli ecosistemi, nonché lo sviluppo delle aree periferiche e montane;

154.  invita la Commissione a procedere a una valutazione d'impatto sistematica delle disposizioni relative al settore agricolo in tutti gli accordi commerciali e a proporre strategie specifiche per garantire che nessun settore agricolo sia danneggiato dalla conclusione di un accordo commerciale con un paese terzo;

155.  insiste sul fatto che i processi e i metodi di produzione costituiscono una parte essenziale delle norme sociali, economiche e ambientali del commercio agricolo mondiale e incoraggia la Commissione a sollecitare l'OMC a riconoscerli come tali;

156.  sottolinea che la realizzazione degli obiettivi dell'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e il raggiungimento degli OSS devono essere i principi guida di qualsiasi politica commerciale concernente i prodotti agricoli; rileva che nel suo documento di riflessione sulla gestione della globalizzazione, la Commissione segnala giustamente la richiesta di un aumento del commercio equo e di prodotti sostenibili e locali, come mutamento di tendenza nella globalizzazione; sottolinea che la politica commerciale dell'UE può contribuire ampiamente al raggiungimento degli OSS e degli obiettivi climatici stabiliti nell'accordo di Parigi;

157.  ricorda che l'UE ha eliminato le proprie sovvenzioni all'esportazione e che l'attuale bilancio dell'UE non prevede alcuna linea di bilancio per dette sovvenzioni; invita, a questo proposito, i partner commerciali dell'UE ad impegnarsi a ridurre il sostegno interno che causa distorsioni al commercio; invita i membri dell'OMC che continuano a concedere sovvenzioni alle esportazioni ad applicare la decisione ministeriale sulla concorrenza all'esportazione, adottata il 19 dicembre 2015 a Nairobi;

158.  chiede alla Commissione di rimanere vigile e di intensificare l'azione difensiva dell'Unione al fine di eliminare gli ostacoli, esistenti e futuri, all'accesso al mercato nei paesi terzi, che sono in aumento, pur rispettando l'ambiente e i diritti umani, compreso il diritto all'alimentazione; sottolinea che tali ostacoli riguardano perlopiù i prodotti agricoli (27 % secondo la banca dati della Commissione sull'accesso al mercato) che a loro volta si riferiscono soprattutto a misure sanitarie e fitosanitarie di accesso al mercato;

159.  chiede alla Commissione di anticipare le conseguenze della Brexit e di tenerne conto nella preparazione degli scambi di offerte e nel calcolo dei contingenti;

160.  chiede alla Commissione di avviare iniziative chiare e trasparenti per rafforzare ulteriormente la promozione della produzione, della sicurezza, del benessere degli animali, delle norme ambientali e delle filiere corte nell'UE e di sostenere regimi di produzione alimentare di qualità, che potrebbero essere conseguiti, tra l'altro, attraverso regimi europei di etichettatura di origine, e attività di commercializzazione e promozione sui mercati interni e dei paesi terzi per quei settori che beneficiano di strumenti strategici specifici nell'ambito della PAC; insiste sulla necessità di ridurre la burocrazia e i requisiti superflui per consentire ai produttori più piccoli di partecipare a tali regimi; accoglie con favore l'aumento costante del bilancio disponibile per i programmi promozionali ed esorta la Commissione a mantenere il ritmo con cui gli stanziamenti stanno aumentando, dato il crescente interesse dei produttori;

161.  sottolinea l'importanza delle filiere corte locali e regionali, che sono più sostenibili dal punto di vista ambientale in quanto richiedono un trasporto più breve e conseguentemente provocano un inquinamento minore, e implicano una maggiore freschezza e tracciabilità dei prodotti;

162.  ricorda l'importanza di rafforzare la capacità degli agricoltori locali di risalire la catena di valore, fornendo loro aiuto e sostegno per prodotti biologici e con valore aggiunto e nuove competenze e tecnologie, dal momento che raggiungere la sostenibilità richiede un'azione diretta volta a preservare, proteggere e potenziare le risorse naturali;

163.  ricorda che la produzione locale sostiene la cultura alimentare e le economie a livello locale;

164.  sottolinea che nel futuro dell'agricoltura l'accento dovrebbe essere posto sulla produzione di alimenti di alta qualità, poiché il vantaggio concorrenziale dell'Europa risiede nella qualità; sottolinea che le norme dell'UE devono essere mantenute e rafforzate, ove possibile; chiede misure volte ad aumentare ulteriormente la produttività e la competitività a lungo termine del settore della produzione alimentare, e a introdurre nuove tecnologie e un uso più efficiente delle risorse, potenziando in tal modo il ruolo dell'UE di leader mondiale;

165.  ritiene inaccettabile l'esistenza di differenze di qualità tra i prodotti alimentari pubblicizzati e distribuiti nel mercato unico con lo stesso marchio e lo stesso imballaggio; accoglie con favore gli incentivi della Commissione volti ad affrontare la questione della duplice qualità degli alimenti nel mercato unico, compreso il suo lavoro su una metodologia comune di prova;

166.  accoglie con favore i progressi conseguiti nel promuovere gli interessi agricoli dell'Unione nei recenti negoziati commerciali bilaterali, in particolare per quanto riguarda l'accesso al mercato per i prodotti agroalimentari di elevata qualità dell'UE e la protezione delle indicazioni geografiche nei paesi terzi; auspica che questa tendenza continui e migliori;

Un processo decisionale trasparente per una solida proposta della PAC 2021-2028

167.  sottolinea che il Parlamento e il Consiglio dovrebbero, attraverso la procedura di codecisione, stabilire gli obiettivi generali comuni, le norme di base, le misure e gli stanziamenti finanziari e determinare l'opportuno livello di flessibilità necessario a consentire agli Stati membri e alle loro regioni di far fronte alle proprie specificità e necessità in linea con il mercato unico, per evitare distorsioni della concorrenza dovute a scelte nazionali;

168.  si rammarica del fatto che l'intero processo di programmazione della PAC post 2020 - consultazione, comunicazione, valutazione dell'impatto e proposte legislative - inizi ancora una volta con un ritardo significativo con l'avvicinarsi della fine dell'ottava legislatura, con il rischio che il dibattito sulla PAC futura passi in secondo piano rispetto ai dibattiti elettorali e mettendo a repentaglio la possibilità di raggiungere un accordo definitivo prima delle elezioni europee;

169.  chiede alla Commissione di introdurre un regolamento transitorio che, in caso di ritardo nell'approvazione della nuova PAC, consenta agli agricoltori di continuare ad avere accesso alle misure del programma di sviluppo rurale, in particolare alle misure ambientali e di investimento;

170.  invita gli Stati membri, nell'attuazione della nuova riforma, a garantire che non ci siano ritardi nell'erogazione dei pagamenti agli agricoltori e ad assumersi la responsabilità nonché a compensare adeguatamente gli agricoltori qualora, al contrario, si verifichino ritardi;

171.  sottolinea, tuttavia, che bisogna andare avanti quanto più possibile entro la fine dell'attuale legislatura e che questo tema deve essere messo in evidenza durante la campagna per le elezioni al Parlamento europeo;

172.  riconosce l'importanza di coinvolgere nel processo decisionale della PAC istituzioni ed esperti competenti per le politiche sanitarie e ambientali riguardanti la biodiversità, i cambiamenti climatici e l'inquinamento atmosferico, idrico e del suolo;

173.  invita la Commissione a proporre, prima di apportare modifiche sostanziali alla concezione e/o all'attuazione della PAC, un periodo transitorio sufficientemente lungo da garantire agli Stati membri tempo e un "atterraggio morbido" per attuare adeguatamente la nuova politica in modo ordinato, onde evitare ritardi nei pagamenti annuali degli agricoltori e nell'attuazione delle misure di sviluppo rurale;

174.  invita l'UE e i suoi Stati membri a rafforzare il dialogo con i paesi in via di sviluppo e a fornire le loro competenze e il sostegno finanziario per promuovere un'agricoltura ecologicamente sostenibile, basata sull'agricoltura di piccola scala e familiare, rivolgendosi in particolare alle donne e ai giovani, impegno questo, assunto nel 2017 al vertice Unione africana-Unione europea, nella dichiarazione congiunta dal titolo «Investing in Youth for Accelerated Inclusive Growth and Sustainable Development (Investire nei giovani per accelerare la crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile); ricorda il contributo delle donne nelle zone rurali in veste di imprenditrici e promotrici di uno sviluppo sostenibile; sottolinea la necessità di sviluppare il loro potenziale nell'agricoltura sostenibile e la resilienza nelle zone rurali;

175.  ricorda che la fame e la malnutrizione nei paesi in via di sviluppo sono principalmente connesse a un potere d'acquisto insufficiente e/o all'incapacità delle popolazioni rurali povere di essere autosufficienti; esorta pertanto l'UE ad aiutare attivamente i paesi in via di sviluppo a superare gli ostacoli alla propria produzione agricola (come l'inadeguatezza delle infrastrutture e le carenze logistiche);

176.  sottolinea che nel 2050 oltre la metà della popolazione dei paesi meno sviluppati continuerà a vivere in ambito rurale e che lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile nei paesi in via di sviluppo contribuirà a valorizzare il potenziale delle comunità rurali, a mantenere la popolazione nelle zone rurali e a ridurre la sottooccupazione, la povertà e l'insicurezza alimentare, il che a sua volta contribuirà a contrastare le cause profonde della migrazione forzata;

177.  riconosce il ruolo cruciale che le tecnologie spaziali, quali quelle sviluppate nei programmi spaziali e satellitari dell'UE gestiti dall'Agenzia del Sistema Globale di Navigazione via satellite (Galileo, EGNOS e Copernicus), possono svolgere nel raggiungimento degli OSS delle Nazioni Unite offrendo soluzioni economicamente accessibili per passare a un'agricoltura di precisione, eliminando così gli sprechi, risparmiando tempo, riducendo la fatica e ottimizzando l'uso delle attrezzature;

178.  invita la Commissione a esaminare la possibilità di utilizzare le tecnologie e le applicazioni delle scienze spaziali e il Partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo come meccanismi per contribuire al monitoraggio delle colture, del bestiame, delle foreste, della pesca e dell'acquacoltura, e per sostenere gli agricoltori, i pescatori, i silvicoltori e i responsabili delle politiche nei loro sforzi volti a impiegare metodi diversi per il conseguimento di una produzione alimentare sostenibile e a rispondere alle relative sfide;

179.  invita la Commissione ad assicurare che gli Stati membri, nei loro piani di azione, garantiscano l'uguaglianza tra donne e uomini nelle zone rurali; esorta la Commissione e gli Stati membri a favorire una rappresentanza paritaria delle donne nelle strutture istituzionali incaricate del dialogo con il settore e anche negli organi decisionali delle pertinenti organizzazioni, cooperative e associazioni professionali; è del parere che la nuova legislazione dell'Unione debba migliorare sostanzialmente i sottoprogrammi tematici rivolti alle donne nelle zone rurali;

180.  sottolinea che la Commissione dovrebbe continuare a garantire un'applicazione rigorosa della legislazione dell'UE in materia di benessere degli animali, sempre e in tutti gli Stati membri nello stesso modo, con il controllo opportuno e le dovute sanzioni; invita la Commissione a monitorare la salute e il benessere degli animali, anche durante il trasporto, e a riferire in merito; ricorda che i prodotti che entrano nell'UE devono rispettare le norme ambientali, sociali e in materia di benessere degli animali europee; chiede che siano previsti incentivi finanziari per l'adozione volontaria di misure a favore del benessere degli animali che vadano oltre le norme legislative minime;

181.  invita la Commissione ad attuare e applicare la legislazione dell'UE pertinente, in particolare il regolamento (CE) n. 1/2005 del Consiglio, del 22 dicembre 2004, sulla protezione degli animali durante il trasporto; ritiene necessario, in tale contesto, adempiere alla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, la quale ha stabilito che la protezione del benessere degli animali non cessa alle frontiere esterne dell'UE e che i trasportatori di animali esportati dall'Unione devono pertanto rispettare le norme europee in materia di benessere degli animali anche al di fuori del territorio dell'UE;

182.  ribadisce che agli agricoltori che sostengono costi aggiuntivi a causa di vincoli specifici legati ad aree naturali di grande valore, come le zone di montagna, le isole, le regioni ultraperiferiche e le altre zone svantaggiate, debba essere concessa un'attenzione particolare; ritiene che, dati tali vincoli specifici, i finanziamenti della PAC siano di vitale importanza per tali regioni e che ogni riduzione produrrebbe un impatto molto dannoso su molti prodotti agricoli; esorta gli Stati membri a elaborare e attuare regimi di qualità al fine di offrire ai produttori interessati l'opportunità di introdurli rapidamente;

183.  ritiene che il bilancio del POSEI dovrebbe essere mantenuto a livelli sufficienti per affrontare le sfide dell'agricoltura nelle regioni ultraperiferiche, come chiesto varie volte dal Parlamento europeo; accoglie con favore i risultati dell'ultima relazione della Commissione sull'attuazione del POSEI e ritiene che i programmi per le regioni ultraperiferiche e per le piccole isole dell'Egeo debbano essere mantenuti separati dal regime generale dei pagamenti diretti dell'UE, al fine di garantire uno sviluppo territoriale equilibrato evitando il rischio di abbandono della produzione a causa di difficoltà correlate a distanza, insularità, dimensione ridotta, topografia e clima difficili e dipendenza economica da pochi prodotti;

184.  invita la Commissione a includere nell'Osservatorio sul mercato del latte una sezione autonoma che esamini i prezzi nelle regioni ultraperiferiche, al fine di reagire tempestivamente a una crisi del settore; ritiene che la definizione di "crisi" e il successivo intervento della Commissione debbano essere adattati alle regioni ultraperiferiche, considerando la dimensione del mercato, la dipendenza da poche attività economiche e la minore capacità di diversificazione;

185.  chiede una migliore integrazione dell'"economia circolare" per garantire l'utilizzo migliore e più efficiente possibile delle materie prime e dei sottoprodotti nella bioeconomia emergente, rispettando al contempo i limiti della disponibilità di biomassa e di terreni e altri servizi ecosistemici; ritiene che lo sviluppo della bioindustria nelle zone rurali possa fornire nuovi modelli commerciali che potrebbero aiutare gli agricoltori e i proprietari di aziende forestali a trovare nuovi mercati per i loro prodotti e a creare nuovi posti di lavoro; invita, pertanto, la Commissione e gli Stati membri a fornire il sostegno necessario al settore dell'agricoltura e della silvicoltura al fine di contribuire maggiormente all'ulteriore sviluppo della bioeconomia nell'UE; sottolinea la necessità di promuovere l'agroforestazione, che può offrire ecosistemi e microclimi polifunzionali, ricreativi e produttivi, e di colmare le lacune che potrebbero pregiudicarne lo sviluppo;

186.  ritiene che il sostegno alle misure agricole, ambientali e climatiche, integrato da regimi ecologici a livello di Stato membro, dovrebbe coprire i costi sostenuti dagli agricoltori per la transizione alle nuove pratiche sostenibili, ad esempio mediante la promozione dell'agroforestazione e il suo sostegno e altre misure forestali sostenibili a favore della biodiversità e della diversità genetica delle specie animali e vegetali, e per l'adattamento alle condizioni climatiche in cambiamento;

187.  invita la Commissione a garantire l'innovazione, la ricerca e la modernizzazione nell'agroforestazione e nella silvicoltura sostenendo un solido sistema di consulenza su misura, formazioni mirate e soluzioni specifiche per incentivare lo scambio di know-how e le migliori pratiche tra gli Stati membri, con un'attenzione generale alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione; sottolinea, contemporaneamente, il ruolo essenziale delle associazioni dei proprietari di aziende forestali nel trasferimento di informazioni e innovazioni, nella formazione e nell'ulteriore istruzione dei proprietari di aziende forestali su piccola scala nonché nell'attuazione di una gestione forestale multifunzionale attiva.

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188.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU L 350 del 29.12.2017, pag. 15.
(2) GU L 221 del 8.8.1998, pag. 23.
(3) GU L 309 del 24.11.2009, pag. 71.
(4) Testi approvati, P8_TA(2018)0022.
(5) Testi approvati, P8_TA(2018)0203.
(6) Testi approvati, P8_TA(2018)0095.
(7) Testi approvati, P8_TA(2018)0075.
(8) Testi approvati, P8_TA(2018)0057.
(9) Testi approvati, P8_TA(2017)0197.
(10) Testi approvati, P8_TA(2017)0099.
(11) Testi approvati, P8_TA(2016)0504.
(12) Testi approvati, P8_TA(2016)0427.
(13) GU C 86 del 6.3.2018, pag. 62.
(14) GU C 265 dell'11.8.2017, pag. 7.
(15) GU C 288 del 31.8.2017, pag. 10.
(16) GU C 342 del 12.10.2017, pag. 10.

Ultimo aggiornamento: 16 luglio 2019Note legali - Informativa sulla privacy