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Procedura : 2018/2862(RSP)
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RC-B8-0456/2018

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PV 04/10/2018 - 5.1
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P8_TA(2018)0376

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Giovedì 4 ottobre 2018 - Strasburgo
Gli Emirati Arabi Uniti, in particolare la situazione del difensore dei diritti umani Ahmed Mansoor
P8_TA(2018)0376RC-B8-0456/2018

Risoluzione del Parlamento europeo del 4 ottobre 2018 sugli Emirati arabi uniti, in particolare la situazione del difensore dei diritti umani Ahmed Mansoor (2018/2862(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni, in particolare quella del 26 ottobre 2012 sulla situazione dei diritti umani negli Emirati arabi uniti(1),

–  vista la dichiarazione rilasciata il 4 giugno 2018 dal presidente della sottocommissione per i diritti dell'uomo, nella quale deplorava la condanna a dieci anni di reclusione inflitta ad Ahmed Mansoor,

–  visto l'articolo 30 della Costituzione degli Emirati arabi uniti,

–  vista la Carta araba dei diritti umani, di cui gli Emirati arabi uniti sono parte,

–  visti il quadro strategico dell'UE e il piano d'azione in materia di diritti umani e di democrazia per il periodo 2015-2019,

–  viste le conclusioni del Consiglio del 16 ottobre 2017 sulla revisione intermedia del piano d'azione in materia di diritti umani e di democrazia,

–  visti gli orientamenti dell'UE sui difensori di diritti umani adottati nel 2004 e aggiornati nel 2008,

–  vista la dichiarazione del 12 giugno 2018 rilasciata dagli esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, nella quale si chiede la liberazione immediata del difensore dei diritti umani Ahmed Mansoor, attualmente agli arresti,

–  vista la dichiarazione rilasciata a Bruxelles il 18 luglio 2016 dai copresidenti della 25a sessione del Consiglio congiunto e della riunione ministeriale dell'Unione europea e del Consiglio di cooperazione degli Stati arabi del Golfo,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–  visti la Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti e il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR), di cui gli Emirati arabi uniti sono parte,

–  visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del regolamento,

A.  considerando che Ahmed Mansoor è stato arrestato nel marzo 2017 dagli agenti di sicurezza degli Emirati arabi uniti; che egli è un eminente attivista dei diritti umani e nel 2015 è stato insignito del premio Martin Ennals per i difensori dei diritti umani; che Ahmed Mansoor potrebbe essere stato l'ultimo difensore dei diritti umani negli Emirati Arabi Uniti ad essere in grado di criticare pubblicamente le autorità;

B.  considerando che il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale degli Emirati ha spiegato, in una nota del 29 marzo 2017, che "l'Ufficio del pubblico ministero per i reati elettronici ha disposto l'incarcerazione di Ahmed Mansoor con l'accusa di aver divulgato informazioni mendaci e fuorvianti su Internet, con il proposito di diffondere sentimenti di antipatia e settarismo"; che detta dichiarazione e altre dichiarazioni ufficiali rilasciate dalle autorità degli Emirati indicano che l'unico motivo della detenzione, del processo e della condanna dell'attivista è il contenuto delle sue affermazioni online, e che le accuse che gravano su di lui si basano su presunte violazioni della legge degli Emirati sulla cibercriminalità del 2012, che ha consentito alle autorità degli Emirati di ridurre al silenzio i difensori dei diritti umani e di comminare lunghe pene detentive e pesanti sanzioni finanziarie a coloro che criticano i vertici del potere del paese;

C.  considerando che l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha ritenuto che l'arresto e la detenzione segreta di Ahmed Mansoor possa costituire un atto di rappresaglia per il suo coinvolgimento nei meccanismi delle Nazioni Unite in materia di diritti umani e per le opinioni che ha espresso sui media sociali, tra cui Twitter, nonché per la sua partecipazione attiva a organizzazioni come il Centro del Golfo per i diritti umani;

D.  considerando che un gruppo di esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani ha invitato il governo degli Emirati a rilasciare Ahmed Mansoor, descrivendone l'arresto come un attacco diretto alle legittime attività dei difensori dei diritti umani negli Emirati arabi uniti;

E.  considerando che il 29 maggio 2018 Ahmed Mansoor è stato condannato a dieci anni di reclusione per aver esercitato il proprio diritto alla libertà di espressione in alcuni post su Twitter a seguito di un processo indecorosamente iniquo ad Abu Dhabi; che è stato condannato al pagamento di una sanzione di un milione di dirham degli EAU (232 475 EUR) e a essere posto sotto sorveglianza per tre anni dopo il suo rilascio; che Ahmed Mansoor ha impugnato la sentenza, ma le tempistiche della procedura di ricorso rimangono poco chiare;

F.  considerando che a seguito del suo arresto, avvenuto nel marzo 2017, ad Ahmed Mansoor sarebbe stato proibito di avere qualsiasi contatto con la sua famiglia e che, da allora, gli sarebbe stato concesso di ricevere la visita di sua moglie solo quattro volte; che, stando a quanto riportato, sarebbe stato detenuto in isolamento fin dal suo arresto e presumibilmente sottoposto a torture; che, secondo quanto dichiarato dalle autorità degli Emirati, sarebbe detenuto nella prigione di Al Sadr ad Abu Dhabi;

G.  considerando che, a quanto risulta, Ahmed Mansoor non sarebbe stato in grado di nominare un legale indipendente di sua scelta, nonostante il governo abbia asserito che ne ha la facoltà; che il diritto di incontrare un avvocato è un diritto fondamentale di qualsivoglia detenuto, come sancito dall'articolo 16 della Carta araba dei diritti umani, che gli Emirati arabi uniti hanno ratificato;

H.  considerando che Ahmed Mansoor ha subito vessazioni e persecuzioni da parte delle autorità degli Emirati per oltre sei anni, ha ripetutamente subito aggressioni fisiche e minacce di morte ed è stato sottoposto a sorveglianza fisica ed elettronica; che, dopo sette mesi di custodia cautelare, nel 2011 è stato condannato a tre anni di carcere con l'accusa di "oltraggio a funzionari" al termine di un processo considerato iniquo; che dopo otto mesi è stato rilasciato con provvedimento presidenziale di grazia, ma le autorità non gli hanno mai restituito il passaporto, imponendogli di fatto un divieto di viaggio;

I.  considerando che, prima del suo arresto, Ahmed Mansoor è stato tra i 133 firmatari di una petizione che chiedeva lo svolgimento di elezioni a suffragio universale diretto negli Emirati e l'istituzione di un Consiglio federale nazionale, ossia un consiglio consultivo del governo, dotato di poteri legislativi; che Ahmed Mansoor era l'amministratore di un forum online denominato "Al-Hiwar al-Emarati", che criticava le politiche e i leader del governo degli Emirati; che è membro del comitato consultivo per il Medio Oriente e il Nord Africa presso Human Rights Watch, nonché dinamico attore nell'ambito dei meccanismi delle Nazioni Unite in materia di diritti umani;

J.  considerando che i residenti degli Emirati che si sono espressi sul tema dei diritti umani corrono gravi rischi di detenzione arbitraria, reclusione e torture; che è ancora in atto la repressione dell'attivismo pacifico che chiede riforme costituzionali e in materia di diritti umani; che negli ultimi anni sono divenuti sempre più frequenti gli attacchi ai membri della società civile, compresi gli atti volti a ridurre al silenzio, incarcerare o vessare gli attivisti per i diritti umani, i giornalisti, gli avvocati e altri;

K.  considerando che il relatore speciale delle Nazioni Unite sull'indipendenza dei giudici e degli avvocati ha dichiarato, a seguito della sua visita negli Emirati nel 2014, che gli avvocati che si occupano di casi relativi alla sicurezza dello Stato "sono stati vessati, minacciati e sottoposti a pressioni"; che ha denunciato che "il sistema giudiziario resta di fatto sotto il controllo del potere esecutivo del governo";

L.  considerando che sono emerse prove che attestano che taluni Stati membri dell'UE hanno approvato l'esportazione di varie tecnologie di cibersorveglianza verso paesi con tremendi precedenti in materia di diritti umani, compresi gli Emirati arabi uniti;

M.  considerando che negli Emirati arabi uniti continua a essere applicata la pena capitale; che almeno 19 persone si trovano attualmente nel braccio della morte e nel 2017 è stata compiuta un'esecuzione;

1.  condanna fermamente le vessazioni, le persecuzioni e la detenzione di Ahmed Mansoor e di tutti gli altri difensori dei diritti umani, perpetrate unicamente in ragione del loro impegno a favore dei diritti umani e per l'esercizio del diritto alla libertà di espressione sia online che offline; esorta le autorità degli Emirati a svolgere indagini approfondite e imparziali sugli attacchi contro gli attori della società civile al fine di assicurare i colpevoli alla giustizia;

2.  invita le autorità a rilasciare immediatamente e senza condizioni Ahmed Mansoor, ritirando tutte le accuse nei suoi confronti, in quanto è un prigioniero di coscienza ed è detenuto solo per aver esercitato pacificamente il proprio diritto alla libertà di espressione e per il proprio impegno a favore dei diritti umani; chiede inoltre il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri di coscienza degli Emirati nonché il ritiro di tutte le accuse mosse nei loro confronti;

3.  esprime profonda preoccupazione per le notizie secondo cui Ahmed Mansoor sarebbe stato sottoposto a forme di tortura o maltrattamenti durante la detenzione e sarebbe detenuto in isolamento; esorta le autorità a indagare su tali affermazioni e a concedergli l'accesso immediato e regolare a un avvocato, alla sua famiglia e a qualsiasi cura medica di cui potrebbe aver bisogno; ricorda alle autorità degli Emirati che la detenzione in isolamento prolungato e indefinito può costituire una forma di tortura o altro trattamento crudele, disumano o degradante a norma del diritto internazionale in materia di diritti umani, e che l'assenza di un mandato di arresto o di qualsiasi controllo giudiziario sul suo arresto e sulla sua detenzione costituisce una violazione dei principi fondamentali del giusto processo a norma del diritto internazionale in materia di diritti umani;

4.  invita le autorità degli Emirati a garantire che i detenuti accusati di aver violato la legge siano sottoposti a un giusto processo e abbiano diritto a un processo libero ed equo nel rispetto delle norme internazionali;

5.  invita gli Emirati arabi uniti a rivedere la legge federale sulla lotta alla criminalità informatica al fine di renderla conforme alle norme internazionali relative al diritto di ciascuno di ricercare, ricevere, diffondere e trasmettere informazioni e idee ad altri, al diritto alla libertà di opinione, di espressione e di informazione, all'accesso a Internet e al diritto alla riservatezza; esorta le autorità degli Emirati a modificare la legge antiterrorismo, la legge sulla cibercriminalità del 2012 e la legge federale n. 2/2008, che sono ripetutamente utilizzate per perseguire i difensori dei diritti umani;

6.  esorta le autorità degli Emirati a porre fine a tutte le forme di intimidazione perpetrate contro gli individui e a sospendere senza indugio il divieto di viaggio imposto ai difensori dei diritti umani; insiste sulla necessità che le autorità garantiscano, in qualsivoglia circostanza, che i difensori dei diritti umani negli Emirati siano in grado di svolgere le loro legittime attività di difesa dei diritti umani, a livello sia nazionale che internazionale, senza timore di ritorsioni;

7.  chiede di vietare in tutta l'UE l'esportazione, la vendita, l'aggiornamento e la manutenzione di qualsiasi tipo di dispositivo di sicurezza verso gli Emirati arabi uniti, ove dette apparecchiature sono utilizzate, o possono esserlo, per la repressione interna, compresa le tecnologia di sorveglianza di Internet; manifesta preoccupazione per il crescente ricorso a talune tecnologie di cibersorveglianza a duplice uso ai danni di attivisti e giornalisti; si compiace, a tale riguardo, degli sforzi attualmente compiuti dalle istituzioni dell'UE per aggiornare il regolamento sul controllo delle esportazioni di prodotti a duplice uso;

8.  esprime preoccupazione per l'incremento del numero di persone punite per aver collaborato con le Nazioni Unite e i suoi diversi organismi; esorta le autorità degli Emirati a porre fine alle partiche di ostruzionismo e vessazione delle persone impegnate in vari meccanismi delle Nazioni Unite in materia di diritti umani; esorta altresì le autorità a consentire agli esperti delle Nazioni Unite, alle ONG internazionali e ai funzionari dell'UE di rendere visita a Ahmed Mansoor;

9.  chiede che negli Emirati arabi uniti siano garantite maggiori libertà; sottolinea che è importante che gli Emirati tengano fede ai propri obblighi internazionali derivanti dalla legislazione in materia di diritti umani ed esorta le autorità a garantire la protezione della libertà di parola, di pensiero e di espressione sia online che offline per tutti i cittadini degli Emirati e a rispettare tutte le disposizioni della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani, segnatamente l'articolo 1, l'articolo 6, lettera a), e l'articolo 12, paragrafo 2; sottolinea che tali libertà sono garantite non solo dagli strumenti universali in materia di diritti umani, ma anche dalla Carta araba dei diritti umani, di cui gli Emirati arabi uniti sono parte;

10.  invita gli Emirati a confermare la loro intenzione di "conformarsi ai livelli più elevati di promozione e protezione dei diritti umani" ratificando il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e i suoi protocolli facoltativi, e formulando un invito permanente che consenta la visita di tutti i titolari di mandato per le procedure speciali delle Nazioni Unite;

11.  invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), l'UE e i suoi Stati membri ad assumere una forte posizione pubblica nei confronti di questa flagrante violazione dei diritti umani, chiedendo il rilascio di Ahmed Mansoor nell'ambito di tutti i contatti intrattenuti con le autorità degli Emirati arabi uniti; esorta la delegazione dell'UE ad Abu Dhabi a sostenere in maniera adeguata Ahmed Mansoor, effettuando visite in carcere, monitorando i processi e fornendogli assistenza legale e qualsiasi altra forma di assistenza di cui potrebbe necessitare; invita il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a riferire al Parlamento in merito alle azioni intraprese fino ad ora dalla delegazione dell'UE a sostegno di Ahmed Mansoor;

12.  chiede al SEAE di proporre misure mirate dell'UE in relazione alle gravi violazioni dei diritti umani e invita gli Stati membri ad adottarle;

13.  ribadisce la propria opposizione alla pena di morte in ogni circostanza e chiede di introdurre una moratoria in vista della sua abolizione;

14.  incoraggia la prosecuzione del dialogo tra l'UE, i suoi Stati membri e gli Emirati arabi uniti; ritiene che regolari riunioni interparlamentari tra il Parlamento e i suoi partner nella regione del Golfo costituiscano un'importante sede per sviluppare un dialogo costruttivo e aperto su questioni di interesse comune; sottolinea che le discussioni interparlamentari non dovrebbero concentrarsi esclusivamente sulle questioni relative alla sicurezza e al commercio, ma dovrebbero anche trattare il rispetto dei diritti umani come tema cruciale;

15.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al governo e al parlamento degli Emirati arabi uniti, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Commissione, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai parlamenti e ai governi degli Stati membri, all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e ai governi degli Stati membri del Consiglio di cooperazione del Golfo; chiede che la presente risoluzione sia tradotta in arabo.

(1) GU C 72 E dell'11.3.2014, pag. 40.

Ultimo aggiornamento: 7 ottobre 2019Note legali - Informativa sulla privacy