Risoluzione del Parlamento europeo del 31 maggio 2018 sulla situazione delle persone con doppia cittadinanza UE-iraniana (2018/2717(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sull'Iran, in particolare quelle del 25 ottobre 2016 sulla strategia dell'UE nei confronti dell'Iran dopo l'accordo nucleare(1), del 3 aprile 2014 sulla strategia dell'UE nei confronti dell'Iran(2), del 17 novembre 2011 sull'Iran - casi recenti di violazioni dei diritti umani(3), e del 10 marzo 2011 sull'approccio dell'UE nei confronti dell'Iran(4),
– viste le precedenti risoluzioni sulle relazioni annuali dell'UE sui diritti umani;
– visti gli orientamenti dell'UE sulla pena di morte, la tortura, la libertà di espressione e i difensori dei diritti umani,
– visto il nuovo quadro strategico e piano di azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia, che mira a porre la tutela e la sorveglianza dei diritti umani al centro di tutte le politiche dell'UE,
– vista la decisione (PESC)2018/568 del Consiglio, del 12 aprile 2018(5), che proroga di un anno le misure restrittive relative a gravi violazioni dei diritti umani in Iran, fino al 13 aprile 2019,
– vista la dichiarazione congiunta rilasciata a Teheran il 16 aprile 2016 dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), Federica Mogherini, e dal ministro degli Affari esteri della Repubblica islamica dell'Iran, Javad Zarif, in cui si è deciso di avviare un dialogo sui diritti umani e prevedere uno scambio di visite tra l'UE e l'Iran su questioni attinenti ai diritti umani,
– viste la relazione annuale dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e le relazioni dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani e del Segretario generale delle Nazioni sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica islamica dell'Iran, del 23 marzo 2018,
– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,
– visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 1966, di cui l'Iran è parte,
– visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che nelle carceri iraniane sono detenute numerose persone con doppia cittadinanza UE-iraniana, tra cui Ahmadreza Djalali, ricercatore svedese-iraniano accusato di spionaggio e condannato a morte a seguito di un processo iniquo, senza accesso a un avvocato o alle necessarie cure mediche, sul quale pesa la minaccia imminente di esecuzione e in cattive condizioni di salute;
B. considerando che Kamran Ghaderi, cittadino austriaco-iraniano, si trovava in viaggio d'affari in Iran allorché è stato arrestato e condannato a dieci anni di reclusione dopo che l'accusa è ricorsa a una confessione coatta; che è attualmente detenuta in Iran anche Nazanin Zaghari-Ratcliffe, cittadina anglo-iraniana che lavorava per un'organizzazione di beneficenza e a cui è stata diagnosticata una depressione avanzata; che Abbas Edalat, professore universitario anglo-iraniano, è stato arrestato nell'aprile 2018 e che le accuse a suo carico non sono state a tutt'oggi rese note;
C. considerando che alla continua pratica di arrestare persone con doppia cittadinanza UE-iraniana seguono un modello di detenzione prolungata in isolamento e interrogatori, assenza di garanzie processuali, rifiuto dell'accesso all'assistenza consolare o di visite da parte di organizzazioni delle Nazioni Unite o umanitarie, processi segreti in cui al detenuto è concesso un accesso limitato all'assistenza legale, lunghe pene detentive basate su accuse vaghe o non precisate per ragioni di "sicurezza nazionale" e "spionaggio" e campagne diffamatorie sostenute dallo Stato contro i detenuti;
D. considerando che l'Iran, in quanto Stato firmatario del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR), dovrebbe rispettare la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, nonché la libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica, conformemente agli obblighi assunti;
E. considerando che l'Iran continua a imprigionare gli attivisti della società civile, difensori dei diritti umani, ambientalisti e attivisti politici; contro i quali ha recentemente intensificato la campagna di arresti; che i difensori dei diritti umani, i giornalisti e gli attivisti politici sono attivamente perseguiti per le loro azioni pacifiche;
F. considerando che alle persone con doppia cittadinanza non sempre è stato garantito l'accesso all'assistenza legale a un processo equo; che in pratica l'Iran tratta le persone con doppia cittadinanza come cittadini esclusivamente iraniani, il che limita l'accesso delle ambasciate straniere ai propri cittadini detenuti nel paese e l'accesso dei detenuti alla protezione consolare;
G. considerando che a diversi prigionieri politici e persone accusate di reati contro la sicurezza nazionale è stato negato l'accesso adeguato alle cure mediche durante la detenzione, con gravi conseguenze;
1. condanna la continua pratica di incarcerare persone con doppia cittadinanza UE-iraniana da parte delle autorità iraniane a seguito di processi iniqui; chiede che siano liberate immediatamente e senza condizioni o che si celebri un nuovo processo nei loro confronti in conformità delle norme internazionali, e che i funzionari statali responsabili delle violazioni dei loro diritti rispondano delle loro azioni;
2. esprime profonda preoccupazione per gli arresti, senza sufficienti prove di persone con doppia cittadinanza UE-iraniana al momento del loro ingresso in Iran; sottolinea che tali arresti ostacolano le possibilità di contatti interpersonali;
3. deplora il fatto che le persone con doppia cittadinanza UE-iraniana siano detenute nelle carceri iraniane in pessime condizioni e che siano spesso costrette a confessare a seguito di torture e trattamenti disumani;
4. invita le autorità iraniane a garantire a Ahmadreza Djalali pieno accesso al suo avvocato e ai trattamenti medici di cui faccia richiesta; le esorta altresì ad annullare la condanna a morte a suo carico e a liberarlo senza indugio, come richiesto dalla comunità internazionale;
5. invita le autorità iraniane a garantire la celebrazione di un nuovo processo per Kamran Ghaderi, onde garantire il rispetto del suo diritto a un un giusto processo, a liberare senza indugio Nazanin Zaghari-Ratcliffe, che può già beneficiare della scarcerazione anticipata, e a rendere note con urgenza le accuse a carico di Abbas Edalat;
6. invita le autorità iraniane a rispettare il diritto fondamentale degli imputati a disporre di un avvocato di loro scelta e il diritto a un processo equo, visti gli obblighi internazionali dell'Iran sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo;
7. condanna gli atti di tortura e gli altri trattamenti crudeli compiuti, stando alle denunce attendibili, in particolare durante gli interrogatori e invita le autorità iraniane a rispettare la dignità umana dei detenuti; deplora le condizioni di detenzione crudeli e disumane e invita l'Iran a garantire che tutti i prigionieri ricevano cure mediche adeguate;
8. invita la magistratura a rispettare i principi di un processo equo e giusto e a garantire agli indagati l'accesso all'assistenza legale, alle visite consolari e alle visite di organizzazioni delle Nazioni Unite e umanitarie, nonché pieno accesso alle cure mediche e ai servizi sanitari in conformità degli obblighi internazionali dell'Iran; invita l'Iran ad adottare le misure necessarie alla revisione della legislazione, onde garantire processi equi e l'accesso a un avvocato durante le fasi investigative e a porre fine alle confessioni coatte sotto tortura;
9. chiede al Servizio europeo per l'azione esterna e la Commissione di creare una task force interna a sostegno dei cittadini dell'UE che rischiano la pena di morte o processi chiaramente iniqui in paesi terzi, al fine di potenziare l'assistenza offerta dai loro servizi consolari o diplomatici nazionali;
10. invita le autorità iraniane a cooperare con le ambasciate degli Stati membri dell'UE a Teheran per stilare un elenco delle persone con doppia cittadinanza UE-iraniana attualmente detenute nelle carceri iraniane e a seguire attentamente ogni singolo caso, dal momento che la sicurezza dei cittadini e la tutela dei loro diritti fondamentali rivestono la massima importanza per l'Unione;
11. chiede la liberazione di tutti i difensori dei diritti umani detenuti in Iran e la cessazione di tutti gli atti intimidatori nei loro confronti;
12. accoglie con favore il sensibile inasprimento dei criteri per le condanne per i reati di droga punibili con la pena capitale quale primo passo verso l'introduzione di una moratoria sulla pena di morte in Iran;
13. invita l'Iran a una maggiore interazione con i meccanismi internazionali per i diritti umani, cooperando con i relatori speciali e i meccanismi speciali, anche accogliendo le richieste di accesso al paese da parte dei titolari dei mandati; esorta le autorità iraniane a garantire, in particolare, che il futuro relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran sia autorizzato ad entrare nel paese;
14. sostiene i colloqui sui diritti umani che si svolgono nell'ambito del dialogo ad alto livello UE-Iran avviato dopo la conclusione del piano d'azione congiunto globale; insiste sulla necessità che l'UE continui con determinazione a esprimere le proprie preoccupazioni in materia di diritti umani con l'Iran, sia a livello bilaterale che nei consessi multilaterali;
15. ribadisce l'impegno dell'Iran nel dialogo sui diritti umani e accoglie con favore la disponibilità delle autorità iraniane a proseguire tale dialogo;
16. invita il VP/AR a sollevare presso le autorità iraniane le questioni delle condizioni di detenzione e delle violazioni dei diritti umani, in particolare i casi delle persone con doppia cittadinanza UE-iraniana detenute in Iran, affinché si ponga fine ai trattamenti crudeli e disumani nelle carceri iraniane; invita il VP/AR e gli Stati membri a sollevare sistematicamente presso le autorità iraniane le questioni relative ai diritti umani, tra cui la situazione dei prigionieri politici e dei difensori dei diritti umani nonché la libertà di espressione e di associazione;
17. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite e al governo e al parlamento dell'Iran.